Speciale Guerra in Ucraina
MEDVEDEV CHI?
Un russo, un soggetto del regime che crede di essere qualcuno ma non conta niente, ha fatto delle affermazioni circa le prossime elezioni in Europa, incluso quelle italiane. E in Italia i politici hanno acceso un dibattito mentre bastava ignorarlo.
Certo vorremmo proprio sapere cosa potrebbero fare a questo punto. Doveva essere un'operazione speciale brevissima, un lampo a cui dedicare un capitolo dei libri di storia e, invece, dopo sei mesi, si trovano bellamente impantanati e con l'antiaerea che spara nei cieli di Sebastopoli, in una Crimea dove un aeroporto e un deposito di munizioni sono stati devastati in questi giorni, facendo fuggire i turisti che se ne stavano sulle spiagge.
Doveva andare tutto differentemente e invece, mentre certi accoliti vagheggiano di "costanti avanzate", le cose non vanno e si teme la controffensiva di Kiev che sta ricevendo almeno parte di quello che serve per risolvere il problema. Non certo dall'Italia (dove è scoppiata la "guerra elettorale") ma da altri paesi, inclusi quelli scandinavi.
Kiev sta già acquistando equipaggimenti invernali aggiuntivi e se potrebbe fare meno caldo in Europa, causa limitazioni nel consumo di metano, nelle trincee di questa guerra farà un gran freddo, specialmente sotto il tiro avversario.
La guerra è forse una cosa imbecille, ma quel che è certo è che a volta è gestita da imbecilli, convinti di saperla maneggiare e di poterne trarre dei vantaggi. Magari contano sul fatto che il fronte di sostegno all'Ucraina, alla lotta per la sua libertà (perché di questo si tratta anche se troppi sembrano esserne dimenticato) si spacchi. Il fatto è che vi è un nocciolo duro composto da polacchi, cechi, scandinavi, inglesi, baltici, canadesi, australiani e statunitensi che da solo basta per alimentare l'immenso fronte e dove anche la Germania sta inviando equipaggiamenti e, quello che nessuno dice, gli ucraini imparano ad utilizzarli bene e rapidamente, altra brutta notizia per il Cremlino.
E' così che certi soggetti straparlano mentre le loro bombe colpiscono i quartieri residenziali di Kharkiv o Mikolaiev, altro indice d'impotenza sostanziale. Ovviamente non molleranno ma, come avevamo indicato fin da prima del 24 febbraio, solo ora si sono resi conto di essersi cacciati in una sorta di trappola, cosa che avrebbe dovuto sconsigliarli d'infilarsi in certe situazioni. Dovevano allontanare la NATO e, invece, se la ritrovano perfino in Finlandia; proprio un risultato eccellente!
Sanno che la fine della Transnistria è solo questione di tempo e che questa loro scelta ha risvegliato almeno parte dell'Europa, ancora incerta sul da farsi ma pronta ad un riarmo che solo una fesseria di questo tipo avrebbe potuto far scaturire.
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