venerdì 31 dicembre 2021


 COMBATTIMENTI IN SIRIA


La situazione in Siria vede fasi di combattimento relativamente intensi alternarsi con fasi di scontri meno forti. Il 31 dicembre si sono registrati vari attacchi con l'artiglieria ma anche incursione da parte di velivoli russi nella solita area di Idlib, sempre lontano dalle postazioni turche.

Per ora di soluzioni concrete in Siria non se ne vedono e i combattimenti sono scemati soprattutto per sfinimento complessivo, dopo oltre 10 anni di conflitto e mancanza sostanziale di truppe. I maschi rimasti nel paese sono tutti mobilitati nei vari schieramenti ma non bastano a far fronte alle varie necessità, nonostante importanti apporti stranieri.



 NUOVE ARMI ANTIAEREE RUSSE PER HEZBOLLA


Già si sapeva che la milizia sciita libanese Hezbollah disponeva di sistemi missilistici SA-8 GECKO, arma non più moderna ma ora sembra Mosca abbia fornito sistemi SA-17 GRIZLY (9K317 E BUK nella terminologia russa) e i semoventi antiaerei ruotati SA-22 PANTSIR-S (con missili e cannoncini da 30 mm) per fornire armi per contrastare i velivoli israeliani che, almeno per ora, hanno il dominio dell'aria sulla Siria sotto il controllo delle forze di Damasco che hanno avuto la difesa antiaerea sconvolta dalla guerra civile e hanno subito colpi dai velivoli israeliani in tempi recenti.

L'SA-17 deriva direttamente dall'SA-11 e ha un raggio operativo di una cinquantina di chilometri, con sistema di guida semi attiva radar ma anche un sistema di puntamento ottico, a prova di contromisure, come nella tradizione prima sovietica e poi russa. Dubitiamo fortemente che Israele ne consenta il dispiegamento e forse i bersagli colpiti nel porto di Latakia eranno proprio di questo tipo.



 4 SOLDATI PAKISTANI UCCISI 

AL CONFINE CON L'AFGHANISTAN


Il 30 dicembre 4 militari pachistani sono stati uccisi al confine  con l'Afghanistan, in un attacco proveniente da oltre confine. La supposta collaborazione fra pachistani e afghani, ha evidentemente dei punti di contrasto decisamente forti, in quanto i radicali pachistani considerano il governo poco meno che laico e lo combattono da tempo, in un quadro molto complesso.

Fra le altre cose, il Pakistan sta costruendo una barriera al confine per aumentarne il controllo inquanto vi si svolgono traffici di ogni tipo e movimenti di miliziani.



giovedì 30 dicembre 2021

 SCONTRO FRA FORZE REGOLARI E MILIZIE

SULLE SPONDE DEL LAGO CIAD


Il 29 dicembre, nel corso di una operazione congiunta di forze della Nigeria e del Niger, si sono registrati combattimenti nei pressi della sponda del lago Ciad, tradizionale santuario dei miliziani integralisti di Boko Haram. Nei combattimenti sono stati uccisi 22 miliziani e 6 militari (2 ufficiali) dei due paesi impegnati nell'azione che mirava ad eliminare alcune basi delle milizie integraliste. Il Niger ha forze armate piccole e non è in grado di gestire un problema così ampio. Ricordiamo che nel paese opera anche un piccolo contingente italiano impegnato nell'addestramento dei militari, oltre a contingenti francesi e statunitensi.




 AL SHABAB ATTACCA BALAT


Il 30 dicembre miliziani di al-Shabab hanno attaccato di sorpresa una posizione dei governativi a Balat, uccidendo 5 militari e 2 civili. Si sono brevemente mossi fra le abitazioni per poi scomparire mentre scattava l'allarme e affluivano rinforzi.

Balat à la cittadina a 30 km da Mogadiscio, sulla "Strada Imperiale", dove per un periodo è stato di stanza anche il grosso del contingente italiano 30 anni fa.

I miliziani ancora scorrazzano per il paese e non si riesce ad eliminare il fenomeno per tutta una serie di motivi, nonostante la presenza di un contingente ONU composto da africani e di consiglieri occidentali.





SCONTRI IN PAPUA NUOVA GUINEA

 

Gli scontri etnici non sono una specialità solo africana. Ci giunge notizia dalla lontana Papua Nuova Guinea che nella Nuova Guinea settentrionale vi sono stati forti scontri fra due gruppi etnici nella valle di Tsak, nella parte settentrionale della grande isola, che hanno causato 18 vittime e un numero imprecisato di feriti. 

 

 

mercoledì 29 dicembre 2021

 PROPAGANDA IRANIANA PER LO YEMEN


Il regime teocratico iraniano ha accusato gli Stati Uniti e Israele di partecipare direttamente alle operazioni aeree nello Yemen, senza per altro portare nessuna prova concreta di qusto presunto coinvolgimento. 

E' evidente che in Yemen dal 2014 si sta combattendo anche un conflitto per procura, con l'Iran che appoggia in tutti i modi la fazione a guida houthi (Hansar Allah) e i paesi arabi che sostengono i governativi. In passato le aviocisterne statunitensi effettuavano anche rifornimenti in volo ma questi sono stati sospesi da anni. Probabilmente l'alleanza araba riceve supporto d'intelligence ma è altrettanto vero che l'Iran ha inviato in Yemen molte armi, incluso missili balistici e droni, poi utilizzati contro le città saudite, inclusa la capitale.

Di questo conflitto si parla sempre poco e purtroppo è stato motivo di contrasto anche fra il Governo italiano e alcuni paesi arabi per l'annullamento di alcuni contratti militari, ma è un problema ancora ben presente sul panorama internazionale.

 L'AERONAUTICA MILITARE PROTEGGE 

L'ARAB CUP IN QATAR

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Riceviamo il comunicato dello Stato maggiore dell'Aeronautica circa una recente e importante attività in favore di un paese amico che aveva espresso delle precise necessità, ricordando altri impegni nel Medio oriente della Forza Aerea.

Dal 23 novembre al 20 dicembre l’Aeronautica militare è stata chiamata a supporto delle Forze Armate del Qatar in occasione della competizione FIFA Arab Cup 2021, attraverso il dispiegamento di un Task Group Counter-Unmanned Aerial Anti-drone System (C-UAS), alle dirette dipendenze del Comandante dell’IT NCC Air, il Colonnello Antonio Vivolo, nell’ambito della missione Inherent Resolve – Prima Parthica.

Il supporto richiesto ha riguardato la difesa contro la minaccia derivante dai cosiddetti “mini e micro droni”.

Per tale evenienza l’Aeronautica militare ha rischierato il sistema anti-drone fisso “ACUS” (AMI Counter UAS) congiuntamente a sistemi jammer portabili. Complessivamente nel Task Group sono impiegati circa 30 unità tra Fucilieri dell’Aria del 16° Stormo “Protezione delle Forze” e operatori del settore Force Protection appartenenti al 4°, 6° e 32° Stormo.

Le capacità C-UAS comprende l’acquisizione di tecnologie per l’avvistamento e l’eventuale neutralizzazione di droni anche di piccolissime dimensioni che sorvolano a bassa quota aree sensibili o interdette quali le installazioni militari, per la protezione del personale che in esse opera e dei beni materiali ivi custoditi.

In un contesto predisposto appositamente nel costante e pieno rispetto di tutte le misure previste dai protocolli sanitari di prevenzione al COVID-19, l’attività è stata una importante esperienza di cooperazione internazionale nonché di dimostrazione delle capacità C-UAS, rese sempre più necessarie dal proliferare di attività illegali condotte con l’utilizzo di sistemi a pilotaggio remoto che, per le loro dimensioni, risultano non solo di difficile visualizzazione con i tradizionali sistemi di sorveglianza e rilevamento, ma anche di complesso contrasto con velivoli o elicotteri convenzionali.

Costituita in data 17 ottobre 2014 per partecipare all’Operazione multinazionale “Inherent Resolve”, l’IT NCC AIR garantisce unicità di comando e sostegno logistico per l’impiego sinergico e coordinato degli assetti forniti dall’Aeronautica Militare e, con lo schieramento del Task Group SAMP/T, dall’Esercito Italiano in seno alla Coalizione.

Inquadrata nell’IT NCC AIR, la Task Force Air Kuwait concorre mediante l’impiego dei propri assetti Eurofighter e Predator alle attività di Intelligence, Surveillance and Reconnaissance (ISR) per la definizione della situational awareness della Coalizione “Inherent Resolve”.

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Con il KC-767A, la Componente contribuisce attraverso l’attività di rifornimento in volo all’estensione di autonomia di volo e raggio d’azione degli assetti aerei della Coalizione. La batteria missilistica SAMP/T, sistema missilistico di difesa antiaerea ed antimissile di ultima generazione, integrato nel sistema di difesa della Coalizione “Inherent Resolve” (Coalition Integrated Air and Missile Defense System) potenzierà difesa dello spazio aereo kuwaitiano e cornice di sicurezza per Contingente italiano, Coalizione e Host Nation.

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martedì 28 dicembre 2021

 ATTACCO ISRAELIANO SU LATAKIA


Intorno alle 03.21 (ora locale) del 28 dicembre, alcuni missili (sembra almeno 3) hanno colpito la zona cargo del porto di Latakia, in Siria. Si sono sviluppati violenti incendi. Quasi certamente l'obiettivo erano equipaggiamenti iraniani che erano stati sbarcati. Si sono avute esplosioni secondarie e tre vasti incendi che divampavano ancora in giornata, bloccando le attività del porto nonostante il prodigarsi dei vigili del fuoco e delle squadre di sicurezza.

In modo inconsueto Israele ha confermato di essere responsabile dell'azione. Si tratta dell'ennesima azione contro la presenza iraniana in Siria e pensiamo che le azioni addirittura aumenteranno. L'antiaerea siriana ha aperto il fuoco senza successo mentre le batterie russe non sono intervenute, come al solito. Si tratta del secondo attacco al porto di Latakia in meno di un mese.





 SALTATE LE ELEZIONI IN LIBIA


Il 24 dicembre sono saltate, per tensioni registrate a Tripoli, le elezioni in Libia. Il fatto, decisamente grave, è passato quasi del tutto sotto silenzio, complice l'emergenza pandemica, ma deve far riflettere. Qualcuno ha interesse affinché le elezioni non avvengano, in quanto "peserebbero" il peso politico di ogni formazione e schieramento.

La comunità internazionale dovrebbe fare di più, serve una missione internazionale di stabilizzazione ma tutti sembrano far finta di niente mentre alcuni si muovono nell'ombra, sapendo che un confronto elettorale mostrerebbe delle debolezze. L'ONU come al solito è assente o non riesce a ottenere niente, così come i suoi inviati. Eppure la Libia non è un remoto paese marginale, soprattutto per l'Europa, ricordando il suo grande potenziale economico e il ruolo sulla produzione delle fonti energetiche, metano incluso.




lunedì 27 dicembre 2021

 DESTITUITO IL PRIMO MINISTRO SOMALO


In seguito a gravi accuse, il presidente della repubblica somala ha destituito il primo ministro. Le strade di Mogadiscio hanno visto la presenza di un numero di militari superiore alla media, indice che qualcosa stava avvenendo.

 ISRAELE PRONTO ALL'AZIONE CONTRO L'IRAN


Mentre sono in corso trattative a Vienna, il ministro degli Esteri israeliano ha fatto chiaramente capire che il suo paese è pronto ad intervenire, anche da solo, contro il programma nucleare iraniano. Il ministro ha detto che Israele potrebbe agire anche da solo ma le nostre informazioni indicano come molti paesi dell'Area si oppongono all'ipotesi dell'Iran con un arsenale nucleare, per cui potrebbero fornire una qualche forma di appoggio, fosse solo il passaggio segreto di una formazione aerea, magari rifornita in quota, su zone desertiche, prima di scendere a bassa quota e condurre l'attacco.

Israele potrebbe ricorrere anche a missili cruise lanciati da sottomarini o a qualche altra forma di attacco. Ci sembra che la tensione nell'aria sia alta, proprio perché si tratta di una finestra di opportunità che si potrebbe chiudere in tempi brevi/lunghi, forse alcuni mesi o poco più di un anno. Certo un ennesimo sabotaggio al programma sarebbe meno rischioso ma le strutture coinvolte sono strettamente protette anche con una separazione della linea internet, per evitare comandi che danneggino le centrifughe per l'arricchimento dell'uranio, facendole ruotare troppo velocemente, come accaduto in passato.



 50 VITTIME IN CONGO


Almeno 50 vittime (38 miliziani e 12 civili)  si sono avute fra il 23 e il 27 dicembre in scontri fra due gruppi etnici nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo, nell'ambito di scontri etnici che proseguono, con fasi alterne, fin dal 1999 nella provincia di Ituri. Uno dei due gruppi usa la sigla CODECO ed è legato all'estremismo islamico che è apparso anche in questa zona.




 MORTO IL FONDATORE DI SPUTNIK


Ci è appena giunta la notizia che oggi pomeriggio è morto, cadendo da una finestra, il fondatore dell'agenzia informativa Sputnik, molto attiva nel propagandare il nazionalismo russo. Yegor Prosvirnim era piuttosto noto e le circostanze della sua fine sono dubbiose. Potrebbe trattarsi di un suicidio come di un omicidio.

domenica 26 dicembre 2021

DUE GUARDIANI DELLA RIVOLUZIONE UCCISI

 

Se ne è sempre parlato molto poco ma da molti anni è in corso una guerriglia nel Belucistan iraniano, seppur a bassa intensità. Ieri due appartenenti al Corpo dei Guardiani della Rivoluzione sono stati uccisi in uno scontro a fuoco nella regione che si trova al confine con il Pakistan, dove opera un piccolo movimento indipendentista che comunque rimane attivo nonostante la repressione. 

IMBOSCATA IN BURKINA FASO

 

Il 25 dicembre 41 militari e miliziani che stavano operando nella provincia di Loroum nel Burkina Faso, sono rimasti uccisi in una sanguinosa imboscata, condotta da miliziani islamici radicali. Fra le vittime uno dei capi dei miliziani, Soumalila Ganame che operavano in favore delle truppe governative, in quello che sta diventando uno scontro sempre più duro. Ganame era divenuto famoso nel paese per vari successi ottenuti contro le formazioni integraliste che operano in armi nel paese. Ricordiamo che solo a novembre 50 gendarmi erano rimasti uccisi in un attaco notturno di sorpresa che aveva colto i difensori impreparati.

 


 

 HEZBOLLAH ADDESTRA GLI HOUTHI


Vi sono palesi evidenze che la milizia sciita libanese filo iraniana hezbollah addestra le milizie houthi, in particolare nella realizzazione di droni per attaccare le città in Arabia Saudita e per altre forme di lotta. Questo supporto fa parte della strategia iraniana che mira a destabilizzae il Medio Oriente, nell'ambito di un grande scontro non solo contro l'occidente ma anche contro il mondo sunnita.

L'Iran teocratico sostiene le milizie più fanatiche e radicali, come hezbollah, Hamas nella striscia di Gaza e altri gruppi radicali, inviando denari e armi; una politica che delinea orizzonti pieni di problemi, visto anche i tentativi di dotarsi di armi atomiche, una strada che potrebbe portare a chissà quali conseguenze e che rende possibile un attacco per impedire il processo.


 CIVILI ATTACCATI IN MYANMAR


Almeno 38 civili sono stati uccisi quando l'autocolonna con cui tentavano di allontanarsi dalla zona dei combattimenti che stavano coinvolgendo forze del regime e guerriglieri, è stata attaccata. Mancano notizie anche di due operatori dell'organizzazione umanitaria Save the Children che si trovano sui veicoli, attaccati nella parte orientale del paese. La situazione in Myanmar dopo il colpo di stato del 1° febbraio scorso, rimane di conflittualità e la popolazione non sembra volersi piegare alla repressione. Ricordiamo che il regime è fortemente sostenuto da Pechino che fornisce anche gran parte dell'arsenale dei militari. Il controllo del paese è importante per la Cina comunista in quanto costituisce un elemento di pressione contro l'India e la Thailandia.


sabato 25 dicembre 2021

 SCONTRI IN KASHMIR


Praticamente tutti i giorni vi sono combattimenti in Kashmir, in genere fra forze di sicurezza indiane e guerrigieri musulmani ma spesso volano fucilate se non colpi di mortaio e d'artiglieria lungo la linea del cessate il fuoco fra India e Pakistan ch passa in zone anche di altissima montagna. Ne dovremmo dare notizia tutti i giorni ma la cosa va avanti dalla fine Anni '40, quando Londra concesse l'indipendenza e nacquero nuove realtà nazionali (in primo luogo i due Pakistan e l'India) per cui si riportano su questo blog in genere solo i fatti d'armi più consistenti. 

Nelle ultime 24 ore, per esempio, ci sono stati scontri, con l'uccisione di due miliziani musulmani ma anche, in una zona diversa, colpi d'artiglieria.




venerdì 24 dicembre 2021

L'IRAN SI ESERCITA A COLPIRE CON I MISSILI

IL REATTORE ISRAELIANO

 

Durante tre giorni di manovre, il corpo dei Guardiani della Rivoluzione Iraniano ha lanciato ben 17 missili a breve, medio e lungo raggio,  sia balististici che missili di crociera, facendo trapelare che si sono addestrati anche a colpire l'unico reattore nucleare israeliano. Un danno a questo reattore, situato nel Negev, avrebbe conseguenze nefaste non solo su Giordania ed Egitto ma anche sulla poco lontana Striscia di Gaza.

Ovviamente questa politica rende sempre più probabile un'azione preventiva contro le installazioni nucleri iraniane, al centro di una lunga questione internazionale. Facile capire come certi paesi dell'area vedano l'ipotesi di un Iran con missili armati con testate nucleari.


 


 CALMA RELATIVA IN SIRIA


Non è certo la pace ma bisogna dire che in Siria in questo periodo si combatte di meno. Non mancano scontri e bombardamenti ma sono decisamente di meno che non in passato. Perfino nell'area di Idlib da un paio di giorni non si bombarda, dopo anni di combattimenti e bombardamenti.

Questo non vuol dire che una soluzione è prossima ma se non altro le numerose parti in lotta sembrano stremate da oltre 10 anni di combattimenti e perdite.


giovedì 23 dicembre 2021

 PUTIN PROPONE L'ITALIA COME MEDIATRICE

Nella conferenza di fine anno, Putin ha fatto riferimento ad un eventuale ruolo dell'Italia come mediatrice nel confronto fra Russia e NATO. I governi italiani hanno avuto un ruolo generalmente fin troppo tollerante riguardo alla politica dell'autocrate che controlla il grande paese, sia per quanto riguarda i diritti umani che per la politica estera, sfociata nell'occupazione di larghi tratti del territorio di Georgia e Ucraina, confini riconosciuti in ambito internazionale e che le sue truppe hanno clamorosamente violato.

Se non vi fossero state queste violazioni, i paesi dell'Europa orietale, che si sentono minacciati seriamente (come dargli torto?) non avrebbero richiesto e ottenuto qualche protezione in più, con lo schieramento di piccoli contingenti e l'invio di qualche velivolo.

L'Italia non avrebbe problemi per fungere da mediatrice ma pensiamo che si sia trattato di una mossa per seminare problemi all'interno della NATO, alleanza all'interno della quale le posizioni nei confronti della politica di Putin sono varie. 

Putin dice di temere l'espanzione a oriente della NATO ma se non avesse invaso alcuni vicini, i paesi occidentali avrebbero cercato solo di intrattenere buoni rapporti con il Cremlino. Per non parlare dei metodi con cui mantiene il potere e si comporta nei riguardi dell'opposizione.



 SEQUESTRO DI ARMI DIRETTE IN YEMEN


Il 22 dicembre unità della 5a Flotta statunitense hanno intercettato nel Mare di Oman, una unità utilizzata per il cabotaggio, con a bordo migliaia di fucili d'assalto e molte munizioni, con tutta probabilità diretta verso le coste dello Yemen sotto controllo della milizia houthi, notoriamente appoggiata dall'Iran e ufficialmente identificabile come movimento Ansar Allah. I sequestri di questo tipo si stanno intensficando anche perché le milizie houthi iniziano ad essere a corto di munizioni e armi, dato che il conflitto è in corso da oltre sette anni e l'Iran sta facendo di tutto per inviare altri armamenti e rifornimenti.



mercoledì 22 dicembre 2021

UCCISO UN SUDAFRICANO IN MOZAMBICO

 

Un militare di Pretoria è stato ucciso nella regione di Cabo Delgado, nel Mozambico settentrionale, dove operava in sostegno delle forze di Maputo contro i ribelli inegralisti, i quali sono sulla difensiva e hanno subito duri colpi ma ancora operano e contro cui vari paesi hanno inviato militari e sono giunti anche istruttori statunitensi ed europei. 

Il contingente sudafricano in Mozambico ammonta a 1.495 militari, inclusi elementi delle forze speciali. 


 

 ETIOPI AVANZANO IN SUD TIGRAI


Il 22 dicembre le forze etiopi sono entrate nella citta di Alamata, la più meridionale di quelle del Tigrai, proseguendo la loro avanzata verso nord, sfiorando il centro di Korem, ancora più a settentrione, essendo giunte nei pressi del lago Ascianghi. Il fronte si è capovolto in appena 15 giorni ma la situazione potrebbe riservare delle sorprrese nei prossimi giorni, come già accaduto nei 13 mesi di guerra.

Nella zona subito a nord di quella raggiunta dalle forze etiopi vi è l'Amba Alagi, un massiccio impressionante (dove il Duca d'Aosta si asserragliò nel 1941) che si presta in modo eccellente alla difesa in quanto non è aggirabile da forze motorizzate se non per strade impervie.

Molto attivi sono sempre i droni etiopi, forniti da Iran, Cina e Turchia, contro cui i tigrini hanno difese scarse in fatto di antiaerea.

martedì 21 dicembre 2021

 SI COMBATTE A BOSASO


Il 22 dicembre si sono avuti almeno 10 morti, oltre a numerosi feriti, nei combattimenti scoppiati a Bosaso (Migiurtina, regione autoproclamatasi indipendente con il nome di Puntland) fra milizie locali e una unità antiterroristica. Alla base dello scontro potrebbero esservi vecchie questioni mai risolte. La popolazione sta tentando di porsi in salvo.

Intanto lo stesso giorno un'auto bomba con attentatore suicida, ha fatto 8 morti e 17 feriti a Mogadiscio. Erano diverse settimane che non avveniva niente di simile.

 RISERVISTI UCRAINI


Lo scorso maggio la Rada (il Parlamento di Kiev) ha approvato una legge per la creazione di una Riserva, pronta a dar man forte alle forze già disponibili. Per ora si tratta di 25 brigate, con circa 80.000 fra uomini e donne, in genere con armamento leggero (armi anticarro e mortai oltre a mezzi blindati). Un sondaggio ha indicato come 20 milioni di ucraini si dicano pronti a resistere ad una invasione da parte di Putin e 13 milioni siano pronti ad arruolarsi, una massa consistente che ora si sta addestrando in modo intensivo. Queste unità fornirebbero appoggio alle unità regolari, in particolare presidiando le coste e le retrovie ma potrebbero battersi anche contro unità regolari avversarie, specialmente in certi terreni (ambito urbano, foreste, paludi). Inotre si pensa anche a forme di lotta non convenzionali se il nemico avanzasse occupando altro territorio. Un vero incubo che potrebbe scoraggiare Putin molto più che la solita minaccia di sanzioni.

La politica del governo russo ha fatto crescere la determinazione ucraina a resistere, proprio l'opposto di quello che era previsto nei piani. L'Ucraina avverte poi il sostegno concreto di diversi paesi, fra cui Polonia, Repubblica Ceka, i paesi baltici e la Croazia, ciascuno in grado di fornire un apporto in materiali e sistemi.

Le carenze maggiori riguardano le operazioni aeree e quelle navali, in quanto servono velivoli e unità navali e nuovi sistemi missilistici antinave e antiaerei. Oggi l'efficienza complessiva è cresciuta di molto e il quadro è cambiato notevolmente dal 2014, quando molto dell'apparato militare non era efficiente o lo era solo parzialmente. In questo quadro bene s'inserisce l'apporto dei riservisti, personale fortemente motivato in grado di mobilitarsi rapidamente.



 AGGIORNAMENTO GUERRA NELLO YEMEN


Il conflitto nello Yemen prosegue. Intanto si registrano nuovi e forti combattimenti nella parte centrale del paese, a oriente di Saana. Sono anche ripresi, piuttosto intensi, gli attacchi aerei sauditi che hanno colpito vari obiettivi ma principalmente posizioni militari e depositi. Fra l'altro si registrano forti perdite in un convoglio sorpreso in movimento da velivoli sauditi. Fra le perdite decine di mercenari etiopi arruolatesi fra le file delle milizie houthi.

E morto anche l'inviato iraniano con la milizia houthi Hassan Erlou, morto non per circostanze belliche ma ucciso dal COVID 19, dopo essere stato rimpatriato d'urgenza. E' evidente che il COVID si è diffuso anche in aree remote e che condiziona anche le operazioni militari. Con un sistema sanitario in gravissime diffocltà, l'epidemia potrebbe fare una strage.


 TRATTATIVE PER IL TIGRAI


Il leader del Tigrai Debretsion Gebremichael ha annunciato che le unità del Tigrai hanno abbandonato alcune  regioni dell'Etiopia per consentire una trattativa internazionale nel conflitto. In effetti la ritirata era stata troppo rapida e incontrastata per non essere stata ordinata ma questo non significa che il conflitto sia risolto.

Intanto si apprende che anche la Turchia, dopo l'Iran e la Cina, ha fornito teleguidati alle forze etiopi, dato che i mezzi pilotati sono in una situazione operativa pessima.

domenica 19 dicembre 2021

 COMMANDOS AFGHANI PER IL BRITISH ARMY?


Alcune unità afghane non hanno proprio combattuto durante l'offensiva talebana del 2021 ma altre si sono battute con estrema energia e coraggio. Alcuni di questi uomini ora sono nel Regno Unito e a Londra si sta pensando se incorporarli in una nuova unità scelta. Non sarà facile superare certe resistenze ma Londra ha una lunghissima tradizione nel settore, oggi con volontari che giungono dal Nepal, i leggendari Ghurkha. Arruolare uomini così capaci, già addestrati, sarebbe una cosa molto interessante anche perché la partita con i talebani non è affatto chiusa, a differenza di quanto credono in molti.




MILIZIANI UCCIDONO 38 PERSONE IN NIGERIA

 

In più attacchi avvenuti il 19 dicembre, sono stati uccisi 38 civili nella parte nord-orientale del tormentato paese, quello con la popolazione più vasta in Africa. Responsabili sarebbero gruppi facenti parte del movimento integralista Boko Haram, la cui attività prosegue anche se con azioni meno clamorose. Intanto l'Esercito nigeriano ha arruolato altri 4.000 uomini per potenziare le sue unità. 

ETIOPICI ALL'OFFENSIVA

 

Le forze aeree etiopiche hanno bombardato per tre giorni di fila il centro di Alomata per colpire le linee logistiche tigrine. Le forze del Tigrai con tutta probabilità proveranno a bloccare l'offensiva di Addis Abeba in una posizione orograficamente molto forte, come l'Amba Alagi, che non può essere aggirata con mezzi. Ora le linee di rifornimento dei governativi si sono a loro volta molto allungate, sono esposte e richiedono attenzione. 

Si combatte anche nella zona del confine sudanese ma le notizie sono veramente scarse, se non si vuole rimanere vittime della propaganda dei due schieramenti.


 

sabato 18 dicembre 2021


 LE IMPOSSIBILI PROPOSTE DI PUTIN


Putin ha fatto giungere delle proposte per un accordo con la NATO, il cui punto fondamentale è, in sostanza, il blocco verso ogni domanda di adesione alla NATO di paesi della defunta Unione Sovietica e il ritiro da quei paesi che già ne fanno parte (Estonia, Lettonia e Lituania). Ovviamente è una pretesa assurda e se la NATO si è spostata verso oriente, schierando qualche piccola unità nei paesi baltici, lo ha fatto solo dopo che l'URSS ha occupato zone della Georgia, la Crimea e parte del Donbas ucraino. Nessuno si fida più di Putin e qualcuno è deciso a bloccare la sua politica revanscista e pansovietica, quello strano miscuglio di falci e martello e nazionalismo che promette solo problemi e ha già dato tanti guai.

Dubitiamo che la NATO si allarghi all'Ucraina, dato che vorrebbe dire il coinvolgimento dell'alleanza in un conflitto (essendo già state violate in modo clamoroso le frontiere riconosciute) ma non credo che resterà a guardare. Siamo convinti che il "boccone ucraino" sia sommamente indigesto per Mosca in quanto ci si è fatto nemico un grande paese industriale, che ha risorse e dove ora realmente i russi sono visti male visto quello che hanno fatto.

Tutti i paesi dell'Europa orientale, dalla Finlandia alla Romania, si stanno raffozando perché temono dei problemi con i russi e la politica di Putin. Politica che ha portato il Cremlino in una posizione delicata in quanto il Donbas è economicamente allo sfascio totale e male se la passa anche la Crimea occupata. E il Cremlino è sempre impegnato militarmente in Siria   avendo anche altre questioni aperte, inclusa quella con l'opposizione interna.

 LE FORZE ETIOPICHE RICATTURANO 

IL NODO DI WOLDIA


Le forze etiopiche il 18 dicembre hanno riconquistato l'importante  nodo stradale di Woldia, località dove passa la Strada Statale 1 e dove s'incrocia con la statale diretta verso il lago Tana, più a occidente. In circa 15 giorni le forze di Addis Abeba hanno ripreso una vasta aerea che avevano perso da poche settimane.. Ora si tratta di vedere come evolverà la situazione che ha avuto in poco più di un anno repentini rovesciamenti sul campo.

venerdì 17 dicembre 2021

 ABBATTUTO DRONE IN SIRIA


Un velivolo TYPHOON della RAF ha abbattuto il 14 dicembre (ma lo si è saputo con ritardo) un grosso UAV in uno spazio aereo al di sopra del territorio che i ribelli siriani ancora controllano, vicino al confine fra Siria, Giordania ed Iraq. Si tratta del primo abbattimento di un teleguidato nei cieli siriani da parte di un velivolo britannico.

FORTI PERDITE DELLA GIUNTA MILITARE 

CONTRO I COMBATTENTI KAREN

 

Nella settimana fra il 10 e il 17 dicembre, le truppe della giunta militare salita al potere il 1° febbraio scorso, con un colpo di stato,  appoggiata da Pechino, hanno subito ingenti perdite contro le formazioni karen, nella parte sud-orientale del paese, nell'area di Lay Kay. La resistenza Karen, attiva da decine di anni, sembra aver preso nuovo vigore dopo il colpo di stato e sta dando grossi problemi alle forze regolari.  


 

 ATTACCO A BASE ONU IN SOMALIA


Nella notte fra il 16 e il 17 dicembre, miliziani integralisti somali, hanno attaccato una base di AMISOM (African Mission In SOMalia), la missione ONU in Somalia. L'azione è scattata a Bulomerere, 124 chilometri a sud di Mogadiscio, prima con un attacco ad una posizione fuori dalla città, poi con colpi di mortaio contro la base. Non si registrano perdite fra il contingente internazionale.

Approfittiamo di questa notizia anche per segnalare che le truppe somale hanno ripreso il controllo di Mataban, centro a 400 chilometri da Mogadiscio, occupato dai miliziani di al-Shabab pochissimi giorni prima, in quanto era stato abbandonato dalla milizia filo governativa che lo presidiava.

I problemi in Somalia rimangono e bisognerebbe poter organizzare una soluzione che ridia sicurezza al paese e ne permetta una, seppur difficile, ripresa.




giovedì 16 dicembre 2021


 TENSIONE MA NIENTE COMBATTIMENTI A TRIPOLI


L'allarme sembra rientrato a Tripoli dopo che ieri un gruppo di armati aveva circondato alcune sedi istituzionali. Sembra si sia trattato delle infinite "beghe interne" fra le infinite fazioni che operano nella capitale libica e che dispongono di armi. 

Qualcuno vorrebbe far deragliare anche le elezioni previste per il 24 dicembre, in quanto i risutati potrebbero marginalizzarlo dopo che per anni hanno avuto un ruolo di rilievo nelle vicende del paese, disponendo di una certa potenza di fuoco.

Forte è anche la richiesta da molte parti che i combattenti stranieri abbandonino il paese.


 RAIDS ISRAELIANO NEL SUD DELLA SIRIA


Un militare siriano è rimasto ucciso in un raid israeliano nel sud della Siria. Probabilmente l'obiettivo era però una installazione in cui si trovavano anche hetzbollah libanesi o militari iraniani, da anni obiettivo di queste azioni in Siria.

Intanto si è appreso che in un raid svoltosi lo scorso giugno, sempre in Siria ma molto più a nord, sarebbe stato colpito un centro di ricerca per armi chimiche.

mercoledì 15 dicembre 2021

UOMINI ARMATI NELL'UFFICIO 

DEL PRIMO MINISTRO A TRIPOLI

 

La sera del 15 dicembre, un gruppo di persone armate è stato notato nell'ufficio del primo ministro a Tripoli. Stiamo ricercando ulteriori informazioni. 


AGGIORNAMENTO DELLE 09.30 DEL 16 DICEMBRE

La tensione è ancora alta a Tripoli, dopo che i miliziani di una delle tante brigate che operano nella capitale hanno tentato d'impadronirsi del fragile potere a meno di 10 giorni da importanti elezioni. Le informazioni continuano ad essere scarse e confuse. Le principali autorità in carica sono protette da uomini di altre formazioni armate.

Da segnalare dei combattimenti fra le forze nazionaliste e gli uomini della 166a Brigata a Shaba.



 I FRANCESI HANNO LASCIATO TIMBUCTU


Il 15 dicembre le forze di Parigi hanno lasciato l'importante centro di Timbuctu alle forze della Repubbliica del Mali. Ora si tratta di vedere se le forze locali saranno in grado di difendere la località, dato che dispongono di armi ed equipaggiamenti molto meno potenti e moderni di quelli dei soldati francesi. Timbuctu si trova nella parte settentrionale del paese, quella dove le milizie integraliste sono più attive e occupano una posizione importante.

Le unità francesi si sono rischierate a Gao, ad alcune centinaia di chilometri di distanza.




 ESPULSI DUE DIPLOMATICI DALLA GERMANIA


Due diplomatici russi sono stati espulsi dalla Germania dopo che accurate indagini hanno stabilito il loro coinvolgimento diretto nell'uccisione, avvenuta nel 2019, di un dissidente ceceno rifugiato in Germania. La cosa avrà delle conseguenze diplomatiche e politiche.

lunedì 13 dicembre 2021

PROSEGUE LA RESISTENZA IN MYANMAR

 

La stragrande maggioranza degli organi di stampa italiani è silenziosa su quello che sta avvenendo in Myanmar, l'ex Birmania, dopo il colpo di stato dei militari del 1° febbraio scorso. La cosa è ancora più emblematica se si pensa che è stato abbattuto il governo di una donna nota, già Premio Nobel per la Pace. Non si comprende perché i media danno tanto spazio a singoli casi (come quello di Zaki, ora scarcerato e a casa), mentre su vicende enormemente più importanti sono muti.

In Myanmar, dopo centinaia di morti, la gente protesta ancora per le strade e anche la lotta armata, di vari movimenti, ha ripreso vigore, con scontri continui. Il regime, come è noto, è appoggiato da Pechino e questo è un fattore che induce molti a non proferire parola.

 OFFENSIVA NELLO YEMEN


Le forze governative e l'alleanza araba hanno lanciato una offensiva in una vasta area 70 chilometri a oriente di Saana, per tagliare fuori un saliente nelle mani della milizia houthi appoggiata dagli iraniani. Questa azione è la risposta ad una offensiva houthi lanciata alcuni giorni prima sempre nella medesima area.

Da segnalare che la milizia utilizza anche almeno un elicottero armato, probabilmente uno di quelli catturati a Saana nel 2014, all'inizio dello scontro.


CLANDESTINI BLOCCATI DAI POLACCHI

 

Ulteriori tentativi d'infiltrazione da parte di clandestini, in precedenza fatti giungere deliberatamente in Bielorussia con voli dal dittatore bielorusso Lukashenko, sono stati bloccati dalle forze di sicurezza polacche, schierate lungo la frontiera.

I polacchi non hanno nessuna intenzione di cedere al ricatto di Minsk, deliberato atto provocatorio attuato facendo giungere disperati dal Medio oriente e lanciandoli contro la frontiera, appoggiati dai sevizi segreti. L'Europa può far giungere aiuti a queste vittime dell'uomo di Minsk ma di cedere al ricatto non se ne parla nemmeno e molto bene hanno fatto i polacchi, pur dispiaciuti, a non venire meno ad un loro diritto, difendendo anche i confini d'Europa, dove l'Italia, con la scusa dei "salvataggi" continua a rappresentare, anche in tempi di pandemia, un autentico colabrodo. 

 

domenica 12 dicembre 2021


 I TIGRINI RIPRENDONO LALIBELA

 


Le forze tigrine hanno ripreso il centro storico di Lalibela, un centinaio di chilometri a occidente della Strada Statale N°2 (quella che da Dessié va a Makallé, in direzione del Lago Tana,

I tigrini sono arretrati di molti chilometri nei giorni scorsi, in quanto i fianchi del lunghissimo saliente che si spingeva verso Addis Abeba erano minacciati dalla controffensiva etiope che ha ripreso il controllo di Dessié.

Questo scontro non manca certo d'improvvise fasi altamente dinamiche.

sabato 11 dicembre 2021

 4 MILITARI DEL BURUNDI UCCISI IN SOMALIA


L'11 dicembre 4 militari del contingente del Burundi in Somalia, che opera all'inerno della missione ONU, sono rimasti uccisi da due esposioni avvenute mentre stavano effettuando un pattugliamento a piedi, un centinaiao di chilometri a nord di Mogadiscio, dove ancora operano gruppi d'integralisti.

 SALE LA TENSIONE IN BOSNIA-ERZEGOVINA


Sta salendo la tensione in Bosnia-Erzegovina dopo 26 anni dalla fine di un sanguinoso conflitto. I serbi della Repubblica Serba di Bosnia il 12 dicembre voteranno per un referendum in cui viene chiesta maggiore autonomia ma in realtà si punta all'unione di quei territori con la Serbia, uno stravolgimento degli accordi del 1995. Uno dei problemi è la crisi economica che si vive in quei territori e un malcelato spirito di rivalsa, oggi sorretto in modo deciso da Mosca, desiderosa di creare problemi alla NATO. La situazione politica e militare è però completamente diversa rispetto a quella del 1991-92, quando il conflitto ebbe inizio.



giovedì 9 dicembre 2021

 FINE DELLE MISSIONI DI COMBATTIMENTO USA IN IRAQ


Gli Stati Uniti hanno deciso il 9 dicembre di fermare le missioni di combattimento in Iraq, dopo 18 anni dall'inizio di questa fase del conflitto in Iraq. In ogni caso militari statunitensi rimarranno nel paese mentre prosegue la grande missione in Kurdistan iracheno, dove operano anche i militari italiani.




 ASSOLTO MILITARE UCRAINO

 

La Corte di Cassazione ha assolto in modo definitivo il 9 dicembre Vitalay Markiv, sottufficiale della Guardia Nazionale ucraina, accusato di aver ucciso il fotogiornalista italiano Andrea Ronchelli, il 15 maggio 2014 a Slaviansk, nel Donbas.

Se i giudici di primo grado avessero almeno visitato il luogo dove il tutto avvenne, ora distante molte decine di chilometri dal fronte, avrebbe subito capito come stavano le cose e se lo abbiamo fatto noi lo potevano fare anche loro.

Anche se se ne è parlato tecnicamente molto poco, Ronchelli e il suo interprete furono uccisi da un colpo di mortaio, arma decisamente poco adatta per sostenere poi l'accusa di omicidio, specialmente se il tutto avviene ai piedi di una collina e sui suoi fianchi, al centro di furibondi combattimenti in quella primavera. Fra le tante incongruenze, l'accusato era distante dal luogo dove i due vennero colpiti e non lo poteva neppure vedere. Il fatto vero è che l'imputato, un italo-ucraino, era in contatto con due giornalisti italiani che poi riportarono il fatto e tanto bastò per giungere alla condanna in primo grado, poi annullata in appello data la manifesta inconsistenza delle accuse. Markiv venne arrestato durante una successiva visita in Italia alla madre che qui risiede.

Come non ci stancheremo mai di ripetere, un conto è identificare un giornalista come tale (si presume a pochi metri di distanza) e poi aprire il fuoco su di lui, su personale medico e via proseguendo. Ben altro è partecipare a combattimenti, sparare sul nemico, magari con armi a tiro indiretto, e colpire un giornalista di cui non si sospetta  minimamente la presenza. Gli ucraini del resto combattevano i separatisti filo-russi e non avevano nessuna intenzione di recare offesa a giornalisti. Chi è pratico di queste cose e magari di colpi ne ha presi tanti nei vari conflitti, ha ben presente il problema.




 INCIDENTE NEL MAR D'AZOV


L'unità ucraina DONBAS è stata protagonista di un incidente nel Mar d'Azov, nella notte fra il 9 e i 10 dicembre, quando si è avvicinata allo stretto di Kerch, che separa la Crimea dalla penisola del Kuban nel Caucaso. Mosca ha parlato di provocazione e la tensione è salita proprio nelle ore in cui il presidente ucraino e il presidente statunitense Biden hanno avuto un lungo colloquio sulla situazione nella regione, dopo che Biden aveva parlato con Putin.



 PATTUGLIE AEREE MISTE RUSSE E BIELORUSSE


Da alcuni giorni si svolgono pattuglie aeree miste fra velivoli di Mosca e di Minsk, nel quadro dei rapporti militari fra i due paesi. Putin vuole fornire appoggio a Lukashenko, ora sotto tiro anche per lo spregiudicato tentativo di infiltrare clandestini di varie parti del mondo oltre il confine polacco. La cosa sta causando energiche risposte anche se in sostanza si parla di eventuali ulteriori sanzioni statunitensi e il colloquio, via internet. fra Putin e Biden non ha portato a risultati concreti di alcun tipo, come era facile ipotizzare.


mercoledì 8 dicembre 2021

 7 CASCHI BLU UCCISI IN MALI


Gli appartenenti alla missione ONU in Mali sono stati uccisi da una esplosione che ha investito il veicolo su cui si trovavano. Altri 3 sono rimasti feriti, Si pensa che si sia trattato di un'azione di gruppi integralisti che operano soprattutto nella parte settentrionale del paese.

 GLI ETIOPI RIPRENDONO DESSIE'


Nel pomerigio del 7 dicembre le forze etiopiche hanno ripreso l'importante città strategica di Dessiè, in seguito alla ritirata tigrina. Il capovolgimento di fronte è stato notevole, considerando anche la natura del terreno e ora si tratta di vedere come evolveranno le operazioni. Le forze di Addis Abeba non hanno fatto prigionieri o catturato bottino, indice che i tigrini si sono ritirati in ordine.

 TERMINATA LA MISSIONE AEREA ITALIA

NEI PAESI BALTICI

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E’ terminato il 1° dicembre, dopo 15 mesi di attività consecutiva, il contributo dell’Italia alla missione NATO Baltic Air Policing per garantire – senza soluzione di continuità – la sicurezza dello spazio aereo delle tre Repubbliche Baltiche di Estonia, Lettonia e Lituania, attraverso il servizio di Quick Reaction Alert (QRA).

L’Aeronautica Militare, unica forza aerea ad aver preso parte a tutte le missioni di Air Policing della NATO ed ad aver assicurato una permanenza così prolungata nella Regione, ha guidato inizialmente la missione Baltic Air Policing (BAP) in Lituania, operando da settembre 2020 ad aprile 2021 dalla Base Aerea di Šiauliai con velivoli Eurofighter, per poi contribuire alla difesa dei cieli baltici dalla Base Aerea di Ämari, in Estonia, con la missione enhanced Air Policing (eAP), dal mese di maggio 2021 fino ad oggi.

L’impegno internazionale dell’Aeronautica Militare a difesa dei cieli dell’Alleanza Atlantica proseguirà con l’operazione Black Storm, in Romania, con velivoli Eurofighter.

Quello in Estonia, con la Task Force Air Baltic Eagle II dell’Aeronautica Militare, è stato il primo impiego da parte della NATO dei caccia di quinta generazione F-35A in una missione di Air Policing nella regione baltica, velivoli che, dal 15 settembre 2021, sono stati avvicendati dagli Eurofighter fino al termine della missione.

I velivoli dell’Aeronautica Militare, che hanno operato per tutto il periodo sotto il comando e controllo dell’Alleanza Atlantica, hanno effettuato complessivamente oltre 1800 ore di volo, di cui più di 900 in Estonia, portando a termine circa 70 interventi reali di intercettazione.

Numerose le attestazioni di apprezzamento giunte all’Italia per il lavoro svolto dalla Task Force Air Baltic Eagle II, tra cui quelle dell’Assistente del Segretario Generale della NATO per la Politica e la Pianificazione della Difesa, Mr. Patrick Turner, e del Primo Ministro della Repubblica di Estonia, Ms. Kaja Kallas.

(Fonte: Stato Maggiore Aeronautica)