venerdì 31 gennaio 2020

SEI VELIVOLI COLPITI IL 6 GENNAIO IN KENIA
 
 
Il Comando delle Forze Statunitensi in Africa (AFRICOM) ha comunicato che nell'attacco in Kenia lo scorso 5 gennaio sono andati distrutti o danneggiati sei velivoli, utilizzati dalle forze speciali, incluso uno impiegato per la sorveglianza. 
Si è trattato di un duro colpo sferrato dagli integralisti islamici di Al-Shabab che sempre più spesso operano in Kenia, dove vi sono milioni di sonali rifugiati.

ANCORA ATTACCHI IN SIRIA 


Anche oggi le forze di Assad e i  suoi alleati, hanno spinto a occidente della strada statale M5, conquistando alcuni villaggi nella punta meridionale della sacca dei ribelli. I combattimenti sono intensi mentre sta per avvicinarsi il nono anniversario del suo inizio. Si ha inizio dello spostamento di reparti, anche iraniani, dal fronte dell'Eufrate verso Aleppo. 
La Turchia sta inviando rinforzi nella zona ma Damasco fa rifornire i capisaldi turchi rimasti isolati dietro le proprie linee, segno evidente di un accordo di qualche tipo.

Speciale Guerra in Libia
AGGIORNAMENTO SITUAZIONE 
A Tripoli è proseguito lo sbarco di armamenti dalla nave libanese che ha effettuato il trasporto. In porto vi è una fregata turca e un'alra è subito a largo, per fornire protezione contro aerei e droni, un coinvolgimento pesante che sta provocando gravi reazioni nel mondo arabo.
Parigi ha diretto verso le coste libiche la sua portaerei a propulsione nucleare CHARLE DE GAULLE.
Da rimarcare l'opera dei velivoli da pattugliamento navale P-72 di base a Sigonella, inseriti nel 41° Stormo, intenti a monitorare i traffici navali.
Si moltiplicano le voci circa l'afflusso di contractor su entrambi i fronti. Sembra che un russo, che aveva combattuto nel Donbas, sia rimasto ucciso mentre alcuni miliziani siriani ingaggiati dai turchi, avrebbero disertato puntando all'Italia, tanto per cambiare!

giovedì 30 gennaio 2020

Speciale Guerra in Libia
 
LA TURCHIA INVIA NAVI E ARMAMENTI A TRIPOLI
 
 
La situazione si aggrava in Libia. Erdogan ha inviato unità navali per scortare le unità mercantili cariche di armamenti pesanti per il GNA e per i soldati turchi in Libia. A Tripoli si è ancorata una fregata turca mentre la nave Bana, che ha attraccato a Tripoli, a bordo ha mezzi blindati cingolati ACV-15 (Versione turca elaborata dell'M-113 A1) e sopratutto semoventi da 155 mm FESTINA.
Qualcuno ha fotografato il carico e messo in rete le immagini. Sicuramente questo gesto avrà pesanti ripercussioni nello scenario libico, provocando reazioni.
 

LIBIA: SCONTRO TRA MACRON ED ERDOGAN

Il presidente francese Macron e quello turco Erdogan si sono scambiati una serie di accuse reciproche sulla situazione in Libia. U due presidenti, che supportano più o meno direttamente le due diversre parti del conflitto, accusano l'altro di essere la causa della continuazione del conflitto nel paese nord africano. 
Macron ha infatti accusato Erdogan che le sue azioni in Libia, con un sempre maggiore invio di truppe a difesa di Tripoli, sta destabilizzando ulteriormente il paese, mentre Erdogan rilancia l'accusa affermando che la Francia sta supportando un governo, quello di Haftar, illegittimo. 
La tregua firmata pochi giorni fa sempra sempre più fragile non solo sul campo, ma anche dal punto di vista diplomatico.
 
PROTESTE PALESTINESI DOPO PIANO DI PACE PROPOSTO DA TRUMP

Il cosiddetto "Accordo del Secolo" proposto dal presidente americano Trump e supportato da Israele, ha causato una serie di reazioni negative in Medio Oriente, e non solo. In tutti i territori palestinesi si sono levate le proteste, da Ramallah a tutta la West Bank, con i casi più gravi registrati nella striscia di Gaza, da cui sono partiti anche una serie di attacchi al territorio israeliano. I paesi arabi, Turchia in testa hanno espresso un aperto dissenso nei confronti del piano, ad eccezione di Arabia Saudita ed Emirati Arabi che, con una posizione attendista, hanno dichiarato che analizzeranno il piano. 
La Russia si è subito intromessa consigliando ai palestinesi di diffidare dalle intenzioni americane. Ma soprattutto va registrata la freddezza degli alleati statunitensi in Europa ad eccezione della Gran Bretagna.  

martedì 28 gennaio 2020

LA SITUAZIONE NELLO YEMEN 


Si è parlato meno della guerra nello Yemen ma i combattimenti proseguono mentre si tratta ancora su più piani.
Vi sono stati scontri a oriente di Saana, la capitale, e sul fronte nord mentre non vi sono state novità di rilievo intorno alla città portuale di Hoddeida. I velivoli della coalizione hanno colpito alcuni bersagli, la scorsa notte anche nei pressi della capitale. Gli houthi sembrano aver terminato la loro scorta di missili balistici di costruzione iraniana, dopo che ne hanno lanciato molti contro le città saudite, in gran parte intercettati dai missili PATRIOT.
Il blocco navale contro le importazioni di armi per la componente houthi, sembra essere stata bloccata o fortemente rallentata da tutta una serie di misure.

GLI USA BLOCCANO LE FORNITURE ALL'IRAQ
 
 
Gli Stati Uniti hanno bloccato la fornitura di armamenti all'Iraq, incluso i velivoli F-166, fino a quando i loro rapporti con il governo iracheno non saranno chiariti. Si tratta di una decisione importante e di una forma di pressione non indifferente mentre continuano le proteste contro il governo, costate fino ad oggi 600 vittime ad iniziare dallo scorso ottobre.

Speciale Guerra in Libia
FREGATA TURCA A LARGO DI TRIPOLI
Una fregata turca classe "Perry", ricevuta dagli Stati Uniti, è in vista di Tripoli, non sappiamo con quale compito ma forse per scortare unità mercantili con armi turche dirette a Tripoli o Misurata.

6 SOLDATI CIADIANI UCCISI 


Sei militari ciadiani sono stati uccisi e altro 10 sono rimasti feriti dopo che il mezzo su cui viaggiavano è caduto in una imboscata da parte di un gruppo di armati, quasi sicuramente miliziani integralisti. L'imboscata è avvenuta nei pressi del lago Ciad, a Mandradi per l'esattezza, dove operano da tempo i gruppi radicali musulmani, attivi anche in Nigeria.

SIGNIFICATIVA AVANZATA IN SIRIA
Le forze governative siriane e i suoi alleati, proseguono la massiccia offensiva a sud-est di Idlib e hanno guadagnato terreno in modo significativo. In particolare hanno raggiunto da oriente la statale M5 che ha direzione nord-sud. Hanno conquistato una serie di villaggi e le forze ribelli sembrano in grave difficoltà, dovendo affrontare in terreni pianeggianti forze molto più forti. Sembra che anche la Turchia abbia rallentato l'appoggio ai ribelli. 
Il numero dei profughi sta crescendo rapidamente ma sembra che la Turchia non voglia concedere l'entrata nel paese. 

AGGIORNAMENTO DELLE 23.30

Anche se i miliziani delle formazioni ribelli hanno lanciato dei contrattacchi, le forze dei governativi hanno mantenuto gran parte delle zone di cui hanno assunto il controllo nelle ultime 48 ore, subendo qualche perdita.
Sta per rimanere isolata un'altro avamposto dell'Esercito turco.
A sud-ovest di Aleppo, le truppe di Damasco sono balzate all'attacco e hanno conquistato alcuni villaggi, nell'area delle Colline Afghane e della fattoria di Khan Toman. Anche qui fondamentale è l'appoggio dall'alto anche da parte dei velivoli russi.

ANCORA MORTI NEL DONBAS
 
 
Due militai ucraini sono rimasti uccisi e altri due sono stati feriti nel Donbas. Evidentemente il cessate il fuoco ancora non ha effetto e proseguono scontri su una linea di contatto, ed è bene ricordarlo, che si sviluppa per oltre 400 chilometri.
Intanto il presidente ucraino Zelensky ha incontrato il collega polacco Duda. Fra i due paesi sta crescendo la collaborazione militare in quanto entrambi sono preoccupati dalla politica di Putin.

lunedì 27 gennaio 2020

UCCISO IN IRAN UN CAPO DEI BASIJ


Un comandante della milizia Basij, le milizie popolari del regime iraniano, Abdul Hussein Mujaddami, è stato ucciso nella cittadina di Darkhovin, 70 chilometri a sud di Ahwaz, nei pressi del confine con l'Iraq. Potrebbe essere rimasto vittima di un regolamento dei conti ma anche di un attacco dei guerriglieri kurdi o di qualche altro gruppo armato.
PRECIPITA UN VELIVOLO STATUNITENSE 
IN AFGHANISTAN  


Un bireattore Bombardier E-11A, appartenete al 430th Expeditionary Electronic Combat Squadron, è precipitato nella provincia di Ghazni, circa 150 km a sud di Kabul. Il velivolo era utilizzato per fungere da nodo radio per le comunicazioni. Probabilmente è precipitato per un guasto tecnico o per il maltempo che imperversava. I piloti hanno effettuato un atterraggio di emergenza in zona ostile. Sembra che vi siano state due vittime. 
Il velivolo oltre che in ruolo di nodo delle comunicazioni può disturbare anche le comunicazioni avversarie. Ricordiamo che i collegamenti radio nelle aree montuose dell'Afghanistan presenta dei problemi anche se spesso si utilizzano collegamenti satellitari.

domenica 26 gennaio 2020

Speciale Guerra in Libia 

 SI COMBATTE A SUD DI MISURATA 

Nella giornata odierna si è combattuto intorno ad Abu-Qarain, circa 80 km a sud di Misurata, un importante nodo stradale. La cittadina è almeno in parte ancora controllata dal GNA ma i nazionalisti sono avanzati anche verso occidente e in pratica hanno accorciato di molto la strada per raggiungere da Sirte l'area di Tripoli. Un primo assalto al centro abitato è stato respinto con perdite. Si tratta dei combattimenti più violenti da quanto è stata dichiarata la tregua che dovrebbe essere in vigore. Razzi sono giunti anche sull'aeroporto di Mitiga, dove ormai volano solo pochissime compagnie aeree.
Le milizie di Misurata stanno facendo uno sforzo per bloccare l'avanzata avversaria ma per far questo devono sguarnire la zona di Tripoli, dove i nazionalisti sono sempre a pochi chilometri dal centro della capitale e dal suo porto.

sabato 25 gennaio 2020

SCONTRI A BAGHDAD 


Ci sono stati altri scontri ieri a Baghdad. Le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco con le armi e per ora si contano tre vittime. In questo caso sono gruppi sciiti a protestare contro il governo. 
Le proteste sono proseguite nella notte anche in altre città del sud del paese. Si registrano delle vittime per l'intervento delle forze di sicurezza.

SIRIA: SPINTA DEI GOVERNATIVI 


All'alba le forze dell'opposizione si sono ritirate dal villaggio di Al-Ghadfa, dopo 7 ore di combattimenti notturni. L'avanzata delle forze governative e dei loro alleati prosegue, eppur con una certa lentezza e non si vede come la situazione possa mutare sul campo. Le forze di Assad stanno riducendo progressivamente la zona sotto controllo dei ribelli appoggiati dalla Turchia, la quale sta protestando e non ritira i suoi avamposti che restano in zone sotto controllo nemico ma che vengono regolarmente rifornite, una delle tante situazioni anomale che troviamo in Medio Oriente.  
Vi è tensione fra le truppe statunitensi e quelle russe nella Siria nord-orientale e anche le rispettive aeronautiche si confrontano.

venerdì 24 gennaio 2020

34 MILITARI USA CON PROBLEMI 
DOPO I LANCI DI MISSILI IRANIANI 



Solo ora si è saputo che durante l'attacco missilistico iraniano ad una base statunitense, 34 militari hanno riportato dei problemi dovuti all'onda di sovra pressione, causata dalle armi. Alcuni sono ritornati subito in servizio altri sono stati sottoposti a varie cure a livello polmonare.
Contrariamente a quanto detto da alcuni, siamo andati molto vicini a perdite di vite umane che avrebbero sicuramente condotto a gravi conseguenze. Non si è trattato di un "avvertimento" ma si volevano fare delle vittime. Questo elemento peserà sicuramente sulle future decisioni nei rapporti fra i due paesi. L'Iran aveva dichiarato che l'attacco aveva causato 80 morti fra i militari statunitensi.
Quanto accaduto in Iraq fa crescere la necessità di avere adeguate protezioni per le basi maggiori possibile obiettivo di lanci di missili balistici.

IN KASHMIR SI COMBATTE TUTTI I GIORNI  



Forse è il conflitto più lungo e meno conosciuto quello che si combatte dal 1948 in Kashmir, il territorio conteso fra India e Pakistan. Se si analizzano le informazioni che provengono da quelle terre contese, non vi è giorno che non si registrino attacchi di guerriglieri o scontri di tipo più convenzionale, magari con il ricorso all'artiglieria, quando non sono le rispettive aeronautiche ad affrontarsi. 
Ricordiamo come vi siano osservatori ONU, alcuni dei quali italiani.

ULTERIORI BOMBARDAMENTI IN SIRIA


Altra giornata di forti bombardamenti in Siria, partendo dall'area a occidente di Aleppo e finendo all'estremità meridionale dell'area ancora occupata dai ribelli siriani, un gruppo molto variegato di formazioni, dove non mancano anche gruppi radicali (anche se non riconducibili a Daesh se non per una certa misura, dato che Al-Baghdadi è stato colpito proprio da quelle parti).
Speciale Guerra in Libia 

LIBIA:SCONTRI ALL'AEROPORTO DI TRIPOLI

Nella giornata odierna si sono registrati una serie di scontri tra LNA e GNA sulla strada che porta all'aeroporto di Tripoli.
Da entrambe le parti in lotta si sono immediatamente levate una serie di accuse reciproche su chi sia stato il primo ad iniziare l'offensiva, scambio di accuse che si è allargato anche agli sponsor internazionali delle rispettive parti. Le forze nazionaliste potrebbero avanzare ancora più vicino al mare e al centro storico della città.
Sebbene sia difficile definire con chiarezza chi sia stato a colpire, una cosa è certa: il fragile cessate il fuoco firmato meno di una settimana fa è già a rischio. L'inizio di una nuova serie di scontri su larga scala sembrerebbe inevitabile, a sottolineare ulteriormente la necessità di un intervento internazionale che eviti che la guerra, protrattasi ormai da troppi anni, continui.
Intanto un miliziano appartenente ad un gruppo radicale, accusato dell'attacco al consolato statunitense di Bengasi, nel 2012 (in cui rimasero uccisi quattro cittadini statunitensi), è stato condannato a 19 anni di carcere. Questo fa capire che i nazionalisti non intendono fornire protezione ai gruppi islamisti radicali che invece trovano alleati nel "Governo di Accordo Nazionale" (GNA è la sigla statunitense)
 

giovedì 23 gennaio 2020

AFGHANISTAN: AGGIORNAMENTO
 
 
In queste settimane si è ridotta la conflittualità nel paese dell'Asia centrale, pur tenendo presente che le azioni dei talebani si sono sempre ridotte in inverno. Restano attive le cellule terroristiche che operano nelle città, conducendo attentati e singole eliminazioni, in particolari di civili.
Intanto sono giunti i risultati di una inchiesta dopo che, a suo tempo, 15 civili sono rimasti uccisi in un attacco aereo. E' chiaro che è sempre molto difficile individuare guerriglieri che fanno di tutto per confondersi con la popolazione, nonostante le attente procedure seguite.

mercoledì 22 gennaio 2020

BLOCCATI I VOLI A TRIPOLI 


Le forze nazionaliste hanno dichiarato una "No fly zone" nell'area di Tripoli, bloccando anche i voli civili  verso lo scalo di Mitiga. Alle forze del GNA rimane solo lo scalo di Misurata aperto ai voli civili ma in passato è già stato attaccato molte volte. 
Lo scalo di Tripoli Mitiga è sotto il tiro anche dell'artiglieria nazionalista e vede la presenza di una parte militare, così come quello di Misurata, accanto al quale, nella ex Accademia Aeronautica, si trova l'Ospedale da Campo militare italiano. 

ULTERIORI SVILUPPI

In serata l'aeroporto di Mitiga a tripoli è stato colpito da 6 razzi da 122 mm GRAD e i nazionalisti rivendicano l'abbattimento di un volo turco che ha violato la zona preclusa al volo introno a Tripoli.
Siamo inattesa di ulteriori conferme. 
Nel pomeriggio i nazionalisti avevano abbattuto un drone armato con le insegne del GNA nella parte meridionale di Tripoli.

IL PRESIDENTE ZELENSKY POTREBBE 
INCONTRARE PUTIN
Il presidente ucraino Zelensky potrebbe incontrare il presidente Putin durante una loro futura visita in Israele, già in programma. Siamo in attesa di conferma su questo importante annuncio che permetterebbe un passo in avanti per la soluzione diplomatica del conflitto.

martedì 21 gennaio 2020

SIRIA: BOMBARDAMENTI AD OCCIDENTE DI ALEPPO


Sono proseguiti i bombardamenti a occidente di Aleppo, condotti con velivoli, elicotteri e dall'artiglieria dopo anni di tregua relativa. Le forze governative e i loro alleati potrebbero preparare un'offensiva per allontanare i ribelli dalla periferia occidentale della grande città, al centro di più battaglie durante tutta la guerra civile, scoppiata nel 2011. 
Le forze turche continuano a bombardare in modo non continuo le posizioni tenute dalle Forze Democratiche Siriane (FDS, in pratica qui milizie kurde) a nord di Aleppo.
Vi è poi la situazione "a rischio" in altri territori ancora sotto controllo delle FDS, dove però si muovono anche unità regolari di Damasco e pattuglie russe, in zone dove si muovono anche reparti statunitensi, dove vi sono stati già alcuni confronti.
Speciale Guerra in Libia
LIBIA: TREGUA A RISCHIO
 Si registrano varie violazioni della tregua in Libia. Le forze nazionaliste, come strumento di pressione, stanno bloccando l'afflusso dai pozzi dell'interno verso la costa, di vari oleodotti, mettendo in crisi l'economia dell'avversario.
Senza i fondi derivati dall'estrazione petrolifera, il GNA rischia il collasso in poco tempo, ulteriore strumento di pressione verso una fazione che fino ad oggi è stata ostile alla trattativa, avendo al suo interno anche gruppi integralisti, come quelli legati alla Fratellanza Musulmana.

UN CADUTO NEL DONBAS 
L'ufficio stampa ucraino ha comunicato che nelle 24 ore precedenti vi sono stati 10 scontri a fuoco e si è registrata l'uccisione di un militare ucraino. Ancora non si sono arrestati i combattimenti anche se si sono diradati.
Ricordiamo che  nel Donbas opera il personale dell'OCSE incaricato di monitorare la situazione.

ANCORA DISORDINI IN IRAQ 


Proseguono le forti preteste in Iraq, in particolare nella sua parte centro-meridionale. Anche nella capitale vi è stata una manifestazione con scontri con le forze di sicurezza. A Bassora sono stati esplosi anche colpi di arma da fuoco da parte delle forze di sicurezza. Si registra anche una vittima e la situazione rimane di grande tensione.




lunedì 20 gennaio 2020

COLPITA UNA NAVE A LARGO DELLA LIBIA 


Un MiG.23 appartenente all'Aeronautica nazionalista libica ha colpito con un missile X23 una unità mercantile a largo della costa libica. Sembra che l'unità fosse diretta a Misurata con un carico di armi proveniente dalla Turchia. Un filmato mostra l'unità ferma e in fiamme. Non si hanno notizie di vittime.
A questo punto  il blocco aeronavale nazionalista diviene operativa. Il GNA non ha unità per scortare le navi né velivoli da combattimento operativi.
Rimane da vedere se la scorta non sarà effettuata da unità turche, cosa che metterebbe Ankara in una posizione delicata.
Non si sa come le forze di Haftar abbiano individuato l'unità, probabilmente seguita da altri e poi segnalata al momento opportuno.
Se confermato l'accaduto mostrerebbe come Ankara volesse inviare rifornimenti prima di un eventuale blocco internazionale.

TRE RAZZI A BAGHDAD 


Tre razzi sono arrivati questa sera nella "Zona Verde" di Baghdad, sembra vicino all'ambasciata statunitense. Non si conoscono i danni arrecati ancora.

OTTO NAZIONI EUROPEE 
PATTUGLIANO LO STRETTO DI HORMUZ


Le marine di otto paesi dell'Unione Europea pattugliano le acque dello stretto di Hormuz, in assoluto le più sorvegliate al mondo. Vi operano unità navali di Italia, Francia, Germania, Danimarca, Olanda, Portogallo. Greca e Belgio. A questi paesi si aggiungono quelli locali (Arabia Saudita, Emirati e Oman) e quelle di Stati Uniti, Australia, Canada e India, a cui presto si aggiungerà il Giappone.
La guida della missione europea, è stata affidata alla Francia mentre l'adesione italiana è di queste ore.
In molti sono preoccupati per quello che potrebbe accadere in quelle acque mentre sono state rafforzate le misure di sicurezza nei porti sul Mare Arabico e nel Mar Rosso, dove giungono due importanti oleodotti che consentono agli idrocarburi di non passare per Hormuz.
ANCORA DISORDINI IN IRAQ 


Si sono ripetuti i disordini in Iraq, in particolare contro la corruzione e l'influenza iraniana. Le forze di sicurezza hanno utilizzato anche le armi da fuoco per tentare di controllare la situazione che rimane comunque di grande tensione anche perché tutte le fazioni sono armate. 
E' stata bloccata anche l'autostrada fra Bassora e la capitale, arteria fondamentale per l'economia del paese.

SIRIA: AGGIORNAMENTO 
Altra giornata d'intensi bombardamenti a occidente di Idlib e a occidente di Aleppo. L'impressione è che le forze di Assad e i loro alleati si apprestino ad una offensiva, per ridurre ulteriormente l'area rimasta sotto controllo dei ribelli.
Da segnalare il crescere del numero dei rifugiati, proprio per l'intensificarsi del conflitto nell'area.
Domenica vi è stato un attacco con droni contro la base aerea di Latakia, dove operano la maggior parte dei velivoli russi. La base è stata attaccata in questo modo numerose volte.
Calma nelle altre zone, un fatto decisamente inusuale dopo 9 anni d guerra.

domenica 19 gennaio 2020

UCCISO COMANDANTE DI DAESH


In una operazione delle Forze Democratiche Siriane (a guida kurda), nei pressi del confine fra Siria e Iraq, è stato ucciso  Abu Alward Al-Iraqi, uno dei responsabili del settore petrolifero dello "Stato Islamico", poi impegnato nella raccolta di fondi e nelle estorsioni.
In Siria, come in Iraq, esistono ancora molte cellule di Daesh che vanno neutralizzate, in quanto costituiscono una continua minaccia e potrebbero tentare, come è già successo, di raggiungere l'Europa.
SCONTRI A BEIRUTH 


Sono in corso scontri fra dimostranti e forze di polizia nelle strade del centro della capitale libanese. Le proteste, per motivi economici e contro la corruzione, vanno avanti da diversi mesi, avendo già provocato vari cambiamenti politici. L'Esercito libanese si è schierato in assetto armato, lanciarazzi individuali inclusi, in vari punti della città.
Il paese vive sempre in un delicato equilibrio e ovviamente risente della guerra in Siria, avendo anche ospitato moltissimi profughi.

LA CONFERENZA SULLA LIBIA A BERLINO 


Si è conclusa la conferenza di Berlino sulla Libia, molto attesa da più parti.
Se si guarda dietro i toni di certi comunicati, i risultati pratici sono stati modesti. In pratica è stata nominata una commissione con 10 rappresentanti delle due fazioni libanesi ma si rimanda ancora il tutto a un futuro incontro in Svizzera.
I capi dei due schieramenti non si sono incontrati e questo la dice lunga sul clima reale, nonostante vi fossero rappresentanti di grandi paesi: Russia, USA, Regno Unito, Francia, Italia e altri. 
Il presidente del Consiglio italiano ha offerto la sua disponibilità per la partecipazione del nostro paese ad una forza di pace nel paese o per degli osservatori.

DISORDINI NELL'IRAQ CENTRO-MERIDIONALE 


Per tutta la giornata vi sono state dimostrazioni anti-iraniane nell'Iraq centro-meridionale. Le vie d'accesso a Nassiryah sono bloccate dai dimostranti, per prevenire l'intervento di milizie esterne. La situazione complessiva è di forti tensioni.
I contestatori chiedono a gran voce le dimissioni del governo e nuove elezioni.

sabato 18 gennaio 2020

RIPRESA DEI COMBATTIMENTI NELLO YEMEN 
Sono ripresi i combattimenti in alcune zone dello Yemen, dopo un periodo di relativa calma. I ribelli houthi hanno utilizzato nuovamente droni armati per colpire le basi avversarie, in particolare una a  60 km a occidente di Saana. Probabilmente le trattative di pace in corso si sono arenate e si tenta di fare pressioni militari.

Speciale Guerra in Libia
LE PROVE DELL'ARRIVO DEI SIRIANI
I miliziani siriani dell'Esercito Siriano, si sono ripresi in volo mentre raggiungevano la Libia, facendo sentire i propri accenti. E' la prova ulteriore della manovra orchestrata e condotta da Ankara, per rinforzare il GNA in Libia.
Questa mossa sta già provocando altre e contrarie attività militari mentre sul terreno la tregua sostanzialmente regge. 
Intanto in Libia le forze nazionaliste hanno bloccato l'afflusso del petrolio nei punti d'imbarco ancora sotto controllo del GNA.

TENSIONE IN SIRIA FRA STATI UNITI E RUSSIA


La situazione in Siria si è ulteriormente complicata negli ultimi mesi e i motivi di frizione crescono. Oggi una pattuglia statunitense si è incrociata con una russa nell'angolo nord-orientale del paese. Potrebbe scaturire qualche incidente fra le due superpotenze anche se i rischi maggiori provengono dall'atteggiamento delle varie milizie locali.
Oggi è stata una giornata d'intensi bombardamenti aerei e di ridotte attività terrestri, in particolare a occidente di Aleppo.

venerdì 17 gennaio 2020

UN AEREO DELLA MISSIONE MONUSCO FUORI PISTA 



Purtroppo ci si dimentica sistematicamente della missione MONUSCO, vale a dire l'intervento dell'ONU nella Repubblica Democratica del Congo, la più grande operazione ONU in corso da molto tempo, senza grossi risultati, tanto che si tende a volerla dimenticare.
Oggi è giunta la notizia che un quadriturbina L-100 (la versione civile del C-130), con registrazione sudafricana, è finito fuori pista, mentre atterrava all'aeroporto di Goma. Non ci sono vittime ma il velivolo ha subito danni consistenti. 
Negli ultimi mesi si sono viste le prime azioni, al confine con il Ruanda, di gruppi di terroristi islamisti, un altro fattore destabilizzante.

SIRIA: BOMBARDAMENTI AD OVEST DI ALEPPO
 
 
Cresce l'intensità dei bombardamenti subito ad ovest di Aleppo. L'impressione è che si stia preparando una offensiva governativa nell'area, dopo oltre tre anni  che il fronte non si era mosso anche per evitare altre sofferenze alla popolazione.
Ricordiamo che fra poche settimane saranno trascorsi nove anni d quando è iniziato il conflitto in Siria, con oltre 400.000 vittime, milioni di sfollati e immense distruzioni.

Speciale Guerra in Libia 

FORZE SPECIALI TURCHE IN LIBIA

Forze speciali turche risultano essere arrivate in Libia e sono impegnate nella scorta dei capi del GNA dato che si prevedono anche conflitti al loro interno.
Questo crescente coinvolgimento turco nel paese, sta già portando a contromosse da parte dei sostenitori dei nazionalisti.
Questi avvenimenti stanno rendendo l'esito della conferenza sulla Libia a Berlino ancora più incerto.
 
 

SCONTRI NEL DONBAS
 
 
Purtroppo sono ripresi gli scontri nel Donbas e nelle ultime 24 ore Kiev ha denunciato 12 episodi, durante i quali è rimasto ucciso uno dei suoi militari, il quarto dall'inizio dell'anno.




11 MILITARI USA FERITI IN IRAQ
 
 
Solo ora si apprende che durante l'attacco con razzi alla base statunitense di Al-Asad, in Iraq, lo scorso 8 gennaio, sono rimasti feriti 11 militari statunitensi, non in modo grave. 
Le nostre fonti indicano che si è trattato comunque di un caso fortuito e gli iraniani puntavano ad infliggere perdite più gravi.

giovedì 16 gennaio 2020

Speciale Guerra in Libia
 
IL FELDMARESCIALLO HAFTAR IN GRECIA
 
 
Nuovo viaggio per il feldmaresciallo Haftar, questa volta in Grecia. Atene è preoccupata per la politica di Erdogan anche per lo sfruttamento economico del Mediterraneo orientale dove la Turchia ha già fatto mosse piuttosto invadenti, di cui ha fatto le spese anche una unità che doveva fare delle prospezioni per conto dell'ENI, in acque a sud di Cipro.
Le forze nazionaliste ora godono anche dell'appoggio della Grecia, in fattore non trascurabile nel quadro complessivo.

REPARTI TURCHI A TRIPOLI 


Reparti turchi sono a Tripoli e oggi hanno installato un sistema di difesa antiaerea all'aeroporto di Mitiga, oggetto di numerosi attacchi e nel raggio anche dell'artiglieria nazionalista. A questi si aggiungono i circa 2.000 siriani fatti affluire tramite la Turchia e stipendiati da Ankara.
In giornata un attacco di droni ha colpito una società che distribuisce carburanti a Tripoli, distruggendo vari veicoli.
Tutti attendono la conferenza di Berlino ma la situazione non è per niente tranquillizzante.
Per rispondere alla presenza turca in Libia, potrebbero arrivare sul fronte nazionalista reparti di quei paesi arabi che non vogliono in ritorno di Ankara nelle sue ex colonie.




IL GUATEMALA ROMPE LE RELAZIONI 
CON IL VENEZUELA 
L'appena eletto presidente del Guatemala ha deciso di rompere le relazioni diplomatiche con il Venezuela di Maduro. Il regime si sta ritrovando sempre più isolato anche in America Latina, dove oramai ha come sostenitori solo il Nicaragua e Cuba (che sfrutta il petrolio venezuelano). Anche se se ne parla di meno, la crisi venezuelana va avanti.

OFFENSIVA GOVERNATIVA IN SIRIA 


E' in pieno svolgimento una offensiva in Siria delle forze di Assad e dei suoi alleati che tentano di strappare ai ribelli un'altra porzione del saliente di Idbil. I ribelli con il favore delle tenebre hanno lanciato un contrattacco, riprendendo il villaggio di Abu-Jurayf.
Vi sono intensi bombardamenti anche alla periferia est di Aleppo, dove corre il fronte.

DONBAS: CALO DEGLI SCONTRI
IL PROBLEMA DELLE MINE
Si nota da qualche giorno un calo dei conflitti a fuoco lungo la linea del fronte fra ucraini e russi nel Donbas. Sta proseguendo il ritiro indietro dei contendenti di alcune zone, per ridurre  le opportunità di scontro, per cui si dovrebbero vedere dei miglioramenti della situazione. Questo anche perché ora Putin non ha interesse a far salire la tensione nell'area, quando tenta di apparire come mediatore in Libia. Rimane comunque il problema della Crimea, che è tutt'altro che risolto.
Intanto si sta profilando un grosso problema. Nel Donbas sono state posate molte mine, in particolare antiuomo, per cui finito lo scontro intere aree resteranno chiuse e bisognose di bonifica. Vista la vastità del territorio, sarà un grosso problema.

Speciale Guerra in Libia
DAESH TENTA DI TORNARE IN LIBIA 
MENTRE E' CONFERMATO L'ARRIVO DEI SIRIANI 
Fonti non alleate, per cui decisamente credibili, indicano come Daesh tenti di tornare in azione in Libia, sfruttando alcune "cellule segrete" e l'afflusso dalle frontiere meridionali del paese.
Inoltre sembra confermato l'arrivo di circa 2.000 miliziani siriani, al soldo del regime turco, trasferiti dai velivoli di Ankara, nel tentativo di sorreggere le milizie del GNA, di cui Sarraj è la "faccia presentabile", dato che fra di loro vi sono molti gruppi radicali, già sconfitti in Cirenaica e rifugiatisi in Tripolitania.

TRE MILITARI TURCHI UCCISI IN SIRIA
Tre militari turchi sono rimasti uccisi, insieme a sette miliziani di una formazione alleata, in un attentato a Suluk, nei territori che Ankara ha occupato recentemente. Si è trattato, così almeno sembra da una prima ricostruzione, di un'auto bomba, lanciata contro veicoli fermi. La responsabilità è probabilmente di qualche formazione kurda per niente favorevole alla presenza turca in Siria.
Appena avremo altre informazioni, le aggiungeremo alla presente nota, dato che l'attentato è avvenuto da pochi minuti.

Speciale Guerra in Libia
LA PRODUZIONE DI PETROLIO LIBICA
Nonostante il conflitto in corso, la produzione di petrolio in Libia attualmente è a 1,174  milioni di barili al giorno. Lo scontro in Libia ha caratteristiche molto particolari, fra cui quella che le installazioni petrolifere raramente vengono attaccate direttamente. La società petrolifera nazionale, che opera da Malta, poi pensa a ripartire gli utili.
Il petrolio libico è di ottima qualità e vicino all'Europa, per cui è sempre stato ambito. Oggi ci sono problemi fra i produttori. L'Iran è sotto sanzioni, l'Iraq è alle prese con una conflittualità che ha causato e causa problemi, il Venezuela ha una grossa crisi organizzativa, per cui il prezzo del petrolio è risalito. Certo è che se Libia, Iraq e Venezuela immettessero sul mercato quantità normali di petrolio, il prezzo sicuramente calerebbe, ipotesi che paesi come la Russia avrebbero nuovi problemi economici. Il prezzo attuale è intorno ai 65 US$ al barile ma in Russia si pensava che rimanesse intorno ai 90, quindi molto più alto, facendo mancare all'economia risorse importanti.

mercoledì 15 gennaio 2020

SI E' PARLATO DI LIBIA 
AL COPASIR E ALLA COMMISSIONE DIFESA
Ieri la questione Libia è giunta al COPASIR e alla Commissione Difesa della Camera, era l'ora visto l'importanza che quelle vicende hanno sull'Italia.
Si hanno scarse informazioni sulla discussione al COPASIR, che ha carattere di riservatezza, ma il primo ministro Conte ha ribadito i soliti concetti, parlando di un eventuale intervento militare italiano che, in ogni caso, è in corso da anni, in quanto l'Italia è l'unico paese straniero che ufficialmente schiera militari sul territorio libico, seppur non con ruoli di combattimento ma sanitari e di supporto alle unità navali libiche, tutte attività però in zone sotto il controllo delle milizie del GNA. Importante anche il dispositivo militare a largo della Libia e quello aeronautico, con anche le forze speciali pronte ad intervenire qualora sorgessero ulteriori problemi.
Da segnalare anche la virata in favore di Haftar degli Stati Uniti, per anni stranamente estranei (se non per la lotta contro Daesh) alle operazioni in Libia, dove invece in tanti sono intervenuti (Russia, Francia, Turchia e via proseguendo).
L'Italia si è attivata in ritardo davanti ai più recenti sviluppi ma chiaramente l'intenzione del Governo è di tenersi il più possibile alla larga da certi problemi, avendone già molti al suo interno.
Certo è contraddittorio che si escluda un intervento militare "se la sicurezza dei nostri ragazzi non sarà garantita", quando abbiamo già personale militare a Tripoli e Misurata. Ma forse non si tratta di "ragazzi" ma di persone più mature, a cui comunque mandiamo un grosso "in bocca al lupo", dato che sono in posizione delicata senza che in Italia se ne parli.

ATTACCO A BASE USA IN IRAQ 
La scorsa notte otto razzi sono stati lanciati contro la base statunitense di Taju, 85 chilometri a nord della capitale irachena. Almeno una parte dei razzi non ha raggiunto il plesso e al momento non si hanno notizie di perdite.
Le basi statunitensi in Iraq sono prive di sistemi di protezione ravvicinata attivi, per la distruzione di razzi e altri proiettili che pure sono disponibili sul mercato. 

ATTACCO IN NIGERIA 


Sei militari sono rimasti uccisi e altri feriti in un attacco di miliziani integralisti, nella zona di Kaduna, a sud-ovest di Kano, in Nigeria. L'azione di questi gruppi si sta spostando anche in aree lontane dal confine nord-orientale, dove abitualmente operano.

RICOGNITORI RUSSI FINO A TAIWAN


Le acque intorno a Formosa (Repubblica di Cina) non solo vedono sempre più spesso la presenza di velivoli comunisti ma ora si affacciano anche i ricognitori Tupolev Tu.95 (BEAR in codice della NATO), che frequentano le acque cinesi, e sud coreane, magari spingendosi fin verso Formosa. Per molti anni non accadeva niente di questo. 
Certo il Tu.95 non è un aereo recente, essendo stato realizzato negli Anni '50, sfruttando anche ingegneri tedeschi catturati, che elaborarono progetti del periodo bellico.
COMANDANTE DEL PKK UCCISO IN IRAQ 

Zardasht Shingali, un comandante del PKK, è stato ucciso da una incursione aerea turca mentre era in Iraq ma nei pressi del confine siriano, da un raid di F-16 turchi. L'area dove è stato ucciso è formalmente sotto il controllo governativo ma forse si stava muovendo dalla Siria in zone molto poco abitate per raggiungere altre aree. In giornata vi era già stato un altro attacco aereo turco in Iraq. Sarebbe interessante sapere cosa ne pensa il governo iracheno di tutte queste attività.


SIRIA: ANCORA OFFENSIVA


Con il ritorno delle condizioni meteo favorevoli sono ripresi i bombardamenti aerei russi e delle forze di Assad, in appoggio all'offensiva terrestre, sempre nella parte sud-orientale della sacca di Idlib. Le truppe di Damasco hanno ripreso quattro piccoli villaggi.
Si registrano bombardamenti anche subito a occidente di Aleppo, dove il fronte corre da anni nella sua periferia Ovest.


DUE MISSILI PER ABBATTERE IL VOLO UCRAINO 


Un filmato reso pubblico, mostra come il volo di linea ucraino abbattuto subito dopo il decollo da Teheran, sia stato raggiunto da ben due missili, sparati a 26 secondi l'uno dall'altro. Probabilmente il primo missile aveva causato gravi danni, mettendo fuori uso l'impianto radio. Ma anche con un solo motore, l'aereo avrebbe potuto tornare all'aeroporto.
L'Iran ha annunciato l'arresto di alcuni responsabili dell'accaduto e un apposito tribunale, dando poi la colpa dell'accaduto alla tensione susseguente l'eliminazione del generale Soleimani in Iraq. Proseguono intanto le forti proteste dell'opposizione interna, nonostante la dura repressione.

Speciale Guerra in Libia 

VISITA LAMPO DI HAFTAR NEGLI EMIRATI  

Mentre la situazione sui vari fronti del conflitto in Libia è relativamente tranquilla, si segnala una visita lampo del feldmaresciallo Haftar negli Emirati Arabi Uniti. Alcuni danno l'uomo come malato di cuore ma a giudicare dal ritmo dei viaggi che sostiene, Haftar, che ha 74 anni, non sembra accusare grossi problemi. 
Sicuramente negli EAU Haftar ha parlato del conflitto e delle possibilità di una tregua. L'uomo è già rientrato a Bengasi con il Falcon 900 che utilizza generalmente.
Si spera nella prossima Conferenza di Berlino, dove si tenterà di trovare una soluzione a un conflitto che si protrae praticamente da nove anni, nato anche per il blocco dell'operazione militare che era già stata prevista, da parte dei politici che non volevano correre rischi, tanto per cambiare. Abbiamo visto come è andata a finire.
Intanto Di Maio annuncia che non invieremo militari in Libia, aggiungendo "peace and love", slogan che non ha portato fortuna alla Trenta. Peccato che i nostri militari siano già in Libia ma forse la cosa è sfuggita al nostro ministro degli Esteri. 

COLPITA L'AMBASCIATA RUSSA A BEIRUT 


Nelle prime ore della notte l'ambasciata russa in Libano è stata colpita per errore dalle forze di sicurezza locali. Si sta ancora tentando di capire che cosa sia realmente accaduto.

L'incidente è avvenuto durante scontri per le strade della capitale. I manifestanti protestano per la situazione economica del paese.




martedì 14 gennaio 2020

Speciale Guerra in Libia 

SULLE PRESENZE STRANIERE IN LIBIA
Uno dei motivi di preoccupazione del conflitto in Siria, è il coinvolgimento di personale straniero, non solo in ruoli tecnici e di addestramento ma anche per le operazioni dirette. La Turchia è arrivata addirittura ad organizzare l'arrivo di miliziani siriani ai suoi ordini, già impegnati contro le forze di Assad.
Con il numero delle forze presenti in Libia (relativamente ridotto rispetto alla vastità del territorio), basta poco per modificare la situazione sul campo anche considerando la qualità delle truppe impegnate. Per esempio i ciadiani in genere sono buoni combattenti, specialmente in condizioni desertiche.
E' risaputo che con i nazionalisti vi sono consiglieri e istruttori di vari paesi, che gestiscono alcuni apparati più sofisticati, come i droni più grandi, i velivoli e l'antiaerea. Con loro anche i contractors della russa Wagner, pedina di varie operazioni russe.
Sull'altro fronte troviamo soprattutto turchi e ora i loro alleati delle milizie siriane. Altre componenti, come personale del Ciad e dal Sudan gioca su più piani e ricordiamo quando Gheddafi arruolava nel 2011 volontari africani pagandoli bene (i nostri TORNADO distrussero, con missili STORM SHADOW, un camper dove venivano pagati). In Libia vi sono centinaia di migliaia di emigrati africani ma i libici non si fidano di dare a loro delle armi, visto anche i rapporti esistenti.
Il crescente impegno turco sta provocando anche una reazione ostile, dato il duro passato coloniale.  Questa politica sta provocando anche una reazione decisa da parte di Egitto, Arabia Saudita, Giordania, Emirati Arabi e via proseguendo, che di ritorni all'impero ottomano non vogliono sentir parlare. E visto come si muove il regime di Erdogan, ora vi è una reazione anche cipriota e greca, coinvolti, insieme ad Egitto e Israele, anche in questioni circa le acque del Mediterraneo orientale, dove Erdogan ha dimostrato di avanzare pretese molto ampie, puntando allo sfruttamento dei suoi fondali, dove stanno venendo alla luce grossi giacimenti di idrocarburi.

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RAIDS

In questo numero:
- 4a Dispensa Fucili di Precisione 
- Le forze speciali bulgare
- La situazione in Libia
- Milipol 2019 - Seconda parte  

e molti altri servizi oltre alle rubriche 

Speciale Guerra in Libia 

AGGIORNAMENTO SITUAZIONE 

Il feldmaresciallo Haftar è tornato a Bengasi accolto con manifestazioni di supporto alla sua scelta di non firmare un armistizio a Mosca. La Turchia ha ripetuto le sue minacce e Erdogan ha annunciato pubblicamente che se il GNA non è stato sconfitto lo si deve solo all'intervento della Turchia, plateale ammissione di responsabilità nelle vicende libiche.
Anche a Sirte sono stati catturati dai nazionalisti veicoli di recente produzione turca e sono numerosi gli UAV turchi abbattuti, giusto per fare qualche esempio, con filmati di navi turche che sbarcano mezzi militari a Tripoli.
In ogni caso le truppe nazionaliste sono a 4 chilometri dal mare sul lato orientale della città ma mancano 5 chilometri al mare anche ad oriente della capitale.
Oggi Conte era dal presidente egiziano Al-Sisi, figura di spicco del Medio Oriente, e ha affermato che "non manderemo un ragazzo in Libia se non sarà sicuro". Ricordiamo all'ineffabile presidente del Consiglio che in Libia i nostri "ragazzi" sono  da anni anche se non possono essere visitati e sono quasi dimenticati, nonostante che di rischi ne corrano, essendo in installazioni militari del GNA.




L'INDONESIA PRESIDIA LE  
ISOLE NATUNA 


L'Indonesia ha inviato unità navali di superficie, sottomarini e fucilieri di marina a presidiare le isole Natuna, site tra la penisola malese e il Borneo. La misura si è resa necessaria perché la Guardia Costiera cinese aveva iniziato a farsi vedere da quelle parti. I cinesi di Pechino hanno una pessima fama da queste parti, in quanto stanno portando avanti da decenni una politica volta ad occupare arcipelaghi disabitati nel Mar Cinese meridionale, rivendicando isole fin quasi a Singapore! A farne le spese sono state soprattutto le Filippine, che hanno poche risorse per opporsi all'espansionismo di Pechino.

Speciale Guerra in Libia

I NAZIONALISTI SPINGONO A TRIPOLI



Le truppe nazionaliste stanno ancora effettuando delle operazioni nei quartieri meridionali di Tripoli. Praticamente sono giunti alla terza circonvallazione nel quartiere di Hadaba. Non possono utilizzare più di tanto le armi pesanti perché vi è il problema della popolazione che vive in queste aree e non si vogliono danneggiare infrastrutture importanti.
L'impressione è che parte delle milizie di Misurata si siano riposizionate in difesa della propria città indebolendo il fronte della capitale, nel cielo di cui sono stati avvistati velivoli nazionalisti. 
Potrebbero esservi anche sviluppi sul lato occidentale del grande saliente che si spinge fin dentro Tripoli, magari con azioni verso Homs, sulla costa, a metà strada fra Tripoli e Misurata. Molto dipende da eventuali intese con le tribù e le milizie locali.
Il generale Haftar ha chiesto 48 ore per decidere circa la firma del cessate il fuoco proposto a Mosca. Il generale oggi si trova ad Amman.
Erdogan ha annunciato dure rappresaglie se Haftar non accetterà il cessate il fuoco.

LE BASI TURCHE NELL'IRAQ SETTENTRIONALE 


Non se ne parla quasi per niente ma la Turchia ha realizzato ben 14 basi  nell'Iraq settentrionale. La maggior parte sono poco dentro la frontiera, evidentemente per ostacolare l'attività del PPK, ma una è addirittura 30 km a nord-est di Mosul, nella base aerea di Bashiqa.
Erdogan è sempre molto attivo sia in Iraq che in Siria. Addirittura in Siria un paio di basi sono addirittura nei territori controllati dalle forze di Assad e vengono, ovviamente, regolarmente rifornite.

SIRIA: AGGIORNAMENTO SITUAZIONE


Dopo un lungo e intenso periodo di maltempo, le migliorate condizioni meteo hanno consentito la ripresa dei bombardamenti aerei, in particolare da parte dei velivoli dell'Aeronautica russa, in particolare lungo il fronte.
A Mosca si riuniscono politici e componenti dell'intelligence di Russia e Siria in vista di una soluzione di forza della situazione, che porti alla riconquista di tutto il territorio dell'area di Idlib.
Si segnala un'azione di guerriglieri nei pressi del confine con la Giordania, dove la situazione era tranquilla dall'estate del 2018, quando le forze di Damasco e i loro alleati avevano ripreso il controllo di tutta l'area, annientando anche le resistenze in alcuni quartieri di Damasco.
Relativamente calma la situazione nella Siria nord-orientale.

lunedì 13 gennaio 2020

Speciale Guerra in Libia 

AGGIORNAMENTO SITUAZIONE:
FALLITO L'ACCORDO A MOSCA

Nella notte si sono accesi dei combattimenti nella periferia meridionale di Tripoli, con l'impiego di armi leggere.
Nella notte il Falcon 900 del generale Haftar è ripartito da Mosca, senza che vi fossero ulteriori annunci circa la firma di una intesa per il cessate il fuoco. Il velivolo si è diretto verso l'Europa. 
Evidentemente il tentativo di accordo che si ricercava a Mosca, è fallito. Si parla di un'idea di spartizione fra Cirenaica e Tripolitania. Il fatto è che i nazionalisti controllano a questo punto gran parte anche della Tripolitania, incluso tratti costieri, anche fra Tripoli e la Tunisia, combattendo dentro Tripoli dall'inizo dell'aprile 2019. Sono quindi molto vicini ad una vittoria definitiva, per cui non hanno intenzione di ritirarsi proprio ora.

Speciale Guerra in Libia

L'ITALIA DISPOSTA AD INVIARE 
PIU' MILITARI IN LIBIA 

Nel quadro dell'accordo per il cessate il fuoco in Libia, l'Italia sembra intenzionata ad inviare eventualmente un numero maggiore di militari in Libia, per il controllo degli accordi, di cui però non si conosce ancora la tenuta.
Si tratta di un passo non privo di rischi perché il territorio è immenso e spesso si ha a che fare con milizie molto poco regolari, per cui potrebbero lanciare delle provocazioni.

ALTRI 220 MILITARI FRANCESI NEL SAHEL 


La Francia ha deciso d'inviare di rinforzo altri 220 militari nell'area del Sahel dove schiera già 4.500 militari nella campagna contro i terroristi integralisti.
La minaccia è sempre alta e servono più militari per l'impiego su un territorio che è immenso e include vari paesi.
Parigi punta anche alla costituzione di un comando comune con le realtà militari dei paesi della zona, in quanto spesso i gruppi integralisti operano a cavallo delle frontiere.

P-3 ORION GIAPPONESI IN MEDIO ORIENTE 


Altro importante passo per la Difesa giapponese. Due velivoli da pattugliamento navale P-3 C ORION dell'Aeronautica giapponese sono stati inviati in Medio oriente in coincidenza con la crescita della tensione nell'area e la minaccia ai rifornimenti di petrolio del Giappone.
E' la prima volta che accade e dimostra il crescente impegno di Tokyo nel settore, una cosa impossibile fino a pochi anni or sono.
Il 2 febbraio partirà anche il cacciatorpediniere TAKANAMI, altro passo per proteggere i commerci in un'area molto importante per il Giappone, di nuovo attivo nella politica militare anche all'estero. 
Il Giappone importa il 90 del petrolio proprio dal Medio Oriente e mesi or sono è stata attaccata da incursori navali una sua petroliera mentre attraversava Hormuz.

domenica 12 gennaio 2020

Speciale Guerra in Libia

OGGI SI FIRMA UN ACCORDO A MOSCA

Per oggi è prevista la firma a Mosca di un accordo di pace fra le forze nazionaliste e quelle del GNA. Dovrebbero essere presenti sia il generale Haftar che Serraj, i capi dei due schieramenti.
Staremo a vedere che cosa accadrà anche se, per la natura del conflitto e la situazione molto complessa sul campo, potrebbero esserci dei problemi in tema di attuazione.

Speciale Guerra in Libia
AGGIORNAMENTO SITUAZIONE
Le parti in lotta hanno denunciato violazioni della tregua, in particolare nell'area di Tripoli.
Le truppe nazionaliste che sono avanzate lungo la costa, risultano a 60 chilometri  sud di Misurata e potrebbero aprire una strada via Bani Walid, per rifornire il fronte a Tripoli, molto più corta che non le precedenti.
Oggi una unità mercantile italiana carica di mezzi civili, è stata bloccata prima che entrasse a Misurata dalle unità nazionaliste. Non è stata  sequestrata ma ora si trova a Bengasi dove dovrebbe scaricare il carico per poi proseguire per un altro porto.

ANCORA UN ATTACCO IRANIANO SU BASE IN IRAQ
Un nuovo attacco missilistico è stato lanciato sulla base aerea di Al-Balad, a nord di Baghdad. Nell'attacco, presumibilmente partito dall'Iran, sono rimasti uccisi quattro membri dell'Aeronautica Militare iraqena. 
Nel frattempo le autorità iraniane devono affrontare le manifestazioni interne, iniziate dopo l'ammissione dell'abbattimento del Boeing 737 abbattuto lo scorso 8 gennaio.
Le proteste, principalmente guidate da giovani studenti, chiedono la fine del regime degli Ayatollah, con la cacciata di Kamenei e il dissolvimento del Corpo delle Guardie della Rivoluzione.

PRIMO IMPIEGO OPERATIVO  
PER L'AGM-114 R9X?
Un cittadino pachistano, sospettato di collaborare con i talebani, è stato ucciso da un missile. Il tetto della macchina è sfondato ma non ci sono segni di esplosioni. Probabilmente si tratta del primo impiego operativo del missile AGM-114 HELLFIRE nella versione R9X, privo di carica esplosiva ma con un sistema di lame che si dispiegano prima dell'impatto, un'arma quindi cinetica. In questo modo è possibile colpire bersagli, in particolare auto, anche all'interno di centri abitati, riducendo i rischi per la popolazione.

ALTRE PROTESTE IN IRAN
Sono n corso altre proteste in Iran, in particolare in ambito universitario ma non solo. Il paese è rimasto colpito dall'ammissione di responsabilità nell'abbattimento del volo di linea ucraino appena decollato dall'aeroporto di Teheran. La verità è stata ammessa dopo una settimana dai fatti, quando in precedenza si era negato assolutamente. In tanti avevano visto e in tanti sapevano e oramai le prove circa quanto accaduto erano schiaccianti. Certo che anche in occidente si aveva un certo timore nel chiarire quanto era accaduto, una tragedia che mostra anche alcuni limiti operativi dell'apparato militare iraniano, in particolare dei pasdaran. 
Si può ipotizzare che quanto accaduto avrà ripercussioni all'interno del Corpo dei Guardiani della Rivoluzione a cui apparteneva il sistema missilistico antiaereo TOR che ha lanciato il missile.

sabato 11 gennaio 2020

Speciale Guerra in Libia
LIBIA: TREGUA A RISCHIO
Come era facile prevedere, la tregua in Libia ha seri problemi per essere applicata. Entrambi i contendenti  segnalano violazioni del cessate il fuoco, Si tratta di milizie, a volte indisciplinate, con una linea di contatro lunghissima con rari presidi, per cui le conquiste territoriali si prestano a "correzioni".
L'unico fronte più stabile è forse quello all'interno di Tripoli, dove però anche la conqusta di una piccola zona può essere importante. Nelle grandi distese del paese, la situazione è ben diversa, in particolare nell'interno.
Con le recenti avanzate nella Sirtica, le forze nazionaliste possono rifornire il fronte di Tripoli in modo più facile. La logistica, viste le dimensioni del paese, è un problema più serio di quanto si pensi, nonostante che dopo la II Guerra Mondiale molte piste sono diventate strade asfaltate, con nessuna manutenzione dopo lo scoppio del conflitto nel 2011.

INTENSA ATTIVITA' AEREA DA TRASPORTO
DEI VELIVOLI RUSSI 
Abbiamo già segnalato l'intenso traffico di velivoli da trasporto statunitensi verso il Medio oriente. Ma anche la componente aerea da trasporto dell'Aeronautica russa è intensamente impegnata. Oltre i voli per la Siria, si segnalano anche quelli per la Libia occidentale, spesso con scalo intermedio proprio all'aeroporto di Latakia sulla base di Em-Marj, fra Derna e Bengasi.
Sono utilizzati velivoli Il.76 e i grandi Antonov An.14 CONDOR e Tupolev Tu.154 (che in pratica è un velivolo passeggeri), ma si segnalano anche voli di altri paesi, non di rado in ore notturne.

CRESCE IL BILANCIO DI UN 
ATTACCO IN NIGER 


Il bilancio delle vittime alla base di Chinogodar, a nord della capitale del Niger, lo scorso giovedì', è saluto a 89 militari. Inizialmente il Governo aveva parlato solo di 29 morti. Per le piccole forze locali si tratta di un duro colpo. I miliziani integralisti sono in grado di lanciare duri attacchi alle basi governative più piccole, sfruttando la sorpresa.

Breking News

Speciale Guerra in Libia

SCATTA LA TREGUA

Alla fine sia il Governo di Accordo Nazionale che l'Esercito Nazionale Libico, hanno deciso di accettare una tregua con inizio alle 00.00.
Siamo piuttosto scettici circa l'entrata in vigore reale perché la natura dei reparti e le caratteristiche del conflitto, con un fronte lunghissimo presidiato solo a tratti, rende l'applicazione pratica difficile.
Le milizie del GNA avevano poche alternative dopo i rovesci subiti sul campo. Più difficile l'accettazione da parte dei nazionalisti che stavano avanzando,
Vedremo quello che succede nelle prossime ore.