lunedì 24 settembre 2018


Mosca conferma invio missili S-300 a Damasco


Dopo l'incidente della scorsa settimana che aveva causato l'abbattimento di un aereo russo da parte della contraeres siriana durante un attacco aereo israeliano, la telefonata tra il primo ministro isrealeiano Benjamin Netanyahu e il presidente russo Vladimir Putin sembrava aver evitato l'incidente diplomatico tra i due paesi, entrambi profondamente coinvolti nel conflitto in Siria. Oggi, invece, con una inaspettata svolta diplomatica, dal cremlino è venuta una forte accusa nei confronti di Israele. indicato come resposabile dell'incidente nei cieli siriani. Conseguentemente alla nota diplomatica è giunta comunicazione da parte del Ministero della Difesa russo che è stato approvato l'invio di missili antiaerei S-300 al governo siriano, migliorandone considerevolmente la capacità di difendere i propri cieli. Sembrano così drammaticamente precipitare i rapporti tra Russia e Isreale dopo che negli ultimi mesi si era assistio ad una notevole avvicinamento sulle loro posizioni riguardanti la Siria.

domenica 23 settembre 2018

DUE NAVI AUSILIARIE MILITARI UCRAINE
VOGLIONO "FORZARE" LO STRETTO DI KERCH
Il 22 settembre un rimorchiatore e una nave salvataggio della Marina ucraina stanno dirigendo per lo stretto di Kerch per riaffermare il diritto alla libera navigazione in quelle acque, dopo che varie navi mercanti ucraine o straniere dirette o provenienti dai porti del Mar D'Azov, sono state disturbate da unità russe.
Ovviamente si tratta di una situazione delicata, un innalzamento della crisi in quelle acque. Le unità ucraine sono attentamente seguite anche da ricognitori statunitensi de britannici provenienti da Catania e Suda (isola di Creta). 
Alle 15.11, ora italiana, le due unità ucraine sono transitate nello stretto di Kerch, sotto il nuovo viadotto che unisce Caucaso alla Crimea occupata. Due cannoniere ucraine stanno andando in contro alle due unità per scortarle verso un porto. 
La tensione era piuttosto alta perché ci si poteva attendere di tutto visto i precedenti. Il codice di navigazione internazionale garantisce il transito ma vi era sempre possibilità di sorprese.

sabato 22 settembre 2018

LA BATTAGLIA PER HODDEIDA
 
Dallo Yemen giungono pochissime notizie e l'area dei combattimenti non è visitabile..
Le notizie raccolte da fonti attendibili indicano come non solo il 14 settembre le forze del presidente Hadi e i suoi alleati hanno preso il controllo dell'università, nella zona costiera, ma ora controllano anche la strada per l'interno, dal chilometro 7 al chilometro 16. Tutto lascia intendere che svilupperanno una manovra avvolgente, per evitare combattimenti urbani.
Un nuovo elemento è dato dalla presenza di un cacciamine francese che opera nell'area dell'importante porto, per eliminare le mine posate dalle milizie houthi e comunque assicurare la sicurezza di quelle acque, attraverso cui giungono, via Assab e Aden, i rifornimenti.
Circola anche la notizia che Parigi abbia inviato anche delle forze speciali ma appare poco probabile che si prenda certi rischi. Più probabilmente si tratta di personale per compiti particolari, come la bonifica navale.
Intanto si è fatto serrato il blocco navale contro i territori ancora sotto controllo houthi anche se vengono fatti passare carichi umanitari, difficili poi da movimentare verso l'interno per mancanza di carburante e gomme.

A PROPOSITO DELLA MISSIONE 
ITALIANA IN NIGER 
 
Sembra che la missione italiana in Niger possa proseguire. Proseguire perché, seppur a livello limitato, era già iniziata da diversi mesi con l'attivo presso la base statunitense a Niamey (la capitale) di 40 militari con il generale di brigata Antonio Maggi, sul posto addirittura dal dicembre 2017.
Come accade da diverso tempo, la colpa è stata scaricata su Parigi ma forse qualche responsabilità l'hanno anche alcuni politici locali, che volevano alzare il prezzo (non solo politico) per autorizzare l'intervento italiano. Il paese è poverissimo per cui si cerca di strappare il più possibile. Del resto corremmo vedere quanti dei nostri politici conoscevano l'esistenza del Niger e se sarebbero stati in grado di identificarlo su una mappa "muta"!
Il precedente esecutivo, con la Pinotti alla testa del Ministero della Difesa, voleva far credere che per addestrare il piccolo esercito servivano 450 militari italiani, neppure avessimo dovuto far loro ripetizioni individuali a casa! Queste compagini che nella politica estera si rivelano molto male assortite (della serie "blocchiamo i flussi di clandestini ma non facciamolo sapere") hanno questo modo di muoversi.
Di sicuro Parigi vorrebbe mantenere il primato nell'intervento in questa fascia di paesi già colonie francesi, nell'ambito dell'Operazione BARKHANE contro le milizie integraliste musulmane. Il problema che la Francia fa fatica a mantenere 4.000 dei suoi militari su una superficie immensa (Ciad, Mali, Niger, Mauritania, Burkina Faso), avendo anche altri pesanti impegni, come quello in Siria. Vorrebbe l'apporto italiano ma mantenendo il controllo, cosa non fattibile in quanto i mezzi e gli uomini sono quelli che sono e si deve chiedere sempre aiuto ai potenti mezzi del Comando statunitense per l'Africa per alimentare un enorme sforzo logistico.
 
UNA NUOVA BASE
Sembra che il contingente italiano non andrà nell'avamposto di Madama, ultimo villaggio sulla rotta per la Libia, ma realizzerà una nuova base, dove assisterà i militari locali per bloccare i traffici di essere umani e di armi, chiudendo la porta meridionale della Libia, dove succede di tutto, magari con l'appoggio delle forze del generale Haftar. Le piste attraverso la frontiera sono due e bisogna ricordare che qui siamo nel deserto, dove non possono sfuggire certi traffici.
Una nuova base costerà di più ma si tratta di piccoli distaccamenti e il Niger non è lontano come l'Afghanistan anche se è lontano dal mare (ma in mezzo non ci sono le montagne per arrivarci). Le temperature sono altissime ma secche, meno insidiose di quelle tropicali. 
Sicuramente la popolazione imparerà a conoscere la nostra generosità e andremo molto bene anche nella fase dell'addestramento delle forze locali, con un contingente di Esercito, Aeronautica e Carabinieri.
Bisognerà stare attenti perché stati guastando i traffici di spietati trafficanti di esseri umani e di terroristi integralisti, per cui faranno di tutto per ostacolarla. 
Nel deserto la parola chiave è acqua; la vita. Portiamoci dietro delle belle trivelle e installiamo subito dei pannelli solari per integrare di giorno i generatori, ricordando la necessità dei potabilizzatori. Per i convogli, il deserto è molto meno insidioso dei monti dell'Afghanistan anche se le piste sono difficili e le distanze enormi, mettendo a dura prova i veicoli, come sano bene i francesi.

NEXT STOP: LIBIA!
Ostacolare i traffici illegali in Niger farà bene anche alla Libia, il vero nodo dell'attuale politica estera italiana. Se qualcuno conoscesse le milizie che si battono a Tripoli e dintorni, capirebbe che le cose a posto da sole non ci andranno mai, a meno che non vinca la fazione di Haftar, cosa che non farebbe terminare tutti i problemi, ad iniziare dall'integralismo (e non vi è solo Daesh da temere). Smettendo di prendersela con Sarkosy, anche perché Napoletano ha avuto delle responsabilità precise così come il PD, finendola di rimpiangere quel "simpaticone" di Gheddafi (un feroce dittatore che ci ha più volte umiliati, complice una classe politica che preferiva blandirlo piuttosto che toglierlo di mezzo, da Moro in poi) bisognerà arrivare a una qualche conclusione.
La carta Sarraj non ha funzionato (ma non bisognava essere dei grandi strateghi per capire che un uomo privo di proprie milizie non poteva imporsi nel regno delle milizie!) bisognerà vedere, celermente, che fare, magari cambiando anche inviato ONU, un libanese che abita in Francia (!), succeduto a un tedesco che non ci capiva niente, imbarazzato solo se si accennata alla presenza dell'Africa Korps in Libia.
Servono scelte ponderate ora e non dilazionarle all'infinito. Vogliamo il petrolio e il gas libici? Certo che vogliamo entrambi e chi dice il contrario mente spudoratamente. Lo voglia pagare il giusto ma in cambio possiamo dare stabilità e sviluppo ad un paese stremato da troppi anni di caos, conseguenza di un mancato intervento stabilizzatore nel 2011. In tanti governanti erano contenti di un intervento che non era costato vittime e invece di lanciare una bella missionen internazionale, provarono ad ottenere benefici da questo o quel capo delle milizie.
Staremo a vedere e stiamo sempre aspettando che si riaprano le visite dei giornalisti alle missioni all'estero, un inopinato e ingiustificato blocco che comunque non ha portato fortuna alla Pinotti.


FORZE SPECIALI STATUNITENSI 
IN AZIONE IN SOMALIA
 
Da due ore elementi delle forze speciali statunitensi hanno lanciato un'azione contro i gruppi d'integralisti di Al-Shabab che oiperano nell'Oltregiuba, l'estrema parte meridionale della Somalia.
E' giunto il momento di ridurre drasticamente la presenza di queste forze in Somalia, dopo che sono stati cacciati dalle maggiori città. Ancora operano nell'interno, con colonne motorizzate mobili, dotati di veicoli leggeri e moto.
Da troppo tempo questi elementi lanciano attacchi improvvisi per poi ritirarsi nella boscaglia. Con mezzi moderni è possibile seguire i loro spostamenti e colpirli, sfruttando non solo le truppe somale ma anche quelle della coalizione africana che opera nel paese.
Riucordiamo come a Mogadiscio vi sia una missione internazionale d'addestramento, a cui da un importante apporto anche l'Italia.

RAZZI SULL'AEROPORTO DI MITIGA A TRIPOLI


La scorsa notte sono stati lanciati quattro razzi da 122 mm GRAD contro l'aeroporto di Mitiga, l'unico in città ancora operativo. I razzi hanno colpito in tre casi l'area circostanze ma uno è giunto nell'aeroporto. Lo scalo era chiuso e rimane chiuso, con i voli dirottati si Misurata, proprio accanto alla base italiana.
SPARATORIA A PARATA IN IRAN:
MORTI E FERITI

Questa mattina, durante una parata nella città di Ahvaz nell'Iran sud-occidentale, non lontano dalla frontiera irachena ma con presenza kurda alcuni uomini hanno aperto il fuco su un reparto dei Guardiani della Rivoluzione. Ci sono diversi morti e circa 20 feriti. Alcuni degli attentatori sarebbero stati uccisi dalle forze di sicurezza iraniane.
Potrebbe trattarsi di un attacco da parte di kurdi o di altri elementi. Di sicuro qualcosa sta accadendo nel paese, da anni sotto strettissimo controllo. L'Iran ha moltissimi nemici anche potenti e qualcuno potrebbe vendicarsi della sua opera di destabilizzazione in numerosi paesi.

AGGIORNAMENTO DELLE 14.30

E' salito a 29 il numero dei miliziani uccisi mentre ci sono anche due attentatori uccisi , due feriti (e catturati) e due fuggiti. La sparatoria è durata diversi minuti. Sembra che gli attentatori indossassero uniformi dei Pasdaran.
L'azione è stata rivendicata da un movimento arabo sunnita e, poi, da Daesh. La prima rivendicazione sembra più probabile.

venerdì 21 settembre 2018

AGGIORNAMENTO SULLA 
SITUAZIONE  IN UCRAINA


Oggi le forze ucraine hanno ripreso il controllo del villaggio di Vil'niy, nella parte centrale del fronte del Donbas. Le forze separatiste sembrano essere insufficienti per presidiare il fronte e, come testimonia l'uccisione il 1° settembre del capo della "Repubblica di Donietsk", ferocemente divise al loro interno.
Vi sono 20/25 scontri al giorno, leggermente meno che non nei mesi precedenti mentre si segnalano vari elementi dell'FSB arrivati a Donietsk per controllare le vicende politiche.
Da segnalare che un cargo bulgaro salpato da Mariupol e diretto a Monfalcone, è stato bloccato da unità russe nel Mar d'Azov, dove la tensione sta crescendo
MISSIONE ITALIANA IN NIGER: 
FORSE E' LA VOLTA BUONA

Il ministro della Difesa Trenta ha annunciato che partirà la missione italiana in Niger. Ci sembra una buona notizia che attendevamo da tempo. Proprio oggi è partito il 6° volo con aiuti italiani per il Niger. Nei mesi precedenti, dopo i primi passi all'epoca di Gentiloni, si era bloccato tutto quando un aiuto ai controlli sui traffici clandestini, è fondamentale, , considerando che dal Niger alla Libia ci sono solo due piste utilizzabili, che passano in zone impervie, autentici imbuti. Comunque l'idea è di stabilire controlli molto più a sud, dando un contributo al potenziamento delle piccole forze di sicurezza del Niger.
Con questa missione verrebbe spazzata via anche la diceria circa una opposizione francese alla nostra missione. Parigi ha tanti impegni (Siria, Iraq, Afghanistan, Libano e l'Africa settentrionale) e troppo poche risorse per potersi permettere di rinunciare all'apporto italiano. 
Questa presenza servirà anche per contrastare le milizie radicali e i traffici di armi, dato che spesso si attinge ai depositi in Libia, sempre molto grandi.

giovedì 20 settembre 2018

wanda iacini

AVANZATA LUNGO L'EUFRATE
CELLULE DORMIENTI DI DAESH


Prosegue la lenta avanzata delle Forze Democratiche Siriane, a maggioranza kurda, lungo la sponda orientale dell'Eufrate, nei pressi del confine con l'Iraq. E' stato conquistato il villaggio di Al-Baghuz nel quadro di ridurre la sacca ad iniziare dalla parte più vicina al confine con l'Iraq, per ridurre il rischio di trafilamento di miliziani dell'ISIS verso questo paese. Ma i miliziani integralisti, hanno una grossa sacca in area desertica a occidente dell'Eufrate, non ancora riconquistata dalle forze di Damasco, che pure, con i loro alleati, operano per distruggerla.
Bisogna poi ricordare che le varie milizie tendono a continuare ad essere presenti sul territorio con "cellule dormienti" sparse sul territorio, che continuano l'azione anche se sono cacciate dalle forze avversarie. 
Le forze di Damasco sono attualmente troppo deboli per esercitare un controllo effettivo su molte aree, specialmente quelle marginali, dove si registrano attacchi e uccisioni. 
Le previsioni sono che la guerra civile in Siria sia entrata in una nuova fase ma non sia terminata. La stanchezza è tanta dopo immani lutti e distruzioni ma a non ci sembra che ancora le varie spinte siano terminate. L'economia del paese è completamente distrutta e il quadro strategico complessivo, con varie zone di divisione, non semplifica la ricostruzione
ACCORDO IN 10 PUNTI SULLA SIRIA 
FRA TURCHIA E RUSSIA

Nel vertice di Soci del 17 settembre, è stato firmato un accordo in 10 punti, fra Erdogan e Putin, per una tregua nella Siria settentrionale. 
In pratica si tratta di riconoscere la presenza delle basi di Ankara nell'area e della creazione di una "zona cuscinetto" di 15-20 chilometri fra le opposte forze locali, in modo da ridurre il rischio di scontri.
Questo accordo allontana la prospettiva di una offensiva terrestre  contro l'area di Iblid anche se la Russia continuerà a colpire le milizie non legate alla Turchia e Daesh. In questo modo la situazione in Siria si cristallizza allo stato attuale in quanto i territori sotto il controllo delle Forze Democratiche Siriane e di altre formazioni (come l'Esercito della Siria Libica, nel territorio siriano al confine fra Siria, Giordania e Iraq), almeno per ora godono della protezione delle forze occidentali.
L'accordo ha scontentato Damasco e l'Iran ma Putin vuol vedere di uscire fuori dall'insidiosa e costosa palude siriana. L'abbattimento per errore di un quadriturbina da spionaggio elettronico Il.20, con 15 militari a bordo, avvenuto subito dopo, conferma quanto insidioso sia l'impegno e i costi economici sono alti, in un periodo di tempo con prezzi dei prodotti petroliferi sempre piuttosto bassi; un serio problema per Mosca. Le forze di Assad, che grazie all'intervento straniero hanno ribaltato una situazione che si era fatta molto difficile, sono letteralmente stremate dal lungo conflitto e dalle perdite subite. L'Iran vorrebbe proseguire lo scontro, utilizzando anche la milizia sciita libanese, ma si trova in una posizione isolata e sotto le reiterate azioni aeree israeliane in Siria, l'ultima delle quali ha causato indirettamente (e per gravi mancanze nella difesa aerea di Damasco) l'abbattimento del velivolo russo da parte di un vecchio missile S-200 (SA-5 in codice NATO).

mercoledì 19 settembre 2018

DISTRUTTO UN B-747 IRANIANO A LATAKIA?
 
 
Non solo a Latakia è stato completamente distrutto un grande deposito  ma sembra anche un B-747 cargo utilizzato da oltre 4 decenni dall'Aeronautica iraniana, bypassando il blocco sulle forniture di pezzi di ricambio.
Le immagini satellitari mostrano i resti di un grande aereo distrutto nell'aeroporto. Con questi voli l'Iran ha fornito ingenti rinforzi alle forze di Damasco ma tenta anche di far giungere equipaggiamenti alle milizie hetzboillah che combattano in Siria ma sono basate in Libano.
AGGIORNAMENTO OPERAZIONI
NELLO YEMEN DEL 19/09/18


Forze governative, appoggiati da elementi provenienti dagli Emirati Arabi Uniti, hanno distrutto una base di al-Qarda, che opera da molti anni nel paese, a nord-est di Aden, in una zona dove è sempre stata.
Lanciato e intercettato dai PATRIOT l'ennesimo missile balistico a piccolo raggio mentre si combatte alla periferia di Hoddeida.
E' stato affondato un battello con 18 persone a bordo che tentava di forzare il blocco navale. Gli occupanti risultano dispersi.
Crescono gli elementi che fanno pensarea una grave crisi logistica delle milizie houthi, a cui l'Iran non riesce a far giungere rinforzi.
NUOVI COMBATTIMENTI A TRIPOLI 


Come era facilmente prevedibile, oggi sono ripresi i combattimenti fra gruppi di miliziani nell'area meridionale della capitale libica. 
Particolarmente intensi i combattimenti lungo la strada che porta all'aeroporto di Tripoli International, chiuso al traffico e gravemente danneggiato dal 2014.
Il proliferare di milizie di ogni tipo, rende molto difficile mantenere anche un tregua. 
Le vie della Libia sono piene di bei propositi e profondi anlisi ma qui serve una missione internazionale per ristabilire la vita civile.

martedì 18 settembre 2018

PRISEGUE LA BATTAGLIA PER HODDEIUDA
 
Nella giornata appena trascorsa è proseguita la battaglia per il controllo del porto yemenita di Hoddeida. Le forze della coalizione a guida saudita sono avanzate a oriente della città, tagliando la strada che porta a Saana, la capitale. Era evidente che le truppe anti-houthi avrebbero tentato di tagliare fuori il centro abitato, prima di tentare la conquista finale, cercando di limitare i rischi per la popolazione civile.
La conquista del porto potrebbe essere un punto di svolta nella guerra, in corso dal 2015. L'assedio alle zone ancora sotto controllo houthi si sta facendo più stretto. Si ridurrebbe il tratto di costa da controllare e diventerebbe molto difficile per gli iraniani far giungere rinforzi.

DISPERSO UN VELIVOLO RUSSO SUL MEDITERRANEO

Un velivolo russo con 14 persone a bordo risulta disperso nei cieli del Mediterraneo. Potrebbe essere stato colpito da un missile siriano lanciato durante i vari attacchi aerei della notte.
Forniremo ulteriori aggiornamenti. 

Il velivolo abbattuto era un Iliushin Il.20 da operazioni ELINT (spionaggio elettronico) che orbitava a largo della Siria, a circa 35 km dalla costa. Non ci sono superstiti mentre sembra accertato che il velivolo è stato abbattuto da un missile S-200 russo sparato da una postazione gestita da Damasco.
Non sappiamo cosa stesse monitorando il velivolo di Mosca, probabilmente emissioni turche, britanniche dalle basi di Cipro) e forse anche israeliane. Alcune televisioni hanno inviato immagini di Tupolev Tu.95, che è però un quadriturbina completamente differente.
Inizialmente la tensione è salita fra Russia e Israele ma poi un colloqui fra Putin e il primo ministro israeliano ha abbassato la tensione.
Per l'Aeronautica russa è una dura perdita perché si tratta di assetti preziosi, con a bordo specialisti particolarmente preparati. L'evento ha fatto crescere l'elenco delle vittime russe in Siria.
I militari russi hanno accusato deliberatamente di aver fatto scattare l'incidente ma l'antiaerea siriana doveva sapere benissimo dove si trovava il velivolo russo, per cui il lancio di numerosi missili è avvenuto in un clima di grande confusione, con il risultato che un missile ha colpito il velivolo russo.

lunedì 17 settembre 2018

LE RESPONSABILITÀ RUSSE 
SULL'ABBATTIMENTO DEL VOLO MALESE

Mosca tenta di sfuggire alla condanna per l'abbattimento del volo di linea malese nei cieli del Donbas, nel 2014. In realtà è stato ricostruito tutto nei minimi dettagli, si conosce l'unità impiegata e i suoi comandanti. Eravamo nell'area in quei giorni e ricordiamo che pochissimi giorni prima era stato abbattuto un velivolo Antonov che volava in quei cieli a quota elevata, Gli ucraini non schieravano armi antiaeree.
Il precedente incidente avrebbe dovuto indurre i responsabili del traffico aereo internazionale a deviare da cieli che si erano fatti evidentemente troppo pericolosi anche ad alta quota. 
Il volo colpito proveniva dal territorio ucraino ma era transitato nelle zone ancora in mano ai separatisti.

RAGGIUNTO UN ACCORDO PER IBLID
 
 
Turchia e Russia hanno raggiunto un accordo per una zona di "descalation" delle violenze nell'area di Iblid. Damasco si è affrettata a dichiarare che proseguono i preparativi per l'offensiva già in programma ma dubitiamo che questo possa avvenire, non solo per la posizione di Mosca appena sancita ma anche perché questo vorrebbe dire scontrarsi con i reparti turchi. Non per niente cannoneggiamenti e bombardamenti aerei si sono nettamente ridotti
Ankara teme non solo la sconfitta delle milizie alleate ma anche l'arrivo di masse di profughi che non sarebbe possibile riposizionare in Europa, stante la nuova situazione complessiva.
Intanto le milizie di Daesh resistono ancora lungo il tratto terminale dell'Eufrate in Siria, nonostante gli attacchi delle Forze Democratiche Siriane e dei velivoli della coalizione. Il loro destino è segnato ma le forze attaccanti cercano di limitare al minimo le perdite. Resiste anche l'ultima roccaforte di Daesh nella Siria meridionale, intorno ad una difficile zona vulcanica, non accessibile ai veicoli.

ATTACCHI AEREI SULLA SIRIA
 
Intorno alle 21.00, ora italiana, vi è stato un attacco contro bersagli militare nell'area della città portuale siriana di Latakia e di Tartus. Con ogni probabilità si è trattata di una operazione aerea israeliana condotta con missili, come oramai avviene da diversi mesi a questa parte.
E' intervenuta l'antiaerea in modo massiccio mentre dalle zone colpite si alzavano fiamme e alte colonne di fumo.

domenica 16 settembre 2018

SALE LA TENSIONE NEL MAR DI AZOV
 
Sta salendo la tensione fra Ucraina e Russia nelle acque del Mare di Azov, come conseguenza dell'occupazione della Crimea e di parti del Donbas. Le unità di Mosca hanno iniziato a disturbare i pescherecci ucraini. Kiev ha risposto schierando, via terra, nuovi pattugliatori appena costruiti. 
Attualmente la superiorità russa è schiacciante ma la Marina ucraina pensa di bilanciarla con batterie missilistiche costiere (un nuovo missile ucraino antinave ha  un raggio di 300 km), mine, incursori mentre verranno realizzate nuove unità navali, date le grandi potenzialità cantieristiche (a Nikolaiev venivano realizzate anche le portaerei sovietiche!). L'Ucraina pensa di realizzare una base navale proprio lungo le coste del Mare di Azov dove si trova anche la città portuale di Mariupol (500.000 abitanti circa).
Intanto i velivoli della NATO sono spesso in volo sul Mar Nero, sia aerei con equipaggio (come i P-8 POSEIDON) che i teleguidati, come i GLOBAL HAWK. Si sono visti anche velivoli da ricognizione elettronica britannici.
In questi giorni i fucilieri di marina ucraini, insieme a reparti d'artiglieria, hanno fatto delle manovre proprio lungo le coste settentrionali del Mare di Azov, parte delle quali, durante il conflitto, hanno visto la presenza di mine antisbarco.

INCIDENTE FRA ARMENI E AZERI


Troppo spesso ci si dimentica del conflitto che da quasi 30 anni oppone azeri e armeni. Oggi, a ricordarcelo, vi è uno scontro sul confine, con il ferimento di alcuni civili armeni da parte di militari dall'altra parte della linea del cessate il fuoco.
Ricordiamo che gli armeni sono appoggiati da Mosca (che però ha buoni rapporti anche con la componente azera), da Israele e dagli Stati Uniti, mentre il governo di Baku ha l'appoggio di paesi arabi.
AGGIORNAMENTO SITUZIONE IN SIRIA
DEL 17.09.2018 - ORE 09.30

Sembrano diminuite le probabilità di una offensiva nella Siria settentrionale, mentre le forze di Assad e i suoi alleati, tentano di eliminare l'ultima roccaforte di Saesh nel sud del paese, imperniata su di un'area vulcanica di difficile accesso.
Le Forze Democratiche Siriane sono impegnate sempre lungo l'Eufrate contro la piccola sacca di Daesh sulla sponda sinistra. Evidentemente erano state accumulate ingenti scorte di viveri e di altri generi di prima necessità.
Sembra che Israele abbia colpito un magazzino all'interno dell'aeroporto di Damasco, dove erano stato appena accantonati anche equipaggiamenti appena giunti con un quadrireattore Iliushin Il.76 con i colori siriani, proveniente da Teheran. Continuano le iniziative di questo tipo condotte dall'Aeronautica israeliana.

sabato 15 settembre 2018

PRECIPITA UN ELICOTTERO AFGHANO
VICINO A FARAH

E' precipitato un elicottero Mil Mi.17 delle Forze Aeree di Kabul, nei pressi della città di Farah mentre effettuava un volo trasportando rifornimenti. nell'Afghanistan occidentale. Sono morti i cinque occupanti. I talebani hanno rivendicato l'abbattimento ma ancora non si hanno informazioni certe.
La linea elicotteri di Kabul è molto impegnata e servono altre macchine oltre a specialisti stranieri per mantenerle operative.
TIENE LA TREGUA A TRIPOLI


Fino a ora (10.00 del 16 settembre) tiene la tregua in atto a Tripoli. Potrebbe essere violata subito dopo ma per ora tiene. Le milizie schierate con Sarraj o comunque presenti in città (molte e moltissimo assortite) stanno realizzando alla periferia della città dei posti di blocco rinforzati, in quanto si teme un attacco alla città, dato che le milizie avversarie sono attestate in alcune parti della periferia.
Difficile che questa situazione tenga anche se vi sono pressioni esterne. Le milizie che operano sotto i labili vincoli del Governo di Accordo Nazionale sono in una situazione difficile perché tutta la città è sotto il tiro dell'artiglieria avversaria e l'approvvigionamento della città sta iniziando a divenire difficile.
Si tratta sempre, su più piani ma servirebbe subito una missione internazionale e una conferenza di pace in vista di future elezioni che, allo stato, sono molto difficili per evidenti motivi.
Non poco dipenderà dall'atteggiamento delle milizie di Misurata, fra le meglio organizzate in Libia.Ma in troppi si dimenticano che le forze alleate con il Parlamento riunito in Cirenaica sono molto vicine a Tripoli, controllando anche due punti della strada costiera fra Tripoli e la Tunisia

venerdì 14 settembre 2018

COMBATTIMENTI AD HODDEIDA
 
 
Si è combattuto tutto il giorno nell'area dell'università di Hoddeida, con l'intervento anche di reparti Sauditi, appoggiati da elicotteri AH-64 APACHE. 
Per ora l'avanzata procede ma non è chiaro quanti difensori siano rimasti in città e se la città verrà accerchiata. La caduta dell'importante città portuale costituirebbe un punto di svolta del conflitto.
Le informazioni raccolte indicano come l'Arabia Saudita e i suoi numerosi alleati, vogliano chiudere la partita con le milizie houthi e con i loro alleati iraniani.




GAZA: SCONTRI DOPO LA PREGHIERA DEL VENERDI'
Ancora una volta, dopo la preghiera in moschea del venerdì, migliaia di uomini si sono diretti da Gaza verso il confine, mettendo in atto delle proteste e tentando di superare le barriere. 
Il bilancio per ora è di tre vittime e decine di feriti. 
Hamas vuole mantenere viva l'attenzione sulla problamtica palestinesema i tanti morti rende la gente più prudente.

CATTURATO UN CITTADINO ITALIANO 
GIA' COMANDANTE DI DAESH


Sembra che sia stato catturato dalle Forze Democratiche Siriane, nei pressi di Raqqa, un immigrato con cittadinanza italiana, già nelle file di Daesh. Sembra che l'uomo avesse addirittura un ruolo importante nell'organizzazione. E' stato identificato grazie all'enorme database organizzato dagli Stati Uniti, per cui se ne conosce anche il nome di battaglia.
Con tutta la famiglia tentava di raggiungere la Turchia, per poi tornare in Italia. Ora si sta verificando la sua reale cittadinanza. Arrestata anche la moglie. La speranza è che la coppia venga ospitata nelle carceri siriane, in quanto personaggi come i due miliziani non hanno spazio in Italia, neppure all'interno di un penitenziario, già colmi di soggetti integralisti.

RIATTIVATA UNA PARTE DELLA BASE DI TABQA
 
Una parte della grande base di Tabqa, a sud dell'Eufrate, non lontano da Raqqa, è stata riattivata, con alcune strutture e delle piazzole protette per gli elicotteri.
La base ha una notevole importanza ma p anche a pochi chilometri dalle posizioni di Damasco, per cui esposta ai tiri dell'artiglieria. Comunque ci risulta che vi siano voli di collegamento avendo riparate parte delle piste di volo insieme ad altre strutture, incluso dei locali blindati. La base era stata occupata dai rivoltosi siriani, subendo vari attacchi aerei delle forze siriane, poi fu occupata da Daesh e, lo scorso anno, dalle Forze Democratiche Siriane.
Vicino vi è una grande diga sull'Eufrate e una base statunitense, collocata su di un'isola del relativo lago artificiale, da cui operano anche le forze speciali statunitense essendo facilmente controllabile dato che è collegata alla terra da un ponte. 

ISRAELE ESCLUDE LA CESSIONE DI 
SISTEMA IRON DOME ALL'ARABIA SAUDITA


In risposta alle voce di una cessione dei sistemi anti-razzo IRION DOME israeliano all'Arabia Saudita, da Gerusalemme è giunta una netta smentita.
A favore di questa posizione vi è il fatto che Israele non avrebbe interesse a svelare le caratteristiche di un sistema essenziale per la sua sicurezza.
 

giovedì 13 settembre 2018

MEZZO D'ASSALTO IRANIANO
UTILIZZATO NELLO YEMEN
Lo scorso 7 settembre, le forze yemenite che fanno capo al presidente Hady, hanno catturato un motoscafo biposto, dal profilo particolarmente basso, utilizzato per missioni d'attacco dalle forze houthi. Non  si è capito se la cattura è avvenuta in mare oppure il mezzo, che immagini ci mostrano intatto, è andato ad arenarsi.
Risulta spinto da un motore fuoribordo da 200 hp.
Con mezzi di questo tipo le milizie houthi tentano di opporsi alla superiorità della coalizione araba in Mar Rosso, sfruttando anche realizzazioni iraniane.
Ovviamente mezzi di questo tipo si prestano per l'impiego nelle ristrette ma fondamentali acque del Golfo.

RAGGIUNTA L'UNIVERSITA' DI HODDEIDA

le forze della coalizione anti-houthi sono avanzate fino a raggiungere l'università di Hoddeida, lungo la strada costiera che collega la città verso sud, conseguendo importanti risultati. Per ora i difensori sembrano incapaci di tener testa alle forze che stanno attaccando ma potrebbe trattarsi di una tattica difensiva, sempre che i reparti migliori siano sfuggiti alla sacca che si sta delineando.
TENSIONE A DONETSK
 
 
Dopo che il presidente dell'autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk è saltato in aria mentre con il suo ministro delle finanze era al bar "Separatista", la tensione in città rimane alta.
E' chiaro che si è trattato di un assassinio nell'ambito di una dura lotta di potere e ora si cerca di capire chi sia il responsabile. Potrebbe essere stati i servizi di Mosca, che vogliono il controllo assoluto della situazione, oppure un concorrente nella spartizione dei vari introiti più o meno legali.
Si profila un nuovo inverno molto difficile e non si vedono assolutamente i vantaggi della scelta separatista. La città ha il fronte alla sua immediata periferia e molti servizi funzionano a singhiozzo.

AGGIORNAMENTO SULLA SIRIA
 DEL 13 SETTEMBRE
 
 
Mentre l'afflusso dei rinforzi turchi sembra aver smorzato i propositi di offensiva delle forze di Damasco e i suoi alleati, lungo l'Eufrate le Forze Democratiche Siriane stanno avanzando per annientare le ultime roccaforti di Daesh sulla sponda orientale, che stanno resistendo da molti mesi. La cosa è strana perché se si tratta di aree con villaggi, non sono certo più difficili da conquistare che non Raqqa.
L'artiglieria turca ha sparato contro posizione dell'YPG (kurdi) a nord-ovest di Aleppo, dopo che erano giunti dei colpi provenienti da quelle zone.

CONTINUANO AD AFFLUIRE 
RINFORZI TURCHI IN SIRIA


Anche oggi prosegue l'afflusso di rinforzi turchi in Siria, incluso mezzi pesanti. La conseguenza diretta è che i cannoneggiamenti e i bombardamenti aerei sono diminuiti in modo significativo e sembra sfumata l'ipotesi di una nuova offensiva.
Lungo l'Eufrate prosegue l'azione per eliminare l'ultima sacca di Daesh sulla sponda orientale da parte delle FDS e dei loro alleati occidentali.

mercoledì 12 settembre 2018

AVANZATA ALL'INTERNO DI HODDEIDA
(CON AGGIORNAMENTI)


Le truppe del presidente Hady, appoggiate da quelle degli Emirati Arabi Uniti e dai contingenti di altri paesi, stanno penetrando all'interno della città di Hoddeida. Ora si trovano al km 16 della strada che parte dalle banchine del porto.
L'avanzata è cauta per ridurre anche i rischi per la popolazione. Questa è una zona dove la componente houthi era decisamente minoranza.


AGGIORNAMENTO DELLE 06.45 
DEL 13 SETTEMBRE 2018 

Le truppe della coalizione anti houthi stanno tagliando fuori il centro abitato di Hoddeida dal territorio circostante e sono giunti a Kilo 10, una posizione a 10 km dal porto.
Le truppe della coalizione erano giunte alla periferia dell'importante città portuale in  luglio, tramite una offensiva scattata in giugno lungo l'area costiera, conclusasi vittoriosamente con una lunga avanza fino alla periferia di una delle principali città del paese.
Era stata poi dichiarata una tregua ed erano stati avviate trattative per evitare una battaglia urbana. Le trattative sono fallite (almeno in apparenza) e ora l'avanzata è ripresa anche se fonti ufficiali negano l'ipotesi di una battaglia nel centro abitato, per evitare danni alla popolazione.
La perdita di Hoddeida, già praticamente tagliata fuori, sarebbe un duro colpo per gli houthi e i loro alleati iraniani anche a livello psicologico. Le forze appoggiate dall'Iran sono a corto di carburanti e pneumatici e mancano anche i viveri nonostante le forze della coalizione abbiano, di volta in volta, autorizzato l'arrivo di navi con aiuti umanitari.
ABBATTUTO UN MI.8 IN SIRIA

Un elicottero Mi.8 di Damasco è stato colpito, mentre operava nella parte settentrionale della provincia di Hama, da fuoco antiaereo ed è stato costretto ad un atterraggio d'emergenza nel territorio controllato dalle proprie truppe, andando però praticamente distrutto. A bordo ci sono stati dei feriti


STRAGE A MOHAMAD, IN AFGHANISTAN,
68 MORTI
L'ordigno trasportato da un attentatore suicida in Afghanista, saltato in aria ieri ad una riuninone contro il capo della polizia del distretto di Moahmad, ha causato per ora ben 68 vittime, oltre a otlre 50 feriti.
Al momento non si hanno rivendicazioni si pensa ad un gesto dei talebani o di Daesh, entrambi attivi nell'area. 

LA SIRIA RESPONSABILE DELL'UCCISIONE DEL
PREMIER LIBANESE HARIRI

La commissione d'inchiesta dell'ONU per l'uccisione del premier libanese Hariri, saltato in aria nel 2005 (13 anni or sono) sembra essere arrivata alla determinazione di quello che si sapeva fin dal primo momento, vale a dire la responsabilità della Siria nell'uccisione del leader libanese sunnita, in grado di aver ricostruito il paese dopo la guerra civile.
Dopo la sua uccisione con un camion bomba con 1.200 kg di esplosivo, i partiti libanesi ottennero il ritiro del corpo d'occupazione siriano dal Libano.
E mentre l'indagine, lentissima, proseguiva, la Siria è stata devastata completamente dalla guerra civile, con pesanti ripercussioni proprio sul paese dei cedri. 
Attualmente è primo ministro il figlio del leader sunnita ucciso nel 2005 ma la situazione nel paese permane delicata, in particolare per l'atteggiamente della milizia sciita Hetzbollah, strettissima alleata di Assad.

martedì 11 settembre 2018

RAZZI SULL'AEROPORTI DI TRIPOLI
 
 
Nella notte sono caduti alcuni razzi campali da 122 mm nell'area dell'aeroporto di Mitiga, l'unico ancora rimasto operativo della capitale libica. Tripoli International subì danni gravissimi durante i combattimenti del 2014. Probabilmente si tratta di razzi sparati da una delle tante milizie che operano in città e nei suoi dintorni.
Lo scalo è stato chiuso. Si tratta del primo serio incidente dopo il raggiungimento di una tregua. Non si hanno notizie di vittime.




LA GIORNATA IN SIRIA

Non crediamo proprio sia un caso perché da quanto nella Siria settentrionale sono giunti  dei semoventi da 155 mmT-155 e forze speciali, i cannoneggiamenti e gli attacchi aerei delle forze di Damasco, degli iraniani, degli hetzbollah e dei russi, sono decisamente diminuiti. Un conto è attaccare dei miliziani e ben altro è rischiare una reazione turca, oltre a far naufragare i propositi di Putin, ora fra l'incudine di Assad e il martello di Erdogan!
Putin e soprattutto gli iraniani cercano un'altra vittoria sul campo ma questa volta non sarà relativamente semplice come le altre volte.
Prosegue l'offensiva contro Daesh delle Forze Democratiche Siriane, a guida kurda. Oggi ci sono stati alcuni attacchi con bombe a guida laser, per controllare che tutto fosse in ordine. Probabilmente i servizi segreti hanno individuato alcuni capi di Daesh nella sacca e vogliono saldare il conto una volta per tutte.
I kurdi potrebbero essere pronti ad un'alleanza con Assad per cacciare i turchi ma sono frenati dagli Stati Uniti, in una partita sempre molto complicata perché vede ben quattro gruppi di soggetti principali.

lunedì 10 settembre 2018

NUOVO CAPO DELLA 
REPUBBLICA POPOLARE DI DONIETSK


Dal 7 settembre Denis Pushilin, classe 1981, è il nuovo capo dei separatisti della regione di Donietsk, dopo l'uccisione del precedente personaggio e la veloce rimozione del suo vice che era subentrato.
Si tratta di un altro personaggio decisamente discutibile perché negli Anni '90 fu al centro di una serie di truffe, secondo lo "schema Ponzi".
La situazione nella regione rimane di grande confusione e personaggio dal dubbio passato non sembrano in grado di sostenere certi ruoli.
IL MINISTRO MOAVERO A BENGASI
 
 
Il ministro degli Esteri Moavero oggi si è recato a Bengasi e ha incontrato in generale Haftar, comandante dell'Esercito Nazionale Libico. La visita ha un notevole valore perché le truppe di Haftar controllano gran parte del paese. Per questo averlo trascurato per anni è stato un grave errore. Il suo apporto alla stabilizzazione del paese è fondamentale per cui è molto meglio stringere rapporti di collaborazione invece di limitarsi ad accusare il fatto che Parigi e fra i molti che appoggiano le forze che fanno capo al Parlamento che si è trasferito a Tobruch, una realtà dove non vi è la presenza d'integralisti che, anzi, sono stati duramente combattuti in Cirenaicae sconfitti. 




ATTACCO TERRORISTICO A TRIPOLI
Oggi sei terroristi hanno attaccato la sede principale dell'ente petrolifero Tripoli, in piena Tripoli. Dopo aver ucciso due guardiani i terroristi di Daesh, hanno preso degli ostaggi ma poi sono stati eliminati dall'intervento delle forze di sicurezza, in particolare dalla Brigata Antiterrorismo. Due dipendenti della socità sono rimasti vittime nell'azione
La situazione a Tripoli permane di grande tensione, in quanto si fronteggiano sempre le varie fazioni.




ALTRI RINFORZI TURCHI IN SIRIA 


Ankara sta schierando in queste ore altri rinforzi in Siria, fra cui semoventi da 155 mm T-155 e reparti delle forze speciali. Questo rende sempre più improbabile un'offeniva terrestre da parte dei governativi e delle forze russe.
Intanto circola la notizie che un ordigno è scoppiato mentre veniva caricato su di un elicottero, danneggiandone altri e causando diverse vittime in una base a nord di Hama.

CONTINUI BOMBARDAMENTI IN SIRIA
 
Anche stamani sono ripresi i bombardamenti aerei e il fuoco dell'artiglieria  contro le posizioni dei ribelli siriani nella Siria settentrionale, in particolare nelle zone a sud di Iblid. Ovviamente anche la popolazione ne subisce le conseguenze, specialmente se si aggancia munizionamento come quello che viene fatto rotolare fuori dagli elicotteri Mi.17, con un cerchio di errore probabile di molte centinaia di metri.
Ankara sta facendo affluire in zona rinforzi, inclusi carri, per cui sembra non voler cedere le posizioni che occupa. Per ora i bombardamenti si tengono lontano dalle posizioni turche ma l'incidente è dietro l'angolo, in terra come in aria.
A far irrigidire Erdogan vi è anche l'ipotesi dell'afflusso di una massa enorme di profughi che a questo giuro non potrebbe traghettare verso l'Europa, anche se si tratterebbe di "veri" profughi, visto l'area che tira proprio in Europa.
Intanto le Forze Democratiche Siriane stanno concentrando le loro forze per attaccare l'ultima roccaforte di Daesh lungo l'Eufrate che resiste da molti mesi, in una situazione insolita. Potrebbe essere che nella sacca si trovino alcuni capi di Daesh e vari combattenti stranieri. Vanno eliminati facendo attenzione che non filtrino all'esterno della sacca vista anche la vicinanza con il confine iracheno.

domenica 9 settembre 2018

OFFENSIVA NELL'AREA DI HODDEIDA
 
 
Il 9 settembre è partita una offensiva nell'area della città portuale yemenita da Hoddeida; non un attacco diretto ma più un tentativo di aggirarla e isolarla. In testa all'azione la Brigata AMALIQA, facente parte delle forze fedeli al presidente Hadi, con il supporto delle unità provenienti dagli Emirati Arabi Uniti che, fra l'altro, schierano i potenti semoventi sudafricani G-6 da 155/52 mm e dispongono di un valido appoggio aereo che include anche elicotteri d'attacco AH-64 APACHE. 
L'attacco ha guadagnato terreno nell'area a sud-est della città, catturando fra l'altro pezzi da 100 mm e un mortaio pesante da 240 mm.
Sul piano internazionale si nota un certo nervosismo iraniano perché si profila il rischio di una sconfitta strategica dei loro alleati. Fra l'altro nello Yemen operano diversi membri dei Pasdaran iraniani, utilizzati come istruttori e per ruoli tecnici. L'Iran non riesce ad aiutare i propri alleati yemeniti che rischiano una dura sconfitta. L'ultima tornata di colloqui di pace a Ginevra non è neppure iniziata.
In altra parte del paese, un drone statunitense ha ucciso un altro capo di al-Qaeda, in quella che è una caccia continua.
Intanto la struttura delle aree ancora sotto controllo delle milizie Houthi, è in crisi grave. Stanno finendo i pneumatici e il carburante è sempre più scarso. La coalizione internazionale consente il passaggio di rifornimenti umanitari, in particolare viveri e medicinali ma la situazione resta comunque molto difficile anche se questa è gente abituata a sapersi arrangiare. 

PARATA IN COREA DEL NORD
MA SENZA MISSILI BALISTICI


Il 9 settembre, anniversario della fondazione della Corea comunista, si è tenuta la tradizionale grande parate, in cui sono sfilati, con il loro passo marziale, 15.000 militari.
La differenza rispetto alle ultime manifestazioni di questo tipo, è stata l'assenza dei missili balistici, fattore non di secondaria importanza.
Sul palco, insieme al dittatore, i rappresentati della Cina comunista ma anche quello della Russia. Il rappresentante di Pechino ha avuto un ruolo di particolare rilievo e conferma l'appoggio cinese al dittatore. Ovviamente la cosa non fa piacere a molti paesi dell'area, preoccupati anche dell'espansionismo cinese.
Pechino fornisce alla Repubblica Popolare di Corea il petrolio indispensabile per le sue attività industriali e militari. 
La parata, che è una delle due che si svolgono ogni anno, non ha fatto rilevare novità militari di rilievo.
I RISULTATI ELETTORALI IN SVEZIA
 
 
Il Partito Democratico Svedese, indicato dai media come una formazione di "estrema destra", a dispetto del nome e del simbolo (una margherita colorata, qualcosa che non richiama né svastiche né rune!) ha ottenuto circa il 18%  dei voti mentre una formazione alla sua destra è rimasta sotto il 2%. I socialisti hanno perso il 3% dei voti ma restano il primo partito.
I risultati, con una sostanziale parità fra le forze tradizionali di centro-destra e quelle di centro-sinistra, rendono molto difficile raggiungere una maggioranza, dopo che i socialisti hanno governato ininterrottamente per 101 anni!
L'affermazione della destra è diretta conseguenza della crescente avversione contro i grandi flussi d'immigrati che hanno investito il paese, tradizionalmente molto aperto.
Si tratta di un altro forte segnale da un paese europeo contro afflussi incontrollati che anche in un paese come la Svezia stanno creando grossi problemi. Proseguire ad ignorare questa situazione è una cecità che sta portando alla catastrofe la sinistra europea.
I media italiani hanno, in gran parte, assecondato l'idea che i Democratici Svedesi possono essere un partito neonazista, quando non né hanno assolutamente il carattere solo che si dia loro una rapida occhiata. Certo sono stufi che intere zone del paese siano nelle mani d'immigrati, in particolare di musulmani. Questo basta a far lanciare contro di loro strali assurdi. Comunque i segnali che provengono anche dalla Svezia sono chiarissimi.

TENSIONE IN KOSOVO
 
A quasi 20 anni dall'intervento in Kosovo (nel 1999), il paese ha ancora dei problemi seri di stabilità. La visita del primo ministro serbo Vucic ha provocato un immediato innalzamento della tensione. Il leader di Belgrado ha parlato nella parte sotto controllo serbo di Mitrovica ma una folla di dimostranti albanesi ha bloccato ogni possibilità di raggiungere dei villaggi serbi che si trovano in zone a maggioranza albanese.
In allarme tutte le forze internazionali nel paese e il loro schieramento ha evitato scontri. 
Si parla di eventuali scambi territoriali fra Kosovo e Serbia ma il processo appare molto difficile. 

ATTENTATO ALLA CELEBRAZIONE DI MASSUD
 
 
 
alla cerimonia per ricordare il 17° anniversario della morte del comandante Massud, ucciso da due attentatori suicidi talebani, un terrorista sempre talebano si è lanciato con una moto fra la folla, facendo 7 morti e 20 feriti.
Massud si era battuto prima contro i sovietici, poi contro i comunisti locali e successivamente anche contro i talebani. Una figura di spicco fra i combattenti di quel paese anche se fu lasciato solo dai paesi occidentali a combattere l'integralismo.
RAIDS, i cui inviati l'andarono a trovare, lo ricorda sempre con deferente ammirazione.

PRIMA NUOVA UNITA' UCRAINA
ARRIVATA NEL MARE DI AZOV


La prima unità di rinforzo, un pattugliatore, è giunta via terra nel Mare di Azov, per l'esattezza  a Berdyask, "saltando" il blocco russo a Kerch. Kiev vuole rinforzare la sua presenza in queste acque, per proteggere le sue coste e i suoi pescherecci, disturbati più volte, se non sequestrati, dalla Marina russa..
Mosca ha una netta superiorità navale in Mar Nero ma Kiev vuole contrastarla, disponendo di adeguati cantieri navali e di una buona tradizione.
GIORNATA DI BOMBARDAMENTI IN SIRIA


Mattina di continui bombardamenti aerei e fuoco dell'artiglieria nella Siria settentrionale, in particolare a sud di Idlib. Il numero di vittime cresce anche perché sono riapparsi gli elicotteri Mi.17 che sganciano bombe non guidate sui centri abitati, le famigerate Barrel Bombs" che colpiscono a casaccio. Particolarmente numerose sono le sortite che decollano dalle basi aeree di Hama e Latakia.
I ribelli rispondono con tiri di disturbo con i lanciarazzi, in quanto non vogliono scoprire le posizioni dei loro pezzi che verrebbero subito attaccati dal fuoco dell'artiglieria e dai velivoli avversari.
I difensori hanno realizzato posizioni difensive ma molto ben mimetizzate, in quanto sarebbero subito colpite in caso di attacco. Vi sono anche zone montuuose dove i corazzati e i meccanizzati non possono avanzare facilmente.
Un attacco terrestre non potrebbe evitare le posizioni turche, per cui  una nuova offensiva terrestre avrebbe grossi problemi. Fra l'altro Ankara non reggerebbe una nuova massa di profughi né si potrebbe pensare di spedirli in Europa visto il clima politico radicalmente mutato.




sabato 8 settembre 2018

MEDIO ORIENTE: UN QUADRO D'INSIEME

Vediamo di fare un quadro d'insieme della delicata situazione in Medio Oriente, un'area fondamentale
- Libia: La tregua a Tripoli sembra reggere, almeno fino a questo momento. Ma la situazione nel paese resta di grande confusione, se non di caos. Meglio nelle zone controllate dal Parlamento trasferitosi a Tobruch (che pure a delle difficoltà) ma nel caos totale nel resto del paese. Altro che Francia! Vorremmo sapere chi non fece partire la missione internazionale nel 2011. Oggi stabilizzare è molto più difficile.
- Algeria: massimo impegno contro il terrorismo integralista con buoni risultati.
- Tunisia: I tunisini combattono il terrorismo ma hanno bisogno di aiuto anche per la loro fragile economia, ricordando che fra i paesi arabi è fra i più avanzati.
- Egitto: paese fondamentale dell'area, combatte i movimenti integralisti, sta combattendo contro il terrorismo integralista e ha un ruolo chiave in molti settori, disponendo di grandi forze armate e forti legami.
- Israele: I problemi rimangono quelli di sempre, in particolare con Hamas e Hetzbolla oltre che con l'OLP. In questi anni si è avuta una collaborazione, più o meno palese, con vari paesi arabi mentre la situazione è di scontro con l'Iran.
- Yemen: La guerra continua fra gli sciiti houthi, appoggiati dall'Iran, e le altre componenti, con l'appoggio di molti paesi arabi, a partire dall'Arabia Saudita, con corpi di spedizioni nel paese. Gli houthi resistono nelle zone montuose ma sono sotto assedio anche se ancorano tirano missili balistici sull'Arabia Saudita. Si tratta a fasi alterne a Ginevra ma l'alleanza vuole saldare i conti con Teheran e i suoi alleati locali.
- Siria: Il pendolo di questo lungo conflitto, in corso dal 2011, è dalla parte delle forze del presidente Assad, grazie all'appoggio determinante di Russia e Iran. I ribelli controllano ancora circa 1/3 del paese, fra cui tutta la parte oltre l'Eufrate. La coalizione anti-governativa ha vari appoggi a secondo delle proprie posizioni. Le Forze Democratiche Siriane vedono la presenza anche di militari USA. inglesi e Francesi, addirittura con artiglierie. La Turchia ha ingenti forze in Siria e si rischia lo scontro. E' appena fallita la conferenza fra Erdogan, Putin e Ruhani (un trio molto assortito ma potente) a Teheran e proseguono i bombardamenti, con il rischio di 2,5 milioni di profughi verso la Turchia.
- Iraq: Le cose vanno meglio ma la gente è stanca di tanti morti, dei problemi economici e della corruzione. I kurdi (divisi in due grossi gruppi) controllano una parte del paese (la più stabile e pacificata), mentre l'Iran tenta di prendere il controllo della situazione, appoggiandosi a molte delle milizie sciite.  
- Turchia: La crisi economica a messo in difficoltà Erdogan mentre l'attività del PPK si è ridotta Erdogan sta giocando un gioco difficile e pericoloso, rischiando molto.
- Iran: Nel mirino di tanti e sempre molto aggressivo in campo internazionale. Ha una politica spregiudicata ma ora con Trump trova un ostacolo molto meno morbido che non con Obama o gli europei.
VELIVOLI RUSSI SULLA SIRIA
 
 
I velivoli russi continuano a svolgere un ruolo fondamentale nelle operazioni in Siria, svolgendo decine di sortite ogni giorno. In particolare oggi si sono visti in azione bombardieri Su.24 e Su.32 che hanno condotto numerose sortite. A proteggerli vi era sempre una coppia di Sukhoi Su.35 S da superiorità aerea che sorvegliava la zona e veniva rifornito in volo da cisterne Il.76, in modo da avere una lunga autonomia.
I bombardamenti sono stati intensi con un pesante bilancio di vittime civili. I velivoli di Ankara oggi non si sono visti sui cieli siriani ma tutto è possibile come ci ha insegnato anche questo conflitto.
I velivoli di Mosca utilizzano bombe a caduta libera e munizionamento guidato, sganciando in continuazione flares.
L'Aeronautica di Damasco è piuttosto debole, avvalendosi di vecchie macchine come i Su.22 e sganciando ancora da elicotteri Mi.17 barili esplosivi, facendoli rotolare dall'apertura posteriore. Come noto, la precisione di questi sganci è bassissima e hanno solo un impatto psicologico, specialmente se sganciate su centri abitati.
Tutte le formazioni dell'opposizione armata sono terribilmente a corto di armi antiaeree per cui possono opporre scarso contrasto. 

TALEBANI CONQUISTANO DUE PICCOLE BASI



Oggi i talebani hanno attaccato e conquistato due piccole basi a Markazi, località circa 100 km a nord di Kabul. I talebani hanno concentrato le loro forze nell'area e hanno attaccato, prima che potessero giungere adeguati rinforzi e appoggio aereo .
Il gruppo integralista è divenuto abile in questa nuova tattica cercando di colpire le basi con meno difensori.
Intanto Kabul è stata suddivisa in 7 zone difensive allo scopo di migliorare la sua protezione. 
A Tolka, ad oriente di Herat, i governativi hanno ripreso una posizione importante mentre vi sono stati attacchi a Farah.
ATTACCO DI BOKO HARAM 


Terroristi di Boko Haram, con indosso anche uniformi dell'Esercito, hanno attaccato un villaggio nel nord del paese, uccidendo diversi militari e poi massacrando parte della popolazione.
Il gruppo integralista nigeriano sta lanciando nuove operazioni nella parte settentrionale del paese, dopo un lungo periodo di crisi. 
Boko Haram è attivo da diversi anni nella parte settentrionale della Nigeria, a maggioranza musulmana, operando anche in Niger e avendo tentato anche azioni in Camerun e Ciad, paesi limitrofi, dove però le forze di sicurezza, a livelli di buona preparazione, hanno finito per respingerli, salvo che in Niger dove l'Esercito è troppo debole.

SCONTRI FRA KURDI E 
 FORZE DI DAMASCO
Qamishko è una delle due piccole sacche fedeli ad Assad che hanno resistito dall'inizio del conflitto nella parte nord-orientale del paese. Generalmente e da anni non ci sono stati scontri con le Forze Democratiche Siriane ma stamani vi è stato uno scontro con l'uccisione di alcuni militari lealisti.
Forse si vuol ricordare a Damasco che queste due sacche sono a forte rischio nel caso di una fase ulteriore della guerra civile.
Intanto proseguono i tiri dell'artitigieria e i bombardamenti aerei contro la zona di Idlib e corrono volci di un probabile attacco.

venerdì 7 settembre 2018

GRAVI DISORDINI A BASSORA
 
Questo pomeriggio una grande manifestazione popolare si è svolta a Bassora, il grande porto sullo Shat-al-Arab e una delle principali città irachene. La manifestazione è degenerata e sono stati assaliti alcuni edifici pubblici, lamentando la mancanza di servizi. Stranamente è stata assaltato anche il consolato iraniano in città, dopo aver travolto i poliziotti sistemati in sua difesa. Probabilmente i dimostranti, che pure sono sciiti, accusano l'Iran di avere delle responsabilità nella situazione in cui si trova il paese oggi, alle prese con burocrazia e corruzione. 
Il fatto, proprio perché si è svolto in una zona a netta maggioranza sciita, assume un rilievo molto importante.

NULLA DI FATTO NELL'INCONTRO 
SULLA SIRIA A TEHERAN

L'incontro tenutosi a Teheran fra russi, turchi e iraniani, nelle persone dei tre capi dei rispettivi paesi (Putin, Erdogan e Rouhani) non ha portato a nessun risultato. I rappresentanti hanno rinviato tutto al futuro incontro in Russia. Evidentemente le posizioni erano molto lontane proprio mentre la tensione è molto alta nella Siria settentrionale. Per Putin è un ulteriore problema perché cerca di rimanere in equilibrio fra Turchia e Iran (e anche Siria), una politica molto difficile vista la situazione sul campo in Siria
Il primo ministro iraniano, tanto per buttare benzina sul fuoco, il primo ministro iraniano Rouhani, ha annunciato che dopo aver conquistato la Siria settentrionale, passeranno all'attacco dei territori orientali del paese, dove si trovano le Forze Democratiche Siriane (a maggioranza kurda), appoggiata da diversi paesi occidentali. Il governo iraniano è preoccupato per il risveglio della guerriglia kurda in Iran.
La situazione in Medio Oriente rimane di forte tensione ed è facile prevedere nuovi sviluppi bellici.

BREAKING NEWS


AEREI TURCHI NEI CIELI DI IDLIB


Intorno alle 11.00 di questa mattina, velivoli F-16 turchi sono apparsi nei cieli di Idlib, la città del nord della Siria ancora in mano alle forze dell'opposizione.
Si tratta di un segnale forte sul fatto che Ankara non lascerà che i velivoli di Damasco e quelli di Mosca proseguano i loro attacchi, ricordando che per scelta strategica si è limitato l'afflusso di missili spalleggiabili antiaerei alle forze irregolari in Siria.
Quanto sta avvenendo segna un punto di svolta in quanto fino ad oggi i velivoli turchi erano rimasti oltre la frontiera.

giovedì 6 settembre 2018

BRASILE. ACCOLTELLATO CANDIDATO 
 
Il candidato di destra all'elezioni presidenziali in Brasile, Jair Bolsonaro, attualmente in testa ai sondaggi per l'elezioni di ottobre, è stato accoltellato da un sostenitore dell'ex presidente di estrema sinistra Lula, attualmente in carcere condannato a 12 anni. La vittima ha subito una grave ferita ma non è in pericolo di vita.
Bolsonaro, un ex ufficiale, è fautore di un cambiamento profondo nel paese, facendolo uscire anche dal disastro economico in cui l'aveva spinto Lula. Fra l'altro il candidato è un deciso avversario del dittatore venezuelano Maduro e un suo successo potrebbe contribuire alla rimozione di un elemento che, dopo Chavez, è riuscito a distruggere completamente l'economia del paese. Anche i Brasile, proprio per la politica del partito di Lula, oggi ha grossi problemi anche se non è alla bancarotta totale come il Venezuela.

L'OSCE SEGNALA VIOLAZIONI DEGLI
 ACCORDI PER IL DONBAS


La missione OSCE nel Donbas, che si avvale anche di UAV ma che spesso vede i suoi rappresentanti bloccati e minacciati,  ha segnalato la violazione degli accordi per quanto riguarda il dislocamento di mezzi da parte dei separatisti. Infatti i mezzi pesanti dovrebbero stare a una data distanza dalla linea di separazione e invece sono stati rilevati lanciarazzi campali (in genere BM-21) e decine di mezzi blindati e corazzati, dove non potrebbero stare.
Non è certo una novità e si tratta solo della punta dell'iceberg perché molti mezzi pesanti sono nascosti all'interno di tante strutture (per esempio capannoni ed edifici), dove sono difficili da identificare dall'alto.
Tutti i giorni vi sono decine d'incidenti con l'impiego di armi leggere, cannoni senza rinculo, razzi anticarro e mortai se non intervengono le artiglierie.
Il campo separatista è scosso dall'uccisione del presidente della Repubblica Popolare di Donietsk, saltato in aria in un bar che frequentava abitualmente, episodio che ha ferito anche il ministro delle finanze. Le indagini non stanno portando a niente ma è chiaro che si è trattato di un regolamento di conti. In città sono giunti anche vari operativi dei servizi di Mosca che potrebbe essere all'origine di una così drastica "sostituzione". Senza gli aiuti militari ed economici di Mosca, queste due "repubbliche" avrebbero vita molto breve, per cui i russi fanno e disfano a piacimento, sembra innervositi dal fatto che non riescono a risolvere il problema.
Trump si è rivelato in questo caso molto meno accondiscendente di Obama, a differenza di quanto erroneamente pronosticato da tanti.
GRANDE TENSIONE IN SIRIA
 
 
La tensione sale in Siria dove si stanno manovrando le truppe e facendo affluire le truppe su entrambi i fronti nella Siria settentrionale mentre Mosca e Washington si scambiano avvisi.
Per ora i velivoli di Damasco e quelli russi e le relative artiglierie, stanno conducendo attacchi reiterati che coinvolgono anche la popolazione. Ankara sembra non voler mollare e i suoi reparti sono un "osso" troppo duro anche per Damasco e Mosca. La Turchia sa che se arrivano altri flussi di profughi, questa volta dovrebbe tenerseli e una sconfitta delle milizie che ha sempre appoggiato, sarebbe un colpo durissimo alle sue ambizioni.
Intanto lungo l'Eufrate si sta organizzando una struttura politica autonoma, avversa ad Assad ma anche alla Turchia, che gode del supporto statunitense, inglese e Francese.
Dopo oltre sette anni di immani sciagure, la gente vuole pace ma trovare in questo quadro una soluzione è molto difficile. E ancora nel paese vi sono gruppi di Daesh e anche di radicali islamisti, ulteriore fattore destabilizzante anche se il loro peso militare si è drasticamente ridotto.

TIENE LA TREGUA A TRIPOLI
Per ora tiene la tregua a Tripoli. Potrebbe essere rotta fra pochi minuti ma almeno i combattimenti sono cessati. Certo resta una situazione molto delicata e comunque le forze della 7a Brigata tengono le posizioni che avevano conquistato nella parte sud-occidentale della città
A nostro avviso, e in mancanza di una iniziativa di ben altro profilo, questo equilibrio non potrà durare in quanto sono infiniti i punti in cui potrebbero scoppiare incidenti. La posizione del presidente Sarraj è troppo debole e in città scorrazzano soggetti pericolosi, da gruppi di integralisti a bande di autentici predoni  che possono operare solo se permane una situazione di caos.
Ovviamente questa nuova fase di scontri a Tripoli ha rafforzato la posizione delle forze che si rifanno al Parlamento di Tobruch, le cui forze sono subito alle spalle della 7a Brigata, con cui potrebbero allearsi.
Il fatto che l'Italia tenga dei rapporti non adeguati con le forze che si rifanno al Parlamento di Tobruch è stato un grave errore dei precedenti esecutivi italiani. Parigi ha puntato subito sull'Esercito Nazionale Libico del maresciallo Haftar (che sembra avere sempre dei problemi di salute) mentre il PD si è abbarbicato a Serraj che non possiede forze fedeli sul campo anche se formalmente è appoggiato dall'inviato speciale dell'ONU, un libanese che vive e insegna in Francia, fattore non secondario nei vari equilibri.

Da segnalare anchel'intensa attività aerea statunitense di ricognizione e sorveglianza, in particolare volta a colpire l'attività di Daesh nel partire, condotta con teleguidati ma anche da velivoli pilotati come un "misterioso" ATR-42 che ufficialmente è gestito dall'USA, che opera sulla Libia partendo dall'aeroporto di Suda, sull'isola di Creta. Attrivi anche i P-8 POSEIDON ma anche velivoli di altri paesi, come quelli francesi e inglesi. Non mancano neppure ricognizioni italiane, seppur più prudenti, volte anche a monitorare i traffici illegali.

VERSO UN GOVERNO NEL NORD-EST DELLA SIRIA
 
 
Le forze che operano a nord-est della Siria, in primo luogo le Forze Democratiche Siriane, hanno deciso di puntare ad una forma di governo autonomo per gestire la situazione.
Si chiamerà Governo Autonomo dell Siria Nord-Orientale, e si sviluppa in gran parte a occidente dell'Eufrate, potendo contare su discrete risorse petrolifere.
Dopo una serie di tentativi falliti, con gravi perdite (grazie in primo luogo all'intervento dell'Aeronautica statunitense), sembra che Damasco non tenti più un'offensiva verso questo settore nonostante le pressioni iraniane.

CONFRONTO FRA INGLESI E CINESI 
ALLE ISOLE PARACELSO


La nave d'assalto anfibia della Royal Navy ALBION (22.000 tonnellate di dislocamento) è stata affrontata da unità navali cinesi ed elicotteri mentre riaffermava il diritto alla libera navigazione intorno alle isole Paracelso, al largo della costa vietnamita. Le isole sono rivendicate da Hanoi ma occupate da Pechino, molto aggressiva nelle acque del Mar Cinese meridionale, dove sta già occupando altre isole approfittando della sua forza rispetto a paesi come le Filippine.
Questo delle acque e delle terre del Mar Cinese Meridionale sarà un problema molto delicato in futuro anche perché i fondali sono ricchi di petrolio.
ESPULSI 7 TURCHI DALLA MOLDAVIA



Sette cittadini turchi sono stati espulsi dalla Repubblica Moldava, per il coinvolgimento in attività terroristiche. Quattro di loro lavoravano in una scuola di Chisinau. La Moldavia ha anche il problema del separatismo filo-russo con la zona oltre il Dniester occupata dai russi, con tanto di "corpo di spedizione di pace" russo.
L'impressione è che i terroristici islamici tentino d'infiltrarsi in Europa attraverso nuove vie di penetrazione. Fra le vie di pentrazione destano preoccupazione il Kosovo e la Bosnia-Erzegovina.

mercoledì 5 settembre 2018

FERITI PER MISSILE BALISTICO 
IN ARABIA SAUDITA
 
 
Un missile balistico a breve raggio lanciato dalle milizie di Ansar Allah (nome sotto cui si battono le milizie houthi nello Yemen) ha causato 23 feriti nella cittadina saudita di frontiera di Najrian. La zona non è protetta dai sistemi missilistici PATRIOT. Da alcune settimane non giungono più missili verso Ryad ma prosegue il lancio di missili più piccoli che possono raggiungere solo località poco oltre il confine.
Anche per questo l'Arabia Saudita vuole chiudere la questione yemenita, volendo bloccare l'espansionismo iraniano estremamente virulento in questi anni.