mercoledì 30 dicembre 2020

IMBOSCATA IN SIRIA

 

Il 30 dicembre, intorno alle 16,00 ora locale, un reparto di Damasco è caduto in una imboscata da parte di Daesh. a circa 100 chilometri da Deir-ez-Zorh, sulla strada per Palmiria. Pesante il bilancio in quanto sono stati uccisi 28 militari mentre 17 risutano feriti. Daesh è sempre presente nell'area e sferra ancora dei colpi. Le vittime appartenevano tutti alla 4a Divisione e viaggiavano a bordo di un pulman che è stato attaccato e incendiato. Si tratta del maggior numero di vittime in un singolo episodio da molto tempo a questa parte. 

martedì 29 dicembre 2020

TRUPPE SUDANESI IN DARFUR E AL CONFINO CON L'ETIOPIA

 

Truppe del Sudan si stanno riposizionando nella regione occidentale del Darfur, dove da decenni vi sono scontri fra le etnie diversi, sostanzialmente fra musulmani e cristiano-animisti.

Nello stesso tempo si stanno mandando anche rinforzi ai confini con l'Etiopia dato che vi sono stati alcuni scontri. 

TRE MILITARI FRANCESI UCCISI IN MALI

 

Tre militari francesi sono rimasti uccisi quando il loro veicolo è saltato in aria su un IED nell'area di Hombori. Probabilmente si trattava o di un veicolo non protetto o di un mezzo di vecchia concezione, come nel caso dei 4x4 blindati VAB, ancora in servizio ma oramai superati. Il Mali si conferma un paese insidioso per la presenza della guerriglia integralista. Il numero dei caduti dell'Operazione BARKHANE sale a 49 dal 2015, quando iniziò.


AGGIORNAMENTO

Si è appreso che i tre militari facevano parte dell'equipaggio del veicolo 4x4 triposto VBL. Parigi ancora utilizza veicoli come questo e come i VAB in zone ad alto rischio, dove si organizzano agguati con IED a cui questi mezzi, di vecchia concezione, non possono reggere.


 

 

sabato 26 dicembre 2020

 ANCORA UNA MINA IN MAR ROSSO

 

Ancora una mina navale ha colpito un mercantile in transito nel Mar Rosso, a largo di Hoddeida. Probabilmente si tratta di armi posate dalle milizie houthi o dall'Iran. Il ripetersi di questi incidenti sta preoccupando vari paesi, fra cui l'Italia. Due giorni fa 4 mine erano state neutralizzate nelle acque antistanti il confine fra Arabia Saudita e Yemen.

Sempre il 26 è stato lancato dalle milizie houthi un missile che però non ha passato le linee, ricadendo poco dopo il lancio. Sembra che le capacità missilistiche houthi siano state fortemente ridotte in questi ultimi mesi, causa il blocco dei rifornimenti di armi e gli attacchi aerei.

 

 

LA SITUAZIONE IN IRAQ

 

In Iraq vi è ancora uno stato di forte disagio mancando la stabilità. I combattimenti e gli attentati si sono drasticamente ridotti da quando Daesh ha subito sconfitte campali ma operano ancora molte cellule. Si sente sempre forte l'attività di destabilizzazione idel regime teocratico iraniano e poi vi è sempre il complesso problema kurdo che coinvolge pesantemente anche la Turchia anche se vi sono accordi sostanziali. La coalizione iternazionale ha una presenza ridotta ma importante, subendo anche qualche attacco, per esempio a convogli di mezzi civili (scortati) che trasportano rifornimenti.

venerdì 25 dicembre 2020

ATTACCO AEREO ISRAELIANO IN SIRIA

 

Nella notte fra il 24 e il 25 dicembre, velivoli israeliani orbitanti sul Libano settentrionale, hanno lanciato dei missili contro un centro di ricerca a Masyaf, nella occidentale della regione siriana di Hama. Non si hanno notizie dei danni arrecati ma sono stati scorti incendi. L'antiaerea israeliana ha tentato di colpire i missili, senza riuscirvi. Non è escluso che l'attacco abbia riguardato un'area dove erano presenti iraniai o milizie Hezbollah.

 

AGGIORNAMENTO DELLE ORE 17.OO

La fabbrica era impegnata per ealizzare motori a razzo e i danni sono poittosto estesi, con vari edifici distrutto, stante le immagubu da satellite. 

giovedì 24 dicembre 2020

ATTACCHI AL CONFINE FRA ETIOPIA E SUDAN

 

In circostanze ancora non chiare, al confine fra Sudan ed Etiopia si sono registrate oltre 100 vittime civili. Potrebbe trattarsi di un attacco delle milizie del Tigrai ma nel medesimo periodo è cresciuta anche la tensione con il Sudan. 

martedì 22 dicembre 2020

COMBATTIMENTI NEL DONBAS

 

In questi ultimi giorni si sono intensificati i combattimenti nel Donbas, che non sono mai cessati del tutto, Al momento sembra che fra Kiev e Mosca non vi siano spunti per una intensa ma è chiaro che questa situazione non potrà proseguire all'infinito anche perché la regione sta attraversando un disastro economico gravissimo dato che quasi ttte le attività economiche si sono bloccate. 

domenica 20 dicembre 2020

ATTENTATO A KABUL

 

E' di 9 morti il bilancio di un attentato nel centro della capitale afghana, contro un convoglio che trasportava un parlamentare. Si è trattato della solita bomba di grande potenza, comandata a distanza. Fra le vittime anche donne e bambini che erano nella zona dato che i terroristi non si fermano neppure davanti a questa prospettiva.

Giungono notizie di scontri che proseguono in varie zone anche se l'intensità dei combattimenti è inferiore rispetto a quella di anni precedenti. Solo negli ultii giorni nell'area di Kahandar sono stati eliminati 74 miliziani integralisti. Fra l'altro Kabul ha denunciato l'arrivo di armi ed esplosivi (incluso ntrato d'ammonio, base di esplosivi di circostanza) dal Pakistan, dove agiscono ancora pericolosi gruppi d'integralisti. 

venerdì 18 dicembre 2020

STRAGE IN SOMALIA

RITIRO STATUNITENSE

 

Ennesima strage da parte dell'integralismo somalo. Il 18 dicembre un ordigno è scoppiato nel piccolo stadio di Gallacaio, nella parte settentrionale del paese, poco prima che vi giungesse un realder politico. Sembra che le vittime siano dozzine e molti i feriti.

Intanto sta iniziando il ritiro dei circa 700 militari USA presenti nel paese. Sta giungendo a largo di Mogadiscio una grande nave d'assalto anfibio per imbarcare personale ed equipaggiento. Rimarrà in Somalia solo un ristretto numero di militari e un numero non precisato di contractors. 

MINA IRANIANA IN MAR ROSSO

 

Una mina navale di costruzione iraniana del tipo SAFAF, è stata individuata e distrutta dalle forze saudite, a largo della costa yemenita settentrionale nel Mar Rosso. Per la sua posa sono sospettate delle unità mercantili iraniane che incrocano in quelle acque e che conduzono sicuramente varie attività clandestine. Non è escluso che prima o poi qualcuno vada a bordo per controlli. 

mercoledì 16 dicembre 2020

IL GEN. ZANELLI VICE COMANDANTE IN AFGHANISTAN

 

Il generale di corpo d'armata Nicola Zanelli è da oggi il vice comandante dell'Operazione internazionale RESOLUTE SUPPORT in Afghanistan. Il generale è un uomo d'azione, brevettato incursore e già comandante del Reggimento COL MOSCHIN e del COFS a Cebntocelle. Ce lo ricordiamo in diverse missioni all'estero, sempre brillante ufficiale, fin dall'epoca delloperazione AIRONE in Kurdistan nel 1991, poi in Somalia. Siamo certi che anche in Afghanistan, paese che conosce bene, sarà farsi valere in modo efficace. Il fatto che un ufficiale italiano sia vice comandante di questa difficile missione, indica che il personale italiano è altamente apprezzato in ambito internazionale. 

ANCORA CONBATTIMENTI IN AFGHANISTAN

 

Anche se l'intensità dei combattimenti è diminuita, la guerra prosegue in Afghanistan. Oggi sono stati uccisi 13 soldati governativi a Pul-e-Khumri, circa 200 km a nord della capitale, nel corso di un violento attacco poi respinto, Nell'ara di Khandahar i governativi sono all'attacco e hanno eliminato, anche con l'appoggio aereo, diversi miliziani integralisti. Sempre relativamente tranquilla la parte occidentale del paese.


 

SCONTRI FRA KURDI IN SIRIA

 

Una cinquantina di miliziani kurdi dell'YPG (di matrice marxista) si sono scontrati, nella notte fra il 15 e il 16 dicembre, con formazioni kurde nazionaliste, mentre tentavano d'infiltrarsi in Turchia, nell'estremità nord-orientale della Siria. Le formazioni dell'YPG (ramo armato del Parito dei Lavoratori Kurdo, PPK) sono in contrasto con le formazioni nazionaliste kurde e gli scontri stanno aumentando di frequenza, sia in Siria che in Iraq.

 

 

martedì 15 dicembre 2020

BOMBARDAMENTI RUSSI IN SIRIA

 

In un paio di giorni i velivoli russi schierati in Siria hanno effettuato una quartiina di sortiti contro bersagli posti nella Siria centrale, dove ncora operano gruppi facenti capo a Daesh. Si tratta di zone decisamente remote, dove ancora non è rientrata la popolazione civile. Intanto proseguno anche i bombardamenti, sepur meno intensi, dei vlivoli di Mosca nell'area di Idlib, ancora sotto controllo delle forze ribelli sostenute da Ankara.  

ATTACCHI CIBERNETICI DALLA RUSSIA

 

In questi ultimi giorni si sono registrati molti attacchi cibernetici provenienti dalla Russia e diretti verso importanti organizzazioni del mondo occidentale. Moca non è nuova ad iniziative ostili di questo tipo e sarebbe il tempo di rispondere in modo adeguato, dato che si tratta di iniziative a livello governativo e non certo di attacchi di singoli haker o di gruppi di haker. 

lunedì 14 dicembre 2020

 ATTACCO A PETROLIERA DAVANTI GEDDA


Nuovo episodio di guerra navale nelle acque del Mar Rossi. Il 14 dicembre un battello telecomandato ha clpito una petroliera dvanti a Gedda, in Arabia Saudita. I danni sono tati limitati e non si registrano danni all'equipaggio. Di certo le acque davanti alle coste saudite del Mar Rosso, stanno diventando insidiose, probabilmente per via di equipaggiamenti iraniani.

domenica 13 dicembre 2020

 RELAZIONI DIPLOMATICHE FRA MAROCCO E ISRAELE


Nel quadro profondamente mutato dei rapporti in Mdio Oriente, il Marocco si è unito a quei paesi arabi che hanno ripreso le relazioni diplomatiche con Israele. Cresce il numero di questi paesi e chiaramente anche l'Arabia Saudita non è contraria anche se ancora mancano passi ufficiali anche se si parla d'incontri segreti ai massimi livelli.

I COMBATTIMENTI SONO CESSATI NEL TIGRAI

 

Almeno per ora sono cessati i combattimenti nel Tigrai, dopo che le forze di Addis Abeba sono entrate in Makallé, il capolugo regionale, proveniendo dalla zona a ridosso della frontiera con l'Eritrea.

Gli Stati Uniti hanno chiesto all'Eritrea di ritirare le proprie truppe che sembra siano entrate in Etiopia per appoggiare l'offensiva delle forze di Addis Abeba. 

mercoledì 9 dicembre 2020

 SULL'UCCISIONE DI MOSHEN FAKHRIZADEH


L'uccisione del capo del programma nucleare iraniano, ha avuto caratteristiche veramente eccezionali. Tratteremo in modo più ampio l'argomento sul numero di dicembre di RAIDS ma intanto è emerso che a sparare è stato un sistema a controllo remoto, sistemato in un furgone lungo la strada. Non vi era nessun operatore sul posto. E' impressionante la capacità dimostrata da chi ha organizzato l'azione. lascinado intendere che può colpire chiunque in Iran anche se scortato. Qualcuno che ha diostrato di poter operare in un paese chiuso e sorvegliato come l'Iran in modo vasto e complesso, riuscendo ad eliminare lo scienziato ma lasciando illesa la moglie, che si trovava sull'auto al suo fianco. Ucciso è rimasto invece un uomo della scorta.

Il veicolo su cui si trovava l'apparecchiatura è stato poi fatto esplodere per non fornire elementi utili alle indagini iraniane. L'evento sembra abbia creato grande preoccupazione nei vertici iraniani, consci anche che non solo altri potrebbero fare la stessa fine ma che il perogramma nuclearte iraniano non sarà lasciato proseguire.

Malcelata sodisfazione si è avuta in diversi paesi arabi minacciati dall'Iran teocratico.

INTERCETTATO CARICO DI DROGA

 

Nel Mar Arabico vi sono molti traffici illeciti, non solo armi ma anche droga. Su una imbarcazione locale è stato scoperto un carico di oltre 900 kg di droga, bloccato da una unità statunitense, con il concorso delle operazioni che varie marine, fra cui quella italiana, conducono in quelle acque. L'attenzione è cresciuta in questi anni visto il contrabbando di armi dirette verso la milizia houthi, appoggiate dall'Iran.  I traffici, spcialmente di piccole unità, in quelle acque sono intensissimi e necessitano di adeguati controlli anche perché vi passano rotte fondamentali per l'Europa. Gibuti è la base principae per queste attività, ricordando la presenza di una piccola base logistica italiana, situata in un punto veramente strategico.

martedì 8 dicembre 2020

QUARANTA TERRORISTI ELIMINATI NEL SINAI

 

Qaudo si parla di Egitto in troppi si dimenticano che il paese è alle prese con un pericolosissimo terrorismo integralista, capace di mettere bombe anche nei luoghi di culto. Solo oggi, durante una efficace azione, le forze di sicurezza egiziane hanno eliminato 40 terroristi che operavano nel Sinai settentrionale, area dove sono attivi da anni. I gruppi terroristici fanno capo a formazioni come Al-Qaeda ma anche alla Fratellanza Musulmana, quel gruppo che uccise nel 1981 il presidente Assad, "reo" di aver firmato la pace con Israele.

ANCORA SCONTRI NEL FEZZAN

 

Anche oggi le forze libiciche nazionaliste si sono scontrate con quelle del Governo di Accordo Nazionale, appoggiate dalla Turchia, Si combatte per il controllo di alcuni  zone dove si trovano pozzi petroliferi nel Fezzan occidentale, dove le forze fedeli al GNA controllano una zona verso cui si dirige anche una colonna partita da Tripoli. 

COMBATTIMENTI IN SIRIA

 

Sono ripresi i combattumenti in Siria, su molti fronti. I turchi tirano con l'artigieria contro le Forze Democratiche Siriane. Gli israeliani hanno xolpito bersagli a sud di Damasco. Intorno a Idlib gli scontri proseguono anche se non sono le battaglie registrati in altri anni. La tensione rimane alta anche al confine con l'Iraq. Le previsioni non sono per niente positive mentre la struttura economica del paese rimane devastata. 

domenica 6 dicembre 2020

COMBATTIMENTI NEL FEZZAN

 

Sono ripresi gli scontri nel Fezzan Libico. Si combatte ad Ubari, dove le forze nazionaliste hanno lanciato un attacco. Qui vi è un enclave controllato dal GNA. Siamo in pieno deserto libico dove la logistica è problematica. L'esito dei combattimenti, che si svolgono con gruppi ristretti di uomini, è ancora incerto. Fondamentale è la possibilità d'interventi aerei. 

RIPRENDONO I COMBATTIMENTI NELLO YEMEN

 

Dopo una serie di attacchi della milizia houthi, raggruppate con altre sigla sotto Ansar Allah, anche in mare, da alcuni giorni sono ripresi i combattimenti nello Yemen. Le forze della coalizione a guida saudita hanno colpi vari bersagli militari, incluso uno all'aeroporti di Saana. Si combatte anche nella città portuale di Hoddeida. L'antiaerea saudita continua ad abbattere droni con carichi esplosivi diretti contro il suo territorio. Ci sono state scaramucce anche fra gruppi rivali nella coalizione anti houthi mentre anche gli integralisti si sono rifatti vivi con un attacco in mare, lungo la costa più occidentale, di fronte a Qishn

sabato 5 dicembre 2020

 RITIRO STATUNITENSE DALLA SOMALIA

 

Proseguendo la strategia volta alla riduzione dei contingenti statunitensi da alcuni paesi (come l'Iraq e l'Afghanistan) anche quello in Somalia sarà ridotto entro il 15 gennaio. Del resto l'impegno di Washington in questo paese partì nel lontano 1992 e seppur cessato in un periodo, dua da diverso tempo. Ai somali sono stati forniti equipaggiamenti per poter proseguire l'impegno contro le milizie integraliste e sicuramente proseguiranno certe attività, come quella d'intelligence e relativa all'impiego di droni. Probabilmente rimaranno alcuni istruttori e i contractor. Comunque le forze di Washington rimarranno nel confinante Kenia e a Gibuti, pronti ad intervenire. All'inizio di dicembre nel paese operavabo circa 700 militari statunitensi.

A fine novembre è rimasto ucciso in combattimento un operatore della CIA facente parte del SOG, le squadre d'intervento diretto. Non è stato reso noto il nome ma si tratta di un ex SEAL del Team 6.



giovedì 3 dicembre 2020

REPRESSIONE AD HONK KONG

 

I tribuali di Hong  Kong stanno comminando pene severe ai contestatori della politica repressiva di Pechino. Fioccano le condanne  mentre il regime tenta di non cedere su niente. Bisogna dire che i contestatori sono ben determinati nelle loro scelte. Gran parte del mondo è inerte davanti all'imperialismo del regime cinese. Sicuramente sarà una lotta sul lungo periodo e anche l'opposizione di Hong-Kong sembra non voler demordere. 

AGGIORNAMENTO GUERRA NEL TIGRAI

 

Non è sempolice avere informazioni attendibili sulla situazione nel Tigrai. Di sicuro le truppe etiopi sono giunte a Makallé, il capoluogo della regione anche se non hanno il controllo totale di una città che conta mezzo milione di abitanti. I dirigenti del TPLF hanno esplresso l'intenzione di proseguire la lotta a costo di condurre una lotta non convenzionale, un problema non da poco. 

Il mondo internazionale, impegnato anche nella pandemia, ha posto pochissima attenzione su tutta la vicenda. Da rimarcare l'insolita alleanza fra eritrei ed etiopi, da sempre su fronti opposti. 

mercoledì 2 dicembre 2020

AGGIORNAMENTO SIRIA

 

Anche se la vastità dei combattimenti in Siria è minore, non si deve pensare che questi siano termiati, stante anche la situaizone sul campo. Per esempio Daesh in novembre ha condotto una serie di azioni nella provincia di Hama, in cui ha ucciso 23 persone, il numero più alto in un mese dal 2017, quando fu sconfitta sul campo.

Sono ripresi i bombardamenti nella regione di Idlib, ul altro classico, con Ankara che ha fornito anche vecchi obici da 155 mm statunitensi alle forze ribelli e schiera nell'area ben 15.000 militari. I russi, anche se meno che in passato, conducono bombardamenti aerei e terrestri, in una situazioe i cui gli incidenti con i turchi sono sempre possibili. Vi sono poi scontri fra kurdi e turchi, un altro "classico" da tempo.

Siamo veramente molto lontani da una pace mentre l'economia di Damasco è sempre devastata. Da notare come l'ONU non riesca praticamente a far niente per migliorare la situazione.

COMPLETATO IL RITIRO ARMENO DAI TERRITORI 

CEDUTI ALL'ARZEBAGIAN

 

Gli armeni hanno ceduto i territori del Nagorno-Karabakh che controllavono in precedenza e che sono passati sotto il controllo di Baku. Si tratta di un complesso nuovo confine, che ha per gli armeni un piccolo corridoio di base anche se in due zone giunge sul vecchio confine. Ad occhio e croce una soluzione piena di rischi, in partivolre per gli armeni, in quanto rischiano di essere tagliati fuori con facilità dal territorio armeno. 

Ci sono ancora forti proteste ad Erevan contro la dirigenza che ha accolto questa intesa. Ad occhio e croce la vicenda storica di questi territori non è conclusa e nonostante Putin si atteggi a "pacificatore", ha dovuto ingoiare un'altra sconfitta da parte di Erdogan.