giovedì 28 febbraio 2019

ESCLUSIVO
 
UNITA' 930:
ARMI PER TUTTI DAI PASDARAN
 
 
L'Unità 930 é il dipartimento dei Guardiani della Rivoluzione che si occupa dei rifornimenti di armi a quei paesi e a quei gruppi che sono alleati del regime teocratico iraniano.
Il primo e più antico "cliente" è rappresentato dal movimento Hezbollah in Libano, a cui è stato fatto giungere di tutto, incluso i missili antinave, utilizzati già nel 2006.
Un grande lavoro è stato fatto con lo Yemen, prima e dopo l'inizio della Guerra Civile nel 2014. Ora questa destinazione è divenuta molto problematica per via del blocco navale e aereo che viene applicato.
Altra destinazione, ma meno problematica, è la Siria di Assad. Qui la segretezza non ha rilievo ma serve un flusso continuo di rifornimenti, utilizzando vari velivoli, incluso i B-747 ancora in servizio (e sicuramente i pezzi di ricambio giungono per vie traverse) con l'Aeronautica iraniana.
L'Unità 930 sfrutta ovviamente il sistema delle triangolazioni, vale a dire facendo passare i carichi via un paese terzo. L'Iran è un paese che ha grosse disponibilità economiche per cui è facile che corrompa qualcuno, in modo tale che non approfondisca troppo sul contenuto di certi container. Più che su interi carichi, si cerca di far passare singoli pezzi o piccoli lotti che danno molto meno nell'occhio.
Altro storico cliente dell'unità è Hamas. La Striscia di Gaza è piccolissima e molto sorvegliata ma diversi invii vanno a buon fine, magari passando inizialmente per l'Egitto. Israele sorveglia molto attentamente i carichi inviati in Siria e molte volte i velivoli israeliani hanno distrutto depositi e convogli.
Per certe consegne sono state utilizzate anche piccole unità civili in legno, del tipo che è ricorrente incontrare in gran numero in Mar Rosso, nel Golfo e in Oceano Indiano; unità che danno poco nell'occhio. Una volta sfuggivano ai controlli ma oggi sono sotto tiro anche loro.
L'Iran ha sfruttato anche la sua rete di relazioni internazionali, per esempio appoggiandosi al Venezuela di Maduro per questo tipo di traffici. Altre volte si è lavorato con la Corea del Nord, altro grande produttore di armi anche se non di eccelsa fattura tecnica.
In definitiva questo reparto, a cui RAIDS ha dedicato un articolo nei numeri passati,  sta svolgendo un ruolo altamente destabilizzante ed è per questo che viene tenuto sotto stretta attenzione.
 

RIFORNIMENTI DI MUNIZIONI
DALLA TURCHIA ALLA SIRIA


Visto la quantità di razzi sparati dalle forze ribelli nella Siria settentrionale, è chiaro che è arrivata una grossa partita di queste armi alle milizie che si oppongono alle forze di Damasco. Queste armi, insieme ad altre, possono essere giunte solo via Turchia.
Il fronte fra i vari schieramenti, non vede sostanziali modifiche da molti mesi in quelle zone e Ankara sembra decisa a non mollare il suo appoggio a questi gruppi. 
Intanto l'Aeronautica siriana prosegue i suoi voli sui territori in mano ai ribelli, effettuando anche operazioni di bombardamento anche se meno intense che non in passato.
PROVE BEN POCO CONVINCENTI 
CIRCA L'ABBATTIMENTO DI UN F-16 PAKISTANO


L'India ha mostrato un pezzo di materiale aeronautico che ha detto essere dell'F-16 pachistano che ha abbattuto.
Peccao che sul pezzo si legga chiaramento "AIM-120 C5", guarda caso la sigla di un missile aria-aria statunitense che arma i velivoli pachistani. Evidentemente si tratta di un pezzo di missile e non di velivolo. Se poi ci fosse un pezzo del velivolo, si doveva vedere il luogo dell'impatto.
Sicuramente si tratta di un pezzo di missile che è esploso sopra il territorio controllato dall'India, forse centrando lelicottero abbattuto, i cui resti sono stati mostrati alla televisione.
Successivamente i resti dell'arma sono stati correttamente indicati come "componenti di un missile" e non di un velivolo.

I MILIZIANI DEL CALIFFATO
SI ARRENDONO
 
 
Solo oggi si sono arresi alle Forze Democratiche Siriane circa 200 miliziani di Daesh, a cui si aggiungono anche membri delle faliglie. La struttura è completamente collassata e si da la caccia a chi tenta di nascondersi o fuggire.
Si cercano i principali ricercati e i combattenti stranieri. Alcuni vengono ritrovati cadaveri, colpiti dai bombardamenti aerei e dell'artiglieria. Sembra che anche nel mondo il brand dell'ISIS, sia in netta caduta, così da non attrarre più volontari, ora che le cose si sono messe molto male per loro.
Comunque la vigilanza prosegue ad essere alta, in quanto colpi di coda sono sempre possibili.

CINQUE ANNI DALL'OCCUPAZIONE
DELLA CRIMEA
 
 
Sono passati cinque anni da quando la Russia ha occupato la Crimea, approfittando del fatto che dalla fine dell'URSS aveva affittato (in via provvisoria) una parte della base navale di Sebastopoli.
Kiev non disponeva neppure di piani difensivi contro questa ipotesi e fu colta del tutto di sorpresa, dopo che aveva cacciato un regime molto corrotto e asservito a Mosca.
Sfruttando questa situazione, Putin fece la sua mossa e provò a fare qualcosa di simile anche nel Donbas, dove l'operazione è riuscita meno bene e dove si combatte ancora. In più si è preso anche delle sanzioni.
L'Ucraina non intende comunque rinunciare a questa parte di territorio e probabilmente attende il momento opportuno per tornarne in possesso, ora che dispone anche di uno strumento militare più moderno ed efficace e di una rinnovata coscienza nazionale.

CALMA APPARENTE IN VENEZUELA
 
 
I contendenti si preparano al prossimo scontro per il controllo del Venezuela.
Gaudiò è volato a Brasile, per avere un colloquio con il presidente della Repubblica, che ha schierato reparti e velivoli lungo il confine con il Venezuela.
Probabilmente si riproverà a far passare gli aiuti umanitari, sperando di aver miglior fortuna, magari passando proprio per il Brasile, il cui confine è molto più difficile da controllare.

 LA SITUAZIONE IN KASHMIR


prosegue lo scambio di colpi dra Pakistan e India ma non sembra imminente uno scontro diretto. L'India ha colpito i ribelli del Kashmir e il Pakistan ha abbattuo un aereo e un elicottero avversario.
Il problema del Kashmir è destinato però immancabilmente a ripresentarsi.







 

mercoledì 27 febbraio 2019

NIENTE ACCORDO 
AL VERTICE DI HANOI


Nonostante il clima apparentemente favorevole, non vi è stato un accordo finale al vertice di Hanoi fra il presidente statunitense e quello della Corea comunista.
Si parlava addirittura della firma della pace in un confronto che dura dal lontano 1950. Invece non è stato possibile raggiungere l'intesa anche se per ora non se ne conoscono i motivi. Non vi è stato neppure un comunicato finale congiunto.


VELIVOLI ISRAELIANI SU GAZA 


Aerei ed elicotteri israeliani stanno colpendo bersagli nella striscia di Gaza, incluso uno nei pressi di un porto.
Nel pomeriggio un ordigno posto su un pallone gonfiato, era giunto vicino a Eshkot, danneggiando un edificio. Evidentemente quella in atto è la reazione immediata all'attacco. 

Oggi il primno ministro Netyanahu ha incontrato per la sedicesima volta, dal settembre 2016, Putin, una frequentazione decisamente molto intensa per trovare soluzioni a vari problemi. Forse il premier israeliano vuole convincere il russo a far sloggiare gli iraniani dalla Siria, avendo dovuto risolvere vari contrasti, come quando i missili siriani, lanciati contro aerei israeliani, hanno raggiunto un aereo spia russo.
I CACCIA DI MADURO PRONTI A DECOLLARE
 
 
Da alcuni giorni 4 velivoli da caccia Su.30 dell'Aeronautica venezuelana, sono stati tirati fuori dai loro hangar e preparati al decollo su allarme. Questo non accadeva ada diversi anni. Evidentemente si teme qualcosa ma molto probabilmente la spallata al regime non verrà dal cielo ma dalle strade invase dalla popolazione.
Sono stati schierati anche i missili antiaerei russi S-300, altra misura assolutamente insolita. Sembra che i missili siano più affidabili dei caccia in quanto i piloti sono a corto di ore di volo.

INCONTRO TRUMP-KIM


Oggi, ad Hanoi, il presidente statunitense Trump ha incontrato il capo della Corea del Nord (comunista) Kim, giunto nella capitale vietnamita a bordo di un treno che ha impiegato due giorni e mezzo per attraversare la Cina, in quanto l'uomo non si fida dei velivoli.
Vedremo cosa porterà questo secondo cicli d'incontri. Correa del Nord e Stati Uniti sono ancora formalmente in guerra dal 1950!
AGGIORNAMENTI SIRIA
 
 
Prosegue il rastrellamento di  miliziani di Daesh nella Siria orientale, in particolare ad opera delle Forze Democratiche Siriane.
Nella parte nord-occidentale del paese, soliti tiri da parte dell'artiglieria, in particolare di quella di Damasco. Il fronte è invece bloccato da molti mesi e si continua a trattare, in modo riservato.

RINFORZI PER INDIA E PAKISTAN
 
 
Pakistan e India stanno inviando rinforzi verso la linea di confronto in Kashmir. Si ha notizia del movimento di colonne di mezzi pesanti mentre le due aeronautiche sono molto attive nei propri spazi aerei.
Intanto sembra che l'elicottero precipitato nel Kashmir sotto controllo indiano, un Mi.17, sia stato abbattuto da un missile aria-aria pachistano. 
Numerosi sono gli appelli alla moderazione che giungono da varie parti del mondo.

TRUMP CAMBIA IDEA SULLA SIRIA
 
 
Il presidente Trump ha mutato idea circa il ritiro dalla Siria. Sottoposto a forte pressioni da parte di varie componenti dell'amministrazione (militari e politici), ora ha annunciato che lascerà in Siria 400 militari, circa il 20% di quanto presente in precedenza. Chiede la presenza anche di alleati. Francia e Regno Unito sono già presenti e forse l'invito è per Spagna, Italia, Germania, Polonia e via proseguendo. 
In via XX Settembre l'appello non sembra essere stato recepito in quanto l'Italia si è tenuta ben distante dalle vicende siriane.
Siccome le risorse sono limitate, ci concerteremo sulla Libia e sull'Afghanistan, dove non ci sembra proprio il caso di ritirarsi ora.




APPELLI FRA PAKISTAN E INDIA
Il primo ministro pachistano, Inmar Khan, è intervenuto alla televisione per un appello alla sospensione delle ostilità lungo la linea di contatto in Kashmir fra India e Pakistan.
Si sta mobilitando la comunità internazionale ma si tratta di un vecchio problema, risalente addirittura al 1947, quando si formarono i due paesi.
Da segnalare che oltre alle azioni aeree sono attive anche le due forze terrestri, non solo con armi leggere ma anche con mortai e artiglieria.
L'India accusa il Pakistan di dare appoggio ai guerriglieri musulmani che lanciano attacchi nel Kashmir sotto controllo indiano. 

COMBATTIMENTI FRA EX ALLEATI NELLO YEMEN 



Proseguono i combattimenti fra milizie houthi e loro ex alleati nella zona di Kushar, nello Yemen nord-occidentale. Alcune delle milizie locali si sono ribellate contro i loro ex alleati, che vogliono proseguire lo scontro e hanno assunto il controllo di alcune importanti vie di comunicazione, mettendo le milizie houthi in seria difficoltà nella zona.
Vari gruppi tribali, che si erano schierati con gli houthi, non intendono più proseguire il conflitto in quanto la situazione generale è disastrosa e mancano i rifornimenti per la popolazione. Sono in corso trattative di pace in Svezia ma sembrano non proseguire.

Breaking News


SCONTRO AEREO FRA VELIVOLI 
PACHISTANI E INDIANI


F-16 pachistani hanno ingaggiato sei aerei indiani che erano penetrati nel loro spazio aereo, a oriente di Islamabad. Secondo le medesimi fonti, due velivoli indiani sono stati abbattuti. L'India, a sua volta, rivendica l'abbattimento di un aereo pachistano. Un portavoce pachistano ha negato che vi siano state perdite da parte loro.
La tensione è altissima e sono stati sospesi i voli commerciali nella regione. Il rischio è che si giunga a una serie di scontri in campo aperto di intensità crescente. 
La tensione era molto salita, come avevamo segnalato, nelle ultime ore, dopo l'incursione aerea indiana in territorio pachistano.

Nelle prossime ore forniremo ulteriori informazioni, non appena disponibili. 

AGGIORNAMENTO DELLE 09.30

Sono state diffuse le prime immagini del comandante di wing Abhi Nandan, dell'Aeronautica indiana, subito dopo la sua cattura in territorio pachistano, a conferma che almeno un velivolo indiano è stato abbattuto. L'ufficiale sembra ferito leggermente.
Tutto lo spazio aereo pachistano e parte di quello indiano sono stati chiusi. 
Sono in azione da alcune ore anche i cannoni dei rispettivi schieramenti.


martedì 26 febbraio 2019

INDIA - PAKISTAN 
CONFRONTO NEI CIELI
 
Nel cuore della notte varie decine di velivoli indiani e pachistani sono in volo, evidentemente marcando le mosse dell'altra forza aerea.
Potrebbe partire una nuova azione indiana in Pakistan, contro i campi dei guerriglieri o i pachistani potrebbero vendicare l'attacco aereo di 24 ore prima.
La tensione è molto alta, come non si vedeva da molto tempo. Sembra che vi siano state diverse perdite fra i guerriglieri musulmani del Kashmir presenti nel campo, evidentemente tenuto d'occhio da parte indiana. 
La difesa aerea pachistana l'altra notte è stata colta di sorpresa nonostante l'India avesse annunciato una rappresaglia per l'attacco terroristico contro il pullman della polizia. 

AGGIORNAMENTO SITUAZIONE IN SIRIA
 
 
proseguono le operazioni per neutralizzare le ultime formazioni di Daesh ancora presenti lungo l'Eufrate, una zona piccolissima da cui si fanno uscire donne e bambini, parenti dei miliziani.
Anche sull'altra sponda dell'Eufrate, dove si estende una grande zona desertica, si cerca di eliminare le ultime resistenze convenzionali, concentrando le forze ma dovendo sorvegliare un'area enorme, dove ancora operano gruppi di miliziani.
Nel nord del paese proseguono i cannoneggiamenti e l'azione di velivoli contro bersagli a terra.

PERSO UN UAV DELL'OSCE


Un UAV in servizio con l'OSCE per controllare la situazione sul campo, è andato perso probabilmente per l'impiego di contromisure da parte russa. dove queste ricognizione, decise negli accordi di Minsk, potrebbero portare a scoprire elementi imbarazzanti circa il coinvolgimento russo nella regione.
Probabilmente è stata disturbata la componente GPS del velivolo e a questo punto è atterrato automaticamente, fermandosi dentro un'area segnalata come minata!
PROBLEMI A ORIENTE DI KANDAHAR
 
 
Le forze di Kabul hanno problemi lungo la frontiera con il Pakistan. a oriente di Kandahar. Hanno dovuto abbandonare alcune posizioni in quanto non hanno elicotteri per rifornirle e le strade sono molto insidiose, per la presenza di mine e IED.
Si è sempre trattato di una zona problematica ma la situazione si è aggravata in questi ultini mesi, in virtù della vicinanza delle basi talebani in Pakistan.
Servono uomini e altri mezzi, in quanto quelli esistenti sono troppo pochi e il ritiro dal paese è stato troppo rapido. In particolare era sbagliata l'idea di costituire forze di sicurezza di tipo convenzionale, per niente adatte alla realtà afghana e troppo complesse da mantenere per i locali.
Bisognerebbe dare un forte segnale d'inversione di tendenza facendo ricorso anche a contractors, che sono immediatamente disponibili, per esempio per pilotare aerei ed elicotteri e provvedere alla loro manutenzione.

lunedì 25 febbraio 2019

RAIDS AEREO INDIANO IN PAKISTAN


L'Aeronautica indiana ha attaccato questa mattina un campo di guerriglieri che operano nel Kashmir conteso. Si tratta della risposta a un grave attentato contro un gruppo di poliziotti, con numerose vittime, condotto dal gruppo Jaish-e-Mohammed, con un bilancio di 40 poliziotti uccisi da un attentatore suicida. L'attacco aereo è stato portato da 12 MIRAGE 2000 che hanno colpito una zona vicina a Balakot.
Non si ha notizia di una reazione pakistana e sembra che tutti i velivoli indiani siano rientrati alla base. La violazione dello spazio aereo è stata breve ma sembra che qaulcosa non abbia funzionato nel sistema di difesa aerea pakistano, che avrebbe dovuto reagire almeno con missili antiaerei.
Si tratta del più grave atto ostile diretto da molto tempo a questa parte. Il Pakistan ha dichiarato che risponderà in modo adeguato. 
Nelle medesime ore è stato abbattuto un teleguidato pakistano che sorvolava la frontiera a nord della zona costiera.
LA SITUAZIONE NEL DONBAS
 
 
Sulle linee del fronte nel Donbas, l'attività militare è relativamente ridotta anche se vi sono ancora scontri con vittime. Evidentemente la situazione è condizionata dalle prossime elezioni presidenziali che si terranno a fine marzo.
Vi è una attività aerea da parte di velivoli statunitensi mentre l'US Navy parteciperà a manovre dal 1° all'8 marzo, organizzate dalla Romania e ha già inviato alcune unità navali.
Dopo l'elezioni in Ucraina si vedrà che linea verrà adottata da Kiev mentre è evidente che Putin vuole mantenere la situazione attuale, pur non essendo soddisfacente, in quanto i costi dell'intervento in Ucraina sono stati elevati anche per le sanzioni applicate, Inoltre il prezzo del petrolio rimane basso, fattore determinante per l'economia di Mosca.

PROTESTE IN ALGERIA
 
 
Si registrano proteste di natura politica, accusando alcuni gruppi politici di voler appoggiare il quinto mandato del presidente della repubblica, effettivamente un periodo anomalo.
Si sono avuti dei disordini per le strade ma alla base vi è, tanto per cambiare, la crisi economia e l'alto tasso di disoccupazione.
AUMENTANO I PASSAGGI DI CAMPO
Mentre si svolgono in queste ore violenti scontri nella zona del confine fra Venezuela e Colombia, in particolare sul ponte internazionale Simon Bolivar, cresce il numero di appartenenti alla Guardia Nazionale e all'Esercito che passano dalla parte dei rivoluzionari. Ha dichiarato la fedeltà al presidente Gaudiò un maggiore che è il vice comandante della Scuola di Combattimento, insieme ad alcuni dei suoi uomini. Alla volte si tratta di casi singoli, in altre occasioni di gruppi più consistenti.
Siccome sappiamo come procedono queste cose, il flusso sicuramente aumenterà in quanto i contatti con i militari sono continui e molti sono disposti a lasciare al suo destino il dittatore, il quale ovviamente sa di non poter contare sulla fedeltà di parte dei reparti, altrimenti avrebbe già dato l'ordine di utilizzare sistemi ancora più drastici.

COMBATTIMENTI IN NIGERIA 


Proseguono in combattimenti nella Nigeria nord-orientale. 
I miliziani di Boko Haram hanno lanciato alcuni attacchi e i governativi hanno risposto con altre operazioni e attaccando con elicotteri, aerei ed elicotteri, inclusi quelli d'attacco (Mi.24). 
Sembra sia in preparazione una grossa offensiva per colpire i gruppi di miliziani integralisti che scorrazzano nella zona, dove vi è anche un grave periodo di siccità in conseguenza della grande riduzione della superficie del lago Ciad.

COMBATTIMENTI A HODDEIDA
 
 
In alcune zone della città portuale di Hoddeida, nello Yemen, sono ripresi i combattimenti, rompendo la tregua in vigore da alcune settimane.
Fermi anche i colloqui di pace in Svezia. E fermo anche l'arrivo di aiuti umanitari nel paese, dato che non si trova la soluzione per farli arrivare. 
Anche in altre zone del lungo fronte, si registrano scontri armati.

BOMBARDAMENTI IN SIRIA
 
 
Proseguono i bombardmaenti con l'artiglieria nella parte meridionale del fronte fra governativi e opposizione nella Siria nord-occidentale.
Ovviamente le fgorze di Assad colpiscono in modo molto più esteso, avendo a disposizione molti più pezzi e molte più munizioni che non i loro alleati. 
Inatanto lungo la sponda orientale dell'Eufrate proseguono i rastrellamenti alla ricerca di miliziani di daesh.

SALE IL BILANCIO DELLE VITTIME IN VENEZUELA
 
 
Nelle ultime 48 ore si sono registrati 25 morti in venezuela, dove la situazione rimane di grande incertezza. Vi sono nuove defezioni e novcità potrebbero giungere nei prossimi giorni.
Si tenta di far passare i rifornimenti da strade secondarie e la pressione sul regime di maduro è crescente. 

domenica 24 febbraio 2019

ESTREMA TENSIONE IN VENEZUELA 


Si susseguono le violenze per impedire l'afflusso dei rifornimenti d'emergenza alla popolazione in Venezuela.
Si moltiplicano i vari scontri e la Guardia Nazionale e i "Comitati" (milizia chavista, con non pochi ex detenuti), tentano di reprimere le manifestazioni popolari. Il confine è molto lungo e i tentativi di sorpassarlo sia dal Brasile che dalla Colombia si stanno moltiplicando, Sara difficile bloccarli tutti mentre i presidente Guaidò è in Colombia per coordinare l'attività, con al fianco altri presidenti dell'America Latina
A questo punto vi è un forte rischio di guerra civile perché Maduro non vuole abbandonare il potere. Le diserzione stanno aumentando e questo è un segnale molto importante del disfacimento del regime.  
Il Brasile intanto ha schierato velivoli da combattimento al confine con il Venezuela come mossa preventiva nel caso vi fossero problemi.

ANCORA RAID AEREI IN SIRIA
Nella notte numerosi villaggi a sud di Idlib sono stati colpiti da svariati raid aerei delle forze congiunte del governo Siriano insieme a forze Russe. I villaggi di Tall Skik, Al Khwain e Khan Sheikuk da giorni ormai subiscono la nuova offensiva delle forze di Assad dopo che nelle precedenti settimane si era assistito ad una relativa calma. 
Mentre continuano gli scontri prosegue parallelamente il dialogo tra Turchia e Russia sulla creazione di una zona neutrale tra le parti in lotta: con l'annunciato ritiro statunitense dalla Siria, i due paesi sembrano sempre più intenzionati a decidere a tavolino le sorti del paese.
 

BRASILE E COLOMBIA SI ATTIVANO NELLA CRISI VENEZUELANA

Mentre ormai la distanza tra il regime di Maduro e la maggioranza della popolazione venezuelana si fa sempre maggiore, solo ieri si sono contati quasi 300 feriti sul confine col Brasile e 60 defezioni tra le forze di polizia venezuelane, la crisi sembra estendere le sue conseguenze ai paesi confinati. Guaidò si è recato oggi a Bogotà dove prenderà parte alla riunionbe del Gruppo di Lima, la cui discussione sarà incentrata sulla situazione in Venezuela. Nel frattempo sembra che il Brasile abbia spostato una non ancora detrminta quantità di velivoli militari nell'aeroporto di Boa Vista. a pochi chilometri dal confine con il Venezuela.
 

venerdì 22 febbraio 2019

PRIMA VITTIMA NELLA CRISI VENEZUELANA
 
Durante l'ennesima giornata di proteste contro il regime di Maduro si è assistito, oggi, ad un possibile aumento delle tensioni nella crisi venezuelana. Le truppe venezuelane hanno sparato ed ucciso un uomo al confine col Brasile mentre al confine con la Colombia e in tutto il paese lo scontro rischia di degenerare in un bagno di sangue. Si sono registrati infatti numerosi casi in cui le forza di sicurezza fedeli al regime hanno sparato sulla folla, causando un totale di 14 feriti tra i manifestatnti. Si tratterebbe di una prima volta per una crisi che aveva fin'ora visto contenute le violenze ed anzi, si era assitito a numerosi casi di defezioni a favore del movimento anti Maduro.
STATI UNITI RIDIMENSIONANO RITIRO DALLA SIRIA
 
Dalla casa bianca è giunta la notizia secondo cui le dimensioni del contingente militare che verrà mantenuto sul territorio siriano dopo l'annunciato ritiro delle forze statunitensi, che avverrà entro questa primavera, non ammonterebbe a 200 truppe ma bensì a 400. L portavoce della Casa Bianca, Sarah Sanders, ha comunicato che la cifra precedente trapelata sarebbe una stima non accurata. Sembrerebbe quindi che all'interno del gabinetto di Donald Trump la fazione che si opponeva ad un repentino ritiro dalla Siria sia riuscita a contere un'iniziativa che, se portata a termine, avrebbe creato un pericoloso vuoto di potere sul territorio siriano. 
 

LIBIA: COMBATTIMENTI A MARZUQ
 
 
Oggi sono in corso violenti combattimenti per il controllo dell'oasi di Marzuq, nella parte sud-occidentale della Libia. I reparti dell'Esercito Nazionale Libico vogliono completare la conquista dell'area in modo da assumere il controllo definitivo della regione che hanno in gran parte strappato alle milizie rivali nelle settimane precedenti.
I combattimenti hanno bloccato i traffici illegali provenienti dal Niger e si spera che rimangano bloccati.

giovedì 21 febbraio 2019

AIUTI UMANITARI AL VENEZUELA
La Russia si è accorta, con grave ritardo, che la situazione in Venezuela è drammatica e tenta di rimediare, mandando degli aiuti, almeno secondo quanto annunciato da Maduro. Vediamo che cosa farà di concreto.
Intanto la tensione sale alla frontiera con la Colombia in quanto sabato si tenterà di far passare aiuti per la popolazione e lo stesso presidente temporaneo Guaidò è partito per la zona di frontiera con un ampio seguito di sostenitori.

MILITARI STATUNITENSI RIMARRANNO IN SIRIA 


Circa 200 militari statunitensi rimarranno in Siria, dopo il ritiro del resto del contingente, attualmente forte di circa 2.000 elementi. Probabilmente rimarranno anche dei contractor e poi vi sono sempre i velivoli dislocati della regione.
La scelta del ritiro fatta da Trump ha incontrato forti opposizioni a vari livelli, inducendo il presidente a rivedere i suoi piani.
Sembra che i contingenti britannici e francesi rimarranno in Siria anche se hanno una consistenza minore.
Intanto si segnala l'arrivo di carichi di rifornimenti dal Kurdistan iracheno, indice che l'appoggio statunitense prosegue.




L'ESERCITO NAZIONALE LIBICO ATTACCA MURZUQ
Le forze dell'Esercito Nazionale Libico sono all'attacco della grande osasi di Murzuq, nella Libia sud-occidentale. Parte dell'oasi è già stata conquistata e anche il destino dell'altra parte sembra segnato.
I combattimenti sono piuttosto intensi ma le forze di Tripoli hanno problemi a ricevere rinforzi e rifornimenti.
Intanto il grande campo petrolifero di Al-Feel è stato conquistato senza combattimenti, strappandolo a una milizia che si ergeva a protettrice dei vari impianti, in modo del tutto arbitrale, solo per avere grossi pagamenti..
ANCORA ATTENTATI IN SIRIA 


Due attentati terroristici hanno colpito a poche ore di distanza, le città di Afrin (zona controllata dall'opposizione) e di Deir-ez-Zor (zona controllata dalle forze di Assad), uccidendo tre persone e ferendone dieci. Nel frattempo a Raqqa una unità kurda è stata colpita da un IED, mentre pattugliava la città.
Proseguono anche i cannoneggiamenti nel nord-ovest del paese e si si stanno rastrellando i miliziani di daesh nell'area dell'ultima sacca lungo l'Eufrate.

HAFTAR RIFIUTA ACCORDO CON GOVERNO LIBICO 


Mentre nel sud della Libia continuano gli scontri per il controllo dei nodi strategici di produzione e smistamento del petrolio, dal governo di Tripoli, guidato da Al Sarraj, è stata inviata una bozza di accordo al generale Haftar. Sarebbe stato proposto un accordo per la creazione di un contingente militare unificato per la lotta al terrorismo. Haftar ha rifiutato la proposta, probabilmente timoroso che tale alleanza gli farebbe perdere legittimità di fronte alle sue truppe. La decisione di Haftar consolida l'idea secondo cui il generale libico sarebbe ben poco interessato alla normalizzazione del paese, privilegiando il mantenimento del potere nelle sue mani. 
SCONTRI PERIFERIA ORIENTALE DI MARIUPOL 


Le forze separatiste filo russe hanno effettuato 13 attacchi nella contesa parte occidentale di Mariupol. Secondo fonti di stampa un soldato ucraino sarebbe rimasto ucciso durante uno degli attacchi. Nelle stesse ore a Donetsk l'esercito ucraino ha confermato l'uccisione di due militanti filo russi a nord della città. 

 

lunedì 18 febbraio 2019

AL BAGHDADI IN FUGA? 


Secondo alcune informazioni, il capo di Daesh, Al-Baghdadi, sarebbe stato nell'area lungo l'Eufrate fino a giugno del 2018, salvo poi spostarsi verso occidente, passando il fiume.
Ovviamente, come altre informazioni simili, questa va presa con cautela. 
L'uomo potrebbe essere stato ucciso e sepolto in modo segreto, per alimentare il suo mito, dato che catturare uno finito all'altro mondo è impresa ardua per tutti!
Non si esclude che se è ancora vivo il ricercato si sia diretto verso l'Iraq, dove è nato e dove sarebbe più facile nascondersi. Comunque Daesh ha subito perdite molto forti e il suo mito è decisamente appannato,

TRUMP OFFRE COLLABORAZIONE AI 
MILITARI CHE ABBANDONERANNO MADURO


Come al solito Trump non ha usato tanti giri di parole nel suo discorso odierno sul Venezuela. I militari venezuelani devono smettere di appoggiare un dittatore come Maduro, uno che impedisce l'ingresso perfino degli aiuti umanitari dall'estero, paventando assurde minacce.
Si sa che, in particolare fra i gradi inferiori e medi, in tanti stanno esitando davanti alla realtà dei fatti, dato che il disastro del Venezuela è sotto i loro occhi. Nessuno vuole lo scatenarsi della guerra civile e in tanti sperano che si trovi un compromesso, per il quale sta lavorando anche la Chiesa.
Trump è stato fin troppo chiaro ma bisogna dire che per troppo tempo in tanti sono stati indifferenti se non complici di un regime che ha spappolato l'economia di un paese un tempo florido, sotto la spinta di vecchie ideologie.
Intanto si moltiplicano le voci di reparti che per intero o in parte vogliono passare con il nuovo prsidente pro tempore Guaidò. Sabato, quando si farà il possibile per far passare gli aiuti umanitari, sarà un momento decisivo.
CANNONEGGIAMENTI NEL DONBAS



Mattinata di cannoneggiamenti in vari punti del conflitto nel Donbas. Le forze russe hanno aperto il fuoco ma la risposta ucraina non si è fatta attendere. Il Ministero della Difesa di Kiev ha messo in rete interessanti immagini colte da UAV durante i tiri dell'artiglieria ucraina, consentendo di farsi un'idea di quello che accade realmente al fronte. 
Sono stati impiegati dalle due parti mortai e pezzi da 122 mm.
 
 

TENSIONE PER GIBILTERRA 


E' salita la tensione fra Regno Unito e Spagna dopo un incidente nelle acque antistante la celebre rocca.
Si tratta di un problema vecchio di secoli che, di tanto in tanto, ha delle fasi più acute. 
I due paesi hanno schierato piccoli pattugliatori per rimarcare i propri diritti.

BLU SU BLU IN MALI


Un convoglio tedesco che rientrava nella base posta a Gao, in Mali, dopo aver recuperato un veicolo delle Nazioni Unite rimasto bloccato, nella notte è stato coinvolto in un episodio di fuoco amico. 
Non si conoscono i dettagli ma un militare del Mali è stato gravemente ferito e trasportato d'urgenza in un ospedale francese.
Non si hanno dettagli ma probabilmente i militari del Mali hanno sparato, in modo inappropriato (anche se diffuso) dei colpi in aria a un posto di blocco e questo ha provocato la reazione tedesca,

domenica 17 febbraio 2019

LIBERATI TUNISINI IN LIBIA


 I 14 lavoratori tunisini che erano stati rapiti in Libia, sono stati liberati.
Oggi si sono tenute manifestazioni a Tripoli e a Bengasi per ricordare l'ottavo anniversario dell'inizio della rivoluzione contro il regime di Gheddafi. 
L'idea era sicuramente buona ma per colpa della paura degli stati europei, che non hanno lanciato subito una missione di stabilizzazione, le cose non sono andate per niente bene nel periodo successivo.
IL PKK COLPISCE UNA BASE TURCA IN IRAQ
 
 
Miliziani del PKK, i kurdi che si battono contro i turchi, hanno colpito una dell postazioni che i turchi hanno nel Kurdistan iracheno, uccidendo tre militari.
I kurdi di Erbil sono in buoni rapporti con Ankara mentre il PKK (in pratica una formazione di sinistra radicale) è in lotta contro la Turchia da decenni.
Intanto il governo locale del Kurdistan ha deciso di bloccare le esportazioni di petrolio verso l'Iran, marcando il peggioramento dei rapporti con quel paese.

FORZE STATUNITENSI E FRANCESI A BAGHUZ
 
 
Mezzi con personale statunitense e francese sono stati fotografati nell'aerea di Baghuz, dove Daesh ha condotto l'ultima resistenza. In particolare questi assetti servivano per dirigere il tiro dell'artiglieria e dei velivoli della coalizione anti ISIS, importante per sconfiggere le milizie integraliste. Inoltre vi era personale medico  specialististi dell'intelligence, per identificare i miliziani, in particolare quelli più pericolosi.
Il presidente Trump ha fatto sapere che localmente si trovano ben 800 miliziani stranieri che erano nelle file di Daesh, provenienti da paesi europei. Ha chiesto a questi di accoglierli per processarli ma di non aver avuto risposta. L'ultima cosa che vogliono certi paesi è ricevere questi elementi, fonti sicuramente di problemi di ogni tipo. Probabilmente la soluzione che sarà scelta sarà quella di affidarli, previa il pagamento di una "retta", alle forze kurde, che avranno modo di condurre un processo di rieducazione in linea con la personalità di questi personaggi.

AFGHANISTAN


Le autorità di Kabul hanno sequestrato, in due differenti operazioni, ben 30 tonnellate di esplosivo che erano state contrabbandate dal Pakistan. Sono in corso anche varie operazioni contro le formazioni talebane, in particolare nell'area di Kahandar.
Il presidente Ghani intanto ha fatto notare che da quando è alla presidenza le vittime statunitensi sono state 66, con una cospicua riduzione rispetto al passato. Il numero andrebbe affiancato dall'entità del contingente nel paese ma non vi è dubbio che le perdite sono scese in modo significativo.
SIRIA: ARTIGLIERIA IN AZIONE
 
 
Si è riacceso tutto il fronte a sud di Aleppo, con violenti scambi d'artiglieria. Tira l'artiglieria di Damasco ma rispondono anche i ribelli. Addirittura il villaggio da cui proviene la famiglia di Assad, a oriente di Latakia, si è preso 80 razzi da 122 mm. Questo significa che i ribelli hanno ancora armi e munizioni con cui farsi sentire.
Ovviamente ognuno dei contendenti vuol far vedere la propria potenza anche in vista di eventuali colloqui di pace.

"SPARITI" ALMENO 1.000 MILIZIANI DI DAESH
CON 200 MILIONI DI DOLLARI CASH

Sradicato Daesh dalla sponda orientale dell'Eufrate, sembra che manchino circa un migliaio di miliziani, fra cui diversi capi. E sono spariti anche 200 milioni di dollari in contante, che sembra fossero nelle disponibilità dell'organizzazione perché questi saranno anche contro gli Stati Uniti ma utilizzano la loro moneta, razziata in vario modo  ottenuta in pagamento di petrolio.
Sembra che negli ultimi sei mesi, diversi siano andati a oriente, verso l'Iraq, dove la situazione di confusione rende più semplice il celarsi, magari contando sull'appoggio di qualche sostenitore. 
Qualcuno è stato catturato n giro per il Medio oriente ma ovviamente l'allarme è alto e la caccia continua.

sabato 16 febbraio 2019

ATTACCO NEL SINAI


Oggi alcuni terroristi integralisti hanno attaccato una posizione egiziana nel nord della penisola del Sinai. Sono stati uccisi sette dei terroristi mentre sono stati colpiti 15 militari egiziani, alcuni dei quali hanno perso la vita.
L'Egitto è sempre fortemente impegnato contro i terroristi integralisti e in tal senso svolge un ruolo fondamentale in Medio Oriente. 
SCONTRI IN NIGER CON BOKO HARAM 


Sette militari del Niger sono rimasti uccisi in combattimenti contro miliziani integralisti di Boko Haram nella parte meridionale del paese. Le perdite dei miliziani sono state superiori.
Il Niger ha urgente bisogno di sostegno in questo suo sforzo e si spera che il contingente italiano nel paese possa aumentare, facendo giungere anche equipaggiamenti. 
Anche le forze nigeriane sono in azione contro le formazioni integraliste, in un rinnovato sforzo per neutralizzarle. Si ha notizia dell'uccisione, di tre capi dell'organizzazione, a riprova dei successi ottenuti dopo i problemi dei mesi scorsi. Anche in questo caso fondamentale è stato l'apporto derivato dall'arrivo di elicotteri, per l'esattezza macchine di AgustaWestland.

ATTACCO TALEBANO ALLA FRONTIERA  
CON IL PAKISTAN
 
 
I talebani hanno attaccato un posto della polizia di frontiera al confine con il Pakistan, sulla strada per Quetta, Vi sono stati morti e feriti da entrambi le parti.
Si tratta di una zona che ha sempre visto le milizie integraliste attive.
Le forze di sicurezza di Kabul stanno comunque rintuzzando tutte le azioni e se disponessero di mezzi adeguati (in particolari di un adeguato nmero di elicotteri) potrebbero ottenere risultati sicuramente superiori.

NUOVE SANZIONI CONTRO LA RUSSIA
Lunedì l'Unione Europea potrebbe annunciare nuove sanzioni contro la Russia. Non si vuole che a Mosca si pensi che la situazione possa rimanere come l'attuale, dove fra l'altro, nel settore centrale del fronte, a nord-est do Donietsk, sono ripresi i combattimenti con una certa intensità.
Vi sono notizie anche circa manifestazione dei tartari di Crimea contro l'occupazione russa. 
Intanto Kiev sta lavorando al nuovo missile antinave NEPTUNE, con una gittata massima di 300 km, molti per un bacino ristretto come il Mar Nero e per questo in grado di creare problemi alle unità di Mosca. 
Dei 2945 militari ucraini uccisi dall'inizio della crisi, quasi 1.000 sono caduti dopo l'entrata in vigore degli accordi di Minsk.

YEMEN: PROSEGUONO GLI SCONTRI FRA EX ALLEATI
 
 
La tribù Hajour continua a battersi contro le milizie Houthi, loro ex alleati. Ricevono appoggio dai velivoli sauditi e alleati e potrebbero ottenere un successo importante in una zona montuosa che controlla varie vi di comunicazione. 
La guerra civile nello Yemen è stata caratterizzata da vari passaggi di campo fra le forze in lotta.

SIRIA: RIPRESI I CANNONEGGIAMENTI


Dopo alcuni giorni di tregua relativa, sono ripresi i tiri dell'artiglieria di entrambi i due schieramenti nella Siria settentrionale. Le forze di Damasco hanno centrato vari villaggi ma i ribelli hanno subito risposto anche piuttosto in profondità. 
Praticamente sparito Daesh come entità territoriali, la guerra in Siria sembra ancora lontana da una soluzione.
PROTESTE IN SERBIA
 
 
Anche in Serbia vi sono state forti proteste contro il governo, con l'opposizione massicciamente in piazza.
Uno dei motivi della protesta è dato dalle condizioni economiche del paese.

DISORDINI A TIRANA


Oggi sono scoppiati gravi disordini a Tirana, nel corso di una massiccia manifestazione di protesta da parte delle opposizioni. E' stata assaltata la sede del governo e la Polizia ha faticato per riportare l'ordine.
L'opposizione accusa di corruzione l'esecutivo in carica e lo ritiene incapace di risolvere i problemi economici del paese.
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Raids è l'unico mensile italiano che, dal 1986, oltre che occuparsi di argomenti militari, tratta i conflitti e le aree di crisi nel mondo.

LE ATTIVITA' "COVER" IN LIBIA
 
 
Molti paesi conducono attività segrete in Libia. Le forze nazionaliste che fanno parte alla maggior parte del Parlamento, hanno ricevuto in rinforzo armi e veicoli, sia normali veicoli civili a trazione integrale che mezzi blindai, in particolare quelli del Gruppo Street, che ha fabbriche negli Emirati.. Alcune delle armi, come certi missili anticarro, sono stati acquistati in Russia. Con questi rifornimenti è stata lanciata la recente offensiva nel Fezzan.
Sull'altro fronte stanno arrivando rifornimenti via aerea, in quanto si teme, come già accaduto, che i carichi siano sequestrati in mare, dato che le acque antistanti Tripoli vedono la presenza di molte unità navali e continue ricognizioni. Il problema è che i velivoli possono trasportare carichi relativamente limitati anche perché i velivoli russi non vogliono atterrare a Tripoli.
Dei carichi giungono anche in aereo dal Sudan ma ora il flusso è bloccato dato che si temono azioni dei velivoli da caccia di Haftar.
I francesi hanno delle forze speciali in Cirenaica, che si occupano di addestramento e di attività complesse, come l'intercettazione radio e telefonica, attività che svolgono altri, inclusa l'Italia.
Gli Stati Uniti sorvegliano il paese e, utilizzando varie basi, danno la caccia ai terroristi, colpiti poi dai teleguidati, in una sorte di guerra parallela che si svolge dalla regione di Tripoli fino al deserto profondo.. Sono stati loro ad individuare le colonne di miliziani ciadiani (mercenari) in fuga dal Fezzan e poi intercettate quando sono entrati in Ciad. 
L'Egitto ha inviato tecnici per mantenere operativi certi tipi di velivoli, con al seguito pezzi di ricambio per mantenere operativi i velivoli che partecipano all'Operazione Dignità.

DUE MEMBRI DI DAESH 
CATTURATI ALLA FRONTIERA LIBANESE
 
 
Due membri di Daesh sono stati catturati oggi alla frontiera fra Libano e Siria, dopo aver attraversato illegalmente la frontiera. Questo episodio è la conferma che elminti dell'organizzazione tentano in ogni modo di allontanarsi dalla Siria, magari per compiere attentati in altri paesi.
Gli Stati Uniti dispongono di un data base che una massa enorme di notizie per identificare i miliziani radicali e l loro mogli. Attualmente è utilizzato da agenti della CIA e dell'FBI che, insieme alle forze speciali, operano nella Siria orientale.

venerdì 15 febbraio 2019

VENEZUELA
La Guardia Nazionale si è dovuta schierare in armi sul valico di frontiera di Cuvuta Border perché i manifestanti stavano per aprire un corridoio per far passare i rifornimenti.
Non sappiamo quanto il regime potrà impedire l'accesso a questi aiuti, in quanto la pressione popolare sta crescendo. Arriverà ad un livello che non sarà più controllabile senza il ricorso alla forza e in quel momento si sarà al punto decisivo. 
Chi avrà il coraggio di utilizzare la forza per impedire il passaggio di aiuti umanitari per una popolazione in grave difficoltà?

CRESCE LA RIVOLTA CONTRO MILIZIA HOUTHI
 
 
Si sta allargando la rivolta tribale contro le milizie houthi, nella parte nord-occidentale del paese. Oggi i combattimenti si sono estesi  e gli houthi hanno avuto serie perdite anche per l'appoggio aereo della coalizione internazionale.
La zona oggetto dei combattimenti è vasta e riguarda anche la principale arteria dalla capitale al front settentrionale; così i reparti houthi che vi si trovano rischiano di rimaner tagliati fuori.
Se la rivolta avrà successo, gli houthi si troveranno ancor più isolati e in condizioni difficili. Sono continui i loro appelli all'intervento iraniano ma le soluzioni sono veramente poche per evitare la sconfitta.

BREAKING NEWS
 
DISSOLTO LO "STATO ISLAMICO"
 
 
Sembra proprio che  l'ultima sacca  controllata da Daesh sia stata eliminata dalla sponde orientale dell'Eufrate. La notizia non è ancora ufficiale ma Daesh non controlla più alcun territorio da quelle parti. Sono state sequestrate armi e trovati i corpi di numerosi miliziani ma i numeri non tornano, in quanto mancano ancora molti elementi e molti capi. Può essere che qualcuno si sia nascosto chissà in quale buco, ma la differenza fra quanti ci si attendeva di trovare e chi si è trovato è molto alta.
Rimane il fatto che la sconfitta, anche psicologica, è stata devastante.
Ripetiamo l'allarme circa cellule dormienti e gruppi di terroristi, ma il grosso, la dimensione territoriale, è stata annientata. 
Non è ancora finita in quanto anche oggi, 120 km a sud-est di Damasco, miliziani di Daesh hanno lanciato un attacco e conquistato un villaggio, ma sono braccati da tutti e in tanti sono stati eliminati.

COLPI A GUIDA LASER NEL DONBAS
 
 
Le forze ucraine hanno rinvenuto i resti di un proiettile da 152 mm a guida laser KRASNOPOL. Evidentemente si tratta di colpi forniti dai russi dato che le forze di Kiev non dispongono di colpi di questo tipo. Questi proiettili vanno a colpire un punto illuminato in quel momento da un apposito laser.
Si tratta della ennesima riprova che Mosca sperimenta nel Donbas le armi più recenti. In questo caso si era pensato che del proiettile rimanesse troppo poco per consentirne l'identificazione, cosa che invece non si è verificato, forse per un non corretto funzionamento della carica esplosiva.

giovedì 14 febbraio 2019

ATTENTATO IN KASHMIR
per ora è di 30 vittime e 15 feriti  il bilancio di un attentato in Kashmir, ad Avantipora, contro una colonna di riservisti della Polizia.
Sembra che un veicolo, imbottito di esplosivo, si sia lanciato contro un pullman, causando una carneficina. Probabilmente alla guida vi era un radicale islamico.
La situazione nella regione è critica fino dall'indipendenza dal dominio britannico.

LE FORZE DI HAFTAR SPINGONO A SUD
 
 
L'Esercito Nazionale Libico (LNA) sta spingendo verso sud, in direzione del confine del Niger. Oggi ha attaccato le forze della milizia tebu a El Aranib, circa 80 km a oriente dell'oasi di Marzuq.
Oggi pomeriggio un teleguidato statunitense ha invece colpito un distaccamento di Al-Qaeda in direzione del confine con il Ciad.
I combattimenti nel deserto libico si svolgono con l'impiego di colonne motorizzate. Non è il deserto libico della II Guerra Mondiale, vi sono pozzi d'acqua, pozzi di petrolio, strade anche asfaltate, ma il terreno è vastissimo e non è semplice la sopravvivenza.
I movimenti dei trafficanti di clandestini dal Niger, sono attualmente completamente bloccati per ovvi motivi.

RILASCIATO REATTORE 



Il bireattore Bombardier che era stato ad atterrare a Shaba, mentre era in rotta verso Tripoli, dopo l'ispezione (a bordo vi era solo personale sanitario) è stato rilasciato e a raggiunto la capitale.
Potrebbe trattarsi di un gesto di buona volontà da parte del generale Haftar in vista delle future trattative. Il velivolo ha un valore non indifferente  avrebbe fatto comodo alle forze nazionali. Probabilmente si pensava che a bordo vi fossero personaggi di alto livello.
La situazione al momento è di relativa stasi ma tutti attendono le nuove mosse.
PROTESTE IN SUDAN


Procedono le proteste in Sudan contro le autorità centrali. Oramai vanno avanti da due mesi, con morti e feriti. I contestatori accusano il governo per la cattiva gestione della cosa pubblica e per la corruzione.
In questi giorni è precipitato anche un elicottero Mi.8 etiope, facente parte del contingente ONU nel paese. Dieci i feriti. Il velivolo è precipitato dentro una base ONU, durante un volo con a bordo personale in avvicendamento.
AGGIORNAMENTO YEMEN


I velivoli della coalizione araba stanno da oggi appoggiando le milizie tribali che si sono ribellate alla componente houthi nell'area di Amran, nella parte nord-occidentale del paese. Gli houthi rischiano di perdere il controllo della principale via di comunicazione verso il nord del paese e di una vasta fetta di territorio.
Potrebbe trattarsi di una svolta nello scontro in quanto altre tribù non vogliono proseguire la guerra a differenza degli houthi, i quali sono sempre in stretto contatto con gli iraniani.
Gli houthi stanno per ritrovarsi a corto anche di munizionamento, dato che non possono ricevere rinforzi, avendo grossi problemi anche per i carburanti e le gomme.



MEETING A SOCHI SULLA SIRIA
 
 
E' in corso in meeting fra Russia, Turchia e Iran a Sochi, dedicato alla Siria, Putin cerca di ergersi a mediatore ma è anche parte in lotta e sponsor principale di Assad.
Si attende di ora in ora la notizia dell'annientamento delle ultime resistenze di Daesh ma i miliziani rimasti sono i più determinati
Nella Siria settentrionale i combattimenti sono diminuiti nettamente, inclusi i tiri dell'artiglieria. Anche la sacca a occidente dell'Eufrate, in zona desertica, risulta ridotta in tre piccole sacche.
Trovare una soluzione non sarà comunque facile. Per non parlare della ricostruzione della Siria.

NIENTE APPOGGIO STATUNITENSE 
ALLE OPERAZIONI NELLO YEMEN


Il Congresso USA ha votato per bloccare l'appoggio alle operazioni saudite nello Yemen. In passato, per esempio, i sauditi si rifornivano da aviocisterne anche statunitensi.
Questa misura rischia di dare vigore a che nelle milizie filo-iraniane è per continuare la lotta, quando oramai la campagna sembra essere segnata.
Le forze statunitensi rimangono poi in forze per sorvegliare il vitale accesso  al Mar Rosso. Proseguiranno poi le azioni anche contro Al-Qaeda sempre nello Yemen.
 

VENEZUELA


Da Mosca si grida al prossimo colpo di stato, con un occhio molto preoccupato ai crediti dati a Maduro; dall'altra si parla di aiuti umanitari. In mezzo i gravissimi problemi del popolo venezuelano. 
Per quanto riguarda la posizione di maduro basta pensare che perfino il Papa, che non è certo un eradicale di destra, si riferisce a lui come "signor Maduro", per via di tanti accordi, mediati dal Vaticano, che lui ha disatteso negli anni.
Se i chavisti non riusciranno a riempire il piatto dei venezuelani, oggi, non fra anni, il loro destino è segnato. Non da un colpo di stato ma da una rivoluzione che è già nei fatti.
Un momento decisivo sarà il 22 febbraio, quando si proverà a far entrare gli aiuti umanitari che si stanno accumulando in Colombia. Nei sacchi di riso e nelle scatole di carne non si nascondono SEAL o agenti della CIA ma un gesto simile segnerebbe la bancarotta conclamata del regime.
Putin, invece di vendere armi a Maduro per far cassa, doveva spiegarli come funziona il mondo, se ne era capace. Ora è troppo tardi.

mercoledì 13 febbraio 2019

SERGENTE DELL'USAF SPIAVA PER L'IRAN 



Un sergente dell'USAF è stato accusato di aver condotto attività spionistica a favore dell'Iran. 
Nel frattempo il soggetto è scappato in Iran.
Significativo che l'Iran abbia annunciato la defezione di un "alto grado dell'USAF, facendo finta di non aver dimestichezza con i gradi statunitensi! Il sergente lavorava nel settore dell'intelligence, per l'esattezza nel controspionaggio, per cui potrebbe essere venuto in possesso di notizie di una certa importanza.
Ovviamente, anche se non si tratta di un generale, la notizia ha fatto un certo rumore anche a livello di media.

ATTACCO SUICIDA IN IRAN


Una volta erano i pasdaran famosi per gli attacchi suicidi. Ora ne sono vittima a loro volta.
Oggi una  vettura carica di esplosivo, si è fatta schiantare contro un autobus carico di Guardiani della Rivoluzione a Zahedan, non lontano dalla frontiera con il Pakistan. Si contano per ora 17 morti e 23 feriti.
Potrebbe trattarsi di un'azione di Daesh, già distintasi in attacchi simili in Iran, in particolare contro elementi dei Guardiani della Rivoluzione.
IL NUMERO DUE DELL'AISE A TRIPOLI  


Oggi si è appreso che il numero due dell'AISE, i servizi d'informazione esterni italiani, generale Giovanni Caravelli, si è recato ieri a Tripoli per colloqui. Non sono emerse le ragioni della visita ma con tutta probabilità a Tripoli si è parlato con qualcuno (fra cui Sarraj) circa gli ultimi sviluppi della situazione in Libia, vale a dire la quasi totale occupazione del Fezzan da parte dell'Esercito Nazionale Libico. Fra l'altro è stato occupato il più importante giacimento petrolifero del paese, capace di produrre fino 300.000 Barili al giorno. E' stato conquistato anche un grosso giacimento gestito dall'ENI.
La visita italiana potrebbe essere un tentativo di accordo in extremis, prima di un assalto finale a Tripoli. Sappiamo che i nostri i servizi hanno buoni rapporti anche con i rappresentanti di Tobruch e potrebbero cercare una mediazione, dato che lo scontro non conviene a nessuna delle parti. Certo che senza i grandi ciacimenti petroliferi, Tripoli avrebbe scarsa autonomia finanziaria, nell'ambito di una partita in cui la compagnia petrolifera libica ripartisce gli utili petroliferi fra le parti in lotta.
Intanto è stato messo a punto un piano di sgombero da Tripoli ma potrebbe essere anche che si provi a mettere al margine i gruppi di miliziani più radicali e pericolosi. Da Misurata, dove abbiamo un contingente, giungono comunque notizie tranquillizzanti. 
Certo, per gestire la situazione servirebbe un governo lucido e forte, proprio quello che manca ora, purtroppo. 

SCONTRI FRA HOUTHI E ALTRE TRIBU'
 
 
Sono proseguite anche oggi gli scontri fra milizie houthi e altre milizie già loro alleate, nella parte nord.occidentale del paese.
L'attività militare si è ridotta ma gli houthi rimangono sempre in una posizione militare molto delicata, per la chiusura delle linee di rifornimento marittime.
Ancora non è stato risolto il problema della riapertura del porto di Hoddeida ai rifornimenti umanitari, causa la presenza di ordigni e la decisione su chi deve rimuoverli.