mercoledì 30 dicembre 2020

IMBOSCATA IN SIRIA

 

Il 30 dicembre, intorno alle 16,00 ora locale, un reparto di Damasco è caduto in una imboscata da parte di Daesh. a circa 100 chilometri da Deir-ez-Zorh, sulla strada per Palmiria. Pesante il bilancio in quanto sono stati uccisi 28 militari mentre 17 risutano feriti. Daesh è sempre presente nell'area e sferra ancora dei colpi. Le vittime appartenevano tutti alla 4a Divisione e viaggiavano a bordo di un pulman che è stato attaccato e incendiato. Si tratta del maggior numero di vittime in un singolo episodio da molto tempo a questa parte. 

martedì 29 dicembre 2020

TRUPPE SUDANESI IN DARFUR E AL CONFINO CON L'ETIOPIA

 

Truppe del Sudan si stanno riposizionando nella regione occidentale del Darfur, dove da decenni vi sono scontri fra le etnie diversi, sostanzialmente fra musulmani e cristiano-animisti.

Nello stesso tempo si stanno mandando anche rinforzi ai confini con l'Etiopia dato che vi sono stati alcuni scontri. 

TRE MILITARI FRANCESI UCCISI IN MALI

 

Tre militari francesi sono rimasti uccisi quando il loro veicolo è saltato in aria su un IED nell'area di Hombori. Probabilmente si trattava o di un veicolo non protetto o di un mezzo di vecchia concezione, come nel caso dei 4x4 blindati VAB, ancora in servizio ma oramai superati. Il Mali si conferma un paese insidioso per la presenza della guerriglia integralista. Il numero dei caduti dell'Operazione BARKHANE sale a 49 dal 2015, quando iniziò.


AGGIORNAMENTO

Si è appreso che i tre militari facevano parte dell'equipaggio del veicolo 4x4 triposto VBL. Parigi ancora utilizza veicoli come questo e come i VAB in zone ad alto rischio, dove si organizzano agguati con IED a cui questi mezzi, di vecchia concezione, non possono reggere.


 

 

sabato 26 dicembre 2020

 ANCORA UNA MINA IN MAR ROSSO

 

Ancora una mina navale ha colpito un mercantile in transito nel Mar Rosso, a largo di Hoddeida. Probabilmente si tratta di armi posate dalle milizie houthi o dall'Iran. Il ripetersi di questi incidenti sta preoccupando vari paesi, fra cui l'Italia. Due giorni fa 4 mine erano state neutralizzate nelle acque antistanti il confine fra Arabia Saudita e Yemen.

Sempre il 26 è stato lancato dalle milizie houthi un missile che però non ha passato le linee, ricadendo poco dopo il lancio. Sembra che le capacità missilistiche houthi siano state fortemente ridotte in questi ultimi mesi, causa il blocco dei rifornimenti di armi e gli attacchi aerei.

 

 

LA SITUAZIONE IN IRAQ

 

In Iraq vi è ancora uno stato di forte disagio mancando la stabilità. I combattimenti e gli attentati si sono drasticamente ridotti da quando Daesh ha subito sconfitte campali ma operano ancora molte cellule. Si sente sempre forte l'attività di destabilizzazione idel regime teocratico iraniano e poi vi è sempre il complesso problema kurdo che coinvolge pesantemente anche la Turchia anche se vi sono accordi sostanziali. La coalizione iternazionale ha una presenza ridotta ma importante, subendo anche qualche attacco, per esempio a convogli di mezzi civili (scortati) che trasportano rifornimenti.

venerdì 25 dicembre 2020

ATTACCO AEREO ISRAELIANO IN SIRIA

 

Nella notte fra il 24 e il 25 dicembre, velivoli israeliani orbitanti sul Libano settentrionale, hanno lanciato dei missili contro un centro di ricerca a Masyaf, nella occidentale della regione siriana di Hama. Non si hanno notizie dei danni arrecati ma sono stati scorti incendi. L'antiaerea israeliana ha tentato di colpire i missili, senza riuscirvi. Non è escluso che l'attacco abbia riguardato un'area dove erano presenti iraniai o milizie Hezbollah.

 

AGGIORNAMENTO DELLE ORE 17.OO

La fabbrica era impegnata per ealizzare motori a razzo e i danni sono poittosto estesi, con vari edifici distrutto, stante le immagubu da satellite. 

giovedì 24 dicembre 2020

ATTACCHI AL CONFINE FRA ETIOPIA E SUDAN

 

In circostanze ancora non chiare, al confine fra Sudan ed Etiopia si sono registrate oltre 100 vittime civili. Potrebbe trattarsi di un attacco delle milizie del Tigrai ma nel medesimo periodo è cresciuta anche la tensione con il Sudan. 

martedì 22 dicembre 2020

COMBATTIMENTI NEL DONBAS

 

In questi ultimi giorni si sono intensificati i combattimenti nel Donbas, che non sono mai cessati del tutto, Al momento sembra che fra Kiev e Mosca non vi siano spunti per una intensa ma è chiaro che questa situazione non potrà proseguire all'infinito anche perché la regione sta attraversando un disastro economico gravissimo dato che quasi ttte le attività economiche si sono bloccate. 

domenica 20 dicembre 2020

ATTENTATO A KABUL

 

E' di 9 morti il bilancio di un attentato nel centro della capitale afghana, contro un convoglio che trasportava un parlamentare. Si è trattato della solita bomba di grande potenza, comandata a distanza. Fra le vittime anche donne e bambini che erano nella zona dato che i terroristi non si fermano neppure davanti a questa prospettiva.

Giungono notizie di scontri che proseguono in varie zone anche se l'intensità dei combattimenti è inferiore rispetto a quella di anni precedenti. Solo negli ultii giorni nell'area di Kahandar sono stati eliminati 74 miliziani integralisti. Fra l'altro Kabul ha denunciato l'arrivo di armi ed esplosivi (incluso ntrato d'ammonio, base di esplosivi di circostanza) dal Pakistan, dove agiscono ancora pericolosi gruppi d'integralisti. 

venerdì 18 dicembre 2020

STRAGE IN SOMALIA

RITIRO STATUNITENSE

 

Ennesima strage da parte dell'integralismo somalo. Il 18 dicembre un ordigno è scoppiato nel piccolo stadio di Gallacaio, nella parte settentrionale del paese, poco prima che vi giungesse un realder politico. Sembra che le vittime siano dozzine e molti i feriti.

Intanto sta iniziando il ritiro dei circa 700 militari USA presenti nel paese. Sta giungendo a largo di Mogadiscio una grande nave d'assalto anfibio per imbarcare personale ed equipaggiento. Rimarrà in Somalia solo un ristretto numero di militari e un numero non precisato di contractors. 

MINA IRANIANA IN MAR ROSSO

 

Una mina navale di costruzione iraniana del tipo SAFAF, è stata individuata e distrutta dalle forze saudite, a largo della costa yemenita settentrionale nel Mar Rosso. Per la sua posa sono sospettate delle unità mercantili iraniane che incrocano in quelle acque e che conduzono sicuramente varie attività clandestine. Non è escluso che prima o poi qualcuno vada a bordo per controlli. 

mercoledì 16 dicembre 2020

IL GEN. ZANELLI VICE COMANDANTE IN AFGHANISTAN

 

Il generale di corpo d'armata Nicola Zanelli è da oggi il vice comandante dell'Operazione internazionale RESOLUTE SUPPORT in Afghanistan. Il generale è un uomo d'azione, brevettato incursore e già comandante del Reggimento COL MOSCHIN e del COFS a Cebntocelle. Ce lo ricordiamo in diverse missioni all'estero, sempre brillante ufficiale, fin dall'epoca delloperazione AIRONE in Kurdistan nel 1991, poi in Somalia. Siamo certi che anche in Afghanistan, paese che conosce bene, sarà farsi valere in modo efficace. Il fatto che un ufficiale italiano sia vice comandante di questa difficile missione, indica che il personale italiano è altamente apprezzato in ambito internazionale. 

ANCORA CONBATTIMENTI IN AFGHANISTAN

 

Anche se l'intensità dei combattimenti è diminuita, la guerra prosegue in Afghanistan. Oggi sono stati uccisi 13 soldati governativi a Pul-e-Khumri, circa 200 km a nord della capitale, nel corso di un violento attacco poi respinto, Nell'ara di Khandahar i governativi sono all'attacco e hanno eliminato, anche con l'appoggio aereo, diversi miliziani integralisti. Sempre relativamente tranquilla la parte occidentale del paese.


 

SCONTRI FRA KURDI IN SIRIA

 

Una cinquantina di miliziani kurdi dell'YPG (di matrice marxista) si sono scontrati, nella notte fra il 15 e il 16 dicembre, con formazioni kurde nazionaliste, mentre tentavano d'infiltrarsi in Turchia, nell'estremità nord-orientale della Siria. Le formazioni dell'YPG (ramo armato del Parito dei Lavoratori Kurdo, PPK) sono in contrasto con le formazioni nazionaliste kurde e gli scontri stanno aumentando di frequenza, sia in Siria che in Iraq.

 

 

martedì 15 dicembre 2020

BOMBARDAMENTI RUSSI IN SIRIA

 

In un paio di giorni i velivoli russi schierati in Siria hanno effettuato una quartiina di sortiti contro bersagli posti nella Siria centrale, dove ncora operano gruppi facenti capo a Daesh. Si tratta di zone decisamente remote, dove ancora non è rientrata la popolazione civile. Intanto proseguno anche i bombardamenti, sepur meno intensi, dei vlivoli di Mosca nell'area di Idlib, ancora sotto controllo delle forze ribelli sostenute da Ankara.  

ATTACCHI CIBERNETICI DALLA RUSSIA

 

In questi ultimi giorni si sono registrati molti attacchi cibernetici provenienti dalla Russia e diretti verso importanti organizzazioni del mondo occidentale. Moca non è nuova ad iniziative ostili di questo tipo e sarebbe il tempo di rispondere in modo adeguato, dato che si tratta di iniziative a livello governativo e non certo di attacchi di singoli haker o di gruppi di haker. 

lunedì 14 dicembre 2020

 ATTACCO A PETROLIERA DAVANTI GEDDA


Nuovo episodio di guerra navale nelle acque del Mar Rossi. Il 14 dicembre un battello telecomandato ha clpito una petroliera dvanti a Gedda, in Arabia Saudita. I danni sono tati limitati e non si registrano danni all'equipaggio. Di certo le acque davanti alle coste saudite del Mar Rosso, stanno diventando insidiose, probabilmente per via di equipaggiamenti iraniani.

domenica 13 dicembre 2020

 RELAZIONI DIPLOMATICHE FRA MAROCCO E ISRAELE


Nel quadro profondamente mutato dei rapporti in Mdio Oriente, il Marocco si è unito a quei paesi arabi che hanno ripreso le relazioni diplomatiche con Israele. Cresce il numero di questi paesi e chiaramente anche l'Arabia Saudita non è contraria anche se ancora mancano passi ufficiali anche se si parla d'incontri segreti ai massimi livelli.

I COMBATTIMENTI SONO CESSATI NEL TIGRAI

 

Almeno per ora sono cessati i combattimenti nel Tigrai, dopo che le forze di Addis Abeba sono entrate in Makallé, il capolugo regionale, proveniendo dalla zona a ridosso della frontiera con l'Eritrea.

Gli Stati Uniti hanno chiesto all'Eritrea di ritirare le proprie truppe che sembra siano entrate in Etiopia per appoggiare l'offensiva delle forze di Addis Abeba. 

mercoledì 9 dicembre 2020

 SULL'UCCISIONE DI MOSHEN FAKHRIZADEH


L'uccisione del capo del programma nucleare iraniano, ha avuto caratteristiche veramente eccezionali. Tratteremo in modo più ampio l'argomento sul numero di dicembre di RAIDS ma intanto è emerso che a sparare è stato un sistema a controllo remoto, sistemato in un furgone lungo la strada. Non vi era nessun operatore sul posto. E' impressionante la capacità dimostrata da chi ha organizzato l'azione. lascinado intendere che può colpire chiunque in Iran anche se scortato. Qualcuno che ha diostrato di poter operare in un paese chiuso e sorvegliato come l'Iran in modo vasto e complesso, riuscendo ad eliminare lo scienziato ma lasciando illesa la moglie, che si trovava sull'auto al suo fianco. Ucciso è rimasto invece un uomo della scorta.

Il veicolo su cui si trovava l'apparecchiatura è stato poi fatto esplodere per non fornire elementi utili alle indagini iraniane. L'evento sembra abbia creato grande preoccupazione nei vertici iraniani, consci anche che non solo altri potrebbero fare la stessa fine ma che il perogramma nuclearte iraniano non sarà lasciato proseguire.

Malcelata sodisfazione si è avuta in diversi paesi arabi minacciati dall'Iran teocratico.

INTERCETTATO CARICO DI DROGA

 

Nel Mar Arabico vi sono molti traffici illeciti, non solo armi ma anche droga. Su una imbarcazione locale è stato scoperto un carico di oltre 900 kg di droga, bloccato da una unità statunitense, con il concorso delle operazioni che varie marine, fra cui quella italiana, conducono in quelle acque. L'attenzione è cresciuta in questi anni visto il contrabbando di armi dirette verso la milizia houthi, appoggiate dall'Iran.  I traffici, spcialmente di piccole unità, in quelle acque sono intensissimi e necessitano di adeguati controlli anche perché vi passano rotte fondamentali per l'Europa. Gibuti è la base principae per queste attività, ricordando la presenza di una piccola base logistica italiana, situata in un punto veramente strategico.

martedì 8 dicembre 2020

QUARANTA TERRORISTI ELIMINATI NEL SINAI

 

Qaudo si parla di Egitto in troppi si dimenticano che il paese è alle prese con un pericolosissimo terrorismo integralista, capace di mettere bombe anche nei luoghi di culto. Solo oggi, durante una efficace azione, le forze di sicurezza egiziane hanno eliminato 40 terroristi che operavano nel Sinai settentrionale, area dove sono attivi da anni. I gruppi terroristici fanno capo a formazioni come Al-Qaeda ma anche alla Fratellanza Musulmana, quel gruppo che uccise nel 1981 il presidente Assad, "reo" di aver firmato la pace con Israele.

ANCORA SCONTRI NEL FEZZAN

 

Anche oggi le forze libiciche nazionaliste si sono scontrate con quelle del Governo di Accordo Nazionale, appoggiate dalla Turchia, Si combatte per il controllo di alcuni  zone dove si trovano pozzi petroliferi nel Fezzan occidentale, dove le forze fedeli al GNA controllano una zona verso cui si dirige anche una colonna partita da Tripoli. 

COMBATTIMENTI IN SIRIA

 

Sono ripresi i combattumenti in Siria, su molti fronti. I turchi tirano con l'artigieria contro le Forze Democratiche Siriane. Gli israeliani hanno xolpito bersagli a sud di Damasco. Intorno a Idlib gli scontri proseguono anche se non sono le battaglie registrati in altri anni. La tensione rimane alta anche al confine con l'Iraq. Le previsioni non sono per niente positive mentre la struttura economica del paese rimane devastata. 

domenica 6 dicembre 2020

COMBATTIMENTI NEL FEZZAN

 

Sono ripresi gli scontri nel Fezzan Libico. Si combatte ad Ubari, dove le forze nazionaliste hanno lanciato un attacco. Qui vi è un enclave controllato dal GNA. Siamo in pieno deserto libico dove la logistica è problematica. L'esito dei combattimenti, che si svolgono con gruppi ristretti di uomini, è ancora incerto. Fondamentale è la possibilità d'interventi aerei. 

RIPRENDONO I COMBATTIMENTI NELLO YEMEN

 

Dopo una serie di attacchi della milizia houthi, raggruppate con altre sigla sotto Ansar Allah, anche in mare, da alcuni giorni sono ripresi i combattimenti nello Yemen. Le forze della coalizione a guida saudita hanno colpi vari bersagli militari, incluso uno all'aeroporti di Saana. Si combatte anche nella città portuale di Hoddeida. L'antiaerea saudita continua ad abbattere droni con carichi esplosivi diretti contro il suo territorio. Ci sono state scaramucce anche fra gruppi rivali nella coalizione anti houthi mentre anche gli integralisti si sono rifatti vivi con un attacco in mare, lungo la costa più occidentale, di fronte a Qishn

sabato 5 dicembre 2020

 RITIRO STATUNITENSE DALLA SOMALIA

 

Proseguendo la strategia volta alla riduzione dei contingenti statunitensi da alcuni paesi (come l'Iraq e l'Afghanistan) anche quello in Somalia sarà ridotto entro il 15 gennaio. Del resto l'impegno di Washington in questo paese partì nel lontano 1992 e seppur cessato in un periodo, dua da diverso tempo. Ai somali sono stati forniti equipaggiamenti per poter proseguire l'impegno contro le milizie integraliste e sicuramente proseguiranno certe attività, come quella d'intelligence e relativa all'impiego di droni. Probabilmente rimaranno alcuni istruttori e i contractor. Comunque le forze di Washington rimarranno nel confinante Kenia e a Gibuti, pronti ad intervenire. All'inizio di dicembre nel paese operavabo circa 700 militari statunitensi.

A fine novembre è rimasto ucciso in combattimento un operatore della CIA facente parte del SOG, le squadre d'intervento diretto. Non è stato reso noto il nome ma si tratta di un ex SEAL del Team 6.



giovedì 3 dicembre 2020

REPRESSIONE AD HONK KONG

 

I tribuali di Hong  Kong stanno comminando pene severe ai contestatori della politica repressiva di Pechino. Fioccano le condanne  mentre il regime tenta di non cedere su niente. Bisogna dire che i contestatori sono ben determinati nelle loro scelte. Gran parte del mondo è inerte davanti all'imperialismo del regime cinese. Sicuramente sarà una lotta sul lungo periodo e anche l'opposizione di Hong-Kong sembra non voler demordere. 

AGGIORNAMENTO GUERRA NEL TIGRAI

 

Non è sempolice avere informazioni attendibili sulla situazione nel Tigrai. Di sicuro le truppe etiopi sono giunte a Makallé, il capoluogo della regione anche se non hanno il controllo totale di una città che conta mezzo milione di abitanti. I dirigenti del TPLF hanno esplresso l'intenzione di proseguire la lotta a costo di condurre una lotta non convenzionale, un problema non da poco. 

Il mondo internazionale, impegnato anche nella pandemia, ha posto pochissima attenzione su tutta la vicenda. Da rimarcare l'insolita alleanza fra eritrei ed etiopi, da sempre su fronti opposti. 

mercoledì 2 dicembre 2020

AGGIORNAMENTO SIRIA

 

Anche se la vastità dei combattimenti in Siria è minore, non si deve pensare che questi siano termiati, stante anche la situaizone sul campo. Per esempio Daesh in novembre ha condotto una serie di azioni nella provincia di Hama, in cui ha ucciso 23 persone, il numero più alto in un mese dal 2017, quando fu sconfitta sul campo.

Sono ripresi i bombardamenti nella regione di Idlib, ul altro classico, con Ankara che ha fornito anche vecchi obici da 155 mm statunitensi alle forze ribelli e schiera nell'area ben 15.000 militari. I russi, anche se meno che in passato, conducono bombardamenti aerei e terrestri, in una situazioe i cui gli incidenti con i turchi sono sempre possibili. Vi sono poi scontri fra kurdi e turchi, un altro "classico" da tempo.

Siamo veramente molto lontani da una pace mentre l'economia di Damasco è sempre devastata. Da notare come l'ONU non riesca praticamente a far niente per migliorare la situazione.

COMPLETATO IL RITIRO ARMENO DAI TERRITORI 

CEDUTI ALL'ARZEBAGIAN

 

Gli armeni hanno ceduto i territori del Nagorno-Karabakh che controllavono in precedenza e che sono passati sotto il controllo di Baku. Si tratta di un complesso nuovo confine, che ha per gli armeni un piccolo corridoio di base anche se in due zone giunge sul vecchio confine. Ad occhio e croce una soluzione piena di rischi, in partivolre per gli armeni, in quanto rischiano di essere tagliati fuori con facilità dal territorio armeno. 

Ci sono ancora forti proteste ad Erevan contro la dirigenza che ha accolto questa intesa. Ad occhio e croce la vicenda storica di questi territori non è conclusa e nonostante Putin si atteggi a "pacificatore", ha dovuto ingoiare un'altra sconfitta da parte di Erdogan. 

lunedì 30 novembre 2020

CONFERMATA LA PRESA DI MAKALLE'

 

Siamo in grado di confermare l'arrivo delle truppe etiopi a Majallé e la fuga della dirigenza tigrini. Probabilmente non tutta la popolazione ha sostenuto questa lotta perché lo scontro, almeno in queste fasi, si è risolto troppo rapidamente rispetto alle forze teoricamente in campo. I capi del Fronte Popolare per la Liberazione del Tigrai hanno fatto sapere che la lotta proseguirà avendo annunciata la riconquista della città di Axum. Intato è confermato l'abbattimento di un MiG.23 etiope che stava conducendo missini d'attacco al suolo.

 

 

domenica 29 novembre 2020

OLTRE 100 VITTIME IN UN ATTACCO DI BOKO HARAM

 

Oltre 100 persone sono state uccise (alcune decapitate) in un attacco della milizia integralista di Boko Haram, nella Nigeria nord-orientale, Si tratta di uno dei maggiori massacri che i gruppo integralista ha compiuto in questi anni. 

Ancora le forze governtive non riescono a bloccare queste azioni, un lento ma vasto massacro che sta passando nell'indifferenza generale. 

SULLA CONQUISTA DI MAKALLE'

 

Si susseguono le informazioni circa l'avvenuta conquista di Makallé da parte delle forze etiopi e sono giunte congratulazioni da vari paesi, inclusa l'Eritrea e Gibuti ma ancora manca una conferma esterna. Si parla di una caccia all'uomo contro i dirigenti tigrini m ancora non lo possiamo confermare mentre è confermato che intorno a l'Asmara sono giunti altri missili balistici questo pomeriggio. 

sabato 28 novembre 2020

TRUPPE ETIOPI  MAKALLE'?

 

Il governo etiope ha anninciato che le sue truppe sono entrate in Makallé. La notizia non trova ancora conferma e lascerebbe intendere di un colasso dei reparti tigtini. Cercheremo di raccogliere altre informazioni.

 

BOMBARDAMENTI SU MAKALLE'

 

Da questa mattina alle 10.00 si stanno susseguendo i bombardamenti etiopi su Makalle', capoluogo del Tigrai, attualmente in rivolta contro il potere centrale. Le truppe etiopi hanno guadagnato terreno  anche sulla strada che proviene dall'Eritrea dato che gli eritrei sembrano essersi schierati decisamente con Addis Adbeba, in una nuova allenaza veramente insolita. L'asse dell'avanzata da nord è più semoplice orograficamente che non quello da sud che, infatti, si è bloccato. Intanto cresce il numero dei profughi che fuggono in Sudan.

 

 

SI STRINGONO I RAPPORTI FRA GRECIA ED EMIRATI

 

Si stanno stringendo i rapporti anche a livello militare, fra Grecia e Emirati Arabi Uniti, per cercare di arginare le'spansionismo di Erdogan. Ricordiamo come nei mesi scorsi F-16 degli Emirati siano stati rischierati a Creta mentre la tensione sta salendo nel Mediterraneo. Atene ha ottimi rapporti con l'Egittoe gli israeliani fanno manovre anche nella parte sotto controllo greco-cipriota di Cipro. Alla fine Erdogan potrebbe trovare troppi avversari anche per le sue risorse. 

venerdì 27 novembre 2020

UCCISO SCIENZIATO NUCLEARE IRANIANO

 

Quello che per gli israeliani era il capo del programma nucleare iraniano è stato ucciso oggi, alla periferia di Teheran, in un agguato condotto con armi automatiche. Mohsen Fakhrizadeh, questo il suo nome, potrebbe essere stato vittima di agenti stranieri o di un regolamento di conti iterno. Ad occhio la prima ipotesi ci sembra più probabile in quanto IOsraele da anni da la caccia a certi scienziati nucleari. 

PROSEGUONO I RAID SAUDITI IN YEMEN

 

Dopo le mine in Mar Rosso e l'attacco con missili da crociera a un deposito di petrolio a Gedda, stanno proseguendo i raids di ritorsione dell'Aeronautica saudita, dato che si vuol far capire alle milizie houthi e ai loro alleati iraniani, che la devono finire con queste azioni. Anche nella mattinata del 27 novembre vi sono stati attacchi intorno a Saana, lontano dai centri abitati e su bersagli militari. 

FREGATA TEDESCA CONTROLLA NAVE TURCA

 

Il 22 novembre la fregata tedesca HAMBURG ha controllato un mercantile turco, circa 200 km a nord di Bengasi. Probabilmente si tratta di un avvertimento ad Erdogan, in quanto probabilmente si sapeva che a bordo di questa unità non vi erano armi ma si è fatto sapere che, seppur con enormi ritardi, sono iniziati i controlli. In altre occasioni navi turche con carichi bellici sono state addirittura scortate da unità navali turche, elemento che renderebbe molto più complessa qualsiasi attività di controllo. Comunque la fase di afflusso via mare sembra essere diminuita, dato che i combattimenti in Libia sono praticamente cessati mentre prosegue il traffic di velivoli da trasporto C-130 e Airbus A-400 m, che volano ancora dalla Turchia alla Libia occidentale e viceversa.

 

 

mercoledì 25 novembre 2020

PETROLIERA SU MINA IN MAR ROSSO 

 

La sera del 26 novebre, una petroliera greca sembra aver innescato una mina nelle acque prospicenti il porto saudita a circa 100 chilometri a nord della frontiera con lo Yemen. Si tratta di un grave evento e ricordiamo che proprio il nostro blog aveva lanciato l'allarme. Probabilmente il minamento è stato compiuto dall'Iran, magari con una unità non battente bandiera oraniana, approfittando dell'intensissimo traffico che solca il Mar Rosso. Molte Marine sono già in allarme e scatteranno contromisure. 

 

Intanto si ha notizia che missili cruise sono giunti anche nel porto di Gedda, danneggiando un serbatoio. La risposta della coalizone è stata una serie di radis contro obiettivi militari avversari.

martedì 24 novembre 2020

ATTACCHI AEREI ISRAELIANI SUL GOLAN

 

Nella notte fra il 24 e il 25 novembre, velivoli israeliani hanno colpito bersagli sul Golan con armamento stand-off, Probabilmente si è trattato di postazioni degli Etzbollah libanesi che stanno tentando di stabilire delle basi nell'area, con l'appoggio iraniano. Israele sembra deciso a non consentire questo tipo di attività, attentamente monityorata così come quella iraniana in Siria. 

MINE IN MAR ROSSO

 

Preoccuante escalation delle attività belliche in Mar Rosso, Le forze della coalizione a guida saudita hanno distrutto 5 mine nella parte meridionale del Mar Rosso, a largo delle coste yemenite. Non è la prima volta che queste acque sono oggetto di azioni navali ma questa volta sono coinvolti i traffici internazionali, in modo simile per quanto avvenne per le mine libiche nel 1984. L'impressione è che anche questa attività sia stata realzzata con l'appoggio iraniano. 

lunedì 23 novembre 2020

INCONTRO FRA ISRAELIANI E SAUDITI,

MISSILI HOUTHI SU GEDDA IN RISPOSTA

 

Un missile da crociera, lanciato dalle milizie houthi, ha colpito l'area di un impianto petrolifero nei pressi di Gedda. I danni non dovrebbero essere gravi dato che non si sono sviluppati incendi. La risposta saudita è stata immedia con vari attacchi aerei contro le posizioni della milizia filo iraniana.

Il tutto è avvenuto dopo che sono corse notizie circa un incontro riservato (non segreto, in quel caso non si saprebbe niente porbabilmente) fra il primo ministro israeliano e il principe ereditario saudita, un fatto storico, avvenuto il 22 ottobre. Probabilmente gli iraniani hanno, tramite la milizia houthi, dato una loro risposta. Si sono accesi combattimenti terrestri anche a occidente di Saana.

Se si normalizzassero le relazioni fra le princincipali monarchie arabe e Israele, come sembra si stia completando, per l'Iran sarebbero grossi problemi, in quanto si troverebbe in una posizione moto delicata. E vi è da notare che anche l'Azebagian sembra avere byoni rapporti con Israele e un confine, anche marittimo, con l'Iran. Il regime teocratico iraniano si sente sempre più alle strette, alle prese anche con la crisi economica e il COVID-19 anche se si trasmettono dati assolutamente riduttivi. 

Le milziie houthi oitrebbero essere dichiarate dagli Stati Uniti un gruppo terroristico, con ulteriori conseguenze. 

AL ZAWAHIRI MORTO?

 

E' circolata la notizia che l'attual capo di al-Qaeda sia morto, per cause naturali. Al momento si tratta di voci non confermate anche perché l'organizzazione terroristica ha l'interesse che si dia la caccia a un capo già defunto, lasciando margini di sopravvivenza superiori ad un eventuale nuovo capo, ovviamente subito in testa alla lista delle persone da eliminare da parte degli Stati Uniti.  

TRUPPE AZERE PRENDONO POSIZIONE

 

 Come previsto dagli ccordi di pace, truppe azere stanno prendendo il controllo di zone del Nagorno-Karabakh, come quella di Agdam mentre si stanno schierando anche i militari russi che contorlleranno l'appicazione ei vari accordi.

Oer gli armeni si tratta di una sconfitta pesante che sta facendo traballare l'attuale esegutivo in carica. Del resto anche nei precedenti colloqui di pace, proseguiti per 30 anni, si trattava per un ritorno della sovranità azera su alcunu distretti della regione. 

domenica 22 novembre 2020

TIGRAI: CONQUISTATA ADIGRAT

MANCANO CONFERME

 

I reparti etiopi che avanzano in Tigrai partendo dal confine con l'Eritrea, avrebbero conquistato Adigrat e ora si troverebbero ad un centinaio di chilometri da Makallé, la capitale della regione. Da Adigrat l'avanzata è molto più semplice che non procedendo da sud, sempre che l'Eritrea sostenga logisticamente l'operazione. 

 

AGGIORNAMENTO DELLE ORE 01.00

La televisione tigrina ha mostrato aspetti di normalità ad Axum e Adigrat, commentando che i due centri abitati sono ancora sotto il suo controllo. Vedremo di capire che cosa sta succedendo. 

sabato 21 novembre 2020

ATTACCATA L'AMBASCIATA IRANIANA A KABUL

 

Il 20 novembre vi è stato un attacco contro l'ambasciata iraniana a Kabul, probabilmente legato allo scontro fra sciiti e sunniti che ha risvolti anche in questo paese.

Il 21 novembre sono giunti alcuni razzi alla periferia della capitale che hanno causato 8 vittime. I lanci erano comandati da un dispositivo a tempo e molto imprecisi, vista anche la distanza del punto di lancio. 

venerdì 20 novembre 2020

 

 AVANZATA NEL TIGRAI

 

Le truppe etiope hanno conquistato la città di Axum e sono vicine ad Adua. Si tratta di reparti che erano a ridosso della frontiera con l'Eritrea, rimasti fedeli ad Addis Abebba che sicuramente godono della'appoggio del governo di Asmara, non fosse altro che per la parte logistica, I reparti etiopi controllano l'arteria principale che dal Suda raggiunge Makallé, capoluogo del Tigrai. Difficile ottenere informazioni attendibili da questo scacchiere.

Per quanto riguarda i rapporti fra Scioia e tigrini, basta ricordare che quando le armate etiopi furono sconfitte dalle forze italiane, nel 1935-36, i tigrini assalirono le forze imperiali, creando non pochi problemi. I militari tigrini furon fra quelli che si batterono di più contro i reprti inglesi e del Negus anche durante la II Guerra Mondiale.

mercoledì 18 novembre 2020

AZIONI SUL GOLAN E REAZIONE ISRAERLIANA

 

Operatori non meglio identificati hanno piazzato ordigni su una strada dell'area del Monte Hermon, al confine fra Israele, Siria e Libano. Immediata la reazione israeliana. Nella notte fra il 17 e il 18 novembre, i velivoli israeliani hanno lanciato missili che hanno colpito un bersaglio alla periferia sud di Damascao, uccidendo 10 fra iraniani e siriani e ferendoli altri. Prosegue questa vera e propria guerra di attrito che ha i suoi alti e i suoi bassi. 

martedì 17 novembre 2020

 NUOVO INTERVENTO DELLA MARTINENGO


Due giorni dopo il precedente intervento, la fregata italiana MARTINENGO ha messo in fuga un altro gruppo di pirati nel Golfo di Guinea. I pirati nella notte erano saliti a bordo di una unitò navale, ferendo un membro dell'equipaggio in modo non grave, subito soccorso dal personale del SAN MARCO che è intervenuto rapidamente e in modo professionale. I marinai italiani stanno dimostrando grande efficacia a distaza dal paese e in un teatro operativo molto vasto e trafficato.

lunedì 16 novembre 2020

CONFLITTO NEL TIGRAI

 

le forze Tigrine controlalno quasi tutta la regione anche se oggi i reparti di Addis Abeba sono entrati in Alamata, all'estremità meridionale del territorio della regione. 

Sempre oggi i velivoli etiopi hanno attaccato il capoluogo regionale di Makallé. Artiglierie tigrine ed eritree si sono scambiate colpi nella zona di confine. Si stanno muovendo masse di profughi.

Non crediamo, conoscendo l'orografia della zona, che i reparti etiopi potranna avanzare rapidamente. 

PROFUGHI ARMENI

 

Colonne di profughi armeni stanno abbandonando i territori che, in base ai recenti accordi, dovrebbero passare sotto il controllo azero. Alcuni di loro prima di partire danno fuoco alle abitazioni, abbattendo anche gli alberi da frutto. Una nuova tragedia che però non trova molti commenti in Europa.

Intanto si è dimesso il ministro degli esteri armeno e resta molto alta la tensione nel paese. 

domenica 15 novembre 2020

 RAZZI DA GAZA VERSO ISRAELE E RISPOSTA


Nella notte Hamas ha tirato razzi verso Israele e subito è scattata la risposta israeliana. Hamas è preoccupata per la nuova situazione geostrategica nell'area che la vede sostanzialmente con pochi alleati dopo il riconoscimento di Israele da parte di un numero crescente di paesi arabi.

 MISSILI DAL TIGRAI SU ASMARA

 

Nella serata diu ieri cinque missili (prima 3 poi altri 2) sonogiunti nell'area della capitale eritrea, Asmara, lanciati dal Tigrai. I tigrini accusano l'Eritrea di appoggiare le forze etiopi che da 12 giorni combattono contro di loro. L'obiettivo doveva essere l'aeroporto ma non è stato colpito. Ovviamente si tratta di una grave escaltion della situazione mentre i combattimenti vanno avanti. Sembra che vi siano combattimenti fras tigrini ed eritrei intorno alla città di Adigrat mentre UAV, probabilmente degli Emirati, avrebbero colpito obiettivi militari a nord di Makallé.

Intanto circolano notizie di massacri fra la popolazione il chr non tranquillizza certo l'anima delle forze in lotta.

I miussili giunti si l'Asmara dovrebbero essere degli SCUD arrivati a suo tempo di cui non si avevano precise notizie. Ricordiamo che in Eritra vi è ad Assab una base per le operazioni contro le miliz<ie houthi nello Yemen.

sabato 14 novembre 2020

FORSE UCCISO IL NUMERO DUE DI AL-QAEDA

 

Da diverse ire gia la voce che l'uomo ucciso con la figlia a Teheran lo scorso agosto, non era un professore distoria ma Abdullah Ahmed Abdullah, vale a dire nienbte di meno che il numero 2 di al-Qaeda, indicato come uno dei responsabili dell'attentato contro le ambasciate USA di Nairobi e Dar-el-Salan, in cui morirono oltre 200 persone.

Il ricercato sarebbe stato ucciso da due agenti israeliani ma ancora non possiamo confermare l'evento. L'Iran nega ma generalmente i professori di storia non vengono uccisi per strada. Certo sarebbe molto imbarazzante per l'Uran aver ospitato un terrorista di questa importanza, rischiando pesanti ripercussioni.



venerdì 13 novembre 2020

SCONTRO FRA MARCOCCO E POLISARIO

 

A 29 anni dall'accordo per il cessate il fuoco fra Marocco e guerriglieri del POLISARIO (che si battono per l'indipendenza di quello che fino al 1975 era la remota colonia del Sahara Spagnolo), i combattimenti sono ripresi. Teatro dello scontro la località di Guerguerat, nella zona di confine fra Marocco, Algeria e Mauritania, zone desertiche immense. L'intervento dei reparti di rabat ha messo in fuga i reparti del POLISARIO ma ovviamente la tensione nella zona contesa si è innalzat di molto, con il POLISARIO sempre appoggiato dall'Algeria.

Rabat, per bloccare le scorrerie delle colonen dei guerriglieri, aveva realizzato ampi valli in terra, con predsidi, postazioni arretrate e campi minati. 

Il previsto referendim per le sorti della regione non si è mai svolto, in quanto non si è trovato l'accordo su chi poteva votarvi. 

giovedì 12 novembre 2020

TRUPPE TURCHE IN NAGORNO-KARABAKH

 

Il presidente turco Erdgan ha annunciato che truppe turche si schiereranno in Nagorno-Karanakh, per svolgere un ruolo simile a quello che faranno i militari di Mosca. Vi è una differenza non da poco fra le due realtà perché i turchi si sono schierati in armi con Baku durante il recente conflitto. 

ANNIVERSARIO STRAGE NASSIRYAH

 

Oggi è il 17° anniversario della strage accaduta, utilizzando una cisterna con un grosso carico di esplosivo, alla Base MAESTALE  Nassiryah. E' stato il più alto tributo di vittime in un singolo giorno durante le missioni all'estero. Un ricordo per i caduti militari e per i civili italiani, cvoinvolti in questo tragico evento. Anche per loro, per onorare la loro memoria, bisogna andare avanti con l'impegno per la stabilizzazione e la difesa degli interessi nazionali anche quando bisogna affrontare macellai senza scrupoli. 

mercoledì 11 novembre 2020

ATTENTATO A GEDDA

 

Nella mattinata dell'11 novembre, vi è stato un attentato terroristico al cimitero di Gedda in Arania Saudita, dove si svolgeva una cerimonia in ricordo dei caduti inglesi, francesi e italiani della I Guerra Mondiale. E' esploso un ordigno provbabilmente dietto contro il console francese e l'addetto militare che l'accompagnava.. Vi è stato solo un ferito. Evidentemente nel paese operano ancora gruppi integralisti che cercano di destabilizzare la situazione.

 

IL FRONTE OROMO A FIANCO DEI TIGRINI

 

Il Fronte di Liberazione Oromo è entrato in lotta a fianco delle forze tigrine che si stanno battendo contro le forze di Addis Abeba. Gli oromo sono in rivolta da decenni contro il potere centrale e rivendicano maggior indipendenza. La cosa strana è che gli oromo operano da sempre nei loro territori, a meridione e a occidente di Addis Abeba, lontano dal Tigrai. 

Intanto proseguono i combattimenti e gli attacchi aerei. 

TREGUA NEL NAGORNO KARABAK

DISPIEGAMENTO RUSSO

 

La tregua sembra tenere nel Nagorno Karabakh. Le forze di Mosca hanno iniziato a dispiegarsi nella regione e lo stanno facendo dato che erano già in Armenia e stanno inviando rinforzi per via aerea, sorvolando la Georgia. 

Circolano le prime mappe su come i russi sistemeranno i lorto punti d'osservazione e questa provincia dovrebbe essere divisa grosso modo a metà, fra parte settentrionale (armena) e meridionale (azera).

Ora bisognerà vedere che cosa accadrà al governo armeno che è stato duramente contestato dalla popolazione in rivolta per il suo atteggiamento durante il conflitto, giudicato troppo remissivo e arrendevole, non avendo inviato adeguate unità di rinforzo.

 

martedì 10 novembre 2020

LA FREGATA MARTINENGO 

METTE IN FUGA I PIRATI

 

La mattina dell'8 novembre la fregata italiana MARTINENGO, ha ricevuto il segnale di soccorso da parte di un mercantile di Singapore attaccato dai pirati a largo delle coste del Benin. L'equipaggio si è barricato  nella "cittadella" (area di sicurezza non facile da penetrare) e la fregata ha fatto decollare rapidamente un elicottero NH-90, con a bordo anche personale della Brigata Marina SAN MARCO, che con qualche raffica di mitragliatrice hanno convinto i pirati da desistere dall'azione.

Sulla nave si è calato poi un tem del SAN MARCO che ha controllato che a bordo non si fosse nascosto qualche pirata mentre ka loro imbarcazione si è allontanata. Si è trattato di un'operazione rapida e ben condotta. 

CONFLITTO NEL TIGRAI

 

Sembra che le forze di Addis Abeba abbiano raggiunto l'aeroporto di makallé, capoluogo della regione dove sono in corso combattimenti con le formazioni tigrine. Quest'utime hanno accusato l'Eritrea di essere entrata nello scontro al gfianco di Addis Abeba. Proseguono anche le incursioni aeree.

la situazione è decisamente imbarazzante per il presidente tiope che solo lo scorso anno aveva ricevuto il premio Nobel per la Pace. 

lunedì 9 novembre 2020

Breaking News

 

PROSEGUE L'AVANZATA AZERA

SEGNATO UN ACCORDO CON IL DISPIEGAMENTO DELLE TRUPPE RUSSE NEL NAGORNO-KARANAKH

 

In queste ore sta proseguendo l'avanzata delle forze azere su più fronti e in più direzioni, con gravi ripercussioni anche sulla politica armena.

Intanto ieri un elicottero d'attacco Mi.24 russo è stato abbattuto per errore dagli azeri mentre era in volo sull'Armenia, nei pressi dell'enclave azero lungo il confine con la Turchia. Ovviamente la cosa ha provocato forti reazione da Mosca  che subito ha inviato 10 velivoli da trasporto con rinforzi in uomini e armi nel paese. I russi dovrebbero schierarsi nel territorio conteso. Si parla di centinaia di altri uomini con molti veicoli che stanno affluendo anche in queste ore.

E' stato firmato un cessate il fuoco con la mediazione russa ma le proteste sono montate a Erevan, con una folla che ha accusato di tradimento il primo ministro. la cui moglie, per altro, è con i reparti a Stepanakerth. La situazione è molto tesa anche perché è evidente che l'Armenia non ha inviato adeguati rinforzi nell'area.

Ovviamente forniremo ulteriori informazioni nelle prossime ore cercando di avere un quadro aggiornato di quanto sta accadendo nel silenzio quasi totale per quanto concerne i media italiani.

 

AGGIORNAMENTO DELLE ORE 17.00

IL primo velivolo Il.76 con le forze russe che dovrebbero vigilare sulla tregua tra Armenia e Azerbaigian, è atterrato a Erevan. Saranno utilizzati anche in militari già presenti in Armenia che si sono già mossi, Intanto il presidente Macron si è schierato con l'Armenia.

La situazione è molto tesa nella capitale Armena e i diostranti hanno assaltato la residenza del presidente che però è fuggito, malmenando il suo portavoce, accusati d'inettitudine nella campagna. In effetti qualcosa di strano è avvenuto ed è mancato un massiccio intervento delle forze armene nel momento ciitico della campagna. 

 

SCONTRO FRA PPK E KURDI IRACHENI 

 

Il PPK, Parito Comunista Kurdo (attivo in Turchia) è in lotta contro i kurdi nazionalisti dell'Iraq, al punto di effettuare azioni contro le loro forze. Da tempo lw forze kurde di Barzani non sono in conflitto con quelle turche mentre il PPK è sempre in battaglia con Ankara, subendo attacchi anche in Iraq. Le forze di Erbil mantengono relazioni con la Turchia mentre il PPK è in scontro aperto. Questo confronto conferma la complessità estrema della situazione nella regione.

 I REPARTI AZERI A SHUSHI


Nella mattina del 9 novembre le forze azere sono entrate in Shushi, ottenendo un importante risultato e mettendo in crisi lo schieramento armeno nella regione, dato che ora controllano la strada principale per la vicina Stepanakert verso l'Armenia.

Non si capisce come mai la resistenza non sia stata più prolungata vista l'importanza dell'obiettivo. Sembra quasi che i reparti armeni, quelli di Erevan e non le milizie locali, si astengano dall'intervenire. I locali non hanno risorse bastevoli per una resistenza contro un avversario molto più numeroso e meglio equipaggiato.

Stepanakert dista pochi chilometri e ora è direttamente minacciata

SHUSHI ANCORA SOTTO CONTROLLO ARMENO

 

La località di Shushi, sulla strada principale che collega Stepanakert con l'Armenia, è ancora nelle mani delle forze armeno mentre sono in corso intensi combattimenti subito a meridione. Sembra che le infiltrazioni azere siano state respinte.

Intanto a Erevan vi sono delle manifestazione di protesta perché si chiede un maggior coinvolgimento delle unità armene in supporto delle formazioni armene che si stanno battendo contro le forze azere. 

domenica 8 novembre 2020

 SCONTRO IMPORTANTE PER STEPANAKERT


Gli azeri hanno annunciatola presa si Shushi, località posta a pochi chilometri da Stepanakert, il capoluogo della regione contesa, da cui si sono allontanate colonne di civili su mezzi. Si tratta di una fase molto importante dello scontro mentre stanno affluendo rinforzi armeni per bloccare la spinta avversaria. Il capoluogo è stato ancora una volta colpito dall'artiglieria azera e dalla sua periferia meridionale si sente il suono delle armi leggere.

sabato 7 novembre 2020

SI COMBATTE NEL TIGRAI

 

Sono in corso combattimenti nel Tigrai, la regione dell'Etiopia settentrionbale ai confini con l'Eritrea. Addis Abeba ha fatto intervenire l'Aeronautica che ha colpito zone intorno alla città di Makallé, capoluogo della regione.

Sono oramai tre giorni che si sono accese le ostilità con attacchi governativi in varie parti della regione. La situazione è confusa ma si tratta di un aggravamento notevole nella regione dove traeva le sue origini il Fronte di Liberazione del Tigrai, che portò alla caduta diel regime di Menghistù. 

Si tratta di un duro colpo per la stabilità dell'Etiopia che ha visto finire lo scontro con l'Eritrea e un discreto sviluppo. Forse si tratta dell'ennesimo capitolo della lotta per il potere in Etiopia.

NAGORNO-KARANAKH: COMBATTIMENTI PER SHUSHI 

 

Sono in corso intensi combattimenti per il controllo di Shushi, la cittadina a sud del capoluogo della regione, da cui passa una omportante arteria. Le forze azere. appoggiaye dall'artiglieria e dai teleguidati, sono giunte a 5-6 km del centro abitato ma stanno incontrando una resistenza crescente, avendo anche problemi logistici, vedendo arrivare anche la stazione invernale che renderà tutto più difficile.

Le ultime notizie indicano come le forze di Baku siano avanzate anche nella parte centrale del fronte, spingendo sempre da sud, probabilmente perché alcune forze armene si sono spostate verso occidente, per fronteggiare l'attacco a Shushi.

Shushi gioca un importante ruolo strategico e gli armeni sembrano intenzionati a difenderlo con determinazione, così come la strada principale che vi passa, avendovi fatto affluire corazzati e meccanizzati. Sembra che il problema tattico in questa fase del conflitto è che i reparti armeni non hanno abbastanza uomini perr presidiare adeguatamente un fronte che si è molto allungato e che carri e artiglieria sono stati colpiti in modo efficace dai teleguidati azeri, causando diverse perdite.

giovedì 5 novembre 2020

REPARTI AZERI AVANZANO ANCORA 

 

RAIDS è in grado di confermare che ieri le forze azere sono avanzate ad alcuni chilometri da Shushi, nella parte centrale della regione contesa, minacciando la strada principale che collega il capoluogo Stapanakert con l'Armenia. La strada è stata chiusa al traffico civile. 

Le forze azere sembra che riescano a filtrare attraverso le difese armene, sfruttando la superiorità nei cieli, in particolare per quanto riguarda i teleguidati, inclusi quelli armati. Le forze armene hanno palesato alcuni limiti tecnici anche se i combattenti si battono con coraggio. Ankara sta appoggiando in modo massiccio le forze di Baku e la sua presenza, con migliaia di uomini in ruoli chiave, si sente. Vi sono poi i soliti elementi integralisti siriani che vengono utilizzati come massa d'urto.

Da segnalare il silenzio assordante sui media italiani riguardo a queste vicende. Una vera e propria vergogna per una classe giornalistica che poi si vanta di essere professionale e libera in molte parti, quando semplicemente non lo è.

mercoledì 4 novembre 2020

ETIOPIA: TENSIONE NEL TIGRAI

 

Il primo ministro etiope ha dichiarato lo stato d'emergenza nella provincia settentrionale del Tigrai, al confine con l'Eritrea. Ha accusato il Fronte di Liberazione Popolara del Tigrai di aver assalito una base dell'Esercito, nel tentativo d'impadronirsi di armi ed equipaggiamenti.

Il Fronte aveva svolto un ruolo decisivo nel rovesciamento di Mengistù, svolgendo per molti anni un ruolo cardine nella politica del paese. Più di recente le cose sono cambiate e sono nate delle tensioni, che risalgono a facende vecchie di secoli, tanto per intenderci. 

 SEMPRE ALL'OFFENSIVA GLI AZERI


Le forze azere che operano nel Nagorny-Karabakh sono sempre all'offensiva e ora sono giunte a una ventina di chilometri dal capoluogo. Reparti di forze speciali azere minacciano anche la principale strada che collega il capoluogo, Stepanakert, con l'Armenia mentre vi sono sempre intensi bombardamenti anche con razzi campali a lungo raggio.

Queste zone, oltre che orograficamente più tormentate, sono anche a maggiore presenza armena, per cui il contrasto dei difensori sarà sicuramente maggiore. Le forze di Baku hanno in pratica preso il cotrollo della parte meridonale della regione e ora spingono verso nord. I reparti armeni resistono e oggi in un solo episodio hanno messo fuori combattimento tre T-72 avversari, come si vede in un filmato. Le forze azere rispondono soprattutto con i droni turchi TB-2 che hanno ottenuto altri successi contro i corazzati avversari e forniscono un appoggio essenziale.

martedì 3 novembre 2020

ELIMINATI INTEGRALISTI IN NIGER 

 

Un drone francese il 30 ottobre ha avvistato oltre 30 motociclette dei miliziani integralisti musulmani, in movimento in Niger, vicino al confine con Mali e Nigeria. Sono rapidamente intervenuti 2 MIRAGE che hanno colpito a colonna in modo efficace. Oltre 50 jihadisti sono stati uccisi in uno dei maggiori successi di questi ultimi mesi nella lotta alle milizie integraliste. Ne ha dato ufficialmente notizia il ministro della Difesa francese.

 

INTENSI COMBATTIMENTI NEL CAUCASO

 

La giornata odierna nel Nagorno-Karabath è stata caratterizzata dal tentativo delle forze azere, che controllano la gran parte della sezione meridionale della regione, di avanzare verso la parte centrale da sud, investendo anche il capoluogo. Gli armeni stanno resistendo, avvantaggiati dal fatto che si tratta di zone montuose che meglio si prestano alla difesa. I reparti azeri spingono nella valle del fiume Arkas, che scorre parallelo alla zona che divide l'Armenia dalla regione contesa. Probabilmente lo scontro diverrà ancora più duro nei prossimi giorni. 

I TURCHI SI RITIRANO DA UNA BASE IN SIRIA

 

Colonne di camion stanno trasportando materiale fuori dalla base di Morek, quella più grande da loro realizzata all'interno del territorio siriano. Qualcuno parla di abbandono della base ma potrebbe trattarsi di una sua riduzione. La base si trova nell'area di Idlib.

 

 

lunedì 2 novembre 2020

ATTACCO TERRORISTICO A VIENNA 

 

E' in corso un attacco terroristico nel centro di Vienna, nei pressi della sinagoga. Per ora si parla di sette vittime, fra cui un poliziotto. Le immagini giunte per ora ci mostrano un terrorista armato di AKM. Un elemento deciso che è tornato indietro per finire una delle sue vittime. Il centro della capitale austriaca è bloccato dalla polizia e si parla anche di un sequestro. Le sparatorie sarebbero avvenute in punti distinti. Corre voce anche di un sequestro in corso. Forniremo notizie di questo nuovo attacco integralista non appena disponibile. 

 

AGGIORNAMENTO DELLE 08.00 DEL 3 NOVEMBRE

Le informazioni disponibili sull'attentato sono ancora abbastanza frammentarie. Sembra che gli attentatori fossero almeno due, di cui uno è stato ucciso, identificato come un simpatizzante di Daesh. Almeno un suo complice è ancora in fuga e stamani vi sono imponenti misure di sicurezza. Addirittura sono state chiuse le scuole per ridurre i rischi di un sequestro e rendere meno difficili le indagini. I controlli sono stati elevati e anche i paesi limitrofi sono in allarme.

Erano decenni che l'Austria non vedeva azioni di questo tipo, dopo attacchi effettuati negli Anni '70 e '80, alcuni clamorosi come il sequestro nella capitale di alcune delegazioni dell'OPEC (l'organizzazione dei primi dieci produttori petroliferi). Evidentemente i terroristi volevano colpire prima che oggi scattassero le nuove misure contro il virus, puntando a creare uteriori panico e incertezza.

ATTACCO ALL'UNIVERSITA' DI KABUL


Terroristi integralisti hanno lanciato un attacco contro l'università di Kabul in Afghanistan. Si sta ancora combattendo all'interno dell'ateneo e per ora il bilancio è di una ventina di vittime. Forniremo notizie ulteriori non appena disponibili.

venerdì 30 ottobre 2020

AGGIORNAMENTO CAUCASO

 

Le truppe azere sembrano essere state arrestate nella loro avanzata anche se hanno conquistato qualche piccolo villaggio nella zona meridionale del fronte, con minimi progressi verso occidente, subendo perdite. Questa è la regione del territorio converso dove la presenza armena era minore. Nello stesso tempo proseguono i colloqui di pace a Ginevra.

giovedì 29 ottobre 2020

 AGGIORNAMENTO SIRIA


I combattimenti sono ripresi con una certa intensità in Siria, in particolare nella parte nord-occidentale. L'artiglieria turca tira sulle posizioni kurde a nord di Aleppo. Le forze ribelli appoggiate dalla Turchia sparano con la propria artiglieria che ha ricevuto anche vecchi pezzi M-114 da 155 mm statunitensi, ceduti da Ankara ovviamente. L'artiglieria governativa risponde e i velivoli russi bombardano come fanno di solito, stando attenti a non colpire i 16.000 turchi presenti nell'area.

Intanto il capo della sicurezza di Assad, il brigadier generale Daas, è sfugito ad un attentato contro di lui a Deir-ez-Zor, condotto da due individui in motocicletta.

GLOBAL HAWK SUL CAUCASO


Un velivolo telecomandato RQ-4 GLOBAL HAWK (nome in codice FORTE 10) decollato da Sigonella (Catania), dove sono basati questi velivoli, ha sorvolato la Georgia meridionale, volendo raccogliere informazioni sul fronte dello scontro fra Armenia e Azerbaigian, per raccogliere dettagliate informazioni sull'andamento delle operazioni fra i due paesi, dove lo scontro prosegue aspro, con oltre cento militari uccisi al giorno. Cercheremo di capire su che paesi è passato nel suo viaggio prima di giungere sul Mar Nero e la Georgia. Probabilmente si tratta di Grecia e Bulgaria.

ATTACCO TERRORISTICO A NIZZA

 

Un terrorista integralista musulmano ha ucciso tre persone (il sacrestano e due donne), all'interno della cattedrale di Nizza. L'azione si è svolta subito dopo le nove di mattina e sembra che almeno una delle vittime sia stata decapitata. La sicurezza, giunta rapidamente, ha reagito colpendo e arrestando l'attentatore, dopo averlo colpito. La tensione è molto alta nel paese anche per altri fatti accaduti nei giorni precedenti. Il presidente Macron si è subito recato sul posto.

Di rilievo il fatto che l'attentatore, ora in rianimazione, era giunto il 9 settembre clandestino a Lampedusa e ai primi di ottobre risultava essere  a bordo di una delle unità navali che ospitano i clandestini in quarantena, per l'esattezza a largo di Bari (a spese nostre). Aveva ricevuto un foglio di via ma ha passato la frontiera con la Francia, sempre illegalmente, e poi si è reso protagonista di questo atto terroristico. Ovviamente questo elemento rinvigorisce la tesi che fra i clandestini che giungono in Italia, anche in piena emergenza virus, vi siano elementi pericolosi, dato che non è la prima volta che ciò accade. E visto che già i "ricollocamenti" non funzionavano, immaginate quante delle persone giunte illegalmente in Italia domani verranno accolte in altri paesi.

Questo esecutivo si sta dimostrando totalmente inadeguato su tutti i piani e dev'essere sostituito al più presto. Non ci sono alternative perché ha dimostrato limiti inconcepibili di cui, si spera, saranno chiamati a rispondere perché causa di danni. 

mercoledì 28 ottobre 2020

I ROYAL MARINES 

RIPRENDONO IL CONTROLLO DI UNA PETROLIERA

 

La Gran Bretagna non è l’Italia e Boris Johnson non è Giuseppe Conte per cui non c’è da stupirsi se il governo inglese ha risposto con una spettacolare operazione di Forze speciali al tentativo di alcuni immigrati di dirottare una nave prendendone il controllo. La petroliera Andromeda era finita sotto il controllo di un gruppo di immigrati ieri al largo dell’Isola di Wight.

Così il governo inglese ha dato il via libera, il 26 ottobre, ad una vera e propria azione militare, condotta con elicotteri e royal marines. Obiettivo: liberare la petroliera che era stata dirottata dagli immigrati, saliti a bordo da clandestini. L'operazione ha avuto completo successo, nessuno è rimasto ferito ed è stato dato un esempio.



martedì 27 ottobre 2020

TENSIONI TRA FRANCIA E TURCHIA

LA LIRA TURCA AI MINIMI STORICI

 

L'autocrate turco Erdogan ha detto pubblicamente che Macron dovrebbe farsi visitare da un buon psichiatra e, nei giorni successivi, è arrivato a dire che; " la Francia tratta i musulmani nello stesso modo in cui i tedeschi trattavano gli ebrei". Ovviamente vi è stata una dura risposta non solo di Parigi ma anche europea (con l'Italia sempre molto defilata).

Erdogan è così aggressivo anche perché l'economia turca va male e in questi giorni la Lira Turca è ai minimi storici. Cosa di meglio che, per distrarre la propria opionione pubblica dai tanti problemi economici, trovare dei "nemici esterni" a cui attribuire le colpe dei problemi del paese? In questo quadro s'innesca anche la richiesta ai turchi di boicottare i prodotti francesi.

I nemici sono i turchi, i nazionalisti libici, il governo in Siria, i kurdi ma anche gli armeni, guarda caso elementi al centro spesso di conflitti plurisecolari, incluso i russi.

Vi è da chiedersi dove vuol trascinare la Turchia con questa politica. Una grave crisi economica potrebbe far traballare il regime, alle prese con molti problemi e troppe ambizioni internazionali. Parigi non sembra farsi impressionare e si prepara a contrastare la politica di Erdogan anche per quanto riguarda lo sfruttamento dei fondali del Mediterraneo, un grosso problema emerso già da tempo che coinvolge anche l'ENI.

domenica 25 ottobre 2020

AGGIORNAMENTO DAL CAUCASO

 

I reparti azeri hanno passato il fiume Hakari e occupato il vilaggio di Qubadli, non lontano dal confine armeno, proseguendo l'offensiva nella parte meridionale del fronte, quella più pianeggiante e meno impervia. Lo scontro prosegue e bisognerà vedere se l'offensiva azera proseguirà anche perché gli armeni hanno realizzato nuove linee difensive e stanno ricevendo nuovi equipaggiamenti.

Si battono anche le strade diplomatiche ma Baku sembra voler sfruttare i successi ottenuti, specialmente nella parte meridionale del fronte. Si sta avvicinando anche il periodo invernale che renderà più difficili le operazioni, specialmente nelle zone montuose. 

 

sabato 24 ottobre 2020

RELAZIONI DIPLOMATICHE FRA SUDAN E ISRAELE

 

Sudan e Israele hanno deciso di stabilire relazioni diplomatiche. Si tratta di un ulteriore paese arabo musulmano a decidere di normalizzare le relazioni con Israele. Un passo importante in quanto per decenni Israele ha appoggiato la guerriglia nel sud del paese, che poi ha condotto alla costituzione, nel 2011, del Sud Sudan. Questo passo avviene un mese circa dopo un passo analogo degli Emirati Arabi Uniti. Tutto è avvenuto dopo che lo scorso anno era stato abbattuto il regime al potere. Un passo importante se si pensa anche che nel 1999 Bin Laden era ospitato nel paese e vi erano buoni rapporti con l'Iran. In tempi più recenti il Sudan ha appoggiato la coalizione che combatte la milizia houthi nello Yemen (alleati dell'Iran), inviando anche volontari. E non crediamo che l'Arabia Saudita, come nel recente caso precedente, sia stata ostile all'accordo.

venerdì 23 ottobre 2020

L'OFFENSIVA AZERA PROSEGUE

 

Dopo essere avanzate lungo il confine con l'Iran fino a raggiungere la frontiera con l'Armenia, ora stanno spingendo verso nord, dove però il terreno diventa più aspro e facilita la difesa, specialmente contro i mezzi corazzati e meccanizzati. L'impressione è che le forze armene, non la milizia locale, ancora non si siano impegnate a fondo, forse attendendo di logorare il dispositivo militare di Baku.

ACCORDO DI TREGUA IN LIBIA

 

Le due delegazioni libiche, quella nazionalista e quella del GNA, riunite a Ginevra sotto l'egida ONU, hanno firmato un accordo pe il cessate il fuoco in Libia. Ora si tratta ovviamente di vedere se entrerà realmente in vigore. Non è il primo di questi accordi che viene siglato in questi 5 anni di conflitto e poi naufraga.

giovedì 22 ottobre 2020

LE FORZE AZERE GIUNGONO VICINISSIME  

AL CONFINE CON L'ARMENIA

 

Le forze azere hanno preso praticamente il controllo di tutta la frontiera fra il il Nagorno-Karabakh e l'Iran, giungendo a pochi chilometri dal confine con l'Armenia, con questa avanzata all'estremità meridionale  del fronte. Per ora non si registrano reazioni armene contro il lungo e stretto saliente che si è venuto a creare, in una zona di colline leggere.

I reparti di Baku sono avanzati anche più a nord e anche qui hanno annunciato di aver raggiunto la frontiera con l'Armenia anche più a nord. Vediamo cosa accadrà ora anche perché sorprende che gli armeni non contrattacchino, pur avendo perso una cinquantina di carri, in gran parte T-72 colpiti da munizionamento di precisione sganciato da droni.

mercoledì 21 ottobre 2020

I KURDI LIBERANO PRIGIONIERI

 

Le Forze Democratiche Siriane, la coalizione a guida kurda che opera in Siria appoggiata dalle forze occidentali, stanno liberando circa 30.000 prigionieri, di cui 19.000 ex combattenti e 11.000 loro familiari (donne e minori). Da tempo avevano fatto sapere che non potevano più gestire questa massa di persone di cui nessuno però si vuole occupare. Ovviamente il rilascio non riguarda i capi mentre pochi elementi sono stati inviati nei paesi da cui provenivano, come nel caso di una cittadina italiana con i suoi figli. In maggioranza si tratta di cittadini siriani (circa 11.000) ma ci sono anche 6.000 siriani e appartenenti ad oltre 50 nazionalità. Vi è anche il problema di dove gli ex prigionieri ed internati andranno. In molti paesi, ad iniziare dalla Siria, rischiano di fare una brutta fine e un discorso simile vale per l'Iraq. Anche i turchi non sembrano entusiasti di vederseli arrivare anche se cercano mercenari per le loro iniziative militari in giro per il mondo. Ovviamente qualcuno cercherà di raggiungere le cellule di Daesh che ancora operano in Medio Oriente. 

PROSEGUE L'OFFENSIVA AZERA 

 

Nelle ultime ore le truppe azere sul fronte sud del conflitto, sono avanzate di una dozzina di chilometri in una zona a circa 30 chilometri a nord del confine con l'Iran. Si tratta di un'area poco popolata che dista però solo 15 chilometri dal confine con l'Armenia, dove si stanno schierando reparti russi. Intanto gli armeni hanno abbattuto alcuni UAV azeri di costruzione turca.

Intanto le perdite salgono fra i due schieramenti. Sono sopra i 700 fra gli armeni e stanno per raggiungere i 1.500 fra le forze azere, numeri non piccoli per paesi e forze armate di quelle dimensioni a cui bisogna aggiungere i morti civili.

AVVISI ISRAELIANI SUL GOLAN

 

Nella notte fra il 20 e il 21 ottobre, un missile israeliano ha distrutto un deposito di armi che si riteneva appartenesse a Hezbollah, posto nella parte settentrionale delle alture del Golan in Siria. Subto dopo dei droni hanno rilasciato dei volantini in arabo in cui si mette in guardia la popolazione locale con il collaborare con le milizie sciite libanesi. Israele sembra determinato nel non fare sistemare le milizie appoggiate dall'Iran in Siria.

Nel resto della Siria, proseguono, seppur su scala meno intensa, i combattimenti. Le forze della coalizione internazionale e delle Forze Democratiche Siriane (SDF) hanno lanciato ieri una campagna per eliminare le cellule superstiti di Daesh, facendo alcuni arresti. I turchi si sono scontrati con le SDF a sud dela zona che occupano all'interno della Siria settentrionale mentre i russi continuano a bombardare alcune posizioni dell'opposizione, ricordando che Putin aveva annunciato il ritiro del contingente di Mosca nel paese all'inizio del 2015. Evidentemente le cose non sono andate tutte come sperava. Di rilievo è il costo che la Russia deve sostenere non solo per la campagna militare ma anche per sostenere il paese. Le sue navi da trasporto (militari e civili) continuano a fare la spola fra i porti del mar Nero e la Siria. 

martedì 20 ottobre 2020

GLI AZERI AVANZANO LUNGO LA FRONTIERA DI 15 km


Prosegue l'avanzata delle forze azere nei territori del Nagorno-Karabakh lungo la frontiera con l'Iran. In queste ore si è registrata una avanzata di una quindicina di chilometri, quindi abbastanza consistente ed è giunta a pochi chilometri dalla frontiera con l'Armenia. Gli azeri sono giunti fino a Zangilan ma sembra che sia in corso un contrattacco armeno. L'area si identifica con la valle di Arak, abbastanza favorevole all'impiego dei mezzi corazzati e blindati. Il saliente meridionale è molto lungo ma è anche stretto ed esposto ad eventuali contrattacchi. Gli altri fronti sembrano relativamente calmi anche se dal salinete sud le forze di Baku spingono verso nord.