martedì 27 febbraio 2018

COMPLETATO LA CONSEGNA DELL'ORDINE DEI
VELIVOLI D'ADDESTRAMENTO M-346 PER L'A.M.I.


E' stato consegnato il 18° e (per ora) ultimo velivolo d'addestramento Leonardo M-346 MASTER ordinato dall'Aeronautica Militare. Si tratta di uno de più sofisticati addestratori avanzati oggi disponibili, utilizzabile anche per le operazioni d'attacco. Il velivolo ha già ottenuto vari successi all'estero ed è in gara anche per il concorso statunitense. Attualmente è in valutazione da parte di varie aeronautiche in tutto il mondo e si pensa anche ad una versione monoposto.
In ambito Aeronautica Militare potrebbe sostituire anche i velivoli d'attacco AMX che in futuro sarà ritirato dal servizio, per missioni di attacco dove non sia necessario un F-35 o un TYPHOON.
NUOVA TREGUA "TEMPORALE" FALLITA IN SIRIA

E fallita anche una nuova ipotesi di tregua in Siria, dopo quella, richiesta dall'ONU, di ieri. Questa volta era stata Mosca a proporre 5 ore di tregua, per far uscire una parte dei civili circondati nella grande zona periferica di Ghouta, a Damasco. Non è neppure escluso che le forze dell'opposizione vogliano evitare di far uscire i civili in quanto in quel caso sarebbero più vulnerabili agli attacchi delle forze di Assad e dei suoi alleati. I morti dell'ultima settimana superano le 500 persone. E' difficile avere notizie certe e verificabile da un'area assediata da tempo.
Dopo aver preso il controllo di una fascia di confine, almeno per ora sembra bloccata l'offensiva de turchi e dei loro alleati nell'enclave kurdo di Afrin, dove comunque i combattimenti non sono del tutto cessati.
Si infiamma di nuovo l'area di Deir-ez-Zor, lungo l'Eufrate, dove ci sono stati scontri fra le forze di Damasco e i loro alleati e le Forze Democratiche Siriane, appoggiate dagli Stati Uniti. Ieri vi è stato anche un piccolo intervento aereo statunitense, dopo una serie di scambi di colpi. Anche Daesh, a ridosso del confine con l'Iraq, da segni di voler resistere, nell'unica sacca rimasta in questa zona.

domenica 25 febbraio 2018

FALLITA SUBITO LA TREGUA IN SIRIA

Si sapeva che la tregua richiesta dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU difficilmente avrebbe avuto successo. Nella realtà non è mai entrata in funzione, fallendo fin dal primo giorno. Le forze di Damasco hanno continuato a bombardare intensamente la sacca di Ghouta alla periferia nord-est di Damasco mentre le forze turche e i loro alleati hanno proseguito l'attacco all'area di Afrin. Tutti si giustificano con il fatto che la tregua vale per tutti meno che per le "forze terroristiche" e ognuno considera "terrorista" chi vuole. Le forze di Ankara hanno preso il controllo di quasi tutta la fascia di confine con la Turchia prima controllato dai kurdi, conquistando terreno nonostante la resistenza, impiegando tutto il loro arsenale, incluso gli aerei e gli elicotteri d'attacco.
A Ghouta, si è rivisto in azione fra i ribelli un missile filoguidato TOW che ha distrutto un buldozer blindato. La situazione umanitaria è drammatica vista la presenza di una vasta popolazione.
Lungo Eufrate da segnalare che si sono arresi alle Forze Democratiche Siriane (FDS) diversi combattenti di Daesh con le loro famiglia, stretti nell'ultima sacca lungo il fiume, dove hanno tentato di resistere disperatamente. Si svolgono ancora combattimenti con un numero ridotto di uscite dei velivoli della coalizione. Presto anche le ultime resistenze dovrebbero essere sconfitte. Intanto nella Siria orientale le forze di Damasco e i loro alleati non hanno più tentati attacchi contro le SDF come quello del 7 febbraio, stroncato subito dai velivoli statunitensi che hanno inflitto gravi perdite.

sabato 24 febbraio 2018

I TURCHI BLOCCANO SEMPRE LA NAVE ITALIANA

Unità navali turche continuano a bloccare la Saipem 12000, l'unità che trasporta una piattaforma per trivellazioni petrolifere a largo di Cipro, bloccata da diversi giorni da unità turche, che non hanno alcun diritto d'intervento. 
E' grave che il governo Gentiloni non abbia preso le opportune contromisure per neutralizzare un sopruso bello e buono, da parte di un recidivo come Erdogan. In un caso precedente, la Francia inviò due navi militari per far capire che non avrebbe accettato imposizioni arbitrarie.
Complimenti all'Europa e alla Mogherini per il silenzio tombale.
Ricordiamo che l'Italia ha sempre una batteria di missili in Turchia per difendere questo paese da eventuali attacchi dall'aria asterni.
Visto che la loro presenza costa e non ci sembra che vi siano particolari problemi per i turchi, che stanno bombardando a tutto spiano la Siria, giusto per ricordarlo, forse è il momento di ritirarli, in modo da risparmiare denari preziosi.
Il regime di Erdogan ha un gran numero di nemici (Siria, Iran, kurdi e via proseguendo) per cui prima o poi finirà, potendo riprendere rapporti normali.
SUKHOI SU 57 IN SIRIA

Ieri sono giunti nella base russa di Latakia, due esemplari del nuovo velivolo da combattimento russo di 5a generazione Sukhoi Su.57. Si tratta della prima uscita fuori dai confini nazionali di questo velivolo, il primo fra quelli russi a possedere doti "stealth". Pensiamo che la presenza sarà breve e più che alto rivolta a fini propagandistici, in quanto la base è sempre sotto il rischio di un attacco, come quello del 31 dicembre scorso. La base è anche affollata da altri velivoli.
Per ora sono in volo una decina di esemplari e ci risulta che alcune apparecchiature siano ancora in fase di messa a punto. Ovviamente occhi (anche elettronici) seguono con grande attenzione l'attività di questo velivolo, a iniziare dalla traccia radar e da altre emissioni radio.

venerdì 23 febbraio 2018

DUELLI FRA L'ARTIGLIERIA TURCA E QUELLA SIRIANA

Dopo che l'artiglieria turca (con la collaborazione anche di UAV) ha colpito rinforzi siriani diretti ad Afrin e che altrettanto hanno fatto alcuni velivoli di Ankara, l'artiglieria Siriana ha risposto colpendo posizioni turche a nord di Aleppo, in territorio Siriano, da molti mesi sotto controllo turco. Questo è proprio il tipo di situazione che può portare ad un conflitto di più larghe proporzioni, considerando anche la presenza di numerose milizie.
Intanto sembra che l'avanzata dei reparti turchi (fra cui forze speciali) e dei loro alleati, si stata bloccata o comunque rallentata dopo in passi fatti da Damasco nell'area, in risposta all'azione turca.
Proseguono i bombardamenti nella periferia nord-est di Damasco, mentre i ribelli hanno colpito una vicina base aerea, da dove decollano una parte delle missioni di bombardamento. Si tratta a livello internazionale per un cessate il fuoco ma che probabilmente dovrebbe coinvolgere più fronti, compreso quello di Afrin.
Situazione molto difficile che ha messo in imbarazzo anche Mosca, le cui unità navali continuano a transitare per il Bosforo, trasportando rifornimenti militari diretti in Siria. Non ci stupirebbe se ci fosse un attentato durante uno di questi passaggi. I russi sono vigili e scortati da unità turche ma l'occasione è decisamente favorevole.

giovedì 22 febbraio 2018

ANCORA BOMBARDAMENTI NELLA PERIFERIA DI DAMASCO

Proseguono intensi i bombardamenti nel sobborgo di Ghouta, parte nord-orientale della periferia di Damasco. Sono utilizzati armi terrestri e velivoli, inclusi elicotteri che sganciano bombe a barile, molto poco precisi, Il numero delle vittime ha superato quota 300, causando proteste a vario livello. Il problema è che nelle sacche dei ribelli a Damasco, a lungo bloccate ma non attaccate in modo massiccio, ve ne sono alcune anche controllate da Daesh e da altri gruppi radicali. Nelle sacche sono bloccati moltissimi civili che sopravvivano in condizioni durissime. Da tempo erano in corso trattative per far uscire le milizie da queste aree ma non sono giunti a conclusione.
Altissima anche la tensione nel nord-ovest del paese, dove anche i reparti regolari di Damasco sono entrati nell'area di Afrin, dopo che lo avevano fatto reparti delle milizie pro governative. In cambio i reparti di Damasco sono entrati nella parte di Aleppo che ancora era controllata dai kurdi ma dove non si combatteva da molto tempo.
Prosegue l'operazione "Ramo d'Ulivo" da parte delle forze turche e dei loro alleati siriani. Ankara ha denunciato per ora 38 caduti fra i suoi militari (escluso le perdite delle milizie alleate),  ma in questi ultimi giorni sono state guadagnate alcune posizioni, soprattutto a nord della grande sacca kurda, a cui potrebbero giungere rinforzi da forze della stessa etnia presenti nella parte nord-orientale del paese.

mercoledì 21 febbraio 2018

DUE MILITARI FRANCESI UCCISI IN MALI

Due militari francesi appartenenti al contingente francese impegnati in Mali contro i terroristi integralisti  (circa 4.000 militari in tutto il Sael, nell'ambito dell'Operazione SERVAL), sono rimasti vittima di una esplosione mentre erano a bordo del loro veicolo blindato mentre si trovavano nei pressi della città di Gao, situata nella parte orientale del paese, nella cui area operano elementi radicali.
Per ora non si hanno ulteriori informazioni ma probabilmente si è trattata dell'esplosione di un IED particolarmente potente.
VIOLENTI BOMBARDAMENTI NEL SOBBORGO DO GHOUTA A DAMASCO

Da una settimana sono in corso bombardamenti nel grande sobborgo di Ghouta, a nord-est di Damasco, dove da cinque anni sono sotto assedio, da parte delle truppe di Assad, da 200.000 a 400.000 persone. In pochi giorni i bombardamenti terrestri e aerei  (con L-39 DELFIN ma vi sono evidenze fotografiche anche di Su.34 russi, hanno causato oltre 250 vittime, fra cui decine di bambini. Si sono rivisti in azione gli elicotteri che lanciano barili riempiti di esplosivi, con una precisione bassissima. In azione anche i 130 mm montati su autocarri. La situazione all'interno della sacca è durissima.
La comunità internazionale sta lanciando segnali ma dubitiamo che si giunga a qualcosa di concreto. Sul fronte nord, continuano i combattimenti fra kurdi e i loro avversari turchi e delle milizie legate ad Ankara mentre sono giunti alcuni rinforzi delle milizie governative, non di reparti regolari. Gli F-16 turchi bombardano ancora ma è soprattutto l'artiglieria a colpire.

martedì 20 febbraio 2018

MILIZIE GOVERNATIVE SIRIANE ENTRANO
NELL'AREA DI AFRIN MA SONO ATTACCATE DALLE FORZE TURCHE

Nella giornata del 20 febbraio, milizie governative sono penetrate, con alcuni mezzi, nella zona di Afrin. Dopo pochissimi chilometri sono state investite dal fuoco dell'artiglieria turca, proveniente da territori siriani occupati da tempo da Ankara e sembra anche da droni armati, dovendo fermare l'avanzata. Prosegue l'attacco delle forze turche e dei loro alleati, nella zona nord e ovest di Afrin, con la cattura di alcuni villaggi.
Ovviamente la tensione è salita alle stelle e si possono avere clamorosi sviluppi.

lunedì 19 febbraio 2018

AVANZATA DELLE FORZE TURCHE NEI TERRITORI DELL'YPG
LE FORZE DI ASSADA PRONTE AD INTERVENIRE

Le forze turche e i loro alleati siriani, hanno guadagnato del terreno in questi ultimi due giorni contro le posizioni tenute dall'YPG, le forze kurde. Ma la notizia principale è che sembra si sia stabilito un accordo fra l'YPG e Damasco, dopo che avevano combattuto fra di loro. I primi segnali si erano avuti nei giorni precedenti, quando rinforzi kurdi erano passati per i territori controllati dalle forse di Damasco per raggiungere le zone dell'intervento turco.
Non è il primo colpo di scena in questa guerra e pensiamo che non sarà l'ultimo.
Mosca deve decidere con chi stare mentre crescono le probabilità di uno scontro fra le forze di Damasco e quelle di Ankara, ricordando che vi è già stato un morto turco, colpito in Siria dall'artiglieria di Assad.
Ancora resiste una sacca di Daesh  lungo l'Eufrate, nei pressi del confine con l'Iraq. Iraq dove i guerriglieri di Daesh sono tornati in azione, uccidendo 23 soldati in una zona a occidente di Kirkuk.

domenica 18 febbraio 2018

PARACADUTI AD ALA PER I PILOTI ISRAELIANI

Le recenti immagini dell'abbattimento di un F-16 israeliano, nell'ambito di una serie di missioni sulla Siria, hanno permesso di scoprire che i piloti dell'Aeronautica israeliana dispongono di paracaduti ad ala. Questi, rispetti a quelli tondi con fenditura, consentano congrui spostamenti, per esempio per evitare ostacoli (specchi d'acqua, zone urbane e via proseguendo) e di avere atterraggi meno problematici in presenza di vento, dirigendo la velatura controvento al momento dell'atterraggio. Inoltre, se la quota è sufficiente, consente di allontanarsi da reparti nemici, fattore molto importante in certi casi. Si trata di una idea valida che dovrebbe essere adottata anche da altre aeronautiche.

giovedì 15 febbraio 2018

L'US ARMY ADOTTA PER I SUOI ABRAMS
IL SISTEMA DI PROTEZIONE TROPHY

L'Esercito statunitense, dopo lunghe prove, ha ordinato 361 sistemi difensivi israeliani Rafael Trophy per i suoi carri M-1 ABRAMS. Si tratta di un apparato che si compone di quattro piccole antenne radar piatte ad onte millimetriche (attive su 360°) che controllano altrettanti lanciatori che sparano una carica "a lupara", in grado di distruggere razzi e missili in avvicinamento, essendo collegato ad un computer che discrimina bersagli contro cui non agire (per esempio colpi che stanno passando troppo lontano). Questo sistema è stato sperimentato con ottimi risultati sui carri MERKAVA IV israeliani.
Con questo sistema la protezione dei mezzi cresce di molto con un incremento di peso decisamente ritotto. Molti altri eserciti stanno seguendo questa strada anche se bisogna fare una certa attnzione in quanto la "luparata" può problemi per eventua li truppe a terra amiche. Anche altri paesi, come la Russia e l'Ucraina, sono impegnate da anni in questo settore.

martedì 13 febbraio 2018

IL RUOLO DEI CONTRACTOR RUSSI
E I RECENTI AVVENIMENTI

L'attacco di truppe di Damasco e di combattenti russi, in primo luogo professionisti non facente parte di reparti regolari, oltre la linea di contatto fra i vari schieramenti nell'area di Deir-ez-Zor, per l'esattezza nella testa di ponte sulla riva orientale dell'Eufrate, ha provocato la reazione dei velivoli statunitensi. Mosca sapeva benissimo che stava per lanciare un attacco ad una base dove si trovavano militari statunitensi e, nonostante gli avvertimenti via radio, hanno proseguito l'azione, provocando una dura reazione che ha colpito anche militari iraniani. Dopo un primo attacco, che ha causato forti perdite, qualcuno ha aperto il fuoco contro la stessa base nei giorni successivi, tanto che un T-72 è stato colpito e distrutto da un UAV "Reaper".
Forse Putin voleva vedere fino a dove si poteva spingere e ha mandato avanti i contractor della Wagner (la principale società di contractor russa) per vedere cosa accadeva. Da segnalare che durante gli attacchi statunitensi in volo nella zona vi erano vali velivoli russi che però non sono intervenuti.   
NAVI TURCHE BLOCCANO UNITA' PER TRIVELLAZIONI ITALIANA

L'11 febbraio unità navali turche hanno bloccato la nave SAIPEN 12000, che stava per iniziare trivellazioni in acque economiche esclusive di Cipro. Qualcosa di simile era già accaduto qualcosa di simile mesi or sono, ai danni di una nave da esplorazioni petrolifere francesi, ma in quella occasione erano intervenute due unità militari di Parigi e l'azione era stata bloccata. Ricordiamo che la Repubblica di Cipro  fa parte dell'Unione Europea anche se circa 1(3 è stata occupata dalle forze turche nel 1974, con una vera e propria invasione.
Ci chiediamo se le navi della Marina Militare debbano solo traghettare immigrati illegali o se devono difendere gli interessi del Paese.
Comunque, visto come si sta comportando all'interno e all'esterno, il regime di Erdogan sta divenendo un grosso problema e, invece di accoglierlo a Roma, bisogna farli capire che i suoi gesti di violenza potrebbero avere adeguata risposta. Inutile ricordare che per regimi come il suo non vi è posto in Europa, per cui la smetta di chiedere l'impossibile.
Intanto l'Operazione "Ramoscello d'Olivo", che ha lanciato da tre settimane in Siria, sta incontrando difficoltà inaspettate per la resistenza dei Kurdi.
Bisogna ricordare che in Turchia l'Esercito Italiano schiera una batteria di missili antiaerei per proteggere il paese da attacchi aerei esterni ma sono i velivoli e i mezzi di Erdogan a bombardare oltre il confine con la Siria.
Certo con Mogherini, Alfano, Gentiloni, in politica estera il calabrachismo è stato eletto a sommo dogma. Vedremo cosa accadrà dopo il 3 marzo prossimo, quando potrebbe esserci una svolta politica.

domenica 11 febbraio 2018

Sale la tensione in Siria: scontri tra Iran e Israele

Il giorno 10 febbraio è stato avvistato dai radar israeliani un UAV che stava entrando nello spazio aereo di Israele. Il velivolo proveniva da una base aerea a occidente di Palmiria. Subito dopo velivo israeliani F-16 C/D sono penetrati nello spazio aereo siriano colpendo 12 obbiettivi, 4 dei quali gestiti dalle forze iraniane. L'incursione è stata contrastata dal massiccio lancio di missili tra cui anche S-400. Un F-16 D è stato colpito e gravemente danneggiato finendo per precipitare all'interno del territorio israeliano. I due piloti si eiettati rimanendo però feriti.
La tensione nell'area ha subito una brusca impennata, anche in seguito agli avvenimenti dei giorni precedenti, tra cui l'attacco statunitense alle truppe siriane ed iraniane in seguito all'offensiva di queste ultime contro le <sdf.

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Sabato 10 un elicottero d'attaco T-129, versione turca dell'AW-129, è stato abbattuto dalle forze curde mentre attacava le loro posizioni a nord-ovest di Afrin. I due uomini dell'equipaggio sono rimasti uccisi. L'elicottero sarebbe stato abbattuto da colpi di cannoncino da 23 mm. Si tratta del primo elicottero di questo tipo adf essere stato abbattuto.

venerdì 9 febbraio 2018

SULLA MANOVRA
DI DAESH IN SIRIA

Aggiorniamo le notizie circa la manovra di Daesh in Siria, a sud-ovest  di Aleppo. Giungono notizie di combattimenti fra le forze di Damasco e quelle di Daesh ma la situazione è molto poco chiara. Ci sembra impossibile che i miliziani integralisti siano riusciti a rompere l'accerchiamento da parte di forze superiori, largamente dotate di mezzi e con una enorme superiorità aerea (e  non si hanno notizie di attacchi aerei!) spostandosi di 40 chilometri, sfondando poi le linee di altri gruppi dell'opposizione.
Non torna niente e forse qualche intesa è intercorsa fra Damasco e i miliziani del califfato che, è bene ricordarlo, non dispongono più di mezzi e armi pesanti e operano in una zona sostanzialmente pianeggiante. "Misteri siriani"!
A PROPOSITO DI CERTE COMMISSIONI
E DELL'URANIO IMPOVERITO
 
Ciclicamente  ritorna la questione dell'uranio impoverito e delle presunte conseguenze sui militari (e sui civili) italiani.
Noi vogliamo sottolineare un elemento, incontrovertibile. Se i proiettili all'uranio impoverito fanno male ai militari italiani, per brevi permanenze in aree dove sono stati utilizzati questo tipo di proiettili (che gli armieri statunitensi ad Aviano caricavano toccandoli con le mani mentre venivano inserite nel grande tamburo del cannone GAU-8 da 30x137 mm dei velivoli A-10) le popolazioni che vi soggiornano in permanenza, che mangiano frutti e verdure di quelle terre, dovrebbero avere conseguenze molto più pesanti, ricordando che il primo impiego di poche decine di questi proiettili, risale a Sarajevo nel 1994.
In televisione, anni or sono, ci è capitato perfino di vedere una cittadina di Belgrado che diceva di essersi malata di tumore per colpa di proiettili di quest tipo. Peccato che a Belgrado questo munizionamento non è mai stato utilizzato!
Ora si parla dell'amianto, che è un altra sostanza, utilizzata dai militari ma, fino ad alcuni anni or sono, in moltissimi ambienti civili, prima che ci si accorgesse dei rischi che costituiva. 
Se problemi vi sono stati, non riguardano l'uranio impoverito. Si era parlato di vaccini effettuati tutti in pochi giorni ma bisogna fare indagini adeguati.
Nella relazione si citano oltre 1.000 militari della Marina Militare, ma la Marina ha avuto relativamente pochi elementi sul terreno, per cui l'uranio impoverito è sganciato. E a tanti ignoranti ricordiamo che contro i talebani si utilizzano proiettili da 30 mm a carica esplosiva mentre quelli più costosi all'uranio impoverito sono riservati ai mezzi corazzati.
Il fatto che questa storia vada avanti, fra scienza  paranormale, impedisce di arrivare a conclusioni certe. E anche per i poligoni, come Capo Teulada, i costosi proiettili all'uranio impoverito non sono imputabili, perché non solo l'Italia utilizza penetratori per i pezzi anticarro con nocciolo al carburo di tungsteno ma in esercitazione neppure gli Stati Uniti sprecano questo tipo di munizioni, difficile e costoso da realizzare.



giovedì 8 febbraio 2018

INFORMAZIONI CIRCA IL RAID 
STATUNITENSE DI IERI SU DEI-EZ-ZOR

Siamo in grado di fornire ulteriori informazioni circa il raid aereo statunitense di ieri contro forze di Damasco , iraniani e contractor russi che tentavano da du giorni di allargare la testa di ponte ch avevano da tempo sulla riva orientale dell'Eufrate, di fronte a Deir-ez-Zor, dove si trovano anche importanti giacimenti petroliferi. I carichi bellici sganciati hanno fatto fra le 70 e le 100 vittime, sembra con addirittura 25 Pasdaran uccisi e persino un contractor russo. Sembra che l'idea di rompere la tregua nella zona, sia sta proprio degli iraniani, che hanno loro piani sulla strategia da tenere in Siria. Per questo i velivoli statunitensi hanno colpito duro e con precisione, causando un numero così alto di vittime fra i combattenti. Gli ospedali della città si sono riempiti di feriti ed è stato fatto un appello perché serviva sangue.
Il messaggio è chiaro: non attaccate le posizioni delle Forz Democratiche Siriane, altrimenti reagiamo.
I russi sono stati avvisati subito prima dell'azione per evitare una escalation. Qui non servono offensive ma bisogna trattare se si vuole giungere ad una pace sostanziale.

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OFFENSIVA CONTRO DAESH

Le forze di Damasco e i loro alleati, stanno ripulendo la sacca controllata da Daesh che si era creata da alcune settimane fra Aleppo e Hama. Gli integralisti non disponevano di armi pesanti e probabilmente si disperderanno per non essere annientati, come hanno fatto altre volte.

mercoledì 7 febbraio 2018

RED ALLARM

SI AGGRAVA LA SITUAZIONE IN SIRIA


Fra il 7 e l'8 febbraio si è aggravata la situazione in Siria, con importanti avvenimenti.

Il giorno 7 è stato ucciso da un bombardamento dell'artiglieria dell'Esercito Arabo Siriano (le forze di Assad) un soldato turco che faceva parte delle forze impegnate a sostegno delle forze anti-Assad,. Si tratta del primo caduto turco rimasto vittima dell'Esercito siriano e questo costituisce già un fatto che ci si attendeva ma che è avvenuto prima dl previsto.
Lo stesso giorno "misteriosi missili", con tutta probabilità lanciati da velivoli israeliani in volo sul Libano, hanno colpito un magazzino all'interno dell'aeroporto internazionale di damasco, dove erano giunto da poco un carico proveniente dall'Iran e, probabilmente, diretto agli Hetzbollah libanesi, come già avvenuto in casi precedenti, Nessuna notizia circa una reazione antiaerea incluso i missili russi S-400. Ovviamente Mosca non vuole aprire un nuovo e pericolosissimo fronte con Israele, sempre pronto a rispondere e in grado di creare grossi problemi alle forze di Mosca.
Il giorno 7, forze di Damasco hanno colpito posizioni delle Forze Democratiche Siriane, lungo l'Eufrate. Poche ore dopo, il giorno 8, è scattata la reazione delle forze statunitensi, con velivoli A/F-18 G statunitensi, dato che alle forze di Damasco era già stato fatto presente di evitare certi "errori".
Sembrano intanto rallentate le operazioni turche contro i territori sotto controllo kurdo nella Siria nord-occidentale.
La situazione sembra veramente caotica e non promette niente di buono. Forze di Damasco attaccano i kurdi in una zona mentre fanno passare dalle aree sotto il loro controllo i kurdi che vanno a combattere u turchi in un'altra zona. Mosca è in forte imbarazzo nello scegliere fra l'amicizia con Ankara e quella con Damasco, in palese urto. La situazione nel paese non promette niente di buono.

lunedì 5 febbraio 2018

RINFORZI DELL'YPG 
PER LE ZONE SOTTO ATTACCO

Passando per il territorio sotto il controllo delle forzre di Assad, rinforzi kurdi sono giunti da altre zone della Siria e perfino dall'Iraq, nelle aree sotto attacco delle forze turche e dei loro alleati siriani. Si tratta di colonne leggere con veicoli 4x4 e camion carichi di rifornimenti.
Si tratta della conferma di una sostanziale collaborazione fra queste due componenti della lunga guerra in Siria, una volta avversarie. Le forze turche, che già hanno subito perdite (8 militari solo due giorni or sono), rischiano di trovarsi in serie difficoltà, in quanto i kurdi, se armati adeguatamente, sono un osso molto duro. Erdogan (in questi giorni in visita a Roma e in Vaticano, anche s il suo concetto di "Ramo d'Ulivo" non è proprio quelo ecclesiale) potrebbe essersi cacciato in problemi più grandi di quelli che aveva previsto e Mosca dovrà fare una scelta perché Turchia e Siria sono nuovamente ai ferri corti.

domenica 4 febbraio 2018

DETTAGLI SULL'ABBATTIMENTO DEL SUKHOI RUSSO IN SIRIA

Siria, 04 febbraio 2018
Sono emersi alcuni dettagli circa l'abbattimento di ieri di un Sukhoi Su, 25 nei cieli della Siria nord-occidentale, mentre stava colpendo bersagli a terra.
Intanto è il primo velivolo di questo tipo ad essere abbattuto durante la guerra in Siria. Il Su.25 è un robusto bireattore, con una robusta protezione delle parti vitali e del pilota, nato per operare a bassa, con un potente armamento, una sorta di contraltare dei velivoli A-10 statunitensi.
Il pilota, ucciso a terra dopo che si era lanciato con il paracadute, era Roman Filipov, nato in Crimea e passato con l'Aeronautica russa dopo l'invasione del 2014. Le marche del velivolo erano RF-95486 e sulla deriva verticale vi era il numero 06, assegnato all'interno della squadriglia.
Solo il giorno prima fonti d'informazione vicine a Mosca avevano messo in rete un video in cui si vedeva un Su.25 mentre veniva preso di mira da cannoncini antiaerei. Un proiettile con spoletta di prossimità esplodeva nei pressi del velivolo ma senza recare danni apparenti. Il Su.25 si era fatta fama d'invulnerabilità. Il missile che lo ha colpito, probabilmente un SA-18, anche se non si esclude possa essere stato un SA-24 (magari proveniente dalla Libia), ha colpito direttamente uno dei due propulsori, causando però danni anche all'altro, in quanto il velivolo poteva tornare alla base anche con un solo motore in funzione.
La presenza di sofisticati missili antiaerei nelle mani di gruppi di miliziani, anche radicali, non solo preoccupa l'Aeronautica russa e quella siriana ma anche l'antiterrorismo mondiale, in quanto potrebbero, via questi gruppi, finire nelle mani di terroristi. Fino a poco tempo fa si era cercato, fra tutti i paesi (dagli USA alla Russia) di limitare la diffusione di queste armi , proprio perché non si voleva che finissero nelle mani di terroristi. Washington ha rimarcato di non aver fornito missili spalleggiabili a gruppi locali, incluso le Forze Democratiche Siriane. Del resto i vari gruppi dell'opposizione siriana reclamano queste armi perché continuamente attaccati dai velivoli avversari, spesso con gravi conseguenze anche per le popolazioni. Proprio in questi giorni i velivoli russi avevano colpito veicoli, anche civili, in questa zona, provocando vittime fra la popolazione.

sabato 3 febbraio 2018

ABBATTUTO UN SUKHOI SU-25 IN SIRIA
UCCISO IL PILOTA RUSSO

Siria nord-occidentale, 03 febbraio 2018
Oggi pomeriggio un velivolo d'attacco al suolo suolo russo russo, mentre attaccava bersagli a terra con il cannoncino e razzi da 57 mm, è stato colpito da un missile antiaereo spalleggiabile, lanciato da un gruppo dell'opposizione radicale siriana. Il velivolo è precipitato e il pilota si è eiettato. Raggiunto a terra dai miliziani, è stato ucciso. Al momento in cui è stato colpito, il velivolo non stava sganciando gli inganni infrarossi (flares) destinati a sedurre le testate di missili con sistema di guida infrarosso.
Sembra che in Siria sia giunto un lotto di missili antiaerei spalleggiabili di produzione moderna, sembra SA-18. La cosa può ostacolare il proseguo delle operazioni aeree a quote più basse. 
L'aviazione russa ha lanciato altre incursioni nella zona ma non ha potuto far niente per salvare il pilota.

venerdì 2 febbraio 2018

FORZE DI DAMASCO PRONTE A MUOVERE 
NEI TERRITORI KURDI SE SI TROVA L'ACCORDO

Le forze del 5° Corpo d'Armata delle'Esercito Arabo Siriano (le forze di Assad), che operano nell'area di Aleppo, sono pronte a muovere nei territori sotto controllo kurdo se si trova un accordo con quella componente, per affrontare l'azione dell'Esercito turco, in corso in questa parte del paese.
Ovviamente salirebbero i rischi di uno scontro diretto fra forze siriane e turche.
Prosegue l'offensiva di Damasco e dei suoi alleati (reparti libanesi e molte uscite dei velivoli russi) contro le forze dell'opposizione a sud-ovest di Aleppo mentre Daesh è riuscita a prendere il controllo di una parte di quei territori, in praqtica zone spopolate ma vi può schierare forze ridotte e pochissimi mezzi, dato che era stato pratcamente spazzato via in precedenza.
Da segnalare come lungo l''Eufrate, nei pressi del confine con l'Iraq, rimanga ancora una sacca controllata da Daesh, con una zona semi-desertica più a nord, sempre lungo il confine, e una desertica a occidente dell'Eufrate: aree senza villaggi importanti e con ben scarse risorse.

giovedì 1 febbraio 2018

COMBATTIMENTI AD ADEN

Dal 30 gennaio sono in corso combattimenti ad Aden, fra le forze del presidente Hadi (appoggiati dalla coalizione internazionale, con alla testa l'Arabia Saudita) e milizie del Movimento Separatista del Nord. I combattimenti vedono l'impiego anche di armi pesanti e hanno visto i secessionisti prendere il controllo della caserma della 4 Brigata, che controlla l'istmo che caratterizza la topografia della capitale. 
Ovviamente si media a livello anche politico ma questo elemento complica, e non di poco, il quadro strategico nel paese, in quanto il fronte anti houthi risulta spaccato. Difficile capire le forze dei separatisti e il loro appoggio in ambito internazionale.
Non vi è dubbio che questo elemento allontana la possibile soluzione della grave crisi yemenita, in atto dal 2015.