giovedì 31 gennaio 2019

SVOLTA NELLE OPERAZIONI IN LIBIA


La presa di controllo di tutto il Fezzan e l'avanzata di 300 km verso nord, fatta registrare dalle forze del Consiglio Nazionale di Salvezza (che fa capo al Parlamento che si riunisce a Tobruch), costituisce un elemento di grande importanza strategica sulla situazione militare della guerra in Libia.
Non solo permette di controllare una vasta zona di territorio e non pochi campi petroliferi ma anche di avvicinarsi notevolmente a Tripoli e di collegarsi con le forze alleate che da anni si trovano a sud-ovest della capitale.
L'avanzata lungo la costa avrebbe significato scontrarsi direttamente con le forti milizie di Misurata che, invece, in questo modo sono aggirate. L'aggiramento dal deserto era una tattica tipica dei migliori contendenti della guerra in Africa Settentrionale. Certo, serve una buna abilità e rifornimenti ma questa volta le truppe di Haftar sembrano essere state in grado di sostenere la rapidissima avanzata.
Le forze non integraliste hanno preso il controllo anche di una importante base a 140 km dalla frontiera con il Niger e ora controllano l'area e potrebbero bloccare o per lo meno rallentare certi traffici. Ma per farlo hanno bisogno di mezzi e uomini che potrebbero essere richiesti molto più a nord. Il deserto consente il passaggio per molte aree e non è facile controllarlo, tanto che i difensori della base area di Wigh, la più meridionale verso il Niger, vista come si mettevano le cose più a nord, hanno tagliato la corda passando proprio per le immense aree della regione.
Colpisce il silenzio assoluto dei media circa questi sviluppi, a maggior ragione di quelli italiani, tutti intenti a seguire altre vicende.
A Tripoli si sono concentrate varie forze ma sono molto divise al loro interno e qualcuna potrebbe anche cambiare di campo, come avviene spesso in certe circostanze.
L'Italia farebbe bene a seguire questi sviluppi comprendendo che in tanti si sono stufati di quello che accade da anni a Tripoli e vogliono una situazione più stabile.
 
BREAKING NEWS 

GRANDE AVANZATA DELLE FORZE DI HAFTAR

Dopo molti mesi in cui le forze del generale Haftar sono rimaste ferme, con la conquista del Fezzan sembrano aver ottenuto un importante successo e ora stanno avanzando veloci verso nord.
L'evidenza mostra che i reparti dell'Esercito Nazionale Libico sono giunti a Al-Qurayat, molto più a nord, prendendo il controllo di vasti territori. Al sud è stata conquistata la base ndi Al-Wigh, a soli 140 chilometri dal confine con il Niger. Probabilmente questa situazione porterà anche a un rallentamento di flussi illegali anche se in Libia rimangono moltissime persone che puntano all'Europa.
Quello di oggi potrebbe essere un importante punto di svolta nelle vicende libiche.
Probabile, a breve, il collegamento con le forze fedeli ad Haftar che già operavano a ridosso di Tripoli. 

L'ORO VENEZUELANO NEGLI EMIRATI
 
 
Nel disperato tentativo di continuare a resistere, Maduro sta svendendo la riserva aurea del paese. Tre tonnellate sono già volate negli Emirati Arabi Uniti e altre riserve potrebbero partire a breve. 
Il regime ha bisogno di fondo con cui pagare i dipendenti e sembra disposto a tutto anche se molto probabilmente questo non lo salverà.
Sono in corso grosse manovre a livello economico anche perché paesi come la Russia e l'Iran non vogliono rischiare denari per Maduro.

L'ALLEANZA CON GLI HOUTHI 
HA PROBLEMI DI TENUTA
 
 
Si moltiplicano le notizie di scontri fra la milizia houthi e altre componenti tribali, alleate fino a tempi recenti.
Evidentemente vi è aria di sconfitta e in tanti non vogliono proseguire un conflitto che si è rivelato disastroso. La popolazione è rimasta senza risorse e non si capisce cosa possa accadere per ribaltare la situazione. Manca il cibo ma manca anche la corrente e spesso anche l'acqua in quanto mancano anche i carburanti.
Gli houthi vorrebbero resistere ma sono isolati e in grave difficoltà, con l'alleato iraniano lontano e impotente.

ATTACCO ALLA FAMIGLIA GUAIDO' 



Le forze speciali della polizia del regime di Maduro si sono presentate non solo in casa della famiglia del presidente temporaneo ma anche a quella della madre della moglie del presidente Guaidò. La gente si è riversata nelle strade adiacenti, tentando di bloccare l'azione.
Ovviamente questi gesti stanno drammaticamente aggravando la situazione. Terremo aggiornati i nostri lettori e intanto segnaliamo che Guaidò e consorte si stanno recando verso la propria abitazione, dove si trova anche un loro figlio di tre mesi. 
Oggi la Comunità Europea aveva riconosciuto il nuovo presidente, seppur con alcuni distinguo. 
Ma la cosa più importante della giornata è stata che il nuovo presidente ha detto di essere in contatto con alcune parti del mondo militare. Probabilmente i chavisti temono che una parte dei militari passi con Guaidò per cui hanno tentato una mossa di forza.
L'ostacolo più duro è forse la Guardia Nazionale Bolivariana, una formazione di gendarmeria che vede la presenza di molti elementi chavisti.
Le Forze Armate controllano anche assetti economici e sono presenti nei dicasteri ma con il blocco dei pagamenti petroliferi, anche loro rimarrebbero senza denari.
Risulta che una parte dei militari ha già fatto la loro scelta per il nuovo presidente, non volendo rimanere travolti da una rivoluzione.

LIBERATI PRIGIONIERI DI DAESH


Nella loro avanzata finale, le Forze Democratiche Siriane hanno liberato 150 persone, fra cui due donne ezidi, che erano da tempo prigionieri di Daesh. 
Oramai la sacca dovrebbe essere difesa da 3-400 miliziani, pericolosi perché fra i più fanatici e pronti a tutto. Si cerca di trattare ma sembra difficile che si eviti lo scontro finale. 
Intanto le Forze Arabe Siriane (Assad) hanno deciso di smobilitare tutto il personale che ha più di 42 anni di età e che lo desideri. Resta comunque il problema del controllo di aree immense per le quali vi sono poche forze disponibili.
"GUERRA DI RELIGIONE"
FRA RUSSIA E UCRAINA
 
 
La Chiesa ortodossa ucraina si è staccata da poco dal Patriarcato di Mosca, dando origine a vari contenziosi, visti anche i risvolti pratici che ha la vicenda. Qualche elemento del clero vuole rimanere con Mosca, oltre ovviamente al clero delle aree sotto il controllo dei separatisti.
Oggi, ad una riunione del clero, Putin si è detto pronto a difendere i diritti della Chiesa ortodossa russa, buttando benzina sul fuoco. 
Senza l'Ucraina il patriarcato di Mosca vede scemare drasticamente il numero dei fedeli e le risorse economiche. La Chiesa ortodossa ucraina ha poi un rapporto decisamente migliore con quella cattolica mentre il clero moscovita era notoriamnte poco favorevole a buone relazioni.

mercoledì 30 gennaio 2019


VENEZUELA


In queste ore sono in corso enormi manifestazioni contro Maduro in tutto il paese mentre ve ne una a favore a Caracas. Gruppi paramilitari dei "Collettivi", hanno messo in atto delle provocazioni, anche a bordo di motociclette.
E' impressionate che dopo scontri in cui si sono registrati ben 40 morti, la gente, con figli al seguito, si presenti nelle strade per protestare.
Movimenti nei cieli dell'area, con strani voli su Caracas ma anche cargo statunitensi verso la Colombia. 
Oggi il presidente Trump ha parlato al telefono con Guaidò mentre una parte dei diplomatici statunitense è ancora all'ambasciata, con un robusto presidio di marines. Sembra che a largo del paese stiano giungendo delle unità statunitensi, incluso delle unità anfibie.
SCONTRI FRA IRANIANI E SIRIANI ? 


Circolano voci circa scontri fra reparti siriani fedeli ad Assad e elementi iraniani, a sud di Deir-ez-Zor. E' la seconda volta che giungono informazioni di questo tipo,, decisamente di rilievo, che però è molto difficile poter verificare. Comunque seguiremo eventuali sviluppi e conferme. 
Anche sui motivi di questi combattimenti, si possono solo fare delle ipotesi. 
Intano sembra che nell'ultima sacca di Daesh si trovino poche centinaia di superstiti che presto potrebbero non costituire più un problema.

LA VIA IRANIANA PER I RIFORNIMENTI AGLI HOUTHI


I servizi segreti iraniani e i Pasdaran (che hanno una speciale unità per i rifornimenti clandestini. l'Unità 930) sono in grave difficoltà perché non riescono a far giungere rifornimenti alle milizie houthi nello Yemen.
In passato si erano affidati a unità navali ma oramai la costa sotto controllo houthi è poca e ben sorvegliata. Si è poi passato agli aerei. Inizialmente ci si appoggiava a qualche pista nella nella Somalia settentrionale. Poi la rotta è stata individuata. Ora sembra che si sfruttino dei campi remoti nella Dancalia etiope, zone remote dove non è però facile far giungere il carburante. Sembra che i piloti iraniani, con grossa esperienza, passino a bassa quota sull'Eritrea, la cui difesa aerea a sud è piuttosto debole. I velivoli, senza insegna nazionali, s'infilano poi fra le montagne yemenite per atterrare in piccoli aeroporti, per poi fare il percorso inverso.
Non si possono fare troppi voli perché non si vuole dare riferimenti per la caccia nemica che opera anche da Assab.
Qualche equipaggiamnto (componenti eletrroniche) sembra che sia giunto anche con sotomarini classe "Kilo" che hanno scaricato, con il favore della notte, contenitori ermetici in alcuni ridossi ma per loro rimanere in emersione è molto pericoloso.
Sembra che alla caccia ai velivoli iraniani abbiano partecipato anche i servizi d'informazioni israeliani che hanno ripreso i loro collegamenti con l'Etiopia, stato a maggioranza copto con rivali musulmani.
LA COALIZIONE BOMBARDA 10 CAMPI
DI ADDESTRAMENTO NELLO YEMEN 


I velivoli della coalizione a guida saudita, hanno colpito ben 10 campi d'addestramento nelle milizie avversarie nello Yemen. Lo scopo evidente è quello di demoralizzare le giovani o giovanissime reclute.
Intanto si ha notizia di perdite houthi durante i conflitto a fuoco con le milizie tribali già loro alleate. Molte tribù non vogliono proseguire il conflitto vista la dura situazione che si è creata anche per i civili. Solo gli houthi, pressati dall'Iran, vogliono proseguire un conflitto che si è rivelato assolutamente disastroso.
Da segnalare anche l'abbattimento di un drone di costruzione iraniana che si era spinto sul confine meridionale dell'Arabia Saudita. 
E' stato distrutto anche un missile balistico a corto raggio che si dirigeva verso la medesima zona. E' il primo lanciat da diverse settimane a questa parte.

MADURO VUOLE RIMANERE 
AL POTERE FINO AL 2025
Maduro ha detto che potrebbe anche concedere nuove elezioni ma lui sarà presidente fino al 2025, quando scadrà il suo attuale mandato.
L'impressione è che il suo incarico scadrà molto prima di quando lui pensi e potrebbero sorgere anche seri problemi.
Oggi l'opposizione al dittatore sarà in piazza per un'altra manifestazione di massa.
La Corte Suprema, asservita a Maduro, si è schierata con lui ma è completamente screditata dopo aver tentato di estromettere il Parlamento andato all'opposizione alle ultime elezioni politiche, con una interpretazione del tutto discutibile. Anche questi signori presto dovranno trovarsi un nuovo lavoro probabilmente. 
Maduro si fa vdere in continuazione in mezzo ai militari perché sono le armi che lo tengono ancora al potere. La storia però è piena di dittatori traditi dai loro pretoriani. Giusto per ricordarlo, Alliende nominò Pinochet capo di stato maggiore, e poi sappiamo come andò a finire!

SCONTRI FRA EX ALLEATI NELLO YEMEN
 
 
Oggi si registrano scontri fra milizie houthi e milizie tribali locali nell'ara di Hajour. La tensioni fra questi componenti è cresciuta perché gli houthi vorrebbero proseguire la lotta mentre altre componenti sono per il raggiungimento di un accordi pace, stante la drammatica situazione della popolazione, a corto di viveri e con infiniti problemi.
Il fronte con alla testa gli houthi si era già rotto un anno fa circa ma oggi si stanno creando ulteriori fratture. Queste divergenze pesano sulle delegazioni che si stanno incontrando in Svezia.
Sono sempre bloccate causa minbe e altri ostacoli, le 6 unità con aiuti umanitari pronti ad entrare ad Hoddeida. 

martedì 29 gennaio 2019

RIFORNIMENTI PER SEBHA
 
 
L'Esercito Nazionale Libico ha fatto giungere, anche per via aerea, rifornimenti nell'area di Sebha, dove la popolazione sopravviveva in condizioni molto difficili data la vicinanza del fronte.
Intanto è sicuro che nell'area opera un MiG.23 e un elicottero d'attacco Mi.35.
L'ORO A MOSCA
 
Corre voce che un velivolo russo è giunto a Caracas per imbarcare varie tonnellate di oro della riserva nazionale per trasportarle a Mosca. Forse Putin vuole delle garanzie per i debiti del paese ma si tratta di un atto che in questo momento non trova giustificazione  farebbe scatenare una serie di reazioni furibonde.
Qualcuno sembra non aver capito che questa volta la situazione è diversa e chi a fame tende a divenire nervoso.
Una mossa di questo tipo porterebbe la credibilità economica venezuelana in un abisso e il paese si fermerebbe, non avendo proprio di che sopravvivere. Maduro e i suoi sanno che a questo punto rischiano veramente grosso anche perché crescono le notizie circa l'ipotesi che una parte delle forze di sicurezza sia pronto alla rivolta e se i Comitati (la milizia di regime) sono armati, anche sull'altro versante si è pronti allo scontro. 
Il quadro internazionale è tale che le possibilità per il regime di sopravvivere a questa spallata si stanno assottigliando ogni giorno.

MENO DI 10 KMQ 
DI ESTENSIONE PER LA SACCA DI DAESH
 
 
L'ultima sacca di Daesh lungo l'Eufrate si estende per meno di 10 chilometri quadrati e viene intensamente colpita. In queste settimane le perdite dei miliziani sono state forti e le Forze Democratiche Siriane si muovano con prudenza per limitare le perdite. 
Intanto il capo della CIA ha fatto sapere che le FDS hanno nelle loro prigioni centinaia di cittadini stranieri catturati durante le operazioni e ora si sta cercando un paese dove trasferirne almeno una parte.

LE DUE PETROLIERE INCENDIATE IN MAR NERO


Delle due petroliere russe incendiatesi probabilmente durante un trasferimento di carburante in alto mare, nell'ambito dell'invio clandestino di carburante in Siria, la MAESTRO è bruciata completamente mentre la CANDY  è ancora in fiamme. Vi è il rischio di un forte inquinamento in un mare chiuso come il Mar Nero.
La MAESTRO era stata segnalata come impegnata nel violare l'embargo ma siccome i russi non volevano far veder che andava a caricare nei suoi porti, riceveva il carico a largo, da un'altra unità.
Qualcosa è andato storto e si è sviluppato un gravissimo incendio su entrambe le unità. 
GOVERNO SPACCATO SULL'AFGHANISTAN
 
 
La compagine governativa italiana è spaccata sulla missione in Afghanistan. Dopo l'uscita del ministro Trenta, la Lega ha fatto sapere che si tratta di decisioni da prendere a livello NATO e qualcosa di simile lo ha detto anche il ministro degli estri  Moavero.
Probabilmente si tratta di manovre in vista delle elezioni europee e amministrative di maggio, che avranno un ruolo importante.
Ovviamente queste uscite improvvisate non fanno bene alla credibilità dell'Italia anche se la "frenesia da ritiro" è una malattia diffusa fra i politici, come nel caso delle dichiarazioni di Trump sulla Siria..
La missione in Afghanistan ci è costata sangue e denari, per cui sarebbe un grave errore terminarla prima che sia concluso l'obiettivo. 

IPOTESI DI TRUPPE USA IN COLOMBIA 


Durante la conferenza stampa tenuta dal consigliere alla sicurezza statunitense John Bolon, i giornalisti hanno notato uno scritto sulla sua cartella, in cui si poteva leggere un appunto in cui si leggeva:
"Afghanistan. Apprezzati i colloqui di pace"
"5000 militari in Colombia"
Bolon parlava circa nuove sanzioni economiche contro il regime venezuelano, una forma di pressione che però necessita del tempo per funzionare e si riprcuote anche sulla popolazione. Il regime incomincerà a blaterare che se la gente è alla fame, la colpa è dei "nemici esterni".
Evidentemente qualcosa sta accadendo specialmente se la situazione dovesse precipitare in Venezuela e Maduro scegliesse la strada dell'azione militare per rimanere al potere.
La Colombia, intanto, ha smentito un'azione militar in Venezuela ma gli esuli anti-Maduro, numerosi nel paese, si stanno organizzando per rientrare nel paese.
Per sabato è prevista un'altra grande manifestazione dell'opposizione a Caracas.
Intanto il numero delle vittime è salito a 35.

lunedì 28 gennaio 2019

BREAKING NEWS

LE FORZE DELLA COALIZIONE SFONDANO LE RESISTENZE DI DAESH 


Probabilmente l'ultimo contrattacco di Daesh lungo l'Eufrate in realtà era un disperato tentativo per rompere l'accerchiamento. In queste ore i reparti delle Forze Democratiche Siriane sono entrate in Marashida, eliminando diversi miliziani e catturandone altre, facendo anche un discreto bottino di armi e munizioni.
I superstiti di Daesh sono oramai stretti in pochissimi chilometri quadrati intorno al centro abitato di Baguz, lungo l'Eufrate.
Negli ultimi due giorni la situazione sembrava essersi complicata ma l'attacco di Daesh era l'ultimo rantolo. Speriamo che siano presi anche alcuni capi anche se è difficile che si facciano catturare. 
Segnialiamo che elementi del Fronte di Liberazione Nazionale, un tempo avversari di Assad, stanno passando il fronte, nell'area di latakia, in pratica scacciati dalle altre milizie da altre zone, tanto per semplificare il caos siriano.

AGGIORNAMENTO DAL VENEZUELA 


Situazione sempre di stallo e altissima tensione in Venezuela. E' confermato l'arrivo dei contractors russi ma troppi ne servirebbero per ribaltare la situazione.
I due schieramenti si guardano e studiano le mosse future.
Intanto gli Stati Uniti hanno bloccato 7 miliardi di US$ di assetti dell'industria petrolifera venezuelana, il motore assoluto dell'economia venezuelana. Se il regime si trova senza fondi, è matematico che crolla in quanto sarebbe una reazione a catena di un quadro già disperato.
Maduro ha allineato il cambio della moneta nazionale a quello in nero ma sempre la gente è alla fame.
E la differenza di queste manifestazioni è che questa volta sono anche le classi più povere a protestare, dopo che, per una politica economica folle, sono saltati anche gli aiuti per loro. 
Intanto qualcosa si muove anche fra l forze armate e quelle di sicurezza e si ricorrono le voci di passaggio nell'altro campo non di uno dei circa 2.000 (!) generali venezuelani quanto di quadri intermedi ch capiscono la situazione.
Maduro ha messo a lui e alla moglie il caschetto da carrista e si è fatto riprender su di un BMP-3 russo. Altra pagliacciata che probabilmente non lo salverà dalla caduta. Sa di non poter schiacciare la rivoluzione e di aver contro oramai la stragrande maggioranza della popolazione. 
L'Italia è uno dei pochi paesi europei che ancora esita sul da farsi perché il Movimento 5 Stelle è "innamorato" di Maduro, a cui ha fatto visita ufficiale nel 2017. Altri fanno i vaghi per non disturbare Putin, stretto alleato del regime chavista, tanto che è uno dei pochi che sta facendo qualcosa per mantenerlo al potere.
La colpa sarà anche dei "gringos" ma queste alternative sono assolutamente impresentabili, e non certo da ora.
Da Segnalare come Chavez e Maduro abbiano speso 15 miliardi di US$ per acquistre armi dalla sola Russia, di cui una parte sono ancora da pagare.Fra essi anche elicotteri d'attacco Mi.35 e missili antiaerei S-300.




CLAMOROSO ANNUNCIO DEL 
MINISTRO DELLA DIFESA TRENTA


Oggi il ministro della Difesa Trenta ha annunciato di aver dato incarico per lo studio del ritiro del contingente italiano entro un anno. La cosa è arrivata come un fulmine al ciel sereno, in quanto l'ipotesi non era mai stata delineata. Il bello è che il ministro degli Esteri Moavero ha affermato di non saperne niente, il che da la misura di come si muove l'attuale esecutivo governativo.
Se ci fossero le condizioni per il ritiro, probabilmente saremmo fra i primi a richiederlo ma, purtroppo, non è così. Anzi, la zona di Herat è quella che in Afghanistan ha avuto i maggiori problemi rispetto a 5 anni or sono, con la seconda città dell'area, Frah, con i talebani a pochi chilometri dal centro.
Inutile nasconderlo, tutto è peggiorato da quando il contingente internazionale del Comando West ha visto ridurre drasticamente uomini e mezzi, quando prima le cose andavano abbastanza bene, meglio che in altre aree.
Qualcuno si è sfilato completamente e altri hanno ridotto la presenza. I nostri militari hanno abbandonato volontariamente tante posizioni e i risultati non sono stati buoni. Questo lo diciamo da tecnici. E se si è smesso di portare i giornalisti in visita al contingente è anche per non far notare il peggioramento del quadro complessivo.
Se Trump ha annunciato il ritiro dalla Siria, volete togliere a qualche politico italiano la soddisfazione che anche noi ci ritiriamo da qualcosa? Magari per poi avere un riscontro elettorale!
Non crediamo proprio sia questa la linea da seguire e la frattara nell'esecutivo è clamorosa, visto che la Lega si oppone ad una decisione inopportuna e non concordata.
Staremo a vedere quali saranno le reazioni ma tutti i nodi verranno al pettina fra pochissimi mesi.


SABHA SOTTO IL CONTROLLO DELLE
FORZE DEL GENERALE HAFTAR 


Dopo essersi assicurato il controllo del vecchio forte fatto costruire da Graziani a Saha, le forze dell'Esercito Nazionale Libico (ENL)si sono impossessate del centro abitato e dell'adiacente aeroporto, ottenendo un importante successo strategico.
Eliminare il saliente di Sebha consente all'ENL di accorciare la lunghezza del fronte e di poter puntare più a nord.
Non sembra proprio che la resistenza sia stata particolarmente forte.
Forse sarebbe il caso di chiedere al Governo libico che si riunisce a Tobruch, di bloccare il flusso di clandestini che arrivano da Niger, magari contraccambiando la collaborazione, per esempio piazzando un ospedale a Bengasi. 
Da segnalare il volo di un TC-130 HERCULES dei Marines da Sigonella a Misurata e ritorno, non è chiaro a quale scopo.
NAVI BLOCCATE DAVANTI AD HODDEIDA
 
 
Sei unità mercantili cariche di aiuti umanitari sono bloccate davanti al porto di Hoddeida perché la milizia houthi non da il permesso per farle entrare, previa bonifica, dato che loro hanno sistemato vari ordigni. 
Questo stop è un problema in quanto la popolazione nei territori sotto controllo della coalizione a guida houthi è in seria difficoltà. 

AGGIORNAMENTO SIRIA


Forze speciali statunitensi sono penetrate dall'Iraq alla Siria, per contrastare la presenza di Daesh che ancora resiste in una piccola zona. Secondo alcune fonti Al-Baghdadi si troverebbe nell'area ma non si hanno conferme.
Intano le forze irachene continuano a intercettare elementi di Daesh che tentano di filtrare verso la Turchia, incluso cittadini stranieri.
Nella Siria nord-occidentale, continuano i tiri dell'artiglieria di Damasco. 
Intanto la situazione conomica del paese, nonostante i milioni di profughi, rimane drammatica.
MOVIMENTI RUSSI NEL DONBAS
 
 
Sta emergendo che le forze russe stanno facendo movimenti a ridosso e dentro il Donbas, muovendo uomini e mezzi. La zona è costantemente motorizzata da satelliti e velivoli, anche UAV, impegnati anche nella ricognizione elettronica.
Un portavoce dei separatisti ha parlato di una eventuale provocazione ucraina con armi chimiche ma Kiev non dispone di armi chimiche anche perché in URSS i lavoratori del settore erano posti in altre repubbliche.

domenica 27 gennaio 2019

IL CAPO DI HETZBOLLAH INTERVISTATO
 
 
Il capo di Hetzbollah, Nasrallah, in una intervista ha dichiarato che il suo movimento, in caso di conflitto con Israele, è pronto ad invadere la Galilea.
Inoltre ha affermato che i tunnel scavati dal Libano dentro Israele, erano vecchi, e antecedenti alla risoluzione ONU 1701. Questo dimostrerebbe il fallimento dell'intelligence israeliano. 
Non proprio parole concilianti ma da queste parti si è abituati ai toni forti.
I comandanti Hetzbollah sono preoccupati per il fatto che le perdite subite in Siria hanno abbassato il morale delle loro milizie. Non solo vi sono i morti e gli invalidi della guerra civile in Siria ma anche i morti dei recenti attacchi aerei israeliani.
n effetti nei territori controllati da Hetzbollah si è notato un alto numero di funerali e gli ospedali vedono la presenza di molti feriti gravi e invalidi.

L'ETIOPIA PRONTO A 
COLPIRE AL SHABAB 


Il Governo etiope si è detto pronto a colpire le milizie di Al-Shabab in Somalia. La cosa sarebbe utile ma siccome fra somali ed etiopi vi sono stati grossi problemi, bisogna fare sempre grossa attenzione prima di appoggiare queste iniziative.
Di sicuro il problema di questa milizia integralista in Somalia va risolto e siccome i paesi occidentali non vogliono essere coinvolti più di tanto (ricognizione, addestramento, logistica), bisogna trovare chi materialmente agisca sul territorio, insieme alle truppe ONU.
AGGIORNAMENTO AFGHANISTAN
 
 
Le milizie dello stato islamico hanno distrutto un tempio sufi, uccidendo il guardiano. Queste milizie sono spietate con tutte le altre branche del mondo musulmano che non siano di stretta osservanza sunnita.
Nella zona di Herat sono stati rilasciati 35 prigionieri delle forze di Kabul, come gesto di buona volontà.
Proseguono i contatti in Qatar per il raggiungimento di una soluzione al conflitto anche se la strada è sempre molto difficile.

AGGIORNAMENTO SITUAZIONE IN VENEZUELA
 
 
La tensione rimane altissima in Venezuela con i due schieramenti che si fronteggiano. Le forze legate al Parlamento si stanno organizzando ma non vogliono scatenare uno scontro aperto. ma altrettanto timore l'hanno i militari, fra cui si vedono i primi cedimenti. L'addetto militare a Washington, il colonnello Silva, è passato con le forze parlamentari ma tutti attendono le decisioni delle Forze Armate, della Guardia Nazionale (a livello di Gendarmeria) e della Polizia. I vertici, nominati dal regime, temono che un cambiamento di scenario sarbbe per loro fonte di grossi problemi ma esitano sul da farsi.
Negli anni scorsi il regime ha resistito a tante manifestazioni ma questa volta sembra diversa, anche per l'appoggio internazionale. Il timore è che un elemento ottuso e demagogo come Maduro faccia di tutto per non mollare il potere. Vi è poi il problema dei "Comitati" la milizia del regime a cui sono state distribuite non poche armi.
Di ora in ora potrebbero giungere importanti segnali.
 

COMBATTIMENTI FRA FORZE DI ASSAD, 
IRANIANI  RUSSI IN SIRIA?


Sembra che siano scoppiati in Siria dei combattimenti fra le forze governative, quelle iraniane e quelle russe, con il ricorso anche alle armi pesanti.
Dato che la propaganda spesso alimenta notizie false segnaliamo la cosa ma anche in attesa di ulteriori informazioni. In effetti in passato vi erano stati dei contrasti ma sarebbe la prima volta che questi provocano combattimenti.
ATTENTATO A CHIESA NELLE FILIPPINE


Terroristi integralisti musulmani hanno attaccato durante la messa una chiesa a Jolo, sull'omonima isola, nelle Filippine sud-occidentali, con due ordigni di grande potenza e uno scontro con armi leggere quando sono giunti rinforzi. La chiesa aveva a protezione alcuni poliziotti come misura preventiva.
Il bilancio provvisorio è di 27 persone uccise e decine di feriti.Nella parte meridionale delle Filippine, vi è una consistente minoranza musulmana con propositi separatisti. Era stato raggiunto un accordo con il Fronte MORO, che aveva condotto una lunga guerriglia ma un gruppo radicale ha proseguito la lotta.

sabato 26 gennaio 2019

IMPORTATE SUCCESSO PER LE FORZE DI HAFTAR:
CATTURATA LA CITTADELLA DI SEBHA


Le forze del generale Haftar oggi hanno catturato la cittadella di Sebha nel Fezzan, una delle ultime roccaforti rimaste alle milizie a loro ostili. Probabilmente è segnato il destino della città e dell'importante aeroporto, segnando un punto decisivo in favore dell'Esercito Nazionale Libico nella regione. La cittadina ha resistito per anni all'assedio. Da qui passa la strada che porta al Niger e da dove passano i clandestini diretti a nord. Era anche con questi pedaggi che le milizie locali si mantenevano.
ANCORA UN CONTRATTACCO DI DAESH
 
 
Quando sembrava che il destino della sacca di Daesh fosse questioni di giorni se non di ore, è partito un nuovo contrattacco sulla sponda orientale dell'Eufrate, diretto verso il confine iracheno. Le Forze Democratiche Siriane e i loro alleati sono arretrate di alcuni chilometri. I miliziani di Daesh non hanno nulla da perdere e si buttano all'attacco con grande fanatismo, probabilmente per rompere anche l'accerchiamento, almeno in piccoli gruppi. I reparti delle FDS sono ripiegati di alcuni chilometri ma la sacca rimane molto piccola. 
I mezzi alleati (artiglieria e velivoli) non possono agire liberamente perché la zona è piena di ostaggi, lasciati anche senza cibo e con pochissima acqua. 

ATTACCO AEREO TURCO IN KURDISTAN
E REAZIONE CONTRO UNA BASE TURCA


Dopo un attacco aereo da parte di velivoli turchi contro una supposto base del PKK nella cittadina di Sheladize, nel Kurdistan iracheno settentrionale, che ha causato almeno due morti, sono scoppiate violente proteste intorno alla base turca nei pressi che è stata almeno parzialmente occupata, dato che circolano immagini di civili al suo interno anche sopra un carro M-60. Sembra che alcuni militari turchi siano stati fatti prigionieri, cosa abbastanza strana visto la loro disciplina.
Ancora la situazione è confusa e attendiamo altre notizie.

venerdì 25 gennaio 2019

GRUPPI DI MILITARI VENEZUELANI 
RIFUGIATI IN COLOMBIA, RITORNANO IN PATRIA
I militari venezuelani rifugiati in Colombia per motivi politici, hanno deciso di ritornare in patria. Si tratta di un altro elemento importante nel quadro complessivo.
Il Venezuela è un paese dove le armi sono piuttosto diffuse, in particolare nelle zone rurali. Il regime conosce questo elemento e teme uno scontro che sicuramente non sarebbe semplice visto che la maggior parte della popolazione è schierata contro Maduro.
Le comunità venezuelane all'estero, in particolare quella negli Stati Uniti, si stanno mobilitando e anche questo può avere importanti ripercussioni.
La Colombia ha da regolare qualche conto con Maduro (e prima di lui da Chavez), per il suo appoggio dato alle FARC negli anni passati.

AGGIORNAMENTO SOMALIA
Elementi che dicono di essere associati a Daesh, hanno ucciso quattro cristiani a Bosaso, nel nord della Somalia. E' una delle prime volte che Daesh rivendica atti di terrorismo in Somalia, paese che avrebbe fatto volentieri a meno di questi taglia gole.
Rimane da vedere se si tratta di affiliati a daesh o di un tentativo di depistaggio.
Nel sud, fra Chisimaio e Afmandù, sono rimaste uccise 10 persone in azioni con IED e conflitti a fuoco con milizie integraliste, che da queste parti sono ancora abbastanza forti. 
Nella zona vi sono stati anche due attacchi aerei, probabilmente con droni, da parte delle forze statunitensi, dopo che tre giorni or sono un attacco ha causato oltre 50 perdite alle milizie di Al-Shabab.

AGGIORNAMENTO SITUAZIONE YEMEN
 
 
Mentre le trattative di pace vanno avanti, in alcune zone si combatte ancora. 
Per esempio oggi la milizia houthi ha colpito con colpi di mortaio un silo del grano incendiandolo. Non una cosa meritevole visto la grave crisi alimentare del paese. Ancora, causa mine, non è possibile far sbarcare a Hoddeida i rifornimenti alimentari tanto attesi.
Si combatte anche su altri fronti ma con intensità ridotta rispetto ai mesi scorsi. Non vengono più lanciati neppure missili verso l'Arabia Saudita. Probabilmente le forniture ricevute dall'Iran sono state esaurite.

IL BRASILE IN SOCCORSO DEI PROFUGHI VENEZUELANI


Uomini dell'Esercito e dei fucilieri di marina brasiliani sono stati trasportati da C-130 a ridosso del confine per soccorrere i profughi del  Venezuela in fuga dal regime di Maduro e in condizioni difficili per la drammatica crisi economica. La zona di confine è caratterizzata da una difficile foresta tropicale con pochissime vie di comunicazione.
Il Brasile è uno dei tanti paesi che sostengono il nuovo presidente provvisorio Guaidò, rifiutandosi la parodia di rielezione messa in scena da Maduro.
FILIPPINE: DISTRUTTO CAMPO DI GUERRIGLIERI


Un campo di guerriglieri integralisti musulmani è stato distrutto dai reparti dell'Esercito filippino che operano nella grande isola di Mindanao. Si tratta di un territorio spesso ricoperto da una fitta foresta che favorisce molto le attività dei guerriglieri.
Le forze di Manila vogliono cambiare strategia, attaccando le posizioni nemiche piuttosto che attendere l'attacco delle milizie nemiche.
CONTRACTOR RUSSI IN VENEZUELA


Si segnalano tre voli di velivoli passeggeri Iliushin Il.96 da Russia, Senegal e Paraguay. A bordo contractor russi richiamati da varie missioni nel tentativo di puntellare il regime di Maduro.
Ovviamente la cosa creerà ulteriore tensioni, come se non fosse già abbastanza difficile. Probabilmente vi sarà una nuova reazione internazionale, in particolare fra i paesi della regione.
Per fare una mossa di questo tipo, carica di ripercussioni, Mosca deve valutare molto critico il quadro complessivo nel paese alleato, da dove da pochi giorni sono ripartiti due bombardieri strategici Tupolev Tu.22 M.
LA FINE DI DAESH:
SI ARRENDONO IN 150 
Solo oggi 150 miliziani di Daesh si sono arresi alle Forze Democratiche Siriane in quella che è l'ultima sacca sulla riva orientale dell'Eufrate. 
Un tempo i miliziani integralisti resistevano accanitamente ed era raro fare prigionieri. Oggi si arrendono in massa e tentano di salvare la pelle. Ovviamente fra essi non vi sono figure di rilievo perché questi sanno che non sfuggirebbero ad un duro giudizio per i crimini commessi in anni in cui i miliziani controllavano un'ampia fascia di territorio fra Siria e Iraq, comportandosi in modo criminale e spietato.
Ora raccoglieranno quello che hanno seminato.

STALLO IN VENEZUELA


Situazione di stallo sostanziale in Venezuela. Da una parte Maduro con il sostegno dei vertici militari e dei Comitati Militari, praticamente una milizia a lui fedele. Dall'altra parte vi è il Parlamento e gran parte della popolazione.
Per fornire un'idea della tragedia economica del paese, possiamo ricordare che per il 2019 si stima una inflazione superiore al 1.000.000 %, una cifra inimmaginabile. Solo la scorsa estate Maduro ha stampato una nuova moneta che ha tolto cinque zeri al vecchio Bolivar.
E' chiaro che la situazione è fuori controllo e non da ora, colpa anche la comunità internazionale che ha permesso a un regime liberticida di distruggere quella che era la terza economia dell'America Latina.
La gente è stanca di questo disastro continuo e ora vuole fare i conti con chi si è sempre rifiutato di farli.
Il numero delle vittime dei disordini è salito a 26 ma la dura repressione non ferma la protesta. Il fatto che quasi tutti i paesi dell'America del Sud si sia schierata con il presidente provvisorio è sicuramente un fattore importante, così come l'appoggio internazionale.
Si scopre che una delegazione del Movimento 5 Stelle si è recata nel 2017 in visita ufficiale in Venezuela. Una scelta gravissima perché non serviva un esperto in politica internazionale per comprendere che cosa era il regime venezuelano. 
Aggiorneremo i lettori su i futuri sviluppi dato che la situazione può cambiare di ora in ora.

giovedì 24 gennaio 2019

IN ARRIVO CONTRACTOR STATUNITENSI IN SIRIA 


L'abbandono statunitense della Siria, deciso da Trump, preoccupa molti, fra cui i vertici militari e dell'itelligence. Preoccupa anche perché altri (leggasi iraniani e russi) non sembrano essere disposti a fare altrettanto. Inoltre vi è il problema dello scontro fra turchi e kurdi. Già Trump ha dilatato notevolmente i tempi del ritiro e ora si apprende che per certi ruoli, giungeranno in sostituzione dei contractor, per l'addestramento dei reparti delle Forze Democratiche Siriane e alcuni ruoli tecnici (addetti alle comunicazioni, meccanici e via proseguendo).
In ogni caso l'Aeronautica statunitense rimarrà in zona, in particolare nelle basi giordane, pronta ad intervenire in tempi molto ridotti.



DUE PETROLIERE RUSSE IN FIAMME 
SONO COINVOLTE NEI RIFORNIMENTI ALLA SIRIA
Due petroliere russe sono in fiamme nel Mar Nero da tre giorni. Sembra che stessero effettuando un travaso di carburante in alto mare. La cosa che ha sollevato dei sospetti è che una delle due è nota per il trasporto di petrolio verso la Siria, violando l'embargo internazionale. Evidentemente era in corso un tipo di attività "coperta", per violare l'embargo internazionale. Peccato che qualcosa dev'essere andato storto e ora si rischia anche il disastro ecologico. 
Probabilmente una petroliera caricava il carburante e poi, in alto mare, lo trasferiva, così Mosca formalmente non poteva essere accusata di violare l'embargo. 
Una parte dei carburanti ncessari alle unità militari e civili proviene anche dall'Iran. L'Iran invia carburanti in Russia e Mosca inoltra un quantitativo di carburanti verso la Siria, in quanto l'Iran ha problemi per raffinare il petrolio e non può mandare su petroliere in Siria.
AGGIORNAMENTO SITUAZIONE IN VENEZUELA


Il ministro della Difesa venezuelano, Vladimir Padrino, è apparso in televisione questo pomeriggio annunciando che le Forze Armate sono con Maduro. Ovviamente essendo stato nominato da lui, non ci si attendeva niente di diverso.
Vi sono chiari segnali che altre componenti, delle Forze Armate e delle forze di sicurezza, la pensano diversamente.
Si sta delineando un autentico braccio di forza sempre sull'orlo della guerra civili anche se l'opposizione ha raccolto grossi consensi internazionali.
Con Maduro rimangono: Russia, Iran, Cuba, Bolivia, Nicaragua, Cina e Turchia. Quasi tutta l'America latina è contro di lui e anche diversi paesi europei. Il governo italiano, alle prese con i soliti problemi, non si esprime nonostante l'ampia presenza di immigrati italiani nel paese.
Per dare la misura del disastro causato dal duo Chavez/Maduro, vale la pena di ricordare che il Venezuela ogni giorno estrae 1,1 milioni di barili di petrolio! Per ridursi in queste condizioni, comprando armi sofisticate in Russia, ci è voluto un livello d'incapacità stratosferico, tipico di certi soggetti.
E' chiaro che il regime ha perso il controllo della popolazione e se si opporrà con la forza delle armi, se ne assumerà la responsabilità.
PROSEGUONO I DISORDINI IN SUDAN 


Proseguono i disordini per le strade della capitale, con scontri decisamente forti e il ricorso alle armi da fuoco. La scorsa notte è rimasto ucciso anche un appartenente ai servizi di sicurezza. I dimostranti protestano per motivi economici e accusano la classe dirigente di non saper gestire il paese e di malversazioni varie. 
Questa ondata di proteste è partita lo scorso 19 dicembre.

VELIVOLI RUSSI SCONFINANO 
BREVEMENTE NELLO SPAZIO AEREO SVEDESE



Un aereo da spionaggio elettronico Il.20 e due caccia di scorta russi Su.27, hanno brevemente sconfinato all'interno dello spazio aereo svedese, facendo alzare in volo i caccia di Stoccolma. In questi mesi si è notato un accrescimento dell'interesse russo per la Svezia cosa che sta provocando reazioni.
Un velivolo GULFSTREAM svedese, con tutta probabilità utilizzato per la ricognizione elettronica, è stato invece intercettato da un caccia russo nello spazio aereo internazionale.
La Svezia sta provvedendo a rinforzare il suo apparato militare visto l'area che tira sul Baltico.
LA SITUAZIONE IN SIRIA
 
 
Mattinata di ordigni terroristici in varie parti del paese, inclusa la capitale, con un bilancio ancora non definitivo di vittime.
Prosegue il tiro dell'artiglieria di Assad nella Siria nord-occidentale, ma non vi sono grandi attacchi.
Daesh ha lanciato un contrattacco nell'ultima sacca a oriente del fiume Eufrate ma non sembra avere molte possibilità di un qualche successo. Probabilmente l'azione serve per far filtrare altri miliziani oltre il fiume, per sottrarsi all'annientamento.

RUCOGNITORI RUSSI SUL DONBAS


Il generale ucraino Naev, responsabile delle operazioni nel Donbas, segnala come le ricognizioni russe sul Donbas siano cresciute, in particolare utilizzando velivoli telecomandati. In altre circostanze questo è stato seguito poi da attività sul campo: 
Il numero delle violazioni del cessate il fuoco è in queste settimane relativamente basso anche per le avverse condizioni meteorologiche, non volendo peggiorare la situazione dopo quanto accaduto allo stretto di Kerch il 25 ottobre.
SPARI ALL'AMBASCIATA LIBICA IN KUWAIT
 
 
Si è sparato all'interno dell'ambasciata libica in Kuwait, probabilmente fra sostenitori di diverse fazioni della guerra civile in Libia. Non dovrebbe trattarsi di terrorismo.

LA SITUAZIONE IN VENEZUELA 
 
I disordini in molte città del Venezuela sono proseguiti anche durante la notte è sembra che il bilancio delle vittime sia salito a 13. Maduro non sembra intenzionato a cedere il potere nonostante che in campo internazionale  siano numerose i riconoscimenti nei confronti del suo giovane avversario. 
Di ora in ora vi potrebbero essere importanti novità.
Intanto il Dipartimento di Stato ha ordinato al personale diplomatico di non muoversi e ci risulta che si sta preparando anche un dispositivo militare se la situazione dovesse precipitare. 
L'opposizione a Maduro spera di ottenere le sue dimissioni senza far ricorso alla forza.

mercoledì 23 gennaio 2019

BREAKIN NEWS

GIORNI DECISIVI PER IL VENEZUELA


Durante la grande manifestazione di oggi a Caracas, il presidente del Parlamento, il giovane Juan Guaidò, è stato nominato presidente temporaneo in luogo di Maduro. Maduro, con la complicità della Corte Suprema, aveva sospeso ogni capacità operativa dell'organo di governo.
Per ora si contano 5 morti fra i manifestanti ma le manifestazioni proseguono.
Nelle ore successive, il nuovo presidente è stato riconosciuto da Canada, Stati Uniti, Colombia, Perù e Brasile, per cui la situazione muta radicalmente, con gli Stati Uniti pronti ad intervenire se Maduro avviasse una repressione, con l'appoggio di altri paesi, compreso Brasile e Colombia. 
Ovviamente si vuol evitare lo scoppio di una guerra civile ma sarà duro per Maduro resistere al potere anche perché la gran parte della popolazione è stremata dal disastro economico che vive da molti anni il paese, per scelte folli.
Ricordiamo che Maduro dispone di una milizia che potrebbe tentare di resistere insieme agli elementi delle forze armate e  della polizia che vogliono rimanere al suo fianco. Ci sono però segnali che varie unità non vogliono più puntellare il suo regime. 

AGGIORNAMENTO DELLE 21.00
Anche il Cile ha riconosciuto il presidente Guaidò.
Intanto sostenitori di Maduro si stanno dirigendo verso il palazzo presidenziale. 
Parte della Polizia si sta schierando contro Maduro mentre sono assaltate alcune delle sedi del partito di regime.
Maduro ha rotto le relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti. 
Argentina e Paraguay si sonos chierati a favore del presidente Guaidò. Con Maduro rimangono, per ora, la Bolivia.

AGGIORNAMENTO DELLE 01.30 
La situazione permane molto delicata. Le sedi del partito di rgime sono state assaltate in diverse città e perfino un monumento a Chavez, il precedente dittatore, morto nel 2013, è stato dato alle fiamme. Ovviamente l'opposizione è stata galvanizzata dalla notizia che tutti i pasi dell'America del Sud hanno riconosciuto la proclamazion di Guaidò come prsidente ma rimane da vedere cosa faranno le Forz Armate. Il ministro della difesa ha assicurato la loro fedeltà al regime ma ci sono evidenti segni di cedimento.
QUALE FUTURO PER 
L'OPERAZIONE SOFIA


L'Operazione europea SOFIA doveva servire per il contrasto dell'immigrazione clandestina e la lotta a chi la organizza e sfrutta.
In pratica è servita a raccogliere gente in mare  a trasferirla in Italia, lasciando al nostro paese tutti i relativi oneri. 
Ora i tedeschi minacciano di ritirare il loro contributo alla missione mentre in Italia si vuole una netta modifica nell'attuazione anche perché nessuno dei responsabili di questi immondi traffici è stato assicurato alla giustizia.
Di sicuro non si può proseguir secondo le vecchie regole ma per modificarle occorre un diverso atteggiamento europeo, forse ottenibile se qualcuno dopo l'elezioni europee di maggio perderà il posto.
Intanto è degno di nota il fatto che senza la disponibilità di navi delle ONG a largo delle coste libiche, l partenze sono state bloccate, cosa che la dice lunga circa il ruolo di queste organizzazioni
Deve essere chiaro che i porti italiani rimarranno chiusi e vedrete che le partenze si ridurranno ancora. Intanto chi cerca "protezione internazionale, formula che abbiamo solo noi, è calato da 27% al 2%, mirando a essere considerato un rifugiato politico o un profugo di guerra, categorie più protette.
AZIONI CONTRO BOKO HARAM


L'Esercito nigeriano ha annunciato di aver eliminato 58 miliziani di Boko Haram, nella parte settentrionale del paese, dovendo registrare due vittime fra le proprie file.
I reparti nigeriani stanno tentando di riprendere il controllo delle aree in cui operano in miliziani musulmani integralisti, creando non pochi problemi.
In casi normali si provvederebbe ad armare miliziani per difendere i villaggi ma evidentemente il Governo non si fida nell'arruolare forze per l'autodifesa, a cui dovrebbero essere consegnate armi. Ricordiamo che qualche addetto alla sicurezza, arruolato per incrementare la protezione, è stato visto operare con primitive armi ad avancarica che possono veramente poco contro i Kalashnikov e le mitragliatrici delle formazioni integraliste.

UCCISO COMANDANTE TALEBANO
 
 
Il responsabile del recente attacco ad una base delle forze speciali afghane, che ha causato oltre 100 vittime, è stato ucciso mentre resisteva alla cattura. L'uomo, indicato con l'appellativo di Comandant Noman, era responsabile di altri atti terroristici nell'area di Wardak.
Con il ricercato sono stati eliminati altri 7 elementi talebani, colpiti nell'edificio dove si erano rifugiati. Una bomba guidata ha distrutto l'edificio dove si erano asserragliati, dopo che erano stati circondati.

DISORDINI IN ZIMBABWE
 
 
Vi sono state forti proteste popolari ad Harare e a Bulawayo, (la secondo città del paese), duramente represse dalle forze di sicurezza. Si hanno testimonianze di autentiche torture su coloro che sono stati arrestati, facendo crescere ancora di più il livello di tensione, dopo che solo lo scorso anno, e dopo 37 anni (!) il paese si era liberato del dittatore Mugabe
La gente, specialmente i giovani, protesta perché l'economia non decolla e vi è una grande crisi, per niente compatibile con le risorse del paese.


TENSIONE FRA GIAPPONE E SUD COREA


Vi è un certo stato di tensione fra la Repubblica di Corea e Giappone. Le rispettive  unità navali si sono "illuminate" vicendevolmente con i radar e oggi la Corea annunc il sorvolo vicino alle proprie unità navali di un aereo a reazione di Tokio, comunque rimasto a circa 500 metri e a 70 metri di altezza.
In ballo storici problemi e la lunga occupazione giapponese della Corea.
OFFENSIVA FINALE CONTRO DAESH


Appoggiata anche dall'aria e dall'artiglieria irachena, in posizione subito a ridosso del confine, è in corso l'offensiva finale contro i miliziani fedeli al califfato. Si tratta di pochi chilometri quadrati e forse l'ultimo ostacolo è un canale dell'Eufrate che taglia l'ultima ansa e due piccoli centri abitati: Marashidad e Ash Shajlah.
Altro fattore importante è rappresentato dal crescere del numero delle persone che si arrendono, cosa un tempo molto rara, altro indice di dissolvimento della struttura dei miliziani.
Potrebbero essere le ultime ore della presenza di Daesh in Siria a oriente dell'Eufrate. L'incognita è sapere quanti miliziani sono rimasti intrappolati e quanti sono riusciti a sfuggire filtrando attraverso le linee.

martedì 22 gennaio 2019

SALE LA TENSIONE IN VENEZUELA 


In vista della grande manifestazione contro il regime di Maduro questa settimana, sta salendo la tensione. Sembra che anche gli operai si siano stufati delle condizioni in cui si trovano, mancando del tutto anche i generi primari, in un paese che ha grandi potenzialità economiche grazie alla produzione petrolifera.
Se anche le classi più umili abbandonano il regime, il suo destino è segnato. Per ora a protestare era stata soprattutto la classe media, impoverita dalle politiche di Chavez e Maduro.

lunedì 21 gennaio 2019

LE PRETESE DEI CLANDESTINI
 
 
Questi non sono "naufraghi" ma clandestini. Si mettano l'anima in pace i vari Strada & C., ma qui non si tratta di salvare ma di trasportare facendo finta di salvare. Un gioco che ha riguardato in Mediterraneo milioni di persone se si contano anche i flussi dalla Turchia verso la Grecia.
Ora un gruppo è stato recuperato da un mercantile in mare, vicino alla costa libica. Sono arrivati a Misurata e ora minacciano chissà che cosa se non vengono portati in Italia.
Questa situazione inaccettabile si blocca solo  essendo molto chiari: in Italia si arriva solo in modo regolare.
Che la colpa del disastro africano sia solo francese, permettertici di esprimere dei dubbi. Qui si evita di tratteggiare le figure di certi capi politici africani, roba da inorridire. Però hanno la pelle di un colore diverso, per cui nessuno se la sente di dirlo per non ricevere l'accusa di razzismo. Stesso timor che hanno tanti che non hanno il coraggio di criticare il fenomeno dell'immigrazione clandestina e del suo sfruttamento. Certo, qualcuno sfrutta anche l'Africa ma oggi sono soprattutto i cinesi, estremamente aggressivi nel continente, sempre pronti a regalare le loro copie del Kalashnikov e qualche vecchio e nuovo mezzo corazzato. 
Noi diciamo da sempre che bisogna guardare all'Africa e al suo sviluppo, ma vogliamo incominciare a dire che nel continente vi sono delle classi politiche che in alcuni casi rappresentano delle bande di predoni moderni? Sarà colpa anche del capitalismo ma diciamo che in diversi nel continente hanno un desiderio di arricchirsi a qualsiasi costo. Lo stesso Gheddafi, che in troppi rimpiangono, vi possiamo assicurare che qualche spicciolo l'aveva messo da parte, così come tanti altri.

TENSIONE FRA IRAN E GERMANIA 


Non è proprio piaciuto alla Germania scoprire che un traduttore di origine afghana, naturalizzato tedesco, lavorasse per i servizi segreti iraniani. L'uomo ha passato preziose informazioni circa quanto avveniva in Afghanistan e anche circa le attività militari tedesche in generale.
Berlino ha deciso di bloccare i voli della compagnia aerea Marhan, strettamente legata al regime iraniano e impegnata anche nel ponte aereo militare con la Siria. Ci saranno anche altre ripercussioni ricordando che la Germania è un partner molto importante dell'Iran e fino ad oggi aveva goduto di ampia benevolenza nonostante il suo coinvolgimento in tante vicende internazionali dove non ha certo svolto un ruolo di pacificatore, anzi!

ESCLUSIVO -

I RAPPORTI FRA KURDI E ISRAELE 


Se l'Iran è molto attivo nel settore delle attività clandestine, anche se è tenuto sempre d'occhio e a volte i suoi intendimenti vengono frustrati. anch Israele, ovviamente, non rimane con le mani in mano.
In questi anni si sono rafforzati i rapporti con le milizie kurde, in particolare con quelle irachene che hanno come nemici Daesh. Nottetempo, su alcuni campi di volo defilati, giungono voli misteriosi, Tutti pensano agli Stati uniti ma alcune volte ad organizzare i voli potrebbero essere proprio le agenzie dell'intelligence israeliano. Sembra che siano stati forniti missili anticarro MILAN e altri equipaggiamenti.
Israele è anche in contatto con i Kurdi in Iran, che hanno effettuato alcune azioni e che meditano sempre la vendetta per i massacri degli Anni '70.
Difficile capire il percorso di certi voli ma secondo alcune fonti farebbero scalo in Giordania, per dare meno nell'occhio. Sembra che gli israeliani abbiano inviato in Kurdistan anche alcuni istruttori, ovviamente mimetizzandoli come personale statunitense.
La Turchia non vede di buon occhio queste attività anche se gli Israeliani, almeno per il momento, si tengono lontano dal PPK, i grandi nemici di Ankara.
Israele sta migliorando notevolmente i rapporti con vari paesi musulmani, come conferma la visita del primo ministro in Ciad, con cui le relazioni diplomatiche erano interrotte da 50 anni!
Non sono più un segreto i rapporti con paesi come la Giordania e l'Oman ma anche con altre nazioni, magari preoccupate per l'espansionismo iraniano. 
Parte degli aiuti ai kurdi vengono forniti tramite gli Stati Uniti che non passano da Baghdad per le loro forniture, a differenza di quanto fanno altri.
Non ci sarebbe da meravigliarsi se qualche missione israeliana operasse a ridosso della frontiera iraniana, svolgendovi vari compiti.

ORDIGNO DELLA NUOVA I.R.A.
 
 
Un ordigno che si pensa sia stato piazzato dal gruppo chiamato Nuova I.R.A.-, è scoppiato a Londonderry, nell'Irlanda del Nord. Solo per un caso non vi sono state delle vittime.
La Nuova I.R.A. non ha accettato gli accordi di pace e si è formata nel 2012, per ora rendendosi responsabile solo di poche azioni.

ALTRO ORDIGNO CONTRO MILITARI  
USA IN SIRIA
 
 
Un altro ordigno è esploso oggi contro una colonna mista di militari statunitensi e kurdi, nella Siria settentrionale. Sembra che non vi sian stati feriti.
Probabilmente si tratta di una offensiva di cellule facenti capo a Daesh che stanno colpendo le unità mobili statunitensi.

VENEZUELA; ARRESTATI ELEMENTI DELLA 
GUARDIA NAZIONALE
 
 
Alcuni elementi in servizio nei pressi della capitale venezuelana, sono stati arrestati dopo che avevano fatto un appello alle dimissioni di Maduro.
Le condizioni economiche del paese sono drammatiche e la protesta sta dilagando anche fra le forze di sicurezza. Difficile fare delle previsioni ma è chiaro che il futuro del regime è incerto.

GRAVE ATTACCO IN AFGHANISTAN
 
 
Sarebbero oltre 100 le vittime di un attacco suicida contro una base dell'Esercito afghano nella provincia di Maidan-Wardak. Un veicolo carico di esplosivo con un attentatore suicida è riuscito a raggiungere un edificio adibito a dormitorio, dove è poi esploso.
Sembra che i morti siano 126 ma non si comprende come l'azione sia stata possibile dato che andavano prese adeguate misure difensive.

Netanyahu e l'Iran

Durante la visita ufficiali in Ciad, per la ripresa dei rapporti diplomatici con quel paese dopo 50 anni, il primo ministro israeliano Netanyahu ha ribadito come Israele non consentirà alle forze iraniane d'installarsi in Siria. Dall'Iran venivano intanto pesanti minacce, per cui è facile prevedere ulteriori sviluppi militari a questo confronto.

Per niente tranquilli sono i siriani che non si vogliono vedere coinvolti in un'altra fase di conflittualità, dopo 8 anni di guerra civile.

DUE CACCIATORPEDINIERE USA
NEL MAR NERO 


Entrati non insieme, due cacciatorpediniere statunitensi sono in Mar Nero. Potrebbe essere una pressione sulla Russia, dopo i fatti allo stretto di Kerch lo scorso 25 ottobre. Le unità statunitensi sono osservate da vicino da unità navali e velivoli russi. 
Fino ad oggi le marine della NATO erano state molto caute nell'inviare unità navali in queste acque per non urtare la suscettibilità russa. Vista la politica di Putin, questa scelta è stata modificata.A Odessa si trova anche un cacciamine della Royal Navy.

VISITA DI NAVI CINESI NELLE FILIPPINE
 
 
Per la prima volta unità militari cinesi si sono recate in visita nelle Filippine. E' un segnale interessante perché Repubblica Popolare Cinese e Filippine hanno aperto un grosso contenzioso circa la sovranità su una zona di mare molto grande nel Mar Cinese Meridionale, di cui abbiamo parlato molto volte.
Forse si sta cercando una soluzione diplomatica dopo che Pechino ha "rialzato" alcune isole per potervi realizzare delle installazioni militari dato che tutte erano disabitate in pratica proprio perché troppo basse sul mare.



domenica 20 gennaio 2019

SALE LA TENSIONE NELLA SIRIA MERIDIONALE


Nella notte l'Aeronautica israeliana ha colpito una mezza dozzina di bersagli legati alla presenza di elementi iraniani, incluso quelli appartenenti alla Forza Al-Quds la difesa antiaerea siriana ha risposto con il lancio di dozzine di missili, senza cogliere alcun successo. Immediatamente dopo, sono state colpite alcun delle sue postazioni missilistiche. Impressionante è il video in cui si vede un missile israeliano che centra un sistema missilistico di costruzione russa PANTSIR-S. Per la verità anche mesi or sono era stato distribuito un video simile.
In totale sono stati attaccati e colpiti 10 siti e per ora si registra la morte di quattro militari siriani. Si tratta di un aggravamento della situazione in Siria, con Israele che manda chiari segnali circa la presenza iraniana nel paese.
Fra i possibili bersagli israeliani, in futuro ci potrebbero essere i velivoli iraniani (incluso Boeing B-747) che trasportano armi ed equipaggiamenti in Siria, anche per i Guardiani della Rivoluzione e la milizia hezbollah.
Questo innalzamento della tensione è preoccupante visto il potenziale militare di Iran e Israele.
Intanto lungo l'Eufrate è stato liberato dalle Forze Democratiche Siriane il villaggio di Muzan, riducendo la sacca di Daesh veramente a poca cosa. Tutti si chiedono quanti miliziani sono rimasti intrappolati nell'area, da dove è sempre più difficile scappare.