sabato 30 novembre 2019

ANCORA PROTESTE ANTI-IRANIANE IN IRAQ
 
 
 
Prosegue in Iraq l'ondata di forti proteste contro il regime iraniano, accusato di contribuire in modo determinante alla destabilizzazione del paese. Le manifestazioni e gli scontri, anche con vittime, riguardano la parte centro-meridionale del paese. In effetti il regime teocratico tenta da anni di prendere il controllo effettivo sul vicino, reduce da anni terribili. Screditata è anche l'attuale dirigenza sciita, coinvolta in livelli di corruzione molto alti.
La situazione dell'ordine pubblico e soprattutto quella economica rimangono non buone ed è palese a tutti il ruolo iraniano, impegnatosi in una grande offensiva strategica in tutta la regione. La cosa interessante è che vi sono proteste, per motivi simili, anche all'interno dell'Iran. 

PRIMO SEMI-SOMMERGIBILI DEI TRAFFICANTI 
CATTURATO IN EUROPA
 
 
Per la prima volta la polizia spagnola ha catturato un battello semi-sommergibile, con due membri d'equipaggio, che tentava di giungere in una zona remota della costa della Galizia, in Spagna. Evidentemente, visto i denari in gioco, anche in Europa i cartelli della droga diventano sempre più pericolosi.

YEMEN: ABBATTUTO UN ELICOTTERO SAUDITA
 
 
 
Un elicottero saudita, probabilmente un APACHE d'attacco, è stato colpito dalle forze houthi ed è precipitato in fiamme. Erano diversi mesi che non veniva abbattuto un elicottero della coalizione. Per ora non si hanno informazioni circa l'arma utilizzata.



 
 
 

CONTRATTACCO A SUD-EST DI IDLIB
 
 
 
Gruppi dell'opposizione armata hanno lanciato un contrattacco contro le forze di Assad, a sud-est di Idlib, riuscendo a riconquistare alcune posizioni perse nei giorni precedenti.
Probabilmente Ankara ha fatto affluire dei rifornimenti, in particolari razzi campali e missili anticarro. Sono proseguiti anche i bombardamenti aerei ma leggermente meno intensi.

venerdì 29 novembre 2019

ATTACCHI TERRORISTICI A LONDRA E AMSTERDAM 


Vi sono stati due attacchi terroristici di matrice islamista a Londra e ad Amsterdam. A Londra, sul London Bridge,  un individuo, in libertà provvisoria per essere stato arrestato per un precedente complotto contro la Borsa, ha accoltellato alcune persone su un ponte di Londra, uccidendone due e ferendone altre. Alcuni passanti hanno reagito coraggiosamente (aveva anche una finta cintura esplosiva) e lo hanno bloccato. La Polizia, accortasi della cintura, ha aperto poi il fuoco uccidendolo, non avendo tempo di accertarsi se il terrorista disponesse di esplosivo
Tre feriti da arma da taglio è il bilancio di una aggressione contro dei giovani ad Amsterdam, ma in questo caso i contorni sono meno chiari.Allarme, poi rientrato, anche alla Garde du Nord a Parigi per un pacco sospetto.

giovedì 28 novembre 2019

IL PRESIDENTE TRUMP IN AFGHANISTAN
 
 
 
Il presidente statunitense Trump è un personaggio molto particolare. Per il Giorno del Ringraziamento si è presentato a sorpresa in Afghanistan, annunciando che presto i negoziati di pace con i talbani riprenderanno presto: "volete sapere perché? Perché state facendo un ottimo lavoro". In effetti i talbani non mollano ma non mollano neppure le forze di Kabul con il supporto occidentale, infliggendo pesanti perdite, anche in queste settimane. E sta arrivando l'inverno per cui nuove offensive talebane sono improbabili.
Qualcuno parla di "sconfitta" della missione internazionale ma ci sembra veramente presto prima di dare dei giudizi.
Intant la Difesa itaiana continua a tenere bloccate le visite dei giornalisti in teatro, un comportamento inaccettabile da ogni punto di vista.

AGGIORNAMENTO SIRIA
Ieri i velivoli pilotati russi hanno effettuato 40 sortite di attacco al suolo nei cieli della Siria, proseguendo l'offensiva aerea contro le posizioni dei ribelli. Gli attacchi sono portati tutti da alta quota, con armi guidate e non.
Vi sono stati combattimenti anche nell'area di Mambij, dove si affrontano le milizie delle Forze Democratiche Siriane e milizie fino turche, con la presenza di pattuglie russe e statunitensi per ridurre i rischi di scontro.

CONTROFFENSIVA NAZIONALISTA NEL FEZZAN



Dopo l'improvviso attacco di alcune piccole unità motorizzate nel sud del paese, le forze nazionaliste stanno passando al contratacco via terra e dall'aria. In gioco vi sono anche giacimenti dell'ENI.
PROSEGUONO LE PROTESTE 
ANTI-IRANIANE IN IRAQ 


Proseguono forti le proteste contro il regime iraniano nella capitale irachena e nel sud del paese. Un scontri vicino al consolato iraniano di Najaf, due persone sono rimaste uccise due persone da colpi di armi da fuoco.
 

mercoledì 27 novembre 2019

ALLEANZA FRA SARRAJ E LA TURCHIA 


Il presidente turco Erdogan ha ricevuto il leader libico Sarraj, capo della fazione del GNA, stipulando un'alleanza che era già operativa da anni. Ovviamente la cosa avrà forti reazioni da parte di chi si oppone all'espansionismo turco. 
Nello stesso tempo oggi si è avuto una offensiva di milizie legate al GNA nel sud del paese, con l'occupazione di alcuni campi petroliferi e il contrattacco delle forze nazionaliste.

martedì 26 novembre 2019

SI TRATTA IN SEGRETO PER IL DONBAS 


Profilo basso e massima discrezione ma si continua a trattare segretamente per il Donbas anche perché la situazione  in quei territori è sempre più difficile e Mosca è stanca di spremere risorse per questo conflitto e per le popolazioni che in pratica è passata sotto il suo controllo.
La tenuta sociale sta venendo meno ed è arrivato il quinto inverno di guerra, con il fronte a pochissimi chilometri dalle due città principali e con quasi tutta l'industria, inclusa quella estrattiva, bloccata.
L'avventura separatista si è rivelata drammatica in termini economici e di risorse umane. Molti stanno andando via, se non in obbligo di servizio militare. Restano i pensionati e le classi meno dinamiche che, insieme ai contadini, esercitano l'arte della sopravvivenza. Da quelle parti si vede anche la televisione di Kiev e, comprendendo la lingua, in tanti si sono accorti delle aperture ucraine e del tono conciliante mentre Putin come certi italiani, non riesce che a sventolare la paura per ipotetici gruppi "fascisti" e "nazisti". Una colossale bufala che ora sta emergendo.




AGGIORNAMENTO BATTAGLIA PER TRIPOLI

Le forze nazionaliste libiche hanno ammesso di aver abbattuto un drone statunitense a sud di Tripoli, scambiandolo per un drone turco utilizzato dalle forze di Ankara in appoggio del GNA. 
Sul fronte la situazione mostra pochi cambiamenti di rilievo mentre in segreto vi è chi tesse una o più trattative da entrambe le parti, con presunti incontri con rappresentanti statunitensi.

lunedì 25 novembre 2019

Speciale battaglia per Tripoli

POTENZIATA L'ANTIAEREA NAZIONALISTA


Sembra proprio che le forze naziuonalisti abbiano visto potenziata la propria difesa antiaerea. Hanno in pratica rivendicato l'abbattimento sia del drone italiano che di quello statunitense, dopo che ne hanno colpiti vari di quelli turchi utilizzati contro di loto. Responsabile degli abbattimenti sembra siano i sistemi PANTSIR russi, forniti dagli Emirati Arabi. Non risulta che i vecchi missili antiaerei libici, esclusi quelli spalleggiabili a breve raggio, siano operativi.
L'OPPOSIZIONE STRAVINCE A HONG KONG


L'elezioni ad JHong Kong si sono svolte senza incidenti e con la partecipazione di oltre il 70% del corpo elettorale. Ha stravinto l'opposizione anticomunista, con circa il 90% dei seggi.
Pechino è ovviamente furibonda ma una mossa sbagliata a questo punto costerebbe cara.
Complimenti al Governo italiano e al ministro Di Maio, in quanto si sono schierati, come in Venezuela, dalla parte della dittatura.



RAZZI DA GAZA
 
 
Un paio di razzi sono stati sparati da Gaza verso Israele, Uno è stato abbattuto mentre l'altro è precipitato nei pressi di Eskelon, senza causare danni o vittime.
La situazione nell'area non è tranquilla e si ipotizzano ulteriori attacchi.

L'OLANDA NEL GOLFO
 
 
La marina olandese parteciperà alla missione internazionale per la protezione dei traffici mercantili nel Golfo e nelle acque adiacenti. Il dispositivo sta prendendo forma con la partecipazioni di vari paesi.
Senza particolare enfasi, le acque del Golfo si stanno riempiendo di unità provenienti da vari paesi per far fronte all'aggressività iraniana.

domenica 24 novembre 2019

PROTESTE CONTRO L'IRAN IN IRAQ
 
 
Oggi nella capitale e nella parte meridionale del paese, vi sono state delle forti proteste contro l'Iran, accusato di destabilizzare l'Iraq. Particolarmente forti i disordini a Bassora, dove la Polizia ha fatto ricorso anche alle armi da fuoco, esplodendo colpi di avvertimento in quanto i dimostranti avevano bloccato molte importanti vie di comunicazione.

Speciale Battaglia per Tripoli

EUROFIGTHER ITALIANI A LARGO DI MISURATA


Dopo l'abbattimento di due teleguidati, uno italiano e uno statunitense (qualcuno ipotizza ad opera di contromisure russe ma è tutto da confermare), oggi due velivoli EF2000 TYPHOON  dell'Aeronautica Militare Italiana, decollati da Trapani, sono apparsi a largo di Misurata.
A quanto è dato sapere, è questa la prima volta che questo accade ed è il minimo dopo quanto accaduto. Sarebbe l'ora che l'Italia facesse capire che  dispone di un potenziale militare e potrebbe utilizzarlo anche se con questo governo in agonia, dubitiamo che qualcuno prenda decisioni adeguate alla situazione.

AGGIORNAMENTO SIRIA
 
 
Sul fronte con le forze turche, i kurdi hanno ripreso il controllo della situazione nell'area di Ain Isa, dopo l'attacco delle milizie filo-turche di ieri. Il fatto però che i militari russi non siano stati in grado d'impedirlo, ha creato vive polemiche. In effetti i russi sono veramente pochi per l'area da controllare ma non vogliono appesantire ulteriormente il loro contingente in Siria.
Nell'area di Idlib, oggi sono ripresi intensi i bombardamenti e ci sono state anche delle azioni terrestri all'estremità meridionali dell'area ancora controllata dai ribelli, con violenti scontri con le forze di Damasco.

sabato 23 novembre 2019

UAV STATUNITENSE PERSO NELL'AREA DI TRIPOLI 



Dopo il velivolo telecomandato abbattuto a sud-est di Tripoli, il 21 novembre è toccato ad un teleguidato statunitense.
Ne ha dato notizia uno scarno comunicato dell'AFRICOM. il comando statunitense che si occupa di Africa. Nel comunicato si afferma che il velivolo era utilizzato contro i terroristi.
I cieli libici si stanno rivelando insidiosi anche per gli UAV.




COMBATTIMENTI IN SIRIA
Violenti combattimenti si sono avuti nell'area di Ayn Issa. la cittadina nell'estrema parte sud-occidentale del grande saliente conquistato da poco dalle forze turche in Siria. Ai combattimenti hanno preso parte sia le Forze Democratiche Siriane (a guida kurda) che i reparti di Damasco.
Stamani le forze filo-turche hanno preso il controllo della località mai posi sono state contrattaccate e hanno perso parte del terreno conquistato in precedenza. 
Nei combattimenti sono state utilizzate armi pesanti, incluso i carri.

IL MINISTRO DELLA DIFESA FRANCESE 
ACCUSA GLI STATI UNITI
 
 
 
Il ministro della Difesa francese Parly ha accusato gli Stati Uniti, parlando ad un convegno in Barhein, per il loro disimpegno in medio Oriente, che ha favorito il peggioramento della situazione nell'area, per esempio dando modo all'Iran di attaccare con missili installazioni petrolifere saudite, ultimo esempio di numerosi atti di guerra portati avanti impunemente. 
L'osservazione non ci sembra campata in aria e da voce a vari commenti presenti anche nel mondo arabo, preoccupato sempre di più per l'aggressività di Teheran.

venerdì 22 novembre 2019

RILASCIATE LE TRE UNITA' UCRAINA
A settembre erano stati rilasciati i marinai e ora sono state restituite le tre piccole unità navali ucraine che erano state sequestrate lo scorso anno dalla marina russa a largo della Crimea, in acque internazionali.
Le unità erano state speronate ed era stato aperto anche il fuoco contro di loro. Le successive indagini internazionali avevano stabilito in modo univoco che le unità, dirette a Mariupol, erano in acque internazionali. Le tre unità sono state depredate di tutto.
La situazione sulla linea di confronto rimane tesa. Un colonnello comandante di brigata è rimasto ucciso da una mina mentre ispezionava il fronte, mentre un comandante di battaglione che lo seguiva è rimasto ferito.

AGGIORNAMENTO SIRIA 
Se sul fronte centro-orientale del confronto con la Turchia la situazione ha visto una diminuzione dei combattimenti, nell'area di Idlib proseguono i bombardamenti. Sono condotti da velivoli russi e da elicotteri siriani che bombardano da alta quota con una precisione bassissima, puntando solo centri abitati, gli unici che possono colpire visto il sistema di "puntamento". Si usano grossi contenitori metallici che vengono fatti rotolare dalla porta assiale di elicotteri Mi.17. 
Oggi un quadrireattore da trasporto russo Il.76 è atterrato a Damasco-International, segno che prosegue il ponte aereo militare russo e iraniano anche se quest'ultimi sembrano più prudenti visto i recenti avvenimenti.

giovedì 21 novembre 2019

Alzo Zero: 
SULL'ABBATITMENTO DEL DRONE ITALIANO



Mentre eravamo al Milipol di Parigi, è arrivata la notizia dell'abbattimento di un MQ.9 REAPER del 32° Stormo in Libia, guarda caso proprio su uno dei fronti più caldi del fronte della battaglia per Tripoli, in corso da circa un anno.
La versione ufficiale è che un guasto l'abbia mandato fuori rotta, mentre partecipava all'Operazione MARE SICURO. Punto
Potrebbe anche essere ma restano fortissimi dubbi.
Abbiamo una certa conoscenza del problema e possiamo anche citare i voli spia italiani compiuti da P-38 LIGHTING (segnati sul libretto di volo come "prove motori"!) nell'immediato dopoguerra. 
Possiamo ipotizzare un guasto nei collegamenti e nel programma ma è abbastanza strano che il velivolo sia finito proprio in zona combattimenti. 
Siam uomini di mondo per cui non ci stupirebbe che a livello politici (non certo solo a livello militare) qualcuno ai massimi livelli abbia autorizzato voli di ricognizione in spazi aerei stranieri, per ovvi motivi anche se volando a 7.000 metri qualcuno doveva sapere che il drone italiano rischiava l'abbattimento da parte dei sistemi missilistici PATSIR che si sa siano presenti da quelle parti, rischiando anche l'incontro con velivoli da combattimento, ricordando che i turchi utilizzano regolarmente droni armati contro l'Esercito nazionale Libico del felmaresciallo Haftar (e ne hanno persi alcuni).
Quello che se mai stupisce è che i gironalisti si sono in pratica della spiegazione ufficiale senza approfondire, così come passa sotto silenzio la presenza militare ialiana a Tripoli (una unità navale) e a Misurata (un ospedale), sempre in mezzo alle forze del GNA, cosa che non mette di buon umore i nazionalisti.
L'argomento merita un approfondimento e vedremo di saperne di più.

 

DRONE ITALIANO ABBATTUTO IN LIBIA


Un MQ-9 PREDATOR B appartenente al 32° Stormo dell'Aeronautica Militare è stato abbattuto sul deserto libico, ad 65 km a sud-est di Tripoli.
Il velivolo è decollato dalla base aerea di Sigonella e sarebbe stato abbattuto da milizie riconducibili ad Haftar le quali, mostrando le inequivocabili foto del drone italiano, hanno affermato che il velivo stesse eseguendo un operazione di sorveglianza e spionaggio.
L'Aeronautica Militare ha prontamente diffuso un comunicato in cui si dice che il drone stesse svolgendo una missione a supporto dell'operazione Mare Sicuro, precisando inoltre che le circostanze dell'incidente sono ancora da chiarire, non confermando così la versione che il velivolo sia stato abbattuto.
  
LA NUOVA POLITICA AMERICANA VERSO ISRAELE

Con una mossa tanto ardita quanto inaspettata, gli Stati Uniti, per bocca del Segretario di Stato Mike Pompeo, ha annunciato la volontà di voler riconoscere come legali gli insediamenti israeliani nella West Bank. Questa decisione rappresenta una assoluta prima volta a livello internazionale ed ha scatenato immediatamente una serie di ripercussioni a livello internazionale. Si è infatti alzato un unanime coro di disapprovazione, anche tra gli alleati degli Stati Uniti, i quali vengono accusati di aver così spento qualsiasi possibile soluzione pacifica della contesa israelo-palestinese, in particolare chiudendo la porta a qualsiasi negoziato per la cosiddetta soluzione dei due stati. 
La mossa statunitense prosegue nel rafforzamento del legame con l'alleato israeliano, compiaciuto della decisione, avendo già apprezzato il controverso spostamento dell'ambasciata americana da Tel-Aviv a Gerusalemme. 
Il colpo di mano statunitense, però, potrebbe essere un segnale che il tanto decantato piano di pace per il Medio Oriente dell'amministrazione Trump sia stato abbandonato, dopo anni di annunci ma con pochi risultati concreti.
 
MASSICCIO ATTACCO ISRAELIANO IN SIRIA
Le forze armate israeliane hanno condotto dozzine di attacchi contro postazioni iraniane in Siria, in particolare i raid aerei sono stati portati a segno contro obbiettivi riconducibili alle forze Quds, comprese postazioni missilistiche, depositi di munizioni e altri siti logistici.
L'attacco è stato ordinato dopo che quattro missili sono partiti dalla Siria verso Israele, venendo intercettati sopra alle alture del Golan. 
Il nuovo scontro non fa altro che riportare sotto i riflettori che fin'ora si è sempre mantenuto sottotraccia ma che emerge con sempre maggiore frequenza con scontri diretti.
 

lunedì 18 novembre 2019

LE PROTESTE IN IRAN 
L'ondata di proteste in Iran è stata alta, come già nel 2017. Non solo nella capitale ma anche in altre parti del paese, in particolare nella parte occidentale, la più abitata. A Mshkin è stata addirittura data alle fiamme la sede dei Guardiani della Rivoluzione, i pretoriani del regime. Le vittime si contano a decine.
Seguiremo con grande attenzione ogni futuro sviluppo.

domenica 17 novembre 2019

LA POLIZIA DI HONG KONG ATTACCA L'UNIVERSITA'
 
 
 
La Polizia di Hong Kong in queste ore sta dando l'assalto all'università di Hong Kong, da tempo occupata dagli studenti che guidano la protesta contro il regime cinese e la complicità delle autorità locali.
I disordini sono particolarmente intensi e si è minacciato anche l'impiego delle armi da fuoco, cosa per altro già avvenuta in alcuni casi.
La gente dell'ex colonia inglese ha dimostrato grande coraggio ma dovranno affrontare una forte repressione. Forse sarebbe il caso di far capire che se Pechino va giù pesante nella repressione, si becca delle belle sanzione economiche, autentico deterrente per impedire la continuazione della dittatura.

LA TRENTA TRAVOLTA DALLE POLEMICHE 


"Ho una vita di relazione, mi serve un appartamento grande". Così l'ex ministro 5 Stelle Trenta, al Corriere della Sera, ha giustificato il fatto che si voglia tenere l'assegnazione del grande appartamento (180 metri quadrati) in centro (San Giovanni) che le era stato assegnato quando era ministro della Difesa.
Stiamo ricevendo moltissimi commenti ma è chiaro che qualcuno nei 5 Stelle ha perso la rotta. Trenta ha fatto assegnare ufficialmente l'appartamento al marito, un maggiore, ma vorremmo sapere quanti maggiori (coniugati ma senza figli) hanno a Roma appartamenti di questo tipo in zona centro! Anzi spesso abbiamo raccolto lamentele perché chi è assegnato a Roma (dove ci sono tanti stati maggiori e uffici vari) ha grossissimi problemi per il trovare alloggio anche perché lo stipendio è lo stesso di chi è assegnato a località dove le case costano molto meno mentre nella capitale (lontane periferie incluse) i canoni di affitto sono molto alti, tanto che qualcuno fa il pendolare da Napoli o Civitavecchia. E pensare che la coppia ha un alloggio di proprietà a Roma.
I 5 Stelle, capendo l'antifona, hanno fatto capire che non sorreggono le assurde pretese dell'ex ministro ma questa è la riprova che al loro interno vi è chi pensa solo ai propri affari e usa sistemi furbeschi per ottenere dei benefici.
Avevamo una pessima idea della Trenta, come sanno i nostri lettori, ma questo fatto conferma le nostre valutazioni. E pensare che la Trenta aveva perfino tentato di entrare nell'AISE, per altro senza riuscirci. Essendo un elemento della Riserva Selezionato e visto la delicatezza del compito, ci chiediamo chi ha appoggiato la richiesta e quali erano le sue qualità.
La speranza è che non solo la legge venga rispettata per quanto riguarda le assegnazioni degli alloggi ma questo soggetto sparisca dai nostri orizzonti, così come chi l'aveva raccomandata per la responsabilità di un ministero come la Difesa.

NOTIZIE CIRCA L'ATTENTATO AL
PERSONALE DELLA T.F.44 


Qualche elemento inizia ad emergere circa l'attentato a 5 operatori delle forze speciali italiane, impegnati con la T.F. 44 in Iraq.
Sembra oramai certo che i cinque feriti non fossero a piedi, come detto inizialmente da qualcuno, ma a bordo di un normale pick-up. Questo spiegherebbe le ferite e le loro entità. Si tratta di veicoli che sono noleggiato a Erbil, da una società che si è sempre dimostrata molto rapida nel sostituire i veicoli, nei rari casi di guasti meccanici.
Purtroppo sono veicoli non protetti per cui molto esposti agli IED.
I casi sono due. O il mezzo da colpire è stato scelto a caso oppure, più probabilmente, in qualche modo i terroristi sapevano dove si trovavano i militari italiani.
Secondo certe fonti, sembrava quasi che il nostro personale fosse in gita turistica, mentre probabilmente stavano accompagnando una delicata operazione dei reparti kurdi  contro i terroristi di Daesh che operano nell'area. Possiamo dire che si tratta di "addestramento", ma di sicuro non è come addestrare i kurdi nei dintorni di Erbil o in aree dove i rischi sono molto ridotti.
Per certe missioni forse è meglio utilizzare i veicoli LINCE che offrono ben altra protezione, proprio per ridurre i rischi che, comunque, non possono essere azzerati.
Intanto le condizioni dei feriti stanno migliorando.
MANIFESTAZIONI CONTRO IL REGIME IN IRAN
CON DECINE DI MORTI 

L'Iran è molto meno compatto di quanto voglia far credere il suo regime teocratico. La gene per tutto il giorno, come ieri, è scesa in piazza contro il carovita, dato che il prezzo dei carburanti è salito del 50% e il razionamento si è fatto stretto. Solo nel Kurdistan iraniano, sembra che le vittime fra i dimostranti siano state 21, senza contare i feriti.
Nel Bazar di Teheran, tradizionale termometro degli umori del paese, la protesta è stata forte e si sono registrate anche manifestazioni in favore della monarchia deposta dai teocratici nel 1979. Cose impensabili fino a qualche tempo fa.
Vi sono stati anche scontri con vittime e il regime ha praticamente bloccato internet per ostacolare l'opposizione.
Il paese sta attraversando una grave crisi economica, aggravata dalle sanzioni. La gente si è stufata anche di vedere molti denari finire a finanziare guerre e guerriglie di molte parti del mondo, quando vi sono tante esigenze interne.

PROSEGUONO LE PROTESTE A HONG KONG
 
 
 
Le forti proteste che vanno avanti a Hong Kong dallo scorso mese di giugno, vanno avanti, nonostante il rischio dell'intevento del regime di Pechino. Ieri per la prima volta si sono visti militare dell'Esercito di Liberazione Popolare che, in tenuta sportiva e senza armi, si sono attivati per rimuovere le barricate nel centro della città.
Tutti temono l'intervento del regime di Pechino e forse la maggior difesa per i contestatori è mantenere accesa l'attenzione su questa realtà.
Chiaramente la gente non ha nessuna intenzione di venire inghiottita e "digerita" dal regime comunista ed è pronta a lottare. A Pechino si tema però un effetto contagio.

sabato 16 novembre 2019

ESPULSO AGENTE DEL GRU DALLA BULGARIA


Vladimir Anatolyevich Rusyaev ha ricevuto un  ordine di espulsione in 24 ore dalla Bulgaria, in quanto accusato di essere un agente del GRU, l'ntelligence militare russo che, fra l'altro, non ha mutato nome dai tempi dell'Unione Sovietica.
Generalmente quando si espelle un diplomatico si danno tempi più lunghi ma i rilievi fatti a carico del soggetto devono essere risultati molto gravi. Si trattava di un primo segretario d'ambasciata.
L'espulsione di un agente russo dai paesi dell'Europa orientale non è una novità ma sono molto più rari i casi che riguardano la Bulgaria. 

venerdì 15 novembre 2019

GAZA RAZZI E RISPOSTE
 
 
Nelle scorse ore vi è stato il lancio di alcuni razzi da Gaza, tutti intercettati, a cui è seguita la solita risposta a fuoco israeliana. Qualcuno soffia sul fuoco, con manifestazioni a Gaza perché riprenda i lancio di razzi. Si tratta di una follia in quanto siccome è matematico che seguirà una risposta, di mezzo ci vanno le popolazioni dato che la costruzione dei razzi e il loro lancio avviene su di un territorio ad altissima densità abitativa. Addirittura ieri sono partiti dei razzi a poche centinaia di metri da un grande funerale, forse sperando in una risposta immediata e in una conseguente possibile strage.
Il mondo davanti a tutto questo si gira dall'altra parte e rilascia i soliti vuoti auspici che non cambiano mai niente.
 
 
 

LA BOLIVIA ROMPE 
LE RELAZIONI CON IL VENEZUELA 


Evo Morales, l'ex presidente della Bolivia, costretto alla fuga dopo i brogli per farsi rieleggere per un quarto mandato, era rimasto uno dei pochissimi alleati del dittatore venezuelano Maduro. Ora che è stato deposto, le nuove autorità boliviane hanno immediatamente deciso di rompere le relazioni diplomatiche con il regime, a questo punto sempre più isolato. 
Vi sono stati scontri con i sostenitori di Morales e per ora il bilancio è di otto vittime. Ovviamente coloro che sostenevano il regime di Morales temono di perdere i privilegi che avevano e tentano di opporsi al cambiamento in atto.

CATTURATO IN UCRAINA UNO DEI CAPI DI DAESH 



Ovviamente la caccia ai capi di Daesh prosegue anche dopo l'eliminazione di al-Baghdadi. Qualcuno di loro prova a penetrare in Europa, ovviamente con pessime intenzioni, per qualche strada alternativa, sperando in meno attenzione. E' andata male a Al Bar Shishahi, uno delle figure di spicco dell'organizzazione, bloccato dall'SBU (i servizi di Kiev), al suo arrivo in Ucraina e probabilmente in queste ore sotto interrogatorio. L'uomo era ricercato dagli Stati Uniti e dalla Georgia, ssendo originario dell'area caucasiche e per questo avvantaggiata per una penetrazione in Europa per la natura dei suoi tratti fisici.
Probabilmente l'uomo, che proveniva dalla Turchia, voleva raggiungere qualche cellula europea ancora operativa. 

USA-RUSSIA:
SOSTITUZIONE RAPIDA IN SIRIA


Meno di 24 ore dopo che le forze statunitensi avevavno abbandonato una base fra l'Eufrate e Kobane, gli elicotteri russi Mi.17 sono atterrati e hanno iniziato ad operare dalla medesima, avendo trovato le installazioni fisse in ordine, senza che gli Stati Uniti le distruggessero.
Intato le probabilità che vi siano incidenti fra forze turche e forze di Damasco e russe, stanno crescendo, anche perché vi è il problema di tutte le milizie alleate, difficili da controllare.
Intanto i kurdi continuano a vendere a Damasco parte del petrolio che estraggono. I pozzi petroliferi nella Siria orientale sono ancora sotto il loro controllo.
Intanto si guarda con preoccupaz<ioni all'arrivo di rifugiati siriani nei territori che Ankara ha occupato in Siria recentemente in quanto si tratterebbe di persone ostili ad Assad e anche, seppur in modo minore, ai kurdi. Elementi di destabilizzazione che possono creare altra conflittualità.

ROTTA LA TREGUA A GAZA
 
 
Nella notte vi sono stati ulteriori lanci di razzi da Gaza verso Israele. Subito dopo velivoli israeliani hanno colpito alcuni bersagli e la situazione è tornata a rischio, secondo un copione già visto decine di volte in questi anni. 
Senza una soluzione complessiva questo problema è destinato a rimanere e aggravarsi, specialmente ora che la gittata dei razzi utilizzati dai palestinesi si è estesa fino a Tel Aviv. Impressionante è la quantità dei razzi distrutti dal sistema Rafael IRON DOME.

giovedì 14 novembre 2019

ANCORA OPERAZIONI A GAZA
 
 
Hamas tira razzi da Gaza, in gran parte neutralizzati dal sistema IRON DOME, e Israele risponde. Il numero dei palestinesi uccisi in questo ciclo di azioni è salito a 32, ricordando che il gruppo integralista si fa scudo della popolazione, in un territorio molto densamente abitato, dove si vive in condizioni molto difficili.
E' stato ucciso uno dei responsabili dei lanci di razzi, quello che si occupava del settore centrale, colpito nella sua abitazione con l'uccisione anche dei suoi familiari.
L'Egitto si sta prodigando per giungere all'ennesimo cessate il fuoco ma una soluzione definitiva appare molto lontana.

mercoledì 13 novembre 2019

I CINQUE FERITI ITALIANI IN IRAQ
TRASPORTATI AL CELIO
 
 
 
I cinque feriti delle forze speciali italiane, inizialmente trasportati da un apposito velivoli statunitense in Germania, a Rhainstain (dove vi è un grande ospedale statunitense), sono stati trasferiti a Roma, giungendo a Ciampino, per essere poi ricoverati all'Opsedale Militare del Celio. Ad accoglierli il ministro della Difesa, il capo di stato maggiore della Difesa e il capo di stato maggiore dell'Esercito.
A tempo debito si sapranno le informazioni circa quanto è avvenuto, causando ferite molto gravi. A salvarli sicuramente la forte fibra e l'intervento dei colleghi (vi erano delle emorragie importanti in corso) e l'intervento degli elicotteri.
Probabilmente si è trattato di un IED collocato in anticipo, in una zona dove non si poteva operare con i veicoli.
Ovviamente il paese dovrà aiutare i feriti più gravi che vedono ridotte le loro capacità fisiche. Pochi giorni or sono, salutavamo il colonnello Paglia, sempre molto attivo e in servizio. Ci piacerebbe che anche gli incursori che hanno subito le feriti più gravi, rimanessero in servizio.
Bisognerà anche regolare i conti con chi ha piazzato l'ordigno e con chi l'ha organizzato. Sono dei taglia gola spietati, feroci a suo tempo anche con la popolazione, che ora, sconfitti in campo aperto, cercano ancora di far morti. Quando saranno fermati, il mondo sicuramente ne guadagnerà in pace.

ALTRO CAPO INTEGRALISTA UCCISO A GAZA
 
 
Hamas lancia ancora razzi da Gaza ma intanto subisce l'uccisione di un altro comandante. Khaled Moawad Farraj, uno dei comandant delle brigate al-Quds (il nome arabo di Gerusalemme).
La situazione complessiva rimane di grande tensione e potrebbero esservi ancora sviluppi negativi.

AGGIORNAMENTO SITUZIONE SOMALIA
 
 
ieri un UAV statunitense ha colpito alcune posizioni e mezzi di al-Shabab nei pressi della località di Jilib.
Oggi a Bosaso, nel Puntland (l'estremità nord-orientale del paese, un territorio che si è proclamato indipendente), alcune milizie e clan si stanno fronteggiando armi alla mano.

BOMBE IN AFGHANISTAN
 
 
E' di 7 morti e diversi feriti il bilancio di un ordigno piazzato dai talebani a Kabul. Ma qualche volta va male per i terroristi dato che 12 di loro sono rimasti uccisi o feriti dall'esplosione di un ordigno che stavano preparando in una zona della provincia di Ghazny. 
La situazione nel paese rimane di conflitto, ma in diminuzione, nella parte orientale del paese mentre è più calma in quella occidentale.




HONG KONG RESISTE
 
 
La gran parte della popolazione di Hong Kong continua a protestare coraggiosamente, rivendicando diritti fondamentali, negati dal regime comunista di Pechino.
La Polizia sta utilizzando metodi sempre più duri e si è sarato per la strade, magari a bruciapelo, ma molto coraggiosamente la gente scende in piazza, sapendo che vi è il rischio di un intervento deciso da parte di Pechino. 
L'economia inizia a risentire da questa ondata d manifesestazioni che dura da mesi (da giugno per l'esattezza) ma la popolazione ha dimostrato un coraggio enorme che necessiterebbe almeno di maggior interesse internazionale.

martedì 12 novembre 2019

LA SITUAZIONE AGGIORNATA IN SIRIA 



Combattimenti si sono accesi questa mattina nei dintorni di Tal Tamr, nella parte orientale del grande saliente turco nella Siria settentrionale. Questo è il settore dove le parti in lotta si affrontano in modo più intenso.
Intanto a sud di Idlib sono ripresi i bombardamenti sistematici da parte dei velivoli russi che si erano ridotti durante la fase più acuta dell'offensiva turca su questo nuovo fronte della lunga guerra in Siria, evidentemente lontana dall'avvicinarsi al termine

RAIDS RICORDA I 19 CONNAZIONALI RIMASTI UCCISI NELLA STRAGE DI NASSIRYAH, IL 12 NOVEMBRE 203

IL SACRIFICIO DI MILITARI E CIVILI NON DEV'ESSERE DIMENTICATO DA UN PAESE TROPPO SPESSO SENZA MEMORIA PER IL PROPRIO PASSATO
STA PRECIPITANDO LA SITUAZIONE A GAZA


La situazione a Gaza sta precipitando. Da quel territorio, molto piccolo, si stanno sparando centinaia di razzi, in gran parte intercettati dal sistema IRON DOME. Si sparano anche missili anticarro guidati verso le posizioni e i mezzi israeliani. 
Israele risponde a colpi d'artiglieria e anche con raid aerei e si rischia una pericolosa escalation, nonostante gli sforzi di tanti, fra cui l'Egitto.
UCCISO CAPO DELLA JIHAD ISLAMICA


La scorsa notte un missile ha ucciso Baha Abu al-Ata, responsabile militare della Jihad Islamica, un movimento radicale islamico. L'uomo è stato individuato a Gaza e colpito insieme ad alcuni dei suoi collaboratori.
L'azione ha provocato l'immediata reazione del gruppo, concretizzata dal lancio di decine di missili, quasi tutti intercettati dal sistema IRON DOME. Sembra che alcuni missili siano giunti anche vicino a Tel Aviv, prima di essere neutralizzati.
E' fallito invece il tentativo d eliminare un altro comandante integralista che invece si trovava a Damasco. L'antiaerea missilistica siriana è entrata in funzione. Nell'azione è stato ucciso un suo figlio minorenne. Evidentemente gli israeliani vogliano dar atto di poter colpire i loro avversari più pericolosi; una politica certo non nuova. 
IL NOME DEI FERITI IN IRAQ
 
 
Su giornali e siti stanno uscendo i nomi dei militari rimasti feriti in Iraq. Noi lo evitiamo perché non è certo il caso di crearli ulteriori problemi.
Vorremmo sapere chi è stato il responsabile dell'uscita dei nominativi che, per ovvi motivi, era molto meglio non comparissero.
Il problema è che spesso più che giornalisti siamo alle prese con pennivendoli di bassa lega. E' nota la battuta per cui i giornalisti sarebbero pronti ad uccidere la madre pur di avere l'esclusiva sul delitto!
La cosa importante sarebbe ricordare che se i nostri uomini sono stati feriti qualcuno rischia di terminare presto la carriera di bombarolo. Si deve sapere che chi fa queste cose, magari fra anni, ma finirà per pagarla in modo adeguato.

ATTACCO A NAVE ITALIANA
NEL GOLFO DEL MESSICO
 
 
 
Una unità mercantile italiana è stata attaccata da pirati nel Golfo del Messico, dove evidentemente si stanno sviluppando anche fenomeni di questo tipo.
Due dei membri d'equipaggio sono stati feriti e si attendano ulteriori informazioni.

lunedì 11 novembre 2019

CACCIA AI TERRORISTI NELL'AREA DI KIRKUK


Dopo l'attentato ai 5 membri italiani della Task Force 44, è stata lanciata una campagna per scoprire e annientare le cellule ancora operative, con l'appoggio anche dei velivoli della coalizione internazionale, in particolare in una zona collinare 60 chilometri a nord-ovest di Kirkuk. 
Sermpre in questa provincia vi è stato uno scontro terrestre fra truppe irachene e membri di Daesh, con diversi morti e feriti da entrambe le parti.
IL PRESIDENTE MORALES SI E' DIMESSO 



Il presidente boliviano Evo Morales si è dimesso al da presidente della Bolivia, carica che deteneva dal 2006, al termine di tre settimane di proteste popolari per i brogli palesi perpetrati durante l'elezioni presidenzialidello scorso 20 luglio.
Dopo la Polizia, anche le Forze Armate lo hanno scaricato e lui è fuggito dalla capitale. E' ancora nel paese ma probabilmente sta cercando un paese straniero dove rifugiarsi, probabilmente il Venezuela del dittatore Maduro.
Finisce così la parabola  di un presidente, già coltivatore di coca, che si era distinto per la sua demagogia e i gravi errori economici, fino al tentativo di alterare il risultato elettorale.
Secondo alcune fonti ci sarebbe un ordine di cattura per l'ex presidente.
Il paese è in una situazione delicata e seguiremo con attenzione i vari sviluppi.

STABILI I FERITI ITALIANI IN IRAQ
 
 
Le condizioni dei cinque militari italiani della Task Force 44 (forze speciali) feriti ieri in Iraq, sono stabili anche se per alcuni di loro presentano ferite molto gravi che hanno implicato anche delle amputazioni. Pensiamo che abbastanza presto rientreranno in Italia.
Ora bisognerà comprendere bene che cosa è accaduto tenendo presente che i nostri militari operano spesso in contesti difficili o molto difficili, anche se, per scelte politiche, da anni se ne parla pochissimo, per non creare imbarazzo a certo forze politiche di governo.
Fanno un lavoro impegnativo e, se i politici autorizzassero, potrebbero sviluppare anche risultati maggiori.
Non abbiamo ancora il nome dei feriti ma, per ovvi motivi, molto probabilmente, abbiamo avuto modo d'incontrarli in qualche occasione. Sono militari ben preparati ma per alcuni di loro le ferite sono molto gravi e avranno bisogno non solo del sostegno dei colleghi ma anche di tutti noi.
Alcune notizie indicano come i feriti appartenessero in tre casi al Reggimento COL MOSCHIN e in due casi al GOI, ma questo ovviamente sposta di poco la sostanza dell'evento.

domenica 10 novembre 2019

Breaking News

CINQUE INCURSORI ITALIANI FERITI IN IRAQ



Cinque militari italiani, appartenenti alla missione da tempo operante in Iraq, vicino a Kirkuk, sono rimasti feriti da una esplosione mentre, al termine di un'attività addestrativa con le forze locali, stavano tornando ai loro veicoli.
Purtroppo tre sono stati feriti in modo serio e sembra che per uno di loro, trasportato subito in un ospedale della coalizione Role 3, sia stata necessaria  l'amputazione di parte di un arto. Potrebbe trattarsi di appartenenti alle forze speciali nazionali.
Nell'area di Kirkuk operano ancora terroristi legati a Daesh, ancora in grado di compiere attentati.
Forniremo ulteriori notizie. 

SI TRATTA DI CINQUE INCURSORI
I feriti dell'attentato sono cinque incursori, tre appartenenti al Gruppo Operativo Incurosi di COMSUBIN e due al 9° reggimento Paracadutisti d'Assalto COL MOSCHIN, tutti dei veterani di tante missioni all'estero. Questi uomini operano nell'ambito della Task Force 44 che da anni è attiva nel paese.
Ancora non è noto se si trovavano a bordo di un veicolo protetto (come i LINCE) oppure no.  
Ovviamente ai feriti vanno i migliori augiri da parte della redazione e di tutti i lettori.

ULTERIORI INFORMAZIONI
In mezzo a informazioni confuse ed fantasiose, arrivano alcune indiczioni certe. Il generale Nicola lanza de Cristoforis, ha dichiarato che in effetti si tratta di tre appartenenti al GOI e due al COL MOSCHIN, ora tutti ricoverati al Role 3 statunitense a Baghdad, dove ovviamente sono giunti con una CASEVAC con elicotteri. Le ferite sono gravi per tre militari e oltre all'amputato si è accennato ad un tenente di vascello del GOI ferito gravemente ai piedi e un altro operatore con ferite alla pancia, tutti elementi che fanno pensare ad una esplosione con carica interrata.I cinque feriti dovevano essere a piedi, almeno da quanto è emerso.
BOLIVIA; ANNULLATE L'ELEZIONI
 
 
Il presidente del Perù Evo Morales, un ex coltrivatore di coca!), al potere dal 2006, ha annunciato la ripetizione delle elezioni dello scorso 20 ottobre. Da allora, davanti a brogli evidenti, l'opposizione era scesa in piazza e, ieri, anche la Polizia si era apertamente schierata con i contestatori, costringendo Morales a cedere, evidentemente perché i brogli erano palesi e innumerevoli.
La popolazione era per le strade e si segnalavano incidenti di ogni tipo visto che il regime sembrava voler difendere a tutti i costi la vittoria, di stretta misura, che aveva ottenuto sul candidato dell'opposizione.
Quando ha visto che anche la polizia era contro queste elezioni farsa, Morales è stato costretto a cedere.

sabato 9 novembre 2019

PROTESTE IN IRAQ
 
 
Proseguono le manifestazioni contro la corruzione e l'ingerenze iraniane in Iraq. Anche ieri vi sono state quattro vittime, con manifestazioni che si tengono nella parte centro-meridionale del paese.
Sotto ccusa è il governo, il livello di corruzione e l'arrendevolezza nei riguardi dell'Iran, che tenta di prendere il controllo del paese, approfittando dello stato di debolezza in cui si trova.

PROSEGUE IL DISIMPEGNO NEL DOMBAS
 
 
Prosegue il disimpegno dei contendenti nel Donbas, anche se non mancano i gravi incidenti. 
Ieri le forze russe hanno ucciso due umilitari ucraini sparando un missile inticarro.
Il processo di applicazione degli accordi di Minsk prosegue sotto il controllo dell'OSCE che però non ha truppe sul territorio per interporsi.

ANCHE OGGI COMBATTIMENTI NELLA 
 SIRIA SETTENTRIONALE 
 
 
Anche oggi si combatte nella parte orientale del fronte della Siria settentrionale. Le forze di damasco hanno ripreso un villaggio.
Si ha la netta impressione che Ankara voglia far installare in questa zona parte dei 3 milioni di profughi siriani che ospita e con ciò creando un altro grosso fronte contro Assad. Un bel problema per Damasco, Mosca e anche per i kurdi.
La pace per questo paese sembra ancora molto lontana.

venerdì 8 novembre 2019

Speciale Battaglia per Tripoli
 
COMBATTIMENTI NELLA PARTE 
MERIDIONALE DI TRIPOLI
 
 
Qualcuno, anche fra i giornalisti, non ha ancora capito che le forze nazionaliste sono attestate nella parte meridionale di tripoli, a 10 km in linea d'aria dal porto!
Oggi per esempio si è combattuto nel quartiere di Ain Zarah mentre sono stati colpiti con successo bersagli a occidente dell'aeroporto internazionale. Il fronte da mesi non si sposta di molto ma la situazione delle milizie del GNA rimane molto difficile dal punto di vista strategico.
Di sicuro i tempi del conflitto in Libia sono molto lenti e spesso vi sono delle pause anche lunghe ma  rimane il fatto che gran parte del territorio nazionale è sotto il controllo delle forze nazionaliste. 

ABBATTUTO UN DRONE SULL'IRAN
 
 
 
Questa mattina un drone è stato abbattuto nei cieli iraniani, vicino alla parte meridionale del confine con l'Iraq, finendo in una palude. Gli Stati Uniti hanno negato che si tratti di un proprio velivolo. Difficile dire a che paese appartenga ma sono in tanti alla ricerca di quanto avviene all'interno del paese, la cui politica è ben nota e che è impegnato nuovamente in un programma atomico, dopo la fine della moratoria.

giovedì 7 novembre 2019

ATTACCATO IL PORTO DI MOKKA IN YEMEN
Misteriosi missili hanno condotto un attacco contro il porto di Mokka, sulla costa yemenita, non lontano da Bab-el-Mandeb. Non si hanno notizie di danni ma potrebbe facilmente trattarsi missili da crociera navali iraniani appartenenti ai Guardiani della Rivoluzione, già attivi all'estero in questi mesi. Gli iraniani operano da unità mercantili iraniane in transito nell'area o forse da sommergibili. 
L'Iran continua a sfruttare il proprio potenziale navale, sicuramente non da trascurare anche per la condotta di operazioni sotto copertura. I suoi missili da crociera costituiscono una minaccia da non trascurare.

UN RAPPRESENTANTE DELLA DUMA  
NEL DONBAS OCCUPATO


Mosca dice di non avere niente a che fare con la guerra nel Donbas, credendo di avere a che fare con un branco di ciechi, sordi e anche un po' imbecilli. Allora ci dovrebbe spiegare come mai a seguire l'inizio di disimpegno fra le forze nella regione sia giunto ufficialmente un rappresentante della Duma, il Parlamento russo.
Tutti sanno benissimo quale ruolo fondamentale abbia la Russia in queste vicende belliche, in svolgimento da oltre cinque anni e l'impegno militare ed economico che Putn ha fatto. 
Proseguire verso il disimpegno non è certo la strada preferita dal Cremlino, in quanto presenta dei rischi di vario tipo ma i costi economici si fanno sentire. Nelle parti sotto controllo russo, la vita è sempre più difficile e anche l'occupazione della Crimea ha un costo notevole, lasciando le popolazioni sostanzialmente scontente in quanto non si è avuto certo un cambiamento in meglio, come in diversi si erano illusi. Nel Donbas occupato vi è poi un tasso di corruzione e delinquenza (ad alti livelli) impressionante, con frequenti autentici regolamenti di conti. 
ANCORA COMBATTIMENTI IN SIRIA
 
 
Anche oggi si è combattuto duramente intorno alla città di Ayn Isda, nella Siria settentrionale. Le Forze Democratiche Siriane hanno ripreso il controllo di due villaggi ma si è lottato duramente mentre più a occidente vi sono stati scontri fra milizie filo-turche e forze di Damasco. L'impressione è che la situazione sia ancora fluida e il controllo della statale M4 sia in gioco.
Sono ripresi piuttosto intensi i bombardamenti russi a sud di Idlib, dove ancora vi sono milizie anti Assad che hanno l'appoggio della Turchia e che vedono diversi gruppi integralisti al loro interno.

mercoledì 6 novembre 2019

L'IRAN INTENSIFICA IL SUO PROGRAMMA NUCLEARE
 
 
 
Notizie preoccupanti vengono dall'Iran, dove il regime teocratico ha deciso d'intensificare il suo programma nucleare dopo la denuncia  dell'accordo del 2015, dovuta al fatto che gli iraniani proseguivano lo sviluppo nucleare in segreto, giusto per ricordarlo.
La politica aggressiva iraniana è un grosso problema per il Medio Oriente che però non si risolve facendo finta di non vedere cosa fa questo paese in termine di destabilizzazione di molti paesi e supporto a gruppi di milizie integraliste.
 
 

I SERVIZI RUSSI ATTIVI CONTRO LA NATO


In questi mesi è stata notata una particolare attività dei servizi segreti di Mosca nel tentativo di far breccia all'interno di qualche paese della NATO. Si lavora intensamente sui giornalisti (diversi dei quali finiscono a libro paga) ma anche su ambienti militari. Di mira sono presi paesi con cui i russi hanno rapporti storici, per esempio l'Ungheria, la Grecia e la Bulgaria, magari tentando di appoggiare qualche movimento politico o singolo politico, convinti con cospicue somme di denaro.
Si tratta di una sorta di guerra fredda approfittando dell'estrema debolezza europea e di vari problemi con gli Stati Uniti, attualmente in una fase particolare.
Mosca s'interessa anche di tutti i partiti e movimenti che possono rappresentare un'alternativa verso chi ha le leve del potere oggi e che si tenta di emarginare con sistemi spicci. Un atteggiamento decisamente inusuale rispetto al passato, approfittando anche di una certa ingenuità, come si è visto in alcuni casi.
La responsabilità è di classi dirigenti debolissime che invece di puntare all''Europa cura solo certi tipi d'interesse, come nel caso della Grecia.
Pur di fare affari con la Russia, qualcuno ha chiuso completamente gli occhi sulla vicenda dell'Ucraina, una invasione che avrebbe dovuto far scaturire ben altre reazioni e che invece ha fornito a Putin un'altra prova del fatto che i paesi occidentali sono facilmente ricattabili o comunque gestibili, meglio che durante la Guerra Fredda.
 
DIROTTAMENTO: FALSO ALLARME IN OLANDA


Ieri sera, verso le 19,30, è scattato un allarme dirottamento all'aeroporto della capitale olandese. Da un velivolo in decollo per Madrid è partito per errore (si tratta di un pulsante "nascosto") l'allarme dirottamento. E' scattato il dispositivo d'emergenza e già i programmi di notizie davano un dirottamento in corso. Qualcuno, più fantasioso, parlava di tre uomini armati a bordo, a testimonianza di come la realtà possa essere distorta.
Nel giro di qualche decina di minuti, con il velivolo circondato e l'aeroporto bloccato, è emerso che si trattava di un falso allarme. Dato che l'aeroporto olandese è molto frequentato, vi sono stati dei disagi con vari ritardi ma vi sono precise misure nel caso di allarmi di questo tipo.
PROSEGUONO LE PROTESTE A HONG KONG 



Nonostante la dura repressione (ma Pechino potrebbe fare molto di peggio), proseguono le proteste ad Hong Kong, con scontri di piazza e manifestazioni. I dimostranti non si arrendono all'ipotesi di una "normalizzazione" e continuano nella loro lotta.
Il problema è che tutti vogliono fare affari con Pechino (si veda la visita di Di Maio di questi giorni) e non si preoccupano dei desideri democratici della popolazione, voltando la testa magari quando si esalta democrazia e altri valori, sempre calpestati in Cina.

martedì 5 novembre 2019

ACCORDO FRA GOVERNO DELLO YEMEN 
E I SEPARATISTI DEL SUD 



Non è l'accordo fra il governo e la componente a guida houthi, come annunciato da qualcuno, telegiornali inclusi, ma almeno potrebbe essere la fine del conflitto fra il governo e i separatisti che agivano ad Aden e in altre parti del paese.
E' stato firmato nella capitale saudita, alla presenza di dirigenti sauditi e degli Emirati Arabi Uniti, ognuno dei quali aveva un ruolo in queste vicende.
Ben più difficile sarà trovare un accordo con la componente houthi ma a questo punto la loro situazione si aggrava vista la ritrovata unità dell'altro schieramento. L'Iran vorrebbe che la resistenza continuasse a tutti i costi ma la situazione è molto difficile, con i civili esposti a grandi sofferenze nonostante l'afflusso di aiuti umanitari, soprattutto da paesi arabi.

SALE A 49 IL NUMERO DELLE VITTIME
DELL'ATTACCO IN MALI


Il numero delle vittime dell'attacco a Menaka, il centro della regione di Gao in Mali, dove il 1° novembre gli integralisti hanno lanciato un attacco di sorpresa, è salito a 49.
L'integralismo da quelle parti è una minaccia seria che ancora non si riesce a controllare. I miliziani si muovono in immensi spazi semi-desertici, per raggrupparsi e colpire duro, specialmente in attacchi a sorpresa.
Durante l'operazione è rimasto ucciso anche un militare francese che, con altri, stava giungendo su veicoli in soccorso delle forze attaccate. 
Ricordiamo che nell'immenso paese, vi è una missione ONU forte di 13.000 militari che ancora non ha debellato il terrorismo.
ANCORA COMBATTIMENTI IN SIRIA
 
 
Si combatte ancora nella Siria settentrionale, con scontri che vedono forze di Damasco e delle Forze Democratiche Siriane (a guida kurda) opporsi alle unità turche e alle milizie siriane appoggiate da Ankara.
E sono ripresi le azioni, in particolare i bombardamenti, anche a sud di Idlib, il fronte più a oriente dove si affrontano le forze di Damasco e le milizie che vi si oppongono dal 2011. Il paese rimane in una situazione difficilissima e probabilmente il conflitto andrà avanti ancora non per poco.

ANCORA PROTESTE IN IRAQ 


Stanno proseguendo le proteste della popolazione contro l'ingerenza iraniana in Iraq, uno dei motivi per cui il paese non riparte ed è afflitto da una grave crisi economica.
Le proteste riguardano tutta la parte meridionale del paese dove pure è presente una forte presenza sciita. L'Iran, grazie anche a tante inerzie internazionali, ha portato avanti una campagna a suon di formazione e armamento di milizie ai suoi ordini.
La gente si è stufata perché è stufa di questo condizionamento che serve solo all'interesse dell'Iran.

lunedì 4 novembre 2019

ACCORDO PER LO YEMEN 


Domani potrebbe essere la data di firma di un accordo di pace per lo Yemen, fra governo e separatisti del sud, dopo una lunga guerra e lunghe discussioni.
Sarebbe un passo importante per la stabilizzazione del paese e della regione.
Non si andrà ad uno scontro finale ma, sanguinoso e drammatico per tutti, ma il conflitto troverà una intesa. Non sarà semplice raggiungere la pace ma il paese è stanco di anni di conflitto, sanguinoso e distruttivo.Resta da risolvere però lo scontro con la componente houthi, appoggiata dall'Iran.

ACCRESCIUTA L'AREA SOTTO CONTROLLO TURCO


A seguito di non chiare intese, l'area sotto controllo turco nella Siria settentrionale si è estesa. Praticamente siamo oltre il 100 chilometri da est a ovest lungo in confine per una profondità che grosso modo arriva fino alla statale M4 che corre parallela al confine.
In diversi punti. ma non in tutta la linea, le forze che rispondano ad Ankara sono a contatto con quelle di Damasco oltre che con quelle kurde.

domenica 3 novembre 2019

QUARTO ATTACCO AEREO USA IN LIBIA
 
 
 
Per la quarta volta in una settimana, un teleguidato statunitense REAPER, proveniente dal Niger,  ha colpito un gruppo di miliziani integralisti in Libia. Non è stato rivelato la località ma comunicato che a terra sono rimasti 17 terroristi integralisti che si muovevano nell'area.
Approfittando della guerra civile in corso da tempo in Libia, formazioni di Daesh tentano di di ricostruire la loro rete nel tormentato paese nordafricano. Si cercano armi (presenti in gran numero nell'area) e nuovi collegamenti.