giovedì 21 novembre 2019

Alzo Zero: 
SULL'ABBATITMENTO DEL DRONE ITALIANO



Mentre eravamo al Milipol di Parigi, è arrivata la notizia dell'abbattimento di un MQ.9 REAPER del 32° Stormo in Libia, guarda caso proprio su uno dei fronti più caldi del fronte della battaglia per Tripoli, in corso da circa un anno.
La versione ufficiale è che un guasto l'abbia mandato fuori rotta, mentre partecipava all'Operazione MARE SICURO. Punto
Potrebbe anche essere ma restano fortissimi dubbi.
Abbiamo una certa conoscenza del problema e possiamo anche citare i voli spia italiani compiuti da P-38 LIGHTING (segnati sul libretto di volo come "prove motori"!) nell'immediato dopoguerra. 
Possiamo ipotizzare un guasto nei collegamenti e nel programma ma è abbastanza strano che il velivolo sia finito proprio in zona combattimenti. 
Siam uomini di mondo per cui non ci stupirebbe che a livello politici (non certo solo a livello militare) qualcuno ai massimi livelli abbia autorizzato voli di ricognizione in spazi aerei stranieri, per ovvi motivi anche se volando a 7.000 metri qualcuno doveva sapere che il drone italiano rischiava l'abbattimento da parte dei sistemi missilistici PATSIR che si sa siano presenti da quelle parti, rischiando anche l'incontro con velivoli da combattimento, ricordando che i turchi utilizzano regolarmente droni armati contro l'Esercito nazionale Libico del felmaresciallo Haftar (e ne hanno persi alcuni).
Quello che se mai stupisce è che i gironalisti si sono in pratica della spiegazione ufficiale senza approfondire, così come passa sotto silenzio la presenza militare ialiana a Tripoli (una unità navale) e a Misurata (un ospedale), sempre in mezzo alle forze del GNA, cosa che non mette di buon umore i nazionalisti.
L'argomento merita un approfondimento e vedremo di saperne di più.

 

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