mercoledì 23 gennaio 2019

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GIORNI DECISIVI PER IL VENEZUELA


Durante la grande manifestazione di oggi a Caracas, il presidente del Parlamento, il giovane Juan Guaidò, è stato nominato presidente temporaneo in luogo di Maduro. Maduro, con la complicità della Corte Suprema, aveva sospeso ogni capacità operativa dell'organo di governo.
Per ora si contano 5 morti fra i manifestanti ma le manifestazioni proseguono.
Nelle ore successive, il nuovo presidente è stato riconosciuto da Canada, Stati Uniti, Colombia, Perù e Brasile, per cui la situazione muta radicalmente, con gli Stati Uniti pronti ad intervenire se Maduro avviasse una repressione, con l'appoggio di altri paesi, compreso Brasile e Colombia. 
Ovviamente si vuol evitare lo scoppio di una guerra civile ma sarà duro per Maduro resistere al potere anche perché la gran parte della popolazione è stremata dal disastro economico che vive da molti anni il paese, per scelte folli.
Ricordiamo che Maduro dispone di una milizia che potrebbe tentare di resistere insieme agli elementi delle forze armate e  della polizia che vogliono rimanere al suo fianco. Ci sono però segnali che varie unità non vogliono più puntellare il suo regime. 

AGGIORNAMENTO DELLE 21.00
Anche il Cile ha riconosciuto il presidente Guaidò.
Intanto sostenitori di Maduro si stanno dirigendo verso il palazzo presidenziale. 
Parte della Polizia si sta schierando contro Maduro mentre sono assaltate alcune delle sedi del partito di regime.
Maduro ha rotto le relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti. 
Argentina e Paraguay si sonos chierati a favore del presidente Guaidò. Con Maduro rimangono, per ora, la Bolivia.

AGGIORNAMENTO DELLE 01.30 
La situazione permane molto delicata. Le sedi del partito di rgime sono state assaltate in diverse città e perfino un monumento a Chavez, il precedente dittatore, morto nel 2013, è stato dato alle fiamme. Ovviamente l'opposizione è stata galvanizzata dalla notizia che tutti i pasi dell'America del Sud hanno riconosciuto la proclamazion di Guaidò come prsidente ma rimane da vedere cosa faranno le Forz Armate. Il ministro della difesa ha assicurato la loro fedeltà al regime ma ci sono evidenti segni di cedimento.

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