A PROPOSITO DELLA LIBIA
Forse qualcuno non l'ha indovinata proprio nel decidere di appoggiare Sarraj in Libia. Noi lo diciamo da tempo ma ora daremo alla Francia la colpa di una situazione che si prospettava da tempo, anni per l'esattezza. Le forze dell'Esercito Nazionale Libico, rinforzate dai suoi alleati (Egitto, Francia e Russia oltre ad Arabia Saudita ed Emirati), stanno avanzando in modo clamoroso, prendendo il controllo di ampie zone del paese, pozzi di petrolio e gas inclusi.
Se si ricongiungeranno ai loro alleati a occidente di Tripoli, la capitale non potrà resistere a lungo anche perché Misurata, che ha un peso non lieve sul piano militare, sembra chiamarsi fuori.
L'Italia ha seguito le indicazioni dell'ENI volte a proteggere le sue fonti energetiche e i punti di partenza del gasdotto per l'Italia, schierandosi con Tripoli e trascurando gravemente Haftar, commettendo un grave errore, ottenebrati anche dall'illusione che Tripoli (pagata e rifornita di unità navali), bloccasse certi flussi.
Prima di un nuovo scontro, bisognerebbe parlare e trattare, ma realtà sul campo è evidente. E senza il petrolio e il gas dell'entroterra, le milizie di Tripoli (fra cui alcune integraliste legate alla Fratellanza Mussulmana) avranno vita molto corta.
La Libia va assolutamente stabilizzata nell'interesse dei libici ma anche nostro, a cui aggiungereremo i tunisini, manodopera preziosa e opportunità anche per i tunisini.
Come raggiungere il risultato? Complesso ma non impossibile. Di sicuro bisogna cambiare politica altrimenti rimarremmo spiazzati ed esclusi dai giochi (economici) che contano. Abbiamo appoggiato Sarraj ma lui non ha forze proprie ed oramai è ostaggio di chi scorrazza per Tripoli in armi.
Certo che questo esecutivo riesca nell'impresa, visto alcuni recenti episodi, ci sembra difficile.
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