giovedì 6 settembre 2018

TIENE LA TREGUA A TRIPOLI
Per ora tiene la tregua a Tripoli. Potrebbe essere rotta fra pochi minuti ma almeno i combattimenti sono cessati. Certo resta una situazione molto delicata e comunque le forze della 7a Brigata tengono le posizioni che avevano conquistato nella parte sud-occidentale della città
A nostro avviso, e in mancanza di una iniziativa di ben altro profilo, questo equilibrio non potrà durare in quanto sono infiniti i punti in cui potrebbero scoppiare incidenti. La posizione del presidente Sarraj è troppo debole e in città scorrazzano soggetti pericolosi, da gruppi di integralisti a bande di autentici predoni  che possono operare solo se permane una situazione di caos.
Ovviamente questa nuova fase di scontri a Tripoli ha rafforzato la posizione delle forze che si rifanno al Parlamento di Tobruch, le cui forze sono subito alle spalle della 7a Brigata, con cui potrebbero allearsi.
Il fatto che l'Italia tenga dei rapporti non adeguati con le forze che si rifanno al Parlamento di Tobruch è stato un grave errore dei precedenti esecutivi italiani. Parigi ha puntato subito sull'Esercito Nazionale Libico del maresciallo Haftar (che sembra avere sempre dei problemi di salute) mentre il PD si è abbarbicato a Serraj che non possiede forze fedeli sul campo anche se formalmente è appoggiato dall'inviato speciale dell'ONU, un libanese che vive e insegna in Francia, fattore non secondario nei vari equilibri.

Da segnalare anchel'intensa attività aerea statunitense di ricognizione e sorveglianza, in particolare volta a colpire l'attività di Daesh nel partire, condotta con teleguidati ma anche da velivoli pilotati come un "misterioso" ATR-42 che ufficialmente è gestito dall'USA, che opera sulla Libia partendo dall'aeroporto di Suda, sull'isola di Creta. Attrivi anche i P-8 POSEIDON ma anche velivoli di altri paesi, come quelli francesi e inglesi. Non mancano neppure ricognizioni italiane, seppur più prudenti, volte anche a monitorare i traffici illegali.

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