RISERVISTI UCRAINI
Lo scorso maggio la Rada (il Parlamento di Kiev) ha approvato una legge per la creazione di una Riserva, pronta a dar man forte alle forze già disponibili. Per ora si tratta di 25 brigate, con circa 80.000 fra uomini e donne, in genere con armamento leggero (armi anticarro e mortai oltre a mezzi blindati). Un sondaggio ha indicato come 20 milioni di ucraini si dicano pronti a resistere ad una invasione da parte di Putin e 13 milioni siano pronti ad arruolarsi, una massa consistente che ora si sta addestrando in modo intensivo. Queste unità fornirebbero appoggio alle unità regolari, in particolare presidiando le coste e le retrovie ma potrebbero battersi anche contro unità regolari avversarie, specialmente in certi terreni (ambito urbano, foreste, paludi). Inotre si pensa anche a forme di lotta non convenzionali se il nemico avanzasse occupando altro territorio. Un vero incubo che potrebbe scoraggiare Putin molto più che la solita minaccia di sanzioni.
La politica del governo russo ha fatto crescere la determinazione ucraina a resistere, proprio l'opposto di quello che era previsto nei piani. L'Ucraina avverte poi il sostegno concreto di diversi paesi, fra cui Polonia, Repubblica Ceka, i paesi baltici e la Croazia, ciascuno in grado di fornire un apporto in materiali e sistemi.
Le carenze maggiori riguardano le operazioni aeree e quelle navali, in quanto servono velivoli e unità navali e nuovi sistemi missilistici antinave e antiaerei. Oggi l'efficienza complessiva è cresciuta di molto e il quadro è cambiato notevolmente dal 2014, quando molto dell'apparato militare non era efficiente o lo era solo parzialmente. In questo quadro bene s'inserisce l'apporto dei riservisti, personale fortemente motivato in grado di mobilitarsi rapidamente.
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