ABBATTUTO UN REAPER USA A BENGASI
Il 22 agosto un missile lanciato dal sistema russo PATSIR S-1, ha abbattuto nei cieli di Bengasi un drone MQ-9 REAPER statunitense, decollato dalla base di Catania-Sigonella. Si tratta della terza macchina di questo tipo persa nei cieli libici. Due identici velivoli (uno statunitense e uno dell'Aeronautica Militare Italiana), furono colpiti, a poche ore di distanza l'uno dall'altro, nei cieli di Tripoli nel 2019. Il velivolo italiano era stato inviato per vedere cosa era successo alla macchina statuntense, "favore" che ci costò non pochi denari e non poco imbarazzo, con tanto di rottami con la coccarda tricolore finiti in rete!
I sistemi PANTSIR S-1, forniti all'Esercito Nazionale Libico, allora come oggi sono gestiti da personale militare russo, solo formalmente sotto contratto. All'epoca i russi dissero alle forze nazionaliste che pensavano che fossero due velivoli teleguidati turchi, utilizzati molto intensamente per respingere l'attacco a Tripoli.
Questa volta l'abbattimento, avvenuto nei pressi della base di Benina, subito a oriente di Bengasi, è stato giustificato come una generica minaccia. Ma è chiaro che qualcuno ha suggerito ai tecnici russi di far fuoco, sempre ipotizzando la minaccia di droni turchi. Dopo pochi giorni era prevista la visita a Bengasi dell'ambasciatore statunitense in Libia, visita ovviamente saltata.
Bisogna ricordare che i grandi droni, specialmente quelli ad elica, non sono invulnerabili, avendo una traccia radar consistente. Scorazzano nei cieli dei paesi con scarse difese (come l'Afghanistan) ma corrono rischi in altri cieli.
Per quanto riguarda la presenza russa in Libia, bisognerà pensare come risolverla, specialmente ora che Mosca è impegnata allo spasimo in Ucraina. Ricordiamo come Mosca appoggiasse Gheddafi anche durante la guerra civile, inviando contractor, uno dei dei quali lo trovammo all'ospedale dell'aeroporto dentro un frigo a pozzetto perché i colleghi volevano rimpatriare la salma.
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