martedì 25 ottobre 2022

 Speciale Guerra in Ucraina

  

AGGIORNAMENTI   26 OTTOBRE (247° giorno)

 

- UNA STRANA CALMA RELATIVA Analizzando l'andamento del conflitto, si nota una strana calma, sempre relativa, sul fronte sud (diverso è il discorso per gli altri settori, in particolare quello del Donbas), proprio mentre avviene l'evacuazione di almeno una parte della popolazione di Kherson. Si può ipotizzare che ci sia una sorta di accordo che potrebbe includere anche il ritiro degli oltre 30.000 militari russi che ancora si trovano sulla riva destra del Dnipro. Secondo altre fonti, i russi stanno facendo affluire  uomini, mezzi e rifornimenti, preparandosi a resistere, difendendo un territorio che è stato proclamato russo da Putin nei giorni scorsi, con una grande cerimonia. A nostro avviso i russi rischierebbero una grave sconfitta visto i problemi logistici che incontrerebbero.

- TRATTATIVE? Corrono alcune voci circa la possibilità di trattative almeno per una tregua. Tregua che pensiamo sia molto difficile da realizzare visto quello che è accaduto e sta accadendo. Putin è in difficoltà crescente e costretto perfino a chiedere aiuti militari ad Iran e Corea del Nord. Per questo vorrebbe una tregua, magari mantenendo quello che ha conquistato militarmente in precedenza ma che, se le operazioni proseguono, rischia di perdere, sicuramente con pesantissime ripercussioni per il regime. 

- RILASCIO DI PRIGIONIERI I russi hanno rilasciato 10 prigionieri ucraini e il corpo di un volontario statunitense morto in azione.

- BOMBA "SPORCA" Da alcuni giorni si parla di un ordigno nucleare "sporco", vale a dire non esplosivo ma in grado di rilasciare un certo grado di radioattività, magari utilizzando residui di materiali fossili provenienti da reattori nucleari. Sembra proprio la scusa russa per poter giustificare una reazione nucleare da parte di Mosca. In realtà Kiev non ha assolutamente di queste intenzioni e ha chiesto ispezioni internazionali. I missili GMLRS M.31 continuano nel colpire bersagli russi in profondità.

- FRONTI FERMI (O QUASI) I fronti del conflitto in Ucraina sono quasi fermi. Sembra che, dopo aver subito forti perdite, Mosca abbia sospeso i suoi attacci anche nel Donbas, ammettendo implicitamente il fallimento dei suoi tentativi di avanzare. Si combatte più a nord, al confine fra gli oblast  di Kharkiv e Lughansk ma il fronte decisivo per ora è lungo il fiume Dnipro dove tutto ruota intorno alle capacità russe di rifornire la grande testa di ponte sulla riva desttra. I russi stanno tentando di realizzare un nuovo ponte galleggiante con imbarcazioni (sostanzialmente delle chiatte), attaccato a quello stradale di Antonivka. Le imbarcazioni hanno altezza differente  e non è semplice collegarle per creare una carreggiata dopo aver spianato le sovrastrutture e aver piazzato delle robuste piastre metalliche.

Le perdite russe stanno crescendo. Non saranno i 69.000 uomioni stimati da Kiev (certe stime sono sempre difficili), ma sono consisteni e difficili da sostituire. Per non parlare dei mezzi. Addirittura Kiev ha già catturato, oltre a quelli distrutti, 14 carri T-62 M, da poco rimessi in servizio per compensare le perdite subite, nonostante un impiego dei mezzi più prudente rispetto alla prima fase dello scontro. Ora si tratta di trovare scorte di colpi per il suo pezzo da 115 mm, dato che fu l'unico mezzo che fu dotato di questo cannone anche se sono stati catturati anche dei colpi.

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