giovedì 6 ottobre 2022

 Speciale Guerra in Ucraina


LA "MALATTIA DI FRUNZE"

 


La "malattia di Frunze" è una patologia diffusa fra tutti i frequentatori della famosa accademia (ieri sovietica e oggi russa) che non abbiano fatto un "vaccino" diffuso solo in occidente.

Se i militari russi hanno ricevuto dal regime di Putin stanziamenti superiori al periodo della prima Russia dopo l'URSS, all'interno del complesso che ha enormi falci e martelli incisi nella pietra della facciata, ben poco è cambiato. Lo si vede chiaramente a occhio, osservando questi generali russi rigidi, privi di fantasia, legati a logiche di comando ferree ma "rugginose"; privi di quella flessibilità che sono indispensabili sul campo di battaglia, ieri come oggi. La loro obbedienza al regime ovviamente è stata a lungo apprezzata da Putin che solo ora si sta accorgendo di avere una classe militare assolutamente non all'altezza delle sue smisurate pretese. Fedeli sì ma incapaci. Con i capi costretti a leggere su fogliolini di carta, come fossero scolaretti, i loro brevi discorsi, nel terrore di incorrere nelle ire del capo, sempre più insoddisfatto dell'andamento delle operazioni ma voglioso di "purghe" radicali anche se è stato lui a scegliere certi vertici, guardando in primo luogo alla loro fedeltà. 

Se gli ufficiali di alto grado ucraini hanno respirato idee nuove e moderne, quelli russi sono rimasti drammaticamente legati a concetti superati, in cui lo spirito di sacrificio è rimasto perneo ma dove ancora si pensa che uno schieramento d'artiglieria enorme e gigantesche colonne di corazzati e meccanizzati possano spazzar via tutto, come era durante la II Guerra Mondiale. La pianificazione viene ritenuta elemento assolutamente fondamentale ma se qulcosa s'inceppa, dalla logistica (troppo trascurata) o emerge una resistenza imprevista, si ferma tutto e non si riesce a riprogrammare  l'operazione, decretandone il fallimento.

Un altro elemento fondamentale è rappresentato dal fatto che gli ufficiali inferiori non hanno autonomia di decisione, un problema atavico anche ai tempi dell'URSS, reso ancor più grave in un conflitto convenzionale moderno. I vari ufficiali inferiori, per non parlare dei sottufficiali, sono inquadrati solo come "cinghie di trasmissione" di ordini a cui si devono attenere scrupolosamente. Proprio il contrario di quanto prevedono i migliori eserciti occidentali. 

In ambito dottrinale, si sono previsti gruppi da combattimento (derivati dai Gruppi Operativi Mobili del tempo sovietico) concepiti per operazioni offensive ma limitate nel tempo, con il risultato che se devono operare sulla difensiva e soprattutto per periodi più lunghi, finiscono in crisi, non hanno adeguati strumenti per la manutenzione e il mantenimento degli equipaggiamenti. Molti mezzi, per questo motivo, sono stati abbandonati perché non erano in condizioni di marcia ma nessuno provvedeva alla loro manutenzione.

E gravi sono risultate, come già all'epoca delle operazioni precedenti (fin dalla guerra in Cecenia e Georgia), le carenze nel settore dei teleguidati (UAS), nonostanti per 8 anni i russi abbiano avuto a che fare con i teleguidati ucraini, magari comprati sul mercato civile.

La rigidità della formazione e del pensiero operativo, ha causato autentici disastri che Kiev, conoscendo bene le carenze dell'avversario, ha saputo sfruttare al massimo. Forse questa situazione di carenza sarà la più difficile da fronteggiare in quanto inserita proprio nella struttura di vertice fin da quando gli allievi ufficiali frequentano la Frunze.

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