venerdì 7 ottobre 2022

 Speciale Guerra in Ucraina


AGGIORNAMENTI   8 OTTOBRE (229° giorno)

 

BREAKING NEWS

- TRENO IN FIAMME SUL PONTE DI KERCH All'alba un treno con vagoni cisterna è in fiamme sullo strategico ponte che, sotto l'occupazione russa, ha unito la Crimea al Caucaso, a Kerch, inaugurato dallo stesso Putin (alla guida di un camion, nel 2018). Circa le cause posiamo fare solo delle ipotesi, fra cui il sabotaggio, un UAV e via proseguendo. Certo la struttura è molto lontana dalle linee ucraine e sembrava al sicuro. Per il morale dei russi si tratta di un colpo decisamente grave. 



- INTERROTTO ANCHE IL PONTE STRADALE! Ulteriori immagini indicano come entrambe le corsie del ponte stradale a Kerch siano collassate.  Per Mosca è un colpo veramente molto duro che si aggiunge a quelli delle ultime settimane. Kiev dispone di armi a lunga portata e il fatto che il treno sia stato colpito proprio mentre attraversava la struttura, la dice lunga sulle capacità di certo intelligence. 
L'attacco è avvenuto nella parte occidentale della struttura. Tutta Kerch è in piedi a vedere le fiamme e l'alta colonna di fumo che si eleva  spinta da un forte vento.
Da tempo si parlava di un possibile attacco alla struttura, per altro sorvegliata e con difese missilistiche particolarmente nutrite che, in ogni caso, non sono servite.
I russi sono nel panico in quanto, per esempio, anche le navi in porto a Sebastopoli non sono al sicuro, tanto che erano stati trasferiti i sottomarini atomici, forse perché i russi sospettavano qualcosa, in particolare dopo quanto avvenuto all'aeroporto di Saki l'8 agosto. 
Secondo i confini internazionali riconosciuti, la sezione di ponte colpita si trova in territorio ucraino, per cui non è un attacco alla Russia. L'attacco è sicuramente un colpo a tanti alti gradi russi che ora dovranno fronteggiare le ire del capo. A cui avevamo consigliato, su RAIDS di febbraio, di tenersi alla larga da altre imprese belliche, argomentando con anni di esperienza su quei fronti. Non ci ha dato retta e ora è in una situazione che lo vede a mollo in un liquido marroncino che non profuma. Ora che le vicende militari non vanno bene per lui, si era detto disposto a trattare (ovviamente sul resto, non sui territori appena annessi!). Vogliamo dargli, gratuitamente, un altro consiglio. Si ritiri prima che subisca altri duri colpi. Ha fatto tanto (anche troppo!) ed è il momento di riposarsi. 
- RESTRIZIONI ALLA SPESA IN CRIMEA In conseguenza all'interruzione del ponte di Kerch, le autorità d'occupazione russe hanno decretato urgenti misure che limitano la spesa per i generi alimentari. Sembra che oltre ai possibili problemi di approvvigionamento vi sia un messaggio minaccioso perché in Crimea i volontari per la guerra sono stati molti meno di quelli che ci si attendeva, vista la politica di Mosca. 
- SULLE FORNITURE DI ARMI Un conflitto convenzionale come quello in Ucraina ha un consumo di armi e soprattutto munizioni, semplicemente enorme per certi standard. Gli ucraini cercano entrambi ma anche la Russia ha dei problemi. Entrambi (ovviamente in misura diversa) hanno ceduto parte delle enormi riserve ereditate dall'URSS che potevano sembrare "inesauribili". Ma con giorni in cui i russi hanno tirato 45.000 colpi e gli ucraini fino a 8.000, l'inesauribile finisce! Senza contare che un numero non precisabile al momento, di colpi, ma abbastanza consistente, non funziona anche per la sua vetustà. Kiev ora ha il doppio problema di alimentare le armi di origine sovietica e quelle di origine occidentale, per non parlare dei pezzi di ricambio per i veicoli.
I paesi dell'ex Patto di Varsavia ora nella NATO, hanno ceduto quasi tutto, così come sta facendo la Finlandia (che da neutrale doveva acquistare anche in URSS). Nazioni come la Bulgaria potrebbero riprendere la produzione di questi calibri. Rimangono poche altre fonti di approvvigionamento (alcuni paesi sono in buone relazioni con Mosca o non vogliono essere coinvolti), come nel caso del Pakistan. Questo paese utilizza calibri di origine sovietica (122, 152, 125 mm) e ha grosse scorte, avendo anche una produzione locale.
L'Iran ha fornito equipaggiamenti a Mosca ma, seppur non spontaneamente, anche all'Ucraina, dove sono giunti mortai da 82 e 120 mm iraniani e relative munizioni che, insieme ad altre armi, la Marina statunitense ha sequestrato nel Mar Arabo mentre erano in rotta per rifornire i ribelli yemeniti sciiti che si battono in quel paese.
Ma anche Mosca, con i suoi consumi, sebra aver dato fondo alle scorte e si vocifera di acquisti nella Corea del Nord mentre nella Corea del Sud vi sono consistenti scorte di calibri occidentali, visto il costante rischio di una "operazione militare speciale" da parte della Corea comunista. 
- CAMBIA IL COMANDANTE RUSSO IN UCRAINA Ancora un cambio nel comando  delle operazioni russe in Ucraina. Putin ha nominato il generale Sergei Surovkin a capo delle operazioni in Ucraina. E' lo stesso alto ufficiale che era stato rimosso dal comando del fronte sud dell'invasione a giugno. Evidentemente la situazione è di grande confusione nei vertici russi, usati come "parafulmine" dei rovesci subiti. Per fortuna Putin dispone di moltissimi generali, perché l'impressione è che ne dovrà cambiare ancora molti.
- CATTURATO UN BM-27 Fra le tantissime armi russe catturate dalle truppe di Kiev, vi è anche un lanciarazzi campale BM-27 da 220 mm, con i razzi nei tubi. Il fatto che non sia stato distrutto è indice che la ritirata russa è stata molto veloce.
- PROBLEMI CON I CECENI Sale la tensione fra ceceni e russi. I russi accusano i ceceni, con cui in genere hanno avuto pessimi rapporti, di violentare donne e uomini (russi, non ucraini!) e per il loro modo di condurre le operazioni, più appariscente (con infiniti filmati e scatti) che concreto. Inoltre il loro capo, Kadirov, gira con i gradi di generale a tre stelle, un livello che sicuramente non corrisponde alla sua preparazione militare, dando ordini perentori. Ora ha dichiarato di voler mandare altri 10.000 uomini in Ucraina ma sembra che anche i volontari ceceni scarseggino, per il semplice motivo che ne sono morti troppi.
- KERCH: POTREBBE ESSERE STATO UN CAMION CARICO DI MUNIZIONI Le immagini delle telecamere di sicurezza che colgono il momento dello scoppio, sembrano indicare come la fortissima esplosione di questa mattina sul ponte Putin a Kerch, potrebbe essere avvenuta per l'esplosione di un camion carico di esplosivo, destinato ai militari. Lo scoppio è avvenuto proprio mentre un grosso camion iniziava la ripida salita verso la parte più alta del ponte. Il camion potrebbe essere saltato in aria perché lanciato ad alta velocità per fare la salita, avendo una sollecitazione proprio dal giunto di dilatazione. Quasi incredibile la coincidenza con il passaggio del treno con i vagoni di carburante proprio in quel momento. Si potrebbe trattare anche di un sabotaggio con un ordigno posto sul camion e munito di inclinometro, che si è attivato quando il mezzo è andato sulla ripida salita, una inclinazione veramente insolita, specialmente per certi territori. 
Ha stupito il tono di Putin, che ha parlato specificatamente di "una inchiesta" invece di utilizzare i soliti toni se si fosse trattato di un attacco ucraino. In effetti l'esplosione è stata fortissima e ha danneggiato anche la seconda corsia (che ha una struttura separata) anche se questa nel pomeriggio è stata riaperta alle solo auto. Una mezza follia perché anche questa sezione rischia di scivolare verso il basso essendo inclinata. 
Anche se si trattasse di un incidente, i russi non sarebbero contenti di sapere come vengono trasportati gli esplosivi e dei danni causati ad una struttura fondamentale, ferrovia inclusa.


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