mercoledì 19 dicembre 2018

POLEMICHE CIRCA L'ANNUNCIATO 
RITIRO DALLA SIRIA 


Una volta, in tempi oramai molto lontani, i politici i politici erano assillati dalla e politiche di conquista. Oggi lo sono dalle politiche del ritiro. Ci ricordiamo quello dal Vietnam ma anche quello dall'Afghanistan e via proseguendo. Perfino uno come Putin ha annunciato quello dalla Siria, in fase di attuazione solo ora, dopo anni.
 La notizia che Trump vuole ritirare almeno una parte dei 2.000 militari schierati in Siria, sta sollevando forti polemiche anche al Pentagono. Intanto Daesh non è sconfitto ancora. Poi rimangono attive chissà quante cellule clandestine. ;a soprattutto preoccupa i vertici militari, e non solo loro, la presenza di iraniani e russi in Siria. La presenza, seppur (giustamente) contenuta in Siria, interrompe il cosiddetto "corridoio iraniano", che dall'Iran giunge fino al Mediterraneo, con tutto quello che ne consegue. Non solo verrebbero ritirati i militari nella parte nord-orientale del paese ma anche quelli nella zona meridionale della Siria, dove vi è ancora una grossa sacca con forze della resistenza , lungo il confine fra Siria, Giordania e Iraq.
L'impressione che questo annunciato ritiro costituisca anche una sorta di via libera ad una massiccia azione turca in Siria, abbandonando al loro destino i kurdi, che si sono battuti con coraggio contro Daesh, quando in tanti tagliavano la corda, magari raggiungendo la Germania.
Più accorti, Francia e Regno Unito, che pure hanno contingenti nella stessa zona, mantengono un forte riserbo e fanno parlare i fatti. Può essere poi che, come Putin, all'annuncio del ritiro non facciano seguito passi concreti, se non in misura alquanto ridotta. 

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