martedì 25 dicembre 2018

CROLLO DEL PREZZO DEL PETROLIO: 
PUTIN E MADURO NEI GUAI SERI
 
 
Nonostante l'annuncio del taglio della produzione giornaliera di 1,2 milioni di barili, il prezzo dl petrolio ha avuto un brusco tracollo. Cosa comporta questo sulle aree di crisi? Semplice, qualcuno si ritroverà in serio imbarazzo. 
Primo fra tutti Putin, che sperava di vedere crescere fin verso quota 90 Dollari il prezzo del barile e invece se lo ritrova esattamente alla metà! La Russia dipende terribilmente dal valore dei prodotti petroliferi, dato che esporta poco nel settore manifatturiero. I programmi economici di Putin rischia di essere sconvolti mentre le operazioni in Siria e, soprattutto, nel Donbas, drenano fondi preziosi. Bisognerà vedere cosa si salva dei tanti programmi economici in corso e annunciati. La gente sta aspettando miglioramenti sociali e non sopporterebbe vedere divorare dall'industria militare troppi denari.
Maduro è un altro che sperava in ben altri prezzi. Il suo regime non riesce neppure a sfruttare adeguatamente le risorse petrolifere e la situazione sociale è drammatica. Intanto trova il verso anche di avere una disputa in mare con la vicina Guyana, dove ha palesemente torto, guarda caso proprio per un'area ricca di petrolio.
I paesi arabi risentiranno del calo ma diversi hanno fatto buoni investimenti e hanno condizioni sociali ben diverse. Dovranno rinunciare a qualcosa ma non certo all'essenziale.
Intanto gli Stati Uniti, grazie ai nuovi sistemi di estrazione del petrolio dagli scisti bituminosi, sono tornati primi produttori mondiali, come erano negli Anni '60.

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