giovedì 1 novembre 2018

LA SITUAZIONE IN IRAQ

Da qualche tempo non parlavamo della situazione in Iraq, dopo la fine della fase più acuta dell'attacco di Daesh, alla fine battuto in campo aperto anche se è ancora attivo il alcune sacche, in particolare in parte del nord e dell'est del paese.
Tanto per cominciare è bene ricordare le immani distruzioni causate dalla guerra civile, in particolare nel nord, con la grande città di Kirkuk praticamente distrutta. Per la ricostruzione servono moltissimi denari dopo 15 anni di lotte feroci e distruzioni.
Sul terreno vi è una sacca in area desertica non lontano dalla frontiera con la Siria, un'area remota e difficile da percorrere per i veicoli e una piccola zona a nord di Tikrit, area di provenienza del clan di Saddam Hussein, dal 2003 in opposizione al potere a Baghdad.
Ma sul territorio operano ancora varie cellule di Daesh che compiono piccoli attacchi e sabotaggi, per esempio al sistema di distribuzione della corrente (piloni), per impedire il ritorno alla normalità.
La situazione politica interna presenta ancora numerose criticità, come dimostrano anche i disordini a Bassora in settembre, contro la presenza iraniana nel paese.
Il governa si muove in un contesto difficile, fra l'Iran, gli Stati Uniti e i paesi europei nonché la Russia, tutti con interessi diversi e contrastanti, con forti contrapposizioni fra sciiti (la maggioranza relativa, sunniti e kurdi (a loro volta divisi in due gruppi nei vasti territori che controllano anche dopo il sostanziale fallimento di un tentativo di separarsi da Baghdad). 
La produzione petrolifera sta, faticosamente risalendo, in quanto è un fattore decisivo per l'economia del paese ovviamente ancora in grave affanno per le distruzioni subite e le spese militari sostenute.
L'Iran ha fatto un grosso sforzo (anche economico) per prendere il controllo del paese, incontrando ora delle difficoltà anche perché i paesi arabi vi si oppongono in modo deciso, nel quadro di confronto strategico ben noto.
I governi più recenti sono stati accusati di non aver saputo stroncare l'azione di Daesh (noto anche come ISIS) e del terrorismo di vario colore mentre nelle zone sotto controllo kurdo il clima è differente e la sicurezza nettamente superiore. Godono dell'appoggio occidentale ma hanno intorno a loro acerrimi nemici. Il loro ruolo è importante anche per le operazioni in Siria, a sostegno delle Forze Democratiche Siriane.
Difficile fare previsioni anche perché tutta l'area ha anche moltissime altre problematiche come la guerra in Siria, il conflitto fra turchi e kurdi e via proseguendo. 
Chi riuscirà ad assicurare sicurezza e benessere potrà contare sull'appoggio di una popolazione stremata da decenni di dittatura e conflitti.
 

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