lunedì 26 novembre 2018

CRESCE LA TENSIONE NEL DONBAS
 
 
Cresce la tensione nella regione ucraina del Donbas, parzialmente occupata, insieme alla Crimea, dalle forze russe nel 2014, dopo la cattura di tre piccole unità navali che, secondo le leggi internazionali, stavano andando dal porto di Odessa a quello di Mariupoil, nel Mar d'Azov. Nelle ultime 24 ore ci sono stati 18 incidenti sulla linea del cessate il fuoco, circa il50% in più che nelle ultime settimane.
A Kiev cresce il numero delle persone che chiedono che con Putin si tratti con l'unico sistema che sembra a lui caro, vale a dire la forza.
La NATO davanti a questa nuova, evidente aggressione, si è schierata con l'Ucraina e si parla di ulteriori sanzioni e misure militari. L'aggressione allo stretto di Kerch è avvenuta proprio mentre il presidente lettone era in visita alla regione. Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia (che hanno tutti confini con la Russia, sono, non da ora, preoccupatissimi per quanto sta avvenendo e hanno il sostegno deciso di altri paesi, fra cui il Canada, il Regno Unito, la Croazia. Negli Stati Uniti si parla dell'invio di forniture militari. dopo le prime consegne fatte dall'amministrazione Trump (missili anticarro JAVELIN, pochi esemplari a tittolo praticamente simbolico).
L'Italia, alle prese con altri problemi, tace e la maggior parte degli organi d'informazione, sono stati muti o molto cauti dopo l'ultima aggressione attuata dal regime di Putin. Anche Ankara, che controlla il Bosforo, non intende rimanere inerte e questo potrebbe divenire un grosso problema per Putin.
Ricordiamo che l'inerzia internazionale fu uno dei fattoriche indussero Putin, dopo l'occupazione a sorpresa della Crimea, ad agire in modo simile nel Donbas, contando sulla scarsa preparazione militare ucraina e sull'opera di alcuni alti ufficiali in contatto proprio con i russi.

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