venerdì 22 luglio 2022

 

 Speciale Guerra in Ucraina


AGGIORNAMENTI  23 LUGLIO (151° giorno)

 

- RISERVISTI RUSSI IN UCRAINA. Oramai lo ammettono anche le fonti ufficiali russe. Mosca è stata costretta a schierare in Ucraina anche riservisti in quanto il protrarsi della guerra e le perdite subite lo hanno imposto. Questo pone ulteriori problemi a Putin nel momento in cui l'avanzata nel Donbas è bloccata e si teme una controffensiva ucraina dopo l'arrivo delle armi pesanti occidentali.

Tutti coloro che annunciavano una "inevitabile" vittoria russa (consigliando agli ucraini di arrendersi subito), sono stati clamorosamente smentiti. Probabilmente il fatto che si sono dovuti improvvissare esperti di questo teatro, dove praticamente tutti gli "esperti" italiani non hanno mai messo piede (nonostante la crisi sia partita nel 2014), ha indotto in errori clamorosi mentre altri commentatori sono, non da ora, molto, molto vicini a Mosca. 

Il regime russo ora spinge e fa spingere per una tregua, magari per  scambiare qualche territorio ora occupato con il Donbas ancora libero dall'occupazione, visto che non riesce ad ottenerla militarmente e potrebbe subire dei rovesci sul campo.

- ALTRI DEPOSITI COLPITI Nella notte sono stati colpiti altri deposti di armi russi, in particolare nel Donbas dove Mosca aveva accumulato grandi scorte. Protagonisti di queste azioni sono pochi ma efficaci lanciarazzi campali M-142 HIMARS, con altri sistemi in fase di consegna inclusi i cingolati M-270 capaci di lanciare il doppio dei missili (12 invece di 6).

- I RUSSI CHIEDONO L'UNIONE DELLA TRANSNISTRIA Ora anche chi occupa militarmente la Transnistria, non riconosciuta neppure da Mosca, chiede l'unione alla Russia, separandosi dalla Moldavia. Si tratta di una lingua di terra sula riva sinistra del fiume Dniester, lunga circa 100 km ma strettissima, in alcuni punti 2,5 chilometri! Qui, armi alla mano, si sono asserragliati i russi fin dal 1991 e, per varie ragioni, l'Europa non si è apposta, commettendo un errore molto grave. Ora tutti i nodi vengono al pettine e Mosca, le cui mire su tutta questa immensa area sono palesi, ora tenta di creare un diversivo, approfittando del fatto che  la Moldavia ha forze molte deboli. In Transnistria  ci sono 1.500 militari russi (di cui solo 100 russi mentre gli altri sono contractor locali con passapoto russo!) che ora però sono isolati dato che nessun volo russo è autorizzato verso quei territori.

- MISSILI SU ODESSA Poche ore dopo aver firmato un  accordo per l'esportazione del grano, la Russia ha lanciato 4 missili da crociera contro il porto di Odessa, uno dei tre porti da cui dovrebbe essere esportato il grano nei prossimi 120 giorni (ve ne sono 25 milioni di tonnellate nei depositi). Due sono stati colpiti dalla contraerea e due sono scoppiati sulle instalazioni. La Russia ha negato il coinvolgimento ma vorremmo proprio sapere chi potrebbe aver condotto un'azione di questo tipo. 

- UCRAINI COLPISCONO ALTRO PONTE I missili ucraini hanno colpito un importante ponte sulla strada P-47 che unisce Nova Khakhovka con Kherson, altra infrastruttura abbandonata intatta all'inizio del conflitto ma che potrebbe svolgere un ruolo fondamentale in quanto se viene interrotto il ponte sul Dnipro a Kherson, i rifornimenti possono giungere ai russi a Kherson solo da questa parte e per la P-47. I russi potrebbero tentare di realizzare un ponte galleggiante ma i militari di Kiev non aspettano altro per colpirlo, come hanno già fatto diverse volte nel Donbas. Tutto lascia supporre che si tratti di mosse preliminari per l'offensiva su Kherson.

 

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