venerdì 19 aprile 2019

SUL CREDITO RUSSO AD ASSAD


Circolano voci circa l'ammontare del credito fatto ad Assad da Putin, in correlazione della guerra civile. Qualcuno inizia a riflettere sul fatto che questi soldi non torneranno mai indietro, in un momento non facile economicamente per la Russia. 
Osservazione che ha un fondamento piuttosto solido in quanto la Siria non è mai stato un paese particolarmente ricco ed è stato distrutto dalla guerra civile. Produceva 400.000 barili di petrolio al giorno prima del 2011 ma oggi è quasi a zero perché la gran parte dei pozzi sono a oriente dell'Eufrate, territori sotto controllo delle Forze Democratiche Siriane che, proprio recentemente, hanno iniziato a vendere petrolio a Damasco, dove la gente fa file anche di giorni davanti ai distributori.
Le Forze Armate continuano a consumare non poco ma un altro fattore importante è che quasi tutte le fabbriche sono andate distrutte e bisogna importare moltissimo. Mosca ha alimentato generosamente l'economia siriana ma non può proseguire all'infinito. Parte delle armi inviate in Siria erano datate, così come i ricambi e le munizioni, ma parte sono nuove. Inoltre il contingente russo in Siria non costa poco ogni giorno.  Poi ci sono gli aiuti alla popolazione, dato che l'economia era azzerata.
Dove Assad troverebbe i fondi per ripianare un simile debito, pari a molte decine di miliardi di Euro, è un mistero che riteniamo insolubile.
Chi ha beneficiato economicamente della situazione è il Libano. Ha accolto profughi, incluso cristiani, ma in Libano si trova tutto quello che manca in Siria, compreso case lontano dalle follie della guerra civile.

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