MENO SCONTRI NEL DONBAS
In queste ultime settimane è diminuito il numero degli scontri sulla linea del Donbas. Probabilmente Mosca cerca di far decrescere la tensione per cercare di far dimenticare il problema sul piano internazionale, provata dalla sanzioni economiche a suo carico, pesando ad una possibile revoca.
Pesa anche la disastrosa situazione economica nei territori occupati dal 2014. Mosca è riuscita ad esportare molto carbone, poi rivenduto in Europa ma le cose non vanno bene e localmente si affrontano vari gruppi di potere.
Sta tornando un altro inverno (il quinto) e con le forze ucraine alla periferia di Donietsk e Lugansk, la vita nelle due città è molto dura. Problemi anche in Crimea, priva di acqua per irrigare i campi e con ben pochi turisti nonostante il ponte con la penisola del Kuban.
Da segnalare anche la separazione fra chiesa ortodossa ucraina e Patriarcato di Mosca, una rottura importante. Ai pope rimasti fedeli a Mosca non è più permesso visitare i reparti militari.
L'impressione è che Putin non voglia assolutamente mollare (ne andrebbe di mezzo la sua immagine) ma gli ucraini ci sembrano decisi a far valere le proprie ragioni, potendo contare su un crescente appoggio internazionale. In ambito europeo, solo l'Italia si distacca nettamente dalla politica dei principali paesi del continente, se si esclude la Serbia.
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