venerdì 30 novembre 2018

DUE RAIDS NEL DESERTO LIBICO
 
Velivoli non identificati, probabilmente REAPER statunitensi, hanno colpito due convogli di veicoli leggeri che si muovevano alle due estremità del grande deserto libico, vicino al confine con l'Egitto e al confine con l'Algeria. Nel primo caso si contano 11 vittime e nel secondo nove. Con tutta probabilità si tratta di miliziani radicali, usi a muoversi in questi immensi spazi ma seguiti da bari sistemi d'ossevazione. 

AGGIORNAMENTO SIRIA




Ieri notte sembra che velivoli israeliani abbiano colpito una zona dove vi è una forte presenza di sciiti, in particolare di milizie Hetzbollah. Tutti i velivoli sono rientrati regolarmente alla base e non è assolutamente vero che uno sia stato abbattuto.
Si è trattata della prima azione aerea dopo che, nel corso di attività simili, missili antiaerei siriani S-300 avevano abbattuto un aereo da ricognizione elettronica russo, in volo a largo di Cipro. La cosa provocò il raffreddamento delle relazioni fra Russia e Israele anche se i comandi israeliani mostrarono le prove che loro non si erano fatti scudo del velivolo russo  ma si era trattato di un errore clamoroso, che era costato 15 morti.
IL CONFRONTO FRA RUSSIA E UCRAINA


Mentre i 24 marinai ucraini sono stati trasferiti dalla Crimea occupata dai russi a Mosca e il presidente Tramp ha deciso di non incontrare Putin in Argentina, proprio per i fatti del 25 novembre, la tensione rimane alta fra i due paesi.
La Chiesa ortodossa ucraina ha deciso di staccarsi da quella di Mosca, un durissimo colpo per quest'ultima, che perde vari milioni di fedeli. La chiesa ortodossa russa si oggi arrivata al punto di "benedire" lo schieramento dei missili S-400 nella Crimea occupata, il che la dice lunga sul ruolo giocato dal clero in certe vicende.
Kiev ha deciso di bloccare per 30 giorni l'accesso alle zone dove vige lo stato d'emergenza ai maschi russi fra i 16 e i 60 anni, in quanto teme l'infiltrazione di sabotatori, come avvenne all'epoca della occupazione della Crimea e di parte del Donbas; tecnica in cui il GRU è particolarmente esperto fino dai tempi dell'Unione Sovietica (Praga 1968, Kabul 1979 ecc.). In prospettiva vi potrebbe essere anche la rottura delle relazioni diplomatiche.
Intanto corre voce che Kiev stia per ricevere vari equipaggiamenti, incluso i primi velivoli F-16 che, ovviamente, non potrebbero essere subito operativi, per rinnovare la propria linea di volo e fronteggiare meglio i velivoli di Mosca. Questa ha messo in giro la storia che nel Donbas occupato sia stato possibile rimettere in condizioni di volo dei velivoli recuperati dai musei. Questo allo scopo di attribuire ai separatisti del Donbas eventuali azione aeree contro le forze di Kiev condotte da velivoli privi d'insegne che già sono stati notati sugli aeroporti russi.
Mosca ha iniziato anche a parlare del "rischio di guerra civile in Ucraina", una definizione che vorrebbe coprire sue future operazioni militari anche di tipo non convenzionale. 

giovedì 29 novembre 2018

FICO: NON E' "CAMERA" SUA


Il presidente della Camera Fico ha annunciato il blocco delle relazioni con il Parlamento egiziano, nell'ambito delle vicende sul caso Regeni. Il gesto è grave più nella forma che nella sostanza. La cosa che ci ha colpito è che Fico a deciso senza interpellare la Camera, cosa che ci sembra di una gravità estrema. Questo signore sembra abbia scambiato la Camera dei Deputati con camera sua, applicando atteggiamenti lesivi per il nostro paese, facendo scelte di tipo ideologico prima ancora che le indagini siano giunte a una qualsivoglia conclusione.
Più volte ci siamo espressi sul caso Regeni, mettendo in luce che troppe cose non tornano se si vogliono accusare i vertici dei servizi di sicurezza egiziani.
Tanto per essere chiari, dato che qualcuno si muove come "Alice nel paese delle meraviglie", sono quei vertici che innumerevoli volte hanno permesso di risolvere gravissimi problemi, scongiurando anche minacce pericolosissime. E secondo tutti, non vi sono prove che riconducano a quei vertici, stufi a questo punto di certi atteggiamenti mentre loro devono combattere forme pericolosissime di terrorismo.
A questo punto ci sorge la domanda:
"Presidente Fico, perché non sospende i rapporti con parlamenti in cui vi è un partito unico e vige la dittatura? (O "democrazie monopartitiche", come l'ha definita qualche scaltro burocrate europeo). Un esempio per tutti? La Repubblica Popolare Cinese.
Purtroppo per qualcuno Mao non era un feroce dittatore ma un "grande timoniere", e sulla base di vecchie ideologie, ancora oggi fa le sue scelte.

CONFLITTO UCRAINA-RUSSIA:
TRUMP ANNULLA MEETING CON PUTING


Il presidente statunitense Donald Trump, dopo la cattura di tre piccole unità navali ucraine, ha annullato l'incontro a due che doveva avere con il presidente russo Putin ai margini del G20 in Argentina.
Sembra che quanto avvenuto a largo di Kerch lo scorso 25 novembre, abbia pesanti ripercussioni internazionali, aggravate dal blocco navale russo per i mercantili ucraini da e per il Mar d'Azov.
Trump aveva chiesto il rilascio di navi ed equipaggi ma non è stato ascoltato, per cui ha deciso di cancellare l'incontro con Putin. All'orizzonte si profilano ulteriori sanzioni che potrebbero creare problemi economici alla Russia in un momento già difficile per la sua economia.
MOVIMENTI NEI CIELI SIRIANI
 
 
Da Mosca è appena giunta ala notizia dell'abbattimento di un velivolo e di quattro missili da parte dell'antiaerea siriana. Fonti ufficiali israeliane stanno investigando sulle forti esplosioni udite ma per ora, a differenza di altre volte, non è stata data notizie di perdite. 
In genere gli israeliane danno notizia dell'abbattimento di uno dei propri velivoli. probabilmente si tratta di un espediente per far risalire il morale, piuttosto scosso.

PROBABILE INCURSIONE AEREA 
ISRAELIANAIN SIRIA 


Probabilmente intorno alle 21.00 ore italiane vi è stata nella Siria meridionale una incursione israeliana. Si sono udite forti esplosioni è poi è entrata in funzione l'antiaerea.
Nei giorni scorsi avevamo segnalato una concentrazione di miliziani sciiti a ridosso delle alture del Golan, occupate dal 1967 dagli israeliani (che anche recentemente hanno ribadito che non hanno intenzione di abbandonarle). Forse sono state queste milizie e i loro depositi oggetto dell'attacco, come avvenuto in circostanze simili.
ARMI IRANIANE IN YEMEN E AFGHANISTAN


Gli Stati Uniti hanno organizzato un incontro con la stampa in cui sono state mostrate alcune delle armi iraniane utilizzate in teatri operativi come Yemen, Siria e Afghanistan. In particolare hanno mostrato i sistemi Shayeed 123, un teleguidato schierato nello yemen ma rintracciato anche in Afghanistan, dove sono stati individuati i resti di un esemplare abbattuto.
In evidenza il missile balistico a medi raggio Sayyad-2, con un esemplare catturato in mare mentre era in rotta per lo Yemen.
L'IRAN PAGA I VOLONTARI SCIITI
 
 
L'Iran ha nel suo libro paga circa 10.000 miliziani sciiti in Siria, per la maggior parte provenienti dal Libano ma non solo. Queste forze, insieme ai Guardiani della Rivoluzione, hanno avuto un ruolo fondamentale durante il conflitto, pur subendo forti perdite.
Intanto reparti del 5° Corpo d'Armata di Damasco si stanno spostando verso nord, incluso elementi della 4a Divisione.
Oggi vi è stato un attacco di forze vicino ai governativi, respinto anche per l'intervento dell'artiglieria turca, cosa che ben delinea il nuovo quadro strategico.
Intanto la trattativa ad Astana non ha fatto registrare progressi.

LA SITUAZIONE IN UCRAINA


Si stanno accendendo dei combattimenti lungo la linea del cessate il fuoco nel Donbas.
I russi hanno sistemato i loro missili antiaerei S-400 nei pressi della cittadina di Dhzankoi, nella Crimea settentrionale.
Ancora non vi è una soluzione in vista per i personale e le tre piccole unità ucraine attaccate e sequestrate il 25 novembre.
Mosca nega ma i mercantili ucraini da e per il Mar d'Azov sono ancora bloccati, cosa che costituisce una ulteriore violazione del diritto internazionale e fa crescere la tensione.
I servizi di sicurezza ucraini hanno reso pubbliche le conversazioni dei piloti degli elicotteri Ka.50 e dei velivoli Su.30 che hanno partecipato all'attacco del 25 novembre.

mercoledì 28 novembre 2018

MINACCE IRANIANE AI SAUDITI


Il leader iraniano Ali Khanebei ha minacciato l'Arabia Saudita e i suoi alleati, affermando che potenzierà la struttura militare per sconfiggere i nemici dell'Iran.
Sono mesi che la tensione fra i due paesi sali e il negativo andamente delle operazioni nello Yemen, dove l'Iran appoggia le milizie houthi, sta rendendo nervoso il regime teocratico,
I due paesi sostengono forze contrapposte in Siria e in Iraq, con continui motivi di scontro. 
I sauditi stanno potenziando il proprio strumento militare, con l'aiuto di vari paesi. Fra l'altro i loro missili PATRIOT sono riusciti a colpire quasi tutti i missili balistici lanciati in quest'ultimo anno contro l'Arabia saudita. Missili che sono stati forniti agli houthi proprio dall'Iran.
NAVI STATUNITENSI NELLO STRETTO DI FORMOSA
 
 
Due unità statunitensi, un cacciatorpediniere e un rifornitore, sono transitate oggi per lo stretto di Formosa, una zona rivendicata dalla Repubblica Popolare Cinese.
Questo transito fa seguito a quello di altre due unità in ottobre e giunge pochi giorni prima dell'incontro fra Trump e il presidente cinese al G20 in Argentina.

DUE BERRETTI VERDI FRA LE VITTIME DI IERI

Due delle tre vittime di ieri in Afghanistan, appartenevano ai Berretti Verdi e d erano addette al JTAC, vale a dire il controllo dell'appoggio aereo a livello tattico. La terza vittima faceva parte dell'Air Force.
Il mezzo su cui trovavano è stato investito da un IED esploso al loro passaggio, probabilmente con un comando a filo. 
In questi anni il numero delle perdite statuntensi si è contratto a livelli minimi essendo diminuita anche la presenza numerica.

TRATTATIVE TRA KABUL E I TALEBANI
 
 
saranno pure integralisti ma anche i talebani possono sedersi ad un tavolo per le trattative. Kabul ha annunciato un nuovo round d'incontro in Oman con i rappresentanti degli integralisti, i quali sono anche loro stanchi per le perdite subite in questi anni, dovendo ora tenere a bada anche la concorrenza locale di Daesh.

TRATTATIVE PER LO YEMEN


Si tratta per il destino della città di Hoddeida mentre alcuni fronti sono ancora attivi. Le milizie houthi tentano di resistere nelle zone montuose, dove i veicoli hanno difficoltà ad operare ma senza i rifornimenti da Hoddeida si avvicina un pesante aggravamento della situazione alimentare.
Gli Stati Uniti hanno stanziato 131 milioni di US$ di aiuti alimentari ma a questo punto è difficile trovare un porto dove farli sbarcare. La resistenza dei capi houthi potrebbe portare ad un disastro umanitario se non giungono a più miti consigli. A questo punto l'Arabia saudita e i suoi alleati vogliono risolvere la questione costringendo l'avversario a cedere.
La prospettiva di una sconfitta houthi ovviamente dispiace all'Iran che però, salvo il ricorso alla propaganda, non ha moltri altri mezzi per agire. In questo modo sarebbe registrata una prima sconfitta del suo tentativo espansionistico in tutto il Medio Oriente.
TRATTATIVE DI PACE 
PER LA SIRIA AD ASTANA
 
 
Si è tenuta ad Astana (Kazakistan) una riunione fra Turchia, Russia e Iran, per cercare una soluzione al conflitto in Siria. Siamo alla decima settimana di fragile tregua, anche se più volte violata, un primo passo per una soluzione ad un conflitto che dura da quasi otto anni è che ha sconvolto il paese.
Una reale soluzione sembra ancora lontana e rimane il fatto che altre forze dell'opposizione, in primi le Forze Democratiche Siriane, controllano circa un terzo del paese e vi sono poi sacche in mano a Daesh.

SEMPRE MOLTO TESA LA SITUAZIONE 
FRA UCRAINA E RUSSIA 


Rimane molto tesa la situazione fra Ucraina e Russia dopo il blocco di Kerch e la cattura di tre piccole unità navali ucraine che tentavano di passare lo stretto. In queste ultime ore Mosca ha annunciato il blocco di Kerch per tutte le navi ucraine e questo fa salire ancora la tensione. Kiev ha iniziato a richiamare i riservisti per attività addestrative ma si ha notizie d'invio di rinforzi ma anche di nuovi equipaggiamento dall'estero. Alcune unità della Guardia nazionale ucraina sono passate sotto il controllo delle Forze Armate e si stanno preparando adeguate contromisure anche sul piano militare.
Kiev raccoglie il sostegno di un numero crescente di paesi preoccupato anche per la violazioni delle leggi del mare e della libertà di navigazione. La NATO si appresterebbe a mandare unità in Mar Nero e reparti aerei nell'Europa orientale, come misura preventiva.
La Difesa ucraina ha rilasciato una precisa ricostruzione del percorso delle sue tre piccole unità, da cui si evince che la cattura è avvenuta mentre, per stessa ammissione russa, si stavano portando più a sud, fuori dalle acque rivendicate da Mosca.  Le unità ucraine non si sono mai neppure avvicinate allo stretto, rimanendone ben lontane. Per questo si è trattato di un veroatto di pirateria internazionale, documentato anche dai mezzi della NATO,. Da qui una risposta molto ferma.
Intanto sono stati processati alcuni marinai, dimenticando di quando, nel 2014, militari russi furono catturati non in presunte acque territoriali, ma ben all'interno del territorio ucraino, venendo poi rilasciati.

martedì 27 novembre 2018

PUTIN IN DIFFICOLTA'
RILANCIA LA POSTA

Come mai Putin ha deciso di attaccare apertamente tre piccole unità ucraine in rotta da Odessa a Mariupol, sul mar d'Azov?
Era evidente che un simile atto avrebbe provocato delle reazioni internazionali, oltre che quelle dell'Ucraina, che non è certo nelle condizioni del 2014.
Il fatto è che l'uomo del Cremlino è in difficoltà, in primo luogo per quanto riguarda l'economia. Il prezzo dei prodotti petroliferi, che era in lenta ripresa, nel giro di un mese ha perso circa 1/3 del valore e la cosa ha avuto subito una pesante ripercussione sul Rublo, a valori molto bassi.
Non aiuta il disastro dell'agricoltura (di qualità, ortaggi) nella Crimea occupata, privata degli approvvigionamenti che arrivavano dal Dnipro e il crollo del turismo, un tempo costituito da ucraini in larga misura.
Ci sono poi le sanzioni che non sono un fattore determinante ma che iniziano a disturbare l'economia anche perché, nonostante gli annunci, la Russia ha una industria manifatturiera molto piccola e deve importare di tutto, esportando, oltre alle risorse geologiche, solo armi, economiche ma decisamente datate.
A Mosca si vede il progressivo potenziamento dell'apparato militare di Kiev e il lavoro d'addestramento fatto dai militari della NATO. L'Ucraina aveva già un parco mezzi (carri, artiglierie, lanciarazzi) molto vasto ma in gran parte non era più operativo. Ora è stato in gran parte riattivato e potrebbe creare grossi problemi alle forze russe. Dietro all'Ucraina vi sono diversi paesi preoccupati della politica aggressiva del dittatore russo (noto per i sistemi spicci con cui elimina gli oppositori interni), ad iniziare dalla Polonia e dai paesi baltici, dove ora vi sono in permanenza forze della NATO, rimaste assenti in precedenza fuori proprio per non urtare la Russia ma ora schierati in difesa degli alleati.
Ultimamente si sono nuovamente raffreddati i rapporti con Ankara, specialmente dopo che Erdogan ha annunciato che "... la Turchia mai riconoscerà l'annessione russa della Crimea!" E pure l'intervento in Siria, che si pensava al termine, in realtà sembra proprio non doversi esaurire, con costi non indifferenti, proprio quando i denari scarseggiano e bisogna mantenere le zone del Donbas occupate (dove il presidente dell'autoproclamata Repubblica di Donietsk è saltato in aria probabilmente perché faceva la cresta sui fondi che giungevano da Mosca).E ci si sono messi pure i siriani (ma sembra che ci dovesse essere un controllo russo) ad abbattere un grande velivolo da ricognizione elettronica di Mosca, scambiato per un veloce reattore israeliani, facendo altri 15 morti.
Questo insieme di elementi a reso sempre più nervoso Putin. L'incidente al bacino di carenaggio galleggiante PD-50, mentre vi si trovava l'unica portaerei (vecchia di 38 anni), che ha privato la Flotta del Nord dell'unico bacino per le sue unità maggiori, ha lanciato un'ombra di ridicolo su certe aspirazioni e nonostante le parole tranquillizzanti, molte aspirazioni navali sono affondate con il bacino. In settembre due piccole unità ucraine erano transitate per Kerch e a Mosca, anche per far vedere che la Marina russa è in grado di fare qualcosa, si è deciso d'impedire con la forza il transito delle unità ucraine verso il Mar d'Azov.
Ha catturato tre piccole unità e 24 membri d'equipaggio ma ha dato il via a tutta una serie di reazioni che potrebbero peggiorare la sua situazione. E non vi è niente di più pericoloso di uno che si ritiene un abile giocatore d'azzardo e che continua a fare rilanci avventati credendo che gli altri non conoscano le sue debolezze. Perfino uno come Trump, che non è certo un fine diplomatico, sembra saper sfruttare le mosse avventate del Cremlino, dovendo aver pochi riguardi in quant alle prese con una cosa che si chiama "Russian gate", a nostro avviso niente di concreto ma motivo per tenare a debita distanza e affrontare anche Putin, colpevole di avere buoni rapporti anche con l'Iran, nemico di molte monarchie arabe e di Israele, sempre attentissimo a quello che accade in Medio Oriente e pronti a far valere le proprie ragioni con metodi molto diretti.
I prossimi mesi potrebbero essere decisivi perché se l'economia russa non riparte, l'immagine di Putin verrebbe compromessa e cercherebbe altre rivincite militari, rischiando molto.

STATO DI EMERGENZA
IN 10 REGIONI DELL'UCRAINA


E stato proclamato lo stato d'emergenza in 10 regioni dell'Ucraina, tutte quelle che hanno un confine in comune con la Russia e con zone dove si trovano forze russe (quindi anche la Crimea occupata e la Transnistria, regione della Moldavia dove è presente un contingente russo in appoggio ai separatisti locali). 
Il presidente Poroshenko ha detto che le informazioni raccolte fanno temere ulteriori azioni militari russe e bisogna essere pronti a reagire.
Il presidente ucraino ha chiesto un colloquio telefonico con Putin che, parlando Poroshenko anche i russo, sarebbe la cosa migliore. Per ora non ha avuto risposta mentre le diplomazie internazionali sono all'opera.
Si punta al rilascio del personale e delle unità navali sequestrate mentre giungono le prime condanne per i membri degli equipaggi catturati, dopo il ricorso alle armi da fuoco. 
Una dichiarazione ufficiale della NATO parla chiaramente di "uso ingiustificato della forza da parte della Russia. Chiediamo il rilascio di equipaggi e unità navali". 
Sulle strade della Crimea si sono viste sistemi missilistici antinave BAL in fase di trasferimento verso Kerch.
IL PORTO DI HODDEIDA POTREBBE 
ESSERE AFFIDATO ALL'ONU


Le milizie yemenite houthi hanno dichiarato d essere pronti di passare il controllo del porto di Hoddeida alle Nazioni Unite. Questo per evitarne la cattura dal parte delle forze del presidente Hadi e dei suoi numerosi alleati, giunti a circa 3 chilometri dalle fondamentali installazioni portuali.
Con i combattenti in corso, praticamente l'arrivo degli aiuti umanitari è bloccato anche perché le milizie houthi hanno effettuato diverse distruzioni nell'area portuale, bloccando anche l'ingresso dell'installazioni navali, affondando diverse unità navali e quasi certamente potendo ostacoli esplosivi subacquei.
2000 MILIZIANI DI DAESH SULLA
 SPONDA ORIENTALE DELL'EUFRATE


Secondo fonti ufficiali statunitensi, sulla sponda orientale dell'Eufrate si troverebbero ancora 2.000 miliziani di Daesh. Nei combattimenti di questi ultimi giorni, hanno ucciso circa un'ottantina di elementi delle Forze Democratiche Siriane (FDS), sfruttando anche le avverse condizioni meteo.
Non si comprende come mai non siano stati spazzati via nei mesi precedenti anche se vi sono vari indizi, come il fatto che si tratta di territori molto lontani dalle zone kurde. Comunque è giunto il tempo di debellare questa minaccia una volta per tutte in quanto questi miliziani sono in contatto con le forze di daesh oltre l'Eufrate (dove anche qui hanno riguadagnato territorio, seppur desertico) e le formazioni che ancora operano nell'Iraq occidentale.
Intanto vi è notizia del trasferimento di rinforzi iraniani e di hetzbollah verso l'Eufrate, per minacciare i territori sotto le FDS, incluso quelli dove si trovano i maggiori giacimenti petroliferi, non enormi ma sempre consistenti, quasi tutti sulla sponda orientale dell'Eufrate.

IN ARRIVO NUOVE SANZIONI CONTRO LA RUSSIA
 
 
Dopo quanto avvenuto nelle acque di kerch due giorni or sono, sembra che siano in arrivo nuove sanzioi contro la Russia, cosa che, nonostante certe affermazioni, preoccupa il Cremlino in quanto la situazione economica nel paese non è buona.
Inoltre si ipotizzano anche preovvedimenti militari, magari con la consegna i aiuti militari.
Il consiglio di Sicurezza dell'ONU dovrebbe riunirsi più tardi mentre Kiev sta prendendo tutta una serie di misure.
Kiev ha tutti i diritti di far passare le sue unità per Kerch e in questa vertenza è appoggiata da molti paesi. Aveva comunicato il passaggio  le sue unità al momento della cattura erano a più di 12 miglia dalla costa.

TRE MILITARI USA UCCISI IN AFGHANISTAN


Era molti mesi, forse anni, che non si registravano tre militari statunitensi uccisi contemporaneamente in Afghanistan, E' accaduto stamani nella regione di Ghazni, nella parte orientale del paese, E' esploso un grosso ordigno al passaggio di un convoglio, probabilmente una grossa carica di esplosivo posta sotto la strada. Nel medesimo incidente sono rimasti feriti altri tre militari.

lunedì 26 novembre 2018

CRESCE LA TENSIONE NEL DONBAS
 
 
Cresce la tensione nella regione ucraina del Donbas, parzialmente occupata, insieme alla Crimea, dalle forze russe nel 2014, dopo la cattura di tre piccole unità navali che, secondo le leggi internazionali, stavano andando dal porto di Odessa a quello di Mariupoil, nel Mar d'Azov. Nelle ultime 24 ore ci sono stati 18 incidenti sulla linea del cessate il fuoco, circa il50% in più che nelle ultime settimane.
A Kiev cresce il numero delle persone che chiedono che con Putin si tratti con l'unico sistema che sembra a lui caro, vale a dire la forza.
La NATO davanti a questa nuova, evidente aggressione, si è schierata con l'Ucraina e si parla di ulteriori sanzioni e misure militari. L'aggressione allo stretto di Kerch è avvenuta proprio mentre il presidente lettone era in visita alla regione. Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia (che hanno tutti confini con la Russia, sono, non da ora, preoccupatissimi per quanto sta avvenendo e hanno il sostegno deciso di altri paesi, fra cui il Canada, il Regno Unito, la Croazia. Negli Stati Uniti si parla dell'invio di forniture militari. dopo le prime consegne fatte dall'amministrazione Trump (missili anticarro JAVELIN, pochi esemplari a tittolo praticamente simbolico).
L'Italia, alle prese con altri problemi, tace e la maggior parte degli organi d'informazione, sono stati muti o molto cauti dopo l'ultima aggressione attuata dal regime di Putin. Anche Ankara, che controlla il Bosforo, non intende rimanere inerte e questo potrebbe divenire un grosso problema per Putin.
Ricordiamo che l'inerzia internazionale fu uno dei fattoriche indussero Putin, dopo l'occupazione a sorpresa della Crimea, ad agire in modo simile nel Donbas, contando sulla scarsa preparazione militare ucraina e sull'opera di alcuni alti ufficiali in contatto proprio con i russi.
AZIONE FRANCESE IN MALI


Velivoli francesi, in primo uogo MIRAGE 2000  ma anche elicotteri d'attacco TIGRE, hanno colpito un gruppo di miliziani integralisti denominato Katiba Massina, causando una trentina fra morti e feriti, mettendo praticamente fuori causa questo gruppo.
L'azione giunge dopo due settimane da un colpo simile contro un altro gruppo d'integralisti che opera nella regione. 
Le forze francesi fanno parte dell'Operazione francese BARKHANE che opera in cinque paesi della fascia sahariana, con l'appoggio anche di altri paesi, ora anche l'Italia che, almeno per ora, si occupa di addestramento in Niger, con circa un centinaio di militari.
La settimana scorsa i militari italiani hanno consegnato il sesto carico di medicinali per la popolazione del paese.
MILIZIANI HOUTHI DISTRUGGONO LE 
INSTALLAZIONI DEL PORTO DI HODDEIDA 

Oggi i miliziani houthi hanno distrutto altre installazioni portuali per porto di Hoddeida. Si tratta di un problema se si pensa che da qui potrebbero continuare ad affluire i rifornimenti per la popolazione.
Forse gli houthi sanno che presto dovranno abbandonare completamente la città e vogliono ostacolare l'utilizzo del porto anche se le forze navali dell'alleanza che si batte contro di loro dispone di diversi mezzi da sbarco.

SITUAZIONE IN SIRIA
 
 
Nella Siria nord-occidentale questa sera vi sono stati bombardamenti intensi d'artiglieria in tre zone, inclusa una periferia di Aleppo, ancora in mano alle forze ribelli.
E' stato notato l'afflusso di miliziani hetzbollah e Guardiani della Rivoluzione iraniani verso l'Eufrate.
Le Forze Democratiche Siriane hanno attaccato Daesh lungo l'Eufrate, facendo ricorso anche a pezzi da 155/39 mm M-777 "prestati" dalle forze statunitensi, per tenere basso il numero dei propri militari sul campo. I pezzi sono gestiti da personale kurdo ma sempre sotto la supervisione statunitense.

DOPO L'AGGRESSIONE NELLE ACQUE DI KERCH
LEGGE MARZIALE IN UCRAINA

 La Rada (Parlamento) ucraina ha votato votato oggi a maggioranza nettissima, la proclamazione della legge marziale  per far fronte alla gravissima tensione con la Russia, dopo l'aggressione contro tre piccole unità della marina Ucraina che ieri sono state prima bloccate, poi colpite e infine catturate da unità russe nei pressi dello stretto di Kerch. La legge marziale entrerà in vigore solo nel caso di ulteriori aggressioni russe.
La tensione è alle stelle e le sedi diplomatiche russe sono pesantemente sorvegliate per evitare attacchi. Si muovano anche le truppe e tutto il dispositivo militare  in stato di allerta.
Si spera che unità navali e i loro equipaggi (fra cui sei feriti), siano resi al più presto ma l'impressione è che la crisi abbia fatto un pericoloso balzo verso un peggioramento.
A Kerch è in gioco il diritto ai traffici navali ma probabilmente si tratta solo di un primo passo e a Kiev si pensa a ritorsioni. La NATO si è schierato subito con gli ucraini, così come la Svezia.
Il presidente Poroshenko ha parlato alla Rada di prove circa un attacco terrestre russo, senza nasconderne minimamente l'origine questa volta, come è accaduto davanti a Kerch.

Questa sera il presidente ucraino Poroshenko ha avuto un colloquio telefonico con il segretario di stato statunitense Pompeo. In precedenza il presidente aveva avuto un colloquio con la Merkel.

Francia e Germania si sono proposte per un'opera di mediazione.

CARGO AEREO RUSSO PER LA LIBIA
 
 
Un quadrireattore da trasporto russo Iliushin Il.78 proveniente dalla Russia è arrivato sulla pista di Haruba, a est di Bengasi, dopo aver fatto uno scalo tecnico sulla pista di Latakia, in Siria, Molto probabilmente trasporta un carico di armi ed equipaggiamento per le forze che fanno capo al parlamento che si riunisce a Tobruch, che è appoggiato anche da Mosca oltre che da altri paesi, come la Francia, l'Egitto, l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti.
Le forze del generale Haftar hanno bisogno di pezzi di ricambio per i propri equipaggiamenti, in particolare terrestri ed aerei.
Per ora la situazione militar in libia è relativamente calma dopo la conferenza svolta a Palermo.



STATO DI ALLARME GENERALE IN UCRAINA
 
 
Dopo l'attacco russo a tre piccolo unità ucraine allo stretto di Kerch e la loro cattura con feriti a bordo, le Forze Armate ucraine sono in stato di allarme generale.
Fioccano le reazioni internazionali intanto. La NATO si è detta pronti a difendere la libertà di navigazione nello stretto e oggi si dovrebbe riunire il Consiglio di Sicurezza ONU, su richiesta di molti paesi, fra cui Canada e Stati Uniti. Sono in allarme anche altri paesi, ad iniziare dai paesi baltici.
Proseguono i movimenti militari e stanno affluendo velivoli e unità verso il Mar Nero.
La tensione è molto alta e si rischiano nuovi incidenti. 

domenica 25 novembre 2018

RICHIESTA DI STATO DI EMERGENZA IN UCRAINA 


Oggi, 26 novembre, alle ore 15.00, si riunirà a Kiev il consiglio Supremo di Sicurezza  per l'eventuale dichiarazione dello stato di emergenza con la Russia, dopo quanto avvenuto ieri a Kerch, quando unità russe hanno prima bloccato il transito di tre piccole unità ucraine e poi le hanno aggredite aprendo il fuoco e catturandole, causando sei feriti. E' stata chiesta la riunione d'urgenza del Consiglio di Sicurezza e si teme una escalation generale del conflitto. 
Abbiamo notizie circa l'afflusso di truppe lungo la linea del cessate il fuoco e sono in corso innumerevoli attività militari sia in Ucraina che in Russia, contro cui si profilano nuove sanzioni, cosa che porterebbe ad una grave crisi, visto il contemporaneo crollo dei prezzi petroliferi. 
Sicuramente questo atteggiamento di Mosca non passerà senza gravi conseguenze, considerando che la bilancia militare è molto mutata dal 2014, quando i russi avevano una netta superiorità militare. 
Notizie di questi minuti indicano anche movimenti in campo NATO, in particolare nel settore aereo e navale.

A bordo delle tre piccole unità si trovavano complessivamente 23 uomini di equipaggio. Sembra che sei siano i feriti di cui due gravi.

In un filmato si vede chiaramente e si sente l'audio sul ponte di comando che i pattugliatori russi hanno volontariamente speronato il rimorchiatore ucraino, ma una foto mostra come uno di questi abbia riportato un ampio squarcio in fiancata, non calcolando la robustezza dell'unità ucraina rispetto alla propria. 
Essendo di fonte russa e chiaramente comprovante le responsabilità dell'unità di Mosca, questo video dev'essere stato trasmesso in ambito russo ma è stato intercettato dagli ucraini che lo hanno messo in rete.

AGGIORNAMENTO SITUAZIONE IN SIRIA
 
 
La novità odierna per quanto riguarda il conflitto in Siria è che le forze statunitensi sembrano aver realizzato cinque posti d'osservazione nel territorio controllato dalle forze kurde non lontano dal confine con la Turchia.
Si combatte duramente lungo l'Eufrate, con perdite consistenti fra le FDS e le milizie di Daesh, tornate attive ma ora sotto attacco, specialmente dall'aria e con l'artiglieria.
Vi sono stati dei duelli d'artiglieria intorno ad Aleppo, e si è parlato di tiri anche con munizionamento al cloro, da parte di forze ribelli, cosa che per ora non trova conferma.

BREAKING NEWS

I RUSSI ATTACCANO LE UNITA' UCRAINE 


Unità navali e forze speciali russe hanno attaccato e aperto il fuoco intorno all 21.00 (ora italiana) contro le tre unità ucraine che volevano attraversare lo stretto di Kerch. Si hanno notizie di danni a bordo delle unità, di un ferito e gli ucraini dichiarano che si trovavano oltre il limite delle 12 miglia che delimita le acque territoriali.
Si tratta di un fatto estremamente grave che potrebbe avere conseguenze estremamente gravi.
Seguiranno altri comunicati non appena riceveremo informazioni.


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Aggiornamento dell ore 23.00 italiane del 25 novembre.

Le due piccole cannoniere sono state catturate dalle forze russe e il rimorchiatore è bloccato e probabilmente catturato. Si contano almeno sei feriti di cui due gravi.  
Il presidente ucraino Poroshenko sta avendo una serie di colloqui internazionali per rispondere all'aggressione russa.
Intanto la popolazione tenta di assalire l'ambasciata russa a Kiev e il consolato di Karkiv, presidiati d'urgenza da ingenti forze di polizia per scongiurare il peggio.
L'azione russa potrebbe rivelarsi carica di conseguenze pesanti e provoca un innalzamento del livello di scontro.
In tarda serata giunge la notizia che l'Ucraina ha chiesto la riunione urgente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.


NAVI UCRAINE  A KERCH


Le unità ucraine giunte al ponte sullo stretto di Kerch, quando qualche agenzia dava come avvenuto il loro passaggio, hanno visto il passaggio bloccato, all'ultimo minuto, da unità che i russi hanno messo di traverso in corrispondenza del ponte.
La situazione è di grande tensione mentre in aria vi sono elicotteri e velivoli da combattimento russi. Le unità ucraine si sono riposizionate ma sono minacciate di attacco dai russi se non si fermano. Intanto un pattugliatore russo è stato ripreso con un evidente squarcio su una fiancata, segno di un probabile contatto fra unità navali.
Forniremo ulteriori informazioni su i prossimi sviluppi.
Intanto stanno giungendo le prime proteste internazionali mentre il presidente dela Lituania è in visita al Comando Congiunto delle forze ucraine a Kramatorsk. 

LE UNITA' UCRAINE
IN ROTTA SU KERCH

Le tre unità della marina ucraina BARDYASK, NIKOPOL e il rimorchiatore JANI KIPI, dovrebbero attraversare lo stretto di Kerch a breve, dirette al porto di Mariupol, sul Mar d'Azov, dopo essere state ostacolate da quattro unità russe. Questo per riaffermare il diritto alla libertà di navigazione sancito dalle convenzioni internazionali.
In aria vi sono, in cieli internazionali, ricognitori della NATO e tutto è seguito con grande attenzione.
Daremo ulteriori informazioni non appena si renderanno disponibili.

PROBLEMI CON MALTA
MA LA RESPONSABILITÀ E' EUROPEA 

Un pattugliatore di Malta ha intercettato un peschereccio carico di clandestini. Lo ha diretto verso l'Italia, episodio che ha creato tensioni ulteriori.
Quale è la situazione reale?
Malta è una piccola isola e non può accogliere questi flussi.
L'idea che chi prima accoglie deve poi tenersi chi arriva, è una follia che andava cancellata da tempo.
Malta e l'Europa, non possono scaricare su di noi questo problema.
Un blocco di questi traffici illegali e rischiosissimi è indispensabile. Lo facciano i libici, lo facciano gli svedesi, il Sovrano Ordine di Malta o chi pare a voi, ma le partenze, che pure si sono ridotte, vanno bloccate, dalla Libia, dalla Tunisia, fossero anche da Marte.
Se ne facciano una ragione chi aveva messo in campo un business nel settore e chi vorrebbe portare in Italia milioni di persone. 
Per chi sta a cuore le sorte degli africani, consigliamo di adoperarsi per migliorare il loro stato, ricordando che ci sono delle contro indicazioni, come testimonia il rapimento in Kenia di una giovane milanese.

sabato 24 novembre 2018

SALE IL BILANCIO DELL'ATTACCO DI BOKO HARAM
 
 
Come avevamo segnalato due giorni or sono, l'attacco di sorpresa dei miliziani integralisti di Boko Haram ha causato forti perdite ad un battaglione nigeriano. Il bilancio è salito a ben 118 morti, incluso il comandante dell'unità.
Sembra che il reparto stesse dormendo e le sentinelle sono state eliminate. I miliziani hanno colpito molti nel sonno, causando il panico generale e un la fuga di molti, facilitando l'azione, evidentemente non attesa. 
Ora bisognerà vedere quale sarà la reazione nigeriana, in quanto questo problema si è rifatto molto serio.

BREAKING NEWS


INCIDENTE A KERCH 
FRA UNITA' UCRAINE E RUSSE

 25 novembre 2018, 08.35

Lo avevamo segnalato pochi giorni or sono e, di fatto, è accaduto intorno alle 07.30 italiane di oggi. Un rimorchiatore e due piccole unità ausiliarie ucraine stavano avvicinandosi verso lo stretto di Kerch dirette nel Mar d'Azov, quando sono state avvicinate da unità russe. Una unità ucraina, il rimorchiatore, è stata speronata verso la costa ma ha proseguito la rotta.
Ovviamente questo fa salire molto la tensione in tutta la regione, sicuramente con sviluppi che segnaleremo.
Per ora non si segnalano vittime sulle unità navali. 

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Aggiornamento delle 09.30

Secondo fonti russe (per l'esattezza l'FSB, che così come il KGB sovietico controlla la Guardia di frontiera), le unità ucraine hanno ripreso la rotta verso lo stretto. Evidentemente a bordo vi è personale che non si lascia spaventare facilmente.
In volo vi è un grande UAV GLOBAL HAWK dell'US Air Forcve, un AWACS SENTRY della NATO e un P-8 POSEIDON statunitense che, da spazi aerei internazionali, monitorano la situazione. 
Dell'incidente circolano immagini colte dall'alto, probabilmente da un drone,
UCCISI SEI GUERRIGLIERI NELLE FILIPPINE


Sei appartenenti alla guerriglia integralista musulmana, sono stati uccisi dal Team 11 del Battaglione da Sbarco della Marina. Fra essi  Abu Nibras, un importante capo locale.
A Mindanao e su alcune isole vicine delle Filippine, la guerriglia islamista è sempre molto attiva anche se non ha mezzi particolarmente vati. Il suo vantaggio è dato dalla presenza di grandi foresti tropicali, dove è facile nascondersi visto quanto sono fitte, riucendo la visibilità a pochissimi metri e dove i veicoli non possono penetrare.

LE FORZE UCRAINE RIPRENDONO UN VILLAGGIO


Su ordine del Comando Congiunto di Slaviask, che coordina tutte le attività, le forze ucraine hanno ripreso il controllo del villaggio di Rozsadky nei pressi di Svetlodarska. Da circa un mese vi si erano introdotti reparti russi che sono stati costretti a ripiegare.
Le forze di Kiev vorrebbero aumentare la pressione militare su nemico, ora che dispongono di un equipaggiamento e di un addestramento adeguato. Avvertono anche che le file nemiche sono in crisi dopo l'uccisione, per faide interne, di vari capi locali, incluso il capo dell'autoproclamata Repubblica Popolare di Donietsk, saltato in aria lo scorso 30 agosto, in un attentato in un bar in cui è rimasto ferito anche il suo ministro delle finanze. Anche le condizioni di vita complessive sono molto difficile e Mosca non aiuta più economicamente così come faceva un tempo, causa la sua crisi finanziaria, legata ai prezzi bassi dei prodotti petroliferi.
Da Kiev si raccomanda la calma e si continuano le trattative, almeno per ora.
DAESH ALL'ATTACCO IN SIRIA
 
 
la cosa si spiega male ma Daesh è anche ogi all'offensiva partendo dalla sacca di Hajeen, a ridosso della frontiera irachena, lungo la riva orientale dell'Eufrate. I suoi miliziani sono all'offensiva verso nord e hanno guadagnato del terreno, seppur in misura ridotta.
I motivi di questi successi risiedono nel fatto che questi non sono territori kurdi e che qui sono utilizzati reparti arabi, una parte dei quali "non gradisce" avere a che fare con gente come quelli dell'ISIS, Da qui defezioni e scarso rendimento di alcune unità, mentre le formazioni kurde sono schierate in massima parte alla frontiera con la Turchia.
Non va bene neppure alle forze di Damasco e ai loro alleati, perché a occidente dell'Eufrate, in aree seppur quasi desertiche, Daesh ha ripreso il controllo di altre zone, tagliando alcune importanti arterie verso l'Eufrate da occidente. 
Non pensiamo che i miliziani di Daesh possano andare lontano ma non si riesce a chiudere la questione con loro, quando invece bisognerebbe neutralizzarlo in modo definitivo. Ora saranno necessarie nuove operazioni, con vittime e costi. Il rischio è che ci sia un ritorno dei miliziani anche in Iraq, dove era ridotto a piccole e marginali sacche.

venerdì 23 novembre 2018

ATTACCO AL CONSOLATO CINESE DI KARACHI
 
 
Quattro terroristi, probabilmente integralisti musulmani, hanno attaccato il consolate di Pechino a Karachi, in Pakistan, utilizzando anche almeno un Kalashnikov e anche bombe a mano.
L'attacco è stato respinto dal personale di guardia alla struttura che ha ucciso i quattro ma sono rimaste uccise altre quattro persone, considerando che vi era una coda davanti all'ingresso. 
Probabilmente gli attentatori volevano colpire il consolato cinese per protestare contro la dura repressione di Pechino contro la minoranza musulmana del paese.

DRONI USA IN AZIONE IN SOMALIA 


In una serie di attacchi condotti con l'impiego di droni, le forze statunitensi hanno eliminato una cinquantina di miliziani di al-Shabab, nella parte interna della Somalia meridionale, nell'alto corso del fiume Giuba.
Gli USA proseguono questa strategia, limitando al massimo la presenza di truppe a terra. Il movimento integralista è sempre pericoloso nonostante le sconfitte subite in questi anni.
Il problema è che le forze regolari di Mogadiscio non hanno la forza bastevole per spazzar via questi elementi, nonostante il corpo di spedizione africano inviato su mandato ONU.
Forse sarebbe il caso di pensare ad un'azione congiunta definitiva, per eliminare questi fanatici che colpiscono anche in certe zone del Kenia. Intanto Nairobi sta rimandando indietro parte della massa di profughi somali che erano fuggiti durante la fase più intensa dei combattimenti.

PETROLIO A 50 DOLLARI AL BARILE:
PUTIN IN DIFFICOLTA'


Torna uno degli incubi peggiori di Putin, il basso prezzo dei prodotti petroliferi, oggi intorno ai 50 US$ al Barile. Il padrone del Cremlino oggi ha riunito il governo nella Crimea occupata dai suoi soldati nel 2014 ma la cosa non ha proprio portato fortuna, dato che il prezzo è crollato in quanto (anche se con Libia e Iraq a produzione ridotta), vi è troppa produzione. Un dramma per un paese come la Russia che campa in gran parte proprio da questi proventi.
Per la verità una volta anche Renzi si disse preoccupato per "il prezzo troppo basso del petrolio", dimenticando che noi siamo grossi importatori e non grossi produttori. ma andando oltre certe uscite, per Putin queste sono pessime notizie, in quanto tagliano le sue ambizioni, geopolitiche e militari, entrambe bisognose di grossi investimenti.
La Russia produce poco manifatturiero e con i mercati liberi la cosa crea grossi problemi di difficile soluzione. Il mercato militare ancora qualcosa produce ma non si tratta, salvo che poche eccezioni, di prodotti di buon livello, come ha dimostrato il fatto che grossi acquirenti, come l'India, per alcuni settori di punta, come l'Aeronautico, sono passati in parte con altri paesi, nonostante i prezzi vantaggiosi delle forniture russe. 
Putin, a differenza dei predecessori sovietici, deve garantire buone prospettive economiche alla popolazione e non solo a ristretti gruppi di oligarchi, per cui deve investire anche in questi settori.
Problemi hanno anche altri grossi produttori ma loro hanno ampie riserve e popolazioni piccole. In condizioni drammatiche rimane anche il regime venezuelano di Maduro, altro amico di Putin, a cui qualcuno potrebbe presentare presto il conto, in quanto il paese è al collasso e poteva sperare solo su prezzi più alti dei prodotti petroliferi. 

INTENSO FUOCO DI MORTAI SUL 
VILLAGGIO UCRAINO DI ZOLOTE
 

Stamani le forze russe che controllano parte della regione di Lughansk, hanno aperto un intenso fuoco di mortai sul villaggio di Zolote, seguito dal fuoco di mitragliatrici e altre armi leggere.
Le forze ucraine rimangono attestate anche a brevissima distanza d Lughansk, lungo il fiume Donietsk. La città è ovviamente condizionata da questa presenza e le condizioni di vita sono difficili anche se gli scontri sono meno intensi che non nell'area di Donietsk.
Le zone sotto controllo russo sono in gravissima crisi economica, con molte miniere di carbone, principale risorsa dell'area, chiuse o gestite in modo illegale.
Mosca esporta il carbone estratto oltre confine e ha provato a venderlo anche all'Ucraina, ovviamente ricevendo un secco rifiuto.
Serpeggia il malcontento fra i reparti locali perché si avvicina il quinto inverno di guerra, su un fronte molto lungo, che mobilita molte risorse umane, distratte da altri compiti.

CONDANNATO UN CONTRABBANDIERE DI ARMI 
VERSO L'IRAN 


In diversi ci chiediamo come faccia l'Iran a mantenere operativi i suoi velivoli da combattimento, specialmente quelli di origine statunitensi, dato i pessimi rapporti da praticamente 40 anni.
Oggi abbiamo una prima risposta. Un cittadino britannico, tal Alexander George, è stato condannato a due anni e mezzo di reclusione, per aver esportato illegalmente ricambi per MiG.29 sovietici e F-4 PHANTOM statunitensi in Iran. L'uomo spediva queste componenti, sotto false indicazioni, in Malesia e negli Emirati Arabi Uniti, da dove poi proseguivano verso l'Iran.
Due anni e mezzo ci sembrano una pena veramente minima dato che il regime teocratico paga molto bene questo tipo di prestazioni.

10 MORTI IN UN ATTENTATO A KHOST


Per ora è di 10 morti e 15 feriti il bilancio di un attentato terroristico presso una mosche a a Khost, la città dell'Afghanistan orientale dove nel 2003/2004 operò un contingente italiano.
Purtroppo la situazione nell'area è peggiorata e ancora è difficile data l'importanza strategica della località, a ridosso con il confine con il Pakistan.
Fa veramente impressione la barbarie di attentati presso luoghi di culto; particolare che deve far riflettere sulla barbarie dello scontro in atto nel paese.
CINQUE MORTI CAUSATI DA AL QAEDA 
NELLO YEMEN 


Purtroppo lo Yemen non è devastato solo dalla guerra civile dal 2015 ma da molto più tempo anche da un gruppo integralista affiliato ad Al-Qaeda, presente fin dagli Anni '90 e capace di colpire anche un cacciatorpediniere statunitense, davanti ad Aden con un barchino con equipaggio suicida. Oggi ci giunge la notizia che cinque militari delle forze del presidente Hadi sono stati uccisi in un attentato, nella parte orientale del paese.
Ricordiamo che le forze statunitensi hanno sempre continuato nella loro strategia di contrasto a questo gruppo, agendo in genere con teleguidati armati.

giovedì 22 novembre 2018

AGGIORNAMENTO SITUAZIONE IN UCRAINA

Se il numero degli incidenti è diminuito nel Donbas, non sono certo cessati, Oggi è stati ucciso il maggiore ucraino Vitaliy Kuznetsov, responsabile delle informazioni dell'8° Battaglione Autonomo da Montagna. in una zona del fronte a occidente di Lugansk.
Intanto sta per iniziare una sessione degli incontri di pace a Minsk, anche se non si registrano progressi da molto tempo.
La Russia ha confermato la legittimità dei controlli nel Mare di Azov ma questo fa innalzare la tensione.
L'idea che lo scontro fra Ucraina e Russia sia acquietato è una pia illusione e sicuramente si avranno altri sviluppi, specialmente ora che la situazione delle forze in campo si è modificata.

NUOVO CAPO DEL G.R.U. RUSSO

Il vice ammiraglio Igor Kostiukov è stato nominato da Putin come nuovo capo del G.R.U., l'intelligence militare russo. L'ammiraglio, 57 anni,  in preedenza vice del servizio, è stato attivo nel settore diplomatico e diplomatico anche se non ha l'esperienza del predecessore che era nel G.R.U. dal 1980.
Il G.R.U. è correntemente valutato come la branca più efficace dell'intelligence russo, essendo composto da professionisti meno influenzati da fattori politici. Loro conducono molte attività coperte, come l'intervento in Crimea e parte di quello nel Donbas, così come la lotta all'integralismo nei paesi musulmani. 
In Donbas, nell'ambito di una strana ripartizione fra servizi segreti, sembra che il GRU si occupi di Lughansk mentre l'FSB è impegnato a Donietsk.

STATO DI ALLARME RUSSO IN CRIMEA


La difesa antiaerea e i caccia russi di stanza in Crimea, sono stati messi in stato di allarme. Per esempio, una batteria di missili antiaerei S-400 che stava partecipando ad una esercitazione è stata ridislocata mentre è cresciuto l'approntamento dei caccia Sukhoi Su.27 nelle basi della Crimea occupata dal 2014.
Più in generale cresce la tensione in Mar Nero e sul Mar d'Azov in particolare. Mosca non sa come comportarsi per il transito nello stretto di Kerch e da mesi disturba e sequestra i pescherecci ucraini che operano in quelle acque, arrivando a bloccare anche i mercantili provenienti o diretti in porti ucraini.
A Mosca si sta diminuendo la pressione militare sul terreno, come testimoniano la riduzione degli incidenti sulla linea del cessate il fuoco (dove per anni il fuoco non è cessato per niente!), nel tentativo di congelare la situazione attuale. Si guarda con preoccupazione al riarmo ucraino che fa sfumare il grande vantaggio iniziale delle forze russe mentre aumenta il costo di tutta l'operazione e i grandi campi di ortaggi in Crimea, senza l'acqua del Diniepro, sono andati persi.
Intanto gli Stati Uniti hanno offerto due fregate Classe "Perry" all'Ucraina, unità certo non nuove ma adatte per l'addestramento. L'Ucraina era il paese dove, a Nikolaiev, si costruivano le maggiori unità navali di superficie sovietiche, per cui Kiev avvierà presto un programma di costruzioni per fronteggiare Putin anche sul mare. La prima mossa sarà realizzare moderne batterie di missili antinave costiere, utilizzando armi di costruzione nazionale, con una gittata di 300 km. Queste serviranno per proteggere le coste ucraine da minacce di sbarchi e cannoneggiamenti.

mercoledì 21 novembre 2018


TRATTATIVE DI PACE PER LO YEMEN 


Il segretario di stato statunitense ha confermato che in dicembre si terranno in Svezia delle trattative di pace per porre fine al conflitto nello Yemen.
La situazione per la componente houthi si sta facendo veramente pesante, nonostante quanto divulghi la propaganda iraniana. Con il blocco del porto di Hoddeida la situazione alimentare si è fatta ancor più difficile, in quanto da qui passavano gran parte degli aiuti umanitaria, autorizzati anche  dalla coalizione internazionale che appoggia il presidente Hadi. Ora questa via non è più utilizzabile, in quanto la città è sotto assedio e le truppe della coalizione si trovano a pochissimi chilometri dalle banchine.
Vi era anche il sospetto che attraverso queste navi giungessero anche i missili iraniani che gli houthi hanno continuato a lanciare, anche in questi giorni anche se il ritno è calato così come la grandezza delle armi, non potendo più puntare a obiettivi come Ryahd.





FINE DELL'OPERAZIONE SOFIA?


L'Alto Rappresentante Europeo per le politiche estere Federica Mogherini, il cui peso  nelle vicende umane si misura forse con una bilancia atomica, tanto è insignificante, ora lancia pure ultimatum:
Se non si troverà un accordo per i porti di sbarco dei clandestini, potrebbe chiudere la Missione SOFIA, altra vicenda del tutto marginale.
I flussi di clandestini sono stati drasticamente ridotti da scelte attuate prima dal ministro degli interni Minnitti e poi da il suo successore, Matteo Salvini. Quest'anno  clandestini giunti in Italia, sempre con la scusa della "pesca del naufrago", sono stati appena 23.000, contro i 170.000 dello scorso anno. Ancora più significativo il fatto che queste persone siano giunti per la maggior parte prima dell'insediamento del nuovo governo.
Salvini ha fatto cessare la micidiale opera di traghettamento di certe ONG solo verso l'Italia, facendo saltare poi i traffici e chiudendo i porti.
L'ultima vicenda riguarda la denuncia per nave ACQUARIUS che scaricava vestiti e altri oggetti (incluso materiale sanitario) di persone spesso con gravi patologie, nell'immondizia normale !! Pur di portare avanti le loro scelte ideologiche, questi pazzi rischiano una bella epidemia. la nave, a Marsiglia, è stata posto sotto sequestro e probabilmente queste organizzazioni cesseranno di traghettare clandestini spinti in condizioni pericolosissime in mare.
Quello che dispiace è che SOFIA doveva servire anche per colpire chi organizza questi traffici ignobili e pericolosissimi. Non ci risultano azioni di sorta, magari facendo i conti con gente che ha raccolto cifre ingentissime, con migliaia di vittime sulla coscienza.
Se un appello dobbiamo fare e perché questi criminali internazionali (non i "barcaroli") debbano fare i conti con la giustizia, anche perché proveranno sempre a lucrare su questi traffici.
Serviva ben altro mandato e ben altra decisione, in tempi in cui figure come quella della Mogherini appaiono veramente patetiche. Ricordiamocelo quando manderemo qualcuno in Europa.

LA SITUAZIONE IN CONGO 


Se di Africa sub-sahariana si parla poco, di Repubblica Democratica del Congo (già Zaire) si parla pochissimo, nonostante la situazione di questo immenso paese sia sempre più drammatica. 
Non solo vi sono varie epidemie, compresa quella di Ebola, certo non un raffreddore, ma anche sul piano militare la situazione è molto difficile, in particolare nella Regione dei Grandi Laghi e nel nord-est del paese, dove operano grossi gruppi di miliziani e briganti, spesso in parte miliziani in parte briganti.
Vi è la più grossa missione ONU attualmente in attività ma sia perché non vi sono componente occidentali, sia perché da anni non riesce a concludere molto, se ne parla pochissimo. Eppure nei combattimenti che sostiene ha anche 7 morti per volta, nonostante sia accaduto che più di una volta abbia avuto la mano pesante, in un clima di violenze e massacri, con il fluire anche di popolazioni dai paesi vicini.
Ora si tenta di far tornare oltre frontiera i profughi, anche in questo caso con sistemi molto sbrigativi, Ma siccome sono applicati da militari africani, nessuno proferisce mezza critica, non convoca conferenza stampa e si guarda bene di partire per quelle terre per attività umanitarie.

BOKO HARAM SCONFIGGE UN BATTAGLIONE NIGERIANO


Il 157° battaglione dell'Esercito nigeriano è stato attaccato di sorpresa dai guerriglieri integralisti di Boko Haram, durante operazioni nella regione di Borno. Il comandante dell'unità, un tenente colonnello, è stato ucciso insieme a decine di soldati ma anche le perdite dei miliziani sono stati forti. E' la prima volta da diversi anni a questa parte che una unità nigeriana di questa consistenza viene sconfitta dai miliziani integralisti. Il battaglione è ripiegato in modo disorganizzato, perdendo diversi armi ed equipaggiamenti, prima che giungessero rinforzi.
La guerriglia musulmana sta riprendendo forza dopo che sembrava essere in grave crisi. Servono adeguati provvedimenti, ricordando che i miliziani hanno parte delle loro basi in Niger, dove le Forze Armate locali hanno risorse umane e materiali decisamente modeste e dove operano, da pochi mesi, anche istruttori italiani
VELIVOLI USA SU ARCIPELAGHI CONTESI

I velivoli B-52 H di base a Guam sorvolano regolarmente gli arcipelaghi e le acque fra Vietnam, Filippine e Borneo, rivendicati dalla Repubblica Popolare Cinese, forte solo del suo potenziale militare ed economico, dato che hanno innalzato alcune isole che emergevano appena dal mare e che in caso di tempesta erano spazzate dalle onde, raccogliendo materiali dai fondali vicini.
Non è una rivendicazione solo militare ma controllando quelle terre Pechino vorrebbe accampare diritti per le 200 miglia circostanzi (pesca, petrolio ecc.), su una superficie vastissima.
Questa storia porterà sicuramente a seri problemi in futuro, dato che sulle isole Pechino ha inviato missili antiaerei, missili antinave e realizzato aeroporti. Altre isole sono presidiate dalle forze delle Filippine. 
 Nello stesso tempo bisogna notare che in questi giorni Pechino ha autorizzato la portaerei statunitense a propulsione nucleare RONALD REAGAN ad ancorarsi nel porto di Hong Kong.Una situazione piuttosto strana e degna di attenzione.



RAPITA UNA ITALIANA IN KENIA
 
 
Una giovane volontaria italiana, appena laureata, è stata rapita in Kenia.
Resta da vedere se si tratta di un gesto della criminalità comune oppure di un gruppo terroristico, dato che nel paese operano cellule d'integralisti, mischiati ai profughi somali.

COMANDANTI STATUNITENSI ARMATI IN AFGHANISTAN


Circola una immagine del generale statunitense Miller mentre, armato di una carabina M-4, si reca ad ispezionare una base in Afghanistan. Intorno a lui la scorta statunitense è ben armata e tutti gli afghani sono disarmati.
Evidentemente questa è la conseguenza dell'ultimo attentato in cui è rimasto ferito dal fuoco di un militare afghano un generale statunitense.
LIBERATO IL CARGO SEQUESTRATO A MISURATA


Le forze di sicurezza di Misurata, dove opera anche un contingente italiano con un ospedale e la sua cornince di sicurezza, hanno sbloccato la situazione sul mercantile che dopo aver recuperato n mare dei clandestini e averli riportati a Misurata, era stato sequestrato da 79 elementi che pretendevano che facesse rotta per l'Europa.
I libici hanno risolto la questione perché ci manca solo che questi personaggi si mettano a sequestrare le navi. Ovviamente qualcuno ha protestato, in quanto pretende un'opera di traghettamento sempre e comunque; comunque la situazione è cambiata e si deve sapere che senza documenti e senza autorizzazioni in Europa non si arriva.
AGGIORNAMENTI SITUAZIONE IN SIRIA 


La prima notizia riguarda un caso di corruzione. Il tenente generale Sergei Charkov è stato arrestato con l'accusa di aver rubato sei miliardi di Rubli. Lui era in carica per le attività di riconciliazione in Siria e gestiva un discreto ammontare di denari.
Vi sono ancora dei cannoneggiamenti nel nord-est del paese e operazioni intorno ad Aleppo ma sembra che la situazione sia relativamente calma, con ancora scontri interni fra alcune fazioni ribelli.
Orosegue l'incessante afflusso di rifornimenti militari dalla Russia, sia con unità militari (come le LST Classe "Alligator") che con unità mercantili.
Sembra più attivo il fronte delle Forze Democratiche Siriane e dei loro alleati, lungo l'Eufrate. Nell'ultima settimana, per respingere la controffensiva di Daesh. Nell'ultima settimana ci sono stati 117 interventi dell'artiglieria e dei velivoli  della coalizione occidentale, a cui si aggiungono quelli delle forze irachene, incluso raid di F-16. Ora giunge notizia che anche le forze terrestri statunitensi si stanno impegnando, per vedere di eliminare quest'ultima sacca a oriente dell'Eufrate, dove probabilmente vi sono alcuni dei dirigenti della milizia. 
Da segnalare che il B-747 dell'Aeronautica iraniana, danneggiato da una incursione israeliana a settembre, è stato riparato ed oggi è tornato in Iran.

martedì 20 novembre 2018

ASSURDITA' IN SALSA RUSSA 


Perché la Russia ha ripreso i toni roboanti della propaganda sovietica?
Secondo fonti di agenzia, le grandi manovre russe VOSTOK 18, le più grandi da molti anni a questa parte, hanno mobilitato 300.000 militari, 36.000 carri, 1.000 velivoli e 80 unità navali.
Di contro le medesimi fonti russe indicano come l'esercitazione NATO TRIDENT JUNCTURE 18 effettuate dalla NATO abbiano visto l'impiego di "solo" 60.000 militari, 2.500 veicoli (di tutte le specie), 250 velivoli e 65 unità navali.
Per prima cosa se Mosca è riuscita ammettere in movimento 36.000 carri, noi siamo pronti a mangiarci l'intera collezione di RAIDS.
I russi non si ricordano più cosa vuol dire 36.000 carri e non si comprende come abbiano fatto 300.000 militari a gestire 36.000 carri, che da soli necessitano oltre 100.000 uomini di equipaggio, più decine di migliaia (almeno) di meccanici e addetti alla logistica. Non rimarrebbero militari per le formazioni meccanizzate, l'artiglieria e la loro logistica.
Mosca vuol spaventare qualcuno, sparando cifre a casaccio ma oggi le forze corazzate russe schierano realmente poche migliaia di carri e, per ora, hanno ordinato 32 (non 32.000!) dei nuovi carri T-14.
Questi annunci non portarono fortuna all'URSS e probabilmente non né porteranno alla Russia.
Piuttosto Mosca è riuscita a far avvicinare la Svezia alla NATO, anche sul piano militare, un elemento che confina la presenza russa a due piccoli tratti costieri sul Baltico. Un elemento strategico non da poco.

ABBATTUTO UAV RUSSO IN UCRAINA
 
 
Un teleguidato  a pistoni russo ORLAN 10 è stato abbattuto dalle forze ucraine. L'attività di questi velivoli è sempre molto intensa ma bisogna dire che anche le forze ucraine fanno ricorso ai droni, mancando, almeno per ora, di possibilità satellitari, a differenza di Mosca. L'impressione è che gli Stati Uniti passino però informazioni a Kiev, raccolte anche dai satelliti e da altri tipi di ricognitori, come i GLOBAL HAWK che però orbitano all'interno delle linee ucraine, ad altissima quota e sul Mar Nero.

BOMBA A KABUL 


Un ordigno è esploso a Kabul, durante le celebrazioni per la nascita del profeta Maometto. Un primo bilancio parla di 40 morti e 80 feriti. La cosa grave è che si sia colpito una cerimonia di questo tipo, una grave offesa verso la religioni musulmane, che non hanno contrasti sul ruolo di Maometto, salvo in alcuni casi.
Intanto proseguono i combattimenti in varie parti del paese. 

lunedì 19 novembre 2018

L'EGITTO SEMPRE IN 
PRIMA LINEA CONTRO IL TERRORISMO
 
 
L'Egitto è sempre duramente impegnato nella lotta contro il terrorismo integralista, assestando duri colpi pur subendo perdite. La lotta è particolarmente dura contro i terroristi nel Sinai, in difficoltà in questi ultimi mesi.
Contro i terroristi agiscono anche assetti internazionali, come i C-146 WOLFHOUND statunitensi (un versione del biturbina Dornier Do.338), con a bordo speciali equipaggiamenti per individuare forze ostili che operano da Cipro.
L'Egitto gioca un ruolo importante nelle vicende mediorientali, da quelle della Striscia di Gaza alla Libia ma avendo un importante ruolo anche a forte distanza dal paese, avendo tradizionali rapporti. 
Il presidente al-Sisi  è stato uno dei protagonisti della conferenza per la pace di Palermo e non può fare che piacere che i rapporti con l'Italia, incrinati dal caso Regeni, ora siano tornati a livelli ottimali. Forse autori del delitto sono stati elementi che volevano far peggiorare i rapporti fra i due paesi.