domenica 1 gennaio 2023

Speciale Guerra in Ucraina

 

COMMENTO D'INIZIO ANNO

 

All'inizio del nuovo anno, anche se in pratica la data non ha valore specifico, rifacciamo il punto della situazione, dopo oltre 10 mesi di guerra, in attesa di farlo in modo più ampio sul prossimo numero di RAIDS.

Attualmente, causa anche andamento meteorologico, il fronte è praticamente fermo. I russi sono stati bloccati e respinti in molte zone ma ancora controllano vasti territori. Gli ucraini stanno ricevendo rinforzi (inclusi uomini addestrati in occidente) ma sono attenti a risparmiare il personale.

La propaganda russa parla di un occidente "al freddo e al gelo", ma, anche per motivi climatici (perfino il clima sembra essersi schierato contro Putin), si tratta delle solite falsità. Come falsa è la tesi russa circa il fatto che l'occidente sia rimasto privo di munizioni e praticamente "disarmato" dopo quello che ha ceduto a Kiev.

Per il Kremlino tutto va sempre bene, anzi, benissimo, ma la realtà sul campo, che andremo a verificare presto, è di tutt'altro segno. Certo, i russi non sono più in condizioni difficilissime sulla sponda destra del Dnipro, che hanno dovuto abbandonare (oltre 4.500 chilometri quadrati, di un oblast appena dichiarato russo!) ma l'impressione è che non sappiano più come venir fuori da questa "operazione militare speciale". 

Gli ucraini non se la passano bene ma lo spirito combattivo rimane alto e la sensazione è di avere molti e forti alleati mentre oramai si è capito che i russi non hanno le capacità che vantavano, tanto che non sono riusciti a mantenere il controllo dell'unica grande città che avevano conquistato. L'arsenale delle democrazie ha tante e tali capacità che potranno sostituire l'effetto delle sanzioni contro la Russia che, per motivi di fondo, non possono avere un impatto decisivo. 

Putin si appoggia all'Iran e alla Cina ma a occidente ora ha un fronte più che una "cortina di ferro", essendo riuscito perfino nella mossa, ritenuta oramai accademica, di far entrare Svezia e Finlandia nella NATO, oltretutto con un ruolo non secondario nei rifornimenti  a Kiev.

Le notizie che abbiamo è che l'opposizione al regime di Putin sta crescendo perchè, nonostante il martellamento della propaganda sulla popolazione  la gente si rende conto dei rischi di un conflitto che non può che impoverire il paese. In questi giorni sono stati richiamati altri 20.000 uomini, in particolare della difesa antiaerea ma la gestione, specialemnte sul campo, dei riservisti si sta dimostrando un problema, considerando anche le carenze di equipaggiamento. Mosca ora conta su tempi lunghi della guerra, in cui riesca a mantenere l'attuale ma non è affatto vero che ci possa riuscire, magari creando anche diversivi come quello nei Balcani.

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