venerdì 19 ottobre 2018

BREAKING NEWS

L'ARABIA SAUDITA AMMETTE CHE 
KHASHOGGI E' STATO UCCISO ALLINTERNO 
DEL SUO CONSOLATO 

L'Arabia Saudita ha appena ammesso che il giornalista Jamal Khashoggi è stato ucciso all'interno del suo consolato ad Istanbul. Le evidenze proposte dai Turchi, che ovviamente spiavano strettamente la struttura, erano tali  che era difficile continuare a negare. I turchi hanno ricostruito gran parte dei movimenti degli agenti segreti sauditi che sono giunti appositamente per l'azione, una quindicina di persone.
A questo punto bisogna chiedersi chi e perché ha deciso l'azione, secondo fonti saudite precipitato in tragedia durante un interrogatorio.
Il giornalista era un oppositore  e scriveva per un grande quotidiano statunitense ma a noi l'azione appare sproporzionata a meno che non vi fossero ragioni che non appaiono per ora.
L'uomo doveva ritirare dei documenti per il suo matrimonio e aveva lasciato la fidanzata fuori dal consolato. Se non fosse uscito ovviamente la cosa avrebbe fatto scattare subito l'allarme, ricordando che si tratta di un giornalista residente negli Stati Uniti e non di un individuo qualsiasi.
Inoltre era facile immaginare che i turchi, da anni in contrasto con i sauditi, monitorassero l'attività del consolato.
Le ipotesi sono numerose. Potrebbe essere stato un errore clamoroso di qualche responsabile dei servizi segreti, decisamente maldestro. Oppure di una manovra volta a mettere in difficoltà la monarchia saudita, in particolare con gli Stati Uniti, oppure di un ordine partito da molto in alto. Comunque non ricordiamo niente di simile contro gli oppositori del regno e ci sembra strano che si sia rischiato tanto con la matematica certezza che la cosa non sarebbe passato sotto silenzio, creando una grave crisi con gli Stati Uniti, i quali hanno inviato subito il segretario di stato Pompeo in Arabia Saudita e Turchia.
Intanto il console saudita è già rientrato in patria e corre voce che uno delle persone giunte a Istanbul a bordo di due velivoli, sia morto in un "incidente stradale".
Un punto su cui nessuno si è soffermato è come mai il giornalista si fosse rivolto al consolato saudita in Turchia e non a quello negli Stati Uniti.
Khashoggi non proveniva da una famiglia qualsiasi ma da una dinastia di imprenditori ben noti, con uno zio molto noto negli Anni '70 e '80 per il tenero di vita e per la passione anche per alcune donne famose anche italiane. La vittima era stato anche conigliere del governo saudita, prima di trasferirsi negli Stati Uniti nel 2017. Da ricordare che negli Anni '80 era stato capace d'incontrare un certo Bin Laden, all'epoca un giovane accorso in Afghanistan per battersi contro i sovietici.
Ryad ha annunciato una profonda ristrutturazione dei servizi d'informazione, con la rimozione di alcuni elementi, fino ad oggi ai loro vertici.
Seguiremo con attenzione ogni sviluppo di questa vicenda che ricorda il soggetto di qualche romanzo e pellicola cinematografica. 

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