lunedì 3 dicembre 2018

SUL CASO REGENI 


Ma chi era Regeni? Quale minaccia rappresentava per l'Egitto? Queste sono le prime domande che dovrebbe farsi un investigatore e chiunque si avvicini a questo caso.
Ora che la procura di Roma e gli Egiziani sono ai ferri corti, è venuto fuori che Regeni era entrato in Egitto con un visto turistico quando avrebbe dovuto chiedere altro titolo. Niente di particolare ma se a questo si aggiungono i contatti a livello universitario con una persona nota per le sue posizioni fortemente critiche verso l'attuale governo, è chiaro che qualcuno lo teneva d'occhio. Se fosse emerso qualcosa di serio, diciamo un sospetto a livello d'intelligence, qualcuno, come in altri casi, avrebbe contattato la nostra ambasciata e avrebbe consigliato il rimpatrio, proprio per gli ottimi rapporti avuti sempre con l'Italia.
Potrebbe essere che, a livelli molto inferiori, qualcuno abbia avuto altre idee, per via di quei denari che il giovane italiano diceva di disporre.
Ma perché sarebbe stato torturato, ucciso e fatto ritrovare? Fatto ritrovare proprio nei giorni in cui vi era una importante delegazione commerciale italiana in visita, con tanto di ministro al seguito!!
Gli italiani vogliono la verità e lo stesso presidente al Sisi si è detto disponibile. Con la mossa d'inquisire, senza uno straccio di prova, alti ufficiali dei servizi d'informazione, si è voluto drammatizzare la vicenda ma su questa strada non si arriva da nessuna parte, se non ha guastare un lungo rapporto di amicizia e collaborazione, anche a livello d'intelligence. Questa storia ci ricorda quella di Ilaria Alpi, con 1.000 ipotesi ma una soluzione semplice (un debito con la scorta) che nessuno vuole accettare, con anni d'inutili polemiche e perfino un condannato a 20 anni, poi scagionato! Se qualcuno avesse mai voluto far sparire il giovane ricercatore, state sicuri che l'avrebbe fatto sparire e non abbandonato ai margini di un'autostrada con, ripetiamo, evidenti segni di torture. Cercare di imporsi con gli egiziani ci sembra una strategia destinata alla sconfitta in quanto loro non saranno permalosi come i cinesi ma sono alle prese con un terrorismo fanatico e non hanno tempo all'infinito.
Non ci sentiamo neppure di escludere che tutto sia stato magari architettata da qualcuno che voleva creare dei problemi fra Egitto e Italia, un solido rapporto che gli Egiziani non hanno ragione di voler rovinare per un ricercatore qualsiasi i rapporti con un importante alleato.



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