Speciale Guerra in Ucraina
AGGIORNAMENTI 11 GENNAIO 2024
- IL DIBATTITO PARLAMENTARE SULLE ARMI ALL'UCRAINA Il 10 gennaio si è tenuto il dibattito circa l'invio, nel corso del 2024, di altri equipaggiamenti all'Ucraina. L'intervento del ministro Guido Crosetto, ci è risultato chiaro. Non appena la Russia cesserà la sua aggressione, cesserà l'esigenza di inviare armi in Ucraina. L'alternativa è la vittoria di un regime che ha aggredito (dal 2014 ci permettiamo di ricordare), un paese che aveva ceduto il vasto arsenale nucleare ereditato dall'URSS e ridotto al minimo le spese militari. Tutto il resto sono discorsi fatti sulla pelle degli ucraini.
La maggioranza è stata compatta mentre nelle file dell'opposizone vi sono state varie posizioni. Azione e Italia Viva hanno votato a favore dell'invio di aiuti militari, così come alcuni parlamentari del PD, fra cui l'ex ministro della Difesa Guerini. Il resto del PD si è astenuto votando solo la loro mozione. Il M5S e Verdi Sinistra italiana, hanno detto che loro sono contro la guerra e che bisognava votare contro, come se a scatenare tutto fossero stati gli ucraini. I 5 Stelle meno di due anni fa votarono per l'invio di aiuti militari ma da quando non sono più al governo, con una delle loro infinite piroette, hanno cambiato idea. Per l'estrema sinistra, il fatto che da una parte si sfili con i T-34 e le bandiere rosse e dall'altra ci siano anche gli Stati Uniti, implica una sorta di riflesso automatico.
Le argomentazioni per una sospensione degli aiuti all'Ucraina sono apparse prive di ogni fondamento e frutto di scelte ideologiche se non elettorali. Un 5 Stelle ha detto che "abbiamo riempito di armi l'Ucraina", affermazione priva di sostanza, anzi falsa. Se gli ucraini non hanno ottenuto successi maggiori è solo perché l'occidente è stato fin troppo timido sul piano pratico. Se l'Europa e Obama avessero reagito adeguatamente fin dal 2014, probabilmente non si sarebbe arrivati a questo punto. Invece in troppi hanno avuto un atteggiamento arrendevole nonostante si capisse dove il regime di Putin volesse arrivare e dove continua a dire di voler arrivare, tanto per essere chiari.
I paesi più minacciati stanno reagendo con grande impegno per dare sostanza al coraggio degli ucraini che affrontano un avversario molto più grande e potente che non la deve spuntare. Ma per raggiungere questo obiettivo, è indispensabile fornire loro quello che serve.
Una sconfitta di Putin servirà anche per far riflettere paesi come l'Iran e la Corea del Nord, paesi da decenni intenti in politiche aggressive e bellicose e non per niente fornitori di equiaggiamenti a Putin.
Il governo si è detto pronto ad appoggiare una trattativa ma per questo bisogna che vi siano delle premesse ben precise, ad iniziare dalla volontà dell'aggredito che, detto per inciso, ha dato una bella prova di come si dipende libertà e indipendenza contro un aggressore sulla carta tanto più forte. Solo chi non comprende niente di conflitti o ha "speciali" rapporti con Mosca, non può notare le difficoltà di Mosca, attualmente impegnata in alcune offensive locali, che per ora stanno facendo registrare perdite molto elevate a fronte di avanzate nulle o veramente minime.
- ACCUSE ALL'EUROPA La propaganda di Mosca ha commentato certe immagini relative a una delle commemorazioni per l'uccisione di tre giovani di destra nel gennaio 1978, affermando che lo sfoggio di braccia tesi e il saluto "sieg heil" (che hanno sentito solo loro), indicano lo stato in cui si trova l'Europa. Peccato che una parte di coloro che facevano il saluto romano e gridavano "Presente", siano ferventi sostenitori della causa di Putin, a differenza del primo ministro, giusto per essere chiari.
- Giornata di "normali combattimenti" senza variazioni di rilievo sui fronti mentre i droni ucraini continuano a colpire efficacemente.
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