giovedì 31 ottobre 2019

GLI EMIRATI LASCIANO LA CITTA' DI ADEN
 
 
I reparti degli Emirati Arabi Uniti sono usciti dalla città di Aden. In passato vi erano stati dei contrasti con alcune delle milizie locali per il sostegno dato ad alcuni gruppi locali. Le Forze Armate degli Emirati rimangono comunque nel paese, impegnate nella coalizione contro le milizie houthi.
Intanto da Israele giunge una notizia secondo cui l'Iran avrebbe fatto giungere nuovi missili balistici nello Yemen sotto controllo delle milizie sue alleate. Non ci sono ulteriori conferme e saremmo prudenti verso questa informazioni anche se non è da escludere a priori dato che l'Iran è attivissimo nel settore, come si è drammaticamente visto anche in questi mesi. 

SITUAZIONE MOLTO COMPLESSA IN SIRIA 


La situazione militare in Siria è sempre più complessa. 
Intanto giunge la notizia che la Turchia ha rilasciato, grazie all'interessamento di Mosca, 18 militari di Damasco che aveva catturato lungo la frontiera, dopo che era scattata la sua offensiva in territorio siriano.
Le forze statunitensi sono presenti ancora  a sud di Kobane, dato che una loro colonna di rinforzi è giunta in una base 30 km a sud di Kobane, a ridosso dell'Eufrate, forse sfiorando o incontrando le colonne delle forze di Assad e qualche russo mentre i reparti di Damasco stanno schierando armi pesanti (incluso cannoni M-46 da 130 mm e lanciarazzi BM-21 da 122 mm) lungo la linea di contatto con le forze che fanno capo ad Ankara.
I casi sono due, O vi è un alto rischio di scontro oppure, come riteniamo più probabile, vi sono accordi segreti che gestiscono questo andirivieni di forze perché. Come abbiamo già segnalato, in altre zone, i velivoli statunitensi sono intervenuti contro un pezzo (forse con serventi iraniani) che, vicino a Deir.ez-Zor, tirava contro le forze kurde.
Washington probabilmente non si fiderebbe di lasciare piccoli distaccamenti a portata di tiro di reparti di Assad, composte anche da milizie non sempre disciplinate.
Intanto è confermata la notizia che in anche il portavoce di Daesh è stato eliminato, in un attacco aereo e l'organizzazione ha ammesso l'uccisione del suo capo. Ora circola la voce che sia stato tradito da un suo collaboratore ma potrebbero essere una notizia falsa per coprire chi ha veramente passato l'informazione, ammesso che si sia trattato di qualcuno è non di notizie raccolte in altro modo.

COMBATTIMENTI IN SIRIA


Proseguono anche oggi i combattimenti in Siria, I turchi e i loro alleati tentano di guadagnare altro terreno ma stanno incontrando resistenza.
per il secondo giorno una colonna statunitense che tentava di percorrere la strada statale M4 da occidente a oriente è stata bloccata dalle milizie filo.turche.

mercoledì 30 ottobre 2019

DISPONIBILI ALCUNE IMAGINI 
DELL'AZIONE CONTRO AL BAGHDADI


Iniziano ad essere disponibili alcuni spezoni di video dell'azione che ha condotto all'eliminazione di al-Baghdadi, lo scorso 26 otobre. Gli elementi aggiuntivi non sono molti, fra cui il fatto che l'azione di sgancio del munizionamento guidado è stato opera di droni.
Particolare rilievo è stato dato all'intervento della componente K9 ma sono moltissimi i punti ancora da svelare. A nostro avviso vi è stata anche una collaborazione russa, che hanno potenti missili antiaerei nell'area, dove i velivoli statunitensi sembrano potersi muovere senza particolari restrizioni. Si è parlato del ruolo di una delle mogli ma probabilmente si tenta di coprire chi ha dato le informazioni esatte su un uomo che non utilizzava il telefono per non essere rintracciato.
VELIVOLI DELLA COALIZIONE
DISTRUGGONO UN PEZZO DI ASSAD 



Un pezzo d'artiglieria delle forze di Damasco che batteva le posizioni delle Forze Democratiche Siriane nell'area di Deir-ez-Zor, è stato distrutto da velivoli della coalizione internazionale. Si tratta di un segnale chiaro  verso le forze di Assad perché si astengano da cercare di sfruttare la nuova situazione che si è venuta a creare nel paese. Potrebbe essere stato un cannone gestito dalle milizie iraniane che vorrebbero trarre dei vantaggi per la loro strategia. 

PROTESTE IN VARIE PARTI DEL MONDO


Anche se con metodi molto diversi, si protesta in varie parti del mondo.
- In Iraq la tensione è sempre alta e si spara con molti morti anche perché le armi in circolazione sono moltissime.
- In Libano il primo ministro Hariri ha rassegnato le dimissioni ma le proteste proseguono con gli sciiti hetzbollah che vi si oppongono, per ora solo con violenze senza armi da fuoco.
- In Cile vi sono ampie proteste ma non il clima che i soliti nostalgici di Alliende e assertori del colpo di stato vanno sbandierando. Si parla dei "Chicago Boys" ma quelli giunsero nel paese 40 anni or sono. 
- In Argentina l'elezioni presidenziali sono state vinte dai peronisti, sempre per l'infinita crisi economica del paese.
- Scontri anche in Bolivia dove Morales avrebbe ottenuto il quarto mandato consecutivo e l'opposizione parla di brogli grossolani. Morales ha fatto arrivare nella capitale i minatori e i produttori di cocaina, quasi fossero equiparabili.  Del resto anche il presidente coltivava coca!!

martedì 29 ottobre 2019

SCONTRI FRA SOLDATI DI ASSAD E TURCHI
 
 
Eravamo stati facili profeti!
Sono in corso scontri a fuoco fra militari siriani legati a Assad ed e miliziani siriani anti-Assad, sostenuti dalla Turchia. La situazione è ancora fluida e ognuno tenta di migliorare le rispettive posizioni. Le forze kurde si battano insieme a quelle di Damasco, sancendo un'alleanza di fatto.

MORTI IN IRAQ
Stanno avvenendo in queste ore gravi disordini in Iraq. Le proteste anti-iraniane hanno scatenato la reazione armata di alcune milizie sciite che sono collegate al regime teocratico, aprendo il fuoco sulla folla. Si parla di molte vittime a Kerbala ma la situazione è ancora confusa. 
I dimostranti chiedono le dimissioni del primo ministro, visto male anche da parte dei movimenti sciiti, in particolare per i grado di corruzione che devasta il paese.

NUOVI DISORDINI A BEIRUTH


Nuovi disordini sono scoppiati a Beiruth questa mattina quando gruppi di sciiti facente parte della milizia Hetzbollah hanno attaccato la folla che protesta. I miliziani si sentono nel mirino in quanto sono l'unica milizia rimasta in armi in Libano, quando il paese attraversa una grave crisi economica.
INIZIATO IL RITIRO DELLE FORZE UCRAINE


Come era previsto dagli accordi di Minsk del 2014, è iniziato il ritiro delle forze in lotta nel Donbas. I reparti ucraini hanno iniziato il disimpegno anche se vi sono state delle proteste da parte dei volontari che non si fidano dei russi. Nella regione è presente il presidente ucraino (oggi è a Mariupol) per seguire l'andamento delle operazioni.
Aggiornamento i nostri lettori sull'andamento di queste operazioni che sono monitorate in vario modo.

lunedì 28 ottobre 2019

L'SAS COINVOLTO 
NELL'ELIMINAZIONE DI AL BAGHDADI
 
 
Corre voce che lo Special Air Service sia stato coinvolto nell'elimianzione del capo di Daesh. La cosa non ci stupirebbe anche se difficilmente si troveranno conferme. Comunque l'impressione è che il commando che ha condotto la brillante azione sia arrivato da occidente e non da oriente, come ufficialmente annunciato

ALTA TENSIONE IN LIBANO


Proseguono le proteste in varie parti del paese e non solo nella capitale. Alcune strade principali del paese sono bloccate e vi è una grave crisi economica, un fattore anomalo dato che anche durante la guerra civile degli Anni '70/80 la moneta locale reggeva incredibilmente.



RITIRATA SPONTANEA DEI KURDI



Le forze kurde facenti parte dell'YPG  hanno abbandonato in modo volontario  18 villaggi nell'area di Tel Abiyad, In questo modo ha preso una consistenza maggiore una delle due enclave turche all'interno del territorio siriano in questa parte del paese. Ovviamente ci dev'essere stato una qualche forma di accordo con varie componenti. 
Non è impossibile che abbiano avute garanzie circa il resto del territorio che controllano nel paese.
La situazione rimane comunque molto complessa e instabile.
L'AZIONE CHE HA PORTATO 
ALL'ELIMINAZIONE DI AL BAGHDADI
 
 
Iniziano a trapelare notizie più dettagliate circa l'azione in cui è stato eliminato il capo di Daesh, al.Baghdadi. Sembra che 8 elicotteri CH-47 siano giunti dall'Iraq, sfruttando un rifornimento in volo, atterrando intorno alle 00.30 nei pressi del complesso di Barisha dove l'uomo si nascondeva con la grande famiglia (forse un errore fatale portarsela al seguito).
Ovviamente erano state avvisate le forze sovietiche e quelle siriane, per evitare la loro reazione antiaerea e non è escluso che invece gli elicotteri siano giunti dalla Turchia o abbiano fatto uno scalo in una zona controllata dai kurdi siriani
Vi è stato un violente scontro a fuoco, durante il quale sono stati eliminati alcuni miliziani. Al Baghdadi si è rifugiato in un tunnel sotterraneo senza sbocco, dove lo ha inseguito anche un cane di quelli che partecipavano all'azione. Aveva con sé tre figli e, quando si è visto perso, ha attivato una carica esplosiva facendosi saltare in aria con loro. Sembra che anche due delle sue mogli siano state eliminate. Pare che fra gli uccisi vi siano altri collaboratori
È stato raccolto materiale e in team, che ha avuto solo feriti leggeri, si è allontanato, dopo di cui l'area è stato oggetto di un attacco con bombe guidate che hanno distrutto quello che era rimasto, giusto per assicurare il risultato.
L'identificazione del ricercato è avvenuto con un confronto del DNA sui resti rinvenuti, non senza fatica, nel tunnel.
Capolinea per un personaggio spietato che ha fatto la fine di tantissimi dei suoi affiliati. Ora bisogna proseguire la caccia ai superstiti dato che l'organizzazione è ancora forte, dato che il suo capo aveva raggiunto un'area lontano dai santuari tradizionali, vicino al confine turco.
Fra le rarissime apparizioni dell'ucciso, un filmato in cui si mostrava appoggiato ad un muro, seduto, con al fianco un AKS-74, incredibilmente simile ad una analoga immagine di Bin Laden, eliminato nel 2011, dopo 10 anni di caccia.

domenica 27 ottobre 2019

Braking News


RAIDS STATUNITENSE VICINO A IDLIB.
ELIMINATO AL BAGDHADI? 

All'alba di oggi elicotteri da trasporto e d'attacco statunitensi hanno lanciato un attacco contro degli edifici situati vicino al villaggio di Barisha, a nord di Idlib, nella DSiria nord-occidentale, dove generalmente non operano le forze di Washington.
Sono attese maggiori informazioni da una dichiarazione ufficiale. Probabilmente è stata colpita una base di un gruppo integralista.
Sicuramente l'azione è avvenuta avvertendo Mosca data la presenza di forti postazioni missilistiche russe nell'area.
Daremo ulteriori informazioni non appena disponibili. 

CONFERMATA L'UCCISONE DI AL BAGHDADI 

Fonti statunitensi confermano l'uccisione del leader terroristico Al-Baghdadi, capo di Daesh e responsabili d'inaudite atrocità e crimini, non solo in Medio oriente ma anche in Europa.
L'uomo più ricercvato al mondo sarebbe stato ucciso da un attacco aereo, con le forze speciali statunitensi poi sbarcate da elicotteri per avere la conferma di quanto accaduto.
Daremo ulteriori informazioni non appena disponibili.
 

sabato 26 ottobre 2019

INCIDENTI IN IRAQ
 
 
manifestazioni contro l'Iran nella parte meridionale del paese hanno portato a seri scontri con alcune decine di vittime. Non è la prima volta che scoppiano disordini di questo tipo in quanto in molti non vogliano la presenza iraniana nel paese.

venerdì 25 ottobre 2019

DUE MILITARI TURCHI FERITI IN LIBIA
 
 
La Turchia di Erdogan non solo è impegnata in Siria ma anche, e direttamente, in Libia, a sostegno del governo del GNA, di cui è il principale alleato.
La riprova la si è avuta in questi giorni quando due militari di Ankara sono stati evacuati da Tripoli dopo che sono rimasti feriti, probabilmente durante un bombardamento aereo.
Ankara ha inviato in Libia anche ingenti quantitativi di armi, munizioni e veicoli, decisivi per consentire al GNA di resistere alla periferia di Tripoli all'offensiva delle forze nazionaliste.

MADURO INCONTRA ROUHANI


Il dittatore venezuelano Maduro ha incontrato in Iran il leader iraniano Rouhani. Il fatto che Maduro abbia abbandonato il paese, dopo lunghi mesi di gravi tensione, è indice che si sente abbastanza forte, avendo superato la crisi. Fra il suo regime e quello iraniano esiste una collaborazione e Maduro cerca di mascherare il fatto che non sarebbe accolto né in quasi tutta l'America Latina e settentrionale e in Europa.
Vi è una certa collaborazione fra i due paesi anche a livello militare e dell'intelligence e entrambi sono in pessimi rapporti con gli Stati Uniti anche se l'Iran lo è da molto più tempo e con ben altri toni. 
L'incontro è avvenuto a Baku, in Azerbaijan.

giovedì 24 ottobre 2019

L'ITALIA RITIRA I MISSILI DALLA TURCHIA
 
 
 
Finalmente l'Italia ritira i suoi missili antiaerei SAMP-T e i loro 130 militari che gestiscono questi sistemi, dalla Turchia. Vi erano giunti nel 2016 insieme ai PATRIOT spagnoli, per sostituire le batterie statunitensi e tedeschi schierate a suo tempo.
Dato che la Turchia è dentro la Siria, e non solo da ora, ci sembra che Ankara possa difendersi benissimo da sola, specialmente se s'infila a casa altrui.
I militari italiani non venivano mai citati e la cosa è venuta fuori solo dopo una interrogazioni di Fratelli d'Italia. Alla buonora. sperando che si faccia chiarezza e si diano informazioni sul altre missioni ad iniziare da quella in Libia, dove il governo fa finta di niente, nonostante che si bombardi a qualche centinaia di metri dalla base italiana all'aeroporto di Misurata e gli allarmi si susseguono numerosi.

ACCORDO IN VISTA PER LO YEMEN


Lo si era capito da molti mesi in cui i combattimenti si erano ridotti e si sapeva che le trattative erano i corso. Sembra che ora una tregua sia vicino anche nello Yemen, dopo anni di duri scontri. Gli houthi erano in condizioni molto difficili e non potevano resistere all'infinito. L'alleanza saudita non voleva attaccare le loro roccaforti sui monti e la capitale anche per non coinvolgere ulteriormente i civili. Erano finite anche le scorte di missili balistici sparati a più riprese sull'Arabia Saudita, capitale inclusa.
L'Iran spingeva gli houthi per proseguire la lotta ma la popolazione era troppo stanca e vi erano stati anche conflitti interni sulla linea da seguire, con altri morti. Vediamo se si arriverà ad un accordo effettivo.
SEMBRA TENERE LA TREGUA 
NELLA SIRIA SETTENTRIONALE


Sembra sostanzialmente tenere la tregua fra i turchi e i loro alleati rispetto alle Forze Democratiche Siriane.
Mosca ha annunciato che invierà un altro battaglione di polizia militare, con mezzi blindati, per far fronte alle nuove necessità in Siria. 
Inatnto, seppur non con la massima intensità, sono ripresi i bombardamenti anche nella Siria occidentale.

martedì 22 ottobre 2019

FERMATA L'OFFENSIVA TURCA IN SIRIA
 
 
Ankara ha annunciato di aver bloccato l'offensiva in nella Siria settentrionale, dopo un accordo fra Erdogan e Putin. Vi saranno pattugliamenti congiunti russo-turchi in una fascia di territorio profonda 10 chilometri all'interno del territorio siriano allo scopo d'impedire l'invio di armi al PKK in Turchia. 
I turchi si erano ritrovati con una fascia lunghissima di confine in mano alle milizie kurde in Siria e in Iraq e temevano il rafforzamento del PPK.
Putin è riuscito a soddisfare le richieste turche e allo stesso tempo ad assicurare il controllo di una parte notevole del paese alle forze di Damasco sue alleate, altrimenti escluse da un'area enorme anche se ancora non possono entrare nella parte orientale del paese.
Gli Stati Uniti si sono giocati una parte della loro credibilità ma oggettivamente erano in una situazione difficile operando su entrambi i lati del confine fra Turchia e Siria anche se non hanno mai appoggiato assolutamente l'attività del PPK, da loro dichiarato da tempo un'organizzazione terroristica.
Impressionante l'assenza di peso dell'Europa. Certo se si sperava che una come la Mogherini avesse un qualche peso in una partita giocata fra Putin, Erdogan, Trump, Assad, Daesh e via proseguendo, si era degli illusi assoluti.

SIRIA; ACCORDO FRA ERDOGANE PUTIN
Durante l'odierno meeting fra Erdogan e Putin, a Poti, della durata di 7 ore, è stato raggiunto un accordo per il pattugliamento congiunto fra militari russi e turchi di parte del confine siro-turco. Il ministro degli esteri russo Lavrov ha dichiarato che l'Operazione SORGENTE DI PACE è conclusa. Bisogna vedere cosa accadrà realmente in quanto i dubbi e le incertezze sono ancora molte.
Forse Erdogan è rimasto spiazzato dal fatto che i militari siriani e russi hanno occupato rapidamente, con l'accordo kurdo, una serie di posizioni, finendo per bloccare la sua offensiva.

SIRIA: A POCHE ORE DELLA FINE DELLA TREGUA
A poche ore dalla fine della tregua, si combatte duramente a occidente di Tall-Tamr, dove i kurdi hanno ripreso il controllo del bivio strategico dove dalla M4 si dirama la strada per Deir-ez-Zor. 
Sembra che i reparti dell'Esercito Della Siria Libera, appoggiati dai turchi, non reggano i combattimenti contro i kurdi, nonostante l'appoggio dell'artiglieria di Ankara.
In molti punti sono giunti i reparti di Damasco per cui avanzare significherebbe scontrarsi con loro, decisi a respingere i turchi e i loro alleati oltre confine. Sono intanto ripresi i bombardamenti russi a sud di Idlib, per non allentare la presa.
Il quadro complessivo ci sembra molto delicato e foriero di ulteriori conflitti.
Oggi Erdogan incontra Putin, probabilmente un momento cardine ma non facile per Putin dato cli interessi contrastanti di siriani e turchi.

lunedì 21 ottobre 2019

LE FORZE TURCHE AVANZANO IN ALCUNE ZONE
 
 
Nonostante la tregua, le truppe turche hanno conquistato, anche tramite le milizie siriane loro alleati, altri spicchi del territorio siriano, in particolare a occidente di Tall Abyad , lungo il confine, per cercare di collegarsi con un altro asse di penetrazione che si è sviluppato una ventina di chilometri ad occidente della località siriana.
Intanto le forze statunitensi in parte si sono ridislocate in Iraq. In alcuni punti i kurdi tirano loro pomodori e pietre, manifestando la loro delusione, diretta verso i politici più che contro i militari.

domenica 20 ottobre 2019

DISORDINI A BARCELLONA E IN CILE
 
 
A Barcellona, dopo la sentenza di condanna per i leader indipendentisti catalani, da più giorni vi sono manifestazioni anche con scontri ma Madrid sembra in grado di controllare la situazione.
In Cile vi sono stati disordini per motivi economici, con violenze e saccheggi. Sono intervenuti anche veicoli blindati ruotati ma qualcuno, sempre per ricordare il colpo di stato dell11 settembre 1973, ha subito parlato di carri armati per le strade di Santiago.
Ci sono stati tre morti ma si trattava di tre ladri che stavano facendo saltare in aria un bancomat. 
I mezzi blindati sono intervenuti in quanto vi erano stati alcuni gravi saccheggi. Il Cile è l'economia più forte del continente ma i problemi non mancano.

BASE GALLEGGIANTE IRANIANA IN MAR ROSSO


Da oltre due anni l'unità mercantile iraniana SAVIZ è ancorata in mar Rosso, fra la costa Yemenita e quella Eritrea, a largo delle isole Dhalac. L'unità è ovviamente utilizzata per ruolo di spionaggio e ed eventuali azioni offensive. RAIDS lo ha scoperto perché la petroliera SABITIA, diretta a Suez e a bordo della quale vi sono state due strane esplosioni, si è fermata per un paio di giorni nei pressi dell'unità ancorata da tempo in zona, forse per alcune riparazioni urgenti.
Probabilmente l'unità è stata utilizzata per inviare rifornimenti alle forze houthi in Yemen, per esempio per controllare che non vi fossero unità della coalizione avversa in zona.



SCONTRI IN KASHMIR


Dopo che l'india ha denunciato l'uccisione di due militari e un civile, è scattata un'azione contro una base dei guerriglieri islamici che operano in Kashmir, oltre la linea del cessate il fuoco del 1948, con l'uccisione di una decina di guerriglieri, secondo fonti indiane non confermate. Il pakistan rivendica invece l'uccisione di nove militari indiani in questi scontri.
La situazione in tutta la regione rimane di grande tensione dopo che l'India ha deciso di ridurre drasticamente l'autonomia di cui godeva la parte indiana.


Speciale Battaglia per Tripoli

ANCORA ATTACCHI AEREI

Se sul fronte la situazione è abbastanza ferma, si cerca di sfruttare i velivoli per una serie di attacchi. Nella notte fra il 18 e il 20 ottobre, teleguidati (i soliti velivoli cinesi) hanno colpito il solito grande deposito di equipaggiamenti sul lato sud-occidentale dell'aeroporto di Misurata, provocando una serie di grosse esplosioni princiapli e secondarie (probabilmente anche muniziomento antiaereo). Il contingente italiano, sul posto, è stato tutto mandato nei rifugi, come avviene praticamente tutte le notti, in quanto sistemato a breve distanza, sul lato opposto dell'aeroporto. Non si registrano danni o feriti e neppure mezza riga dalle fonti ufficiali, non fosse altro che per tranquillizzare le famiglie dei militari.
La notte precedente un teleguidato al servizio dei nazionalisti era stato abbattuto nei medesimi cieli, da un missile, probabilmente un SA-9 rimesso in efficienza.
Ieri, in un attacco diurno, sono state colpiti obiettivi a 20 km ad occidente di Misurata.
 

sabato 19 ottobre 2019

LA SITUAZIONE SUL CONFINE TURCO -SIRIANO
 
 
La tregua fra turchi e kurdi di Siria, tiene, Le milizie siriane filo-turche che sono utilizzate come unità di contatto in prima linea, hanno dovuto abbandonare alcune località sotto la spinta dei contrattacchi kurdi, dimostrando scarsa attitudine al combattimento contro unità decise (era già emerso all'epoca dell'offensiva di Daesh), nonostante l'appoggio dell'artiglieria turca.
La situazione più delicata è nella cittadina di confine di Ras al-Ayn, dove i kurdi hanno resistito ma che, seppur di poco. risulta circondata. U turchi si rifiutano di far uscire i difensori nonostante lo preveda il cessate il fuoco.
Intanto si è perfezionato il dispiegamento delle forze di Damasco e di elementi russi che praticamente fissano i margini dell'avanzata di Ankara che ha raggiunto solo parzialmente lo scopo di ottenere una fascia di sicurezza di 30/35 km entro il confine siriano. 

RUSSIA INTENSIFICA RAID AEREI SU IDLIB

Nelle ultime ore si è registrato un aumento nella frequenza di attacchi aerei portati a segno dall'aviazione russa nella provincia di Idlib dove, è bene non dimenticarlo, ormai da anni, è in atto una guerra d'attrito tra le forze governative siriane e le varie fazioni ribelli che ancora operano nel paese. Indirettamente il controllo della provincia di Idlib coinvolge anche Russia e Turchia, le quali supportano militarmente le parti opposte.
Il nuovo fronte apertosi a nord dell'Eufrate con l'attacco turco, apre un nuovo terreno di scontro tra le due potenze: sisono infatti registrati dei voli di ricognizione di aerei russi anche sopra i cieli di Manjib, uno degli obbiettivi principali dell'offensiva di Erdogan, che, già nel febbraio del 2018, aveva cercato di appropiarsene.Se allora era stata la presenza americana a funzionare da deterrente è legittimo chiedersi se la Russia, ed il governo siriano, riusciranno a fare altrettanto.
 

venerdì 18 ottobre 2019

I KURDI RIPRENDONO ALCUNE POSIZIONI
I reparti dell'YPG (la milizia kurda) hanno ripreso il controllo di alcuni villaggi dimostrando di avere buone capacità operative nonostante la pratica assenza di armi pesanti. Oramai sanno che su tutto il fronte stanno arrivando i reparti di Damasco che non mancano certo di armi pesanti. Cosa farà a questo punto Erdogan?
L'operazione per ora ha avuto solo un successo parziale nonostante il divario di forze in campo e uno scontro con i reparti di Assad sarebbe carico d'incognite anche per la presenza dei militari russi. 
Le forze statunitensi, britanniche e francesi si sono spostate più a sud, dove i reparti di Damasco non sono stati autorizzati ad entrare.

LA SITUAZIONE IN SIRIA 



Non mancano le violazioni della tregua nella Siria  settentrionale, oggetto dell'Operazione turca SORGENTE DI PACE. Ci sono combattimenti in vari punti del fronte e le forze di Ankara e i suoi alleati spingono ancora. E' chiaro che Erdogan vuole avere altro territorio siriano dove spingere 3/3 milioni di rifugiati siriani, scacciandoli dalla Turchia. In alternativa proverebbe a spedirli in Europa.
Ora le forze siriane di Assad stanno prendendo posizione lungo la linea di contatto, insieme a piccole unità russe, per cui le sacche rimarranno relativamente piccole per la massa dei profughi, in aree dove le risorse non sono certo abbondanti. Forse Erdogan non aveva previsto questo  nuovo quadro strategico, con i kurdi che, mollati in asso da Trump, hanno dato via libera per una parte del territorio che controllavano, alle forze di Assad. Ma se in alcune zone i militari di Damasco sono stati accolti bene, in altre parti, come a Raqqa, la gente è scesa per le strade per bloccarle.
Trump si dichiara soddisfatto della mossa turca ma temiamo che questa non sia che una nuova fase della guerra in Siria.  



giovedì 17 ottobre 2019

NEL DONBAS SI MUORE SEMPRE 



Si parla poco di quanto accade sul fronte del Dombas ma gli  scontri si ripetono. Negli ultimi due giorni sono tre i militari ucraini rimasti uccisi secondo fonti di Kiev mentre dall'altra parte del fronte non si rilasciano informazioni di questo tipo anche se il ripetersi di funerali di giovani militari indica chiaramente che anche da quella parte vi sono perdite. 
La situazione economica è disastrosa  e la popolazione è spaventata dal prossimo inverno. Anche in Crimea le cose proseguono a non andar bene. L'agricoltura è stata praticamente distrutta dalla chiusura della fornitura dell'acqua del Dnipro mentre i flussi turistici si sono ridotti drasticamente.
Si tratta a livello politico e si fanno dei piccoli passi in avanti ma siamo lontani, molto lontani, da una possibile intesa.

MILIZIE SCIITE DALL'IRAQ ALLA SIRIA
 
 
La scorsa notte cinque autobus carichi di miliziani del gruppo Forze di Mobilizzazione Popolare Irachene, formato da sciiti appoggiati dall'Iran, è transitato in Siria. Non è ancora chiaro se verranno utilizzati per dare la caccia alle cellule superstiti di Daesh, andranno a fronteggiare i i turchi e le milizie siriane loro alleate oppure si schiereranno più a occidente.
Si tratta di una complicazione della già drammatica e molto complessa situazione in Siria.

SCENA RACCAPRICCIANTE IN SIRIA 


Di guerre ne abbiamo seguite tante e sappiamo che non sono certo dei giri di valzer. Anzi, alcune sono dei mattatoi spaventosi. Certo ci ha colpito vedere in un video che militari turchi (probabilmente delle forze speciali, con tanto di HK G-3 con lanciagranate coassiale da 40 mm) decapitano degli avversari morti e mostrano le loro teste, gettandole poi per terra. Questo non è una banda di miliziani di un remoto paese ma arretrato ma sono componenti di un esercito della NATO.
Abbiamo avuto il video da un collaboratore di RAIDS e sicuramente scatenerà violente reazioni. Se qualcuno pensa di regolare i problemi tagliando le teste, se ne assume tutte le responsabilità e innesca un circuito di violenza che avrà pesanti ripercussioni.
Crediamo che ad Ankara non saranno contenti ma dovevano pensarci prima. Ma forse certi politici di quel paese stanno facendo una serie di errori molto gravi.


TREGUA DI 120 ORE IN SIRIA
Dopo l'incontro fra il vice presidente statunitense e Erdogan, quest'ultimo ha annunciato un cessate il fuco di 120 ore per "permettere il ripiegamento delle forze kurde". Peccato che quest'ultim non hanno nessuna voglia di ritirarsi e stiano arrivando importanti rinforzi da Damasco.
A nostro avviso l'estendersi dello scontro è molto probabile per le forze di Assad si schiereranno su tutta la linea di contatto. 
Potrebbe essere anche che Erdogan si sia reso conto di essersi cacciato in un guaio e cerchi di uscirne il qualche modo.

SIRIA: PROBLEMI PER ERDOGAN
 
 
I reparti di Erdogan stanno incontrando forte resistenza da parte di quelli kurdi nonostante il terreno pianeggiante offra per loro enormi vantaggi. Ma quel che è peggio è che davanti a loro, in molte zone, vi sono i reparti siriani di Damasco e alche quelli russi, che bloccano ulteriori avanzate. Addirittura in alcuni punti i kurdi stanno contrattaccando e le milizie filo-turche stanno subendo dei rovesci, nonostante il massiccio appoggio dell'artiglieria e dei velivoli turchi, ben dotati anche in fatto di UAV. Non è escluso che le forze di Damasco si lanciano in ulteriore offensive. Per Erdogan si prospetta l'incubo di un conflitto lungo e costoso, magari rimediando anche delle sanzioni economiche.

mercoledì 16 ottobre 2019

FORTI COMBATTIMENTI IN SIRIA
 
 
Si combatte aspramente su diversi fronti del nuovo teatro bellico al confine fra Siria e Turchia. L'YPG sta ancora resistendo in modo accanito nella cittadina di Sere Kanje, esattamente sul confine mentre più a sud di questa località ci si affronta lungo la statale M4. Nonostante l'enorme dispiego di mezzi, l'avanzata dei turchi e dei loro alleati siriani (incluso appartenenti a gruppi radicali) incontra difficoltà e i kurdi dell'YPG hanno catturato dei veicoli avversari.
Intanto le truppe di Damasco si sono schierate in molte zone di contatto insieme anche a reparti russi mentre gli iraniani sono assenti in questa nuova fase per evidenti motivi di opportunità.
In questa fase, estremamente fluida, i rischi di uno scontro fra reparti di Damasco e forze filo turche, se non turche, è molto alto. I reparti dell'Esercito Arabo Siriano (le forze di Assad) sono giunte fino a Kobane, sempre sul confine turco, per cui la fascia di 30 km (poi divenuti anche 35) ipotizzata da Erdogan all'interno del territorio siriano, difficilmente si realizzerà.
Le forze di Damasco sono entrate anche nell'enclave kurda a nord di Aleppo
I piccoli reparti statunitensi che erano nell'area, si sono ritirati, talvolta distruggendo le piccole basi che avevano realizzato. Non mancano le critiche a Trump per le scelte fatte in un contesto, per altro, non facile. Oggi ci sarà un incontro fra Erdogan e il vice-presidente statunitense. Di sicuro la posizone russa nell'area si è rafforzata ma questo potrebbe guastare i rapporti con la Russia.
L'Europa è ai margini di queste vicende, incapace di gestire crisi come le tante che si dipanano non lontano dai suoi confini.

martedì 15 ottobre 2019

LA CRISI VENEZUELANA PROSEGUE
 
 
La crisi in Venezuela non si è certo risolta, nonostante se ne parli meno. Mancano le grandi manifestazioni ma l'economia è sempre al disastro e, per esempio, continuano i blackout elettrici sulla rete nazionale.
Il regime ha mantenuto il potere con la forza e sembra che tutti a questo punto attendano una prova elettorale con l'incognita però di eventuali e probabili brogli.

ATTACCO AEREO A BASE IRANIANA
 
 
La scorsa notte "velivoli non identificati" hanno attaccato una base iraniana al confine fra Iraq e Siria, in territorio siriano. Si stanno ripetendo azioni di questo tipo, probabilmente condotte da velivoli israeliani che non vogliono il consolidamento della cosiddetta "autostrada sciita", vale a dire il percorso fra l'Iran e il Libano, utilizzato per l'invio di uomini e rifornimenti dal regime iraniano. Sarebbe interessante sapere se sono gli F-35 a condurre queste operazioni colte a colpire l'espansionismo iraniano e viste bene da vari paesi arabi che si trovano nel mirino delle attività di Teheran. 

SIRIA: PROBLEMI PER ERDOGAN
 
 
Nonostante lo sfilamento dei reparti statunitensi, le cose in Siria non vanno come Erdogan aveva previsto. Non solo i kurdi resistono in modo efficacvi, sapendo che stanno ora arrivando i reparti di Damasco, ma si stanno schierando anche militari russi, giunti, per esempio, a Mambij.
Probabilmente i turchi e le milizie siriane che loro appoggiano, si dovranno fermare ma anche questa misura non esclude il rischio di uno scontro in campo aperto.
Intanto Erdogan continua a minacciare l'Europa utilizzando i circa tre milioni di rifugiati siriani (ma non solo siriani) che vivono attualmente in Turchia. Una impaurita Europa esita sul da farsi, confermando tutti i suoi limiti.

AGGIORNAMENTO SITUAZIONE SIRIA 



Le forze di Damasco si stanno rapidamente schierando nel nord-est del paese e, per le zone più nord orientale, stanno facendo ricorso al trasporto aereo. Vi è ancora una presenza statunitense e sono in corso movimenti. Una piccola posizione vicino a Mambij è stata evacuato da tre elicotteri mentre è stato avvistato anche un non identificato L-100, versione civile del quadriturbina C-130, utilizzato anche per operazioni segrete.
Il rischio di uno scontro in campo aperto fra forze siriane e turche (incluso le milizie appoggiate da Ankara)  è molto alto. 
Intanto sta crescendo questa nuova crisi umanitaria, con molte decine di migliaia di profughi.
L'Europa ha deciso un embargo sulle armi dirette in Turchia ma solo per i nuovi contratti.

lunedì 14 ottobre 2019

PROSEGUE L'AVANZATA DELLE FORZE DI ANKARA
 
 
I reparti turchi, qualcosa come 160.000 militari inclusi i miliziani siriani alleati, proseguono l'avanzata in due zone del settore centrale del confine fra Siria e Turchia in precedenza controllati dall'SDF (in totale 370 km). Ma anche i reparti di Damasco si muovono molto rapidamente e domani si fronteggeranno. Non solo vi è un rischio di uno scontro diretto a terra ma anche in aria, dato che le forze di Damasco schiereranno anche aerei e armi antiaeree, assenti in quelle a guida kurda.

AVANZANO LE FORZE TURCHE 
MA ANCHE QUELLE DI DAMASCO  


E' in corso una vera e propria corsa fra le forze turche e i loro alleasi siriani (in particolare l'Esercito della Siria Libera e altre formazioni) e quelle di Damasco, che, dopo un accordo, stanno velocemente avanzando verso il confine.
I turchi e i loro alleati stanno occupando diversi centri ma ci si chiede cosa accadrà quando le forze di Damasco e Ankara verranno in contatto diretto. 
I reparti di Assad sono già arrivati a Mambij e stanno spingendosi verso il confine mentre quelli turchi avanzano ma sono contrastati.
Le forze statunitensi rischiano di ritrovarsi in mezzo a una situazione molto delicata e comunque hanno perso il controllo almeno di questa grande area. I reparti di Assad sono dentro la base aerea di Tabqa mentre i turchi sono giunti sulla grande arteria che scorre una trentina di chilometri a sud del confine (la M4).
Cresce il rischio di un grande scontro di tipo convenzionale con conseguenze imprevedibili. Anche le forze britanniche e francesi si sono allontanate dalle forze turche avanzanti mentre, come al solito, l'Europa balbetta.
Vi è poi il problema di milizia di prigionieri di Daesh che rischiano di fuggire. Non crediamo che Daesh risorgerà per il semplice fatto che le forze di Damasco hanno metodi radicali per sradicare la loro presenza sul territorio e non si fanno molti problemi.

domenica 13 ottobre 2019

SULL'ATTACCO ALLA PETROLIERA IRANIANA 


Circa le due esplosioni avvenute  su di una petroliera iraniana SABITI 1, avvenuta venerdì nel Mar Rosso centrale, possiamo dire con assoluta certezza che non si è trattato di esplosioni collegate a "missili antinave", come rivendicato dal regime iraniano. Addirittura una delle esplosioni ha provocato un foro rettangolare, senza danni di rilievo dietro lo scafo. 
Confermiamo i nostri sospetti sul fatto che gli iraniani abbiano messo in atto una messinscena per tentare di giustificare eventuali loro ulteriori attacchi.
Inoltre il petrolio fuoriuscito dalle sue cisterne sta inquinando le acque saudite, da cui si estrae l'acqua potabile di  molti di quei territori, provocando ulteriore allarme.

SESTO GIORNO DI OFFENSIVA TURCA IN SIRIA
 
 
Siamo al sesto giorno di offensiva turca nella Siria nord-orientale. I combattimenti sono sempre intensi e Ankara  utilizza in prima linea milizie siriane a lei fedeli, appoggiati dalle armi pesanti e dai velivoli turchi. L'avanzata è abbastanza facile in quanto mancano appigli tattici e i kurdi non vogliono logorarsi in inutili e velleitarie difese.
Intanto però è stato raggiunto un accordo con Damasco, le cui forze stanno avanzando, anche con armi pesanti, verso la frontiera.
 
Gli Stati Uniti si stanno defilando e i paesi europei stanno parlando di misure economiche, ad iniziare dall'embargo sulle forniture militari.

ASSAD INTERVIENE NEL NORD DELLA SIRIA

 Mentre le truppe turche continuano ad avanzare rapidamente ed inesorabilmente nel nord della Siria, da Damasco è partito l'ordine di far partire un nutrito contingente proprio verso il nord del paese. 
Non è ancora chiaro quale siano le intenzioni di Assad: probabilmente si tratta di una mossa che, approffittando del caos generato dalle operazioni turche, mira a riconquistare il controllo effettivo di quella che, di fatto, era una regione autonoma gestita dai curdi.
Se però turchi e siriani si dovessero scontrare (nella confusione generale la cosa non è da escludere) le conseguenze potrebbero essere imprevedibili. Ricordiamo che i due paesi sono ancora su fronti opposti per quanto riguarda il controllo della provincia di Idlib. 
Nel frattempo le truppe americane che ancora si trovano in territorio siriano si trovano ora tra i due eserciti in avanzata: si tratta di una situazione estremamente delicate, la cui gestione è di fondamentale importanza per evitare che sorga un conflitto le cui conseguenze si espanderebbero sicuramente oltre i confini siriani.
 
LA STRAGE DEI CURDI IN SIRIA

Sono passate poche ore dall'inizio delle operazioni delle forze Turche in Siria contro i curdi che controllano la regione nord-orientale del paese, e già sono decine i casi riportati di violenze ed uccisioni indiscriminate da parte dell'esercito di Ankara. La brutalità delle forze di Erdogan è indirizzata in particolare verso i capi curdi, tra cui si registrano anche numerose donne, che vengono sistematicamente uccisi appena catturati. 
Ricordiamo che chi sta compiendo questa strage è un membro della NATO. Riteniamo che questo comportamento sia inaccettabile e che i governi occidentali e la stessa Alleanza Atlantica debbano intervenire, coi mezzi disponibili e necessari, per far si che il la Turchia venga messa di fronte alle proprie responsabilità prima che la Siria diventi teatro dell'ennesima mattanza.
 

REAZIONE DELLE DIPLOMAZIE OCCIDETNALI AD OPERAZIONI TIRCHE IN SIRIA

L'attacco della Turchia nei confronti delle forze curde in Siria ha causato notevole clamore nelle opionini pibbliche di tutti i paesi, e i governi, seppure con una innegabile lentezza, sembrano reagire. Molti paesi europei, tra cui Francia, Germania ed altri (l'Italia per bocca del Premier e del Ministro degli Esteri si è per ora limitata a generiche condanne verbali), hanno dichiarato la volontà di interrompere la vendita di armi alla Turchia. Sebbene questo gesto non possa in alcun modo influenzare l'andamento delle operazioni sul campo, rappresenta comunque una ferma presa di posizione, ed un chiaro messaggio ad Erdogan e alle sue velleità espansionistiche. Gli Stati Uniti hanno invece annunciato che imporranno una serie di sanzioni economiche su Ankara, sebbene non sia ancora chiaro quando verranno implementate e in che forma.
 
FORZE SPECIALI AMERICANE ATTACCATE DA BOMABRDAMENTO TURCO
 
Durante un bombardamento di artiglieria da parte delle forze Turche nei pressi di Kobane sono stati coinvolte truppe statunitensi. Si tratterebbe di un gruppo di forze speciali stanziate nella zona. Non risultano feriti tra i soldati americani. Il Pentagono ha subito reagito al gesto, sottolineando come la Turchia, suo alleato, conosca le posizione delle forze americane stanziate  in Siria, riservandosi il diritto all'autodifesa nel caso il proprio personale venga messo in pericolo.
 

venerdì 11 ottobre 2019

ESPLOSIONE SU 
PETROLIERA IRANIANA IN MAR ROSSO
Questa mattina una esplosione si è registrata a bordo della petroliera iraniana SAPITI I, in navigazione nel mar Rosso centrale. Gli iraniani palano di due missili anche se l'unità ha ripreso la marcia.
Potrebbe essere una reazione ai tanti attacchi iraniani contro i commerci petroliferi di Arabia Saudita ed Emirati oppure  una provocazione per "giustificare" altre azioni iraniane.
Come se non bastasse lo scontro in Siria, ora s'impenna di nuovo anche questo settore. Gli iraniani hanno problemi di sanzioni per le loro esportazioni petrolifere e hanno già dimostrato di essere pronti a gesti anche di estrema gravità.


giovedì 10 ottobre 2019

COMBATTIMENTI E BOMBARDAMENTI SUL CONFINE
 
 
Proseguono i combattmenti e i bombardamenti fra reparti turchi, aon milizie siriane loro alleate, e le Forze Democratche Siriane. Si contano decine di vittime mentre decine di migliaia di civili sono in fuga.
Ancora sembra non essere partita l'offensiva turca in grande stile anche per le pressioni internaizonali.

mercoledì 9 ottobre 2019

PROSEGUE L'OFFENSIVA DI ERDOGAN IN SIRIA
 
 
Questa mattina si combatte  in vari punti dei 370 chilometri di confine fra Siria e Turchia controllati dalle Forze Democratiche Siriane dopo l'inizio dell'operazione SORGENTE DI PACE voluta da Erdogan, scattata, nonostante vari ammonimenti, dopo che Trump ha ritirato i pochi elementi statunitensi presenti sul confine, un gesto che ha lasciato sorpresi vari e qualificati osservatori. probabilmente non il primo errore del presidente statunitense nella seppur complessa vicenda del lungo conflitto in Siria, uno scontro anche a livello internazionale  di vaste proporzioni.
I kurdi sono decisi a resistere anche se sono inferiori sotto il punto di vista numerico e soprattutto a livello di mezzi pesanti.
L'azione di Erdogan non trova giustificazione neppure con l'attività militare kurde in Turchia che si è da tempo ridotta notevolmente. Probabilmente ha bisogno di  più territorio siriano dove rimandare una parte dei tre milioni di profughi siriani che si trovano in Turchia e che l'Europa non vuole assolutamente vedersi giungere sul suo territorio (nonostante non siano profughi economici, a differenza di altri che giungono dall'Africa e da altre zone)e che pesano sull'economia di Ankara.
Con la sua politica Erdogan ha allontanato completamente la Turchia dall'Europa, cacciandola in un difficile confronto in Medio oriente che lo vede allontanarsi perfino dalla NATO. Fioccano
Intanto, approfittando della situazione, perfino Daesh tenta  di rialzare la testa, lanciando alcune azioni.

Breaking news

INIZIATO L'ATTACCO TURCO IN SIRIA

Nel pomeriggio, intorno alle 15.00, è partita l'offensiva turca in Siria, contro le aree controllate dalle FDS. Per ora è intervenuta l'artiglieria e l'Aeronautica. Forniremo ulteriori informazioni. 
Ankara ha annunciato che l'operazione è denominata SORGENTE DI PACE, ma crediamo che di pace ve ne sarà molto poca. 

AGGIORNAMENTO DELLE ORE 23.00
L'offensiva turca in Siria prosegue. Uno dei punti dove è stata passata la frontiera è Ras al-Ayn. Al momento la reazione delle forze kurde è piuttosto determinata ma ora stanno lavorando soprattutto i reparti speciali. Probabilmente l'offensiva principale partirà alle prime luci dell'alba. I kurdi hanno reagito ai bombardamenti turchi anche con colpi di mortaio oltre confine.
Stanno intanto crescendo le reazioni a livello internazionale, con varie dichiarazioni anche se servirebbero passi più concreti, a livello economico per esempio
RECORD DI SORTITE USA IN AFGHANISTAN
 
 
 
Settembre 2019 ha fatto registrare, con 848 missioni, il maggior impegno dei velivoli statunitensi fin dal lontano 2010. Con i velivoli si è colpito concentramenti di miliziani talebani, infliggendo perdite significative, sia in missioni di appoggio diretto sia in attacchi contro biettivi specifici.
Tutti queste sortite, a cui si aggiungono quelle dell'Aeronautica di Kabul, sono servite anche per innalzare lo spirito dei reparti regolari. Le sortite si riferiscono sia a velivoli pilotati che ai più economici UAV.

AGGIORNAMENTO SITUAZIONE SIRIA 


Calma carica di tensione nel nord della Siria. I kurdi hanno schierato le loro forze che però non includono mezzi pesanti, un handicap non da poco dato che i 370 km di confine fra Siria e Turchia che controllano sono sostanzialmente pianeggianti. In caso di attacco di Ankara probabilmente vi sarebbero delle conseguenze economiche e probabilmente nascerebbero problemi con gli Stati Uniti e a Russia, in un momento già difficile per l'economia del paese. 
Intanto vi sono combattimenti nella sacca sotto controllo turco a nord di Aleppo ma questa non è una novità. Sono invece diminuiti sostanzialmente i combattimenti a sud di Idlib
Forse il governo italiano farebbe bene a ricordarsi che nei pressi di quel confine abbiamo sempre una batteria di missili terra-aria, giunta, in sostituzione di un reparto tedesco, per proteggere lo spazio aereo turco. Possiamo noi proteggere un paese che invade un altro paese? Ovviamente di questo problema non si parla minimamente mentre a noi ci sembra un problema pressante.

martedì 8 ottobre 2019

ATTACCO DI DAESH A RAQQA
 
 
Una cinquantina di miliziani di Daesh hanno attaccato una nase militare delle FDS nel centro di Raqqa, in Siria. Il gruppo integralista musulmano è stato sconfitto ma non annientato e lancia ancora azioni nel paese. I militari kurdi stannoregendo all'azione, la maggiore in questa zona da molti mesia questa parte.

BOMBARDAMENTI TURCHI IN SIRIA 


L'artiglieria turca sta bombardando le posizioni delle Forze Democratiche Siriane nella Siria settentrionale. La tensione è alle stelle mentre i kurdi si sono disposti per fronteggiare un attacco. Il problema è che non solo i kurdi sono combattenti decisi ma potrebbero godere dell'appoggio delle forze di Damasco che dispongono di non pochi mezzi pesanti. Sul confine sono stati schierati elementi del 3° Corpo d'Armata turco.
In sostanza, si rischia un conflitto convenzionale che potrebbe costare molto caro ad Ankara. Le sue Forze Armate sono state non poco indebolite dalle grandi purghe scatenate da Erdgan dopo l'agosto del 2016.

MOZAMBICO: UCCISI NOVE ESTREMISTI MUSULMANI
 
 
L'Esercito di Maputo ha annunciato di aver eliminato in combattimento nove miliziani integralisti musulmani nella provincia di Capo Delgado, la più settentrionale del paese, al confine con il Kenia. In quelle zone da anni vi è una guerriglia di stampo jihadista dato che qui vi è una presenza musulmana.

LA COALIZIONE STRAPPA CITTA' AGLI HOUTHI
 
 
 
Le forze della coalizione anti-houthi hanno conquistato la città di al-Fakher, nella parte meridionale del paese, a nord di Aden.
Vi è anche la probabilità che riprendano i combattimenti nell'area della città di Taiz, già al centro di furibonde battaglie negli scorsi anni. 

SEMPRE ALTA LA TENSIONE NEL NORD DELLA SIRIA
 
 
Ore di grande tensione nel nord della Siria. Il presidente Trump ha precisato che il ritiro statunitense si riferiva a soli 100 militari (ma dipende anche dai punti in cui si trovavano) mentre secondo Ankara dovrebbero partecipare anche 14.000 combattenti siriani suoi alleati anche se dovrebbero abbandonare altri fronti, come quello di Afrin.
Un ukteriore passo turco in Siria potrebbe aggravare la situazione e rinfocolare il conflitto. Erdogan ha bisogni però di un elemento di successo e vorrebbe coglierlo contro le Forze Democratiche Siriane, su base kurda, prendendosi però dei rischi.

lunedì 7 ottobre 2019

PROSEGUE L'OFFENSIVA NAZIONALISTA 
A SUD DI TRIPOLI 
 
 
 
Sfruttando l'appoggio aereo, i nazionalisti sono ancora all'offensiva a sud di Tripoli, Sono in corso combattimenti che potrebbero avere importanti conseguenze.
Intanto cresce la pressione nazionalista anche su Sirte.
LE PATTUGLIE STATUNITENSI SI RITIRANO DAL CONFINE FRA SIRIA E TURCHIA: 
ALTISSIMA TENSIONE


Le pattuglie statunitensi lungo i 370 chilometri di confine fra Siria e Turchia controllate dalle Forze Democratiche Siriane, si sono ritirate in quanto viene dato per altamente probabile un'offensiva turca, per assumere il controllo di una fascia di 30 km di territorio siriano.
Ovviamente i kurdi hanno fatto affluire rinforzi ma si sentono, e non è la prima volta, traditi, dopo essersi impegnati duramente contro Daesh. Erdogan ha bisogno di un successo che faccia risalire la sua figura, ultimamente piuttosto appannata, sia per l'andamento delle operazioni in Siria, sia per l'andamento elettorale.
PROTESTE CONTRO L'IRAN A BASSORA 


Una folla di manifestanti ha assalito il consolato iraniano a Bassora, segno che il gradimento del regime degli  religiosi sciiti non è apprezzato in Iraq. Non è la prima volta che accade ma gli iracheni sono probabilmente stufi della presenza destabilizzante iraniana e delle milizie foraggiate dal regime.
Il recente attacco iraniano con missili da crociera, ha innalzato la tensione in tutta l'area mentre la gente è arcistufa di guerre e scontri che portano solo alla miseria.

domenica 6 ottobre 2019

Speciale Battaglia per Tripoli 

OFFENSIVA SU AZIZIYAH
Oggi è partita l'offensiva nazionalista su Aziziyah. il nodo stradale di grande importanza, circa 50 km a sud della capitale libica. Se cade il grande ma stretto saliente che si spinge fino a Gharyan, si trasformerebbe in una sacca, con pesanti conseguenze per le milizie del GNA. Sono in corso violenti combattimenti e aggiorneremo i lettori circa la situazione.

CONTE RINUNCIA A 5 FUCILI
MA NON AGLI F-35 

Ricorderete quando Conte (nella precedente versione) ad Arezzo istituì una borsa di studio dicendo che la Difesa rinunciava a cinque fucili, un gesto profondamente demagogico, a cui applaudirono i soliti noti.
Bene, vorremmo sapere cosa pensano i medesimi signori del fatto che Conte (in versione .2,) ha assicurato i segretario di Stato Pompeo che il programma F-35 va avanti regolarmente.
Noi siamo stati sempre dell'avviso che, superato un certo punto, qualsiasi ipotesi di blocco sarebbe una catastrofe, politica oltre che economica. Però da LEU, dai 5 Stelle e via proseguendo, vorremmo sapere che cosa ne pensano di questa scelta. Non hanno proprio niente da dire o erano "distratti"e non se ne sono accorti? 
E' evidente che davanti a pochi migliaia di Euro Conte fa il pacifista, ma davanti a commesse importanti e con i rapporti con gli Stati Uniti in ballo, si allinea e scatta sugli attenti.
Intanto vi è il rischio di dazi sull'agro-alimentare italiano, perché gli USA accusano l'Europa di aiuti di stato al gruppo Airbus. Piccolo ma non secondario dettaglio: l'Italia non fa parte di Airbus ma, anzi, diverse aziende collaborano con la statunitense Boeing. La cosa ci sembra al limite dell'offensivo e dell'irrazionale.
Seguiremo lo sviluppo della situazione e, intanto, auguriamo a Conte di stare sereno e di ripassare la parte del "servitore dei due padroni" di una famosa commedia.

POSSIBILE OPERAZIONE TURCA IN SIRIA
 
 
Sovente quando circolano voci insistenti circa un'operazione, questa poi non avviene. Per quanto riguarda quella turca in Siria, vi sono delle possibilità ma non alte, Ankara cerca di fare pressioni sugli Stati Uniti perché crei una zona cuscinoetto fra il confine fra i due paesi, dove le Forze Democratiche Serbe siano escluse e vi siano pattugliamenti congiunti, con la partecipazione anche statunitense. I turchi chiedono una profondità di 30 km che non è poco.

sabato 5 ottobre 2019

NON SI ARRESTANO LE PROTESTE A HONG KONG
 
 
 
Proseguono le proteste d massa ad Hong Kong. Le violenze sono aumentate dopo che la polizia ha ferito due giovani sparandoli a colpi di pistola. Aumentano i danneggiamenti, che causano non pochi problemi ma aumenta anche il rischio di un intervento di forza da parte del regime.
E' stato vietato di uscire per strada con mascherine ma l'ingiunzione non è stata accolta. Il regime è sempre più preoccupato di quello che può accadere dopo oltre quattro mesi di manifestazioni.

IL FILMATO DELL'ATTACCO AI LINCE A MOGADISCIO 



Su internet si trova il filmato dell''attacco ai tre Lince italiani a Mogadiscio di quattro giorni or sono. Si vede chiaramente che un mini van  si immette sulla strada subito dopo il passaggio del primo veicolo e poi si fa esplodere, forse un secondo prima del momento ideale, considerato che i veicoli si muovevano in velocità.
San Lince ha protetto ancora una volta i militari italiani, tutti all'interno dei mezzi. L'esplosione è stata molto forte ma i danni ridotti all'interno dei veicoli, con la protezione che ha ben resistito.




BOMBARDATA MISURATA
 
 
 
Oggi è stato colpito da velivoli la base aerea di Misurata. E' stato distrutto un camion e danneggiati alcuni velivoli commerciali che erano parcheggiati, in particolare un Airbus 319 e un Boeing B.737. L'attacco dovrebbe essere stato condotto da uno o più UAV, con missili BLEU ARROW 7, entrambi di costruzione cinese.
Nessun danno per il contingente italiano che è adiacente all'aeroporto.
 

DRONE DI FABBRICAZIONE RUSSA 
ABBATTUTO IN TURCHIA 



Un drone di fabbricazione russa è stato abbattuto nei pressi di una base aerea russa. Non aveva simboli di riconoscimento ma è di un modello utilizzato da Mosca anche nel Donbas, fin dalla primavera del 2014.
Potrebbe trattarsi di un equipaggiamento ceduto alle forze di Damasco.

AGENTE CONVERTITO 
UCCIDE QUATTRO COLLEGHI A PARIGI
Un poliziotto convertito all'islam ha ucciso a Parigi quattro colleghi (tre uomini e una donna) prima di essere ucciso da un collega in servizio da appena sei giorni. L'uomo gridava frasi inneggianti ad Allah e nel suo telefono sono stati trovati indizi dei suoi propositi radicali. Per i colleghi dell'uomo, che aveva ruoli amministrativi, non vi erano segnali che facessero pensare a niente di simile.
In Francia, da anni sotto attacco questi episodi lasciano prevedere ulteriori problemi per colpa di elementi radicali islamici. 
I media italiani hanno tenuto un atteggiamento molto basso su questo episodio, sempre timorosi di dover parlare di queste problematiche.

TORNATA ALLA NORMALITA' 
LA PRODUZIONE PETROLIFERA SAUDITA 
 
 
 
A tempo di record. visto che l'attacco dei misili "cruise" iraniani è del 14 settembre, la produzione della società petrolifera saudita Aramco,  è tornata alla normalità.
Il settore tira un sospiro ma ora bisognerà provvedere per migliorare la protezione di questi impianti anche contro attacchi del tipo di quelli del 14 settembre scorso.

ARRESTATO ITALIANO PER SPIONAGGIO
 
 
 
Maurizio Paolo Bianchi, 58 anni, è stato arrestato su ordine delle autorità giudiziarie statunitensi. Ex dirigente della Avio, che produce propulsori nel Lazio anche in collaborazione con la General Electric, si era licenziato da anni. L'accusa è che, con un russo arrestato in agosto, abbia sottratto importanti segreti produttivi per la realizzazione di propulsori, sembra civili, indispensabili per il nuovo velivolo passeggerei russo. 
Mosca è alla dipserata ricerca di tecnologie e, come in passato, cerca di ottenerle in modo illegale.

giovedì 3 ottobre 2019

PROTESTE IN IRAQ


Ci sono stati sei morti nell'ondata di protesta che ha riguardato la capitale e l'Iraq meridionale, con scontri violenti. I disordini hanno alle spalle le milizie sciite legate all'Iran, preoccupate che la libertà di movimento per le attività iraniane sia limitata. A protestare è stata infatti una parte della componente sciita.
In alcune zone è stato proclamato il coprifuoco.

mercoledì 2 ottobre 2019

Speciale Battagli per Tripoli
LIBIA: NUOVI ATTACCHI AEREI DEI NAZIONALISTI
Nelle ultime ore vi sono stati attacchi aerei nazionalisti, in genere condotti con teleguidati, contro bersagli posti a Tripoli, Sirte e Misurata.
A Misurata è stato colpito l'aeroporto provocando un grande incendio. Non si registrano danni per i militari italiani presenti nell'ospedale che gestiscono nella ex Accademia Aeronautica, adiacente all'aeroporto. Colpito per l'ennesima volta l'aeroporto di Mitiga a Tripoli, nuovamente chiuso al traffico civile.
Da segnalare che si stanno diffondendo gruppi di miliziani che attaccano banche e altri edifici dove rapinano denari e altri valori. 
Il flusso di clandestini da sud è stato rallentato dai violenti combattimenti che riguardano anche le zone d'imbarco. Il problema è che in Libia vi sono molti clandestini (centinaia di migliaia), alcuni dei quali lavorano, pronti però a partire per l'Europa.Alcuni, in particolare, sono stati espulsi verso l'Egitto dalla Cirenaica dalle forze nazionaliste

USA E FDS CONTRO MILIZIANI DI DAESH
 
 
Una vasta operazione è in corso in Siria da parte delle Forze Democratiche Siriane (FDS), a guida kurda, e forze statunitensi, con l'impiego anche di elicotteri da trasporto, per neutralizzare cellule di Daesh sulla sponda destra del fiume Eufrate. 
Intanto prosegue il flusso di rifornimenti per le FDS provenienti dal Kurdistan iracheno.