sabato 28 settembre 2019

IL BILANCIO DELLE ELEZIONI IN AFGHANISTAN
 
 
I talebani non sono riusciti a impedire l'elezioni presidenziali in Afghanistan, pur ostacolandole. Il bilancio di una sessantina di attentati è di 5 vittime e alcune decine di feriti, valore decisamente modesto vista la situazione nel paese e va dato atto del coraggio della popolazione che si è messa in fila davanti a luoghi che si sapeva a rischio attentati.
In alcune zone rurali non è stato possibile allestire i seggi perché non vi erano le condizioni per farlo, un problema anche nelle altre tre consultazioni presidenziali tenutesi dopo la fine del regime talebano.

ELEZIONI IN AFGHANISTAN
 
 
 
Sono in corso l'elezioni in Afghanistan. In alcune zone la presenza talebana ha impedito l'installazione di seggi ma l'afflusso dei votanti per ora è alto nonostante il rischio attentati.

CRESCE LA PRESSIONE DEI NAZIONALISTI SU SIRTE
 
 
Sta crescendo la pressione delle forze nazionaliste del generale Haftar su Sirte, la città costiera, in passato occupata anche da Daesh, che ora è occupata da forze del GNA che in sostanza fanno capo a Misurata. Le tribù locali sono state in passato messe ai margini perché Gheddafi era di questa zona e qui ha condotto l'ultima resistenza.
Stanno salendo gli attacchi aerei mentre si stanno ammassando anche truppe e mezzi. Molto probabilmente le forze di Misurata avrebbero problemi nel sostenere una nuova offensiva dopo che molti delle loro risorse sono impegnate a Tripoli. La presa di Sirte avrebbe soprattutto l significato di assicurare i puti d'imbarco petroliferi nella sirtica.
Bisogna sempre tener presente il ruolo che le tribù giocano nelle vicende libiche.

giovedì 26 settembre 2019

YEMEN: ATTACCHI AEREI SAUDITI
 
 
Le trattative per un accordo nello Yemen languono e dei missili continuano ad arrivare, seppur in modo saltuario, nelle zone di confine saudite. per questo i velivoli sauditi sono passati al contrattacco che hanno lanciato 35 attacchi contro vari obiettivi militari per dimostrare le capacità belliche che possono essere messe in campo. Vari obiettivi sono stati colpiti con munizionamento di precisione mentre prosegue anche il blocco navale che fa transitare solo aiuti umanitari.

REITERATI ATTACCHI SUGLI AEROPORTI 
DI TRIPOLI E MISURATA 


In questi giorni si stanno ripetendo gli attacchia aerei nazionalisti sugli aeroporti di Tripoli-Mitiga e Misurata, le uniche due strutture aeroportuali militari nelle mani del GNA, dove giungono i rifornimenti destinti a lle sue milizie, in primo luogo dalla Turchia e dove sono basati i teleguidati di Ankara. L'obiettivo strategico è di bloccare i rifornimenti e bloccare l'attività dei teleguidati turchi mentre nella Sirtica si sono visti in azione anche gli elicotteri d'attacco Mi.35 nazionalisti.
 
 
 

RINFORZI VERSO DEIR-EZ-ZOR
 
 
Damasco sta inviando rinforzi nella zona di Deir-Ez-Zor. lunga la sponda orientale dell'Eufrate. Non è ancora chiaro se si tratta di una mossa neo riguardi delle Forze Democratiche Siriane (a guida kurda) oppure per colpire la residua presenza del Daesh nell'area che, ricordiamo è quasi del tutto priva di popolazione, fuggita per le operazioni belliche.
Nel resto del paese si nota un0attività bellica ridotta, con cannoneggiamenti a sud di Aleppo e di Idlib e tensione lungo il confine con la Turchia.
La popolazione è stremata dalla lunga guerra e l'economia e in uno stato disastroso, per cui vi sono infinite difficoltà che impongono una qualche forma di accordo. Mosca si sta facendo carico di parte dei rifornimenti alimentari ma la situazione rimane molto pesante in particolare nelle zone ancora sotto controllo delle forze ribelli.

martedì 24 settembre 2019

TRE STATUNITENSI FERITI A KANDAHAR
 
 
Ieri tre militari statunitensi sono rimasti feriti da un membro della polizia che ha aperto il fuoco contro di loro, prima di essere neutralizzato. Si tratta di un tipico attacco "blu su blu" sempre possibili visto i massicci e veloci arruolamenti che vengono fatti. Gesti di questo tipo sono sempre possibili anche se sono prese varie misure di sicurezza. Anche un caduto italiano, a Bala Murghab, venne ucciso in questo modo.

IL PREZZO DEL PETROLIO SCENDE 
 
 
Dopo il picco fatto registrare nel momento in cui l'Iran ha attaccato importanti strutture petrolifere saudite, il prezzo del petrolio sta ridiscendendo, sperando che siano prese adeguate contromisure.
Ci chiediamo cosa accadrebbe se riprendesse a pieno la produzione libica e quella irachena, attualmente ancora contratta. Probabilmente alcuni paesi, ad iniziare dalla Russia, si troverebbero in serie difficoltà economiche mentre altri paesi, fra cui l'Italia, ne avrebbero dei vantaggi.

COMUNICATO CONGIUNTO DI UK, GERMANIA E FRANCIA SU IRAN

Francia, Gran Bretagna e Germania hanno rilasciato un comunciato congiunto con cui condannano l'attacco dello scorso 14 settembre agli stabilimenti sauditi di Abqaiq e Khurais, attribuendo la piena resposnsabilità dell'attacco all'Iran. Hanno inoltre confermato il proprio impegno al JCPOA per la non proliferazione degli armemnti nucleari in Iran.
Questa dichiarazione, in particolare il riconoscimento dell'Iran come esecutore dell'attacco è di fondamentale importanza per il delineamento delle posizioni, e possibil alleanze, nel caso di un cinflitto in medio oriente, e potrebbe rappresentare un forte deterrente per eventuali future azioni ostile dell'Iran.
Viene da chiedersi perchè l'Italia non abbia firmato questa dichiarazione, anche se appare tristemente evidente che dipenda dal fatto che il nostro èaese è il primo partner commerciale europeo dell'Iran. Tacere sulla questione è però un errore imperdonabile e rappresenta una brutta prima impressione per il neonato governo, in particolare per il ministro degli Esteri Di maio.
Inoltre riteniamo sarebbe stato appropiato un comunicato più corale che coinvolgesse non solo tutti i paesi europei, ma l'Unione Euripea stessa. Sicuramente l'ennesima occasione persa per l'UE di agire come sul piano internazionale allo stesso livello delle altre potenze.
 

domenica 22 settembre 2019

Speciale Battaglia per Tripoli

COMBATTIMENTI A TRIPOLI


Le forze nazionaliste hanno annunciato una offensiva nei quartieri meridionali di Tripoli. Di sicuro ci sono stati attacchi aerei contro comandi delle milizie del GNA che hanno causato perdite fra i responsabili. I nazionalisti accusano Ankara di aver fatto intervenire le proprie forze speciali non solo con compiti di addestramento. I teleguidati hanno colpito bersagli anche a Misurata mentre oggi si sono accesi combattimenti a nord dell'aeroporto internazionale. 
Da segnalare come a un Antonov An.124 CONDOR dell'Aeronautica russa, in volo fra Latakia verso la Cirenaica, non sia stato dato  il permesso di entrare nello spazio aereo libico, forse perché si temeva un attacco. Qualcosa ci dice che non stesse portando casse di pomodori!
OTTO MILITARI UCCISI IN SOMALIA 



In un attacco condotto nei pressi della città di Merka in Somalia, miliziani integralisti di Al-Shabab hanno ucciso otto militari ferendone altri. La piccola base dove erano stanziati i militari potrebbe essere stata conquistata ma non si dispone di notizie certe. 
Il gruppo integralista è stato cacciato dalle grande città ma ancora opera nelle campagne, da cui lancia attacchi di sorpresa e organizza attentati, soprattutto a Mogadiscio.

sabato 21 settembre 2019

PROTESTE IN EGITTO:
I MEDIA ITALIANI ENFATIZZANO
 
 
Vi sono state proteste a Il Cairo e in alcune altre città. Dai toni dei servizi sembrava che vi fosse stata una protesta di massa ma poi a qualcuno è "scappato" che in piazza vi erano "centinaia di dimostranti". Centinaia di dimostranti, in un paese di 80 milioni di persone, sono veramente poca cosa e anche le immagini mostravano inequivocabilmente dimostrazioni di entità ridotta.
Intanto il nuovo ministro degli esteri Di Maio (che in ambito Farnesina sta creando serissimi dubbi sulle sue capacità effettive) vuole riprendere a cavalcare il caso Regeni, con il serio rischio di far peggiorare i rapporti con un paese fondamentale per gli equilibri di una regione importantissima per l'Italia, magari paventando un complotto a chissà quali livelli. Molto probabilmente si alimenterà l'ipotesi di un'azione dei servizi d'informazione egiziani, una tesi che non ha mai trovato riscontri concreti anche perché tutti questi esperti del settore dovrebbero spiegarci perché l'Egitto avrebbe dovuto fare un affronto all'Italia per un personaggio assolutamente marginale comunque lo si valuti. 

venerdì 20 settembre 2019

DRONE USA UCCIDE 8 MILIZIANI DI DAESH IN LIBIA
 
 
 
Approfittando della grande confusione che regna in Libia, miliziani di Daesh operano ancora nel paese. La loro attività è però monitorata e ieri un velivolo telecomandato statunitense ha colpito un gruppo di miliziani, uccidendone otto, in una zona nell'area dell'oasi di Marzuq, nel Fezzan occidentale. 
E' la prima volta dallo scorso 29 novembre che un velivolo statunitense entra in azione.

DISPIEGAMENTO STATUNITENSE NEL GOLFO
 
 
A seguito del ripetersi di gravi attacchi alle installazioni petrolifere saudite e degli Emirati, gli Stati Uniti hanno prese delle misure per incrementare le difese contro i missili e gli UAV utilizzati dagli iraniani per i loro attacchi. Chiaramente vi era la necessità di un potenziamento dei sistemi difensivi in quanto il 14 settembre sono emersi diversi problemi nel settore.
Intanto Emirati Arabi e Arabia Saudita hanno deciso di partecipare alla forza navale internazionale che sorveglia e scorta i traffici petroliferi a Hornuz e nel Golfo a cui partecipano già diversi paesi.
Intanto il prezzo del petrolio sembra destinato a scendere dopo la forte impennata registrata dopo l'attacco alle installazioni saudite anche perché si pensava che fossero meglio protette e che gli iraniani non ricorressero ad armi di quel potenziale. L'attacco ha manifestato una carenza di difese più in generale anche in altri paesi dell'area, ricordando che le unità navali statiunitensi non amano operare nelle acque ristrette e affollate del Golfo. 

HOUTHI PROPONGONO TREGUA AD ARABIA SAUDITA

Fonti giornalistiche locali hanno riportato un comunicato della fazione ribelle yemenita con cui chiedono all'Arabia Saudita di interrompere i raid aerei contro le loro posizioni, cessando in cambio la propria attività contro obbiettivi strategici su territorio saudita. Quella che è a tutti gli effetti una richiesta di tregua arriva nel massimo momento di tensione per il Golfo Persico, e per estensione per tutto il Medio Oriente. 
Sicuramente dietro l'inaspettata inziativa si cela l'Iran, pricipale sponsor degli Houthi, ma le ragioni sono tutt'altro che chiare, probabilmente legate a quella che viene percepita come una sempre più probabile opzione di strike da parte degli Stati Uniti e dei suoi alleati su territorio iraniano dopo gli attacchi di sabato scorso.
Una tale azione porterebbe inevitabilmente allo scontro aperto con conseguente estensione del conflitto a tutte le aeree dove l'Iran, direttamente o per mezzo dei cosiddetti proxy (Houthi, Hezbollah, ma potenzialmente anche Hamas), sta perseguendo una politica aggressiva e revisionista.
 

mercoledì 18 settembre 2019

AGGIORNAMENTI DAL DONBAS 



Se in alcune zone del fronte del Donbas si continua a sparare, con un drammatico corollario di morti e feriti da entrambe le parti, in altre zone vi sono dei segnali incoraggianti. Nei pressi di Lugansk (alla sua periferia nord) per esempio, è stata aperta una passerella che consente il traffico pedonale sui resti di un ponte fatto parzialmente saltare in aria dai separatisti. Ovviamente il transito non è libero ma sotto controllo.
Sembra che Putin sia sempre più preoccupato dai costi economici del suo intervento in Ucraina, in quanto deve mantenere quelle popolazioni mentre anche per la Siria oltre che per gli armamenti deve provvedere per altre esigenze, solo in minima parte appoggiato dall'Iran. Dato che le risorse di Mosca non sono infinite, il paese rischia una grave recessione, in parte per ora evitata per la ripresa, seppur parziale, dei prezzi petroliferi anche dopo i reiterati attacchi iraniani al petrolio saudita e degli Emirati.
Tutti stanno seguendo con attenzione le mosse del nuovo presidente ucraino Zelensky, che non ha precedenti esperienze politiche venendo dal settore dello spettacolo. Sicuramente è armato di buone intenzioni ma deve provare a risolvere problemi molto grandi e difficili.

22.05 18 settembre 2019

AGGIORNAMENTO SITUAZIONE IN LIBIA
 
 
In meno di un mese è stata approntata una nuova base aerea nazionalista a Tarhouna, località a circa 80 chilometri a sud-est di Tripoli. Sembra che qui, dove sono sorti anche hangar, siano basati alcuni teleguidati che colpiscono e fanno ricognizione sull'area di tripoli e di Misurata.

22.00 18 settembre 2019

RIPRESI I BOMBARDAMENTI IN SIRIA


Oggi sono ripresi con intensità i bombardamenti dell'artiglieria e dei velivoli contro le forze ribelli a sud di Idlib. Avevamo dato notizia di una veramente inusuale calma ma che è stata rotta da questi nuovi attacchi.
Il resto del paese rimane invece senza grossi combattimenti mentre si lavora ancora per trovare una soluzione lungo il confine fra la zona sotto controllo kurdi e la Turchia, incluse la parte di Siria dove operano i reparti di Ankara. 
Da segnalare i continui voli di rifornimento da parter di velivoli cargo iraniani, incluso B-747, Ci si deve chiedere chi ceda pezzi di ricambio, seppur civili, ad un paese che da 40 anni non dovrebbe ricevere materiale aeronautico statunitense.
18 Settembre 2019

ATTACCATI DUE SITI IRANIANI IN IRAQ

Aerei non identificati, ma probabilmente israeliani, hanno attaccato nelle prime ore della notte due siti iraniani presenti in Iraq, nella parte occidentale, al confine con la Siria, dove operano milizie filo-iraniane.
Da tempo Israele sta anche colpendo la presenza iraniana anche in Iraq oltre che in Siria. Visto la situazione complessiva nella regione, dopo i gravi atti di guerra iraniani contro la produzione petrolifera saudita, questi colpi contro la potenza iraniana sono visti non male da diversi paesi della regione. Proprio oggi l'Arabia Saudita ha presentato resti di missili da crociera e droni iraniani, che hanno partecipato all'attacco del 14 settembre scorso.
Siamo in attesa di ulteriori notizie circa questi attacchi. 



martedì 17 settembre 2019

ATTENTATI IN AFGHANISTAN




I talebani hanno rivendicato due gravi stragi in Afghanistan. Nella prima hanno causato 24 morti e molti feriti in un attentato con una motocicletta carica d'esplosivo ad un affollato comizio del presidente della repubblica, in una località di provincia.
Nel secondo, a Kabul, si contano già ora una quarantina di vittime, altro pesante pedaggio per questo stragismo che sottolinea però una debolezza militare.
I talebani stanno conducendo i soliti feroci attentati dopo che Trump ha deciso di non incontrare alcuni dei suoi capi dopo che portavano avanti attentati, probabilmente condotte dall'ala più radicale.
 
BENSVEGLIATI AI MEDIA ITALIANI!


Intenti a seguire le vicende di politica interna italiana, i mezzi d'informazione italiane hanno dato in ritardo e con poco risalto la notizia dell'attacco iraniano al sistema petrolifero saudita, affrontandolo poi in modo molto sommario se non lacunoso.
Chi sia il responsabile dell'atto di guerra è "chiaro come un mattino di primavera" ma qualcuno fa ancora il vago e anche Trump sembra aver moderato una prima reazione. Ma qui non si tratta di chiacchere ma di un pezzo rilevante della produzione mondiale petrolifera, elemento che riguarda anche tutti noi.
Ora bisogna correre urgentemente ai ripari, schierando difese adeguate. I missili da crociera sono tutt'altro che imprendibili ma servono armi per la difesa ravvicinata, dato che possono volare molto bassi.
Ma questa vera e propria guerra al petrolio deve far attentamente riflettere su eventuali sviluppi futuri di questo conflitto strisciante ma con importanti risvolti economici.
Putin si è offerto di fornire armi difensive ma dubitiamo fortemente che ci si fidi di lui, visto che era a colloquio in quelle ore con Turchi e proprio iraniani, due nemici dell'Arabia Saudita.
Servono sistemi come i missili ASTER ma anche cannoncini a tiro rapido per la difesa ravvicinata. Obiettivi come quelli attaccati il 14 settembre richiedono difese adeguate, su più sbarramenti.
Forse bisognerà anche rivedere anche la politica verso i gruppi della resistenza anti-iraniana, troppo a lungo marginalizzati.


lunedì 16 settembre 2019

IL MISSILE DI CROCIERA IRANIANO SAMAD 3
 
 
 
Probabilmente l'attacco a due enormi impianti petroliferi sauditi dello scorso 14 settembre è stato condotto con una salva di missili da crociera SAMAD 3, di cui esiste una immagine dopo che una di queste armi  ha impattato in Arabia Saudita prima di giungere sull'obiettivo. L'arma dovrebbe avere un'autonomia massima di 1.200/1.300 chilometri.

CALMA SUI FRONTI SIRIANI
Nelle ultime 24 in Siria si è registrato un solo bombardamento a sud di Idlib e uno scontro a fuoco fra milizie kurde e una milizia sostenuta dalla Turchia, a nord-est di Aleppo. Per il resto una calma quasi assoluta, cosa che non si registrava da 8 anni nel paese. Forse un cessate il fuoco si sta avvicinando se non una mediazione di pace.




Speciale Battaglia per Tripoli
 
ATTACCHI AEREI SU SIRTE
 
Vista la situazione nell'area di Tripoli, le forze nazionalistiche incrementano la pressione su Sirte, la zona, dove nacque Gheddafi, occupata in precedenza da milizie dell'ISIS e oggi dalle milizie di Misurata che però sono impegnate duramente nell'area di tripoli e in altri fronti della Tripolitana. Conquistando Sirte sarebbe possibile accorciare le linee logistiche per i reparti nazionalisti intorno a Tripoli, oggi molto lunghe e in aree desertiche anche se possono sfruttare delle strade asfaltate. 
Intanto l'Italia ha fatto un accordo con la componente nazionalista per la pratica della pesca. a largo delle coste che controllano. L'accordo ha sollevato le reazioni del GNA che però controlla poco delle coste del paese.
 

domenica 15 settembre 2019

DOPO L'ATTACCO ALL'ARABIA SAUDITA 
SALE IL PREZZO DEL PETROLIO
 
 
Il prezzo del greggio sui mercati internazionali ha fatto un balzo del 18% anche se dopo questa fiammata è facile immaginare che tornerà su valori più contenuti.
Diversi giornalisti parlano ancora di UAV provenienti dallo Yemen mentre è chiarissimo che si è trattato di un atto di guerra gravissimo perpetrato dall'Iran utilizzando missili da crociera.
Ci risulta che non solo siano in corso le riparazioni, che comunque richiederanno alcuni giorni per le più urgenti riparazioni ma si pensa a come proteggere questi impianti, purtroppo non lontani dalle acque del Golfo da cui provengono le insidie iraniane.
Gli Stati Uniti hanno promesso aiuti concreti e sembra che qualcosa si stia già muovendo. I missili da crociera non sono particolarmente veloci e possono essere colpiti da velivoli (con cannoncini e missili aria-aria a guida infrarossa), con missili terra-aria in grado di operare a quote basse ma anche con cannoni e mitragliere a tiro rapido.
Dato che si sapeva che l'Iran disponeva di missili da crociera, forse era meglio pensarci prima in quanto l'Iran, in difficoltà per le sanzioni, non esita a lanciare veri e propri atti di guerra nel tentativo di uscire dalla situazione attuale, violando anche lo spazio aereo di altri paesi dell'area.

INCONTRO AD ANKARA
 
 
I capi di Turchia, Iran e Russia oggi s'incontrano ad Ankara per discutere della situazione in Siria e di altri problemi dell'area. Mosca cerca soluzioni che lascino fuori gli Stati Uniti e l'Arabia Saudita, in posizioni assolutamente differenti rispetto a i tre regime che s'incontrano oggi.
Intanto in Siria vi è stata una esplosione nell'area sotto controllo turco, che ha distrutto completamente un grosso ambulatorio.

LA MINACCIA IRANIANA E
I DANNI ALLE INSTALLAZIONI SAUDITE
L'Iran costituisce un fattore altamente destabilizzante per tutto il Medio Oriente. Celandosi dietro alle forze houthi yemenite (in realtà in grado di causare scarsi danni se non rifornite dal regime teocratico iraniano), hanno lanciato vari attacchi premeditati, autentiche aggressioni.
Solo riferendoci a l'anno in corso:
- Attacco alle stazioni di pompaggio saudite.
- Attacco alle petroliere (4) in sosta davanti a un porto degli Emirati.
- Attacco a due petroliere in transito per Hormuz.
- Attacco con missili cruise a due grandi installazioni in Arabia Saudita settentrionale.
Ve ne più che a sufficienza, oltre i tanti missili balistici forniti alle milizie houthi e lanciati contro l'Arabia Saudita, capitale inclusa, per affermare che l'Iran cerca un conflitto. Le sanzioni stanno creando grossi problemi e l'ala radicale reagisce sparando missili e lanciando attacchi mentre è ripresa la corsa al nucleare, per la verità mai interrotta, come è stato evidenziato recentemente.
Previsioni decisamente preoccupanti per la regione.

Intanto si hanno immagini dei danni arrecati alle installazioni saudite. Solo alla raffinerie di Abqaid sono state centrate 17 componenti dell'impianto, con buona precisione e un errore di pochi metri. I danni arrecati necessitano di lavori lunghi almeno settimane anche se si è già all'opera per le riparazioni più urgenti.
Di sicuro sarà necessario rinforzare le difese anche contro questa nuova minaccia che richiede sistemi di difesa più agili che non i missili PATRIOT dato che i missili sono giunti a quota molto bassa.
ALMENO 10 MISSILI DI CROCIERA 
CONTRO L'ARABIA SAUDITA
 
 
Almeno una decina di missili da crociera iraniani sarebbero stati lanciati dall'Iran contro l'Arabia saudita, sconfinando prima in Iraq, poi in Kuwait e poi puntando verso l'Arabia Saudita, puntando verso due obiettivi petroliferi, colpiti nelle prime ore del 14 settembre.
I missili sono stati notati, e ripresi, mentre sorvolavano il Kuwait, provenendo dal lato iracheno della frontiera.
Si tratta di un'aggressione gravissima che solo i media italiani possono aver tenuto in scarso conto, nonostante abbia dei riflessi sulla produzione mondiale.
E' l'ennesima aggressione iraniana contro il mondo arabo e potrebbe provocare serie reazioni.
Mentre scriviamo sono già in corso misure per schierare equipaggiamenti per contrastare questa minaccia.

CONFERMATA L'UCCISIONE 
DEL FIGLIO DI BIN LADEN
 
 
Gli Stati Uniti hanno confermato ufficialmente di essere i responsabili dell'uccisione di Hamza Bin Laden (30 anni) , figlio primogenito di Osama, ucciso da un'azione dei SEAL nel 2011 ad Abbottabad, in Pakistan. L'uomo era stato investito di un ruolo importante nella rete terroristica fondata dal padre anche se non ne aveva il carisma e l'autorevolezza. L'operazione è avvenuta al confine fra Afghanistan e Pakistan il 31 luglio scorso ma non si dispongono di ulteriori informazioni.

sabato 14 settembre 2019

BREAKING NEWS

ATTACCATE DUE 
RAFFINERIE IN ARABIA SAUIDITA

Il 14 settembre vi è stato un doppio attacco di droni o missili cruise contro due delle maggiori impianti petroliferi sauditi gestiti dall'Aramco, nelle provincie di Abqaiq and Khurais, praticamente sul Golfo Persico. I velivoli hanno sganciato vari ordigni imprecisati e causato danni e incendi. La produzione dei due impianti, che copre  circa il 5° della produzione mondiale (!!) è stata momentaneamente sospesa. Sono intervenute le squadre d'emergenza e le fiamme sono state contenute. Ora si attende la valutazione dei danni che comunque sono stati consistenti.
Il problema è che mentre le milizie houthi hanno rivendicato l'azione, i due obiettivi sono molto lontani dallo Yemen e molto vicini all'Iran. Gli houthi non avrebbero mai potuto realizzare dei velivoli di questo tipo (decisamente grandi), passando poi  il sistema di difesa radar saudita. Molto più semplice  sarebbe stato arrivare bassi sulle acque del Golfo e percorrere pochi chilometri sulla terra, fino ai bersagli. In queste ore sembra prendere forza l'ipotesi che si sia trattati di missili da crociera anche perché frammenti di un'arma missilistica sono stati rintracciati nel deserto, dove ha impattato con il suolo (in rete vi sono immagini eloquenti a tale proposito). Missili che volano molto bassi sono difficili da intercettare per i sistemi PATRIOT disponibili sul posto.
Viste anche le conseguenze anche economiche, la tensione è salita alle stelle nell'area e probabilmente saranno prese misure straordinarie per la protezione dei siti maggiormente sensibili. Possibili anche conseguenze sul conflitto nello Yemen e sulle trattative di pace. Sono oltre 100 gli attacchi di questo tipo condotti fino ad oggi sul suolo saudita in questi anni e tutti hanno connessioni con l'Iran
Sono attese ripercussioni anche sul mercato petrolifero dato che veranno a mancare, si spera per poco tempo, 5 milioni di barili al giorno di prodotti raffinati.
Daremo ulteriori informazioni non appena saranno disponibili.


venerdì 13 settembre 2019

Speciale Battaglia per Tripoli
 
TELEGUIDATI IN AZIONE IN LIBIA
 
 
I teleguidati che appoggiano rispettivamente le forze nazionaliste e quelle del GNA, sono sempre più impegnati. Quelli in supporto ai nazionalisti sono gestiti dagli Emirati Arabi mentre la Turchia ha inviato propri teleguidati in supporto alle milizie del GNA.
Nelle ultime 24 ore risultano colpite varie località lungo il fronte ma è stato attaccato anche l'aeroporto di Misurata (dove si trova anche il contingente italiano) e l'area di Sirte (una colonna di una ventina di veicoli che si stava spostando verso le linee nazionaliste. A Misurata sembra che siano stati distrutti tre UAV a terra.
Sul fronte terrestre sembra sia stata bloccata l'offensiva terrestre del GNA a est di Gharyan.

giovedì 12 settembre 2019

Speciale Battaglia per Tripoli
 
AGGIORNAMENTI SITUAZIONE
 
 
L'offensiva del GNA a circa 70 chilometri a sud di Tripoli sembra sia stata bloccata dalle forze nazionaliste che invece sono avanzate verso Homs, creando apprensione fra lo schieramento avversario.
La densità di combattenti in Libia, con l'esclusione della zona urbana di Tripoli, è molto bassa, per cui possono svolgersi improvvise avanzate e rapidi ribaltamenti di fronti.

RIPRESI I BOMBARDAMENTI IN SIRIA 



Sono ripresi i bombardamenti aerei e terrestri  contro le postazioni dei ribelli nella Siria nord-occidentale, dopo alcuni giorni di pausa.
La situazione è sempre molto complessa perché i turchi hanno costituito una serie di posti di osservazione, in pratica delle basi, una delle quale è completamente circondata dalle forze di Damasco. Come sarà rifornita? 
Non si registrano grossi combattimenti nel resto del paese anche se, specialmente lungo il confine con la Turchia, la tensione resta alta. Gli Stati Uniti hanno proposto d'inviare 150 militari per pattugliare una zona cuscinetto lungo la frontiera ma l'area è molto grande.

ATTACCO A BASE DELLE FORZE SPECIALI A KABUL 



Un attentatore suicida si è lanciato contro la base delle forze speciali afghane a Chahar, alla periferia di Kabul.
Per ora il bilancio parla di tre militari uccisi e quattro feriti, colpiti mentre con un veicolo stavano uscendo dalla base.
L'attvità dei talebani si è ridotta e addirittura l'ovest del paese non fa registrare azioni di rilievo.

mercoledì 11 settembre 2019

RAZZI DA GAZA 
COMIZIO INTERROTTO
 
 
L seradell'10 settembre tre razzi sono stati lanciati verso una località di confine dove stava tenendo un comizio il primo ministro israeliano. Il comizio è stato interrotto e il premier è stato portato in un rifugio.
I razzi sono  stati intercettati dal sistema IRON DOME e il comizio è ripreso. In genere questi comizi non sono annunciati per ovvi motivi di sicurezza ma questa volta vi era una diretta sul sito del premier e non è escluso che qualcuno abbia organizzato immediatamente il lancio dei razzi. 
Fra l'altro Nethanyau ha annunciato una serie di annessione nella Valle del Giordano in caso di vittoria alle prossime elezioni, cosa che ha scatenato forti polemiche nel mondo arabo.

OFFENSIVA DEL GNA A SUD DI TRIPOLI
Da stamani le forze del GNA, appoggiate anche dall'aria, sono all'offensiva a occidente di Gharyan, a sud di Tripoli, dove tentano di tagliare le vie di rifornimento verso la capitale delle forze nazionaliste. 
Nella serata le forze nazionaliste hanno contrattaccato riprendendo le posizione e il terreno perso la mattina, in particolare la località di Gouth-al Rih.

SALE LA TENSIONE FRA RIBELLI E FORZE 
GOVERNATIVE A ORIENTE DELLA SIRIA
 
 
 
Mentre l'attività bellica è insolitamente bassa nel resto del paese, a livelli minimi mai registrati negli ultimi 8 anni, vi è tensione nelle zone, sostanzialmente desertiche, ancora in mano ai ribelli al confine fra Siria, Giordania e Iraq, protette dalla missione internazionale. Le forze di Damasco hanno provato ad avanzare ma sono state bloccate dallo schieramento di forze dei ribelli. Non si è giunti comunque ad uno scontro, almeno per ora. In aria volano i velivoli della coalizione che hanno base nella vicina Giordania.

lunedì 9 settembre 2019

CALATI I COMBATTIMENTI IN SIRIA


Fa notizia che in Siria i combattimenti e le operazioni militari, siano calati ai livelli più bassi dal 2011, quando scoppio la guerra civile. Ieri ci sono stati dei bombardamenti aerei e dei tiri dell'artiglieria, ma relativamente pochi rispetto a quanto si è visto degli ultimi otto anni in Siria, un paese che conta distruzioni enormi e caste aree del territorio in mano alle forze ribelli. 
Le trattative di pace sono rese più difficili dal fatto che le forze ribelli sono profondamente divise al loro interno.
L'IRAN E IL NUCLEARE
 
 
La componente nucleare iraniana è tenuta sotto stretta sorveglianza. La rottura dell'accordo internazionale sul nucleare raggiunto nel 2015 aveva sorpresamolti ma non si è trattato di un colpo di testa di Trump. Il presidente statunitense è stato messo davanti ad alcune evidenze che hanno palesato come l'Iran tentava di "fare il furbo", vale a dire proseguire la sua corsa vero il nucleare militare nonostante l'accordo.
Ora fonti israele hanno mostrato un sito nuckeare segreto iraniano, La cosa interessante è che quado gli iraniani scoprirono che il loro piano era stato scoperto, distrussero il sito fra il giugno e il luglio del 2018. Inoltre sono state mostrate immagini di come gli iraniabni abbiano "ripulito" un sito nucleare prima dell'arrivo degli ispettori delle Nazioni Unite.
Si tratta di un confronto serrato anche perché le nuove sanzioni statunitensi stanno colpendo duramente l'economia iraniana.

NUOVO ATTACCO ISRAELIANO A BASE IRANIANA


La base iraniana di Albukamal, al confine fra Siria e Iraq, è stata nuovamente attaccata da velivoli israeliani che hanno distrutto alcuni depositi, nell'ambito della campagna per impedire che le forze iraniane s'installino in Siria, in corso da oltre un anno.
Prosegue questo scontro, un tempo a distanza e oggi molto più ravvicinato, in particolare per la presenza iraniana in Libano e Siria.

domenica 8 settembre 2019

SALTA MEETING SEGRETO 
FRA USA E TALEBANI
 
 
E' saltato l'incontro segreto che si doveva tenere negli Stati Uniti, fra il 2° due dei talebani e Trump, per un importante passo in avanti per un ccordo di pace sull'Afghanista,
I talebani, o almeno un'ala dell'articolata milizia, ha continuato nel compiere attentati terroristici nel paese e Trump ha detto che in questo clia le trattative non possono andare avanti.




sabato 7 settembre 2019

RAID AEREI ISRAELIANI SU GAZA

Le forze aeree israeliana hanno effettuato nelle scorse ore almeno 3 ondate di raid aerei sulla striscia di Gaza riconducibili ad Hamas, in risposta ad un attacco con droni su obbiettivi militari sul territorio israeliano.
Gli attacchi aerei hanno colpito diversi siti nella parte settentrionale e centrale della striscia di Gaza, in particolare alcuni compound sospettati di essere il luogodi produzione degli armamenti utilizzati per attaccare sul suolo israeliano.
 

 
SCAMBIO DI 
PRIGIONIERI TRA RUSSIA ED UCRAINA

Russia ed Ucraina hanno effettuato una scambio di 35 prigionieri per parte.
Lo scambio a detta del neo presidente Ucraino Zelensky, rappresenterebbe un nuovo capitolo per le relazioni tra i due paesi , uno dei pochi segnali di distensione da quasi 5 anni a questa parte in cui lo scontro politico e militare per il controllo della Crimea e delle regioni ucraine orientali ha scavato un profondo solco tra i due vicini.
I due presidenti di Ucraina e Russia hanno avuto anche una lunga telefonata fra di loro. Ognuno ha seri problemi e anche Putin non è felice di dover sostenere i costi dell'impegno militare e civile nelle aree controllate dai russi, dove la situazione è completamente deteriorata dal punto di vista economico e ci si avvia verso un altro difficile inverno. Il morale delle popolazioni controllata dai filo-russi e dai russi è molto basso.
 

venerdì 6 settembre 2019

ATTACCHI TALEBANI
 
 
I talebani hanno lanciato due attacchi contro Kuduz e Farah. All'inizio riescono ad occupare di sorpresa alcune posizioni, concentrando le loro forze su singoli obiettivi, ma poi vengono contrattaccati e devono ritirarsi con perdite sensibili.
A Farah sono stati attaccato anche dai velivoli che hanno causato perdite speciualmente quando i talebani sono usciti fuori dalla periferia della città, dove erano apparsi all'improvviso.

giovedì 5 settembre 2019

MORTO MUGABE 
A 95 anni è morto l'ex dittatore dello Zimbabwe, lo spietato Robert Mugabe. Non solo dopo la presa di potere nel 1980 aveva mantenuto il potere fino a un paio di anni or sono), venendo "pensionato" solo quando si era messo in testa di passare i poteri alla giovane moglie, ma responsabile principale del collasso economico del paese, un tempo fiorente quando si chiamava Rhodesia.
Mugabe è stato il classico esempio di tiranno africano che non solo impone il suo volere ma distrugge le risorse del paese su cui domina.
Legato a filo doppio con Mosca fin dall'epoca della guerriglia, giunto al potere massacrò l'opposizione, inviand anche un corpo di spedizione in Mozambico, dove commise negli Anni '80 vari massacri, tutti rimasti impuniti. Invià i militari anche in Congo, cercando di mettere le mani su parte delle risorse del paese. Sembra che nei decenni avesse accumulato una enorme fortuna, tutta ovviamente all'estero.
Quando poi ci si chiede come mai l'Africa vada male, bisogna ricordarsi dell'effetto disastroso di personaggi come Mugabe, da molti anni bandito dall'Europa.

RETROMARCIA DELLE AUTORITA' DI HONG KONG
 
 
 
Dopo oltre tre mesi di grandi manifestazioni popolari, scontri e grosso rilievo internazionale, le autorità di Hong Kong hanno deciso di fare delle concessioni, rinunciando alla legge che prevedeva l'espulsione automatica verso la Repubblica Popolare Cinese dei ricercati, inclusi eventuali oppositori politici del regime di Pechino.
Probabilmente il partito comunista cinese vuole che l'attenzione su queste vicende cali per poi "normalizzare" la situazione.
Comunque i dimostranti si sono dimostrati decisi e coraggiosi e la preoccupazione ha fatto la sua comparsa in un regime che sa di correre dei rischi anche perché se lo sviluppo cinese rallentasse, le rivendicazioni sociali in tutto il paese potrebbero essere micidiali. 
Fino ad oggi il paese ha mantenuto tassi di sviluppo molto alti perché il costo del lavoro è bassissimo, con qualcuno che però ha accumulato grosse fortune, un tempo impensabili.

COMBATTIMENTI MENO INTENSI IN SIRIA 


L'intensità dei combattimenti è calata in questi ultimi giorni, dopo l'avanzata delle forze di Damasco. Si combatte ancora e oggi tre ufficiali russi delle forze speciali sono rimasti uccisi e due feriti quando il loro mezzo è saltato su un ordigno a sud di Idlib.
Relativamente calmi anche gli altri fronti, incluso quello fra Turchia e kurdi.

mercoledì 4 settembre 2019

STATO DI EMERGENZA IN GUATEMALA 
 
 
Il governo del Guatemala ha dichiarato lo stato di emergenza  dopo che una pattuglia di militari in servizio lungo la frontiera è stata attaccata da un gruppo di narcotrafficanti. Nello scontro sono rimasti uccisi tre militari e altri sono stati feriti.
Le organizzazioni criminali legate al traffico internazionale di droga, sono sempre più aggressive, pronte a compiere massacri, disponendo d'ingenti capitali, con cui, per esempio, in alcuni paesi costruiscono dei battelli semi-sommergibili che tentano di raggiungere gli Stati Uniti.

ATTACCO ALLA BASE AEREA DI LATAKIA



Oggi è stata attaccata ancora una volta la base area russa di Latakia, utilizzando droni e missili campali. Non si hanno notizie circa danni e vittime fra il personale.
I missili antiaerei PANTSIR e relativi cannoncini sono entrati in azione.

martedì 3 settembre 2019

RISALE LA TENSIONE IN KASHMIR


Mentre continuano le proteste in Kashmir, si è nuovamente innalzato il livello di scontro sulla linea del cessate il fuoco in Kashmir fra pachistani e indiani. Si sta sparando facendo ricorso anche alle armi pesanti.
MISSILI HOUTHI INTERCETTATI
 
 
Tre missili balistici a breve raggio BADR-1 sono stati intercettati dai missili sauditi, subito a nord del confine fra i due paesi. 
Le milizie houthi sembrano essere rimaste senza i missili balistici a più lungo raggio.

NUOVA BASE IRANIANA IN SIRIA
 
 
L'Iran sta realizzando una nuova grande base in Siria, vicino al confine con l'Iraq, dove l'Eufrate passa dalla Siria all'Iraq.
Si calcola che potrà ospitare migliaia di militari e la cosa preoccupa non poco vista la politica del regime teocratico. 
Intanto si cerca ancora una mediazione nella questione nucleare iraniana e relative sanzioni che stanno creando grossi problemi al paese.

domenica 1 settembre 2019

TENSIONE AL CONFINE FRA ISRAELE E LIBANO


Dopo un periodo di relativa tregua è risalita la tensione fra Hzbollah e Israele. La milizia sciita appoggiata dall'Iran ha sparato alcuni razzi campali missili anticarro e colpi di mortai sull'Alta Galilea, a cui ha fatto seguito l'immediata risposta dell'artiglieria israeliana, con le forze dell'ONU in zona che non possono molto per contrastare questi incidenti. Sembra che due militari israeliani siano rimasti feriti.

YEMEN: DISTRUTTA FABBRICA DI DRONI
 
 
Sette ondate di velivoli d'attacco hanno distrutto una fabbrica di droni. Per proteggere l'installazione vi era installata vicino una struttura con prigionieri di guerra e dissidenti politici.
La milizia houthi ha dichiarato che la struttura era solo un campo di prigionieri ma dubitiamo fortemente che in quel caso sarebbe stato attaccato dai velivoli della coalizione.