Speciale attacco nel Golfo di Oman
ULTERIORI INFORMAZIONI SULL'ATTACCO
A più di 24 ore dall'attacco a due petroliere in navigazione nel Golfo di Oman, si hanno elementi di valutazioni ulteriori.
Tanto per cominciare vi è un filmato, di fonte US Navy, dove si vede una cannoniera iraniana che si avvicina alla petroliera KOKURA COURAGEUS sulla cui fiancata destra si vede lo squarcio provocato da una esplosione sopra la linea di galleggiamento, e rimuove quella che potrebbe essere una carica esplosiva con magnetica ("limpet" in gergo) posta alla stessa altezza rispetto alla linea di galleggiamento e la rimuove.
Sicuramente la Marina iraniana ci farà vedere che cosa ha rimosso e i dettagli dell'oggetto, magari senza attaccarci sopra una bandierina adesiva a stelle e strisce!
In questo caso si può ipotizzare che un piccolo battello con incursori, nella notte si sia avvicinato e il personale a bordo abbia piazzato le due cariche, sfruttando il fatto che i radar delle unità civili non vedono piccole imbarcazioni in fibra, magari all'altezza di Hormuz. Una carica è esplosa e l'altra è stata di volata rimossa dagli iraniani, operazione che, dato che era giorno, è stata ripresa.
Ben più gravi i danni sull'altra unità, dato che almeno una cisterna è stata squarciata e vi è stato un incendio che ha danneggiata la parte posteriore della murata destra. Ora anche qui bisognerà vedere lo squarcio provocato, controllando se è sopra o sotto la linea di galleggiamento, per escludere oppure no l'ipotesi siluro, certo la più inquietante.
Il segretario di stato statunitense Mike Pompeo ha accusato direttamente l'Iran per l'azione e questa è la convinzione dei paesi arabi.
Siamo ad una sorta di replica di quanto accaduto, negli Anni '80 nelle acque del Golfo, quando, per fare pressione sui paesi arabi che finanziavano l'Iraq, i Pasdaran si dettero ad attaccare, con piccole imbarcazioni utilizzando mitragliatrici e lanciarazzi RPG-7, le petroliere in transito nel Golfo. Oggi i sistemi d'attacco sembrano essersi affinati ma la mano è sempre la stessa.
Sono in corso tutta una serie di attività per rafforzare la sorveglianza e la protezione delle unità mercantili e di porti e punti d'imbarco.
Dato che le due unità erano dirette in Giappone e che proprio in quelle ore in Iran era in visita il primo ministro Abe, impegnato in un tentativo di mediazione, potrebbe essere il gesto della componente più radicale di qualche componente militare iraniana, desiderosa di far deragliare anche questa mediazione.
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