sabato 30 giugno 2018

ACCORDO PER LA RICONCILAZIONE IN ZONE
DELLA SIRIA MERIDIONALE



Molte delle municipalità ancora sotto il controllo delle forze ribelli a oriente della città di Daraha, si stanno dichiarando favorevoli alla riconciliazione con le forze di Damasco. E' chiaro che gli Stati Uniti non interverranno in loro difesa, per cui sarebbero in gravissime difficoltà davanti alle forze di Assad. 
La Giordania ha bloccato il confine, forse per indurre i rifugiati a dirigersi a occidente di Daraha, per andare a rinforzare le ultime zone ancora sotto il controllo dei ribelli, dove ranno allestiti altri campi profughi. La Giordania in passato ha ospitato una massa molto grande di profughi ma ora le sue strutture rischiano il collasso.
Bisogna tener presente che si tratta di zone pianeggianti, dove i mezzi corazzati e blindati possono operare agevolmente.. In mano ai ribelli resta la zona montuosa e collinare a ridosso con la Turchia, dove la situazione tattica è ben diversa, oltre a tutta la grande area oltre l'Eufrate.
Da segnalare come al confine con l'Iraq vi sono problemi per eliminare le ultime sacchi di Daesh che ancora resistono e dove potrebbero trovarsi alcuni dei capi dell'organizzazione.

venerdì 29 giugno 2018

NAVE CINESE VICINO AD ARCIPELAGO GIAPPONESE



Una nave ospedale militare di Pechino si è introdotta per un'ora nelle acque contigue a quelle territoriali giapponesi, in particolare vicino al conteso arcipelago delle Sonkaku, amministrate da Tokio ma rivendicate da Pechino. Tokio ha emesso una nota di protesta e potenzia il proprio potenziale difensivo.  Quei territori sono internazionalmente riconosciuti del Giappone ma la Cina vorrebbe assicurarsi più sicuri sbocchi al Pacifico, Si tratta di una serie di problemi che stanno emergendo in questi anni, in particolare da quando la Cina comunista sta costruendo una grande flotta.

giovedì 28 giugno 2018

LE FORZE DI ASSAD AVANZANO NEL SUD


I reparti di Assad stanno proseguendo la loro avanzata a nord -est di Daraa e hanno eliminato quasi tutto il saliente che minacciava da oriente la strada che collega questa città con Damasco. Nel deserto è difficile resistere ad offensive convenzionali, condotte con larghezza di mezzi pesanti. L'avanzata sta provocando nuove ondate di profughi mentre altri rifugiati rientrano in Siria dal Libano, dove avevano trovato rifugio nei momenti più duri della guerra. 
ILe forze ribelli nel paese sono in serie difficoltà mentre continua l'afflusso di unità da unità da trasporto, militari e civili, dalla Russia. Ieri è stata la volta di una nave da svarco classe "Alligator", al suo sesto viaggio dall'inizio del 2018. 

martedì 26 giugno 2018

MISSILI (FORSE ISRAELIANI) SULL'AEROPORTO DI DAMASCO


Una salva di missili è arrivata ieri notte, intorno alle 01.00, sull'aeroporto di Damasco International. Sembra che l'azione si sia svolta mentre era in arrivo un velivolo da trasporto iraniano. Potrebbe essere un ulteriore segnale israeliano nei riguardi dell'intervento iraniano in Siria. Fino ad oggi i voli iraniani non erano stati disturbati ma anche in questo campo la situazione potrebbe essere cambiata in quanto Israele non vuole assolutamente un potenziamento della presenza iraniana nel paese e, in teoria, la Russia si è detta favorevole a questa linea, creando però una situazione molto delicata. Una parte dei rifornimenti iraniani è destinata anche agli Heitzbollah libanesi, con tutte le conseguenze del caso.
Senza i rifornimenti aerei, molto più veloci di quelli navali, la logistica iraniani in Siria si complicherebbe non poco. Intanto giungono notizie di manifestazioni in Iran contro il regime. Vengono contestate, fra l'altro, le ingenti spese militari all'estero che l'Iran sostiene in un momento di grave crisi economica.
PROSEGUE L'AVANZATA DI ASSAD NEL SUD


Le forze del presidente Assad hanno tagliato fuori l'estremità più settentrionale del saliente che si estendeva a nord-est di Daraa, a ridosso della frontiera con la Giordania. Per ora gli Stati Uniti hanno fatto  degli appelli a bloccare l'attacco contro i loro alleati ma senza ottenere niente. Non sappiamo se e fino a quando rimarranno fermi con i loro velivoli e la loro artiglieria.
I combattimenti sono molto intensi ma bisogna ricordare che le forze governative hanno un netto vantaggio, almeno a terra, per cui prevediamo che l'avanzata procederà, a meno che non vi sia un intervento esterno.

domenica 24 giugno 2018

MISSILI ANTICARRO SUDCOREANI RAYBOLT IN YEMEN



Sono apparse evidenze fotografiche dell'impiego di missili portatili sudcoreani RAYBOLT da parte di militari della coalizione a guida saudita. L'arma è recentemente entrata in produzione e, evidentemente, ha trovato subito acquirenti stranieri. 
Questo missile è una sorta di copia dello JAVELIN statunitense, avendo un sistema di acquisizione ottica che consente di  operare lanciandolo e passando ad altro bersaglio se non si vuole guidarlo fino all'impatto. Il raggio operativo dovrebbe essere fra i 3000 e i 4000 metri. con carica cava e traiettoria d'attacco diretta o dall'alto.
Il RAYBOLT ha anche il vantaggio di costare di meno degli JAVELIN e ora si tratta di vedere se ha il rendimento delle armi statunitensi.

sabato 23 giugno 2018

CONTINUANO GLI SCONTRI IN UCRAINA


I media non ne parlano ma proseguono i combattimenti in Ucraina, più o meno in modo costante, con 30/80 violazioni del cessate il fuoco al giorno, ricorrendo anche ad armi pesanti, incluso i lanciarazzi campali. E' un continuo stillicidio di vittime e feriti e la vita è molto dura nelle città sfiorate dal fronte. L'economia delle zone sotto controllo dei separatisti è sempre più dura e inizia a diffondersi lo smarrimento e si pensa al prossimo inverno.
Grossi problemi anche per la Crimea. Kiev ha bloccato l'invio d'acqua dal fiume Dnipro, che serviva anche per l'agricoltura avanzata della regione (ortaggi). La zona sta tornando all'aspetto che aveva prima della II Guerra Mondiale, vale a dire una landa arida dove vivevano piccoli gruppi di Tatari, legati alla pastorizia. Un disastro a cui Mosca non potrà mettere rimedio in quanto non esiste un fiume russo dove attingere i medesimi volumi d'acqua. Grossi problemi anche per la corrente, un tempo in arrivo anch'essa dall'interno dell'Ucraina. Anche il flusso dei turisti si è ridotto a un 20% anche se ora vi è un ponte verso il Kuban e Rostov.
Rimaniamo sempre dell'avviso che Putin questa volta ha voluto inghiottire un boccone troppo grosso che finirà per strozzarlo.

OFFENSIVA GOVERNATIVA NEL SUD DEL PAESE


Le forze di Damasco, dopo un primo attacco contro alcune posizioni dell'opposizione sul Golan, ora sono all'attacco nel saliente orientale  del territorio ancora sotto il controllo dei ribelli. Hanno guadagnato del terreno ma incontrano forte resistenza. Poco a nord.est cercano di eliminare la piccola sacca che era caduta sotto il controllo di Daesh pochi giorni or sono.
Mancano uomini e unità per presidiare il paese e molte delle fortificazioni campali utilizzate in precedenza sono del tutto abbandonate.
Intanto, lungo l'Eufrate a ridosso del confine, velivoli F-16 iracheni hanno colpito un meeting di capi di Daesh, con il bilancio di circa 45 vittime. Questa sacca resiste da mesi perché qui vi si sono concentrati molti integralisti con le loro famiglie. Qualcuno è stato bloccato mentre tentava di filtrare verso la Turchia o l'Arabia Saudita, cercando appoggi e per sfuggire alla caccia che viene data e che per ora ha dato buoni risultati.
LE FORZE DEL GENERALE HAFTAR RICONQUISTANO I
TERMINAL PETROLIFERI DI RAS LANUF E SIDRA


Le forze dell'Esercito Nazionale Libico hanno ripreso il controllo dei grandi terminal petroliferi di Ras Lanuf e Sidra, respingendo, anche grazie all'intervento di velivoli, le forze delle milizie che le avevano attaccate e parzialmente conquistate, danneggiando gravemente due grandi depositi di stoccaggio.
I combattimenti hanno causato decine di vittime ma i rinforzi giunti da Bengasi hanno avuto ragione delle forze della milizia islamista di Bengasi e degli elementi che dal 20111 al 2016 avevano preso il controllo delle installazione, con la scusa di "difenderle". In realtà pretendevano grosse cifre dall'ente petrolifero libico. Cacciati nel 2016, hanno tentato di catturare nuovamente gli impianti, agli ordini di un certo Jadran, niente di più di un volgare tagliagole che cerca di arricchirsi, sempre che non impatti prima velocemente contro un proiettile o una bomba, evento di cui tutti i libici dovrebbero rallegrarsi in quanto fa parte dei mali del paese. 
Il consiglio è di proteggere meglio certi impianti, a costo di utilizzare professionisti stranieri adatti al compito, in quanto queste installazioni e il loro funzionamento sono fondamentali per l'economia libica, che deve poter disporre di fondi per la ricostruzione del paese. 
Intanto si tratta per la sorte dei difensori di Derna, ridotti in un pezzo della parte occidentale della città. Si tratta di alcune centinaia di integralisti. Una battaglian finale costerebbe sangue e ulteriori distruzioni, per ora abbastanza limitate visto che le difese sonono crollate abbastanza rapidamente.

lunedì 18 giugno 2018

PROSEGUONO I COMBATTIMENTI SUL GOLAN E NELLA SIRIA ORIENTALE


Un misterioso attacco aereo (potrebbe essere stato israeliano) ha colpito posizioni delle forze di Assad e delle milizie sciite libanesi. Fra i 14 siriani uccisi vi è anche un maggior generale e due colonnelli. Potrebbe trattarsi di una fase della lotta fra iraniani, i loro alleati sciiti libanesi e Israele, che va avanti da un paio di mesi.
Le Forze Democratiche Siriane stanno eliminando la grande sacca lungo il confine con l'Iraq dove ancora operano i miliziani di Daesh mentre quella lungo la sponda orientale dell'Eufrate è piccola ma ancora resiste.
Proseguono anche i combattimenti sul Golan dove le forze di Assad sono sempre all'offensiva.

OFFENSIVA SUL GOLAN


E' in corso una offensiva delle forze di Damasco sulle alture del Golan, a ridosso del confine con Israele. Era diverso tempo che si stavano ammassando forze di Assad nella zona e ora stanno avanzando, avendo fatto dei progressi contro la parte più settentrionale delle aree sotto controllo dell'opposizione, colpite in precedenza dall'artiglieria e dai velivoli.
Guida la nuova offensiva il reparto delle TIGRI, che si avvale di 60 carri e 35 pezzi d'artiglieria oltre a molti mezzi blindati. Non è chiaro che resistenza siua stata incontrata fino a questo punto mentre gli israeliani osservano tutto dalle vicine postazioni oltre che dall'alto.

domenica 17 giugno 2018

HAFTAR ORGANIZZA LA CONTROFFENSIVA SU RAS LANUF


Il generale Haftar sta organizzando la controffensiva per riprendere il pieno controllo della zona dei terminali petroliferi di Ras Lanuf e Sidra, nel golfo della Sirte, attaccati e parzialmente occupati da integralisti e una milizia composta da ex guardiani dei pozzi, in pratica dei mezzi briganti, I velivoli di Haftar nei giorni scorsi hanno condotto alcuni attacchi, uccidendo anche un paio di capi delle milizie avverse.
Diverse delle sue truppe stanno ultimando la liberazione di Derna dalle milizie integraliste, oramai asserragliate in meno di metà della città, da cui presto verranno fatti saltar fuori, con le buone o con le cattive. A questo punto si recuperano forze preziose per nuove operazioni anche se bisogna presidiare il territorio, in quanto possono all'improvviso palesarsi minacce provenienti da lontano, passando per i vasti tratti desertici e le piste meno battute.
Intanto gli Stati Uniti continuano a condurre con velivoli UAV eliminazioni di capi terroristici legati a Daesh che ancora operano sul territorio.
Quando prenderà forma una missione internazionale in Libia? Speriamo il prima possibile anche perché vi è l'annosa questione della tratta di esseri umani che va stroncata a tutti i costi, facendo i conti con chi ha spinto centinaia di migliaia di persone in mare in condizioni pericolosissime.
"QUASI" TREGUA IN AFGHANISTAN


Anche se i talebani non hanno risposto esplicitamente alla tregua lanciata dal presidente afghano, i combattimenti nel paese e gli attentati si sono ridotti in modo significativo, ricordando che sono in corso da diversi anni delle altal
elanti trattative. Vi è stato un attentato con 36 morti a Jalalabad ma i terroristi integralisti sono sempre in azione. Sono le operazioni militari più complesse che sono calate in modo evidente, dopo che Kabul ha proclamato una tregua per la fine del ramadan.
Esclusi dalla tregua sono le formazioni di Daesh che controllano piccoli lembi di territorio ma che si scontrano con i talebani oltre che con le forze di Kabul.
E' molto difficile fare delle previsioni ma forse qualcosa si sta muovendo anche perché gli Stati Uniti stanno schierando di nuovo mezzi nel paese e le forze di Kabul hanno ripreso vigore dopo che Obama aveva inopinatamente ridotto al minimo la presenza nel tormentato paese.
FRONTE FERMO ALLA PERIFERIA DI HODDEIDA


Il fronte è fermo alla periferia meridionale della città portuale di Hoddeida, nell'area dell'aereoporto. L'impressione è che siano in corso delle trattative per evitare una battaglia urbana. Colonne mobili houthi hanno tentato attacchi lungo la strada costiera, per alleggerire la pressione sulla città, ma sono state bloccate. Ferma è l'attività del porto e le milizie houthi hanno subito perdite consistenti in queste settimane di offensiva. 
Preoccupa anche la situazione umanitaria in quanto da Hoddeida passavano i rifornimenti umanitari per le zone interne sotto controllo delle milizie appoggiate dall'Iran, incluso l'area di Saana. Senza i rifornimenti iraniani le milizie houthi sono spacciate anche se potrebbero condurre una lunga guerriglia sulle montagne dell'interno.

sabato 16 giugno 2018

FORZE SPECIALI FRANCESI NELLO YEMEN


Fonti degne di fede, provenienti dal Parlamento di Parigi, indicano che  forze speciali francesi stanno operando nello Yemen, in particolare con il contingente degli Emirati Arabi Uniti. Non abbiamo ancora una conferma definitiva della notizia ma visto i rapporti fra i due paesi, la cosa è possibile. Non dovrebbero trattarsi di grossi numeri perché le forze speciali di Parigi sono molto impegnate, dalla Siria al deserto del Sahara. Si tratta però di assetti preziosi, per esempio per identificare bersagli e illuminarli con apparati laser per essere colpiti dal munizionamento di precisione.
Del resto con gli houthi operano migliaia di consiglieri iraniani che si occupano, per esempio, del lancio dei missili balistici verso l'Arabia Saudita.
Parigi è, come al solito, molto attiva sul piano internazionale, inviando truppe anche in misisoni coperte.
FORZE RUSSE MUOVONO IN ZONE PROIBITE IN MOLDAVIA


Uno dei lasciti colpevolmente lasciati in sospeso dall'Europa, è la presenza russa in Moldavia, in particolare sulla sponda orientale del fiume Dniester, la cosiddetta Transnistria". Mezzi pesanti del corpo di spedizione russo nella zona, sono penetrati in zone in cui è vietato dagli accordi di cessate il fuoco firmate nei primi Anni '90, quando vi fu un conflitto.
Questa situazione dev'essere risolta perché non è possibile che Mosca continui a fare quello che vuole solo perché ha forze maggiori di altri paesi dell'area. Questa situazione deriva dalla presenza della 17a Armata sovietica nella zona e non la si è mai voluta risolvere. Ora si aggiunge alle tante questioni che vedono in azione Mosca, dalla Georgia all'Ucraina.
LE TRUPPE DELLA COALIZIONE AVANZANO DENTRO HODDEIDA



I reparti fedeli al presidente yemenita Hadi e quelle della coalizione che lo sostiene, in particolare le forze degli Emirati, hanno assunto il controllo dell'aere porto e in queste ore stanno avanzando verso il centro della città portuale di Hoddeida. Oramai sono a poche centinaia di metri dalla principale strada che collega il porto con la capitale. Stanno infliggendo perdite sostenute alle milizie houthi, utilizzando anche velivoli da combattimento, incluso turboelica armati AT-802 e velivoli a reazione. Ma i mezzi pi efficaci risultano sempre gli elicotteri d'attacco APACHE.
Le milizie houthi hanno lanciato una incursione con mezzi leggeri verso la srada costiera , nella zona di Aledin, approfittando della lunghezza delle linee di comunicazione dell'offensiva lungo la costa del Mar Rosso e del fatto che il terreno è spesso percorribile dai veicoli anche fuori le strade normali.
Sembra che le milizie houthi a Hoddeida si vogliano asserragliare nella parte centrale di Hoddeida in quanto non hanno forze per resistere all'attacco  e vogliono farsi scudo della popolazione.
Prosegue l'afflusso di rifornimenti via mare alle truppe che stanno liberando Hoddeida. La nave colpita dalle forze Houthi con un missile due giorni fa, a sud della città (durante un'azione notturna) potrebbe essere una nave da sbarco ma non si hanno ancora informazioni precise.
L'impressione è che siamo di fronte ad un momento decisivo della guerra anche dal punto di vista psicologico in quanto senza rifornimenti iraniani dal mare, la resistenza convenzionale delle milizie houthi non potrebbe protrarsi a lungo, pur potendo continuare con una guerriglia.

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venerdì 15 giugno 2018

CONQUISTATO L'AEROPORTO DI HODDEIDA


Oggi pomeriggio le forze governative e i loro alleati di coalizione, in particolare reparti degli Emirati Arabi Uniti, hanno conquistato lo scalo aereo internazionale di Hoddeida, nella parte meridionale della città. L'attacco è stato appoggiato dall'aria da elicotteri da combattimento APACHE e da velivoli. Le perdite delle milizie houthi sono gravi e la situazione in città è critica. La strada per Saana è praticamente bloccata e resta solo la strada costiera che corre lungo la costa da nord, da cui possono giungere rinforzi. La strada è colpita comunque da velivoli e sotto il tiro dell'artiglieria a lunga gittata
Probabilmente gli attaccanti vedranno di sviluppare una manovra aggirante, per circondare completamente l'abitato, le cui strade sono praticamente deserte. Si vuole assolutamente evitare una battaglia urbana ma parte delle milizie houthi sembra deciso a resistere, facendosi scudo proprio della popolazione.
La perdita della città sarebbe un duro colpo per le milizie houthi e i loro alleati iraniani, in quanto si ridurrebbero drasticamente le possibilità di ricevere rinforzi tramite violatori del blocco navale. Grossi problemi nascerebbero anche per far giungere aiuti umanitari, senza i quali molte persone rischiano di essere colpiti da una carestia ancora più forte. I capi houthi vogliono resistere ma rischiano di infliggere immense sofferenze alla popolazione, il cui sostegno sta mancando in modo crescente.
Del resto sembra che si vogliano saldare i conti con gli iraniani, ispiratori nel 2015 della ribellione, e con i loro alleati locali, in quali lanciano ancora missili balistici verso le città saudite; un gesto poco incline a ottenere un accordo di pace.

giovedì 14 giugno 2018

DERNA STA PER ESSERE LIBERATA


I reparti dell'Esercito Nazionale Libico hanno preso il controllo di più di metà del centro abitato, incluso il centro e il porto. I miliziani integralisti sono ormai ridotti a poche centinaia, in una sacca che include la parte orientale della città. I danni al centro di Derna sono inferiori a quanto ci si sarebbe attesi proprio perché le forze dei miliziani erano troppo ridotte.. Le forze del generale Haftar utilizzano carri (T-55 e T-62) oltre avari mezzi blindati di recente acquisizione.
Cadendo Derna finirebbe la resistenza di tipo convenzionale dei reparti integralisti che dal 2011 controllavano la città e i suoi immediati dintorni.
Per ora non si hanno notizie su i recenti combattimenti intorno a Eas Lanuf. Probabilmente non appena conquistata Dermna, i reparti qui impiegati saranno trasferiti nella sirtica.
BREAKING NEWS

COMBATTIMENTI A RAS LANUF


Improvvisamente si sono accesi combattimenti nell'area del terminal di Ras Lanuf, in Libia, fra reparti dell'Esercito Nazionale Libico e milizie della Brigata di Difesa di Bengasi, forze integraliste cacciate da Bengasi che evidentemente si sono riorganizzate e oggi hanno lanciato un attacco contro il terminal petrolifero, incendiando alcune installazioni. A darli man forte anche miliziani un tempo impegnati nel controllo delle fondamentali strutture, poi scacciati dalle forze del generale Haftar. In particolare sono stati incendiati un paio di depositi a Fiba.Da Ras Lanuf passano 240.000 barili di petrolio al giorno, fondamentali per l'economia del paese.
Probabilmente l'attacco, proveniente da vicino deserto, è stato lanciato prima che la battaglia per Derna sia conclusa e quelle forze possono essere utilizzate nella sirtica. Un contrattacco delle forze di Haftar è atteso a breve mentre è intervenuta anche l'aviazione. I reparti dell'Esercito Nazionale Libico comunque controllano il centro abitato di Ras Lanuf e altre installazioni, incluso il terminal d'imbarco.
La Libia deve essere il primo obiettivo della politica estera italiana in Mediterraneo e sarebbe l'ora che quattro miliziani fanatici mettessero a repentaglio l'economia del paese.
Se ci fossero state forze meglio addestrate, questo assalto sarebbe stato respinto senza grossi problemi. 
Intanto a Derna la battaglia è giunta a buon punto, con le forze di Haftar 
VIOLENTI COMBATTIMENTI
 NELL'AREA DI HODDEIDA


 Si combatte in modo molto intenso intorno al porto di Hoddeida, con le milizie houthi che cercano di resistere, lanciando anche dei contrattacchi, subendo però forti perdite, dopo aver ricevuto rinforzi ,dalle zone interne. Una unità della coalizione a guida saudita è stata colpita da un missile antinave nei pressi della città. Non sappiamo di che tipo di unità si tratti ma gli elicotteri sono intervenuti per evacuare l'equipaggio.
L'artiglieria della coalizione e i velivoli battano le posizioni nemiche. avanzando intorno all'aeroporto e nella periferia meridionale. Le milizie houthi hanno bloccato i civili che volevano allontanarsi, per utilizzarli come scudi umani. Intanto prosegue il lancio di missili balistici verso il territorio saudita, venendo intercettati dai sistemi difensivi.

La battaglia per Hoddeida potrebbe essere un punto di svolta decisivo della guerra che si trascina dal 2015. Non potendo ricevere rinforzi via mare, in particolare dall'Iran, per gli houthi la situazione potrebbe farsi molto difficile anche se si tratta sempre. Fra l'altro il governo yemenita sta rientrando nel paese, dopo anni di esilio in Arabia Saudita. 

mercoledì 13 giugno 2018

YEMEN: INIZIO OFFENSIVA SU HODEIDA

INIZIO OFFENSIVA HODDEIDA

Dopo alcuni giorni di tregua durante i quali si è cercato di trovare un compromesso sotto l'egida dell'ONU, è cominciato oggi l'offensiva sul porto di Hodeida da parte delle forze della coalizione a guida saudita. Già dalle prime luci dell'alba sono cominciati i bombardamenti aerei sulla città, con anche il supporto di alcune navi da guerra al largo della costa, ma si prevede una strenua difesa da parte degli Houti che hanno avuto il tempo di rafforzare le proprie difese. Il porto di Hodeida rappresenta uno snodo commerciale fondamentale, avendo inoltre una fondamentale funzione umanitaria in quanto vi transitano la maggior parte degli aiuti alla popolazione delle Yemen.

lunedì 11 giugno 2018

+++BREAKING NEWS+++ Kim Jong-Un accetta denuclearizzazione

Kim Jong-Un accetta denuclearizzazione

In un documento firmato alla fine del summit con il presidente americano Donald trump, il dittatore nord coreano Kim Jong-Un ha accettato di procedere con il completo smantellamento dell'arsenale nucleare nord coreano. Seppure non siano ancora chiare le condizioni accettate dagli Stati Uniti affinchè ciò avvenga, è indubbio che se Kim manterrà il suo impegno si tratterà di un passo storico verso la normalizzazione della Corea del Nord, oltre a rappresentare un primo importante successo diplomatico per trump.
 

sabato 9 giugno 2018

AGGIORNAMENTO SULLA SITUAZIONE IN IRAQ


Nell'Est del paese continua lo sforzo delle Forze Democratiche Siriane contro la sacca di Daesh lungo la frontiera, appoggiata dall'aria, anche da F-16 iracheni e dall'artiglieria, statunitense, francese e irachena, dato che le FDS non dispongono di armi pesanti, per specifico veto turco (Ankara ha appena terminato un lungo vallo lungo la frontiera fra i due paesi).
Nell'area di Deir-ez-Zor, il generale Hussein, comandante dell'11a Divisione Corazzata e e il comandante Hadroj, appartenente agli Hetzbolla libanesi, sono rimasti uccisi in una imboscata di miliziani appartenenti a Daesh. Ul elicottero di Damasco è stato costretto ad atterrare in emergenza dentro uno stadio, durante un volo per rifornire una sacca che Damasco ha mantenuto lungo il confine con la Turchia, in piena area kurda.
Le forze di Assad sono impegnate contro la nuova sacca a sud-est di Damasco , con forti scontri e ulteriori perdite da entrambe le parti. Damasco non ha militari bastevoli per controllare tutto il territorio, in cui operano formazioni ostili, incluse quelle di Daesh. E' relativamente calmo in fronte di nord-ovest, anche se proseguono bombardamenti aerei, inclusi quelli di velivoli russi.

venerdì 8 giugno 2018

IN MERITO ALLE VOCI CIRCA
L'IMPIEGO DI REPARTI ITALIANI IN IRAQ



Da ieri circolano voci circa il possibile utilizzo di reparti italiani in Siria, seppur a ridosso della frontiera irachena; voci riportate da un'agenzia di stampa. La notizia ci sembra poco probabile perché se nascessero dei problemi, senza avere un preciso mandato, qualcuno si troverebbe in grossi guai, un "carciofone" con spine molto lunghe!!
A titolo d'esempio ricordiamo come nel 2003, a Khost, gli americani seppero che avevamo assetti per la desegnazione laser, che a loro difettarono. Chiesero di poterli utilizzare ma presto i comandi italiani si accorsero che l'idea era di utilizzarli anche durante "inseguimenti a caldo" oltre la frontiera conn il Pakistan. La cosa non era possibile e non era possibile neppure fare designazione laser dal confine dentro il territorio pachistano.
Ci sono anche le operazioni segrete ma qualcuno le dovrebbe autorizzare. E' stata la Pinotti? E' stata la Trenta? Crediamo nessuna delle due per cui i nostri dovrebbero operare solo in Iraq, dove il lavoro non manca.
A volte certe fonti straniere non sono in grado di identificare correttamente i reparti italiani, purtroppo. 
CERIMONIA SUL COL MOSCHI


Per ricordare la battaglia di 100 anni or sono, il 9° Reggimento Paracadutisti Incursori COL MOSCHIN hanno organizzato una due giorni che vedrà varie manifestazioni ed eventi sul Col Moschin e in altre località che ricordano la riconquista del Col Moschin da parte del IX Reparto Arditi, nel giugno del 1918, durante la Battaglia del Solstizio.
Raids sarà presente con Giampiero Cannella, autore del libro "Task Force 45, scacco al califfo" che presenterà.
Ovviamente invitiamo tutti a partecipare a questa bella manifestazione.
OFFENSIVA DI DAESH NELLA PROVINCIA SU SUVEIDA


Come avevamo previsto, forze del califfato si muovono ancora in tante zone della Siria che non sono presidiate. Da ieri hanno lanciato una offensiva nella provincia di Suveida, a sud-est di Damasco, dove sono riusciti a prendere il controllo di una fetta di territorio e anche qualche piccola località, fra cui la località di Abu Kemal. Subito le forze del presidente Assad sono intervenute e si sono accesi violenti combattimenti, ancora in corso mentre scriviamo. Le forze di Damasco non sono sufficienti a presidiare l'immenso territorio e situazioni di questo tipo sono sempre possibili, specialmente in aree marginali.
Intanto le Forze Democratiche Siriane sono sempre all'offensiva, con l'appoggio aereo, a ridosso del confine con l'Iraq. L'artiglieria irachena (M-777 e semoventi M-109) si è schierata sul confine per colpire le forze del califfato anche in territorio siriano dato che le l'FDS sono prive di armi pesanti.
Giungono notizie anche di ulteriori trattative fra i vari gruppi siriani per cercare di mettere fine a oltre 7 anni di conflitto.

giovedì 7 giugno 2018

TREGUA IN AFGHANISTAN PER LA FINE DEL RAMADAN



Il governo afghano ha proclamato una settimana di tregua per la fine del Ramadam, il mese sacro dei fedeli musulmani. Vedremo come reagiranno i loro nemici, mentre si ha notizie di altre trattative di pace.
La guerra prosegue con la stessa intensità nella più laica Siria e anche nello Yemen, dove sembra che si voglia chiudere al più presto il conto con gli houthi, appoggiati dall'Iran.
PROSEGUONO I COMBATTIMENTI PER DERNA



Proseguono, seppur a ritmo non particolarmente intens, i combattimenti per il controllo di Derna, in Libia. Le forze del generale Haftar stanno spingendo lungo la costa, dove, alla fine di maggio, hanno catturato l'area dello stadio e di Mezquita. Le operazioni sono rallentate dal fatto che si tenta di ridurre i danni per la popolazione e si cerca sempre un accordo per non giungere ad uno scontro finale. I miliziani integralisti non hanno però vie di fuga a meno che non tentino via mare. L'Italia e i suoi alleati europei vigilano perché qualcuno di loro non tenti di arrivare in Libia, spacciandosi, come al solito, come rifugiati, in quanto si tratta di elementi molto pericolosi. Potrebbe intervenire anche la Turchia che, fino ad oggi, ha appoggiato le forze presenti a Derna, essendo schierata con i nemici del generale Haftar.
In città dovrebbero trovarsi circa 1.500 miliziani integralisti, riconducibili a Daesh e al-Qaeda, con poche armi pesanti che tenteranno di filtrare attraverso le linee e raggiungere l'altipiano della Cirenaica oppure di allontanarsi via mare.

Cogliamo l'occasione per ricordare come Derna, nel 1805, fu la prima città che vide issare la bandiera degli Stati Uniti fuori dal continente americano, quando i Marines e di "contractor" dferll'epoca, la occuparono, nell'ambito di una campagna contro i pirati nel Mediterraneo.

Bisogna segnalare anche l'attivtà aerea delle forze di Haftar nella zona di Sheba, per colpire alcune colonne di miliziani "ciadiani" che operano nell'area.

INIZIATA LA BATTAGLIA PER HODDEIDA



Le forze governative yemenite e i loro alleati della coalizione oggi hanno iniziato, alle prime luci dell'alba, l'attacco alla città di Hoddeida, l'importante porto sul Mar Rosso. Ovviamente non vogliono farsi coinvolgere in una battaglia urbana e intanto mirano a completare l'accerchiamento della città, il cui porto è già bloccato. Le milizie houthi sembrano intenzionate a resistere nonostante i rischi per la popolazione che si trova in città.

Vi sono combattimenti anche molto più a meridione sulla lunga linea del fronte, il cui percorso si sviluppa in molte zone montuose che favoriscono i difensori. L'Arabia Saudita e i vari paesi della coalizione vogliono comunque chiudere la partita, almeno bloccando il lancio di missili balistici verso il territorio saudita. I velivcoli della coalizione appoggiano l'azione si Hoddeida operando da basi in Arabia Saudita ma anche da quella di Assab, in Eritrea, dove sono basati velivoli e navi degli Emirati Arabi Uniti, impegnate anche nel blocco navale.
Terremo informati i nostri lettori sullo svolgersi delle operazioni, da cui i mass-media sono praticamente tagliati fuori.

PUTIN E LA SIRIA


Il presidente russo Putin ha dichiarato durante una intervista televisiva che la Russia non sta svolgendo più in Siria grandi operazioni ma ancora non è il tempo che si ritiri. Ci viene in mente che aveva annunciato il ritiro dei soldati di Mosca due anni e mezzo or sonono, cosa che non si è assolutamente verificato. Vorrebbe sicuramente ridurre rischi e costi ma non può e vuole mantenere delle basi nel paese. Intanto proseguono i voli dei velivoli da trasporto dalla Russia e delle navi di Mosca attraberso il Bosforo
Il presidente russo ha detto che "in occidente qualcosa sulle sanzioni contro di noi si sta aprendo", facendo chiaro riferimento alle dichiarazioni del nuovo governo italiano, le quali stanno cerando però crescenti reazioni (negative) in ambito europeo e della NATO, chiaramente facenti riferimento a perché furono applicate.
Intanto a oriente dell'Eufrate proseguono i combattimenti per eliminare le ultime sacche di Daesh da parte delle Forze Democratiche Siriane, appoggiate dall'aria dai velivoli della coalizione. I rimanenti fronti sembrano relativamente calmi e sappiamo che, segretamente si sta trattando in quanto anche le forze di Assad sono stremate da 7 anni di dura lotta.

mercoledì 6 giugno 2018

L'ATTIVITA' DELL'AERONAUTICA IRACHENA


L'Aeronautica militare irachena ha diffuso alcuni dati interessanti circa la propria attività fra il 2014 e la fine del 2017. Non ha i numero enorme di velivoli che disponeva un tempo ma ha dato un importante contributo alla lotta contro Daesh. Vediamolo nel dettaglio.

- F-16 C/IQ
Consegnati dagli USA a partire dal 2015 hanno effettuato 514 missioni con munizionamento quasi sempre guidato.
- Sukhoi Su.25 
Consegnati in 21 esemplari da Russia, Bielorussia e Iran (velivoli iracheni rifugiatisi in Iran nel 2003) hanno effettuato, a partire dal 2014, 3.562 sortite, con munizionamento spesso non guidato. vale a dire bombe a caduta libera e razzi oltre ad utilizzare il cannoncino da 23 mm.
- L-39 Delfin
I 10 addestratori L-39 hanno eseguito anche 398 sortite d'attacco al suolo, con munizionamento non guidato
- Cesan 208 B CARAVAN
I soli 4 velivoli disponibili di quello che è un monomotore da turismo e trasporto leggero modificato, hanno effettuato ben 3.439 sortite e lanciato ben 2.660 missili a guida laser HELLFIRE, ottenendo un ottimo successo.
- Antonov An.32 B
I 6 biturbina da trasporto hanno effettuato 990 voli di rifornimento e collegamento

Il commento che si può fare è che un piccolo e poco costoso velivolo come il Caravan può giocare in questo tipo di conflitto un ruolo importante contro bersagli piccoli e sfuggenti e privi di una moderna difesa contraerea. Velivoli come i Su.25 giocano in questo contesto un ruolo importante mentre aerei più sofisticati come gli F-16 sono meno adatti per questo tipo di operazioni.

Bisogna ricordare che molto importante è stato anche il ruolo degli elicotteri, inclusi quelli armati, in grado di fornire un appoggio molto aderente.

L'attività è proseguita, seppur meno intensa, nei primisei mesi del 2018 e ora l'Aeronaurtica irachena cerca di potenziare la propria struttura migliorando il settore caccia con l'apporto di altri F-16 ma di sicuro giungeranno anche altri velivoli, fra cui altri Cesna 208 B armati.

 

 LA SITUAZIONE IN LIBIA

 

Il capo terrorista Abd al-A'ati Ashtaiwy, affiliato a Daesh, è stato ucciso ieri da un raid di un velivolo pilotato a distanza mentre con tre altri miliziani si muoveva nell'area di Sirte. Evidentemente qualcuno sorveglia certe aree ed è pronto ad intervenire. Non ci sorprenderebbe se il velivolo facesse base in Italia, dato che, nel silenzio generale, in Italia fanno capo diverse attività delicate, provenienti da Sigonella e Pantelleria.

Le truppe del maresciallo Haftar sono nel centro di Derna e hanno occupato la parte orientale della città. Anche qui, ad intermittenza, si vedono alcune azioni di precisione di velivoli UAV armati, impegnati in lunghe e accurate ricognizioni.

 

Il nuovo governo, se ne ha la forza, deve impegnarsi al massimo in questo paese, in quanto la sua stabilità è fattore fondamentale, ricordando bene che le forze del maresciallo Haftar controllano la maggior parte del paese e con la presa di Derna stanno ottenendo un importante successo nella lotta ai terroristi integralisti. Il presidente Sarraj ha risorse minime e il suo peso pratico è molto ridotto mentre a Tripoli operano anche gruppi integralisti, appoggiati da Turchia e altri paesi.  

 

La situazione a Tripoli rimane di grande incertezza ed è anche per questo che sarebbe necessario un impegno italiano nel paese, da 7 anni in stato di grande confusione e conflitto permanente, oltre che via d'accesso dei trafficanti di esseri umani da regioni più a sud.

martedì 5 giugno 2018

PROSEGUE LA BATTAGLIA PER DERNA


Proseguono i combattimenti all'interno della città di Derna. Le foprze dell'Esercito Nazionale Libico sono oramai nella parte centrale di Derna, non lontane dal porto, per cui la resistenza non dovrebbe prolungarsi troppo a lungo. In prima fila nell'attacco si stanno distinguendo i soldati della 106a Brigata ed altre formazioni. I miliziani integralisti sembrano in crisi dopo aver subito forti perdite nelle settimane precedenti dato che l'offensiva è iniziata lo scorso 7 maggio.
LA SITUAZIONE NELLO YEMEN



La situazione incerta circa la sorte della città portuale di Hoddeida, da dove le truppe governative e quelle della coalizione distavano oramai pochi chilometri, dopo una grande avanzata. Non si capisce se le milizie houthi vogliano abbandonarla o condurvi una ulteriore resistenza. Intanto si combatte nei pressi dell'aeroporto e il porto è bloccato.
Pirati, non meglio identificati, hanno attaccato una nave con un carico di aiuti umanitaeri dell'ONU, utilizzando piccole imbarcazioni. La nave era però difesa da contractors e l'attacco è stato respinto.
Intanto un missile saudita ha intercettato e distrutto un missile yemenita diretto contro una città portuale sul Mar Rosso.
Intanto una nave con aiuti umanitari dell'ONU per lo Yemen, è stata attaccata da pirati nel Mar Rosso. respinti però dal fuoco dei contractors che erano di scorta a bordo. In precedenza non vi erano mai stati pirati in queste acque e probabilmente si tratta di yemeniti provenienti dal territorio sotto controllo della milizia houthi.

lunedì 4 giugno 2018

L'ESERCITO NAZIONALE LIBICO STA ENTRANDO IN DERNA



Le forze dell'Esercito Nazionale Libico del maresciallo Haftar stanno entrando in queste ore nei quartieri orientali di Derna, appoggiati anche dal cielo. La città è dal 2011 sotto il controllo di gruppi islamici integralisti ma ora la loro ostinata resistenza sembra destinata a terminare, con scarse vie di fuga. 
La conquista della città sarebbe un importante successo per le forze di Haftar, le quali godono dell' appoggio di Egitto, Arabia Saudita, Emirati, Francia e Stati Uniti mentre navi turche hanno portato in questi anni rifornimenti in città. La situazione si è fatta ancor più difficile per i miliziani integralisti e le popolazione da quando, il 2 giugno, il dissalatore d'acqua ha cessato produzione, principale forma di approvvigionamento idrico della città.
Con la presa di Derna, il maresciallo Haftar controllerà tutta la Cirenaica, potendo riposizione parte delle forze che combattevano alle porte della città, recuperando mezzi anche per altre operazioni.
 Sull'altro versante, si tratta di una nuova sconfitta per la componente integralista in Libia, già in forte difficoltà

LE SDF STANNO ELIMINANDO LE ULTIME SACCHE DI DAESH



Le Forze Democratiche Siriane stanno eliminando le ultime sacche di Daesh sia lungo il corso dell'Eufrate che più a nord, nei pressi della frontiera irachena. La resistenza, in particolare lungo il fiume, è dura e non è escluso che vi si trovino alcuni dei capi di Daesh. L'aviazione della coalizione interviene quando individua un bersaglio. Si spera che da quelle parti presto Daesh non sia che un tragico ricordo almeno come controllo fisso del territorio perché pensiamo che opereranno ancora nuclei clandestini, come in altre parti della Siria e in Iraq.
Intanto stanno sorgendo problemi a Raqqa fa kurdi e arabi, frutto di vecchie ruggini e del ruolo preminente che i kurdi hanno nelle Forze Democratiche Siriane, in cui si sta facendo uno sforzo per reclutare più arabi.
Intanto sono in corso trattative fra forze di Assad, Forze Democratiche Siriane e Stati Uniti, per una serie di soluzioni diplomatiche. Gli Stati Uniti sarebbero pronti a chiudere una base nei pressi del confine con la Giordania in cambio del ritiro iraniano. Staremo a vedere quello che accade.
COLLABORAZIONE FRA KURDI E ISRAELE


Si sta rafforzando la collaborazione fra kurdi e Israele. I kurdi non sono arabi e sono ai ferri corti con Daesh, l'Iran e il presidente siriano Assad. In particolare sono buone le relazioni fra Israele e Erbil. A Israele interessa avere alleati in una zona assolutamente strategica, al confine con l'Iran. Circolano già voci circa la fornitura di equipaggiamenti militari che passano con aerei cargo sopra la Giordania e, la Siria e l'Iraq, dato che non esiste altra strada data l'ostilità di Baghdad e turca oltre che quella irachena e siriana.
Questo processo è in corso da alcuni anni ma si sta ampliando visto il precipitare dei rapporti fra Israele e Iran, quasi un conflitto strisciante.

domenica 3 giugno 2018

NUOVO GOVERNO IN ITALIA


Non è stato un conflitto ma le tensioni sono state tante. Il 1° giugno è nato il governo fra la Lega e il Movimento 5 Stelle. Premier è il professor Conte e ministro della Difesa la dottoressa Trenta. Saremo a controllare cosa fanno, scrivendo cosa pensiamo, come al solito.
Speriamo che, andata via la Pinotti e i suoi collaboratori, che le avevano bloccati salvo che pochissimi e fidatissimi giornalisti (!!), siano riaperte le visite ai teatri d'operazione.
Le cose da fare sono moltissime, sia a livello di sicurezza interna che per quanto concerne le operazioni all'estero.
Intanto si è svolta la parata del 2 giugno. Oramai sfilano tutti, perfino 340 sindaci e i militari non solo sono sempre di meno ma non mostrano i loro equipaggiamenti migliori. Mettere qualche mezzo pesante almeno in mostra statica, non sarebbe male ma le indicazioni politiche erano ben altre.
VERTICE USA - COREA DEL NORD


Come avevamo (facilmente) previsto, sembra che il vertice fra USA e Corea del Nord, si farà, a Singapore, il 12 giugno. Dato che la situazione potrebbe mutare ancora, non ritorneremo sull'argomento fino a che, se avverrà, non si verificherà realmente.
Kim aveva preso una posizione diversa, perché negli USA si era parlato di aiuti economici. Figuriamoci se Kim accetterebbe soldi capitalisti. Lo sanno tutti che non né ha di bisogno e ha una economia solidissima, sguazzando i suoi sudditi nell'opulenza.
In realtà è proprio un problema di spiccioli, pardon, di aiuti economici e qualcuno vuole tirare sul prezzo. Il premier della Corea del Sud sta mediando ma potete immaginare cosa significa trattare con un elemento come Kim.

sabato 2 giugno 2018

LA BATTAGLIA PER IL PORTO DI HODDEIDA



Proseguono i combattimenti per la riconquista del porto di Hoddeida, principale sbocco al mare dello Yemen sul Mar Rosso. Le truppe yemenite e i loro alleati della coalizione sono avanzate anche nell'interno e attualmente sono a ridosso dell'aeroporto della città mentre l'artiglieria batte i vari sbocchi stradali, sorvegliati anche dall'aviazione. Ovviamente si vuole evitare una battaglia urbana, sicuramente problematica e molto pericolosa per la popolazione. Le attività del porto sono già bloccate e resta da vedere se i miliziani houthi la vorrebbero difendere ulteriormente, come in altri casi.
L'offensiva è alimentata e appoggiata anche tramite il porto e l'aeroporto di Assab in Eritrea. Le forze della coalizione godono anche di un certo appoggio navale anche se le forze houthi hanno nelle loro disponibilità missili antinave e mezzi navali insidiosi.

venerdì 1 giugno 2018

BREAKING NEWS
 
LE MILIZIE HOUTHI STANNO ABBANDONANDO HODDEIDA
 
 
 
Per ora stanno uscendo dalla città le armi pesanti ma sembra che la caduta della città portuale di Hoddeida, sulla costa del Mar Rosso, si stia avvicinando. L'offensiva delle forze della coalizione ha raggiunto nei giorni scorsi lo scalo aereo della città e il centro abitato rischia di rimanere isolato, con la popolazione bloccata al suo interno. Le milizie houthi hanno subito ingenti perdite, colpite anche dall'alto mentre il terreno non offre ostacoli orografici di rilievo, a differenza di quanto avviene nelle zone montuose del paese.
La perdita della città rischia di essere un duro colpo per gli houthi e i loro alleati iraniani, a cui si riduce anche drasticamente la zona costiera dove possono giungere armi contrabbandate, risultando anche più agevolmente controllabile. I capi hoithi hanno già dichiarato che perdere una battaglia non vuol dire perdere la guerra ma l'impressione è che nella zona costiera siano in grave crisi. Isolati sui monti, non avrebbero più modo di ricevere rifornimenti e rischierebbero anche grandi sofferenze. Per questo sono in corso trattative a vario livello anche per far sganciare i moderati da la componente più fanatica.
Per l'Arabia Saudita sarebbe una vittoria importante anche perché il lancio di missili balistici di costruzione iraniana ha creato problemi, così come le perdite subite in un conflitto in atto dal 2015. Con Hoddeida nelle mani della coalizione, sarebbe più facile far giungere i rifornimenti alle truppe della coalizione che operano lungo il Mar Rosso.