REPRESSIONE A HONG KONG
La mattina del 17 giugno, 500 poliziotti si sono presentati alla sede del principale giornale dell'opposizione, arrestando il capo redattore e altri quattro giornalisti. Si tratta dell'ennesimo provvedimento liberticida attuato dal regime comunista di Pechino, preoccupato per il fatto che, attenuandosi la pandemia (ma non è finita anche se se ne parla pochissimo, colpendo e bloccando il principale scalo navale del paese!) possono riprendere le proteste di massa. Fra l'altro sono stati fatti sequestri per bloccare l'attività della testata.
In Italia, nonostante si sia trattato di un provvedimento contro giornalisti, se ne è parlato molto poco, a riprova di come vengono trattati certi regimi, lasciandogli loro benevoli silenzi.
Noi proseguiremo a raccontare dei misfatti della più grande dittatura del pianeta, con cui troppi vogliono fare affari, infischiandosi di quei principi con cui poi si riempiono la bocca. In questo caso in molti vogliono riempirsi solo il conto in banca.
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