giovedì 10 giugno 2021

 RITIRO ITALIANO DALL'AFGHANISTAN


Il 10 giugno il ministro della Difesa Guerini e il capo di stato maggiore della Difesa hanno sancito la fine della missione italiana a Herat. L'atto è solo formale in quanto ancora vi è molto da trasportare in Italia e i paracadutisti della FOLGORE assicurano la sicurezza dell'operazione, che fra l'altro ha implicato l'impiego di Antonov A-124 ucraini per il trasporto degli elicotteri NH-90  e di altri equipaggiamenti ingombranti, fra cui molti LVM LINCE, veicoli BUFALO e via proseguendo. Parte degli equipaggiamenti saranno donati all'Esercito afghano così come la base di CAMP ARENA, moderna e razionale, con posto comando protetto.

Per i commenti su questi 20 anni d'impegno nel paese (i primi militari arrivarono nel dicembre 2001), rimandiamo all'articolo su RAIDS che sarà disponibile in edicola dopo il 25 giugno. Diversi analisti hanno parlato di sconfitta, prospettando la presa di potere da parte dei talebani, eventualità con non possiamo escludere ma che per ora non ci sembra imminente. Certo colpisce che gli Stati Uniti stiano ancora cercando un paese limitrofo dove basare gli UAV per svolgere missioni sul paese asiatico e si pensi a dove e come proseguire l'opera di formazione delle forze di sicurezza locali.

Intanto stanno venendo al pettine altri problemi che riguardano l'Italia. Un volo che trasportava equipaggiamenti dall'Afghanistan, non ha ottenuto il permesso di sorvolo, un segnale chiaro dopo che il governo Conte aveva bloccato la fornitura di alcuni equipaggiamenti militari agli Emirati e all'Arabia Saudita, un passo grave che porta a queste e ad altre conseguenze. Certe decisioni demagogiche vanno corrette in quanto possono avere conseguenze molto pesanti.

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