CONFERMATO L'ERGASTOLO PER
IL GENERALE RATKO MLADIC
Il generale Ratko Mladic, classe 1942, leader militare dei serbi di Bosnia-Erzegovina, si è visto confermare anche in appello la condanna all'ergastolo dal Tribubnale Internazionale sui crimini nella ex Jugoslavia dell'Aia, a 30 anni dai fatti. Nel 1991 Mladic era comandante del IX Korpus jugoslavo con quartier generale a Knin e i suoi reparti ebbero già gravi responsabilità all'inizio del conflitto in Croazia. Ma il peggio avvenne in Bosnia-Erzeovina fra il 1992 e il 1995, culminando con i massacri dopo la conquista di Srebenica e Zepa, zone che erano state dichiarate zone protette dall'ONU. L'ONU poi non fece quello che aveva promesso e ci furono molti massacri, tanto che poi la NATO intervenne e in pochi mesi si giunse a un accordo di pace.
Di Mladic ricordiamo l'arroganza e un'intervista data sulle piste da sci del monte Jahorina, nei pressi di Sarajevo, durante l'assedio alla città. Parlava di sci mentre conduceva un duro assedio. Poi vi è stato un lunghissimo iter giudiziario, roba da far impallidire anche i tempi della giustizia italiana. Non fu certo l'unico colpevole e anche Karadic, il principale leader politico dei serbi di Bosnia-Erzegovina, sta scontando l'ergastolo per i peggiori massacri in Europa dopo la II Guerra Mondiale. Le loro responsabilità riguardano l'eliminazione di molte migliaia di civili e combattenti che non hanno niente a che vedere con la difesa dei diritti della componente serba.
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