SUL RITIRO FRANCESE IN MALI
La situazione in Mali si sta complicando, in particolare con l'inizio del ritiro dei militari francesi da tre basi nel nord del paese, vale a dire Timbuctu, Kidal e Tessalit. Parigi, che era intervenuta nel 2013, si è accorta che, anche dopo il colpo di stato del 20 lugio, rischia di trovarsi in un paese alle prese con una serie di scontri etnici, per cui non vuole condurre più le operazioni come in precedenza, quando era scesa in campo contro le formazioni integraliste, chiedendo, dal 2017, anche l'appoggio europeo. Le basi sarebbero cedute alle forze locali che però sono deboli e con una logistica inadeguata, per non parlare delle divisioni al loro interno, visto la situazione del paese.
Davanti a queste incertezze, si è fatta subito avanti la Russia la quale invierebbe i contractor del Gruppo Wagner, come ha già fatto nella Repubblica Centroafricana, dove però incontra problemi crescenti.
Questa situazione riguarda anche direttamente l'Italia in quanto da febbraio è iniziato il dispiegamento italiano, basato su forze speciali ed elicotteri, uno sforzo importante. A nostro avviso sarebbe necessaria una missione nuova, a guida europea anche perché una guerra civile con molteplici attori sarebbe disastrosa per il paese.
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