CRISI DIPLOMATICA TURCA
Grave crisi diplomatica in Turchia. Erdogan ha deciso di espellere gli ambasciatori di ben 10 paesi, dagli Stati Uniti all'Australia, in quanto hanno fatto un passo diplomatico per il rilascio di un dissidente detenuto da 4 anni senza processo.
Evidentemente si tratta di un passo del tutto sproporzionato ma che ben tratteggia l'attuale politica di Erdogan, alla disperata ricerca di "nemici esterni" che possano giustificare la grave crisi economica che sta attraversando il paese che sta facendo crollare il suo consenso.
Quali le ragioni di una crisi che ha ribaltato la situazione precedente?
Semplicemente con le purghe scattate dopo il tentato colpo di stato del luglio 2016, che voleva impedire una deriva integralista e autoritaria, Erdogan ha sostituito persone capaci con altre molto meno abili e capaci ma sicuramente a lui fedeli che, in pochissimo tempo, hanno causato dei disastri economici che, sommatisi a vari fattori, COVID incluso, hanno provocato la difficile situazione attuale, che forti cambiamenti di rotta in campo internazionale, non esitando adavanti a passi importanti incluso, non scordiamolo, le minacce ad una unità navale per la ricerca petrolifera italiana che avrebbe operato in acque assolutamente cipriote.
Ad Erdogan è andato bene, per ora, l'intervento in Libia, ma da anni è letteralmente impantanato in Siria, operazione che ha costi non leggeri. Inoltre è stato estromesso dal programma F-35 in quanto ha scelto i missili antiaerei russi S-400, avendo un atteggiamento a dir poco ondivago con la Russia, storico nemico di Ankara.
Pensiamo che la situazione nel paese vada seguita con grande attenzione anche per le importanti conseguenze nella regione, con riflessi importnti anche in Mediterraneo.
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