PRECIPITA ELICOTTERO AZERO
Un elicottero azero, probabilmente un Mi.17, della Guardia di Frontiera, è precipitato a nord di Baku il 30 novembre. Per ora il bilancio è di 14 morti e due feriti.
ATTACCHI ETIOPI AL SUDAN
I media del Sudan hanno annunciato che le forze etiopiche hanno lanciato una serie di attacchi nell'area di confine, causando decine fra morti e feriti. Probabilmente il peggiorare delle relazioni fra i due paesi porterà ad un appoggio sudanese alle forze che si oppongono ai governativi di Addis Abeba e che hanno bisogno di rifornimenti, non solo armi e munizioni ma anche carburante.
Intanto il capo di stato maggiore della Difesa sudanese ha visitato l'area degli scontri, dove stanno giungendo anche rinforzi.
SCRAMBLER MULTIPLI PER
LA REPUBBLICA DI CINA
L'Aeronautica della Repubblica di Cina ha effettuato una serie di scrambler multipli il 28 novembre, in risposta ai numerosi velivoli di Pechino che si sono avvicinati al suo spazio aereo. Più a largo operavano anche delle aviocisterne Y-20 che rifornivano i velivoli da combattimento, allungandone l'autonomia.
LE ISOLE FIGI INVIANO MILITARI A GUADALCANAL
Le Isole Figi hanno deciso d'inviare un piccolo contingente militare a Guadalcanal, affiancandolo a quello australiano, per riportare l'ordine sull'isola dopo i gravi disordini de giorni scorsi, scatenatesi contro il governo e i commercianti cinesi inviati da Pechino che hanno sconvolto l'economia.
In tutta l'area vi è una grande preoccupazione per l'espansionismo, economico e politico, del regime cinese, a cui si vuol dare risposte adeguate. La propaganda di Pechino annuncia addirittura che sono stati gli australiani a fomentare la rivolta, cosa assolutamente priva di fondamento e che conferma la politica aggressiva del regime.
GUERRA IN ETIOPIA:
LE FORZE TIGRINE ALLA PERIFERIA DI DEBRA SIMA
Le forze dell'opposizione etiopiche sono giunti alla periferia di Debra Sima, cittadina distante 190 chilometri da Addis Abeba, proseguendo la loro avanzata, avendo suoperato la metà della strada che separa la capitale da Dessié, catturata da poche settimane. La loro avanzata sembra inarrestabile. I governativi, con alla testa anche il primo ministro, tentano di tagliare loro la strada alle spalle con una offensiva che punta a raggiungere la strada statale N°2 a nord di Dessié, proveniendo dal territorio degli Afar che controllano la Dancalia. Si tratta di vedere se la mossa si concretizzerà. Il salinete che l'opposizione ha creato dal Tigrai fino a sud di Dessié, è lunghissimo e, in teoria, vulnerabile sui fianchi. Rimane da vedere se le forze di Addis Abeba riusciranno a lanciare un'offensiva. Per ora hanno preso il controllo della cittadina di Chifra.
4 F-16 POLACCHI IN LITUANIA
Alla fine di novembre 4 velivoli da combattimento F-15 e circa 150 specialisti a terra dell'Aeronautica polacca si sono spostati nella base lituana di Siaulia, per rinforzare il dispositivo difensivo del paese, alla luce della politica condotta dal regime di Lukashenko. Ricordiamo come tutte e tre le repubbliche baltiche non dispongono di velivoli da combattimento tanto che, dopo l'invasione russa di grosse parti dell'Ucraina, la NATO vi rischiera velivoli di varie nazioni, Italia inclusa.
La frontiera polacca resta sempre chiusa per i clandestini e chi riesce magari a varcarla in genere viene avvistato e rispedito indietro. Stanno arrivando delle nevicate nell'area e questo probabilmente rallenterà questi tentativi di violare i confini europei, provocatoriamente condotti dalle forze di Minsk.
SCONTRI FRA SUDANESI ED ETIOPI
Truppe sudanesi ed etiope si sono affrontate nei pressi del confine fra questi due paesi e l'Eritrea, in una zona contesa, nei pressi di Al Fashaqa. I sudanesi ammettono di aver avuto 6 militari uccisi ma di "aver inflitto serie perdite all'avversario e respinto l'attacco". Vi sono dispute territoriali e sopratutto sullo sfruttamento delle Acque del Nilo Azzurro fra i due paesi mentre il conflitto fra tigrini e forze di Addis Abeba complica la situazione. La situazione in tutto il corno d'Africa rimane molto difficile anche perché anche il Sudan è scosso da forti movimenti interni.
UCCISI SOLDATI PAKISTANI
Due militari pachistani sono rimasti uccisi durante un attacco al loro avamposto, nei pressi del confne con il Pakistan. Si conferma la forte tensione fra il Governo pakistano e il regime talebano, nonostante quanto affermato da molti osservatori circa i rapporti fra queste due realtà.
AQUILA OMNIA-BIS
Attivato il ponte aereo con i Paesi limitrofi all’Afghanistan per portare in Italia altri 500 ex collaboratori delle Forze Armate e i loro nuclei familiari
Partita l’operazione “Aquila Omnia-Bis”, avviata su disposizione del Capo di Stato Maggiore della Difesa Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, a seguito della richiesta del Ministro della Difesa, Onorevole Lorenzo Guerini, pianificata e diretta dal Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI), comandato dal Generale di Squadra Aerea Silvano Frigerio.
Obiettivo dell’operazione è il trasferimento in Italia di circa 500 persone, tra ex collaboratori della Difesa e i rispettivi nuclei familiari, che al momento si trovano nei paesi vicini all’Afghanistan o che sono in possesso della documentazione (passaporti e visti) che consentirebbe loro di lasciare il paese asiatico. Una volta effettuate le verifiche da parte del COVI, il personale afghano potrà essere trasferito in Italia con vettori commerciali. Tutte le attività saranno coordinate con Ministero dell’Interno, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Dipartimento di Protezione Civile, Croce Rossa Italiana e con gli Addetti Militari per la Difesa presso le Ambasciate dei Paesi di riferimento.
“L’evacuazione della scorsa estate dei cittadini afghani da Kabul è stata un’operazione molto complessa, ma l’impegno incessante e silenzioso delle Forze Armate italiane è proseguito anche in questi mesi. L’operazione Aquila Omnia bis di oggi testimonia il risultato di un lungo lavoro di squadra grazie alla forte collaborazione tra i Ministeri della Difesa, Esteri, Interni e i servizi di informazione”. Così il Ministro della Difesa Lorenzo Guerini sull’operazione in corso.
Nei giorni scorsi sono giunti in Italia i primi sette cittadini afghani di questo secondo ponte aereo umanitario, tra i quali una donna al nono mese di gravidanza che, trasferita all’ospedale “Grassi” di Ostia subito dopo l’atterraggio a Roma Fiumicino, ha dato alla luce una bambina. Terminato il periodo di isolamento/quarantena presso apposite strutture alloggiative, i sette ospiti verranno inseriti nel programma “Sistema di Accoglienza e Integrazione” (SAI) del Ministero dell’Interno.
Altri arrivi sono previsti nei prossimi giorni e saranno monitorati dalla Difesa.
Allo stato attuale si stima che nei Paesi contigui all’Afghanistan (tra i quali Pakistan, Iran e Turchia) si trovino circa 40 afghani (quasi 200, considerando anche i familiari al seguito), che risulta abbiano collaborato, a vario titolo, con la Difesa italiana.
Sono inoltre in corso contatti con ex-collaboratori inseriti nelle liste cosiddette H2 e H3 della Difesa, per i quali è già stato completato il vetting ma che non è stato possibile evacuare da Kabul durante la precedente Operazione “Aquila Omnia”. Si tratta di uomini, donne e bambini per i quali è in corso la definizione delle modalità con cui realizzare il loro trasferimento in Italia.
(Fonte: Comunicato Stato Maggiore Difesa)
PROSEGUONO LE PROTESTE ALLE SALOMONE
Stanno proseguendo le proteste nelle isole Salomone, nel Pacifico meridionale. I dimostranti hanno distrutto varie proprietà di cinesi giunti da poco nel paese provenienti dalla Repubblica Popolare Cinese, accusati di praticare gravi scorrettezze economiche (prezzi molto bassi grazie ai soliti aiuti statali), avendo l'attuale primo ministro preferito aprire a Pechino dopo aver avuto relazioni con la Repubblica di Cina fino al 2018. Una delle abitazioni del primo ministro è stata data alle fiamme e le forze dell'ordine non sembrano in grado di gestire la situazione. Stanno intanto giungendo rinforzi dall'Australia ma probabilmente il governo sarà costretto a dimettersi.
IL PREMIER ETIOPE AL FRONTE
Il primo ministro etiope Abiy si è fatto riprendere nei pressi del fronte, dove sta cercando di arrestare l'offensiva della coalizione (tigrini, oromo e altri) che sta avanzando su Addis Abeba, dopo aver colto negli ultimi cinque mesi una serie di grossi successi sul campo.
Intanto giunge la notizia che il 26 novembre velivoli e droni etiopi hanno attaccato Makallé, la capitale del Tigrai.
TERZO GIORNO DI VIOLENZE NELLE SALOMONE
Per il terzo giorno consecutivo vi sono state violenze contro la presenza cinese nelle isole Salomone, nel Pacifico meridionale. La gente è furibonda contro l'arrivo di persone spedite da Pechino per aprire attività che fanno concorrenza sleale ai commercianti locali, passo seguito al cambio nel 2018 fra le relazioni con la Repubblica di Cina con quelle con la Repubblica Popolare di Cina, vale a dire la Cina comunista.
E' stato imposto il coprifuoco notturno e stanno giungendo rinforzi dall'Australia dato che localmente le risorse per la sicurezza sono modeste. Certo ancora una volta Pechino appoggia vere e proprie invasioni economiche che devastano l'economia, come già avvenuto in tanti paesi africani, nel silenzio quasi assoluto dei mezzi d'informazione che, invece, parlano ancora di ormai remote vicende coloniali e tacciono sulle nuove forme di colonialismo.
ATTACCO IN SOMALIA UCCIDE 8 BAMBINI
Un attacco con mortai ad un convoglio ONU a Mogadiscio, ha finito per uccidere 8 bombini di una scuola e a fare altri 17 feriti. E' stata un'azione di al-Shabab, il movimento integralista che ancora non si è stati capaci di sradicare dal paese che nelle sue azioni non si ferma davanti a niente. Il convoglio non ha subito danni o perdite.
Forse bisognerebbe che la comunità internazionale s'impegnasse a mettere queste persone nelle condizioni di non condurre le loro azioni.
VELIVOLI DI PECHINO INTORNO ALLA R.O.C.
Vengono segnalati continuamente velivoli da combattimento di Pechino che si avvicinano allo spazio aereo della Repubblica di Cina. evidentemente per fare delle pressioni a livello politico. Le difese della Repubblica di Cina sono sempre in stato di allerta e intercettano i velivoli che si avvicinano allo spazio aereo nazionale.
Da segnalare che la settimana scorsa i cinesi della R.O.C. hanno provato un missile cruise supersonico, del raggio di ben 1.500 chilometri, un'arma in grado di rispondere duramente in caso di attacco, come più volte minacciato dal regime di Pechino.
RIVOLTA NELLE ISOLE SALOMONE,
L'AUSTRALIA INVIA RINFORZI
Una rivolta è scoppiata nelle isole Salomone causate dalle conseguenze della decisione, presa nel settembre del 2019 da parte del governo, di rompere le relazioni diplomatiche con la Repubblica di Cina (Formosa) e aprirle con il regime di Pechino. La conseguenza immediata è stata una seria crisi economica e il sospetto che alla base della decisione ci sia stato denaro incassato da alcuni politici locali.
E' stata incendiata una stazione di polizia e vi sono stati degli attacchi a commercianti cinesi giunti sull'arcipelago ultimamente, mettendo sul mercasto, guarda caso, prodotti a prezzi molto bassi.
L'Australia, preoccupata di quanto sta accadendo, ha deciso d'inviare meno di 150 fra militari e poliziotti per ristabilire la situazione, applicando un trattato che Camberra ha con le Salomone dal 2017. Certo l'Australia ha esitato in quanto non vuole certo favorire Pechino in questo periodo storico anche perché in questa parte del mondo si conosce molto bene la politica espansionistaca perpetrata dal regime comunista cinese.
ANCORA TENTATIVI DI SFONDARE
LA FRONTIERA POLACCA
Anche oggi vi sono stati tentativi di sfondare la frontiera fra Polonia e Bielorussia, da parte di gruppi di clandestini, evidentemente appoggiati da elementi governativi bielorussi. Gli attacchi, condotti con scale e attrezzi vari, sono stati respinti. Il confine è ben guardato e militari baltici si apprestano a dare il loro contributo per rafforzare i sistemi difensivi contro questi tentativi di sfondamento, frutto della politica criminale del solito Lukashenko, al potere ininterottamente da 26 anni, responsabile di gravi crimini contro la popolazione del paese, appoggiato solo da Putin che vuole creare problemi all'Europa,
Sembra che la decisa risposta di Varsavia abbia fatto fallire il piano, fornendo una risposta anche a chi afferma che "le migrazioni non sono arrestabili".
CONTROFFENSIVA IN ETIOPIA
RAIDS dispone d'informazioni secondo cui il 24 novembre le forze di Addis Abeba hanno lanciato una controffensiva nel tentativo di rovesciare l'andamento del conflitto, da cinque mesi nettamente a sfavore dei governativi, che hanno subito una serie di pesanti rovesci da parte delle forze tigrine, oromo e delle altre opposizioni armate. Ora sarà importante notare che esito avrà questa offensiva, appoggiata anche dall'aria. Lo stesso primo ministro etiope è sceso sul campo di battaglia, nonostante sia stato insignito del Premio Nobel per la Pace da pochi anni. Non ci sono più i premi Nobel per la Pace di una volta!
AZIONE ISRAELIANA IN SIRIA
La scorsa notte vi è stata un'azione di velivoli israeliani con armamento stand-off, lanciato rimanendo nello spazio aereo libanese, in cui, secondo Damasco, due civili sono rimasti uccisi mentre si contano 6 militari feriti insieme a due civili. Sembra che l'obiettivo, nell'area di Homs, fosse un gruppo di miliziani vicino a Hetzbollah. L'antiaerea siriana è intervenuta e dice di aver colpito alcuni dei missili lanciati dai velivoli israeliani.
VIOLENTI SCONTRI SULLA STRADA PER ADDIS ABEBA
Sono in corso violenti scontri sulla strada fra Dessié e Addis Abeba, a circa 30 chilometri a nord-est di Debra Sima fra forze tigrine e oromo e governativi. Quest'ultimi, nel tentativo di fermare l'avanzata, hanno fatto intervenire anche velivoli incluso droni cinesi appena acquistati. Si tratta di vedere che cosa accadrà sul campo perché i governativi sono apparsi in seria difficoltà, perdendo in questi mesi molto terreno.
IRAN CERCA DI DI FAR ENTRARE ESPLOSIVI IN ISRAELE CON DRONI
Il Ministro della Difesa israerliano Gantz ha rivelato che l'Iran avrebbe cercato di introdurre sul territorio israeliano degli esplosivi con dei droni.
Nel febbraio 2018 infatti le forze armate israeliane hanno intercettato un drone abbattendolo sopra il territorio israeliano. Sebbene non si sappia se ulteriori tentativi del genere siano stati condotti successivamente, l'operazione rivela un nuovo inquietante modo con cui le forze iraniane possono fornire supporto ai propri proxie ad un costo estremamente basso.
Gantz ha inoltre rivelato la posizione di due basi aeree nel sud dell'Iran da cui partono numerosi attacchi di droni, compresi quelli che due anni fa quasi causarono lo scoppio di un conflitto tra Stati Uniti ed Iran dopo una serie di attacchi nel golfo Persico.
SOLITI COMBATTIMENTI IN SIRIA
Solite giornate di guerra a bassa intensità (oviamente tutto è relativo!) in Siria. Aerei di Damasco e russi bombardano e ci sono scambi di artiglieria, attacchi vari e via proseguendo. Solo il fronte fra kurdi e turchi sembra meno agitato. Quattro soldati di Damasco sono rimasti uccisi quando il loro veicolo è saltato su di una mina.
Intanto non si profilano soluzioni ad oltre 10 anni di scontri.
UN PREMIO NOBEL PER LA PACE ALLA GUERRA
Il primo ministro etiope ha dichiarato che guiderà l'Esercito in battaglia contro le forze dell'opposizione. La cosa curiosa è che solo tre anni fa era stato insignito, in pompa magna, del Premio Nobel per la Pace. Sembra una barzelletta ma è così e del resto anche l'ex presidente Obama ebbe lo stesso premio e condusse vari conflitti!
SUDAN: TORNA IL PRIMO MINISTRO
Il primo ministro del Sudan, Hamdok, ha riottenuto la libertà dopo il colpo di stato dello scorso mese che lo aveva fatto finire agli arresti. Probabilmente, in seguito ad un accordo con i militari, riprenderà il suo posto. In questi giorni la capitale era stata scossa da violente manifestazioni con molte decine di vittime.
GUERRE SPAZIALI ALLA RUSSIA
Il 17 novembre la Russia ha distrutto con un missile un vecchio satellite spia in orbita fin dal 1982. Probabilmente l'arma utilizzata è stato il nuovo missile S-550, un derivato dell'S-500 PROMETEI destinato specificatamente all'intercettazione spaziale, un settore già sviluppato negli Anni '60/'70 ma poi congelato da un trattato. L'esplosione ha causato circa 1.800 frammenti metallici che sono difficili da controllare e l'esplosione, di grosse dimensioni, ha allarmato il settore e anche la stazione spaziale.
Putin vuol mostrare le proprie capacità ma sta spingendo verso una conflittualità che finirà per provocare crescenti reazioni a tutti i livelli, ricordando anche i conflitti che sono ancora in corso e che vedono Mosca come protagonista, dall'Ucraina alla Georgia, dalla Siria fino alla crisi bielorussa.
STATO DI EMERGENZA ESTESO IN ECUADAOR
Il presidente dell'Ecuador ha esteso lo stato d'emergenza nel paese per fronteggiare la situazione creatasi con il dilagare della criminalità organizzata, veri e propri eserciti che si affrontano anche fra di loro. Nelle settimene scorse solo uno di questi scontri all'interno di un carcere aveva causato oltre 100 vittime. Per fronteggiare la situazione sono utilizzate anche le Forze Armate.
COPRIFUCOCO ALLA GUADALUPE
Dopo 5 giorni di violenti disordini sull'isola di Guadalupe, territorio francese nei Caraibi, è stato decretato il coprifuoco notturno. Parigi ha inviato anche 200 poliziotti di rinforzo.
I disordini sono scoppiati in reazione alla situazione creatasi con il COVID-19, con una conseguente grave crisi economica.
LA BIELORUSSIA RITIRA PARTE DEI CLANDESTINI
Davanti alla ferma reazione polacca al tentativo di penetrazione di migliaia di clandestini condotto dalla Bielorussia, con l'appoggio del regime di Putin, il regime di Lukashenko, davanti alla prospettiva anche di ulteriori sanzioni, sembra fare marcia indietro. Parte dei clandestini sono stati fatti allontanare dal confine e qualcuno sarà rimpatriato a breve.
Qualcuno vorrebbe che questi clandestini fossero fatti transitare attraverso il confine ma si tratterebbe di una debolezza pericolosa, in quanto si tratta di una vera e propria arma di pressione attuata da Lukashenko, infischiadosene dei rischi e dei disagi che debbono affrontare.
Varsavia e molti altri paesi europei non intendono essere sopraffatti da gesti folli, condotti sulla pelle di povera gente, illusi circa un modo per giungere in Europa.
PROSEGUONO I VOLI CARGO VERSO ADDIS ABEBA
Dallo scorso agosto sono stati effettuati circa 100 voli di velivoli da trasporto civili russi dagli Emirati Arabi verso Addis Abeba, certamente con equipaggiamnti militari russi a bordo. L'ultimo si è avuto nella notte fra il 19 e il 20 novembre. Ricordiamo che molte delle armi delle forze etiopiche sono di origine russa.
Intanto è stato emanato un avviso ai piloti civili perché non sorvolino la zona degli scontri, per evitare di essere coinvolti.
Intanto il fronte è praticamente fermo. Il regime di Addis Abeba ha lanciato la mobilitazione ma i tigrini e i loro alleati potrebbero lanciare un ulteriore attacco verso la capitale.
I POLACCHI DIFENDONO LA FRONTIERA
Varsavia sembra estremamente determinata nel difendere i propri confini dall'arrivo di masse di clandestini, sospinte deliberatamente dal regime di Lukashenko. Anche oggi vi sono stati dei confronti ma i polacchi non demordono e la polizia bielorussa ha dovuto accogliere parte dei clandestini giunti in aereo (!!) nel paese, verso centri di raccolta, in quanto sfiniti. La Merkel ha tentato una mediazione con Lukashenko ma per ora non ha ottenuto niente. L'Iraq ha intanto deciso di rimpatriare i propri cittadini. Fra l'altro il prossimo inverno, con neve e temperature molto rigde, renderà la situazione insostenibile.
Anche i lituani stanno bloccando le loro frontiere con la Bielorussia, per impedire il passaggio di clandestini, così come l'Ucraina che ha incrementato la sorveglianza.
YEMEN:RITIRATA A SUD DI HODDEIDA
Le forze della coalizione araba e del governo yemenita che si batte contro le milizie a guida houthi, si sono ritirate per ben 70 km a sud del porto di Hoddeida, sembra non sotto la pressione avversaria, per cui non si comprende le ragioni della ritirata dalla parte della fondamentale città di Hoddeida che controllavano. Probabilmente il motivo va ricondotto all'attacco delle milizie houthi verso la città di Moka, che rischiava di tagliare fuori le forze che si erano spinte fino a Hoddeida. Per circa due anni la città era divisa dal fronte e sembrava prossima a cadere.
Motivo principale di questo cambiamento strategico è il fatto che gli Emirati Arabi Uniti stanno riducendo il loro impegno in Yemen e le loro truppe si erano impegnate in modo particolare lungo le coste yemenite del Mar Rosso, fino a giungere a Hoddeida. Fra l'altro avevano rafforzato il porto e l'aeroporto di Assab in eritrea, proprio per rafforzare le loro capacità nell'area.
I TIGRINI AVANZANO ANCORA
Il Fronte Popolare di Liberazione del Tigrai ha annunciato il 16 novembre la conquista delle cittadine di Ataya e Sembete, circa 100 km a sud di Dessié, lungo la Statale n°2, avvicinandosi ulteriormente ad Addis Abeba, dove il governo da giorni sta tentando di mobilitare nuove forze, incluse unità di miliziani, avendo proclamato lo stato d'emergenza. Non sembra che però le misure fin qui prese abbiano sortito l'effetto voluto così come l'arrivo di nuovi armamenti, da paesi anche come l'Iran.
Quattro giorni fa l'Aeronautica etiope ha perso nel territorio afar a oriente di Dessié, un elicottero d'attacco Mi.35, colpito da un missile spalleggiabile mentre con un altro velivolo analogo era in azione, elemento che renderà le attività di queste maccine più prudente e meno efficace. La strada per Addis Abeba è ancora lunga e vi sono ancora posizioni orografiche forti ma le forze governative sembrano in seria difficoltà.
(Nell'immagine, forze tigrine in avanzata oltre Dessié)
SCONTRI ALLA FRONTIERA
FRA POLONIA E BIELORUSSIA
Nuovi scontri alla frontiera fra Polonia e Bielorussia, in quanto gruppi di clandestini hanno tentato ancora di forzare il confine con la forza.
Da rimarcare cime siano stati identificati elementi bielorussi, con tutta probabilità appartenenti ai servizi segreti, che dirigono queste azioni e che forniscono anche equipaggiamenti. Non per niente nelle mani degli attaccanti sono apparse, pale, seghe e altri attrezzi addirittura nuovi, appena acquistati, evidentemente forniti per questa circostanza.
Varsavia sembra assolutamente decisa nella difesa del confine e sta respingendo queste azioni.
ESPLOSIONE A LIVERPOOL
Un terrorista integralista è rimasto ucciso dall'esplosione dell'ordigno che trasportava con sé in un taxi, giunto davanti ad un ospedale a Liverpool. Il guidatore è rimasto solo ferito dall'esplosione che non era potentissima ovviamente. Sono in corso ampie indagini sull'episodio di terrorismo. Forse l'attentatore voleva penetrare all'interno dell'ospedale per far esplodere l'ordigno.
DUE HETZBOLLAH ARRESTATI IN COLOMBIA
Due membri dell'organizzazione libanese strettamente legata al regime iraniano sono stati arrestati in Colombia, decisamente lontano dalle loro tradizionali zone di attività. Sembra che stessero preparando un'azione contro cittadini israeliani approfittando della sorpresa dato che non ci si aspettano attività di questo tipo in America Latina anche se nel passato vi è stato un grave attentato iraniano contro l'ambasciata israeliana in Argentina, sempre approfittando della sorpresa.
L'ISWAP UCCIDE GENERALE NIGERIANO
Il 14 novembre i miliziani dell'ISWAP (Islamic State West African province) hanno ucciso un generale dell'Esercito della Nigeria (di cui ancora non si conosce l'identità) nel corso di una imboscata, nella provincia di Borno, una delle più problematiche per il controllo. Sembra che i miliziani dell'ISWAP, che pure hanno subito delle sconfitte, si stiano raggruppando intorno alla sponda meridionale del lago Ciad, per preparare altre azioni.
AEREI DI PECHINO DISTURBANO L'ATTIVITA'
DELLA PORTAEREI QUEEN ELIZABETH
Domenica 14 novembre, velivoli di Pechino hanno volato nelle immediate vicinanze della Task Force navale di cui fa parte la portaerei QUEEN ELISABETH, creando ostacoli all'attività di volo dell'unità navale. Il tutto è avvenuto nel Mar Cinese Meridionale, a grande distanza dalle coste cinesi. Evidentemente Pechino vuol dimostrare di essere in grado di ostacolare le presenze navali non gradite, come è già accaduto in passato. Comunque la preoccupazione per la politica del regime di Xi (ricordiamolo presidente a vita!) è molto alta in quasi tutti i paesi dell'area, i quali stanno prendendo provvedimenti anche di tipo militare per contrastare l'espansionismo della Cina comunista sul mare.
I britannici ovviamente hanno proseguito l'attività, dopo aver inviato dei messaggi radio di avvertimento ai velivoli che volavano nei pressi della task force.
SEMPRE TENSIONE ALLE FRONTIERE BIELORUSSE
E' sempre alta la tensione alle frontiere fra Bielorussia e paesi dell'Unione Europea. Vi sono ancora movimenti verso la frontiera ma polacchi e lettoni sembrano decisi ad impedirne l'ingresso visto che si tratta di un preciso piano destabilizzante. La sorveglianza è stata accresciuta e la popolazione non sembra intenzionata a permettere il transito dato che è palese che si tratta di una manovra di Lukashenko in risposta alle sanzioni, appoggiata (nonostante quanto dichiarato dal Cremlino), dal regime di Putin.
PENA DI MORTE PER DUE SOLDATI IN SOMALIA
Il 12 novembre due militari ugandesi sono stati condannati a morte e altri tre a 39 anni di carcere essendo stati ritenuti responsabili dell'uccisione di 7 contadini nella regione del Basso Giuba. I militari condannati dal tribunale ugandese, facevano parte della missione UNISOM in Somalia. I fatti risalgono allo scorso ottobre. L'episodio ha fatto peggiorare i rapporti, già non facili, fra le autorità somale e quelle dell'Unione Africana che operano nel paese, tanto che il capo missione è stato addirittura espulso.
Si tratta di un raro caso di giustizia che condanna in modo molto severo i responsabili di crimini compiuti da una missione militare internazionale. Gli ugandesi stanno dando un forte contributo alla lota contro le milizie integraliste nel paese.
LA LITUANIA RAFFORZA LA FRONTIERA
I clandestini che il regime di Lukashenko sta utilizzando per destabilizzare l'Unione Europea, vengono sospinti anche verso il confine Lituano. Per questo il suo controllo è stato rafforzato e anche la popolazione è in allarme, pronta a segnalare ogni intrusione illegale, come sta già avvenendo in Polonia, dove addirittura stanno iniziando a girare civili che effettuano ronde contro i clandestini, tanto che il grado di permeabilità del confine è decisamente ridotto.
CONFERENZA PER LA LIBIA A PARIGI
Salvo imprevisti, sempre possibili in uno scenario come la Libia, Parigi ospiterà una conferenza di pace sulla Libia che si terrà dopo le elezioni previste per il 24 dicembre. Nonostante i francesi appoggiassero i nazionalisti del generale Haftar, la Francia potrebbe giocare un ruolo importante nella soluzione del conflitto.
Intanto in questi giorni si stanno tenendo altri incontri a Parigi sempre fra fazioni libiche ma sembra che qualche importante passo sia stato fatto verso una pace definitiva, ricordando che l'Italia ha un contingente a Misurata, con un ospedale protetto da militari, e una nave logistica a Tripoli per dare sostegno alle vedette libiche.
CRISI ALLA FRONTIERA FRA POLONIA E BIELORUSSIA
E' sempre molto alta la tensione fra Polonia e Bieorussia, visto il tentativo di Lukashenko di spingere immigrati extra-europei verso l'Europa.
Il dittatore di Minsk ha minacciato di bloccare le forniture dalla Russia verso l'Europa, mossa ovviamente concordata con il suo mentore, Vladimir Putin. Non sappiamo cosa possa accadere ma questa coppia rappresenta una minaccia per l'Europa, e non certo da ora. Debbono trovare delle risposte ferme anche perché la realtà è che sono in un mare di guai per colpa loro e cercano divenirne fuori in qualsiasi modo.
Lukashenko ha chiesto l'aiuto russo per difendere il confine e il futuro appare decisamente preoccupante ma neppure per loro le cose saranno semplici e bisogna saper manocrare pere respingere le loro minacce una volta per tutte.
Intanto si segnalano ammassamenti russi anche sul confine con l'Ucraina ma ora non siao nel 2014 ed eventuali azioni troverebbero una ferma risposta da parte di Kiev.
CHE COSA E' L'ISWAP:
L'ISLAMIC STATE WEST AFRICAN PROVINCE
Quando si parla delle milizie integraliste in Nigeria e nei paesi limitrofi si fa riferimento a Boko Haram ma dal 2016 opera anche un movimento che è nato da una sua scissione. Ci riferiamo allo ISWAP, Islamic State West African Province, vale a dire lo Stato Islamico delle provincie Africane Occidentali che in questi ultimi anni ha preso forza e si è sviluppato in quattro paesi: Nigeria, Camerun, Ciad e Niger, soprattutto nell'area intorno al lago Ciad, strategicamente importante.
Il suo credo si rifà sostanzialmente a quello dello "Stato Islamico", pescando nel malcontento di parte delle popolazioni, afflitta da tassi demografici in impressionante crescita Possiamo dire che l'ISWAP ha preso forza soprattutto nelle province più settentrionali della zona della Nigeria afflitte da questo fenomeno che il governo di Abuja stenta a controllare.
LA SITUAZIONE FRA POLONIA E BIELORUSSIA
Sempre molto alta la tensione al confine fra Polonia e Bielorussia. Il regime, come altri regimi, tenta di far pressione sull'Unione Europea non solo concedendo l'accesso a persone da Siria, Iraq e Afghanistan come "turisti", ma spingendoli poi, con tanto di trasporti effettuati con pulman militari, verso il confine polacco. Una sorta di vendetta per le sanzioni applicate dopo che Lukashenko ha proseguito la sua politica liberticida, tanto per essere chiari e farlo capire anche a chi ancora si rifiuta di riconoscerlo e di capire che, ovviamente, dietro questa manovra vi è il regime di Putin
Ovviamente la Polonia reagisce e perfino l'Unione Europea ha preso una posizione non arrendevole. Putin avrà anche il gas ma senza certi introiti lui finisce proprio "alla canna del gas", vale a dire senza introiti.
Vergogoso è che il ministro degli Esteri Di Maio taccia, come tace sul Venezuela del dittatore Maduro (altro socio di Putin) e via proseguendo.
I polacchi saranno fermi nel difendere i loro confini e l'allarme è salito in altri paesi, da quelli baltici (la Lituania è un'altro obiettivo di questa ondata di clandestini innescata da Minsk) all'Ucraina.
Il grave è che in Europa alcuni elementi parlano già di accogliere certi soggetti, in quanto "fa freddo". Ovviamente i tempi dell'azione sono stati studiati appositamente dal regime di Lukashenko e bisogna assolutamente dargli una risposta adeguata. E' chiaro che d'estate questi ostaggi (perché tali sono) sarebbero stati in situazione meno drammatica e d'inverno, con la neve, non avrebbero resistito una notte.
Ci giunge notizia che agenti bielorussi hanno fornito anche attrezzi a questa massa di disperati per forzare il confine, giusto per far comprendere la situazione.
SEMPRE ALTA LA TENSIONE
FRA POLONIA E BIELORUSSIA
Dopo che il regime di Minsk ha sospinto migliaia di clandetini verso il confine polacco, la tensione fra i due paesi rimane alta. Il ministro della Difesa polacco ha visitato la zona e si parla della più grave minaccia al paese dopo la fine del regime comunista. I polacchi sembrano assolutamente determinati a difendere i confini e stanno inviando rinforzi, avendo ripristinato anche le barriere che i clandestini avevano abbattuto.
La NATO e l'Europa si sono schierate con Varsavia anche perché è evidente che dietro a tutto questo vi è anche il regime di Putin. Ci risulta che anche il dispositivo ucraino e quello dei paesi baltici sia in allarme. Si parla di guerra ibrida ma è anche chiaro che le sanzioni stanno facendo danni alla Bielorussia anche perché questo paese veniva utilizzato dalla Russia per aggirare l'embargo internazionale decretato dopo l'occupazione nel 2014 della Crimea e di parte del Donbas.
ALTRI DRONI CONTRO L'ARABIA SAUDITA
La milizia houthi, supportata dall'Iran, continua a lanciare droni con esplosivo a bordo verso le città saudite nella zona di confine con lo Yemen. Anche se magari si tratta di un solo mezzo, praticamente non vi è giorno senza cui non si registri un attacco. Oggi hanno catturato anche un missile balistico a corto raggio su uno dei fronti del conflitto che dilania il paese dal 2015.
CRISI AL CONFINE FRA POLONIA E BIELORUSSIA
Si è aperta una crisi al confine fra Polonia e Bielorussia, perché il regime di Lukashenko sta spingendo gruppi di clandestini provenienti da altri paesi verso il confine polacco, i quali hanno dato luogo anche a scontri con i polacchi nel tentativo di passare. Varsavia ha schierato truppe di rinforzo e ha protestato, ottenendo solidarietà in ambito NATO anche perché questi individui giungono in Bilorussia spinti direttamente dalla Russia, in quanto Putin vuol creare dei problemi all'Europa e alla NATO.
Il gioco è scoperto e sembra che la risposta sia stata abbastanza ferma in campo europeo, visto il quadro d'insieme e l'evidente provocazione. I polacchi sono fermi nella difesa del confine e ora bisognerà vedere come evolve la situazione.
NUOVI COMBATTIMENTI IN CONGO
L'8 novembre si è avuto una nuova ondata di combattimenti nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo, nei pressi del confine con l'Uganda, una zona problematica da moltissimo tempo. A lanciare l'attacco dovrebbe essere stato il Movimento M23, che ha basi nell'area e ché si è impadronito di una parte di villaggi dell'area, dove le forze governative provano a resistere. La popolazione, trovatasi in mezzo ai combattimenti, ha cercato rifugio in Uganda, dove già vi sono almeno 50.000 rifugiati.
Di questa parte del mondo non parla quasi nessuno ma la situazione è molto difficile, come si è visto quando è stato ucciso quest'anno l'ambasciatore italiano e il carabiniere che lo scortava. Ad operare sono vari gruppi armati e anche grosse bande di malviventi.
RISCHIO ATTENTATI IN AFRICA
I servizi segreti iraniani stanno tentando qualche azione contro interessi e cittadini israeliani in Africa. In particolare si potrebbe trattare di un nuovo episodio del conflitto navale che si protrae da anni, con azioni più o meno clandestine, oppure di un attentato contro sedi diplomatiche o comunque elementi riconducibili ad Israele. In questi giorni sono stati arrestati cinque elementi, tutti con passaporti di paesi africani, che si stavano muovendo in Ghana, Senegal e Tanzania. Al regime iraniano bruciano ancora pesanti colpi, come l'uccisione in Iraq del capo dei Guardiani della Rivoluzione o certi sabotaggi nel settore nucleare (e l'uccisione in Iran del capo del programma), per i quali cerca ancora vendetta.
Viene monitorato anche l'aiuto militare iraniano ad Addis Abeba e si è appreso solo oggi che dal Tigrai sono stati fatti segretamente arrivare in Israele 61 soggetti che si credeva fossero ebraiche ma che in parte non lo erano, ricordando che negli Anni '80 furono trasportati in Israele migliaia di appartenenti a quella che viene indicata come la dodicesima tribù ebraica, in Etiopia da epoca antichissima.
ATTENTATO CON DRONE
AL PRIMO MINISTRO IRACHENO
Nelle prime ore di lunedì 7 novembre, la residenza del primo ministro iracheno, Mustafa al-Khadimi, è stato oggetto di un attacco terroristico, condotto con un drone su cui era stato caricato dell'esplosivo. L'attentato, effettuato all'interno della Zona Verde, è fallito ma resta il problema della sicurezza nel paese.
I droni si confermano armi insidiose per questo tipo di azioni, per cui sta crescendo la richiesta di sistemi per contrastarli.
AGGIORNAMENTO
Sembra che i droni fossero stati tre ma due sono stati abbattuti da qualche forma di contromisura.
Gli autori potrebbero essere di un gruppo vicino all'Iran, in quanto il pase a regime teocratico non è per niente soddisfatto dei risultati delle elezioni irachene dello scorso 12 ottobre, di cui non si hanno ancora i dati ufficiali (!!).
UN AGENTE DELL'FSB MORTO A BERLINO
Il corpo di un secondo segretario d'ambasciata della sede russa di Berlino è stato rinvenuto morto al di fuori della struttura il 19 ottobre ma la notizia era stata mantenuta segreta. Sembra che l'uomo fosse in realtà un agente dell'FSB per cui il mistero s'infittisce. I russi hanno chiesto che non sia fatta l'autopsia e questo forse per nascondere le cause della morte, probabilmente non per cause naturali anche perché l'uomo era giovane. Secondo alcune fonti l'uomo potrebbe essere caduto da una finestra dell'edificio ma è tutto da verificare.
PREOCCUPAZIONI PER LA BOSNIA-ERZEGOVINA
Ci sono nuove preoccupazioni per la situazione in Bosnia Erzegovina, complice la crisi economica. Il leader dei serbi di Bosnia, Dodig, ha detto di essere pronto per far uscire la sua componente dalla presidenza congiunta, incluso la creazione di proprie forze armate.
Difficile che si ritorni ad un conflitto (quello del 1992/95 fece circa 220.000 vittime su una popolazione di poco più di 4 milioni!) ma quando s'innescano certi processi non è facile capire come può andare a finire.
I serbi di Bosnia sono appoggiati dalla Serbia e dalla Russia ma non hanno la grande superiorità in fatto di armi che avevano nel 1992, quando scoppiò il conflitto.
SI DIMETTE IL MINISTRO DELLA DIFESA UCRAINO
Il 2 novembre si è dimesso il ministro della Difesa ucraino Andry Taran, in carica dal marzo 2020. Le sue dimissioni seguono quelle del ministro per la reintegrazione dei territori occupati. Con la Crimea e parte del Donbas ancora occupati, il ruolo di questi dicasteri è delicato e difficile. Anche ieri è rimasto ucciso un militare di Kiev nel Donbas mentre Mosca praticamente rifiuta ogni trattativa, almeno per ora. Oggi il presidente ha deciso di cambiare anche il ministro delle Finanze. L'economia del paese va migliorando ma anche in questo campo la pressione è forte. Kiev spende attualmente circa il 6% del proprio PIL per la Difesa e le priorità sono molte per modernizzare il paese.
ATTENTATO ALL'OSPEDALE MILITARE DI KABUL:
DECINE DI VITTIME
Due attentatori suicidi, probabilmente riconducibili allo "stato islamico", hanno compiuto un attentato suicida all'ospedale militare di Kabul. Il bilancio è di decine di vittime e molti feriti. L'ospedale era già stato teatro di una strage nel 2016.
Breaking News
DOPO DESSIE' CADE ANCHE CAMBOLCIA'
Dopo la conquista di Dessié le forze tigrine hanno preso anche la vicina città di Cambolcià, dove si trova un importante aeroporto e da dove parte la statale per il porto eritreo di Assab.
Le forze etiopi hanno subito una durissima sconfitta e sono in rotta e i loro aversari sono già giunti a Kemise, 53 chilometri a sud di Cambolcià, segno che le difese etiopi sono colassate e a questo punto non si può escludere una avanzata su Addis Abeba. Alle operazioni partecipano anche miliziani oromo che si battono contro Addis Abeba.
Da notare come i media italiani ignorino praticamente totalmente questo conflitto nonostante la regione sia stata una colonia italiana e vi siano vari vincoli.
SALE LA TENSIONE FRA ALGERIA E MAROCCO
Si alza la tensione fra Algeria e Marocco, come già segnalato in precedenza. Il passo più importante è stato compiuto lo scorso 9 ottobre quando elementi del POLISARIO hanno attaccato, partendo da basi poste in Algeria, una postazione marocchina in quello che fino al 1975 era il Sahara Occidentale, colonia spagnola, poi occupata dal Marocco ma dove sorse una guerriglia, appoggiata dall'Algeria.
Si è trattato del primo socntro dopo circa 30 anni di armistizio, monitorato dall'ONU che sul posto ha solo osservatori. Il cessate il fuoco non era stato rinnovato nel novembre del 2020.