Speciale Afghanistan
LA SITUAZIONE IN AFGHANISTAN FRUTTO ANCHE
DEI RAPPORTI FRA INDIA E STATI UNITI
Da molti anni gli Stati Uniti e l'India hanno stretto rapporti diplomatici e militari sempre più forti. Un tempo l'India era legata all'Unione Sovietica, bastava osservarne l'arsenale di cui disponeva. Il Pakistan aveva invece vincoli con gli Stati Uniti e, più in generale, con l'occidente pur avendo rapporti con la Cina. Lo scontro, molto intenso, fra India e Pakistan, che si protrae, con alti e bassi, dall'indipedenza dei due paesi, è un fattore determinante per capire la situazione nella regione, con i due paesi divenuti, strada facendo, potenze nucleari. Il Pakistan ha circa 250 testate nucleari e l'India un numero superiore, oggi con vettori missilistici a medio raggio che possono colpire Pechino e scontri fra le più alte montagne del mondo. E non dimentichiamo che l'India ha forti rapporti anche con Israele in quanto paese non musulmano che fronteggia anche paesi musulmani e con problematiche con la sua minoranza di fede musulmana.
Per bloccare il crescente espansionismo cinese, il vero elemento nuovo su scala ormai non più solo regionale, Washington ha pensato che l'India fosse una carta importante, visto anche il peso dell'India. Questo elemento ha fatto stringere rapporti ancora più forti fra Cina e Pakistan. E in quest'ottica vanno interpretate le vicende afghane, con il Pakistan che non voleva certo trovarsi elementi vicino all'India alle proprie spalle che lo serrassero in una morsa. Per questo ha giocato su più piani in Afghanistan. Basta pensare che i pochi ordigni sganciati dai velivoli statunitensi in Afghanistan lo sono stati da vettori che passavano sopra lo spazio aereo pachistano, ricordando che l'attuale vice primo ministro dei talebani era stato catturato dai pachistani e tenuto otto anni in prigione (2010-2018) fino a quando gli Stati Uniti lo hanno fatto scarcererare per iniziare una disastrosa trattativa diplomatica che ha portato agli accordi del 2020 in Qatar.
A proposito di Qatar. Il Pakistan ha buoni rapporti con Qatar e Turchia (ricordate il C-17 del Qatar che ha riportato in Afghanistan alcuni capi talebani?) anche per fronteggiare l'Iran, altra importante pedina regionale che ha giocato un ruolo anche lui su più piani nell'ottico di vari confronti (sciiti contro sunniti, confronto con gli Stati Uniti ecc.).
Muoversi in questo scenario è molto difficile anche perché non bisogna dimenticare neppure il ruolo russo che non sarà la superpotenza di un tempo ma sta riprendendo un ruolo attivo e spregiudicato, con un occhio all'integralismo islamico e vari scontri minori.
Per muoversi in questo scenario serve una grande abilità mentre gli Stati Uniti sono apparsi quasi goffi, con un danno diretto e d'immagine che ancora non si è capito bene, così come avvenne negli Anni '70 in Indocina, con un'Europa da sempre in una posizione nell'ombra statunitense e incapace di prendere decisioni autonome, in mancanza di una politica estera comune, fatta non solo in eleganti salotti (diplomatici) ma anche di operazioni clandestine e militari autonome. I singoli paesi, non hanno la forza sufficiente (vedasi la Francia nel Sahel) ma quando si arriva all'atto pratico saltano fuori rivalità politiche e commerciali perché gli interessi fra i singoli paesi sono diversi. E lo si vede anche nell'atteggiamento dei flussi di clandestini.
Nessun commento:
Posta un commento