domenica 14 febbraio 2021

PARTE LA MISSIONE TAKUBA DELLE FORZE SPECIALI

 

In queste settimane è rinetrata dal Mali una missione di ricognizione delle forze speciali italiane. Il loro compito era quello di effettuare una ricognizione in Mali per studiare le possibilità di sistemazione del personale e dei mezzi per l'Operazione TAKUBA, vale a dire l'intervento delle forze speciali italiani nel Sahel, in particolare in Mali ma con possibilità d'azione anche in altri paesi limitrofi, dove operano pericolosi gruppi integralisti.

Ne faranno parte le ben conosciute componenti del COFS, vale a dire 9° Reggimento COL MOSCHIN, Gruppo Operativo Incursori, Gruppo Intervento Speciale e incursori del 17° Stormo. A queste forze si aggiungeranno elementi del 4° Reggimento Alpini paracadutisti MONTE CERVINO e del 1° Reggimento Alpini Paracadutisti TUSCANIA. Potrebbero aggiungersi anche squadre del 185° Reggimento Acquisizione Obiettivi. La mobilità verticale, fattore decisivo vista la vastità e le caratteristiche del territorio, sarà assicurata da elicotteri NH-90 e CH-47 F del 3° REOS di Viterbo. Ovviamente i collegamenti aerei da e per l'Italia saranno assicurati da velivoli della 46a Brigata Aerea e del 15° Stormo ed è probabile che velivoli C-27 J e C-130 J possano operare sul posto. Fra l'altro potrebbe essere lo scenario ideale per testatre le capacità operative dei velivoli C-27 J armati con cannoncino ATK da 30 mm, molto adatti per colpire i piccoli gruppi motorizzati avversari e fare lunghi voli di protezione delle colonne in movimento, che richiedono ampie autonomie.

Il personale addestrerà le forze locali ma sicuramente sarà in grado di risolvere molte situazioni, cooperando con i reparti (terrestri ed aerei, già presenti sul territorio. Per ora una parte consistente dello sforzo nella regione è stato sostenuto dalla Francia (Operazione BARKHANE, iniziata nel 2014) ma Parigi (visto i costi) vorrebbe ridurre il proprio impegno e da tempo chiede aiuto agli alleati occidentali, diversi dei quali esitano.

Non si può escludere neppure l'impiego dei velivoli AMX GHIBLI, per operazioni di ricognizione attacco al suolo ma questo implica scelte politiche e costi aggiuntivi.   

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