martedì 8 settembre 2020

LA SITUAZIONE IN IRAQ 


Dopo la sconfitta campale di Daesh di Iraq si è parlato di meno ma la situazione rimane sempre difficile anche se nonb drammatica ai livelli del 2014/18. I urchi colpiscono sempre le milizie del PPK, ora con un accordo pubblico anche con il regime iraniano (che teme per l'insurrezione dei kurdi dei territori sotto il suo controllo), con i reparti di Ankara che hanno basi in Kurdistan e la sua aeronautica spesso in azione.
Vi sono ancora non pochi elementi di Daesh che ancora operano e, particolarmente in alcune zone del paese, compiendo atti terroristici e qualche attacco. Il sud, a maggioranza sciita, è sempre agitato perché si affrontano le milizie filo iraniane e quelle contrarie alla presenza iraniana. La capitale, anche in questi giorni, è oggetto di attentati e volano ancora razzi campali contro i soiti bersagli (Zona Verde, aeroporto etc.). ieri, per esempio, vi è stato un attacco ad un convoglio con rifornimenti verso una base statunitense nella capitale  (quella di Taji, a nord della città) e razzi contro la stessa base.
Fra i movimenti kurdi (sostanzialmente due) e il governo centrale, la situazione rimane di sostanziale diffidenza. Vi è ancora una forte presenza iraniana, che tenta di saldarsi con la presenza iraniana in Siria, creando ulteriore destabilizzazione.
Queste cose è bene ricordarle perché altrimenti si rischia di pensare che i problemi (di sicuro non pochi) sia stati risolti. 
Sarebbe estremamente importante se l'economia ripartisse ma anche se vi sono segnali ancora i problemi sono grandi.
Non dimentichiamo che il contingente italiano è sempre nel paese e continua la sua attività anche se sono state adottate molte misure contro il COVID-19.




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