47 SENTENZE DI MORTE NELLA RDC PER
L'UCCISIONE DI DUE FUNZIONARI DELL'ONU
Un tribunale della Repubblica Democratica del Congo (RDC) ha condannato a morte 47 ex miliziani accusati di aver ucciso nel 2017 due funzionari ONU in missione nel paese, una svizzera e un cileno, eliminati a sangue freddo.
Ovviamente questa notizia non la troverete su molte fonti ma rende bene l'idea della situazione che si vive in certi paesi. Fra l'altro questi militari avranno avuto dei capi e avranno eseguito degli ordini, per cui forse le pene andavano modulate. Il governo ha deciso per la linea dura anche perché solo lo scorso anno è stato ucciso l'ambasciatore italiano nel paese e il carabiniere che lo scortava. Il governo ha dato la notizia dell'arresto di alcuni esecutori ma bisogna fare attenzione perché non vorremmo che, sotto pressione, gli inquirenti avessero catturato banditi a caso, per far vedere di aver risolto il caso, stante anche le pressioni italiane.
Queste vicende indicano lo stato in cui è ridotto questo enorme paese, dove è in corso la più grande missione ONU ma dove le cose non stanno migliorando. La comunità internazionale avrà le sue responsabilità ma pensiamo che anche i locali (parliamo dei capi non certo di decine di milioni di persone perennemente alla disperazione) dovrebbero darsi una bella regolata, togliendo di mezzo diversi personaggi che sono responsabili del caos ma traggono vantaggi personali. Neocolonialismo? Bene, allora teniamoci questo bubbone e lasciamo che fuzionino solo certe attività (come quelle estrattive) che riguardano molto da vicino grossi interessi.
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