CHIUSI I PORTI ITALIANI
Alla fine anche il governo si è dovuto arrendere e ha chiuso i porti italiani ai flussi di clandestini. Con i primi casi di Coronavirus in Libia e infiniti problemi, non era più possibile dover gestire flussi di clandestini, difficili anche da gestire. Alcuni di quelli accolti negli utlimi tempi, non aveva trovato di meglio che allontanarsi dalla quarantena dove era stato confinato per motivi di sanità in precedenza. Dato che gli italiani hanno ben altri problemi in queste settimane, e devono stare chiusi in casa, alla fine i porti sono stati chiusi anche ai soliti traghettatori che, beatamente, volevano continuare a scaricare in Italia, solo in Italia, chi trasportavano.
L'Italia non è un porto sicuro, per ovvi motivi, per cui questi trasporti, spacciati per salvataggi, non potevano proseguire oltre. Lo chediamo da molto tempo ma al governo si faceva di tutto per continuare nel solito andazzo. In Libia da tempo non ne arrivano più perché l'area di Tripoli, da dove partono, è sconvolta dagli scontri fra nazionalisti e milizie del GNA. Il problema è che in Libia ve ne sono molti giunti in precedenza. Dobbiamo ricordare che le partenze e i traffici su queste persone avvengono nelle aree ancora sotto il controllo del GNA che riceve non pochi aiuti dall'Italia per bloccarli. I nazionalisti da tempo hanno bloccato questi traffici che provengono dal Niger, attraverso il deserto e le uniche due piste praticabili ai mezzi pesanti.
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