martedì 31 luglio 2018

OFFENSIVA GOVERNATIVA A SORPRESA
NELLA PARTE SETTENTRIONALE DEL PAESE



Alle 00.00 del 1 agosto, le forze di Damasco hanno lanciato una offensiva a sorpresa nell'area di Sarraf, nell'entroterra della provincia di Latakia. Si tratta dell'area di una zona, a ridosso del confine con la Turchia, cosa che potrebbe causare delle reazioni da parte di Ankara che comunque sostiene le forze delle milizie anti-governative nell'area. Ankara ha reparti terrestri non lontani dall'area in oggetto.
Le forze speciali di Damasco hanno lanciato alcune operazioni e sono in corso violenti combattimenti, in un'area che non è pianeggiante come altre del paese, dove infuria la guerra da oltre sette anni.

Non appena disponibili forniremo altre informazioni.
CINA SEMPRE PIU' MINACCIOSA NEL
MAR CINESE MERIDIONALE




La Repubblica Popolare Cinese è sempre più minacciosa nei riguardi delle navi e dei velivoli che si avvicinano alle isole che ha occupato nel Mar Cinese Meridionale, realizzando anche delle isole artificiali.
Aerei e navi ricevono avvisi a non avvicinarsi e la situazione, come era facilmente prevedibile, si sta complicando, ricordando che si trattava di scogli che a malapena emergevano dall'acqua. Pechino ha approfittato della debolezza militare dei paesi vicini, in particolare delle Filippine, per realizzare delle isole artificiali, recuperando terreno dai fondali vicini, installandovi  aeroporti e altre strutture militari. Un grosso problema perché l'area circostanze è immensa e ha risorse petrolifere.
Gli Stati Uniti non riconoscono l'occupazione e fanno transitare navi e velivoli in quelle acque. La questione porterà sicuramente gravi problemi in futuro mentre Pechino rivendica isolotti fino a largo delle coste malesi!
Nello stesso tempo vi sono preoccupazioni circa un possibile attacco militare contro la Repubblica di Cina (Taiwan), altro annoso problema della regione. Pechino sta costruendo una grande flotta, munita di portaerei, che potrebbe attaccare l'isola o bloccare i fondamentali rifornimenti navali. 

domenica 29 luglio 2018

DISTRUTTO IN VOLO UNO DEI DUE 
DAVID STIRLING LANCIATI LO SCORSO LUNEDI'



Si è appreso che uno dei due missili Rafael DAVID SIRLING lanciati contro due SS-21 siriani, è stato distrutto in volo dalla stazione di controllo. Il sistema è molto più grande e potente dell'IRON DOME (che agisce contro i razzi e non contro i missili balistici), con piattaforma fissa e non mobile.
Forse non si voleva dare l'impressione di un attacco missilistico da parte di Israele,  visto che il missile stava penetrando in profondità nei cieli della Siria e non si poteva sapere la natura del'arma che avrebbe potuto essere anche offensiva.
Non si conoscono altri particolari ma ricordiamo che questo missile antimissile costa circa 1 milione di US$ ad esemplare.
Le vicende dei missili in Siria e nel conflitto nello Yemen, hanno acceso molte luci su questi sistemi difensivi contro i missili balistici; complessi che richiedono apparati complessi e costosi. Alcuni moderni missili, come i PATRIOT  e gli ASTER, hanno di queste capacità e poi iniziano a diffondersi armi specifiche, come il DIVID STIRLING che interessa anche gli Stati Uniti.
Intanto è giunta la notizia che anche l'India è interessata all'installazione di un sistema antimissile, probabilmente proprio di costruzione israeliana.
CONTINUI ATTACCHI DI DRONI ALLA BASE DI KHMEIMIM I SIRIA



Ieri, per la 14 volta in un mese, dei droni di fattura artigianale hanno attaccato la base aerea di Khmeimim, nelle vicinanze di Latakia, in Siria, dove hanno sede molti dei velivoli da combattimento russi che operano in Siria. Non si hanno notizie circa l'esito di queste azioni ma l'antiaerea è entrata in azion e, in particolare i sistemi antiaerei missilistici PANSIR che dispongono di camera termica e cannoncini da 30 mm oltre che di missili a guida laser.
Mosca ha rafforzato le difese dopo l'attacco del 31 dicembre dello scorso anno che causo diversi danni ai velivoli parcheggiati. La censura impedisce di sapere se nelle missioni successive si siano registrati dei successi.
Si tratta sempre di velivoli telecomandati commerciali o di fattura semi-artigianale, con sistemi di guida GPS, armati con piccole bombe, sempre pericolose però per velivoli parcheggiati allo scoperto. Tutti i paesi dovranno tenere presente i rischi di questa minaccia alla portata anche di gruppi terroristici. Per disturbare il ricevitore GPS servono apparati elettronici più sofisticati e sistemi di scoperta di buona qualità, anche termici, dato la piccola traccia radar e termica di queste becchine.

venerdì 27 luglio 2018

PROBABILE L'OFFENSIVA SU HODDEIDA



Nostre fonti attendibili (avere notizie sulla situazione militare nello Yemen è difficile), indicano indicano come la coalizione anti houthi si prepari ad una offensiva su Hoddeida, il principale porto yemenita sul Mar Rosso. Si vuole evitare una battaglia urbana ma sembra che la trattativa sia fallita e l'attacco al traffico petrolifero saudita ha fatto aggravare la situazione anche perché questa città non è una di quelle dove gli houthi siano particolarmente forti (si tratta di una realtà dell'interno montuoso). 
Probabilmente la città verrebbe prima isolata con una manovra aggirante  nella vasta pianura alle sue spalle. Intanto gli houthi hanno minacciato di lanciare missili balistici anche sugli Emirati Arabi Uniti oltre che sull'Arabia Saudita, nel quadro di una strategia per impressionare l'avversario. Non è chiaro quante missili iraniani si trovino nel paese ma di sicuro il problema di questa minaccia sta raccogliendo attenzione dato che oggi vi sono sistemi antimissile validi.
Da registrare un incremento delle unità navali di diversi paesi nel Mar Rosso meridionale, per proteggere i traffici di questa fondamentale arteria marittima.
ATTACCO DI BOKO HARAM NEL NORD DEL PAESE



Miliziani integralisti islamici del gruppo Boko Haram, giunti a bordo di una trentina di veicoli, ieri hanno attaccato una stazione di polizia nel nord est del paese. Ne sono scaturiti violenti combattimenti prima che i terroristi venissero respinti. Il fatto ha creato un certo imbarazzo, tanto che il capo di stato maggiore dell'Esercito nigeriano è stato rimosso. In un anno è la terza volta che accade.
Il 14 luglio i miliziani integralisti avevano attaccato un'altra base, causando dozzine fra morti e dispersi (catturati). In effetti sembra che le forze nigeriane abbiano dei problemi per chiudere la partita, nonostante dispongano di forze ed ingenti e mezzi.

F-16 BLOCK 70



L'F.16 non è certo una novità nel campo aeronautico, avendo compiuto il primo volo nel febbraio 1974 ed essendo in servizio in circa 3.000 esemplari con 25 forze aeree. Ma l'ultima versione, Block 79, incorpora importanti modifiche, nel radar, nel casco del pilota, nelle contromisure elettroniche, da farne un velivolo molto diverso dall'originale, anche grazie alla possibilità di utilizzare serbatoi conformal lungo la fusoliera.
Questa versione non è più realizzata in Texas ma nella Carolina del Sud, in un nuovo complesso industriale. Il primo ordine per questa versione riguarda 16 velivoli per il Barhein ma si attendono altri acquirenti visto le capacità dell'aereo che ha introdotto molte importanti novità.
DAESH ATTACCA UNA STAZIONE DI POLIZIA AD AGEDABIA



Ieri un gruppo di terroristi di Daesh ha attaccato la stazione di polizia di Agedabia, a sud di Bengasi, non lontano dai terminal petroliferi. Non si hanno notizie nei dettagli ma l'assalto è stato respinto e dopo poco i terroristi sono spariti nel deserto. Su sta dando la caccia a questi elementi che ancora operano in zone disabitate e difficili da controllare. Anche per questo bisogna portare avanti l'opera di stabilizzazione della Libia, in quanto nella situazione attuale vi operano ancora gruppi di terroristi che godono di appoggi locali. 
Le forze dell'Esercito Nazionale Libico sono impegnate ancora a Derna per stroncare le ultime resistenze, magari al termine di una trattativa. Contro queste formazioni di terroristi operano anche le forze egiziane e i velivoli, anche teleguidati, statunitensi, di base a Sigonella.

giovedì 26 luglio 2018

COLLOQUI FRA DAMASCO E LE FORZE DEMOCRATICHE SIRIANE



Prove di dialogo in Siria. Si ha notizia che elementi delle Forze Democratiche Siriane e del governo di Damasco, si sono incontrati per discutere di aspetti militari e di problematiche varie. Questo cambio di passo, dopo gli scontri di poche settimane or sono e un lungo confronto armato, non dove stupire in quanto tipico del Medio oriente. Fonti kurde si sono dette disposte a collaborare con Damasco per respingere la presenza turca nel paese.
Questo incontro potrebbe far scaturire accordi per un cessate il fuoco. Bisogna ricordare che il paese fino ad oggi, secondo stime non precise ma attendibili, ha avuto fra i 360.000 e i 450.000 morti! Le distruzioni sono immense e la popolazione è sconvolta dopo oltre sette anni di guerra civile.
Le forze turche presenti nel paese, stanno rafforzando le loro posizioni e non sembrano intenzionate a ritirarsi. Qualche profugo inizia a tornare, in particolare dal Libano, ma sono ancora piccoli numeri e mancano le risorse per la ricostruzione.
SIRIA: STRAGI DELL'ISIS



In una serie di attacchi terroristici nella parte sud-orientale della Siria, Daesh ha (per ora) causato ben 252 morti. Si è trattato soprattutto di ordigni esplosivi fatti esplodere in luoghi affollati di piccole località, in particolare nella cittadina di Sweida e nei suoi dintorni. Si è trattato di attacchi suicidi e con armi da fuoco.
Durante il funerale di alcune delle vittime, vi sono state forti manifestazioni di protesta. La gente accusa il governo di proteggere adeguatamente solo alcune zone, come Damasco e la fascia costiera, trascurando altri settori. In certe piccole località, i terroristi sono andati a colpo sicuro, uccidendo persone ritenute sostenitrici del regime di Assad o facente parti della sua struttura di sicurezza.
In realtà la situazione nel paese rimane drammatica dipo 7 anni di guerra. Il paese è ricolmo  di armi ed esplosivi mentre le forze disponibili sono limitate per controllare territori che hanno visto flussi reiterati di masse di profughi che ne hanno sconvolto il tessuto sociale del paese.
Oramai sconfitto territorialmente, Daesh e sicuramente in grado di lanciare azioni di questo tipo disponendo di molte cellule segrete.
Sembra che invece abbia funzionato la cinturazione internazionale per ridurre al minimo i flussi di integralisti stranieri che dalla Siria hanno tentato di raggiungere i loro paesi di provenienza, ad iniziare dall'Europa. Ovviamente la guardia deve rimanere alta in quanto le nostre società rimangono vulnerabili a questa minaccia e anche nei flussi di clandestini potrebbero celarsi, come già avvenuto, dei terroristi.
LE FORZE DI DAMASCO HANNO QUASI ULTIMATO L'OFFENSIVA SUL GOLAN



I reparti fedeli al presidente Assad hanno ripreso il controllo di quasi tutta la Siria meridionale. Resta solo una piccola sacca in mano a Daesh ma in via di dissolvimento dato che le ultime resistenze stanno per essere demolite in queste ore. Sono stati catturati vari mezzi pesanti e sarà interessante vedere che fine faranno le ultime forze fedeli al califfato in questa parte del paese.
Intanto un alto grado kurdo ha detto che loro sono pronti a sostenere una offensiva contro le forze Turche nella parte settentrionale del paese. Chi pensa che lo scontro in Siria sia alla fine, dovrebbe valutare meglio la situazione. Russia e Stati Uniti sono poi in difficoltà in quanto entrambe appoggiano forze che sono contro la presenza turca nel paese, quella Turchia alleato NATO e amica di Mosca. Qualcosa non torna e se ne vedranno delle brutte.
MOMENTANEA SOSPENSIONI DEI TRAFFICI ATTRAVERSO  IL MAR ROSSO
 DEI PRODOTTI PETROLIFERI SAUDITI



Dopo l'attacco di ieri contro una petroliera saudita a largo  delle coste yemenite, attacco su cui ancora non si hanno notizie più approfondite (comunque i danni sono stati leggeri), la compagnia di stato saudita ha deciso un momentaneo stop all'invio di sue unità attraverso il Mar Rosso. Un attacco simile si era registrato in aprile, sempre con danni molto ridotti. Secondo altre fonti sembra che si sia trattato di due attacchi su due unità diverse che però hanno avuto danni leggeri.
Si tratta di un problema piuttosto serio, specialmente per noi europei.
Non si è ancora capito se si tratta di una mossa per poi giustificare ulteriori offensive contro le milizie houthi o di una difficoltà oggettiva. Il dubbio viene perché la coalizione anti houthi avrebbe le unità navali per far scortare le navi in transito nel breve tratto dove gli attacchi possono avvenire, in acque che non sono certo oceaniche.
Probabilmente i sauditi vogliono chiudere la questione che si trascina da tre anni mentre ancora non cessa il lancio di missili balistici, a corto e medio raggio, contro le sue città anche se il sistema PATRIOT per ora ha sventato danni significativi.
Come potete leggere nella sezione RAIDS ITALIA, l'Arabia Saudita ha appena ordinato 4 fregate negli stabilimenti statunitensi di Finmeccanica. In effetti ha bisogno di potenziare la sua componente navale visto che opera su mari ristretti (Mar Rosso e Golfo), dove i traffici possono essere attaccati ancheda piccole unità navali, come si vide negli Anni '90.
Al Quds, le forze speciali dei guardiani della rivoluzione, hanno dichiarato che il Mar Rosso non è più sicuro per la presenza delle unità statunitensi. Dichiarazioni che non fanno che aumentare la tensione nell'area, importante anche per il commercio italiano.

mercoledì 25 luglio 2018

SCONTRI SUL CONFINE CON GAZA


Uomini di Hamas hanno aperto nel tardo pomeriggio il fuoco contro una pattuglia israeliana, sul margine della striscia di Gaza. Gli israeliani hanno subito reagito in modo deciso e per ora si contano tre vittime fra i miliziani palestinesi.
La situazione nell'area resta di grande tensione dopo gli scontri anche dei giorni precedenti.
La sensazione é che il grande sponsor di Hamas, vale a dire l'Iran, spinga per far innalzare la tensione distrarre gli israeliani e la comunità internazionale, dalle operazioni in corso in Siria.
COLPITA NAVE SAUDITA IN MAR ROSSO


La petroliera saudita Dammam è stata leggermente danneggiata dalle milizie Houthi a nord-ovest del porto di Hoddeida. Per il momento non si hanno ulteriori particolari. Questo episodio fa innalzare la tensione nell'area.. Probabilmente si è trattato di un attacco con unità leggere o con missili sparati dalla costa.
DAESH PERDE POSIZIONI IN SIRIA



Oggi le milizie di quello che fu il cosiddetto "stato islamico", hanno perso tutto il terreno che controllavano in Siria lungo la frontiera con l'Iraq; territori in sostanza desertici, dopo aver perso moltissime altre aree. Resta ancora una non grande sacca lungo l'Eufraye, sponda orientale, vicino al confine e una sacca, desertica, a oriente del grande fiume.
Questo non vuol dire che i sostenitori del califfato islamico siano stati annientati ma sono ridotti molto male e diversi di loro hanno tolto l'incomodo per sempre anche se restano molte cellule mimetizzate.
Nelle ultime settimane di combattimenti, le forze di Damasco hanno eliminato circa 150 combattenti islamici nella parte meridionale del paese, dove restano due piccole sacche, una delle quali a ridosso delle posizioni israeliane.




martedì 24 luglio 2018

IL MINISTRO TRENTA IN LIBIA



Se ne parlava da circa un mese ma oggi il ministro della Difesa Elisabetta Trenta si è recata in Libia, dove ha incontrato anche presidente Serraj.
Giunta a bordo di un biturbina C-27 J, velivolo dotato di contromisure contro il lancio di missili, più sicuro dei reattori utilizzati normalmente. Dopo alcuni incontri a Tripoli, si è recata a Misurata, dove accanto proprio alla base aerea, è sistemato l'ospedale da campo italiano che opera dal 2016.
Ora bisognerà vedere quali saranno le conseguenze di questa visita, alla luce dell'importanza che la Libia ha per l'Italia.
Bisognerà tener ben presente che in Libia esiste un'altra ancor più importante realtà pratica, che controlla la maggior parte del territorio e che fa capo al maresciallo Haftar. Speriamo che si abbia l'accortezza di considerare il fondamentale ruolo di questa componente libica che si è battuta duramente contro il terrorismo integralista.
ISRAELE ABBATTE UN AEREO SIRIANO


Intorno alle 13.30 missili PATRIOT israeliani hanno intercettato e abbattuto un velivolo siriano, sembra un Sukhoi, che era apparso oltre le linee tenute da Israele sul Golan. Non si hanno altri particolari ma Damasco ha ammesso la perdita. Probabilmente si trattava di un velivolo che partecipava alle incursioni contro forze dell'opposizione. Un grave errore essersi diretti  sulle posizioni israeliani in quanto da quelle parti non si scherza da sempre. Il velivolo stava colpendo posizioni di Daesh e il pilota si é eiettato sul territorio tenuto dai ribelli. Una situazione molto pericolosa. Israele ha fatto sapere che nei giorni precedenti aveva mandato allarmi a velivoli siriani che si erano avvicinati alle proprie posizioni.
Ieri erano stati abbattuti due missili SS-21 che dirigevano verso le posizioni israeliane ma, probabilmente, dirette a quelle di Daesh, a brevissima distanza.
Si tratta di gravi errori da parte dei militari di Damasco in quanto fatti di questo tipo provocano sicuramente una reazione, in un momento molto delicato. Usare armi come gli SS-21 contro Daesh è uno spreco non da poco dato l'assenza di bersagli di valore.

Proseguiremo a dare ulteriori informazioni non appena disponibili.

Aggiornamento delle 17.00 

Secondo alcune fonti, sembra che si trattasse di un biposto, con un membro dell'equipaggio che è riuscito a lanciarsi mentre l'altro, il colonnello Marii, è morto.
RAZZI ALLA PERIFERIA DI KABUL



I talebani hanno lanciato dei razzi da 107 mm, pochi per fortuna, sulla zona periferica di Afshar, a Kabul. Il tiro è stato, come spesso accade in questi casi, a casaccio, colpendo abitazioni ma creando un certo panico nella zona. Probabilmente si tratta di razzi sparati con dispositivo a tempo, posati nella notte.
I talebani cercano di portare alcuni attacchi ma colpendo a caso provocano la reazione della popolazione. Il bilancio per ora è di tre feriti.
Forse servirebbe un sistema antirazzo per proteggere la capitale da simili azioni ma i costi sono elevati. Per ora lo hanno solo alcune basi statunitensi, in quanto i costi sono abbastanza consistenti.

RIPRENDE LA GUERRIGLIA KURDA IN IRAN
 
 
 La cosa era nell'aria da qualche tempo ma ora è ufficiale. Nel Kurdistan iraniano sta riprendendo la guerriglia di quelle popolazioni contro il regime teocratico. Per ora siamo all'inizio ma l'area e decisamente vasta. Era decenni che non se ne parlava ma ora si sono avute le prime azioni. Probabilmente il regime scatenerà subito una dura repressione, mobilitando le sue milizie. I kurdi in Iran sono milioni e furono duramente repressi fin dall'avvento del regime teocratico. 
L'Iran ha un congruo numero di avversari e siccome alimenta guerre e guerriglie, non vi è da stupirsi che qualcuno lo ripaghi nella stessa misura. Del resto i kurdi iraniani sono discriminati e repressi ma oggi possono contare su un importante retroterra nel Kurdustan iracheno. In azione si sono visti kurdi proveniente anche da Iraq e dal Kurdistan turco. Miliziani esperti che sanno come condurre certe attività.
Ricordiamo che in Iraq vi sono molti esuli dall'Iran, che prima furono appoggiati da Baghdad ma, dopo il 2003, messi completamente da parte e disarmati. Anche da questo fronte potrebbero arrivare brutte sorprese per il regime teocratico iraniano. 
Le zone del Kurdistan iraniano sono in parte montuose, per cui si prestano a forme di lotta non convenzionale. I kurdi sono dei fiori combattenti e sicuramente potranno dare dei problemi al regime.
Non ci stupirebbe se dietro a questo nuovo elemento nel panorama geopolitico della regione non ci fossero  alcuni importanti paesi che hanno contenziosi aperti con il regime iraniano. Avete pensato a due nomi? Avete pensato giusto! 
Ufficialmente l'amministrazione kurda di Erbil tace ma forse chiude un occhio su certe attività che si sono registrate in questi mesi.

lunedì 23 luglio 2018

ATTACCO DI DAESH AD ERBIL


Tre attentatori molto giovani (due di 16 e uno di 18 anni(, arabi della zona di Erbil, nel Kurdistan iracheno, questa mattina hanno attaccato il comando delle forze di sicurezza kurde ad Erbil, all'interno del governatorato, dove sono stati presi anche ostaggi.. Tutti e tre sono stati eliminati dopo un intenso scambio di colpi di armi da fuoco protrattosi per qualche tempo. Un lavoratore civile della struttura è stato ucciso dai terroristi. I gruppi anti-terroristici locali, hanno fatto un intervento di buona qualità, eliminando la minaccia e salvando quasi tutti gli ostaggi, tranne uno.
Fa impressione la giovane età degli attentatori, che si rifacevano al califfato di Daesh. In genere i kurdi sono molto abili nel bloccare questo tipo di azioni grazie al controllo che hanno sulle loro aree. Il fatto che si trattasse di arabi molto giovani, dei ragazzini, abitanti in zona, ha consentito loro di poter avvicinare la struttura senza destare sospetti. daesh non esita, così come altri gruppi terroristici integralisti, nell'utilizzare ragazzi molto giovani, riuscendo a coinvolgere nei loro piani anche persone che vivono in Europa
DUE SS-21 DIRETTI SU ISRALE INTERCETTATI



Due sistemi missilistici antimissile DAVID SLING hanno intercettati altrettanti missili balistici SS-21, di costruzione russa, che stavano ricadendo sul suo territorio. L'episodio è abbastanza strano in quanto non crediamo che Assad abbia voglia di affrontare una nuova reazione israeliana, dopo le perdite appena subite. 
Potrebbe trattarsi di una prova di forza e allora sarebbe un problema. L'episodio è avvenuto intorno alle 09,30 ora di Roma e per ora non vi sono stati altri sviluppi.
Gli SS-21 sono missili balistici a corto raggio, utilizzati ds Damasco




SERVE UN 4X4 PER LE FF.AA.



Le Forze Armate italiane hanno bisogno di un nuovo 4x4 leggero in quanto le Land Rover (AR-90) iniziano a mostrare il segno del tempo. Ne serviranno di meno perché in certi teatri d'operazione ci si muove solo con veicoli protetti ma in altri contesti serve un 4x4 agile, con propulsore a gasolio, così come tutti gli altri veicoli militari.
I Carabinieri si servono già di circa 1.000 4x4 Jeep RENEGADE, con propulsore da 2.000 c.c., ed Esercito, Aeronautica e Marina potrebbero fare la stessa scelta legata alla produzione FCA. Ovviamente ci sarà una gara internazionale vista la portata del contratto.

domenica 22 luglio 2018

ORDIGNI INCENDIARI DA GAZA VERSO ISRAELE



Gruppi legati ad Hamas continuano a lanciare semplici mezzi (aquiloni e palloncini) che tentano d'incendiare tratti di territorio in Israele, approfittando della calura estiva. Questo sistema ha già causato in queste settimane diversi incendi e ora gli israeliani sembrano decisi a stroncarlo. Ovviamente questo provoca un nuovo innalzamento della tensione, di cui non si sentiva la necessità.

ATTACCO AEREO ISRAELIANO IN SIRIA


Al tramonto una decina di missili hanno colpito un complesso industriale a Masyaf, nella regione di Hama. Probabilmente l'installazione vedeva la presenza di un bersaglio legato all'Iran o agli Hetzbollah, già bersaglio di simili attacchi avvenuti nelle settimane precedenti. L'attacco aereo è stato confermato da fonti israeliane e sembra sia stato condotto da 4 velivoli che hanno lanciato i missili dallo spazio aereo libanese.
La difesa antiaerea missilistica siriana è entrata in azione ma senza successo. Israele continua a lanciare segnali contro la presenza sciita in Siria, in particolare quella iraniana. Damasco è molto preoccupata in quanto l'ultima cosa di cui ha bisogno è uno scontro con Israele. 
Intanto vi sono continue voci circa l'appoggio che Israele offre ad alcune componenti kurde, un fattore molto importante.

ELMETTI BIABCHI EVACUATI VIA ISRAELE



Circa 800 "Elmetti Bianchi", una organizzazione di protezione civile, sono stati evacuati attraverso Israele in Giordania, per poi essere ricollocati in altri paesi nei prossimi tre mesi. Si è trattato di un caso eccezionale in quanto Israele non ha fatto passare nessun siriano dai suoi territori.
In questo caso sono intervenuti Stati Uniti e Regno Unito, per trovare una soluzione almeno a questo problema.
Le forze del presidente Assad stanno per riprendere il controllo dell'intero meridione del paese e ora si stanno battendo contro la residua sacca di Daesh.

sabato 21 luglio 2018

CONTINUA L'EVACUAZIONE DELL'AREA DI KUNEITRA


Ieri 2.500 persone, fra cui 1.500 miliziani, hanno lasciato con pullman l'area di Kuneitra mentre altri miliziani stanno distruggendo l'equipaggiamento pesante prima di essere trasportati anche loro nel nord del paese dove, oramai da mesi, arrivano gli oppositori ad Assad che sono costretti ad abbandonare aree che controllavano in precedenza. 
Questa situazione rinforza le forze dell'opposizione nella parte settentrionale della Siria, una sorta di spartizione di fatto. Tutta l'area riceve rifornimenti dalla Turchia e siccome vi sono problemi fra Ankara e paesi come l'Arabia Saudita, i gruppi che ricevevano appoggio dalle monarchie del Golfo, sono svantaggiati.
Intanto le forze di Assad stanno attaccando la sacca di Daesh che è presente da anni sul Golan, a ridosso delle posizioni israeliane e sono in corso combattimenti di una certa intensità. Lo strano di questa sacca è che i miliziani integralisti non hanno mai attaccato le posizioni israeliane che pure erano alla loro portata né gli israeliani hanno colpito posizioni di un gruppo assolutamente integralista. Una delle tante "anomalie" del Medio Oriente.La sacca ha attualmente una superficie di circa 10 x15 km e ben scarse possibilità di resistere ad un attacco.
La situazione in Siria è tutt'altro che stabilizzata nonostante le forze di Assad abbiano conseguito, con l'aiuto russo e iraniano, importanti successi. Mancano le risorse umane per controllare il territorio che resta esposto anche all'azione di Daesh, sempre attivo e con ancora delle sacche di resistenza.
Vi sono problemi per la presenza iraniana e degli Hetzbollah libanesi in Siria, con Israele che sembra deciso a non consentirne l'installazione.
Comunque la componente sunnita in Siria è stata drasticamente ridimensionata e la mancanza di una dirigenza capace e comune, ha condotto le forze ribelli a durissime sconfitte, così come Daesh ha visto dissolversi i suoi segni di califfato, cosa di cui si lamentano in pochi.
Gli equilibri regionali sono stati sconvolti, dato che alle vicende siriane bisogna affiancare anche quelle irachene.
Passando alle potenze coinvolte in questi conflitti, l'interventismo di Mosca ha portato a risultati, seppur faticosi mentre l'era Obama ha lasciato grossi problemi, un mezzo disastro che non sappiamo se Trump saprà gestire con i suoi metodi meno ideologici ma a volte sbadati e fin troppo ruvidi.
La Turchia occupa sostanzialmente una parte consistente della Siria, Né ci sembra intenzionata a ritirarsi e le monarchie del Golfo pagano errori di vario tipo, avendo ora problemi nella campagna nello Yemen. L'Iran ha tratto dei vantaggi dal grosso impegno profuso, ha ottenuto risultati positivi ma lo sforzo economico che sostiene ha creato vivo malcontento all'interno.
11 GUARDIANI DELLA RIVOLUZIONE UCCISI NEL KURDISTAN IRANIANO
Si parla abbastanza di quello che accade nelle regioni a maggioranza kurda di Turchia, Siria, e Iraq ma non bisogna dimenticare che vi sono alcuni milioni di kurdi anche in Iran, Insorsero alla fine degli Anni '70 contro il regime di Khomeini ma furono duramente repressi. Ieri in questa zona vi è stato un violento scontro a fuoco che ha visto l'uccisione di 11 guardiani della rivoluzione e il ferimento di altri otto. Potrebbe essere una questione legata a qualche attività illecita ma potrebbe essere anche l'inizio di una lotta armata, in n quadro sempre molto complesso della regione.

venerdì 20 luglio 2018

BREAKING NEWS !


TENSIONE ALLE STELLE A GAZA


Oggi è venerdì e come tutti i venerdì di questi ultimi mesi la tensione è salita a Gaza. In questo caso, dopo le solite provocazioni di Hamas, con il lancio di razzi e colpi di mortaio oltre che colpi contro le posizioni israeliane sul confine. Israele ha iniziato da poco una reazione più consistente, utilizzando velivoli e cannoni. Daremo ulteriori aggiornamenti.

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La prima metà della notte ha avuto un andamento  critico, con gli israeliani che colpivano 25 bersagli, fra cui posti comando delle unità di Hamas. A scatenare questa reazione è stata l'uccisione, da parte di tiratori scelti infiltrati nelle manifestazione lungo la frontiera, di un militare israeliano. Evidentemente si era utilizzato le manifestazioni per poter attuare questo attacco e la reazione è stata dura-
L'Egitto si è molto adoperato per evitare che la situazione precipitasse e stamani, intorno alle 01.00, un portavoce di Hamas ha annunciato un cessate il fuoco che, per ora, tiene, Gli israeliani sono decisi a stroncare anche il lancio di aquiloni incendiari che da diverse settimane vengono utilizzati da Hamas per appiccare incendi. Uno dei quattro morti palestinesi di ieri era un miliziano intendo a questo tipo di azione.

giovedì 19 luglio 2018

LE NOVITA' ODIERNE IN SIRIA



Mentre è quasi alla fine la lotta delle forze anti-Assad sul Golan, salvo l'ancora intatta piccola sacca di Daesh, nel nord-ovest del paese è stata evacuata l'ultima sacca delle forze di Assad che ancora resisteva nelle località di Fuah e Kefanya. Una resistenza che andava avanti dal 2012 ma che era sempre più difficile in quanto alimentata con aviolanci e voli notturni di elicotteri. Gli elicotteri avevano trasportato rinforzi in uomini e mezzi ma visto che lo sblocco da terra non era imminente, Damasco ha trattato l'evacuazione, con l'abbandono delle armi pesanti, come in molti altri casi a parti invertite, con i governativi cioè vincitori. Un successo morale per le forze ribelli, in questo caso appoggiate dalla Turchia.

RESA RIBELLI SIRIANI PROVINCIA QUNEIRA


RESA RIBELLI SIRIANI PROVINCIA QUNEIRA

Con la resa dei miliziani della Free Syrian Army nella provincia meridionale di Quneitra si avvicina li fine delle operazioni nel sud del paese martoriato dalla guerra civile dal 2011. L'ultima sacca dei ribelli nel sud del paese risulta ormai schiacciata tra l'offensiva dell'esercito governativo siriano e la zona al confine col libano controllata da Hezbollah. Ci si appresta quindi ad assistere alla fine delle ostilità nel sud della Siria, mentre ormai in tutto il paese, ad eccezione delle zone in cui i ribelli siriani ricevono supporto da potenze straniere, le forze di Damasco hanno riacquisito il controllo.

IDENTIFICATI COLPEVOLI CASO SKRIPAL


IDENTIFICATI COLPEVOLI CASO SKRIPAL

La polizia inglese ha riferito che sarebbero stati identificati i soggetti colpevoli dell'avvelenamento dell'ex spia russa Sergej Skripal e di sua figlia Yulia, avvenuto lo scorso 4 marzo nella cittadina inglese di Salisbury. Si trattaerebbe di quattro uomini di nazionalità russa identificati grazie all'incrocio delle telecamere di sicurezza coi dati della polizia di frontiera. Secondo quanto riferito dal portavoce della polizia, sarebbero stati i quattro a sostituire una bottiglia di profumo che la figlia di Skripal portava in dono al padre con una contaminata con l'agente nervino Novichok. Non sarebbe invece ancora chiaro come lo stesso agente sia entrato in contatto con una coppia inglese lo scorso 30 giugno sempre a Salisbury, causando il successivo decesso della donna inglese.

martedì 17 luglio 2018

LO SCONTRO FRA TALEBANI E DAESH



Se ne parla poco ma talebani e sostenitori di Daesh sono in lotta feroce fra di loro in Afghanistan. Basta pensare che ieri, al funerale di un capo talebano, un attentatore suicida collegato a Daesh, si è fatto saltare in aria, causando la morte di 20 persone, fra cui 15 leader talebani locali, in un villeggio della parte settentrionale del paese.
La lotta fra questi due gruppi è per motivi ideologici legati alla religione. Sono entrambi fedeli sunniti ma con contrasti interpretativi che sfociano in una lotta feroce. Daesh non ha molti sostenitori nel paese ma si è guadagnato in questi anni alcuni spazi geografici specialmente nella parte occidentale del paese. Il governo di Kabul sta avendo colloqui con i talebani ma non tratta con Daesh.
SCARSE INFORMAZIONI DALLO YEMEN.
PROBABILMENTE SI TRATTA
Dallo Yemen giungono scarse informazioni e, comunque, i combattimenti sono rallentati, nonostante le truppe del presidente Haidi e quelle della coalizione internazionale che lo sostiene, siano a pochissimi chilometri dal grande porto di Hoddeida.
Giungono voci che siano in corso delle trattative per evitare una grande battaglia, ulteriori distruzioni e il rischio di un assedio ancora più duro per i civili che vivono nelle aree ancora sotto il controllo della coalizione appoggiata dall'Iran. 
Le forze della coalizione fanno passare le navi con i rifornimenti umanitari ma la loro distribuzione è sempre più difficile. Con le alte temperature cresce anche il rischio di epidemie.
La coalizione a guida saudita sembra molto determinata a venire a capo del problema, ricordando che i due paesi sono sempre stati in conflitto nella storia. Possiamo citare una guerra negli Anni '30 e l'appoggio saudita alla guerriglia monarchica degli Anni '60, in particolare fra il 1963 e il 1970.


CONTINUA L'AVANZATA DELLE TRUPPE DI DAMASCO SUL GOLAN
CENTINAIA DI CIVILI IN FUGA VERSO LE LINEE ISRAELIANE


Anche oggi sta proseguendo l'avanzata delle forze di damasco sulle alture del Golan. Migliaia di civili in fuga non sanno dove andare e a centinaia si stanno dirigendo, agitando bandiere bianche, verso le posizioni israeliane. I passaggi sono bloccati e i militari israeliani intimano alle persone di bloccarsi in quanto non vogliono profughi siriani da gestire, non sapendo di chi effettivamente si tratta e temendo l'infiltrazione di terroristi.
Intanto non risulta a RAIDS che tutte le aree a oriente dell'Eufrate già in mano a Daesh, siano state prese sotto il controllo delle FDS. Daesh non controllo più nessun centro maggiore ma è presente in una vasta area desertica a cui corrisponde un'altra vasta area sempre desertica, in territorio iracheno. Vi è un'altra grande sacca desertica a occidente dell'Eufrate, una piccola sacca a sud-est di Damasco e una sacca attaccata alle posizioni israeliane sul Golan.
La situazione in Siria è di tale confusione che molte zone, anche se formalmente controllate da una fazione, in pratica non sono presidiate, per mancanza assoluta di effettivi, per cui gruppi d'integralisti vi si muovono impunemente e possono organizzare degli attacchi, come avviene in questi mesi.

lunedì 16 luglio 2018

SEMPRE ALL'OFFENSIVA LE FORZE DI ASSAD



Potrebbe finire in pochi giorni la resistenza delle milizie anti-Assad che ancora si battono nell'area di Kuneitra, dato che sembrano incapaci di arrestare l'avanzata nemica che ha ripreso il controllo di quasi tutte le aree che fino al mese scorso erano sotto il controllo dei ribelli. Resta da vedere dove si ritireranno dato che dubitiamo fortemente che Israele conceda loro di penetrare nelle aree del Golan sotto il loro controllo. Rimane anche una piccola sacca di Daesh, che si trova a contatto con le linee difensive israeliane.
Forse sta arrivando il tempo della trattativa concreta dopo che Damasco ha ripreso il controllo di molte aree ma sembra incapace di aggredire i grandi territori sotto controllo dell'opposizione a nord e a est del paese, che godono di potenti appoggi internazionali.
Bisogna tener presente che il paese è spossato da oltre sette anni di conflitto, con 400.000 morti, molti invalidi e otto milioni di profughi, a cui si aggiungono immense distruzioni.

domenica 15 luglio 2018

SEMBRA TENERE LA TREGUA TRA HAMAS E ISRAELE



Per ora teine la tregua fra Hamas e Israele, dopo 24 ore di scontri, con oltre 100 fra razzi e colpi di mortaio da parte palestinese e la reazione israeliana, non solo con il sistema IRON DOME ma anche con attacchi aerei con munizionamento guidato, che hanno distrutto edifici e ucciso due persone. Erano anni che non si vedevano azioni di questa entità, diciamo dal 2014.
La reazione israeliana, per quanto potente, ha avuto conseguenze limitate per la popolazione, ricordando che qui vi è una densità altissima della popolazione.
Probabilmente l'Iran spinge per queste azioni, per distrarre l'attenzione dalla Siria e fare pressioni indirette.
Intanto si ha notizia che nel recente attacco israeliano all'aeroporto di Aleppo, diretto a colpire la presenza iraniana in Siria, sono rimasti uccisi 5 militari siriani, appartenti all'antiaerea.

PROSEGUE L'AVANZATA DELLE FORZE DI ASSAD NELL'AREA DI KUNEITRA


Le forze governative stanno proseguendo l'avanzata nell'area di Kuneitra, a ridosso del Golan occupato dagli israeliani fin dal conflitto del 1967. La resistenza che incontrano è piuttosto forte pur avendo fatto dei progressi. Intanto autobus stanno evacuando miliziani da Daraha alla Siria settentrionale, sulle posizioni ancora sotto il controllo degli oppositori.
Intanto, poco dopo le 22.00, è giunta la notizia di un attacco aereo nell'area dell'aeroporto di Aleppo. Potrebbe trattarsi  di una azione israeliana contro posizioni iraniane.

sabato 14 luglio 2018

SI SPARA FRA ISRAELE E GAZA



Nelle ultime 24 ore da Gaza verso Israele sono stati lanciati oltre 90 fra razzi e colpi di mortaio, un'attività a cui si è subito risposto, con un corollario di vittime e feriti.
Come quasi sempre, i combattimenti si sono accesi di venerdì, dopo la preghiera. Oramai è tre mesi che questa storia va avanti anche se da qualche settimana i venerdì non sono così tragici come alcuni dei precedenti, con tentativi di sfondamento al confine che hanno causato molti morti perché Israele non ammette sconfinamenti, essendoci vicino degli insediamenti.
Amas cerca sempre di mantenere alta la pressione anche su precise indicazioni dell'alleato iraniano.
ALTRI VITTIME DELLA REPRESSIONE IN NICARAGUA



Il bilancio di tre mesi di proteste contro il regime comunista di Daniel Ortega è per ora di 123 morti e migliaia di feriti. Non si arrestano le violenze della polizia e delle milizie governative contro i contestatori e per l'ostinazione di un dittatore il paese rischia una nuova guerra civile.
Ortega ieri ha fatto manifestare i suoi sostenitori e inviato la polizia, addirittura armata di lanciarazzi RPG-7, contro i dimostranti che lo contestano.
Sarebbe l'ora che qualcuno dicesse a questo signore che è venuto il tempo di togliersi dal potere, vista la sua incapacità economica e la violenza della sua repressione. Ortega e i marxisti erano già stati al potere negli Anni '80, al termine di una guerra civile, cacciati poi per i medesimi motivi, dopo che si era scatenata una nuova guerra civile.
Al continente non servano incapaci e corrotti e non è detto che dopo quanto accaduto in certi paesi, ad iniziale dal martoriato Venezuela, questo debba divenire la normalità.

OFFENSIVA DI ASSAD SU HAJIN BLOCCATA


Ieri le forze del presidente Assad hanno tentato di attraversare l'Eufrate e di occupare la cittadina di Hajin. E' intervenuta l'aeronatica statunitense e fra ieri e oggi ha causato oltre 70 vittime, fra cui diversi ufficiali, bloccando il tentativo.
Non si capisce come mai le forze di Damasco si ostinino in questi tentativi di attraversare l'Eufrate, tentando di stabilire una testa di ponte oltre l'Eufrate. E' assodato che questo provoca la reazione dei velivoli statunitensi, causando perdite molto forti. Stanno giungendo rinforzi delle Forze Democratiche Siriane anche perché si vorrebbe annientare l'ultima sacca di Daesh lungo il fiume che ancora resiste. Un problema che va risolto così come quello della sacca lungo il confine con l'Iraq più a nord.
Le forze superstiti di Daesh si muovono anche nei grandi spazi che praticamente non sono controllati per mancanza di risorse umane da parte di altri contendenti.

venerdì 13 luglio 2018

INTERCETTATO UN ALTRO DRONE DALLA SIRIA VERSO ISRAELE


Poco prima delle 14, un missile PATRIOT israeliano ha intercettato un drone che dalla Siria si stava dirigendo verso Israele. E' il secondo caso in due giorni che avviene un episodio di questo tipo e qualcosa ci dice che le forze israeliane vedranno di distruggere il punto di partenza di questi droni e la stazione di guida. 
L'impressione è che non si tratti di mezzi russi o siriani ma di UAV iraniani, cosa che ultimamente non è stata tollerata. Per questo si attendono sviluppi a breve, magari con un'azione in Siria.

giovedì 12 luglio 2018

PROSSIMA LA FINE DELLA RESISTENZA DELLA CITTA' DI DARAHA



Le forze di Assad stanno per riprendere il pieno controllo della città di Daraha, da dove la rivolta in Siria era partita nel 2011. La città, in parte rimasta sempre sotto controllo delle forze governative, era circondata completamente da alcuni giorni e, con la mediazione russa, si cercava una soluzione. In pratica i ribelli abbandonano le armi pesanti in cambio del permesso di transito per loro e le loro famiglie per qualche altra area, un accordo già visto innumerevoli volte in Siria.
Questo non significa assolutamente che la guerra in Siria sia finita perché le forze ribelli ancora controllano grosse aree del paese, inclusa una parte molto vasta del nord (che arriva fino alla periferia di Aleppo e controlla molte zone montuose) e tutta la parte oltre l'Eufrate, il che vuol dire la maggioranza dei pozzi di petrolio (che in Siria non sono moltissimi ma ci sono).
Anche Daesh continua a controllare alcune zone seppur marginali. Altre sono sotto il controllo governativo solo formalmente in quanto Damasco non ha forze sufficienti e per tutte le sue offensive ha dovuto concentrare le sue forze, spesso approfittando delle gravi divisioni nel campo avversario. Anche Mosca vorrebbe arrivare ad un accordo mentre gli iraniani puntano ad altre campagne militari mentre rimane da vedere come si comporterà Israele che non vuol permettere l'installazione di forze iraniane in Siria e continua a lanciare attacchi selettivi.

mercoledì 11 luglio 2018

PATRIOT INTERCETTA UAV SUL GOLAN


Il missile PATRIOT ha intercettato un UAV non identificato che si stava avvicinando alle alture del Golan. E' scattato l'allarme e ora si sta vedendo di capire da chi era operato.
Intanto proseguono le operazioni delle forze di Assad nella Siria meridionale, dove tutto il confine con la Giordania è stato riconquistato, lasciando una sacca a Daraha e un territorio a ridosso delle posizioni e israeliane tenuto da Daesh, il più piccolo, e da altri gruppi anti-Assad.

martedì 10 luglio 2018

VELIVOLI STATUNITENSI IN SIRIA


Sulla pista in fondo naturale di Jabal Ghul, nella Siria settentrionale, stamani è atterrato un quadrireattore statunitense C-17 con un carico di rifornimenti per i reparti statunitensi e quelli delle Forze Democratiche Siriane che operano nell'area. Questi voli provengono dalle basi aeree nell'area del Golfo e sorvolano l'Iraq. Le caratteristiche dei grandi C-17 consentono atterraggi e decolli anche su piste a fondo naturale, una caratteristica importante.
Sulla stessa base sono stati fotografati anche elicotteri d'attacco AH-64 APACHE dell'US Army, un'arrma potente che viene utilizzata per colpire le ultime sacche di Daesh in Siria e Iraq. Un  velivolo di questo tipo richiede carburante e un adeguato sostegno logistico.
Molti dei carichi per le FDS arrivano nella Siria settentrionale via Kurdistan iracheno, sbarcando sulla grande base di Erbil. Altre volte sono portati in volo.
Intanto la città di Daraha è stata completamente circondata dalle forze di Assad, dividendola dal confine con la Giordania, ora tornato, in questa zona, sotto il controllo delle forze di Damasco. Ora bisognerà vedere come si svolgeranno le operazioni in quanto nella sacca si trovano molti civili.
Fra le armi catturate ai ribelli anche un paio di lanciarazzi anticarro di costruzione francese APILAS, da tempo non più in produzione. Potrebbero essere stati forniti dall'Arabia Saudita o dalla Giordania.

lunedì 9 luglio 2018

PROSEGUE L'AVANZATA DELLE FORZE 
DI ASSAD NEL SU DELLA SIRIA



Sta proseguendo l'avanzata delle forze di Assad e dei suoi alleati verso il confine con la Giordania e sembra che non sia possibile arrestarla anche perché il terreno non offre appigli tattici, ricordando i mezzi messi in campo. Giunge la notizia che 11 gruppi hanno deciso di unire le loro forze ma è tardi per sviluppare una resistenza adeguata all'entità dell'attacco, appoggiato sempre dall'aria. 
Le forze di Assad stanno prendendo il controllo delle località lungo il confine giordano in direzione del Golan, avvicianandosi anche alla sacca di Daesh a ridotto delle posizioni israeliane.
La parte della città di Daraha ancora in mano ai ribelli non è stata attaccata ma oramai è un saliente ridotto mentre le altre posizioni dei ribelli stanno per essere tagliate fuori dal confine giordano anche se potrebbero essere alimentate via Israele, una ipotesi complessa.
Intanto nella notte sono entrati in azione i missili antiaerei siriani, incluso gli S-200 ma non è chiaro se si sia trattato di un falso allarme. 
I gruppi ribelli speravano in un appoggio aereo da parte dei velivoli della coalizione internazionale che però non è giunto. Israele sorveglia la situazione mentre prosegue l'afflusso continuo di ingenti rifornimenti dalla Russia, tutto in cessione gratuita in quanto Damasco non ha fondi per pagarli.

domenica 8 luglio 2018

UCCISI SEI MEMBRI DELLE FORZE DI SICUREZZA TUNISINE


Sei appartenenti alle forze di sicurezza tunisine sono rimasti uccise dall'esplosione di un mina scoppiata contro il veicolo su cui si trovavano in pattuglia sulla parte meridionale del confine con l'Algeria.
In queste zone operano gruppi d'integralisti che stanno cercando di organizzarsi. Per questo è importante un appoggio alla stabilizzazione del paese, fornendoli mezzi adeguati per contrastare la minaccia terroristica.
Vari tunisini sono andati a combattere in Libia e altre migliaia avevano raggiunto le aree controllate da Daesh in Iraq e Siria. Molti di loro sono stati uccisi altri sono tornati in patria.
Il terrorismo integralista ha causato gravi danni all'economia tunisina, in particolare al suo turismo.

AGGIORNAMENTO SULLA SITUAZIONE IN AFGHANISTAN



In Afghanistan si sta trattando ancora fra forze governative e talebani mentre l'attività operativa è diminuita. I talebani sembrano aver compreso che il potenziamento delle forze di Kabul potrebbe portare loro grossi problemi così come l'arrivo di rinforzi internazionali.
Intanto i talebani hanno lanciato una serie di attacchi contro le posizioni tenute da Daesh nel paese, ottenendo alcuni successi. I due gruppi radicali si combattono senza esclusione di colpi.
Analizzando le armi e gli equipaggiamenti catturati è emerso che questi continuano a provenire da Iran, Russia e Pakistan, una serie di vie di rifornimento, per esempio di visori notturni (seppur di vecchio modello) che si vuole chiudere.
Gli Stati Uniti stanno cercando di ottenere il rafforzamento di alcuni contingenti che operano nel paese, adatti per l'addestramento delle forze locali.
Sono giunti altri elicotteri UH-60 BLACK HAWK alle forze di Kabul e altri velivoli di attacco leggeri TUCANO, che si stanno rivelando validi per colpire le milizie ostili e molto meno complessi da gestire che non i reattori, con i loro costi elevati.
Qualcuno ha indicato una presunta supeeriorità in alcuni settore dei Mi.17 rispetto ai BLACK HAWK, in particolare per la volumetria interna e e la semplicità. I Mi.17 sono elicotteri molto più pesi e meno agili del velivolo statunitense che può avvalersi anche del gancio baricentrico inferiore. La tecnologia russa è semplice ma vecchia. Funziona bene ma ha limiti ben precisi. Magari servirebbero degli elicotteri occidentali (anche di seconda mano) più grandi. Possiamo pensare a vecchi SEA KING ricondizionati e pilotati e gestiti da personale a cotratto, utili per certe missioni dove serve maggiore potenza e maggiori spazi interni. Del resto i Mi.17 rimarranno in servizio sicuramente ancora a lungo e non è certo impossibile procurarsi i pezzi di ricambio anche senza l'avvallo di Mosca.

ATTENTATO AL MINISTERO DEGLI INTERNI SOMALO


Il bilancio dell'attentato terroristico contro il Ministero degli Interni di Mogadiscio, condotto da un gruppo di integralisti, è di 8 vittime e 17 feriti. Sono stati utilizzati almeno due auto imbottite di esplosivo per aprire la strada a un gruppo di terroristi che poi si è asserragliato sul tetto dell'edificio, dove però è stato eliminato rapidamente in quanto alcuni dei suoi componenti erano stati già colpiti dal personale presente all'interno.

I miliziani di al-Shabab fanno ancora di queste azioni terroristiche ma ormai controllano parti ridotte dal paese. Sarebbe opportuno porre fine alla loro attività una volta per tutte in quanto in paese ha una marea di problemi da risolvere e serve assolutamente sicurezza.

sabato 7 luglio 2018

IL MINISTRO DEGLI ESTERI MOAVERO A TRIPOLI



Il ministro degli esteri italiano Moavero si trova a Tripoli, per importanti colloqui e per stabilire nuovi rapporti. Una visita a Tripoli era necessaria anche perché è da questa zona che partono i natanti con i clandestini ma sarebbe un errore colossale dimenticare che gran parte della Libia è sotto il controllo delle forze del generale Haftar che se scegliessimo una parte a lui avversa non la prenderebbe sicuramente (e giustamente) troppo bene.
Sarà il caso di visitare anche Bengasi magari per vedere di trovare una soluzione al lungo conflitto in corso che destabilizza la Libia e tutta la regione.
La Libia ha bisogno di un coinvolgimento italiano per ritrovare la stabilità e riprendere le attività economiche. Questo dev'essere il nostro primo obiettivo in politica estera, in quanto bisogna far ripartire l' esportazioni petrolifere e bloccare i flussi clandestini dall'Africa. Le distanze non sono enormi per cui anche con un impegno economico ridotto sarebbe possibile far partire quell'operazione internazionale che attendiamo da 7 anni!
Per chi l'avesse dimenticato, in Libia è già attiva una nostra (piccola) missione militare, imperniata su di un ospedale a Misurata, così come altri paesi hanno militari e mezzi, come nel caso della Francia, dell'Egitto e di altri paesi.
AGGIORNAMENTO DELLA SITUAZIONE IN SIRIA


Ieri vi è stato un nuovo attacco con droni contro la base aerea russa nei pressi di Latakia. Non se ne conosce l'esito ma si sa che i velivoli fanno ricorso ad apparati GPS per la guida e hanno un piccolo carico di ordigni. E' il terzo attacco da quello del 31 dicembre scorso. Sembra che questa volta alcuni drone sia stati abbattuti ma le informazioni sono scarse.
Continuano i combattimenti nel sud del paese dove le milizie dell'opposizione ad Assad stanno resistendo nonostante la netta superiorità in mezzi dell'avversario.
Non si deve pensare che tutto il resto del paese sia tranquillo. Vi sono combattimenti, agguati e anche non pochi attentati terroristici con veicoli imbottiti di esplosivo, uno dei quali oggi ha ucciso ben 18 membri dell'YPG kurdo, in un attentato nell'area di Deir-ez-Zor.
Le forze Democratiche Siriane nelle ultime 24 ore hanno liberato ben 31 villaggi lungo il confine fra Iraq e Siria, appoggiati anche dal tiro dell'artiglieria irachena e da velivoli alleati.
AGGIORNAMENTO GUERRA NELLO YEMEN



Le milizie houthi tentano di colpire il lunghissimo saliente che si spinge fino alla periferia di Hoddeida, partendo dalle zone interne montuose, dove sono più forti. Nella notte di ieri e oggi, è stato bloccato un contrattacco contro Taitha che mirava anche ad alleggerire la pressione sulla città portuale. In ogni caso molti dei rifornimenti giungono via maree sembra che alcune marine della coalizione cerchino di rinforzare la loro componente anfibia d'urgenza per far fronte a queste nuove esigenze.
Intanto è partito un contrattacco della Brigata DEI GIGANTI che punta alla conquista di Zabid, da cui sono partiti diversi attacchi contro l'area costiera. In questa stagione le operazioni sono molto faticose per uomini e mezzi per le altissime temperature che vengono raggiunte.
La coalizione araba ha dato il permesso per lo sbarco di aiuti umanitari ad Hoddeida, per evitare un disastro umanitario. Il fronte houthi sembra vacillare alla luce delle ultime sconfitte subite e dell'impossibilità di ricevere aiuti dall'Iran.

venerdì 6 luglio 2018

BREAKING NEWS


 LE FORZE SIRIANE SONO GIUNTE 
SUL CONFINE CON LA GIORDANIA



Oggi intorno alle 15.00, le forze corazzate di Damasco, hanno raggiunto il confine con la Giordania in  una zona a sud-est di Daraha, avendo ragione della reistenza nemica. Parte della città rimane nelle mani dei ribelli ma probabilmente i reparti di Assad, fra cui le solite TIGRI e altri reparti, tenteranno di circondarla, tagliandola fuori dal confine con la Giordania. I ribelli, con un'azione suicida, sono riusciti a far esplodere un deposito di munizioni, con la morte di cinque soldati di Damasco.
Si tratta di un importante successo ma l'impressione è che il conflitto sia tutt'altro che finito.
Dalle posizioni dell'Esercito di Damasco sono partiti sul Golan dei colpi di mortaio, a cui, dopo pochissimi minuti, ha risposto l'artiglieria israeliana dato che da quella parte si segue con estrema attenzione quello che accade nell'area.
Gli altri fronti rimangono relativamente

giovedì 5 luglio 2018

SEMPRE ALL'OFFENSIVA NEL SUD 
DEL PAESE LE FORZE DI ASSAD



Anche oggi le forze del presidente Assad sono all'offensiva sul fronte della Siria meridionale dove, nei giorni scorsi hanno conquistato diverso territorio- Sembra che in queste ore abbiano occupato la cittadina di Sayda, a oriente di Daraha mentre proseguono intensi bombardamenti aerei, I combattimenti proseguono anche a occidente di Daraha, dove però le forze ribelli, divisi in più gruppi non sempre in accordo operativo fra loro, sembrano aver tenuto meglio..
Probabilmente il Quartier Generale di Damasco tenta di riconquistare questi territori dato che su altri fronti, che non siano quelli delle sacche di Daesh ancora attive, sembra difficile ottenere facili successi.
Giungono notizie sempre più numerose circa la stanchezza dei combattenti, fatto ben comprensibile dopo oltre sette anni di guerra. L'economia del paese è completamente sconvolta  e tutti pensano al difficile futuro. L'Iran spinge per proseguire la lotta ma altri pensano a trattative, magari con l'appoggio di Mosca. Le famiglie con possibilità mandano i figli giovani all'estero, perché non vengano reclutati. Questo implica la scarsità di coscritti e il grande lavoro che devono svolgere i veterani in tutti gli schieramenti.
La presenza degli iraniani, che pure hanno svolto un ruolo fondamentale nel sostegno di Assad, potrebbe portare ad un confronto con Israele, situazione che il paese non potrebbe reggere e che Mosca non vuole affrontare.


AGGIORNAMENTO DELL 18.00 DEL 05.07.2018

LE FORZE DI DAMASCO VICINO ALLA FRONTIERA CON LA GIORDANIA


Secondo i media di damasco, che devono però essere confermati, le forze governative sono a 6 km dalla frontiera con la Giordania a est di Daraha, mentre infuriano ancora i combattimenti perchéi gruppi dell'opposizione stanno resistendo duramente nonostante il terreno piabeggiante non sia adatto alla difesa contro forze corazzate e meccanizzate. Servirebbero un numero maggiore di missili TOW e servirebbero armi antiaeree, in quanto i velivoli di damasco e russi operano in modo intenso. Molti miliziani sono preoccupati per la sorte delle loro famiglie, per cui a volte sono con loro invece che con i reparti.

mercoledì 4 luglio 2018

DUE CITTADINI BRITANNICI IN 
GRAVI CONDIZIONI PER AVVELENAMENTO
SI IPOTIZZA DA PARTE DI GAS



Si torna a parlare del Novichoc, il gas nervino messo a punto all'epoca dell'URSS, per l'avvelenamento di una coppia di cittadini britannici, attualmente ricoverata in gravi condizioni, con sintomici tipici dell'azione di certi gas.
La cosa strana è che non solo si ripete una situazione simile a quella che pochi mesi or sono vide protagonisti un ex colonnello dei servizi segreti russi e sua figlia ma anche questa volta non si è avuto la morte quando si presumeva che i nervini non lascissero scampo ha chi ne è colpito, anche con dosaggi minimi.
Seguiremo la vicenda e daremo informazioni.
FERITI 4 FRANCESI IN MALI



Quattro militari francesi sono rimasti feriti in un attacco suicida nell'area di Gao, nella Repubblica del Mali lo scorso 1° luglio. Le immagini giunte mostrano due veicoli blindati 8x8 VBCI danneggiati, uno con incendio a bordo mentre 6 civili sono stati uccisi e altri feriti. Uno dei due mezzi è andato completamente distrutto e sono esplose, successivamente, le munizioni al suo interno.
Questo tipo di attacco si confermano pericolosi, in quanto i VBCI sono veicoli da quasi 30 tonnellate e ben protetti. Se i militari fossero stati su mezzi meno protetti, sicuramente le conseguenze sarebbero state peggiori.

SI TRATTA NELLO YEMEN


L'inviato dell'ONU per lo Yemen sta tenendo "fruttuosi colloqui" a Sanaa, con i rappresentati delle milizie a guida houthi. Si punta a trovare un accordo per evitare un bagno di sangue  nella città portuale di Hoddeida e una tregua. La situazioni delle forze che si battono contro quelle del presidente Hadj si sta facendo sempre più delicata, in quanto il blocco navale si sta facendo sempre più efficace, riducendosi il tratto costiero in mano alle forze alleate con l'Iran, ora in fase di riduzione anche nella parte settentrionale del fronte.
La coalizione internazionale concede un flusso di unità con generi alimentari e altri rifornimenti ma il trasporto verso l'interno è sempre più difficile e l'esigenze sono enormi dato che i processi agricoli produttivi sono in crisi per la scarsità di carburante e di pezzi di ricambio per i mezzi agricoli. Inoltre molti uomini sono impegnati nei combattimenti non potendo lavorare nei campi.
Ricordiamo che gli houthi, di fede sciita, sono concentrati in maggioranza nelle zone interne dell'ex Yemen del Nord,  zone montuose con risorse limitate. La vita nella stessa Sanaa é molto difficile essendo in condizioni critiche anche le forniture d'acqua. Il problema è come uscire da questa situazione anche perché la coalizione internazionale è pronta ad altre offensive per sconfiggere gli alleati dell'Iran sciita che ha alimentato abbondantemente questa crisi, consentendo anche il lancio di molti missili balistici contro il territorio saudita.
Intanto è stato distribuito un video in cui si vede una posizione sotterranea houthi, con il lanciatore chew si eleva da sotto la sabbia e lancia un missile balistico per poi tornare sotto terra. Forse è stato anche grazie a questi sistemi, probabilmente di produzione iraniana, che i missili balistici houthi hanno continuato a colpire l'Arabia Saudita, creando non pochi problemi.

TRATTATIVE DI PACE IN SIRIA


Sono in corso trattative di pace per la Siria, con la mediazione russa e giordana. Si vorrebbe giungere ad un accordo sostanziale nella parte meridionale del paese. Le forze di Damasco hanno riconquistato molte zone ma sono veramente logore dopo oltre sette anni di guerra e immense devastazioni e perdite umane. Anche Mosca è stanca dell'impegno e ha già ritirato alcuni velivoli e un centinaio di militari, una sorta di pressione verso Assad e i suoi per giungere ad un accordo. Senza l'appoggio russo Damasco si troverebbe di nuovo in una situazione delicata mentre il regime iraniano spinge per proseguire le operazioni, volendo ottenere un successo totale, cosa difficile da ottenere visto il ruolo che Turchia e Stati Uniti hanno e la consistenza dei loro alleati locali. 
Vi è poi il problema di Daesh che ancora resiste accanitamente in alcune aree. E' stata diffusa la notizia che il figlio di al-Baghdadi, si sia fatto esplodere durante un'azione suicida contro una centrale termoelettrica gestita dai russi. La notizia non è ancora stata confermata mentre non si hanno da mesi notizie del padre.

lunedì 2 luglio 2018

2 LUGLIO 1993 
2 LUGLIO 2018

A 25 ANNI DAL COMBATTIMENTO DEL "PASTIFICIO" A MOGADISCIO RAIDS RICORDA I CADUTI E CHI RIMASE FERITO
ERAVAMO IN SOMALIA PER DARE UNA MANO A RICOSTRUIRE E FUMMO ASSALITI, SAPENDOCI PERO' DIFENDERE ANCHE SE IN ALTO SI ERA ESITANTI SUL DA FARSI. RAGAZZI ANCHE DI LEVA CHE, NONOSTANTE LA SITUAZIONE, NON ESITARONO MAI.







Ricordiamo che RAIDS ha pubblicato  due ampi articoli su questo fatto specifico, su numeri arretrati che sono ancora disponibili e che possono essere richiesti presso di noi.
INTENSI COMBATTIMENTI NELLA SIRIA MERIDIONALE



Si combatte intensamente a occidente di Daraha, con le forze di Damasco che tentano di tagliare in due il fronte degli oppositori ma incontrano una forte resistenza, con alcuni mezzi messi fuori combattimento anche dai missili filoguidati TOW. Si combatte duramente a oriente della città, con le forze ribelli che ora stanno opponendo una resistenza superiore.
La Giordania e i russi stanno trattando una soluzione ai combattimenti, dopo che Amman ha chiuso la frontiera con le zone siriane in mano ai ribelli, a cui stano giungendo rifornimenti urgenti per contrastare le forze corazzate avversarie, avvantaggiate dal terreno pianeggiante.
Nell'ultima settimana le aeronautiche dei paesi occidentali impegnate in Siria hanno condotto meno di trenta sortite.

domenica 1 luglio 2018

YEMEN: AVANZATA ANCHE DA NORD



Le forze governative yemenite, appoggiate da quelle saudite, hanno lanciato una offensiva nella fascia costiera, questa volta avanzando da nord, guadagnando 12 chilometri lungo la costa e 6 nell'interno. E' chiaro che anche su questo fronte si vuole sottrarre tratti costieri all'avversario, per impedire l'arrivo dei rifornimenti iraniani via mare. I miliziani houthi hanno concentrato rinforzi nell'area di Hoddeida, sottraendoli ad altri settori, per cui si è voluto approfittare anche della situazione strategicamente favorevole, per lanciare ieri quest'attacco che ha avuto successo. L'attacco è stato appoggiato anche dall'aria.
Nello stesso tempo piccole unità yemenite hanno affondato due piccole unità utilizzati dalla milizia houthi, catturandone altre tre. In questo modo si vuol restringere i tratti costieri, interrompendo l'afflusso di rifornimenti via mare.
PROSEGUE NEL SUD L'AVANZATA DELLE FORZE DI ASSAD



Anche oggi 1 luglio, sta proseguendo l'avanzata delle forze governative nella Siria meridionale, in zone pianeggianti dove l'ampia dotazione di mezzi pesanti e l'appoggio aereo, anche con elicotteri da combattimento, rappresentano un fattore decisivo. Per ora ha ceduto il saliente che si estendeva a oriente di Daraha. Molte municipalità non se la sono sentita di resistere a tanta potenza di fuoco con mezzi inadeguati. Altre stanno ancora resistendo mentre nell'area si è aggravato il problema dei profughi.
Non bisogna dimenticare che stanno proseguendo anche le trattative di pace anche perché la situazione militare è decisamente differente nel nord e nell'est del paese. Anche le forze di Damasco sono molto stanche e il fatto che Daesh controlli ancora delle aree e rispunti in certe zone, evidenziano i problemi strategici di questa complicatissima guerra, in atto dal 2011.
La Russia ha annunciato, per l'ennesima volta, il ritiro dal paese ma le nostre fonti non lo confermano assolutamente. Resta da vedere anche come potrà ripartire l'economia di un paese che ha subito e sta subendo immense distruzioni.