giovedì 20 settembre 2018

ACCORDO IN 10 PUNTI SULLA SIRIA 
FRA TURCHIA E RUSSIA

Nel vertice di Soci del 17 settembre, è stato firmato un accordo in 10 punti, fra Erdogan e Putin, per una tregua nella Siria settentrionale. 
In pratica si tratta di riconoscere la presenza delle basi di Ankara nell'area e della creazione di una "zona cuscinetto" di 15-20 chilometri fra le opposte forze locali, in modo da ridurre il rischio di scontri.
Questo accordo allontana la prospettiva di una offensiva terrestre  contro l'area di Iblid anche se la Russia continuerà a colpire le milizie non legate alla Turchia e Daesh. In questo modo la situazione in Siria si cristallizza allo stato attuale in quanto i territori sotto il controllo delle Forze Democratiche Siriane e di altre formazioni (come l'Esercito della Siria Libica, nel territorio siriano al confine fra Siria, Giordania e Iraq), almeno per ora godono della protezione delle forze occidentali.
L'accordo ha scontentato Damasco e l'Iran ma Putin vuol vedere di uscire fuori dall'insidiosa e costosa palude siriana. L'abbattimento per errore di un quadriturbina da spionaggio elettronico Il.20, con 15 militari a bordo, avvenuto subito dopo, conferma quanto insidioso sia l'impegno e i costi economici sono alti, in un periodo di tempo con prezzi dei prodotti petroliferi sempre piuttosto bassi; un serio problema per Mosca. Le forze di Assad, che grazie all'intervento straniero hanno ribaltato una situazione che si era fatta molto difficile, sono letteralmente stremate dal lungo conflitto e dalle perdite subite. L'Iran vorrebbe proseguire lo scontro, utilizzando anche la milizia sciita libanese, ma si trova in una posizione isolata e sotto le reiterate azioni aeree israeliane in Siria, l'ultima delle quali ha causato indirettamente (e per gravi mancanze nella difesa aerea di Damasco) l'abbattimento del velivolo russo da parte di un vecchio missile S-200 (SA-5 in codice NATO).

Nessun commento:

Posta un commento