giovedì 21 settembre 2023

Speciale Guerra in Ucraina


AGGIORNAMENTI  22 SETTEMBRE

 

- LEOPARD 2 A5 DALLA SVEZIA La Svezia ha deciso di fornire altri 10 Stv.122, vale a dire LEOPARD 2 A5, all'Ucraina, un apporto importante in questo momento.

- IN CONSEGNA GLI ABRAMS E' previsto per la prossima settimana la consegna dei primi carri M-1 ABRAMS all'Ucraina, su una fornitura iniziale di 31 mezzi, pochi se si pensa alle disponibilità statunitensi e a quanto hanno fatto altri paesi con risorse militari molto, molto inferiori. E' stato intanto annunciato il nuovo pacchetto di aiuti statunitensi, per 325 milioni di US$. Si tratta di munizioni (TOW, JAVELIN colpi da 105 e 155 mm e per i sistemi HIMARS) e veicoli blindati, senza altri modelli. Mancano i missili ATACMS, richiesti insistentemente dagli ucraini.

- LA SITUAZIONE SUL CAMPO Gli ucraini continuano ad avanzare, avendo sfondato in diversi punti gli apprestamenti della Linea Surovikin. Il problema è che l'avanzata, volendo economizzare giustamente le perdite, è molto lenta. A volte poche centinaia di metri in un singolo settore. Le forze ucraine sono praticamente alla periferia di Novoprokovkia, la località più importante prima di Tokmak. Le perdite russe sono alte ma i progressi territoriali preoccupano i politici occidentali. Per esempio gli Stati Uniti hanno le elezioni presidenziali il prossimo anno  e vi sono ambienti politici statunitensi su posizioni isolazioniste, contrari agli aiuti all'Ucraina, non fosse altro che per motivi di bilancio. 

A nostro avviso si tratta anche di un caso evidente di miopia strategica. La macchina militare russa sta subendo un attrito bellico molto elevato, tanti mezzi ma anche tanto personale specializzato (si pensi solo ai piloti di elicotteri); risorse che semplicemente scompaiono dal quadro complessivo e che, quindi, cessano di costituire una minaccia. Basta vedere cosa ha fatto Israele. Quando i siriani hanno perso moltissimo equipaggimento nella guerra civile, hanno ridotto le loro necessità, riducendo i bilanci nel settore armi pesanti. Non solo.

(Nella foto sopra) Il moderno sottomarino Rostov Na Donu, distrutto in bacino a Sebastopoli da due missili. Era utilizzato per il lancio di missili Kalibr. Lo scafo resistente non solo è stato squarciato in tre punti (uno anche nella parte inferiore) ma ha subito importanti deformazioni permanenti. Per riutilizzare il bacino e far uscire i resti dell'unità, sarà necessario otturare gli squarci.
 

Le perdite subite sul campo (ma anche in aria e sul mare) richiederanno molto tempo per essere ripianate e ingenti risorse industriali. Addirittura la Russia dovrà importare proiettili dalla Corea del Nord per proseguire il conflitto. Mancheranno quindi importanti forniture per l'estero da parte di Mosca. Riprendiamo l'esempio siriano. Il traffico di rifornimenti militari verso Damasco si è drasticamente ridotto. A parte il fatto che alcune delle navi anfibie che facevano la spola fra i porti russi e Tartus e Latakia sono affondate, non sono più disponibili alcuni tipi di risorse. Vi è ancora molto munizionamento da caduta per i velivoli (poco utilizzato in Ucraina) ma i russi non sganciano più in Siria bombe guidate (se non in casi episodici) e anche l'attività degli elicotteri è stata ridotta mentre perfino alcuni dei sistemi missilistici antiaerei sono tornati in patria, sotto la pressione di quello che più che una "operazione militare speciale" ci pare proprio una grande guerra.

Anche per questi motivi l'appoggio all'Ucraina deve proseguire. Non solo è eticamente  corretto (altrimenti perché snocciolare discorsi su libertà e pace) ma costituisce un investimento strategico nel tempo togliendo di circolazione  armi in possesso di regimi aggressivi. E dato che la NATO non ha nessunissima intenzione d'invadere la Russia, si tratta di un passo verso la pace, costituendo anche un grosso deterrente verso chi ha o potrebbe avere idee simili a quelle di Putin in qualche altra parte del mondo. E sappiamo tutti a chi ci riferiamo in primo luogo.

- QUARTIER GENERALE IN FIAMME  Il Quartier Generale della Flotta del mar Nero è stato colpito a Sebastopoli ed è in fiamme. Le funzioni operative sono comunque attive nella sede protetta ma per i russi è un altro duro colpo psicologico. Altri obiettivi nella penisola sono stati colpiti.   

 

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