venerdì 23 novembre 2018

PETROLIO A 50 DOLLARI AL BARILE:
PUTIN IN DIFFICOLTA'


Torna uno degli incubi peggiori di Putin, il basso prezzo dei prodotti petroliferi, oggi intorno ai 50 US$ al Barile. Il padrone del Cremlino oggi ha riunito il governo nella Crimea occupata dai suoi soldati nel 2014 ma la cosa non ha proprio portato fortuna, dato che il prezzo è crollato in quanto (anche se con Libia e Iraq a produzione ridotta), vi è troppa produzione. Un dramma per un paese come la Russia che campa in gran parte proprio da questi proventi.
Per la verità una volta anche Renzi si disse preoccupato per "il prezzo troppo basso del petrolio", dimenticando che noi siamo grossi importatori e non grossi produttori. ma andando oltre certe uscite, per Putin queste sono pessime notizie, in quanto tagliano le sue ambizioni, geopolitiche e militari, entrambe bisognose di grossi investimenti.
La Russia produce poco manifatturiero e con i mercati liberi la cosa crea grossi problemi di difficile soluzione. Il mercato militare ancora qualcosa produce ma non si tratta, salvo che poche eccezioni, di prodotti di buon livello, come ha dimostrato il fatto che grossi acquirenti, come l'India, per alcuni settori di punta, come l'Aeronautico, sono passati in parte con altri paesi, nonostante i prezzi vantaggiosi delle forniture russe. 
Putin, a differenza dei predecessori sovietici, deve garantire buone prospettive economiche alla popolazione e non solo a ristretti gruppi di oligarchi, per cui deve investire anche in questi settori.
Problemi hanno anche altri grossi produttori ma loro hanno ampie riserve e popolazioni piccole. In condizioni drammatiche rimane anche il regime venezuelano di Maduro, altro amico di Putin, a cui qualcuno potrebbe presentare presto il conto, in quanto il paese è al collasso e poteva sperare solo su prezzi più alti dei prodotti petroliferi. 

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